Mentre i quotidiani in questi giorni si rimpallano le più svariate ipotesi sulla possibile buonuscita di Santoro dalla Rai, torno a chiedermi con prepotenza QUANTO COSTA il lavoro in Italia.
Quanto costa, in termini di sopravvivenza e di dignità, a chi non ce l’ha uno straccio di lavoro.
Quanto costa a chi al lavoro si reca tutti i santi giorni della sua vita, magari obbligato da un contratto a termine a rigare dritto più degli altri.
Quanto costa, questo lo so bene sulla mia pelle, andare al lavoro, spenderci anima e passione e vedere trascorrere i mesi senza uno stipendio regolare. Sì, 4-5-6 mesi di apnea…
E il prezzo delle morti sul lavoro? chi lo deve pagare?
C’è chi non segue le nuove forme di lotta, magari perché non vuole rassegnarsi a questo linguaggio imposto, dove ogni dramma diventa un’isola, e dopo quella dei famosi e quella dei cassintegrati, avremo l'isola dei precari? Quella dei disoccupati? Degli insegnanti e dei sottopagati in genere?
Se non si adottano i nuovi contenitori le cose smettono di esistere, o di interessare e coinvolgere.
Il costo che ha pagato Mariarca Terracciano dissanguandosi un pochino ogni giorno lo abbiamo visto. Anche se, l’ennesimo omicidio, è caduto nella indifferenza pressoché totale.
Non è omicidio forse?
L’indomani scuotevamo la testa, indignati ma non abbastanza inorriditi.
Questa notizia ha scavato un solco profondo in me, mi ha fatto male male.
L’ennesimo omicidio impunito, sì. Perché i colpevoli da perseguire, perseguitare, e qualche volta far crepare in galera, sono altri…
Fa doppiamente male quando una tragedia così si consuma in un clima forse tra i più schifosi della storia del nostro Paese. Tra corruttori di palazzo e burattini al servizio del potere e cricca e casta dediti a ruberie varie. Tutti ad agire indisturbati…
Quanto costa il lavoro casomai può venircelo a dire l’onorevole Lucio Stanca, del PdL, che alla Camera ha disertato 98 votazioni su 100.
Nessuna ironia sul cognome mi aiuta a mandar giù questa spudoratezza squisitamente italica.