A Marzo abbiamo avuto la possibilità di partecipare a due interessanti laboratori, oraganizzati dall’Associazione Bruno Munari al Museo del Novecento di Milano. Seguire un laboratorio dentro ad un museo, dove si respira arte ha contribuito a rendere questa avventura ancora più magica.
Sono state due esperienze di formazione uniche nelle quali abbiamo potuto provare il piacere di agire in prima persona sui materiali: osservando, confrontando e trasformando questi abbiamo cercato di guaradarli in un modo nuovo, calandoci nei pani dei bambini. Inoltre, abbiamo avuto la possibilità di condividere e di confrontarci con altre persone e lo spirito della condivisione era così forte da poterlo odorare nell’aria.
Uno dei due laboratori a cui abbiamo partecipato aveva come titolo: “La possibilità di variazioni delle superficie”, questo laboratorio ci ha invitato a riflettere e valorizzare ancora di più l’importanza della superficie di lavoro, sulla quale i bambini sperimentano le diverse tecniche proposte: incollare, colorare, pasticciare e manipolare.
Mettendo da parte, per un momento, il classico foglio di carta bianco, vi proponiamo un elenco lunghissimo dei possibili supporti da proporre: cartone da imballaggio, cartoncino, pluriball, carta da forno, stoffa di diverse texture, carta da cucina, carta lucida, plastica e tante altre… sono davvero un’infinità!
Da ognuna di queste superfici il bambino otterrà una risposta diversa, alcune assorbiranno di più, qualcuna niente, su parecchie il colore o l’impasto da manipolare scivoleranno, su altre si fisserà subito, anche le variabili sono moltissime.
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Asilo Nido Il giardino degli Elfi |
Inoltre, utilizzando strumenti diversi il bambino ha la possibilità di agire sulla superficie trasformandola, ma di questo argomento parleremo in un altro post.
Bisogna sempre tenere presente, prima di proporre un’esperienza, lo studio e l’analisi di tutte le possibili varianti sulla tecnica e sulla superficie adoperata, in modo da dare ai bambini diverse alternative, tese ad affermare nuove consapevolezze.
Con questa esperienza descriveremo, come con dei semplici accorgimenti si può variare la superficie proponendo, così, una sensazione diversa.
Dovete sapere che diversi anni fa lavoravamo ad un progetto basato sui contrasti, tutti i giorni eravamo intente a creare e progettare delle attività, dove i bambini facessero conoscenza con più contrasti possibili.
Un bel giorno decidemmo di sperimentare la differenza tra il liscio e il ruvido.
Cercando di rintracciare una superficie ruvida abbiamo pensato di usare il cartone da imballaggio e per farlo diventare ancora più ruvido lo abbiamo forato con l’estremità delle forbici, rendendo la superficie irta di punte, ispida e solleticosa al tatto.
Quando abbiamo dato a ciascun bambino la tavoletta di cartone bucherellata, subito, si sono messi liberamente a toccare la superficie rugosa, esplorando con le manine i buchi, le punte, premendo forte e poi piano.
L’esperienza poteva tranquillamente concludersi così, poiché il cartone bucherellato invitava i bambini all’esplorazione e al gioco, ma abbiamo voluto introdurre come contrasto un particolare composto, che stendendosi permettesse al bambino di sperimentare il contrasto liscio - ruvido.
Il difficile è stato cercare qualcosa di liscio e soffice che facesse, veramente, contrasto e con il quale i bambini si divertissero.
Pensa e ripensa, alla fine abbiamo deciso di usare l’amido di mais.
Giocare con l’amido di mais è molto piacevole, una volta bagnato si trasforma in una specie di “pappina” compatta, molto soffice e vellutata.
Così lo abbiamo diluito con l’acqua necessaria e colorato con colori naturai.
Dopo di che, abbiamo messo un po’ di amido sciolto sopra le tavolette bucherellate, all’inizio i bambini hanno esplorato timidamente lo strano liquido celestino, chi lo toccava con un ditino chi appena con l’unghia, poi, presa la giusta confidenza, hanno iniziato a spalmare e stendere il fluido in lungo e in largo, battendo forte con le mani, facendolo passare sulle pieghe del cartone o dentro i fori.
Inoltre, abbiamo lasciato la vaschetta con il liquido a loro disposizione sopra il tavolo, in modo tale che potessero prenderlo e condividerlo autonomamente in armonia.
Non c’erano regole, aspettative o direttive imposte con il fine di raggiungere un bel lavoretto, ma solo il bambino con la propria personalità che crea e impara.
E’ stato bello, osservare senza intromissioni l’agire spontaneo e libero dei bambini, che con la loro unicità hanno reso quest’attività fonte inesauribile di esperienza, non solo per loro ma anche per noi che spesso prendiamo spunto per la realizzazione delle attività proprio dall’osservazione spontanea dei bambini.
Come documentazione si otterrà un bel quadretto, che appena si asciuga si sbriciola tutto, ma quello che conta non è il lavoretto, si sa, bensì quello che c’è dietro, ovvero l’esperienza fatta dal bambino.
A presto
Natty ed Elisa