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frecciabn.gif EDITORIALE
intro.gif Cesare Battisti: quello che i media non dicono
battistiwmeditoriale.gifdi Wu Ming 1
"Di fronte ad una situazione d'emergenza [...] Parlamento e Governo hanno non solo il diritto e potere, ma anche il preciso ed indeclinabile dovere di provvedere, adottando una apposita legislazione d'emergenza."
(Sentenza 15/1982 della Corte costituzionale, corsivo mio)

Dopo la messa in libertà vigilata di Cesare Battisti, in quel di Parigi, i media italiani si sono scatenati, rovesciando sull'opinione pubblica tutto il metallo fuso per anni negli altiforni del rancore, della vendetta, dell'ossessione securitaria...

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frecciabn.gif ULTIME NOVITA'

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Lo scrittore Cesare Battisti, rifugiato politico a Parigi, è stato arrestato dalle forze di polizia francesi, ed è ora trattenuto in carcere in attesa di una estradizione che fu già bocciata dalla giustizia francese nel '91. Protestiamo contro questo scandalo giuridico e umano, e chiediamo l'immediata liberazione di Battisti.

frecciabr.gif Leggi e diffondi l'appello per Cesare Battisti
frecciabr.gif Le prime 1.500 firme di chi ha aderito all'appello (dall'11.2 al 17.2.04)
frecciabr.gif Tutti gli aggiornamenti sul caso Battisti: iniziative, rassegna stampa italiana ed estera
frecciabr.gif Informazioni per offrire un aiuto economico a Cesare Battisti
frecciabr.gif L'intervento di Wu Ming 1 presentato alla Lega per i Diritti dell'Uomo a Parigi

   Martedî 30 Marzo 2004

L'ORRORE DELLA STAMPA ITALIANA RIVELATO DAL CASO BATTISTI

di Valerio Evangelisti

L'internazionale della diffamazione

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Ahimé, non c'è solo la stampa italiana capace di scendere ai livelli più bassi della sua storia, quando si tratta di diffamare Cesare Battisti. Ci sono anche gli italiani che intervengono su quotidiani francesi - non molto superiori ai nostri, quanto a deontologia professionale - per convincere il pubblico d'Oltralpe della mostruosità dello scrittore. In questa puntata lascio dunque momentaneamente da parte la nostra stampa, e mi soffermo su due casi particolarmente importanti, visto che riguardano due magistrati intervenuti di recente su Le Monde: EDMONDO BRUTI LIBERATI (con un articolo) e il già noto ARMANDO SPATARO (con un'intervista). Non sono i soli: esistono anche i casi drammatici di BARBARA SPINELLI, di CLAUDIO MAGRIS (l'unica persona al mondo, si direbbe, a essere ancora convinta che Toni Negri sia stato il capo delle Brigate Rosse) e altri ancora. Ma su loro tornerò. Mi piace anteporre interventi veramente illustri, opera di magistrati al corrente dei fatti. O almeno spero.


   Domenica 28 Marzo 2004

trombones.jpgdi Wu Ming 1

da Giap n.5, quinta serie, "Sinfonie forcaiole e dissonanze di libertà", 29 marzo 2004

Sarà in distribuzione dal 31 marzo il libro Il caso Battisti. L'emergenza infinita e i fantasmi del passato, a cura della redazione di Carmilla, con interventi di Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Wu Ming 1, Serge Quadruppani, Mauro Bulgarelli, Girolamo De Michele, Pierre Vidal-Naquet, Enki Bilal, Bernard Henri-Levy, Daniel Pennac e altri.
L'editore è NdA Press, costa 8 euro. Chi non lo trovasse in libreria può ordinarlo direttamente sul sito dell'editore.
Nell'attesa, consigliamo vivamente di leggere l'articolo che Valerio Evangelisti sta pubblicando a puntate su www.carmillaonline.com, "E Frankenstein fabbricò la sua creatura. L'orrore della stampa e dei media italiani rivelato dal caso Battisti". Evangelisti smonta una per una le bubbole sulla vicenda giudiziaria, umana e professionale di Cesare Battisti propinate senza vergogna dall'informazione nostrana.
Nel frattempo, anche l'opinione pubblica francese è soggetta a incredibili pressioni da parte di italiani (VIP e carneadi uniti nella guerra sucia), i quali inondano web e stampa d'Oltralpe delle stesse frottole che noi continuiamo a smontare documenti alla mano pur sapendo che Lorsignori le ripeteranno facendo finta di niente.


   Venerdî 26 Marzo 2004

L'ORRORE DELLA STAMPA ITALIANA RIVELATO DAL CASO BATTISTI

di Valerio Evangelisti

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Processo al serial killer

Sul Corriere della Sera del 22 febbraio 2004, PAOLO MIELI in persona spiega a un lettore di Firenze la vicenda processuale di Battisti: “Cesare Battisti ha quasi cinquant'anni; nel 1978 fu condannato qui da noi a due ergastoli per quattro omicidi e tre ferimenti”. Non è affatto vero. Battisti fu arrestato nel 1979 (e non nel 1978) nell’ambito delle retate che seguirono all’omicidio Torregiani, e che portarono in carcere decine di giovani, per lo più legati al milanese Collettivo autonomo della Barona.


   Giovedî 25 Marzo 2004

L'ORRORE DELLA STAMPA E DEI MEDIA ITALIANI RIVELATO DAL CASO BATTISTI

di Valerio Evangelisti

L’asso nella manica

Battistimostro.jpgBattistimostro2.jpgIn genere, la stampa italiana ha un grado di pretenziosità più alto della televisione o della radio nazionali. Questi ultimi due media, quando non sono puramente commerciali, sono comunque vincolati al potere politico o a interessi privati, che ne designano i vertici. Da parte del pubblico non vi è grande aspettativa di attendibilità nei loro confronti; anzi. Solo alcuni corrispondenti, alcuni commentatori godono di prestigio. Gli altri – la maggioranza – vengono regolarmente triturati da trasmissioni satiriche (Blob, Striscia la notizia, Mai dire domenica ecc.) che sono una sorta di bidone della spazzatura a uso interno, molto gradito dal pubblico.


   Mercoledî 24 Marzo 2004

di Paolo Chiocchetti

20 Marzo 2004. Un anno dopo l'inizio della guerra in Iraq, un anno e qualche settimana dopo le oceaniche manifestazioni del 15 febbraio 2003, che spinsero il New York Times a definirlo "la seconda superpotenza mondiale", il movimento per la pace è tornato a riempire le piazze di mezzo mondo.


Casobattisti2.jpg

Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Wu Ming 1 e altri
IL CASO BATTISTI
L'emergenza infinita e i fantasmi del passato

A cura della redazione di Carmilla
NdA Press Edizioni


di Bruno Cartosio

da Primo Maggio n. 26, inverno 1986-87 (estratti dall'articolo: Il peso dell'emergenza. Il sistema dei partiti e il '77)

Spartak.jpgCi sembra in sostanza che [dopo il '77] sia stata modificata la concezione stessa della democrazia italiana. Il dato, in realtà, è più generale, teorizzato prima, in anni in cui i movimenti lo rendevano difficilmente fattibile, e attuato poi, in modi diversi, dai diversi paesi occidentali, dalla Germania alla Francia, dalla Gran Bretagna agli Stati Uniti e all'Italia.
L'Italia ha però una sua peculiarità, legata sia alla storia di questi anni, sia a quella degli ultimi quarant'anni. I connotati di classe che hanno fatto da fondamento alle intelaiature partitiche hanno anche portato a una struttura socio-politica unica. E questo rende ancora più evidente il salto qualitativo recente e l'allineamento dell'Italia all'idea stessa che la democrazia debba essere repressiva o autoritaria.


   Martedî 23 Marzo 2004

di Alexandre Bilous e Dominique Manotti

da il manifesto del 19 marzo 2004

Commune.jpg”E' così francese questa storia”, scriveva La Stampa del 2 marzo scorso. Si riferiva all'atteggiamento assunto dagli intellettuali e dalla sinistra francese di fronte alla procedura d'estradizione intentata contro Cesare Battisti. Francesi un po' fuori della realtà, ignari del contesto italiano dei cosiddetti anni di piombo, ecco quel che saremmo. Per fornire l'identikit degli intellettuali francesi, Barbara Spinelli riprende il concetto nello stesso giornale e poi nelle pagine di Le Monde. Il rancore riversato dalla maggioranza della stampa italiana sulle persone che in Francia si mobilitano per evitare l'estradizione di Battisti ci ha davvero stupito. Vorremmo qui rendervi partecipi del perché siamo così stupiti.


   Venerdî 19 Marzo 2004

da il Riformista (17.3.04)

battistilibero.giflogo_m.gifCesare Battisti non è solo un caso giudiziario, chiuso con mezzi politici, che molti vorrebbero riaprire, ma anche un caso letterario dalle molte sfaccettature. C'è chi considera la sua attività di scrittore di noir di successo una sorta di riscatto dalla presunta colpevolezza (o meglio presunta innocenza). Per altri, tra cui il gruppo della rivista Carmillaonline di Valerio Evangelisti, il caso Battisti, in quanto autore di un'intensa e non conciliante ricostruzione degli anni di piombo, dimostra le potenzialità critiche e antagoniste della narrativa di genere (come il noir, appunto) rispetto alla letteratura alta, accusata, lei sì, poverina, di latitare. Teoria culturale condivisa in parte da Severino Cesari, curatore della collana Stile libero Einaudi, dove tanta letteratura di genere si pubblica (Lucarelli, Evangelisti e lo stesso Battisti fu pubblicato nella collana sorella Vertigo): «La scrittura è molto simile a una preghiera», dice in merito al caso Battisti, «e in questo senso può benissimo avere a che fare con un processo di liberazione, riscatto nel momento in cui è letteratura onesta, nel rapporto etico con il lettore. Non limitandosi a fare memorialistica, che è sporca, che si affida solo all'identificazione, tra l'io scrittore e il soggetto penale. La lettura noir che riguarda l'Italia, volge all'analisi e alla critica sociale lo studio della “metà oscura” dell'animo di cui parla Stephen King».
Per altri, invece, tra cui Wu Ming, il collettivo di scrittori pubblicato anche da Einaudi, la letteratura di genere non è in sé antagonista: quella di Cesare Battisti, comunque, sì e ha colmato un vuoto. Letterario, s'intende.


   Giovedî 18 Marzo 2004

Filippofacci.jpgIdiota.jpgFanno un po’ pena certi poveri diavoli, quando fanno capitomboli paurosi. Prima magari si ride, poi subentra la compassione.
E’ il sentimento che abbiamo provato nei confronti di Filippo Facci, arguto collaboratore de Il Giornale. Questi, sul quotidiano e sul sito web Dagospia, compone un florilegio di citazioni dal romanzo di Cesare Battisti L’ultimo sparo, scambiato per un’autobiografia vera e propria (“stesso gruppo armato, stesse rapine e ammazzamenti di vittime similari” ecc.). Ecco quindi che Battisti avrebbe ucciso di sua mano il direttore di un penitenziario sotto gli occhi della moglie e una signora elegante vestita di nero, agente dei servizi segreti, sparandole in faccia. C’è da rallegrarsi che Battisti non abbia scritto anche Il silenzio degli innocenti o Hannibal, altrimenti le sue vittime sarebbero state più numerose.
Viene il sospetto che Facci, quando ha letto L’idiota o Delitto e castigo di Dostoevskij, abbia creduto che Dostoevskij fosse un idiota, assassino di una povera vecchia. (VE)

(Nelle foto: a sinistra Filippo Facci, a destra L’Idiota, nella recente trasposizione teatrale di Gigi Dell’Aglio)


   Martedî 16 Marzo 2004

di Valerio Evangelisti

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Questo articolo dovrebbe apparire nei prossimi giorni, in versione riassunta, sul quotidiano francese L'Humanité. Ne proponiamo ai nostri lettori la versione integrale. La destinazione fa capire perché siano ripetuti taluni argomenti già trattati in questo sito.

“Quell’imbecille! Quell’imbecille!” Così si esprimeva l’onorevole socialista Ottaviano Del Turco, giovedì 11 marzo, durante una trasmissione di Rete 4 intitolata “Zona Rossa”. Su uno schermo sfilavano le immagini di Cesare Battisti che usciva di prigione. Poco prima, l’ex magistrato Ferdinando Imposimato si era rivolto al pubblico, tutto fiero: “Noi non leggiamo i romanzi di quel signore, non è vero?” Spettatori fin lì passivi avevano applaudito, entusiasti.


   Lunedî 15 Marzo 2004

da Progetto Memoria A. II n. 3, primavera 1989

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Dunque ce lo eravamo sognato. Nella “lotta al terrorismo” che seguì gli anni ’70 non vi fu alcuna legislazione “d’emergenza”, non vi furono processi sommari, non vi fu repressione. Ce lo spiegano con abbondanza di parole e risparmio di fatti gli innumerevoli commentatori (anche stranieri, ma soprattutto italiani) che per fare emergere Cesare Battisti come mostro, cancellano tutto ciò che gli stava attorno.
Wu Ming 1 ha già dimostrato, in un editoriale fitto di dati incontrovertibili, quanto ciò sia menzognero. Ora ripubblichiamo un articolo che cerca di delineare il quadro globale che accompagnò la repressione, nel passaggio dagli anni ’70 agli anni ’80.

Gli anni Settanta si chiudono con migliaia di arresti, decine di migliaia di denunce, sequestri di periodici, incriminazioni di avvocati, giornalisti, docenti universitari, intellettuali. E' la grande stagione della caccia al "fiancheggiatore". In realtà, che nel mirino del potere non vi siano solo i gruppi armati e i loro simpatizzanti, ma l'intera sinistra rivoluzionaria italiana, da cancellare una volta per tutte, è dimostrato dal numero degli incriminati: oltre 40.000, un numero di gran lunga eccedente quello degli appartenenti all'area della lotta armata.


   Domenica 14 Marzo 2004

di Wu Ming 1

oscuraimmensita.jpgHo divorato in poco più di due ore l'ultimo romanzo di Massimo Carlotto, L'oscura immensità della morte (E/O, Roma 2004).
Qualche anno fa presentai a Bologna Arrivederci amore ciao, che aveva come protagonista Giorgio Pellegrini, "pentito" della lotta armata il cui percorso di formazione criminale iniziava proprio con la scelta del "pentimento" e terminava nella completa abiezione e disumanità.
In quell'occasione dissi che Arrivederci amore ciao restituiva all'espressione "noir" il suo significato letterale: dopo tanta letteratura beige, marroncina, "fumo di londra" e color cacarella, finalmente un romanzo italiano nerissimo, in cui non vi era redenzione, o meglio: vi era la "riabilitazione" dell'ex-compagno agli occhi della società borghese che aveva "tradito". Dal mio punto di vista, il contrario della redenzione.


   Venerdî 12 Marzo 2004

di Nanni Balestrini e Primo Moroni

(da L'orda doro, a cura di Sergio Bianchi, 1^ ed. SugarCo, 1988; 2^ ed., Feltrinelli, 1997)

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Parlare di una involuzione autoritaria dello Stato italiano nel corso degli anni '70, e vedervi una delle cause del sorgere di gruppi armati, pare diventata una bestemmia. Ne sa qualcosa Erri De Luca, che per avere affermato qualcosa di simile su Le Monde, si è visto sommergere da ironie e contumelie ad opera di quella trista caricatura di intellettuali che sono, oggi in Italia, gli editorialisti dei grandi quotidiani e i conduttori di talk-show televisivi. Rimediamo alla crassa ignoranza di costoro riproponendo un brano tratto da un libro che probabilmente non conoscono, abituati come sono a non leggere nulla.

La «strategia della tensione» era stata sconfitta da tre grandi componenti sociali e politiche: la conflittualità dell'autonomia di classe, la pratica militante, il radicalismo democratico. La posizione estrema e sintetica delle formazioni armate aveva storicamente prodotto «la forma-violenza organizzata in partito», ma questa componente era rimasta fino a tutto il 1976 sostanzialmente minoritaria (Bonisoli, uno dei protagonisti della fondazione delle BR, dirà che a quell'epoca i militanti non arrivavano a cento in tutta Italia) e proprio nell'emergere del «movimento '77» si era trovata in gravi difficoltà progettuali: anche se il riferimento immaginario e politico alla tendenza armata si poteva leggere in modo diffuso, non era tale però da autorizzare un'unità di intenti tra progettualità armata e pratica della violenza diffusa.


   Mercoledî 10 Marzo 2004

I rifugiati politici italiani in Francia

di Vincenzo Ruggiero

da Vis-à-vis n.2, primavera 1994

Condannati.jpg
Questo articolo è stato concepito originariamente per un pubblico non italiano. L'enormità riguardante la situazione dei rifugiati politici in Francia, che è nota tra noi soprattutto tra i meno giovani militanti della sinistra, è infatti del tutto sconosciuta in altri paesi. L'intento di questo contributo era perciò di documentare una storia e denunciare una condizione di cui, vuoi tra accademici illuminati vuoi tra gruppi politici, pochi erano a conoscenza. Redatto in inglese, l'articolo era rivolto ai due suddetti gruppi di lettori, ed è già apparso in una rivista di sociologia critica del diritto che, sebbene in un numero ridotto di esemplari, circola nelle maggiori università del mondo (si tratta di Crime, Law and Social Change, Vol. 19, N. 1, 1993).


frecciabn.gif IL LIBRO
frecciabr.gif"IL CASO BATTISTI"
Dal 31 marzo, in tutte le librerie:
Valerio Evangelisti, Giuseppe Genna, Wu Ming 1 e altri
IL CASO BATTISTI
- L'emergenza infinita e i fantasmi del passato -
A cura della redazione di Carmilla
Con interventi di Daniel Pennac, Bernard-Henri Lévy, Primo Moroni
NdA Press Edizioni - 8 euro

frecciabn.gif LO SPECIALE
futurosangue.jpgNelle librerie: Carmilla Speciale n.1, Il futuro nel sangue. 19 racconti di fantascienza italiani sul potere a cura di Vittorio Catani. 354 pagine, 9 euro.

frecciabn.gif LA RIVISTA
rivista5.jpgE' in tutte le librerie il Carmilla n° 5. Editoriale, racconti, recensioni e rubriche: l'indice di questo numero.

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