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08/06/2004
 

La fabbrica delle donne




Approdano nel “Continente donna” i laboratori creativi di arte e letteratura per adulti e bambini. La rassegna falconarese dedicata all’estro, alla fantasia, alla capacità generatrice dell’universo femminile contemporaneo propone ora il cuore operativo del progetto: incontri per viaggiare sulle voci e le immagini di artiste internazionali e rivivere, attraverso le proprie mani, l’esperienza “del fare” con l’intento di conoscersi meglio. Organizzati dall’associazione cultura “etrA. I controsensi dell’arte”, che si occupa di divulgare e promuovere l’arte attraverso un approccio diretto e poco nozionistico, i tre laboratori si inseriscono all’interno di una serie di eventi dedicati al pensiero delle donne di questo secolo. Una sorta di viaggio tra i continenti, considerati non solo come luoghi geografici ma come territori del cuore e della mente, luoghi che scrittrici, artiste, attrici e poetesse hanno “scoperto” nei diversi linguaggi e nelle diverse culture. Contemporaneamente al laboratorio per adulti si è pensato di allestire uno spazio dedicato ai bambini, per avvicinarli in modo giocoso all’arte del ‘900 e assecondare la loro innata capacità di manifestare in modo immediato le emozioni attraverso i materiali dell’arte. “Continente donna”, l’iniziativa organizzata dal Comune di Falconara Marittima in collaborazione con “etr.A. I controsensi dell’arte”, rappresenta dunque un’occasione per confrontarsi e condividere opinioni, sentimenti, suggestioni, ma anche per mostrare la donna come soggetto creatore e “fabbricatore” di idee, eventi, mondi possibili. Gli incontri si terranno presso l’ex squadra rialzo FF.SS di Via Monti e Tognetti, nel quartiere Villanova a Falconara Marittima (An). Per i laboratori, della durata di 2 ore, è gradita la prenotazione. Informazioni e prenotazioni: Sportello Informadonna 071 9175659. Dal lunedì al sabato. Orario: 10,00 - 12,00 16,00 -18,00. Tutte le iniziative sono gratuite.




CALENDARIO LABORATORI:




GIOVEDÌ 10 GIUGNO ORE 21.00 Quel che c’è nel mio cuore - Tempo, memoria e origini


con letture da Marcela Serrano e immagini da Sam Taylor Wood;


Contemporaneamente per i più piccoli laboratorio Facce di bronzo …cuori di pezza




VENERDÌ 18 GIUGNO ORE 17.30 Un matrimonio per bene - Sessualità, pregiudizi, identità


con letture da Doris Lessing, immagini da Shirin Neshat;


Contemporaneamente per i più piccoli laboratorio Palestra di senso per il corpo




GIOVEDÌ 24 GIUGNO ORE 17.30 Kitchen - Cibo, corpo, famiglia


con letture da Banana Yoshimoto, immagini da Vanessa Beecroft;


Contemporaneamente per i più piccoli laboratorio Ricette prelibate per artisti golosi


created by arcana | 11:17 | Falconara Blocal |commenti


06/06/2004
 
incipit 2004 (33) 
John Barth - L'opera galleggiante
Per uno come me, le cui attività letterarie dal 1920 in poi si sono limitate alla stesura di documenti giudiziari e alla raccolta di materiale per l'Indagine, la parte più difficile dell'impresa imminente - ossia, il resoconto di un giorno del 1937 in cui cambiai idea - è proprio cominciarla.
[John Barth - L'opera galleggiante - Minimum Fax/Minimum Classici]
created by AleRooTs | 22:49 | incipit 2004 |commenti


31/05/2004
 

Circe o il profumo dei maiali - Spettacolo teatrale di e con Isabella Carloni


Isabella Carloni era una splendida Circe dallo sguardo eterno e dalla voce ammaliatrice. Come il canto delle sirene, come una nenia d’amore sussurrata all’orecchio… “torna torna torna”. La maga astuta e pericolosa incontrata da Ulisse nel suo lungo peregrinare si aggirava ieri nell’ex deposito ferroviario vicino a casa mia. Un vecchio magazzino che occupa un posto importante nei paesaggi della mia infanzia. Per niente malvagia, questa sacerdotessa della rinascita ha raccontato di uomini, di passione, di seduzione, di morte, di cicli della vita. Di sesso. Ha parlato delle donne capaci di trasformarsi e di trasformare. Di ricondurre i maschi alla loro istintualità perduta, ad una dimensione primaria. Ha rivendicato la sua natura divina, la sua grandezza, la sua bontà: lei degli uomini faceva maiali. E il porco era un animale sacro nel mondo pagano, oltreché un simbolo della sessualità. Perché lamentarsi?



created by arcana | 14:17 | teatro |commenti
 
incipit 2004 (32)
Henri Bergson - L'evoluzione creatrice
La storia dell'evoluzione della vita, per quanto ancora incompleta, ci lascia già intravedere come l'intelligenza sia venuta costituendosi attraverso un progresso ininterrotto, lungo una linea che percorrendo la serie dei vertebrati giunge sino all'uomo.
[Henri Bergson - L'evoluzione creatrice - Raffaello Cortina/Saggi]

created by AleRooTs | 14:04 | incipit 2004 |commenti (6)


27/05/2004
 

Giovani scrittori italiani crescono... o almeno lo spero

Ultimamente mi è più volte capitato, in discussioni e conversazioni separate e indipendenti, di elogiare il penultimo lavoro di Ammaniti, "Ti prendo e ti porto via", e di proporlo come miglior romanzo uscito da una penna italiana negli ultimi anni, almeno 10-15. Qualcuno concorda con me, qualcuno mi ha guardato con superiorità, forse facendosi sfuggire che un grande romanzo è quello che concilia valore letterario e gradimento da un gran numero di persone - critica e pubblico per così dire- ma finora nessuno è riuscito a tirarmi fuori un valido concorrente, un libro italiano e recente che riuscisse a distinguersi, e potesse ambire a superare il filtro del tempo.

La scorsa settimana ho provato a cercarlo in prima persona questo concorrente, e ho letto tre libri di giovani e più o meno emergenti scrittori nostrani: Clementi - La notte del Pratello, Raccis - Il paradosso di Plazzi, Fabbri - Mosche a Hollywood; in ordine crescente di gradimento direi.


La notte del Pratello è il ritratto, bozzettistico e un po' nostalgico, di un luogo (il Pratello appunto) che per alcuni anni pareva essere uan situazione e un ambiente davvero unico, personaggi bizzarri e sopra le righe, la vita ai margini, sconforto e euforia che si alternano; per quanto mi riguarda non mi ha preso per nulla, spumeggiante nelle intenzioni ma piatto nelle realizzazione, sono arrivato in fondo solo perché tanto era breve; qualcuno lo ha apprezzato e anche molto, per amarlo credo sia necessaria una certa predisposizione, di cui io evidentemente sono totalmente privo.


Il paradosso di Plazzi è un romanzo di nicchia, un noir nella Firenze di questi anni. Anche tralasciando l'entusiastica prefazione di Lucarelli, si presenta davvero bene. Personaggi originali ma realistici, ambientazione e atmosfere accattivanti -gran parte dei personaggi gravitano nell'ambiente di una software house- e moderne, e sopratutto una struttura, aspetto fondamentale per romanzi di questo genere, ingenosamente costruita e assolutamente solida; tutto questo fino a circa un mezzo della storia, poi si ha come l'impressione che l'ispirazione venga un po' meno, qualche fastidiosa crepa si insinua nella trama e la parte conclusiva non è all'altezza della prima metà. Tenendo presente che questo è comunque l'esordio per il venticinquenne fiorentino Riccardo Raccis, decisamente da tenere d'occhio perchè i sintomi del talento ci sono tutti.


Mosche a Hollywood è un romanzo, ma è evidente che oltre a questo vuole, o vorrebbe anche essere una sceneggiatura. E precisamente la sceneggiatura di un film-tipo hollywoodiano, un po' romantico e un po' spara-spara. Ma il giovane autore, soli 22 anni, è bravo a non cadere nei tranelli, e a gestire i capitoli con una buona dose di autoironia e ricorsività; forse è proprio questa la chiave di lettura più interessante: una meta-sceneggiatura, la trama segue infatti il travagliato viaggio di un giovane, italiano, verso la mecca Hollywood, per un viaggio-vacanza con la morosa ma con il dichiarato sogno di entrare nel mondo del cinema proprio come autore di una sceneggiatura, sceneggiatura che immancabilmente il protagonista si trova a vivere in prima persona; esagerazioni e "americanate" abbondano, ma disincantate e cogliendone il lato divertente, la lettura è piacevole e "tira dentro" dall'inizio alla fine. E per essere un'opera prima non è proprio un pregio da poco.


Quello che sto leggendo ora invece non è italiano, ma l'ottimaa traduzione lo rende lo stesso perfettamente fruibile: "L'arpa di Davita" è uno dei migliori esempi della magia che Chaim Potok riesce a far scorrere dalla sua penna.
E più leggo Potok, più una semplice verità mi diventa chiara: Clementi, Raccis, Fabbri, e anche Ammaniti, possono piacere o non piacere, ma la vera letteratura sta di casa altrove.

created by AleRooTs | 16:32 | biblio |commenti (5)


25/05/2004
 
incipit 2004 (31)
Chaim Potok - L'arpa di Davita
Mia madre veniva da una cittadina polacca, mio padre da una cittadina del Maine. Mia madre era un'ebrea non credente, mio padre un cristiano non credente. Si incontrarono a New York al tempo in cui mio padre scriveva, per un giornale di sinistra, un articolo sulle condizioni di vita in schiera di misere case d'affitto in Suffolk Street nel Lower East Side di Manhattan, dove mia madre lavorava.
[Chaim Potok - L'arpa di Davita - Garzanti/Elefanti]

created by AleRooTs | 16:00 | incipit 2004 |commenti (1)


24/05/2004
 

La fauna universitaria - specie caratteristiche. prima puntata

Inizialmente credevo fossero tipici delle facoltà ingegneristiche, invece una breve indagine ha rivelato che questa figura è diffusa in qualsiasi ramo universitario, e, anzi, ne esistono numerosi esemplari, non ancora appieno sviluppati, anche nell'ambiente dei licei o delle altre scuole superiori.
Sto parlando di una categoria tra le più temibili e irritanti che si possano incontrare, i cosiddetti angosciatori.
Quelli che il giorno prima di un esame saltano fuori con dispense introvabili e testi sconosciuti, a loro dire fondamentali per poter anche solo sperare di poter passare la prova.
Quelli che un quarto d'ora prima dell'esame stesso, mentre tu te ne stai abbastanza sicuro di te e della tua preparazione seduto placido a d aspettare l'ora x, si piazzano due banchi dietro, e cominciano a ripassare selvaggiamente, immancabilmente tirando fuori argomenti e possibili domande di cui tu nemmeno sospettavi l'esistenza.
Quelli che nei momenti successivi alla fine dell'esame, mentre tu già sogni l'aperitivo defatigante che ti aspetta, e il pensiero più strutturato che riesci a costruire è quale cocktail scegliere come arma di autodevastazione, cominciano ad assillarti con approfondite esegesi e possibili interpretazioni del tema d'esame e dei vari esercizi, con i soli risultati di distruggere ogni possibile sicurezza o soddisfazione per il compito e di provocarti un'urticante emicrania pre-alcoolica.
Ecco, oggi ho avuto la prova che questa sindrome è incurabile, e neanche la laurea in tasca riesce a farli sedare. Ciò che cambia è solo l'oggetto delle angosce. Ne ho incontrati due esemplari a pranzo, felici neolaureati, e all'ascolto dei loro dialoghi l'insalata è subito diventata amara.
"Eh sì, avrò spedito un centinaio di curriculum, ma non sono ancora riuscito a fare un colloquio."
"A chi lo dici, se non conosci qualcuno non hai speranze... tra l'altro sto preparando l'esame di stato, pare che l'ultima volta sia passato il 2% degli iscritti..."
E mentre fuggivo tentando di deglutire l'ultimo boccone, il pensiero è subito volato a Morpheus, e a quanto sono sempre vere le sue parole: "Certe cose cambiano, ma altre no".

created by AleRooTs | 16:24 | cose che capitano |commenti (11)


23/05/2004
 
...dedicato a te...
stucchevoli metafore

il mio cuore come un salvadanaio che a martellate hai spaccato in mille pezzi, pieno d'amore invece che di monete, e il timore cupo che tu non raccolga il tesoro che hai scoperto e contribuito a creare

created by AleRooTs | 09:55 | strettamente personale |commenti (4)
 
incipit 2004 (30)
Alessandro Fabbri - Mosche a Hollywood
"Oh merda, togli quella musica". Chiara si passò una mano sulla fronte e la scrollò come se fosse fradicia.
Luca teneva una mano sul volante e l'altra fuori dal finestrino. Il rumore del vento ammazzava la conversazione. Mischiato al vento Tom Waits gracchiava "Hang on St. Christopher":
[Alessandro Fabbri - Mosche a Hollywood - Minimum Fax/nichel]

created by AleRooTs | 09:49 | incipit 2004 |commenti


21/05/2004
 

l'ultimo esame: la nuda realtà

L'avevo promesso e ora lo faccio: a costo di scheggiare la solida e prestigiosa immagine del Politecnico, il mio ultimo esame minuto per minuto. Un po' lungo, ma meritava di rimanere negli annali.
Premessa: dando prova di scarsissima sagacia, mi sono tenuto come ultimi due esami due porfidi dei primi anni. A causa dell'invasione del nuovo ordinamento, nella sessione invernale c'era un solo appello per ognuno dei due: li ho provati entrambi e li ho falliti. Deadline per laurearsi entro l'estate diventa quindi la sessione di Aprile. Appello del primo esame: giorno 23 ore 16.30. Appello del secondo esame: giorno 23 ore 16.30. Espongo al primo prof l'incresciosa situazione e mi ride in faccia; provo col secondo e dopo una caccia al tesoro per riuscire a beccarlo mi prospetta la possiblità di un esame solitario in data posticipata. Ottimo.
Antefatto: venerdì 23 Aprile alle ore 16,30 sostengo il mio penultimo esame: sorprendendo un po' tutti in primis me stesso lo supero, e pure brillantemente. Lunedì 26 do inizio ai miei tentativi di mettermi in contatto col secondo prof, per concordare data e modi dell'esame; si inizia con una speranzosa e-mail, che poi diventano due e poi cominciano a tendere asintoticamente al mail bombing, si passa alle telefonate, ma la segreteria telefonica è l'unico interlocutore ottenibile. Martedì 27 verso sera, dopo un pomeriggio passato di pattuglia davanti al dipartimento nella speranza di intercettarlo, sono in preda alla sconforto: "Potrò fare quest'esame? Quando, e come, se anzichè studiare passo i pomeriggi in giro per i chiostri del politecnico...". Angosciante.
La svolta: ora dell'aperitivo, telefonata del compagno di tesi. Il caro P. per motivi ignoti a tutti financo a lui è entrato nelle grazie del nostro prof di fisica tecnica, quello del mio ultimo esame, il quale ha cominciato a ricordarsi il suo nome, trattarlo con inusuale gentilezza, sincerarsi delle sue scelte e dei suoi progressi.
"Ale, in Piola salgo in metro e chi mi becco accanto? Proprio lui, quello che tu stai disperatamente cercando da 48 ore! Cominciamo a parlare, mi dice che sta per partire per la Germania per un convegno, mi chiede della tesi, e mentre gli narro i nostri progressi gli butto lì che la facciamo insieme, e che tu devi proprio fare solo il suo esame perché possiamo laurearci a luglio. Tempo di arrivare in Cadorna e mi raccomanda di avvertirti che l'esame lo puoi fare il 5 maggio, quando gli altri resgistrano, che aveva visto le tue mail, ma non aveva avuto neanche dieci secondi per rispondere."
Ogni commento mi sembra superfluo.
L'esame: l'esame consiste in due esercizi, da svolgere correttamente per prendere il voto, che deriva dalla valutazione delle risposte alle tre domande sulla parte teorica. Appena prima dell'ora fatale scopro che l'appello del 23 Aprile era stato oltremodo ostico, e mi rendo conto che non l'avrei mai potuto superare. Arriva l'assistente e mi consegna il testo del mio esame: domande fattibili, esercizi fuori dalla portata della mia scarsa preparazione su questo aspetto della materia, totalmente trascurata nella settimana precedente: d'altronde la vita si fa con le scelte, no?
Già rassegnato e in preda alla depressione decido di mettere fine al tormento.
io: Professore, gli esercizi sono una condizione necessaria per l'esame, vero?
prof: certo!
io: già. allora mi sa che non posso farlo, peccato perchè le domande le avrei sapute, ma questi esercizi proprio non mi quadrano
io: -faccio per consegnargli il foglio-
prof: su aspetti, adesso vediamo cosa si può fare. aspetti che le do un esercizio più semplice... ecco, no questo no, faccia questo che non dovrebbe avere problemi
io: :-O
Il prof se ne va e mi lascio con i due assistenti, un lui e una lei, giovani e alla mano; io intanto sfrucuglio sull'esercizio, portandolo a termine, ma non molto convinto; sento suonare il telefono, risponde il lui, intuisco che deve essere il prof e io devo essere l'argomento della telefonata.
lui: come va?
io: mah, ho fatto l'esercizio, sto completando le domande...
lui: ah ok, bene, fammi vedere...
Legge il mio esercizio, si gratta la testa, torna da me.
lui: guarda, l'impostazione è giusta, però qua la temperatura è costante... io rifarei i conti tenendo conto di questo e di quello...
io: :-O
Un po' basito e un po' umiliato, decido di rimandare i dubbi etico-filosofici e correggo come suggeritomi. Dopo qualche minuto il lui ritorna, prende il mio foglio, lo guarda: " Ecco sì, molto bene, anche il risultato numerico corrisponde". Nell'intanto torna il prof e mi comunica che il mio tempo era esaurito, chiede lumi sul mio esercizio "tutto ok, l'ha fatto giusto" e dà una scorsa alle mie dissertazioni teoriche.
prof: bene, come calcolerebbe la potenza del cuore? anzi, il lavoro
io: Sì dunque il cuore è una pompa, il sangue è un fluido incomprimibile...
[segue qualche minuto in cui la mia principale funzione è annuire con aria intelligente alle considerazioni del prof sulla natura del sangue e su una sua possibile modellizzazione, riesco anche a tirare fuori due spunti dotati di senso]
prof: l'ultimo esame lo ricorderà come quello che più l'ha fatta soffrire, vero?
io: mah, qualcosa del genere...
prof: eheheh, mi dica, qual è l'unità di misura della potenza?
[segue qualche minuto di domande e disquisizioni su analisi dimensionali e unità di misure, argomento manna per ogni studente di fisica I, ma l'ideale per attorcigliare i neuroni se oggetto dell'ultima domanda di una carriera accademica]
prof: con tutta la beneficienza del caso, le posso dare 22
io: :-O

A due settimane di distanza ancora fatico a convincermi che sia successo davvero.

created by AleRooTs | 03:17 | cose che capitano |commenti


20/05/2004
 

chi ben inizia...
...ben inizia! (*)

Sempre via plp, mi è arrivato il libro di Clementi di cui qui sotto vedete le prime righe. Non ho mai letto niente di suo, ma da più parti lo si indica come una delle voci nuove più interessanti all'interno del panorama letterario italiano.
Certo che se fin dalla quarta riga mi cade su un congiuntivo (proprio nell'incipit riportato qua sotto), già mi parte con l'handicap...
(*): cit. - dai che è facile, l'avete colta?

created by AleRooTs | 11:03 | biblio |commenti (10)
 
incipit 2004 (29)
Emidio Clementi - La notte del Pratello
Mezzogiorno era da sempre un'ora di ritrovo al Bar di Lele in via del Pratello.
Il Bar di Lele non era un posto dove ci si dava appuntamento. La gente si incontrava direttamente lì. Chi c'era, c'era e quando svaniva era difficile che ci si preoccupasse di sapere che fine aveva fatto.
[Emidio Clementi - La notte del Pratello - Fazi Editore]

created by AleRooTs | 10:54 | incipit 2004 |commenti


19/05/2004
 

L’arte del rammendo

Tempo, sudore, sorrisi, lacrime, maestri e incontri per costruirsi, tenersi insieme, stare diritta, sentirsi intatta. Dopo tanta fatica, ecco allentarsi di nuovo le cuciture. Riprenderò ago e filo, ancora una volta.



17/05/2004
 

Carmen a Roma




Non c’ero. Un vero peccato, per molte ragioni. Per Carmen, che è la mia cantantessa preferita. Per Roma, che ce l’ho da sempre nel cuore, e ultimamente ancora di più. Per me, perché sarei stata felice. Ne sono sicura.




Autunno dolciastro ci sta proprio bene. Anche se è primavera…




Lentamente tra una pagina e l'altra di un libro qualunque
ingannavo l'attesa già settembre poche voci distanti e
un autunno distratto al di là dei vetri
quasi speravo che non arrivassi più
quasi credevo che non mi mancassi eppure stavo aspettando...”


 

L'essenziale è visibile agli occhi. Checchenedica il Piccolo Principe. Se poi si fa finta di non vedere, beh, questa è un'altra storia.

 
incipit 2004 (27)
F.Pohl & C.M.Kornbluth - I mercanti dello spazio
Quel mattino, mentre mi vestivo, ripassai mentalmente la lunga lista di dati statistici, di proposte, di idee, e di commenti esageratamente entusiastici che probabilmente loro si aspettavano di trovare nel mio rapporto.
[F.Pohl & C.M.Kornbluth - I mercanti dello spazio - Edgar/Fantascienza]
incipit 2004 (28)
Frederick Pohl - Gli antimercanti dello spazio
La donna faceva pena. Aveva cercato pateticamente di rendersi carina per il colloquio, ma era stata una perdita di tempo. Era piccola, con la pelle giallastra, l'aria malaticcia, e si inumidiva continuamente le labbra, guardandosi attorno.
[Frederick Pohl - Gli antimercanti dello spazio - Edgar/Fantascienza]
created by AleRooTs | 10:17 | incipit 2004 |commenti (2)


14/05/2004
 

PS: In my country


Ecco, forse non l'ho detto, persa come sono in altri pensieri, anzi, persa e basta, ma il film è davvero brutto. Un polpettone melodrammatico con momenti degni delle peggiori soap.




13/05/2004
 
incipit 2004 (26)
Riccardo Raccis - Il paradosso di Plazzi

Fuori controllo, letale, e assolutamente invisibile.
Immaginate un mosaico, un'intricata rappresentazione di vendetta e omicidio, così complesso che il suo significato sia visibile solo dall'altro capo della stanza. Ognuno dei tasselli che lo compongono ha senso solo nella mente del progettista. Ci passate accanto, e tutto quello che vedete sono motivi sul muro.
[Riccardo Raccis - Il paradosso di Plazzi - minimum fax/nichel]

created by AleRooTs | 17:20 | incipit 2004 |commenti
 

In my country






Quando c’è amore


Non c’è rimpianto


Anche se non c’è ritorno…






Si chiude così l’ultimo film di Boorman che, se anche non parte male, finisce con una serie di scene alquanto patetiche. Langston Whtfield (Samuel Jackson), reporter americano inviato in Sud Africa per documentare i processi sui reati commessi durante l'apartheid, indaga insieme ad Anna Malan (Juliette Binoche), una giornalista locale. Dopo i primi screzi professionali, i due trovano un’intesa anche sul piano personale. Anna deve affrontare il proprio senso di colpa per aver in qualche modo condiviso le atrocità perpetrate dal regime; Langston deve riuscire a perdonare, a riconciliarsi con il mondo dei bianchi, come sembrano saper fare le stesse vittime dell’apartheid. Quando i due, entrambi sposati, hanno una relazione, Anna decide di affrontare il problema: lo racconta al marito, che avrebbe preferito non sapere, rimanere all’oscuro. Ma ci sono eventi, persone, situazioni che, rivelate o meno, ci cambiano profondamente. Ci sono verità talmente evidenti che si raccontano da sole, senza bisogno di parole. Ci sono pelli, odori, sapori che non si dimenticano anche se non si rincontrano.




created by arcana | 15:12 | la fabbrica dei sogni |commenti


12/05/2004
 
incipit 2004 (25)
Philip J. Farmer - Venere sulla conchiglia

Viaggiatore, puoi andare dappertutto. L'universo è grande, è forse il luogo più grande che ci sia. Eppure, dovunque atterrerai, ti parleranno di Simon Wagstaff, l'Astronauta Errante.
[Philip José Farmer - Venere sulla conchiglia - Mondadori/Urania Collezione]

created by AleRooTs | 21:33 | incipit 2004 |commenti
 

cose che capitano - pillole di vita vissuta

Festa di laurea sopra le righe ieri sera, come sopra le righe (ma con grande stile!) è sempre stato il festeggiato, ancora una volta my compliments Dr. 6ra !
Qualche flash dalla serata.
-la Michelin degli aperitivi milanesi- 5 stelle piene al Livin', all'arco della pace: una fantastica fonduta al tartufo e cocktail di altissimo livello; oltretutto se andate dal barista uguale a Milton, magari riuscite anche a non farvi chiedere gli scontrini, e farvi due o tre giri gratis! (No, non lo voglio far licenziare, in quel locale sono tutti cubani, quindi l'identificazione del colpevole è impossibile...)
-simpatiche figure- un amico che da sempre si gloria della propria indipendenza e totale libertà dal sesso femminile, quelli della scuola "solo quando ho voglia io, e non mi devono rompere le palle"; si perde l'aperitivo per causa morosa e relativi tempi biblici: inevitabile la raffica di sms canzonatori e dichiaratamente maschilisti. Poi i due arrivano, saluti lei, anzi, stai per salutarla, ma ti precede: "Comunque il messaggio l'ho letto io, davvero simpatico..." "Ehm..."
-a ripetizione da Papirazzo- ti passano accanto e si mettono nel gazebino a fianco, non puoi fare a meno di notarli. "ma questa quanto se la tira, che oltretutto per tentare di sembrare più giovane si è truccata in quel modo pesantissimo che neanche Moira Orfei..." "d'altronde che ti aspetti da una che esce con un tamarro del genere...".
Poi si gira l'amica (non quella dell'sms, lei chissà come mai mi girava alla larga ieri sera...): "Ale cazzo, ma passano Paolo Barale e Raz Degan e non mi chiami neanche!?!" "Ehm..."
-angolo Lonely Planet- Milano di notte vista dai 108 metri della torre Branca sicuramente è una visione suggestiva, ma se potete scegliere saliteci di giorno che allora sì che ne vale veramente la pena
-simpatiche figure- il neo-laureato che appena prima della torta, verso la fine della serata, quindi quando il tasso di lucidità era ormai a livello decimale, si ricorda che ha letto il tuo blog e qualche raccontino, e gli sono davvero molto piaciuti; e allora decide di farti conoscere la sua amica che gestisce il progetto Subway Letteratura, e fin qua nulla di male anzi, ma poi ti prende davvero a cuore e, barcollando, e in un italiano allappato ai limiti della comprensibilità, tenta in ogni modo di raccomandarti e di garantirti la pubblicazione... "Ehm, quasi quasi mi scelgo uno pseudonimo..."

created by AleRooTs | 12:52 | cose che capitano |commenti (8)


11/05/2004
 
incipit 2004 (24)
Chaim Potok - La scelta di Reuven

Da ogni parte tutto stava cambiando nell'ordine delle cose che avevamo formato per viverci dentro. Cambiò il vicinato. Negli anni precedenti la seconda guerra mondiale il quartiere Williamsburg di Brooklyn era stato abitato soltanto da alcune sette chassidiche.
[Chaim Potok - La scelta di Reuven - Garzanti/Elefanti]

created by AleRooTs | 14:01 | incipit 2004 |commenti


10/05/2004
 

finire gli esami, e non riuscire a crederci

Il 5 maggio era solo il giorno della morte di Napoleone, data nota perchè resa eterna dalla penna fatata del mio più celebre e serioso omonimo e concittadino. Fino all'anno scorso.
Ora invece il 5 maggio è diventato una data speciale per me, resa eterna dalla penna, non so quanto fatata, del mio professore di fisica tenica; penna che è andata a riempire la ventinovesima riga del mio libretto, ventinovesima e ultima tacca sulla mia speciale rivoltella politecnica, e neanch'io potevo immaginare quanta importanza questo momento potesse arrivare ad avere.
L'avevo pensata bella... perchè concludere come tutti con gli esami dell'ultimo anno, così interessanti e simpatici? Nah, molto meglio finire in bellezza e conservarsi come ciliegina (al cianuro) quanto di più indigesto e fastidioso avessi avuto modo di sperimentare in questi cinque anni!
Risultato: a novembre ero felice perché mi mancavano due soli esami; a gennaio ero abbastanza tranquillo perché mi mancavano due esami; a fine febbraio ero scornato perché mi mancavano ancora due esami; a inizio marzo ero disperato, perché mi mancavano ancora due esami, e l'appello di aprile di entrambi quei due esami era lo stesso giorno alla stessa ora.
Il finale l'avete già letto, quello che l'ha preceduto sembra uscito dalla mente di uno sceneggiatore di soap e magari nei prossimi giorni mi metterò a raccontarlo; quello è difficile arrivare a comprendere è il senso di leggerezza, liberazione, serenità che quella sola riga del libretto ha avuto modo di trasmettermi. Come vivere per mesi con un peso sul diaframma e un bavaglio sulla bocca, e di colpo poter finalmente respirare.
Così strano, così improvviso e sconvolgente che il mio io ancora non ne è ancora ben convinto, e ogni mattina devo focalizzare e ripetermelo: "è andata, sei libero, hai finito", e dopo qualche attimo di perplessità per rendermi conto che è davvero così, che non è un crudelissimo scherzo ma la vera realtà, allora posso iniziare la giornata con insolita (per me) serenità, e pensare che allora è vero, capita anche che le cose finiscano e bene, e che vale la pena di sorridere in faccia alle difficoltà, così se non altro diverranno più simpatiche.

created by AleRooTs | 23:23 | cose che capitano |commenti (10)


09/05/2004
 
le meraviglie della tecnologia
E solo al momento in cui ho aperto google che stamattina mi sono accorto che oggi è la festa della mamma, evitando così imbarazzanti dimenticanze familiari.
Ma anche spulciando i link forniti non sono riuscito a dare risposta al mio interrogativo: perchè proprio il 9 Maggio?
created by AleRooTs | 18:55 | |commenti (6)
 

uomo avvisato...: segnalazione automobilistica

Autostrada A4 Milano-Torino, direzione Milano, appena prima del casello di Boffalora: da qualche tempo sull'aiuola a destra staziona una macchina della Polstrada ripiena di autovelox, il limite in loco è di 130 Km/h.

created by AleRooTs | 17:59 | |commenti


07/05/2004
 

pillole musicali

Grande dilemma pre-serale per il giovedì sera votato alla live music. In lizza Bluebeaters (Alcatraz), Marlene Kuntz (Rolling), e Asian Dub Fundation al Rainbow Club. Alla fine la scelta cade sul sound londinese degli Asian Dub: si scopre solo sul posto che non sarebbe stato un live ma un sound set, con dj e due vocalist, ma lo stesso l'energia non è mancata. Un'ora e mezza intensissima di pura violenza musicale, violenza intrinseca nel groove, e violenza a livello di decibel. Solo per appassionati.

created by AleRooTs | 11:41 | |commenti (5)


05/05/2004
 

Di Osama, di me e dell'amore

 

Sono felice di essere donna. Se dovessi rinascere, vorrei farlo di nuovo nel corpo curvilineo e accogliente di una femmina. Non rinuncerei mai all’istinto, alla creatività, alla fragilità e alla forza di queste forme, di questo modo d’essere nel mondo. Però…

 

Ci sono posti dove non è per niente facile indossare una gonna 

 

Ne sa qualcosa Maria, dodicenne afgana che vive con la madre e la nonna in una Kabul polverosa e aspra governata dai talebani. Per trovare un lavoro, la ragazzina è costretta a tagliarsi i capelli, indossare abiti maschili, fingersi uomo. Deve rinunciare alla sua identità. Si chiamerà Osama. Una volta scoperta, sarà condannata a sposare il mullah della moschea. Meglio della lapidazione?

 

Un film efficace e coinvolgente, anche bello, confezionato con pochi mezzi da Siddiq Barmak.

 

Giusto, dimenticavo l'amore. Io posso scegliere.

 

created by arcana | 01:12 | |commenti (2)


04/05/2004
 
incipit 2004 (23)
Arthur C. Clarke - La città e le stelle

Come una gemma scintillante la città riposava nel cuore del deserto. Un tempo aveva conosciuto sviluppi e mutamenti, ma ora il Tempo le scorreva attorno senza toccarla. Il giorno e la notte s'inseguivano per la distesa del deserto, ma a Diaspar era sempre giorno e l'oscurità non scendeva mai.
[Arthur C. Clarke - La città e le stelle - Mondadori/Urania Collezione]

created by AleRooTs | 09:14 | incipit 2004 |commenti


30/04/2004
 

...scripta manent...
Edwin A. Abbott - Flatlandia

Ho sentito parlare di Flatlandia per la prima volta al Politecnico, durante un ciclo di seminari sulla matematica nel cinema, in cui questo libro era citato come uno dei primi esempi di opere destinate a tutti, e non solo agli studiosi, in cui la matematica fosse la protagonista.
Il reverendo Abbott, l'autore, è stato un grande pedagogo e autore di libri scoastici e teologici, ma la sua fortuna attuale è totalmente dovuta a questo libretto, anomalo, originalissimo e pieno di spunti.
Tutta la storia è scritta dalla penna di un quadrato, matematico e gentiluomo nel mondo bidimensionale di flatlandia. Bidimensionale, sì: in Flatlandia esistono solo lunghezza e larghezza e tutto si trova e avviene su un piano senza spessore. La prima parte è interamente dedicata alla descrizione di questo mondo e dei suoi abitanti, con trovate ingegnossime e una ferrea coerenza. La chiave di lettura è duplice, da una parte si può apprezzare "intellettualmente" l'invenzione di questo mondo immaginario puramente geometrico, dall'altra è sottile ma spietata la critica satirica alla società: il popolo di Flatlandia è rigidamente diviso in caste sociali, e l'appartenenza a una determinata casta dipende unicamente dal proprio numero di lati: in cima a tutti c'è il gran circolo, poi scendendo la nobiltà dei poligoni, la borghesia di quadrati e pentagoni, i triangoli equilateri rispettabili commercianti e sotto le schiere degli isosceli, senza nessun diritto e tanto meno considerate quanto più acuto è il loro angolo; infine le donne, miserrimi segmenti privi di qualsiasi intelligenza e capaci solo di parlare di argomenti senza senso come amori e sentimenti.
La seconda parte dl libro invece riporta il racconto, e le conseguenze, dell'avvenimento che cambiò per sempre la vita del quadrato narrante: proprio a lui nel primo giorno di un nuovo millennio capitò di ricevere la visita di una sfera che, non senza grandi difficoltà, lo inizia alle meraviglie delle tre-dimensioni e gli permette di rompere gli schemi mentali in cui la vita monotona in flatlandia l'aveva rinchiuso. Testimone del vangelo delle multi-dimensioni non viene però creduto dai proprio compatrioti che anzi lo rinchiudono in una prigione-manicomio per il resto della sua vita.
La lettura è breve ma densa, Abbott non era autore di romanzi ma di libri eruditi, e si vede nella prosa un po' "accademica", ma ciò non impedisce di apprezzare le sue invenzioni "fantascientifiche" e le sue stilettate alla proprio società, e, aspetto sempre attuale, la sua esortazione implicita a mantenere viva la propria mente, non rigida ma aperta e pronta a considerare anche i punti di vista più nuovi e distanti dai propri schemi mentali.

created by AleRooTs | 11:08 | biblio |commenti (2)


28/04/2004
 

la fantasia di chiamarlo Tg

Tardo pomeriggio di ieri, trovandomi ad armeggiare tra frigorifero e fornelli, nella speranza di incocciare in Camera Café mi sono catodicizzato su Italia1.
Non erano ancora le 7 però, e quindi anzichè la simpatia della sit-com mi si è materializzata sullo schermo l'edizione pomeridiana di Studio Aperto.
Nell'ordine e in rapida sequenza: servizio sul meteo, servizio sul GF4, servizio sulla Fattoria, servizio su Striscia la Notizia che consegna un tapiro... ho girato su SportItalia e ho trovato incredibilmente appassionanti le repliche della gara di slittino senza telecronaca.

created by AleRooTs | 13:33 | cose che capitano |commenti (14)