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21/08/2010

Una bella storia!

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 18:58

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Ogni tanto, una bella notizia. Il 10 giugno su «Sette» è uscito un articolo che raccontava la storia di Massimiliano De Cinque, un ragazzo di 39 anni che «resuscita» computer per poi regalarli a chi ne ha bisogno (www.progettonuovavita.it).
Da allora in molti lo hanno contattato. Anche un anziano signore di Bologna. Massimiliano ha voluto condividere con noi la piacevole e sempre più rara sensazione che si prova quando si fanno delle cose unicamente per il gusto di fare del bene.
 
Ecco le sue parole:
 «Ieri sera al ritorno dalla settimana di ferie in Abruzzo, mi sono fermato a Argelato (BO) per consegnare a un signore il computer che mi aveva chiesto per lettera. Era visibilmente emozionato, non solo per il computer, ma anche perché non pensava che ci fossero ancora brave persone a questo mondo. Questo nonnino è uno dei tanti che, leggendo i giornali e guardando la televisione, si era fatto l’idea che il mondo stesse andando a rotoli e che tutto morirà così, senza prospettive. E’ stato un bel momento e penso che vi faccia piacere sapere che si è potuto avverare soprattutto per merito dell’articolo su "Sette" (leggi l'articolo). Voglio ringraziare tutti coloro che hanno permesso la pubblicazione dell’articolo»
Giorgio Bisi 002web.jpg
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Pubblicato il 21.08.10 18:58 | | Commenti(3) | Invia il post
05/07/2010

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Scritto da: Matteo Persivale alle 15:48

miley_3.jpg
Pubblicato il 05.07.10 15:48 | | Commenti(3) | Invia il post
07/06/2010

Generazione X: noi (che siamo quella dopo) vi vediamo così

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 21:11

È vero, generalizzando si sbaglia sempre, ma i quarantenni di oggi — salvo qualche lodevolissima quanto rara eccezione — sembrano divisi in due disarmanti categorie: quella di chi si sente molto più vecchio e chi molto più giovane della sua età. E francamente, noi della generazione y (nati dal 1981 al 2001), ancora non abbiamo ben capito quale delle due sia peggio. Da una parte ci sono questi (soprattutto uomini, va detto) che parlano come se fossero prossimi alla morte, convinti di essersi già giocati (ovviamente male) tutte le carte della loro vita. Ho quarant’anni, ormai è andata. Potevo fare questo e quello e invece non l’ho fatto: sono un fallito. La vita è alle spalle, davanti non c’è più niente. Per il loro  futuro hanno l’ottimismo che confarebbe più a una rana che decide di attraversare una trafficatissima autostrada a otto corsie nell’ora di punta.
Fine, finito, bollito. Quarant’anni: termine della corsa. Poteva essere...e invece no. Li senti parlare così e ti viene da prenderli a ceffoni. L’idea è provare a squassarli. Ma è inutile. E mentre ti domandi se di notte vanno a dormire (ma ci andranno?) in un letto o in una bara, ascoltandoli finisci ogni volta per stupirti per quanti alibi riesce a inventarsi una persona pur di non agire. C’è sempre un buon motivo per non cambiare le cose: darsi per vinti in partenza perché «tanto è inutile, ormai è andata» funziona da secoli.
Senza rendersi conto che questo cupio dissolvi, questo compiacimento del proprio fallimento, nasconde un dandysmo decadente abbastanza old-fashion e fastidioso. Per reggere al decadentismo bisogna essere d’Annunzio o Oscar Wilde, altrimenti finisci più sulle sponde dei nerd o dei vitelloni felliniani. Che si compiangono, si annoiano, si crogiolano.
E poi ci sono gli altri. Più imbarazzanti ma almeno più simpatici. Quelli che vivono sempre come se avessero 15 anni anche quando ne hanno ben più del doppio. In genere li riconosci subito: dalla cura che hanno per il loro look. Troppa. Smaccata, evidente e spesso grossolana smania di mascherare il tempo che passa attraverso magliette, scarpe o - e qui a volte ci si vergogna davvero (chi li guarda, non loro ovviamente) - accessori. Non sono i bamboccioni (che brutta parola!), attenzione. Sono quelli per cui sembra normale non avere prospettive, per cui il trucco è vivere alla giornata, quelli che in genere non vedono l’ora di insegnare valanghe di teorie per stare finalmente bene, perché - loro - hanno scoperto il segreto (e spesso anche il senso della vita).
Il guaio vero è che - almeno in Italia - i quarantenni sono davvero in un Paese che si è modificato con loro. Almeno per un decennio. Erano trentenni quando era bello esserlo e ora sono quarantenni in un posto che sembra fatto su misura per loro. A trent’anni, oggi, sei quasi ovunque considerato troppo giovane. A quaranta, perfetto. Potenzialmente, ovvio.
Anche nelle relazioni. Perché non è una battuta che con l’età si guadagna fascino. Purtroppo però poi questi affascinanti quarantenni (uomini e donne...ma le donne sono quasi sempre meglio, è un dato di fatto) fanno una cosa: parlano. E  — sempre tenendo salve le eccezioni, che il cielo le benedica  — o ti fanno venir voglia di morire o ti fanno provare sincero imbarazzo. Potere dell’empatia.
Non che noi, che siamo di una generazione dopo, ci sentiamo in partenza megliori o peggiori. Figuriamoci. Però, per favore, cerchiamo di non finire così.
Pubblicato il 07.06.10 21:11 | | Commenti(21) | Invia il post
04/06/2010

Generazione X in crisi di mezza età

Scritto da: Matteo Persivale alle 18:26

Difficile pensare, quando abbiamo vent'anni, che a quaranta non saremo le persone che ci piacerebbe essere, che la nostra vita non sarà quella che immaginavamo. Specialmente per una generazione -- la cosiddetta generazione X, i nati, più o meno, dal 1964 al 1979 per convenzione demografica e causa omonimo best-seller di Douglas Coupland -- che ha fatto del lasciare almeno un piede nell'adolescenza un marchio di fabbrica, un modo per affrontare il mondo con un bonus di ironia e per differenziarsi dalla generazione precedente con tutti i suoi evidenti errori.

Per questo compiere quarant'anni diventa ancora più complicato di quanto già fosse per i nostri padri: una crisi di mezza età prevedibile ma difficilmente gestibile, almeno per molti. Secondo il New York Times, quando lo slogan è "abbiamo fatto il possibile" ci si ritrova come Ben Stiller (nato nel 1965 nel film "Greenberg" (trailer) diretto da Noah Baumbach (nato nel 1969): incagliati dopo il naufragio di quello che sognavamo di diventare.

Un po' come i ragazzi Tenenbaum, o quelli del Treno per Darjeeling.

Pubblicato il 04.06.10 18:26 | | Commenti(93) | Invia il post
25/05/2010

Il braccialetto (anti-alcol) di Lindsay Lohan

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 18:28

Quasi certamente sarà capace di farlo diventare un oggetto di moda.

Lindsay Lohan ha un nuovo braccialetto da cui è diventata - letteralmente - inseparabile. E anche se non è d'oro e nemmeno di platino, è comunque preziosissimo: ha "regalato" all'attrice, 23 anni, la possibilità di non finire in carcere.

Lunedì, un giudice di Los Angeles ha stabilito che per non finire in prigione, la Lohan non avrebbe dovuto più toccare alcol (e tantomeno assumere sostanze stupefacenti) per almeno sei mesi. Per questo, l'attrice è stata obbligata a indossare alla caviglia un braccialetto elettronico capace di rilevare anche la minima traccia di alcol.

Sempre.  Anche quando l'attrice - che ogni settimana dovrà anche sottoporsi a test anti-droga senza
preavviso - sarà impegnata sul set (cioè quasi sempre). La Lohan dovrà indossarlo sempre.

Già si scommette sul prossimo esordio di una linea personalizzata di coloratissimi braccialetti misura-alcol. Griffati Lindsay Lohan, ovviamente.

     

      

Pubblicato il 25.05.10 18:28 | | Commenti(0) | Invia il post
03/05/2010

La Solitudine di Chi Dice No Ai Nuovi Gadget

Scritto da: Matteo Persivale alle 16:29

L'annuncio odierno della Apple -- che ha venduto il milionesimo iPad venerdì scorso, a 28 giorni dalla sua uscita (gli utenti iPad hanno già scaricato più di 12 milioni di app dall'App Store e oltre 1,5 milioni di ebook) -- suscita una strana sensazione in chi non ha uno smartphone, non ha intenzione di comprare un lettore digitale, non ha nemmeno un account aperto presso il negozio di musica digitale iTunes e non ha neppure ricomprato un computer da usare a casa quando quello vecchio è improvvisamente morto.

La sensazione, ovviamente, è quella di essere il contrario degli "early adopters", coloro che si assicurano l'ultima novità del mercato tecnologico appena diventa disponibile. Ma chi usa il telefonino per telefonare (un po' tautologico, certo) e per mandare sms, cose che in realtà si possono fare già da un quindicennio, e non sente il bisogno di usare il cellulare per mandare mail, andare su Internet, orientarsi con il GPS o altro, si sente inevitabilmente tagliato fuori da un discorso tecnologico che rappresenta chiaramente il futuro.

Ma la domanda di fondo -- per chi usa il computer al lavoro e fuori dal lavoro preferisce fare altro -- è quella se sia possibile, nel 2010 in cui l'iPad si vende come il pane e un esercito globale di utenti nel mondo usano iPhone e altri telefonini di ultimissima generazione, restare senza computer a casa e senza smartphone senza sentirsi irrimediabilmente un dinosauro.

La risposta, evidentemente, è sì.

Ma se il senso di colpa non insorge, e non genera il desiderio di spendere una cifra rilevante -- offerte di compagnie telefoniche a parte, un iPhone 3Gs sul sito Apple costa da 599 a 699 euro -- per un oggetto -- certamente un gioiellino, per carità -- del quale non si sente il bisogno? 

Pubblicato il 03.05.10 16:29 | | Commenti(3) | Invia il post
17/04/2010

Ventenne bandita da tutti i pub del Regno Unito

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 19:56

Probabilmente le proporranno di partecipare a un reality. I presupposti ci sono tutti: ventenne, sregolata e improvvisamente popolare. Una bad girl senza lustrini. Una Paris Hilton della porta accanto.

Laura Hall, originaria di Bromsgrove in Inghilterra, deve questa inattesa ondata di fama a una condanna, va detto, piuttosto curiosa: la biondina si è vista infatti notificare il divieto assoluto di consumo di alcolici in qualsiasi locale (pub e negozi) di tutta la Gran Bretagna. E  del Galles.

Bandita da tutti i pub del Regno Unito per i prossimi due anni.

Una sentenza che è arrivata dopo che la nostra era stata più volte fermata dalla polizia per ubriachezza molesta e per reati contro l'ordine pubblico.

Si tratta del primo divieto su scala nazionale di consumo di alcol in pubblico mai emanato in Gran Bretagna.

E adesso si rischia seriamente che Laura Hall diventi una celebrità.

 

Pubblicato il 17.04.10 19:56 | | Commenti(2) | Invia il post
09/04/2010

Mah...

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 18:18

 FABRIZIO CORONA: I RAGAZZI DOVREBBERO PRENDERMI COME ESEMPIO

 

Ecco lo stralcio di una dichiarazione televisiva (a Mattino 5)  di Fabrizio Corona:

"Io sono uno che si è fatto da solo, sono arrivato al massimo dei massimi e di colpo non ha avuto niente, mi hanno tolto tutto, ho fatto il carcere e ho perso la famiglia. Ma mi sono tirato su, per arrivare dove sono arrivato ho faticato molto".

 

"Ho un grossissimo pubblico di uomini perché il mio atteggiamento, il mio modo di andare contro le regole, contro il sistema,  ma soprattutto essere uno cui nessuno aiuta, piace a tantissimi ragazzi.”

 “Ai giovani, l’esempio che do io è quello di impegnarsi a lavoro, perchè io a differenza di tanti giovani italiani che non sono  figli di papà, anziché uscire tutta la vita e pensare a divertirmi a venticinque anni ho smesso di vivere e ho lavorato venti ore al giorno per creare quella che era la mia società e il mio futuro. Sono uno che veramente si è tolto la vita che per  cinque o sei anni lavorava venti ore al giorno rifiutando di andare a giocare a pallone, rifiutando di andare al cinema, rifiutando di andare in discoteca, ho pensato soltanto a costruire, a lavorare e a rimboccarmi le maniche. Quindi se devono prendere un esempio i giovani che prendano questo esempio.”

 

Pubblicato il 09.04.10 18:18 | | Commenti(2) | Invia il post
17/03/2010

Quattordici anni e balla la lap-dance

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 00:46

La notizia ha inquietato il Regno Unito. Poi è arrivata in Italia: una ragazzina di appena quattordici
anni che si esibiva in lap-dance e spogliarelli per la clientela - adulta - di un locale di una cittadina inglese a 40 km da Bristol. E' stato il Sun a svelare la destabilizzante attività extra scolastica della giovanissima studentessa.
E, sempre secondo il tabloid britannico, la madre della ragazzina non sospettava nulla, rincuorata dalla più banale delle scuse quando la figlioletta non rincasava, dicendo: "Sto a dormire da un'amica"

Nonostante l'intera vicenda sia piuttosto sconvolgente, sarebbe un errore credere che si possa trattare di un caso isolato (si legge sempre più spesso sui giornali di ragazzine disposte a vendersi nei bagni delle scuole in cambio di pochi euro). E la domanda è proprio questa: come è possibile che fatti del genere possano capitare? Cosa c'è dietro tutto questo?

 

Pubblicato il 17.03.10 00:46 | | Commenti(4) | Invia il post
23/02/2010

Dopo lo sballo arriva il down

Scritto da: Chiara Maffioletti alle 01:30

Prima lo sballo poi la tristezza

 

A fine serata, quando le discoteche cominciano a svuotarsi, ecco che si vedono gli zombie.

È il conto dello sballo: la tassa che inevitabilmente bisogna pagare.

 

“Dopo è ovvio che hai tutta la ricaduta: hai tutto il down”, dice la bionda ragazza protagonista della docufiction.

“C’è gente che non si ricorda nemmeno di averti conosciuto”, racconta con un velo di malinconia la giovane barista del documentario

 

Cosa rimane dopo essersi fatti? Cosa resta? 

Il più delle volte (quando va bene) il segno delle botte, perché si sa che l’abuso di stupefacenti esaspera tutte le emozioni, specie quelle più violente. Basta un niente e scatta la rissa.

 

Ne vale la pena? Ovvio che no.

Ma è possibile – è credibile – che chi decide di sballarsi non valuti anche questo?

Cosa scatta nella mente di chi lo fa?

Pubblicato il 23.02.10 01:30 | | Commenti(3) | Invia il post
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