Peccato che quegli stessi giornali, e la quasi totalità degli altri, dimentichi di notare che quella stessa rete, sempre più sorella del demonio nell'immaginario collettivo poco incline all'evoluzione e all'ammissione delle teorie di quest'ultima, sia fautrice di uno straordinario movimento di collaborazione contro quelle rivolte.
Da più parti l'internet si sta muovendo per raccontare senza fronzoli quello che sta succedendo, attraverso i 140 caratteri di Twitter, attraverso i post su Facebook e attraverso video e fotografie presi in loco e condivisi in tempo reale (come questo album flickr di Jason Cudd
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Si racconta, si fa cronaca nuda e cruda.
E ci si organizza per proteggere la città.
"Lei mi sta dicendo che dall'internet sta nascendo qualcosa di buono e non violento?". Sì, signora mia (non sarebbe la prima volta, ma ne parleremo in un altro momento).
Dall'internet si sono mossi a partire da Twitter con la cronaca delle rivolte tramite lo hashtag #londonriots.
Dopo gli hashtag, qualcuno ha creato il profilo Twitter @RiotCleanup, e lo stesso è successo su Facebook, con altre due pagine (qui e qui).
Clean-up? Pulizie? Esattamente. Gruppi di persone, cittadini comuni d
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Ma non basta. Per organizzarsi meglio, il movimento delle scope e delle palette ha creato il sito web riotcleanup.co.uk
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P.S. E se qualcuno dovesse avere il dubbio che non stia succedendo poi granché, ecco un bel "Prima e dopo" in omaggio.