sabato, luglio 08, 2023
LE DUECENTO STRISCE DI BIG BANG
la prima striscia della serie Big Bang |
Parole senza disegni. Come scoprirete tra poco, lui che aveva pubblicato strisce e vignette su millanta riviste, non sapeva neppure più dove fossero in casa carta o pennarelli. Così diceva. O forse non c’erano davvero, lasciamo dilatare la leggenda. Scrivere, quello sì, non aveva mai smesso, un paio di gialli sfrontati con il compare Ciantini, testi sparsi qua e là, i neuroni non avevano mai staccato dal pensare bislacco.
Questo scambio di mail è la storia della nascita di Big Bang, serie ora arrivata alla duecentesima striscia. Ma anche il racconto del ritorno di un grande spiritello del fumetto, tra imprecazioni (niente censure, è divertente così), tentennamenti ed incitamenti.
Dovevano essere otto. Duecento è una bella cifra signor Cavezzali, ne vogliamo almeno altre ventordici.
in questi giorni sono alquanto svogliato con la tastiera. Andrò subito al punto, anche perché Sauro [N.D.R. Ciantini] dovrebbe averti accennato già qualcosa.
Vado matto per le strisce, una passione cresciuta con il tempo. Un giorno, tempo fa, non sapendo come farmi del male diversamente, anziché fare il bravo lettore e basta, ho pensato bene di avviare progetti in questo genere di fumetto trascurato e malfamato .….
…..Mi sono divertito molto con il tuo filosofare su Facebook e l’unico rimpianto ora che l’ho lasciato sono le cose che scrivevi. Conosco un po’ delle tue vecchie tavole. Mi piacerebbe, tanto per iniziare, portarti nel gruppo di Balloons. Si potrebbe iniziare pescando senza fatica strip tue d’archivio e dovresti averne un bel po’ dai tempi di Comix. Poi se avessi voglia di riprendere, anziché cazzeggiare su facebook per quattro gatti [N.D.R. allora erano davvero pochi, oggi ha un giro di 8000 lettori circa tra amici e iscritti agli aggiornamenti] che nemmeno capiscono l’acume intenso di quei pensieri, sarebbe fantastico.
Signor Cavezzali [cambio di registro] ho una missione per conto di Dio: rilanciare la striscia. Ho visto la luce. Giro come i Blues Brothers. Questa è una chiamata all’arruolamento.
Ciao,
Max
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vado in disordine :
1) su facebook faccio il vecchio e il mare. Mi dispiace che non ci sei più come pesce. Eri un bel pesce vivace.
2) le strisce lo ho fatte per anni, i primi anni facevo solo strisce... le pubblicava il Mago Mondadori, tanto tempo è passato... ne ho fatte a centinaia ma non sono utilizzabili...
dopo ho fatto storie, tavole, vignette singole, cose miste, ibridi.. ...ma non strisce, erano i tempi in cui le strisce erano passate di moda e non le voleva nessuno... comunque fare le storie mi divertiva di più...anche se a fare e vignette singole mi sono divertito, specialmente quelle sulla musica...
Idem su Comix.
Qualche anno fa, cinque mi pare, ho ripreso a fare una striscia, con Camerini, "Kika", io faccio schizzi e testi, Camerini fa i disegni e a volte, i testi. Lupo Alberto pubblica sei pagine di questa striscia tutti i mesi. ormai sono oltre mille quelle pubblicate.
Riassumendo non ho strisce d'archivio da usare, a parte appunto Kika e dovrei forse fare una striscia nuova... non so... devo pensarci...magari la cosa mi diverte....forse potrei.
Massimo Cavezzali
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….Su Balloons hai la possibilità di farti conoscere molto più che con quel sitarello incasinato [N.D.R. il suo blog personale]. Abbiamo 1400 lettori alla settimana, è il punto di riferimento di questo genere sul web italiano. In fondo si tratta di 4 strisce al mese. Poca roba per uno come te che pubblicava in 30 riviste contemporaneamente. Storielle lunghe ne fanno tutti, anche strisce, ma quel magico dono di sintesi e sorpresa l’hanno in pochi. Sarebbe ora di far vedere a queste nuove generazioni chi ha matita e palle nelle strisce.
Ma oserei di più. L'idea di tenere a battesimo una nuova striscia di Cavezzali sarebbe un onore per noi. A una bella mano veloce ma efficace come la tua quanto ci vorrà a disegnare una striscia? …..Davvero il Cavezzali esita?
Max
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Fammi pensare se mi viene una cosa che mi piacerebbe fare... di striscia nuova intendo....
deve piacermi farla, sennò non la faccio...
di routine faccio già abbastanza, non credo che vuoi che faccia routine anche per te...
le strisce vecchie no... erano quello che ero, non sono quello che sono....
ho vissuto, un po’ di pelli e penne le ho cambiate.
A questo punto potrei tornare solista anche per i fumetti anche se i fumetti non li avevo considerati.
Magari dopo dirò: grazie Olla.
Massimo Cavezzali
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Un po’ vecchia un po’ nuova.
Il nome ce l'ho.
Il problema è che non mi ricordo più come si fa a squadrare una striscia. Ne ho provata una ed è venuta tutta bistorta.
Olla.... mi stai facendo sudare....ho un pennarello di 24 anni fa. Cazzo. Mi tocca anche comprarlo.
Per la carta uso i margini bianchi del libro di Palmiro di Ciantini. Almeno quel libro serve a qualcosa.
Massimo Cavezzali
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Cavezzali (mi adeguo al registro, sono uno zelig),
dacci dentro, la squadratura storta sarà segno di noncurante creatività. Avere un titolo è quasi tutto, ci sono opere che hanno solo quello. E a qualcuno bisogna pur darla a bere. Il pennarello è un problema serio invece. Vendi quello vecchio su ebay come reperto di archeologia industriale, c’è sempre qualche collezionista coglione e prendine uno strafigo che scorre alla velocità delle tue idee.
Un po’ vecchia e un po’ nuova è il massimo.
Max
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circa ci siamo. tre o quattro al momento, accettabili . Due o tre, possibili. Le devo anche ridisegnare, comunque. Ho sbagliato pennarello. Adesso ho trovato quello giusto. Un troiaio di pennarello, ma funzionale.
Sarà una striscia dal disegno essenziale. Come le strisce storiche.
Essenziale ma nel mio stile.
Per farla breve, il solito.
Penso di farne otto.
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mercoledì, giugno 28, 2023
CONVERSAZIONE CON CAVEZZALI (ovvero l’intervista definitiva)
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[Massimo Cavezzali] Umorismo e spiritualità sono vecchi amici. Ho letto che è uscito fresco fresco un libro: il percorso di un comico che si interroga su Dio. Ripercorre un po' la continua ricorrenza a temi spirituali: Dio e diavolo, creazione e apocalisse, inferno e paradiso, in tutta l'opera di Roberto Benigni.
Più o meno anch'io, diciamo, senza fare accostamenti bischeri, percorro strade simili.
Il tema mi piace assai, è vero. Perché? Per indole credo o forse è colpa dell' irrequietezza cronica. O dell'esistenzialismo adolescenziale che si è trovato così bene con me da non andarsene mai. O della tendenza a fare un po' il bullo, di accettare sempre la sfida di sapere rispondere ai mutamenti. Ci metto anche un po' la vanità di fare l'araba fenice. E senza merito, di avere sempre quel gatto attaccato ai coglioni che è la voglia di comunicare. Di sicuro mi piace provare ad andare oltre il ridere.
Questo è interessante, perché magari si immagina l'umorista di strisce e vignette come un compagnone ridanciano e leggero. Talvolta non si percepisce come tra comicità e riflessioni sulla vita non ci siano confini.
Facciamo il punto sul tuo umorismo e sul tuo procedimento creativo: non ti piace la cronaca, non ricordo di averti visto fare satira politica e nemmeno tanto sociale, ti piacciono i temi universali. Solo quando parli di musica ti agganci a personaggi reali, come l'amato Vasco. Tanto che le tue tavole sembrano senza tempo, quelle di dieci o venti anni fa funzionano ancora adesso e viceversa quelle di oggi potevano uscire trent'anni fa. Queste riflessioni sghembe, gli aforismi imprevedibili e bizzarri, i dialoghi singolari delle tue strisce, quando ti saltano in testa? In giro per la città, il fine settimana nei tuoi giri per mercatini? Li fermi su appunti o li butti giù direttamente assieme al disegno? E che cosa li innesca?
Scusa, perché sempre con un occhio alla via di uscita? per scappare da cosa?
[Massimo Cavezzali] Ready to run ...scappare da niente di preciso, però sempre pronto... è uno stato di allerta che mi viene naturale.
Mediamente butto giù appunti su carta da fotocopie A4, compresa la carta da fotocopie ecologica che all'inizio mi faceva schifo scriverci sopra ma adesso mi ci sono abituato, ma anche sui giornali, bordi e spazi, fogliazzi vari. Mi va bene tutto. Scrivo con la mia calligrafia poco leggibile e in fretta.
Spesso questi appunti poi non servono. Un po' perché non capisco cosa ho scritto e un po' perché la cosa giusta da scrivere mi viene invece poi lì per lì, immedesimandomi e senza nessuna preparazione.
[Massimo Cavezzali] Per salire o scendere dalla zattera della medusa meglio avere bagaglio leggero e funzionale. Poco e veloce il disegno e bella e forte la battuta o la frase. Ammiro chi disegna bene benissimo e chi severamente si applica per una battuta standard, ma a me ha sempre annoiato anche solo ripassare col pennarellino la matita. L'esempio del biliardo che hai fatto mi piace. E' vero tendo più di prima a tentare il colpo sotto. Palla che si muove in avanti mentre ruota all'indietro o azzeccare un ace. Mi adrenalizza assai.
(Lupo Alberto, numero del febbraio 1993)
Siamo quello che mangiamo, ma anche quello che abbiamo letto, visto, ascoltato. Di cosa si nutre Cavezzali per essere così?
(Condivido il piacere per i Fleet Foxes disco di terribile e ruffiana bellezza, ma purtroppo parlare di musica ci porterebbe fuori tema).
Mi hanno infilato in tasca dei bigliettini con delle domande per te, un po' maliziose, tendenziose e cattivelle. Posso proportele e ti dimostrerai superiore rispondendo a tutte?
[Massimo Cavezzali] Ti dimostrerai superiore dicendomi chi ti ha infilato i bigliettini? Se si, rispondo a tutte.
Allora, in ordine sparso. Una casalinga dai dintorni di Voghera ci scrive: "Signor Cavezzali ma nessuno le ha mai detto che il suo omino somiglia troppo a quello di Mordillo?" Una contadina della provincia di Pavia: "Come diavolo fa ad essere ispirato da quel vecchio laido e inutile di Vasco Rossi?". Un'altra che si firma "fan ansiosa": "le frasi geniali che vignettizza [sic] su Facebook le metterà in una raccolta (che comprerei) o sono invece sono vecchie e fanno parte di una raccolta di aforismi Cavezzaliani uscita mille anni fa?" Un signore suo vecchio estimatore da Firenze:(forte accento toscano, c dura buttata nel gabinetto 50 anni fa) "è vero 'he, a differenza dei comuni mortali 'he al massimo ci ospitano qualche mostro, sotto il suo letto ci sono decine di 'asse di giornalini frutto di progetti bislacchi e folli mai andati a buon fine?". Un fedele lettore di Balloons: "ma davvero chiede al bar un bicchiere di acqua minerale mezza gassata e mezza naturale? Lo fa perché le piace essere stravagante? Non fa un po' schifo da bere? ".
[Massimo Cavezzali] a) E' la maledizione del 9. Ogni 9 anni nasce un disegnatore che fa i nasoni. Nel 1923 è nato Jacovitti. Nel 1932 Mordillo. Nel 1941 Bonvi. Nel 1950 io.
Chapeau, risposte in perfetto stile Cavezzali. Provo a fartene una più cattiva io e riguarda Kika, la striscia che realizzi in società con Andrea Camerini. Ne abbiamo parlato tempo fa con una recensione. Più guardo quei due gatti Kit e Kat - mi piacciono tantissimo - più mi sembrano i cugini felini del Palmiro di Ciantini, tuo grande amico e compare in tanti progetti. Per minimalismo e sintesi del segno potrebbe persino averli disegnati lui e allo stesso tempo sono lontani dal tuo stile e direi anche da quello di Camerini. Quanto c'entra davvero Ciantini nella progettazione di quei mici, forte influenza, consigli, imbeccate?
Kika di Cavezzali e Camerini |
[Massimo Cavezzali] Kika nacque come un progetto di Ciantini e Camerini. Io in quel periodo non c'ero. So che Ciantini ideò il nome Kika, e Camerini realizzò graficamente i personaggi. Fare una striscia giapponesizzata, credo fosse questa l'idea. Dovevo fare i testi, ci si trovò un po' di volte in un bar di Firenze ma la cosa non partì. Anni dopo proposi a Camerini di provare a fare questa striscia dimenticata. La mandai a Lupo Alberto ma non piacque. Dovetti insistere, rinunciando a cose mie per riuscire a metterla. Bischero, direbbe qualcuno. E invece no. Piano piano la apprezzarono molto anche loro. Delle 2000 strisce uscite, io ho fatto tutti gli schizzi e i testi (esclusi quelli fatti da Camerini), dando alla serie una sua dimensione abbastanza particolare. Camerini ha disegnato tutte le strisce.
[Massimo Cavezzali] Mi sembra che siano 35 anni. Sarebbe un archivio immenso, ma io non sono un archivista, anzi sono sempre stato poco preciso. Molti originali non sono mai tornati indietro dalle riviste ( ad esempio tutti gli originali colorati di Ava pubblicati sul Grifo), molti direttori di giornali mi hanno sempre chiesto: posso tenermi questo, posso tenermi quello.... e così via. Poi cambi di case, di cose, di chiese. Ho una parte degli originali, ma solo una parte. La maggior parte è nel bagagliaio della macchina. Può far ridere, anzi, fa ridere anche me, ma è così. Però avendo pubblicato una ventina fra libri e varia, posso riprodurre una grossa parte di quello che ho fatto. Poi disegno sempre e quindi le cose odierne, veloci veloci, semplici semplici, hanno già riformato un corpus cospicuo di fogliacci. Comunque diciamo che è sempre caos, ma organizzato meglio di una volta. Circa Facebook quello che tu chiami ritmo pazzesco in realtà è solo quel poco che riesco a fare dati i tempi che ci dedico.
La mia idea, sarebbe quella di realizzare una specie di "ansa comics", come le notizie ansa, però fatta di frasi. vignette e strisce, inserendo cose, commenti alle situazioni, frasi e stronzate a ritmo continuo, ogni pochi minuti, 24 ore su 24.
Lucca Comics 30 ottobre 2009 |
Interessante l'idea di un Ansa comics, anche se non me l'immagino legata all'attualità vista la tua refrattarietà ai temi di cronaca.
In realtà vorrei parlare di originali. Anche perché mi è sembrato di intuire che tu abbia al riguardo una posizione particolare ora, so che non li concedi facilmente e comunque attribuisci loro un valore superiore a quello del mercato. Non so se hai visto il film, ancora nelle sale in questo periodo, "Senza arte né parte" di Giovanni Albanese. Sotto forma di commedia si gioca sul tema serio della riproducibilità dell'arte contemporanea (una banda di sfigati si reinventa un mestiere come facili falsari) puntando a dimostrare che quel che conta oggi (diversamente forse da un tempo) è l'idea, non l'oggetto o il supporto della prima creazione. Tu stesso hai appena detto che è uno scherzo rifare le tavole pubblicate e perse di un tempo e forse in tanti bravi disegnatori possono rifare un "Cavezzali" dato il tratto molto semplice. Quel che non possono però fare è il tuo magistrale spunto creativo. E allora perché dare tanto peso agli originali? Forse la domanda bisognerebbe porla a un collezionista folle come Giuseppe Scapigliati.
[Massimo Cavezzali] Do ai i miei originali un valore alto perché riesco a guardarli con occhio distaccato. Perché li ho già fatti. Mentre li faccio invece, tutto cambia. Li considero anche niente.
Regalarli, cambiarli per un bicchierino di assenzio o stracciarli è uguale, no? La valutazione non è una cosa che appartiene a quel momento.
In quanto a rifare un disegno come il mio…non so, secondo me, pur essendo semplice, è molto meno facile da riprodurre di come sembra.
A proposito di disegno semplice, è vera la voce messa in giro che qualche volta, solo qualche volta, avresti "preso provvisoriamente in prestito" (rubare mai, non sta bene dire così) pezzi di disegno altrui?
Si, da Ciantini...da Burns anche e sicuramente da qualcun altro. Adoro il bric e brac. Mi piace come gli altri fanno le sveglie, gli stadi, i lavandini, i tubi, i chiodi e tutta quell'oggettistica che nel bel tempo che fu mi piaceva usare. Come Bob Dylan che pescava frasi poetiche di qua e di là. "Dammiti e prenditi, cuccuruccù" come diceva Brancaleone. Non molti mesi fa, a casa di Contemori, presente a testimone fidato Scapigliati, dissi a Lido che le sue vignette erano una miniera di oggettistica.
Cavezzali, Staino, Contemori e Rossetti 1982 |
Comunque sia, in realtà ti piace aprire collaborazioni, abbiamo citato Camerini, c'è James Hogg, con Ciantini oltre che diversi fumetti hai scritto a due mani un paio di gialli serissimi. Ti si potrebbe definire un solitario socievole: per indole individualista, giri molto per i cavoli tuoi per le lande toscane, a seguire passioni, mercatini, letture, cibi, vini e musiche. Ma anche pronto a collaborare con altre forti personalità, fare band e non più il solista se c'è la scintilla giusta. Ma com'è condividere le idee con altri, una piacevole fatica? Uno stimolo in più?
[Massimo Cavezzali] Solitario si. Ma anche "ho camminato a lungo senza meta, finche ho sentito cantare in un bar" come diceva Battisti. Mi è piaciuto collaborare con autori, magari in quel momento non molto conosciuti e mi è piaciuto anche dare qualche possibilità. Nel periodo Comix mi ha divertito l'idea di vedere come veniva Ava disegnata da altri. Anche perché mi faceva fatica farla. Tutte e due le cose. E così Ava è stata disegnata da Zueneli, e anche da Camerini. Se le rivedo non mi dispiacciono. Interessante l'esperimento "Paperi e Papere" con Ciantini, abbinare Ava e Palmiro. Ne sono venute fuori cose carine e anche due libri. Anzi quattro. E molte vere risate. Con James Hogg ho realizzato una storia di Ava lunghissima . Con Camerini collaboro ancora per Kika, i ruoli sono abbastanza netti. Condividere le idee con gli altri è bello, ma l'adrenalina dura finche dura, e poi si perdono pezzi per strada, alcuni anche importanti, e ad un certo punto devi per forza tornare indietro da solo a recuperarli e rimontarli. Ed è una fatica.
Decennale dalla scomparsa di Schulz visto da Cavezzali |
Ti propongo una riflessione sulle comic strip, sulle strisce (ma si può estendere pacificamente alle vignette). E vorrei fosse emotiva più che razionale. Quando una comic strip è bella davvero? Da guardone di lungo corso oggi una striscia non mi attira più tanto solo per la gag oppure il disegno spiritoso o magnifico. Fumetto rapido e sintetico, mi piace davvero quando mi stupisce, quando la magia della combinazione di disegno e testo sorprende e spiazza anche solo un po' oppure fa vedere le cose diversamente. E magari pensare.
In genere evitiamo su Balloons la domanda, così come classifiche, hit parade, voti e stelline, armamentario molto amato nel web, ma a te - hai attraversato decenni in questo genere di fumetto - è piacevole e in un certo senso distaccato chiederlo. Quali strisce, quali autori davvero ti hanno emozionato o sorpreso in passato? Quali oggi? In Italia e nel resto del mondo.
[Massimo Cavezzali] Una risposta emotiva? Allora veloce. Chi mi ha colpito allo stomaco sono stati solo i Peanuts e B.C. Da ragazzino raccattavo sulle bancarelle tutti gli Urania solo per leggere la striscia di B.C in fondo. Prima le strisce, poi i mostri spaziali. E i Peanuts quando li ho visti sul primo numero di Linus, hanno cambiato la mia vita perché poco dopo mandai qualche striscia a Linus e me ne pubblicarono una nella posta dei lettori. .Ma ero un ragazzino , tra i 13 e i 15 anni. Pur piacendomi molte cose e apprezzando molti autori, dopo niente mi ha più fatto quell'effetto magico. Né ieri, né oggi.
Poi più niente su Linus? Hai pubblicato su quasi tutte le riviste simili ma mai su quella. Si può vedere quella prima striscia pubblicata nella posta dei lettori?
Quando ho pubblicato quella mia prima striscia su Linus avevo 15 anni. Avrei potuto dire che ne avevo 18. Ma lasciai perdere. Certo che si può vederla.
[Apriamo una parentesi quadra, retroscena della conversazione: un filo di panico comincia a diffondersi perché trovare quella prima striscia sembra diventato essenziale per pubblicare l'intervista, tutto non ha più senso senza. "Ho buttato all'aria il bagagliaio ma non trovo quel numero di Linus. Eppure ce l'ho, ma chissà dove, in quale casa, in quale posto. E me lo ricordo anche bene, anno 1965, copertina fucsia, Snoopy vestito da guardia inglese col colbacco in copertina...tu ce l'hai? Pagina dei lettori, penultima di copertina. Mi piaceva anche a me rivederla...dai Max... trovala...". Ho quasi quattro decenni di Linus raccolti, ma non quel vecchissimo numero della prima annata. Devo cercare aiuto, per fortuna qui su Balloons non mancano quelli che ci respirano con le strisce. Pausa. Lo tira fuori Stefano Frassetto, il quale si noti bene manco era nato quando quel Linus uscì, e questo vi racconta tutto. Arriva la scansione. Che salva l'esordiente disegnatore del 1965 attualmente con l'archivio in una autovettura. "Ooooh che meraviglia... è la mia nascita..."]
prima striscia, Linus 1965, pagina dei lettori |
Torniamo al felino sempre ben aggrappato ai testicoli, ovvero la voglia di comunicare. Negli ultimi due anni sei diventato un "facebookiano" praticante. Amici ora a quota 2250, aforismi, frasi bislacche, vignette, schizzi, strisce, roba antica come nuova, tutto mandato in condivisione più volte ogni giorno. Uno spasso davvero per il gruppo che ti segue lì. So che la consideri una zona web per sperimentare.
Ma non è uno strumento un po' anomalo per comunicare? Facebook è una sommatoria di ego, tutti messi sullo stesso piano. Era nato per mettere in relazione comunità con stesse attività o aeree di interesse. Ma il vezzo di collezionare amici come figurine ha stravolto il mezzo. Lasciamo stare il discorso, ormai ovvio, che amici non sono, questo si sa, non credo tu (come altri) possa anche ricordare tutti i 2200 della tua lista. Hai idea di come appaia una bacheca di una persona con "solo" qualche centinaio di amici? I tuoi messaggi, il pregevole artigianato fumettistico, appaiono mischiati assolutamente alla pari con tutte le carabattole web copia incollate, le massime banali da calendario di frate indovino, le bufale rimpallate senza fine, gli appelli per tutte le cause del mondo, i giochini, il centesimo commento sulle cazzate di Berlusconi. Basta mezza giornata, anche meno, e i tuoi contenuti scompaiono sommersi da altri. Crea l'illusione di una facile claque, e allo stesso tempo non è universale: solo i tuoi "amici" possono vedere quel che mostri, a differenza di un blog, un sito o un altro qualsiasi medium dove potenzialmente può arrivare un qualsiasi nuovo lettore. Insomma, tutto questo farà felice Zuckerberg e i suoi inserzionisti ma Facebook non è un mezzo un po' limitato e improprio per chi ha davvero qualcosa da comunicare?
[Massimo Cavezzali] Facebook mi permette di fare una piccola trasmissione radiofonica, come la chiamo io. Inserire cose, vecchie, nuove, appena fatte, in un brevissimo spazio di tempo. A volte anche inventandole lì per lì. Non uso quel mezzo per chattare, fare conoscenze o altro. Anzi, dico pochissime cose ad accompagnamento dei disegni. Però in cinque minuti, capisco subito se quello che ho messo piace, funziona o no. E' una opportunità che ai disegnatori di fumetti è sempre stata negata. Il responso immediato. Come su un palco. Pur nel suo evidente limite è una esperienza utile e divertente e un ottimo posto per sperimentare. Se poi tutto questo è divertente anche per gli altri, meglio.
E ora la domanda finale, quella universale. So già che la volevi e ti garba per la sfida. Che si prova a cercare di comunicare con i fumetti?
[Massimo Cavezzali] La domanda che mi sarebbe sempre piaciuto che qualcuno mi facesse. Anche se non ho mai saputo cosa avrei risposto. Comunicare coi fumetti. No fare fumetti che è un altra cosa. Felicità e disperazione. Felicità perché il mezzo è leggero, semplice, portatile, veloce. Disperazione perché è fragile. A volte te lo senti anche stretto. Inadeguato. Non puoi fare la grande struttura narrativa, non puoi fare Joyce e Franzen. Non puoi nemmeno coprirti di colori e lasciarli gocciolare sulla tela. Non puoi pasticciare il foglio. Non puoi fare Pollock. E neanche meno di meno. Non puoi rappresentare bene un malessere. Non puoi fare semplicemente l'umorista. O il bel disegno. Soddisfa la vanità, ma non va oltre. Niente serve se quello che fai non ti porta più in là. Chi l'ha detto aveva ragione. E alla fine ti rendi conto che forse col fumetto puoi fare un altra cosa. Sparare un colpo. Un colpo in canna. Alla pari con chi legge. Ho ritrovato l'eroicità. Un duello come nel Far West. E questo mi ha riappacificato col fumetto.
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venerdì, aprile 07, 2017
Sherlock Holmes nei Peanuts di Luigi Siviero
Sherlock Holmes. L’avventura nei fumetti (Prospettiva Globale – ProGlo, 2016) è un libro nel quale ho cercato di “catalogare” tutti i fumetti legati in vario modo a Sherlock Holmes. Una parte del lavoro è stata proprio quella di catalogare i fumetti: individuare e classificare quali fumetti sono stati fatti e pubblicati e da chi.
Il risultato finale non è stato un semplice elenco di fumetti su Sherlock Holmes. Innanzitutto durante la stesura il libro si è arricchito un poco alla volta di piccoli aneddoti e curiosità sparpagliati qua e là nei vari capitoli. In secondo luogo per i fumetti americani e britannici ho adottato una prospettiva storica: non mi sono limitato a catalogare i fumetti, ma ho inserito le varie opere nel quadro generale dell’evoluzione del fumetto anglosassone (una parte non indifferente del lavoro è stata capire come raggruppare i fumetti in aree omogenee). Infine la mole immensa di materiale legato a Sherlock Holmes, vista nella sua totalità, mi è sembrata un’occasione per riflettere su concetti come creatività, originalità, copia, diffusione delle idee, plagio, omaggio…
Per quanto riguarda le strisce e le tavole domenicali, ho dato spazio ovviamente alla nascita degli spazi riservati ai fumetti nei quotidiani americani alla fine dell’Ottocento, alla creazione delle agenzie di distribuzione delle strisce e all’evoluzione dei fumetti da cartacei a digitali. La “sherlockizzazione” dei personaggi (cioè la trasformazione dei personaggi in detective vestendoli con mantellina e berretto deerstalker) ha riguardato quasi tutti i principali autori di strisce, da Elzie C. Segar a Chester Gould, da Floyd Gottfredson a Charles M. Schulz.
Nel paragrafo 8.7.1 proposto qui di seguito ho passato in rassegna le strisce sherlockiane presenti nella serie Peanuts di Charles M. Schulz.
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Sherlock Holmes nelle strisce moderne: Peanuts di Charles M. Schulz
Esistono otto strisce e una tavola domenicale della serie Peanuts di Charles M. Schulz nelle quali viene citato Sherlock Holmes.
In una tavola domenicale del 28 gennaio 1962 Frieda apostrofa Snoopy perché poltrisce anziché andare a caccia di conigli. Il cane si mette in bocca la pipa, indossa il deerstalker e si avvia quieto alla ricerca di tracce della selvaggina.
Un anno più tardi, il 24 ottobre 1963, uscì una striscia nella quale Charlie Brown paragona la lettura di un adattamento per bambini di un racconto di Sherlock Holmes al bere una bibita diluita.
Nel fumetto del 28 agosto 1964 Charlie Brown afferma che Il mastino dei Baskerville è il suo libro preferito. Non la pensa allo stesso modo Snoopy, indispettito perché il cane non ha il ruolo di protagonista.
Dal 20 al 31 agosto 1968 Schulz dedicò un ciclo di strisce alla misteriosa Lila, una ragazza che scrive una lettera a Snoopy e alla quale il cane è affezionato. Diverse strisce sono incentrate sul mistero dell’identità di Lila, che in seguito si scoprirà essere la prima padroncina di Snoopy, e sulla curiosità di Charlie Brown di sapere chi è la bambina alla quale il suo cane è così legato. Nella striscia del 27 agosto Linus dice a un Charlie Brown esasperato dalla curiosità e dalla gelosia che ha fatto un’indagine su Lila. Charlie Brown risponde: Quello di cui avevo bisogno, uno Sherlock Holmes che non sa separarsi dalla coperta.
Nella striscia del 15 aprile 1976 Marcie confeziona un nuovo cappello da baseball per Piperita Patty. Il cappello ha una doppia visiera che lo fa assomigliare al deerstalker di Sherlock Holmes. Piperita Patty, con indosso il deerstalker, risponde « Terribile, mio caro Watson!! » a Marcie che le ha chiesto un giudizio sul berretto.
Nel fumetto del 16 ottobre 1979 Charlie Brown dà a Snoopy un nuovo libro. « È uno di cui non ho mai sentito parlare », pensa Snoopy, « “Il mastino dei Beagleville ».
Il tema di due strisce pubblicate il 30 e 31 dicembre 1993 è la paura provata da Snoopy nell’ascoltare Charlie Brown che legge Il mastino dei Baskerville ad alta voce. Anche nella striscia del 28 gennaio 1994 Snoopy fa compagnia a Charlie Brown mentre legge un’avventura di Sherlock Holmes ad alta voce. In questo caso la storia è Barbaglio d’argento. Nel sentire un passo del racconto nel quale viene descritto un cane che di notte non fa nulla, Snoopy pensa che quella è la parte della storia che preferisce.
Cherles M. Schulz parlò della sua passione per Sherlock Holmes in un’intervista rilasciata a Gary Groth:
Quando ero agli ultimi anni delle superiori ero (…) un fan di Sherlock Holmes, e ho letto ogni storia di Sherlock holmes che fosse mai stata scritta. Comprai un album all’edicola. E disegnai le mie storie di Sherlock Holmes, riempiendo l’album come se fosse una grande rivista di fumetti. L’unica persona che lo abbia mai letto è stato un mio amico di nome Shermy (…) che suonava il violino, e dal quale andavo ogni tanto per sentirlo suonare. [Gary Groth (intervista a Charles M. Schulz), Schulz at 3 O’Clock in the Morning, in M. Thomas Inge (a cura di), Charles M. Schulz: Conversations, University Press of Mississippi, 2000, p. 179.]
Copertina di linusgiallo, supplemento a «Linus» n. 19 (Milano Libri, 1966). Per questa copertina è stato utilizzato un particolare della nona vignetta della tavola domenicale del 28 gennaio 1962.
A proposito dell’assimilazione della figura di Sherlock Holmes nei fumetti dei Peanuts si possono citare anche alcuni prodotti di merchandising. Nel 1974 fu trasmesso un cartone animato intitolato It’s a Mystery, Charlie Brown nel quale Snoopy e Woodstock, vestiti con deerstalker, mantellina e pipa che fa le bolle di sapone, indagano sulla scomparsa del nido dell’uccellino. Dopo avere scoperto che il nido era stato rubato da Sally per esporlo a scuola, Snoopy lo rimette sull’albero. Dai fotogrammi del cartone animato furono ricavati tra le altre cose un libro a fumetti per bambini, formato da una sequenza di immagini affiancate da testi in prosa, un fumetto abbinato a un’audiocassetta su cui era registrata una narrazione a voce della storia e un puzzle di legno. Nel puzzle, composto da tre vignette, viene riprodotta la sequenza nella quale Snoopy rimette il nido sull’albero.
Negli anni Ottanta fu prodotta una spilla con un’immagine di Snoopy vestito da Sherlock Holmes che guarda attraverso una lente d’ingrandimento e dice « Ho scoperto che ti amo ».
Copertina del fumetto It’s a Mystery, Charlie Brown con abbinata l’audiocassetta (1980). Nel blog GooGooGallery ci sono alcune immagini interne.
Naturalmente furono prodotte spille e pupazzetti di Snoopy vestito da detective. Un pupazzo molto accurato di Snoopy fu creato appositamente per una foto di scena sul set di Murder by Decree (Assassinio su commissione), un film diretto da Bob Clark nel 1979 nel quale Sherlock Holmes, interpretato da Christopher Plummer, indaga sugli omicidi di Jack lo Squartatore. Nella foto, che serviva a pubblicizzare il film, Plummer osserva Snoopy con sguardo inquisitore.
Infine a proposito dei Peanuts si può citare il fumetto amatoriale Shades of Sherlock realizzato da John Jacobson per il numero di settembre 1972 della fanzine omonima.
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lunedì, marzo 27, 2017
Dall'11 settembre a Barack Obama di Luigi Siviero: Doonesbury
Pubblichiamo su Balloons un estratto tratto da uno studio di Luigi Siviero intitolato Dall'11 settembre a Barack Obama edito nel 2013 dalla casa editrice NPE.
Nel libro sono stati presi in considerazione da molteplici punti di vista tantissimi fumetti legati ai temi degli attentati dell’11 settembre 2001, della Guerra al Terrore e dell’elezione di Barack Obama. I fumetti di cui si è occupato l’autore spaziano da L’ombra delle Torri di Art Spiegelman a Il Cavaliere Oscuro colpisce ancora di Frank Miller, da Julia di Giancarlo Berardi a Afghanistan di Emmanuel Guibert, da Ultimates di Mark Millar e Bryan Hitch a I segreti del Quai d’Orsay di Abel Lanzac e Christophe Blain.
In questo ampio sguardo su fumetti tanto eterogenei legati alla storia contemporanea hanno trovato un posto di riguardo anche alcune strisce statunitensi: Doonesbury di Garry B. Trudeau, The Boondocks di Aaron McGruder, alcuni editorial cartoon di Ted Rall e di altri vignettisti politici, Beetle Bailey di Mort Walker, Opus di Berkeley Breathed e le decine di strisce nelle quali l’11 settembre 2011 è stato commemorato il decennale degli attentati.
Data la mole di fumetti incentrati sull’11 settembre e sulla Guerra al Terrore, la striscia a cui è stato dedicato più spazio nel libro è Doonesbury. Qui su Balloons vengono proposti il paragrafo 7.1, nel quale è stata fatta una panoramica sui rapporti fra Doonesbury e la Guerra al Terrore, e il paragrafo 7.2.1, incentrato sul tema del giudizio morale sull’operato dei soldati americani in Iraq. L’influenza degli avvenimenti degli anni Zero su Doonesbury è stata talmente forte e d’impatto che nel libro sono presenti altri paragrafi dedicati alle strisce di Doonesbury sull’11 settembre, alla critica di Garry B. Trudeau al linguaggio dell’amministrazione Bush, al tema del disturbo post-traumatico da stress, al conflitto arabo-israeliano, al destino delle donne kamikaze in Paradiso, ai problemi di censura e all’elezione di Barack Obama.
Per una panoramica preliminare più ampia su Doonesbury, un'immensa e interminabile saga attraverso decenni di storia americana, potete dare uno sguardo alla pagina dedicata su i Ragnacci scritta qualche anno fa da Max Olla
Doonesbury di Garry B. Trudeau
Doonesbury è una striscia del fumettista statunitense Garry B. Trudeau pubblicata sui quotidiani americani dal 26 ottobre 1970. Protagonisti del fumetto sono decine di personaggi inventati da Trudeau oppure realmente esistenti. Fra i personaggi realmente esistenti ci sono i Presidenti degli Stati Uniti, dal momento che Doonesbury, oltre ad essere un fumetto nel quale vengono raccontate le vite fantastiche dei personaggi creati dall'autore, è una striscia che ha nella satira politica una delle sue principali ragioni d'essere.
Nelle ultime quattro decadi Doonesbury ha dimostrato di essere molto più di una striscia tradizionale. È una soap opera, una tragedia, una commedia, un'agenzia investigativa, un commentario politico di ampie vedute, un flagello per la presunzione e la corruzione, tutto in uno (vedi intervista a Garry B. Trudeau, Garry Trudeau: 'Doonesbury quickly became a cause of trouble', in «The Guardian», 26 ottobre 2010).
Dopo avere presentato Bush Sr. come una persona invisibile (a causa del basso profilo tenuto quando era il Vice Presidente nell'amministrazione Reagan) e Clinton come una cialda, Trudeau usò delle metafore grafiche anche per George W. Bush. Inizialmente Bush, allo stesso modo del padre, fu rappresentato come una persona invisibile che indossava un cappello da cowboy (perché era stato governatore del Texas). Dopo l'elezione a Presidente l'invisibilità fu sostituita da un asterisco. Nella tavola domenicale del 13 aprile 2003, all'indomani dell'inizio della Guerra in Iraq (20 marzo), al posto del cappello fu disegnato da Trudeau un elmo imperiale romano. In un primo momento l'elmo fu nuovo e sfavillante, ma con il passare del tempo si ammaccò e la cresta diventò sempre più spelacchiata.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 1 gennaio 2001.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 13 aprile 2003.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 8 maggio 2007.
B.D., uno dei personaggi principali della serie, andò a combattere in Iraq, dove perse la gamba in un conflitto a fuoco a Falluja e rimase talmente scosso da soffrire di disturbo post-traumatico da stress. Trudeau fu influenzato dalle notizie che giungevano da Falluja, dove si combatté un'aspra battaglia dal 4 aprile all'1 maggio 2004. La serie di strisce nella quale B.D. perde la gamba fu pubblicata dal 19 al 24 aprile 2004, quando la Prima Battaglia di Falluja era nel vivo.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 21 aprile 2004.
Copertina di «Rolling Stone» n. 954 illustrata da Garry B. Trudeau (2004).
La sottotrama di Doonesbury di Garry B. Trudeau nella quale B.D. perde una gamba in Iraq e si ammala di disturbo post-traumatico da stress può essere interpretata, oltre che come fumetto introspettivo e informativo sul male psicologico, adottando come chiave di lettura il giudizio morale che i civili tendono a dare sui soldati in guerra, specialmente in conflitti come la Guerra in Iraq che dal punto di vista politico sono difficilmente accettabili.
Tutta la sottotrama è costruita in modo che il lettore creda che B.D. soffra di disturbo post-traumatico da stress perché ha perso la gamba in combattimento. Un'impostazione del genere fa sì che il lettore tenda a simpatizzare per B.D. Solo dopo lungo tempo viene rivelato che B.D. è psicologicamente a pezzi perché, preso dal panico, ha ordinato al suo fuciliere di sparare a donne e bambini poco prima di venire gravemente ferito. Difficilmente si sarebbe creata empatia se i lettori avessero saputo immediatamente cosa era successo: probabilmente molti avrebbero pensato che B.D. sarebbe stato un mostro se non si fosse sentito male per avere fatto ammazzare persone innocenti, e che il disturbo post-traumatico da stress era un male con cui meritava di fare i conti.
Un giudizio morale di questo tipo diventa più difficile dopo avere familiarizzato con la condizione di disperazione di B.D. Io penso che la sottotrama sia stata scritta in questo modo proprio per mettere i lettori nella condizione di non dare un facile giudizio morale (che non significa assolvere B.D. per quello che ha fatto).
Il giornalista Roland Hedley si recò in Afghanistan nell'autunno del 2001, immediatamente dopo l'inizio della guerra, e visitò una caverna nella quale aveva vissuto Osama bin Laden (il ciclo di strisce inizia con queste strisce ). In seguito andò anche in Israele e Palestina a intervistare Yasser Arafat e Ariel Sharon.
Un personaggio particolarmente legato alla Guerra al Terrore è Jeff Redfern, che nel 2001 si recò in Afghanistan come stagista della CIA e in seguito seguì un corso di tortura alla Walden University.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 3 novembre 2001.
Nel 2003, poco prima dello scoppio della guerra, Zio Duke si recò in Iraq assieme a Zolletta per lucrare sul futuro conflitto. In poco tempo diventò il signore della guerra della cittadina di Al Amok e accumulò una notevole fortuna. Oltre a Bush ritratto con indosso un elmo romano, Trudeau usò anche Zio Duke per sottolineare il carattere imperiale dell'invasione americana: il personaggio, appena giunto in Iraq, indossò una tunica romana e si proclamò proconsole.
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 18 marzo 2003.
A cavallo fra il 2007 e il 2008 Trudeau raccontò un altro ferimento di un militare in Iraq. Nelle strisce pubblicate dal 26 novembre all'1 dicembre e il 3 dicembre 2007 l'Humvee su cui si trovava Toggle fu colpito da un ordigno piazzato dai ribelli al lato della strada. Nei fumetti usciti dal 21 al 26 gennaio 2008 il ferito fu aviotrasportato in Germania, e nelle strisce pubblicate la settimana successiva gli furono diagnosticati trauma cranico e afasia.
La ricchezza di dettagli tecnici delle strisce dedicate al trasporto aereo del ferito spinse Bryant Jordan a intervistare Trudeau su questo specifico argomento. Il fumettista raccontò che era intenzionato a fare un volo un aereo con a bordo feriti gravi, ma che non aveva potuto farlo per mere ragioni logistiche. I permessi da richiedere erano così tanti che non avrebbe fatto in tempo ad ottenerli prima della scadenza della consegna del fumetto. Tuttavia Trudeau poté documentarsi andando nella base statunitense di Ramstein in Germania a parlare con i medici e il personale di bordo di un C-17 preposto al trasporto dei feriti.
Nella striscia del 26 gennaio 2008 un giornalista chiede ai feriti lievi che hanno viaggiato assieme a Toggle come si sono fatti male. I soldati rispondono di essersi infortunati giocando a pallavolo e frisbee. Si tratta di una gag basata sul materiale raccolto da Trudeau durante la sua visita a Ramstein:
[Bryant Jordan]: Ti ha stupito vedere quanti pazienti tornavano a casa con ferite e malattie non dovute ai combattimenti?
[Garry B. Trudeau]: Sì. Specialmente le ferite avute facendo sport. C'è un sacco di gente giovane, atletica e stressata che rimane vittima degli stessi incidenti banali che potrebbero capitare a casa. [Bryant Jordan (intervista a Garry B. Trudeau, Trudeau, Toggle and TBI - a Backstory to the 'Doonesbury' Aeromedical Flight,, 15 febbraio 2008)
Garry B. Trudeau, Doonesbury, 26 gennaio 2008.
Melissa Wheeler è un altro soldato che comparve in Doonesbury negli anni della Guerra al Terrore. La prima apparizione risale a una striscia del 26 marzo 2007, nella quale viene detto che Melissa è in cura presso lo stesso centro per veterani presso il quale si reca B.D. per guarire dal disturbo post-traumatico da stress. Nei fumetti pubblicati nei giorni successivi la ragazza dice a B.D. di avere subito un trauma sessuale: l'uomo capisce immediatamente che Melissa è stata violentata da un commilitone. Il tema della violenza sessuale subita da Melissa fu ripreso da Trudeau in una serie di strisce pubblicate dal 12 al 17 e dal 19 al 24 aprile 2010 (nelle quali Melissa si confida con un'amica e collega e riceve il sostegno di una psicologa dell'esercito) e dal 4 al 9 giugno 2012 (nelle quali Melissa si reca in una scuola per parlare della sua esperienza nell'esercito; una volta sul palco focalizza la sua attenzione sul problema degli stupri subiti dalle donne nell'esercito degli Stati Uniti).
Di servizio in Afghanistan nella base aerea di Bagram, Melissa viene promossa sergente nelle strisce pubblicate dal 5 al 10 luglio 2010. In una striscia la donna dice a un commilitone « Per te è sergente Puttana, Miller! ». In un'intervista Trudeau raccontò che il dialogo era basato su una storia vera:
È ispirata da un sottufficiale che ho incontrato un paio di anni fa. Mentre prestava servizio in Afghanistan, è stata promossa sergente di fronte ai suoi compagni, e ad alcuni la cosa non era andata giù. Quando un compagno di squadra la chiamò puttana, lei rispose “Per te è sergente Puttana!”. (Michael Cavna, Behind the Lines: 'DOONESBURY's' Trudeau illuminates today's 'Sgt. Bitch' strip, in «Washington Post», 9 luglio 2010)
Nell'estate del 2001 circolò in rete un finto articolo sui QI dei Presidenti degli Stati Uniti. George W. Bush, con un QI di novantuno, esattamente la metà di quello di Bill Clinton, risultava essere il Presidente con il più basso QI di tutti i tempi. La pseudo-ricerca fu divulgata dai quotidiani «The Guardian» e «New Zealand Southland Times», oltre che da Garry B. Trudeau, che fece una tavola domenicale di Doonesbury (2 settembre 2001) basata sulla bufala. Una volta scoperto che la notizia era falsa, Trudeau ne approfittò per rincarare la dose, dicendo di essere « Profondamente dispiaciuto per avere preoccupato chiunque pensi che il Presidente sia molto intelligente » (Anonimo, Doonesbury creator falls for hoax, in «BBC», 7 settembre 2001).
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