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giovedì 12 maggio 2011

Close encounters.

E' stato il nostro primo incontro di persona. E' stato strano, è stato indiretto, e come tutti i primi incontri molto attesi, diverso da come me lo aspettavo. Io vestivo con la mia vecchia tuta da colorista che da un po' avevo chiuso nell'armadio e temevo puzzasse di chiuso. Mi sudavano le mani e non sapevo bene cosa dire, da dove cominciare. Notando la mia empasse, colui che mi aveva condotto al tuo cospetto mi ha suggerito "è in bianco e nero, lo devi solo colorare!". Così mi sono sollevato un pò, in vista di un ambito familiare, e con rinnovato coraggio ho chiesto "Ah bene sì e di che colore è?". "E' bianco e nero" fu la risposta.

Per tutto il tempo non mi hai detto una parola, fissavi il muro alle mie spalle da dietro quegli occhialoni neri. Saldo. Inamovibile. Sicuro. Come ti conosco.

Alla prossima.

Lorenzo.

P.S. Sempre sarò grato a Stefano Caselli per aver combinato l'incontro, e per aver disengato cotanto splendore (che potete vedere qui sotto nella versione B/N come mi fu consegnata e nella versione "edicola").

mercoledì 3 novembre 2010

L'alba non questa, quella dopo.

35 anni fa io non ero ancora vivo, e Pasolini lo sarebbe stato fino alla sera.

47 anni fa, tra il 63 e il 64, Pasolini viaggia in tutto lo stivale per accumulare materiale per Il Vangelo Secondo Matteo. Così durante i tempi morti, avendo l'attrezzatura a disposizione, decide di aggirarsi per le piazze e per le vie delle città e dei paesi con una piccola troupe da TV raccogliendo una serie di piccole interviste che poi fonderà in un film-documentario dal titolo "Comizi D'Amore". Il tema delle interviste è la sessualità. Dall'altra parte del microfono, a rispondere alle sue domande educate e al suo conciliante incalzare, un'Italia sincera che non ero proprio abituato a vedere. Un'Italia che ancora non affoga quello che pensa in risolini e retorichine e copioncini, che non è appiattita innaturalmente dalla televisione stessa, e che a tratti fa sorridere per la limpidezza, come si sorride dell'ingenua puzzetta di un infante. Se non fosse che l'unica cosa che è cambiata è che adesso abbiamo i deodoranti chimici a coprire le nostre adultissime scorreggione da cicoria.

Gli unici rivoluzionari, come nota Pasolini stesso, sono i ragazzini e le ragazzine con le gambine veloci che svicolano e se ne fottono ("Come mothers and fathers/Throughout the land/And don't criticize/What you can't understand/Your sons and your daughters/Are beyond your command" cantava sempre 47 anni fa qualcuno dall'altra parte dell'oceano) e che oggi sono i grandi, ma forse hanno cambiato idea, o forse adesso hanno problemi alle ginocchia, o forse sono trattati ancora come dei bambini.

Quello che viene fuori è un vero e proprio gioiello che io vi propongo QUI. Il film è in streaming e fastidiosamente diviso in 14 spezzoni, ma su, fate un piccolo sforzo, perchè merita veramente. Fa pensare che una cosa così a farla oggi sarebbe come raschiare il fondo di un mare inquinato.

Nel corpus di interviste sono incastonate delle piccole meravigliose intervistine-dialoghi con Moravia e Ungaretti, che per quanto sono belle feriscono. Questa è così attuale in questi giorni, che mi fa venir voglia di urlare.

venerdì 13 agosto 2010

Me and Mr.Brush.

Un altro piccolo Step Bai Spest!

1. Layout con macchia marrone di (spero) cioccolato. Che qui non è marrone perchè è una scansione in b/n.
2. Layout passato a Photoshop. Non sempre questo passaggio è così invasivo, ma qui era una vignetta di atmosfera, e mi serviva intervenire così per chiarirmi le idee.
3. Matite con prova di inchiostrazione
4. Matite pulite ed inchiostrate.
5. Vignetta Finita.

E insomma, questa è una piccola, piccola vignettina a tavola 21, che se mi metto a pensare quanto verrà piccola nel volume, un po' mi viene da piangere. Mi ci sono dedicato molto perchè quando ho letto la sceneggiatura ho pensato che avrebbe potuto essere una buona occasione per esercitarmi un pochetto con il pennello, che è una cosa che mi serve molto poichè sono una pippa clamorosa e sembro decente solo perchè mi salva le chiappe Fotosciò.
Una persona saggia che mi piace sempre citare una volta parlando dell'inchiostrazione descrisse così il pennello:

Il pennello è un padre severo. Si presenta distinto ed austero, con baffi pettinati e un completo elegante ma non sfarzoso. Non se ne vanta, ma ne ha passate di tutti i colori: è stato nella giungla e nello spazio, è stato innamorato ed ha odiato. Non parla molto e ti dedica occhiate sporadiche e gelide. Quando, temprato dalla sua alterigia, riuscirai alfine ad addolcire il suo sguardo, avrai guadagnato il più fedele dei compagni.

Non è vero che lo ha detto una persona saggia, l'ho scritto io adesso solo che se ve lo dicevo col cacchio che lo leggevate.

martedì 11 maggio 2010

Caravan n.12

La fine della carovana.
Scorre pigramente l'ultima vettura della carovana dei cieli, sotto duemila nuvole diverse. Su un asfalto di ombre in moltiplica, in attesa di correzioni, i personaggi studiano le pose e si lasciano colpire dalle luci, alla febbrile ricerca del giusto contrasto. Cercando di tenere stretti nella memoria i volumi e le profondità, con gli occhi sempre bassi per non inciampare.

venerdì 9 aprile 2010

Caravan n.11

Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici
La vigilia della fine porta con sè un ospite curioso. Apprendo dal blog ufficiale di Caravan che il premio Ayaaak 2010 nella categoria miglior copertinista è andato a Caravan. Yeeeee! Strafico! Bella l'iniziativa, bello il post, bella la targa, la premiazione a Milano, evviva l'amor. E' una bella soddisfazione, sinceramente, e sono tanto felice.
...
L'unico piiiccolo appuntino che mi viene da fare, ma insomma, è poco più che un vizio di forma, ecco chessaràmmai.. è che boh, ho notato che non vengo nominato mai da nessuna parte nemmeno di striscio, se non nel post relativo al premio di Emiliano stesso (che peraltro ringrazio) e in un commento al blog di Medda opera di tal "delirium esc", che ringrazio anch'egli. Sapete che questo è un blog dai buoni sentimenti, in generale le cose brutte le tengo per me perchè che senso ha?, e le polemiche preferisco tenerle fuori. Però insomma. Manco mi metto ad argomentare.

E a voi di Ayaaak, ma tipo non dico il nome sulla targa, che magari non vi c'entrava, ma una scritta a penna sulla faccia del panda, un post-it nascosto sul retro? Pure se mi scrivete con l'apostrofo mi va bene, pure con l'accento sulla Z, pure solo le iniziali sbagliate.. io lo dico per la mia mamma, che gliela volevo regalare a lei.

mercoledì 17 febbraio 2010

Caravan n.9

Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici

A me il caso tendezialmente piace. La giustizia più grande è quella delle cose che accadono senza un senso, senza un perchè. Succede. E' una parola immensa, temibile come Gmork e dolce come la mamma.
Poi però purtroppo siamo umani, e quando il caso ci volta impietosamente le spalle ci risale su come un rigurgitino acido la domanda che non ha senso per eccellenza: Perchè?

Perchè cazzo ha dovuto nevicare a Roma dopo 25cazzodianni?
Perchè proprio quel giorno, non quello prima, non quello dopo?
E poi la domanda bonus dal sapore vagamente buddhistico: che ho fatto?
Per carità, riconosco che la questione ha un'importanza molto relativa e dovrebbero essere altre cose a turbarmi, ma è ormai riprovato da chi mi conosce che le mie arrabbiature non seguono logica alcuna.

E così capita che a furia di cercare il senso che non c'è, lo si trova. La mia teoria è che il caso non è totalmente caso. Il caso non ha senso che per diciamo, 1 o 2 persone alla volta. Per questi pochi un accadimento ha un senso e un perchè: tutti gli altri si limitano a subirne le conseguenze. Le cose quindi devono essere andate così:
Il 12 Febbraio c'era la mia mostra, e il mio compleanno che ormai da una decina d'anni ignoravo volontariamente. Ma il 12 era anche il compleanno di un bimbo che viene al prescuola dove lavoro io. Quel bimbo il 12 non è potuto venire a scuola a causa della tormenta di neve che imbiancava il suo paesino e slittava le sue macchinine. Verosimilmente Andrea quel giorno si è svegliato, ha visto la neve ed è diventato il suo compleanno preferito di sempre, niente scuola e palle di neve. Poi il caso ha detto "ok, adesso basta perchè altrimenti quel pirla deve rimandare tutto". Così ha smesso di nevicare, e l'inaugurazione si è fatta, anche se è stata mutilata di tutti coloro che come il piccolo Andrea sono rimasti bloccati sui monti dall'acqua canuta. Un prezzo molto fastidioso da pagare, ma io sono cresciutello e certe cose le posso pure incassare. Purchè servano a qualcosa.

La mattina del 12, mentre non mi godevo affatto lo straordinario fenomeno metereologico e maledicevo meticolosamente ogni singolo fiocco bianco, ho disegnato un eschimese che mi fa vaffanculo col medio e mi sono fatto un pò ridere.
Ha-ha!

Bando alle ciance, è tutto ancora da definire ma per tutti quelli che non hanno potuto partecipare alla serata del 12 (e per chiunque volesse ripetere l'esperienza) penso di organizzare una sorta di pseudo mini festicciola di chiusura intorno al 14 Marzo, poi vi farò sapere su questi schermi.
Intanto, un grazie a chi c'era!

sabato 9 gennaio 2010

Caravan n.8


Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici
E dopo la 7, come vuole la tradizione, la 8.

In questo caso, ragazzi miei, si tratta di una copertina storica:
E' la prima copertina nella storia della Bonelli che non contiene personaggi!
Che fifa.

Qui sopra in un piccolo backstage trovate un pò di prove che ho fatto inizialmente, alla ricerca dell'atmosfera e dell'effetto giusto. Peraltro l'ultima a destra è stata per un pò la versione definitiva della copertina, salvo che poi è giunto dal monte Olimpo eolica indicazione di soffiare via le nubi. E niente.

mercoledì 9 dicembre 2009

Caravan n.7

Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici

Per aiutarmi nel processo di colorazione ho immaginato tutto il tempo che l'indiano con la mano nascosta stesse sbucciando dei pistacchi, e l'orso stesse lì come a dire "è inutile che fai finta di niente. Avanti. Sgancia i pistacchi.". Ma il vecchio Lucciola Solitaria non si dà per vinto e nega.

Finirà nel sangue.

mercoledì 11 novembre 2009

Caravan n.6

Disegno: Emiliano Mammucari

Colori: Lorenzo De Felici
Arriviamo alla 6.
Forse quella più sofferta, anche se la 7 pure non è che sia stata proprio 'na passeggiata de salute. Allego a questa una piccola curiosità/backstage: un piccolo campione delle prove di colorazione.

Di solito funziona che Emiliano mi dà la copertina, mi dice un pò il tono che cerca, di cosa parla il numero (dato che io non so assolutamente un'acca della storia), e se ha qualche idea particolare. Così io faccio una prova di colore e gliela mando, e lui mi dice se va bene o no. In caso positivo procedo alla realizzazione della definitiva, altrimenti mi dedico alle correzioni che mi suggerisce Emi finchè non si è soddisfatti.
A volte a questo punto ci si inghippa. Qui ci siamo (mi sono) inghippato la bellezza di due settimane. Psicologicamente sono stati giorni devastanti, vedevo soldati e carriarmati dappertutto, qualsiasi cosa facessi una vocina in fondo al cervello mi diceva "sì ma la copertina ancora nun va bene, pippa!".

Quando è finita, è stata una liberazione. E poi mi sono reso conto che la Liberazione era anche il tema della copertina.
Ci avessi pensato prima!

giovedì 24 settembre 2009

Caravan n.4

Ye! N'antro pò e me lo scordavo..

Disegno: Emiliano Mammucari

Colori: Lorenzo De Felici

Questa è una delle copertine che ho fatto più velocemente, è stata approvata praticamente "alla prima botta", come si suol dire da queste parti. La realizzai in Germania, in una stanza grandissima, a bordo di un divano pieno di polvere. Avevo il Mac appoggiato su un tavolino da caffè e la penna della Wacom mi stava abbandonando, la punta mi cadeva a terra non appena la staccavo dalla tavoletta. Sorseggiavo ininterrottamente caffè un pò annacquato, e mi colava il naso, e come sempre in queste occasioni avevo le tasche pienissime di fazzoletti smucciolati. Intorno a me si era radunato un manipolo di ragazzini e bambini bondissimi, che passavano sbadatamente da quelle parti e incuriositi si avvicinavano e cadevano nella trappola. Appollaiati sullo schienale del divano di polvere come muschio platinato, assistevano in un revarenziale silenzio all'avvenimento surreale, una persona grande tanto da avere la barba che colora i pupazzi. Ogni tanto poi qualcuno vedeva che tiravo su col naso da un quarto d'ora, e mi andava a prendere altri fazzoletti senza nemmeno che lo chiedessi.

mercoledì 12 agosto 2009

martedì 14 luglio 2009

Caravan n.2

Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici
Ecco la seconda copertina! E' uscita già da qualche giorno ma non c'ho mezza briciola di tempo. Quello che sto usando adesso lo sto rubando senza ritegno, quindi mi inginocchio nella polvere e urlo al cielo un'asciutto SCUSATEMI!.

Alla copertina molto "on the road" associo delle musiche ad hoc. Due canzoni che provegono da due compilation storiche, additatemi da quella specie di miniera musicale a cielo aperto che è Paolo. Una canzone dei maschi, una delle femminucce. La prima viene da Nuggets, una compilation di bellezza insindacabile e stravolgente, balenottera piena dell'anima garage di fine anni 60. La seconda viene da One Kiss Can Lead To Another, che più o meno è il corrispettivo di una decina di anni prima, ma tutta al femminile.

Mi piace immaginarmele come un dialogo.

The Standells:
I'm a poor boy born in the rubble
And some say my manners ain't the best
And some of my friends, yeah, they've been in real trouble
And some say i'm no better than the rest
But tell your mama and your papa
Sometimes good guys don't wear white, yeah.

Carole King:
Mama doesn't like him 'cause he never cuts his hair
Daddy doesn't like him 'cause he says he heard him swear
He's a bad boy
But I don't care.

Buon ascolto!

mercoledì 10 giugno 2009

E' partita 'a carovana!

Comincio il post-sorpresa ricordando una conversazione che ho avuto recentemente su Skype con la mia madre. Le parlavo di una cosa che tra qualche post vi riferirò per bene, e che comprendeva un lavoro che ho fatto con dei bambini. Lei mi ha detto "Ci devi proprio saper fare con i bambini! E dire che da piccolo non li sopportavi tanto..". 
Toh. 
A me da piccolo manco mi piaceva per un cavolo colorare.
La vita è come quell'amico simpatico che ti bussa col dito su una spalla e poi ti aspetta con espressione spiritata dall'altra parte.
Disegno: Emiliano Mammucari
Colori: Lorenzo De Felici
Esce quest'oggi in tutte le edicole del reame il primo numero di Caravan, la nuova miniserie targata Bonelli creata da Michele Medda (già cocreatore di Nathan Never et Legs Weaver). Lo annuncio in questa sede poichè si dà il caso che le copertine di tal serie, disegnate da quel maledetto zuzzurellone di Emiliano Mammucari, le stia colorando il sottoscritto (cioè io) (che sono Lorenzo, eh). Con Emi ho già lavorato in veste di colorista (fantasma) per alcune copertine di Skorpio e Lanciostory. Per la precisione questa, questa e questa.
La mia vita di colorista l'ho sempre taciuta abbastanza su questo blog, così come quella di allevatore di fenicotteri. In linea di massima in questa sede ho sempre postato solo cose esclusivamente mie (o dei bimberos). Però per questa serie farò un'eccezione, perchè ne vado fiero. Non tanto per la qualità del lavoro, perchè ho sempre una vagonata di cose da imparare e non mi piace mai un cacchio (e non mi dilungo su questo aspetto perchè sennò poi pare che voglio fare il patetico). Nè perchè è un lavoro che mi da visibilità più di altri. Cioè, wow, ma non è questo il punto. Non è per questo che ho cominciato a  (o meglio, non ho mai smesso di) disegnare, che cavolo.
Però è una tappa.
Una soddisfazione.
La riprova che il mondo è folle.
E che il crossover tra Dylan Dog e il Barone Wunderbar è sempre più vicino.