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SALUTE NASCE L'AMBULATORIO DEL "MANGIARE NATURALE"
VEGETARIANI BABY
Una clinica per imparare a crescere senza bistecche
Si trova a Verona. E si rivolge alle mamme e ai papà che alimentano i figli con ortaggi e legumi. La missione: insegnare a gestire i cibi verdi. Senza rischiare carenze nutritive
di Daniela Cipolloni- Foto Marco Bruzzo
Verona, febbraio
"Io e mio marito siamo vegetariani. Crediamo che sia una crudeltà mangiare cibi animali. E ne facciamo a meno. Quando è nata Beatrice, la decisione più naturale è stata adottare gli stessi principi alimentari anche per lei. La stiamo svezzando senza carne né pesce. La bimba ha un anno, cresce. E il pediatra dice che sta benissimo".
Francesca, 30 anni, e Stefano, 32, di Cremona, difendono la loro scelta. Insolita, controcorrente, forse estrema.
"Per molti è incomprensibile, se non irresponsabile, nutrire un figlio in modo vegetariano. Ma non siamo né scriteriati, né fanatici", continua Francesca. "Tant'è che ci siamo rivolti a un centro specializzato".
Ci troviamo a Verona, nella sala d'attesa dell'Unità di diabetologia, nutrizione clinica e obesità, della Ulss 20, presso l'Ospedale di Borgo Roma, dove ha aperto i battenti il primo ambulatorio pubblico di nutrizione vegetariana per neonati e bambini.
In pochi mesi il Centro, unico in Italia, è diventato un faro per famiglie vegetariane, disorientate tra la paura di mettere a repentaglio la salute dei bimbi e il desiderio di non contravvenire ai principi etici (per info, tel. 045-82.05.891).
Altri passeggini aspettano il turno di visita. Sofia e Azzurra, le "pazienti" più giovani, hanno appena 6 mesi.
SCELTE OCULATE
"Ci chiamano da tutta Italia", racconta Leonardo Pinelli, pediatra dell'Università di Verona e direttore del servizio.
"Cercano risposte attendibili. Sette milioni di vegetariani sono abbandonati a loro stessi, spesso si sentono sotto accusa. Il rifiuto di offrire omogeneizzati di manzo, tacchino, agnello, ma anche spigola o nasello, spiazza persino i pediatri, che tentano di persuadere i genitori a rivedere le posizioni, etichettate come rischiose nelle prime fasi di vita. Non è così. Se oculatamente seguito", spiega Pinelli, "il vegetarismo può garantire la crescita e lo sviluppo ottimale dei bambini. L' American Dietetic Association lo considera adatto in ogni fase della vita, dalla nascita alla vecchiaia, gravidanza e allattamento compresi".
Tutto sta nel bilanciare gli alimenti in modo che non manchi alcun nutriente. "Per le prime pappe, a partire dai sei mesi fino all'anno d'età, si può cominciare con una crema di cereali, fonte principale di carboidrati complessi, preferibilmente senza glutine, come riso, mais, miglio, grano saraceno, poi anche gli altri, grano, farro, avena, orzo, meglio se integrali. I chicchi andrebbero lasciati in ammollo per almeno 12 ore, lessati a passati per eliminare la fibra", spiega la dietista Ilaria Fasan, nell'incontro di formazione per genitori alle prese con lo svezzamento "verde".
"L'intestino nella prima fase di vita non è adatto a digerire troppa fibra. Cautela all'inizio con le verdure: carote, zucchine, patate bollite per il brodo, vanno introdotte dai 7-8 mesi, e prima si consiglia di filtrare l'acqua di cottura, per dare gusto e colore alla pappa, nonché vitamine e minerali".
Ingrediente irrinunciabile del baby-pasto è un cucchiaino di legumi, fonte proteica per eccellenza. "Ideali nello slattamento sono le lenticchie rosse decorticate, che non necessitano del passaverdura. Poi si possono proporre piselli e azuki, fagioli neri, ceci, lenticchie verdi e marroni, e dall'ottavo mese in poi gli altri legumi, considerando come dose ottimale da raggiungere gradualmente una parte di legumi per due di cereali. Anche il tofu, digeribile e povero di fibre, può essere dato subito".
PREPARAZIONE CRUCIALE
Fondamentale la preparazione: i legumi vanno lasciati in acqua un giorno, cotti a lungo, magari con un pezzetto di alga kombu (ricca di ferro, calcio, iodio e acidi grassi omega-3), e passati. "Il procedimento serve a idratare il legume ed eliminare gran parte dei fitati, le sostanze anti-nutrienti che inibiscono l'assorbimento dei minerali", precisa Fasan.
Nelle diete latto-ovo-vegetariane, che a differenza delle vegane ammettono il consumo di uova e latticini, si può aggiungere alla pappa del formaggio fresco, per esempio ricotta o fiocchi di latte, in alternativa ai legumi. "Per condire, bene tutta la frutta secca (noci, mandorle, nocciole) e i semi oleaginosi (lino, sesamo, girasole), polverizzati con il macinacaffè. Forniscono nutrienti essenziali, come acidi grassi omega-3, ferro, calcio, zinco e vitamine del gruppo B", raccomanda ancora la dietista.
Ma un'alimentazione vegetariana raffazzonata, specie se la mamma non allatta, potrebbe provocare gravi carenze alimentari, con rischi di anemia, rachitismo, disturbi della crescita e danni neurologici, come mette in guardia la bibbia dei genitori "verdi", Figli vegetariani, del pediatra Luciano Proietti. "Per anni questa dieta è stata demonizzata. Oggi è dimostrato che, se ben organizzata, è completa e salutare", rassicura Pinelli. "Il fabbisogno proteico viene soddisfatto combinando i cereali, che non contengono tutti gli aminoacidi della carne, assieme ai legumi, che compensano gli aminoacidi restanti. Il ferro, poi, abbonda nel mondo vegetale. Se ne può migliorare l'assorbimento (meno efficiente per i legumi rispetto al ferro della carne) con la vitamina C delle verdure e della frutta. Pure il calcio si trova facilmente: in verdure a foglia verde, legumi, tofu naturale, mandorle, sesamo, semi oleosi, lette di soia arricchito, e soprattutto nell'acqua".
Unico grande assente, delle diete vegane più rigide, è la vitamina B12, necessaria allo sviluppo del sistema nervoso. "Se si eliminano carne, uova e derivati del latte, bisogna assumere integratori". E comunque al Centro di Verona i bimbi vengono attentamente seguiti nella crescita con regolari esami. "I vegetariani sono in genere più magri e sani di chi segue un'alimentazione occidentale, soprattutto perché più attenti a ciò che mangiano", ammette Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione. "Ma la dieta con i maggiori benefici resta la mediterranea, che è sì a prevalenza vegetale, ma nella quale non mancano alimenti d'estrema importanza: carne, uova, latte e pesce".
LE PERPLESSITÀ
Avanza qualche perplessità Eugenio del Toma, presidente dell'Associazione italiana di dietetica e nutrizione clinica. "L'alimentazione latto-ovo-vegetariana è accettabile e persino utile negli adulti, ma non così raccomandabile in età evolutiva, dove può trasformarsi in una forzatura anche sul piano psicologico". "Imposizione? No", sorride Francesca, mentre allatta Beatrice. "Se a tre anni, all'asilo, avrà voglia d'una bistecca, non gliela vieteremo. Quando sarà più grande, le spiegheremo le ragioni vegetariane. E spero che capirà".
Daniela Cipolloni
BOX Ma senza il latte materno...
I vegetariani-baby hanno bisogno del latte materno. Le poppate, pasti esclusivi per i primi 6 mesi, dovrebbero far la parte del leone nel primo anno d'età, meglio ancora fino al secondo. Se il latte materno manca, si opti per il latte in formula, che nutre (quasi) come quello naturale. Avvertenza per tutte le mamme: è sconsigliato il latte vaccino prima dell'anno. "Il latte di mucca non è adatto alla prima infanzia: ha troppe proteine (rischio obesità), ed è povero di ferro (rischio di anemia e di ritardi nello sviluppo cognitivo)", dice Claudio Maffeis, pediatra dell'Università di Verona. "Ha poche vitamine A, D, C, zinco e acidi grassi essenziali, eccede in lipidi, sodio e acidi grassi saturi".
Stiano attente le vegane: il latte vegetale non può sostituire il latte materno. "Può essere introdotto dopo i 6 mesi come spuntino, o aggiunto alla pappa come base liquida", specifica la dietista Ilaria Fasan. "Dopo i 6 mesi, si possono far assaggiare latte di mandorla e riso, poi il latte di nocciola, amaranto, miglio. aspettando per il latte di soia il primo anno d'età". D.C.
A commento, vorrei solo farvi notare l'inconsistenza delle uniche obiezioni degli specialisti allo svezzamento vegetariano:
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Questo sarebbe il pericolo più grave? Forzare la psicologia di un bimbo di pochi mesi? In che senso? Come si potrebbe evitare questa calamità?
Non sia mai che "imponiamo" qualcosa ai nostri figli, per carità! Men che meno l'educazione alimentare! Se penso che ci sono genitori estremisti che forzano psicologicamente i loro figli vietando loro il cibo spazzatura, imponendo cibi sani o addirittura biologici! Ma non si rendono conto che la salute non conta nulla di fronte al diritto primario all'omologazione?
Sull'argomento vi consiglio anche Figli vegetariani di Luciano Proietti e i numerosi materiali presenti sul sito Il vero momòm.
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