Del come e del perché cose semplici come farina e zucchero si trasformano in delizie!
Non so a voi, ma a me la stanchezza gioca brutti scherzi, così in queste feste appena passate NON avevo voglia di cucinare nulla.
O meglio…. non è che non avessi la voglia, quella non mi manca mai, e che non trovavo le briciole di energie per decidere cosa fare, il tempo per comprare, e poi quando cucinare, visto che ho lavorato fino all’ultimo.
Per fortuna hanno preso la palla al balzo Fratell-One e NonnaGatta che hanno organizzato cenette e pranzetti da leccarsi i baffetti così miciapallina si è dedicata esclusivamente alla panificazione.
Nei giorni precedenti sono andata a cercare qualche ideuzza per portare a tavola non il solito panone ma dei panini più piccini, dei bocconcini.
L’idea per le forme del pane di Natale l’ho rubata alla mia sorellona virtuale, essendomi innamorata delle sue “Spighe al limone”, ed è da lei che vi mando per leggere la sua ricetta, che prima o poi farò anche io.
La ricetta, invece, è quella del pane al latte, che è stata una delle prime ricette testate quando ho iniziato a fare il pane in casa.
In origine era il “Pane al Latte” di Fragoletta, una amica di cooker.net. Con il tempo ha subito variazioni su variazioni e poi è uscito dalla magicamacchinetta per essere “formato” a mano.
La ricetta di questo ottimo pane, quella che scrivo qui, è l’ultima revisione!
Spighe dolci al latte v. 3.1
150 ml latte (o latticello o panna o yogurt)
50 ml olio (e.v.o. oppure olio di riso)
1/2 cubetto di lievito di birra
2 abbondanti cucchiaiate di miele
Ho inserito gli ingredienti liquidi (latte, acqua e olio) con il miele nella ciotola dell’impastatrice, poi le farine, il pizzicotto di sale e il mezzo cubetto di lievito (distanziati fra di loro) e ho fatto impastare una decina di minuti con il gancio a K.
Non so con certezza se questo è il gancio più appropriato, ma adoro vederlo girare e siccome potevo decidere ho scelto per amore!
Così come l’ordine di inserimento è semplicemente stato quello che ho sempre usato con la magicamacchinetta…
QUINDI chiunque possa darmi indicazioni più adeguate me le dia, perfavore!
Torniamo alla ricetta.
Ho accarezzato la palletta di pasta con un velo d’olio e l’ho messa a riposare in una ciotola.
Il tempo di lievitazione varia a seconda della temperatura della stanza, diciamo che mi sono servite dalle tre alle quattro ore, e comunque fino al raddoppio della palletta (volendo fate anche la prova ditata… cioè affondate leggermente un dito nella pasta. Quando togliete il dito la pasta deve “rigonfiarsi”).
Quando la lievitazione è conclusa, rovesciamo la pasta su un piano leggermente infarinato e ricaviamone tre pezzi uguali (diciamo simili?….).
Stendiamo ogni pezzo delicatamente cercando di darle una forma rettangolare, poi ripieghiamolo come fosse un tovagliolo (Sarah lo fa vedere benissimo qui) e ricaviamo dei salsicciotti.
Li trasferiamo sulla teglia e poi ci divertiamo!
Fermo restando che io NON sono nemmeno lontanamente riuscita a fare quello che ha fatto Sarah, ma non ci speravo nemmeno visto la mia scarsa manualità, devo ammettere che questa volta mi sono divertita! E molto….
Ecco il divertimento!
E canticchiavo pure… qualcosa tipo “ la spighetta andò in campagnaaaaa…. lallalllaaaaaa….”, sull’onda di un vecchio film e mi sentivo come Eliza Doolittle in My Fair Lady….
Vero che sono belle le mie spighe?
Una mezz’ora per fargli riprendere “fiato”, una spolverata di farina di riso, che, per citare ancora Sarah, in cottura non scurisce e crea un piacevole effetto, e via in forno.
220° per 15 minuti, ricordandosi di umidificare con la vaschettina d’acqua…. ma questa è Alchimia!
Farina e aria, acqua e calore… prendi la ricetta di una vecchia amica, la trasformi con le pieghe del tempo, la disegni con le linee del cuore di una amica nuova, la impasti con le tue mani…. e nasce una piccola magia. .. forse non troppo piccola.
nasinasi infarinati
p.s. la marmellata? Domani, promesso!