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giovedì 26 febbraio 2015

la privacy questa sconosciuta

Io ho due gatti.
Lola Lucrezia, total black, quasi sette anni, quindi come ha sottolineato la veterinaria alla soglia della menopausa. magra slanciata un pelo lucido che manco Aldo Coppola (ndr famoso parrucchiere) con tutti i suoi prodotti potrebbe fare meglio. morbosamente attaccata a me. prova un leggero affetto per UNO e mal sopporta il fratello peloso.
Ettore, red passion, lui di anni ne ha 4 e mezzo, giovane rampante della bella vita. uno alla Wolf di Wall Street (ndr film con Di Caprio del 2014), senza la droga ovviamente.
Ettore era il re del quartiere. Amato da tutte le persone, odiato da quasi tutti gli altri gatti. aveva una tabella di impegni che nemmeno Obama.
due mesi fa la tragedia. Ettore esce di casa e non rientra più. passiamo due mesi di inferno a cercarlo come dei disperati poi ad inizio febbraio il miracolo, ritroviamo Ettore in gattile.
ovviamente lo riportiamo a casa con tracheite cagotto e vermi.
ora sorvolando la questione economica (tra medicine e veterinario ci siamo giocati le vacanze estive) finché non starà bene e sarà provvisto di microchip non gli permettiamo di uscire di casa.
e da qui nasce il titolo del post.
l'essere entrambi chiusi nello stesso spazio sta creando delle difficoltà oggettive. mentre prima lui usciva e lei si faceva beatamente i fatti suoi, tranne le pause coccole in braccio, ora sono entrambi costretti a dividere gli stessi spazi. il che significa che ovunque voi siate in casa, ne avrete uno accanto.
stai dormendo lui e sul cuscino accanto a te che ti osserva. sei al computer uno a destra e uno a sinistra. sei al bagno? sia mai che ti lasciano solo.
il top lo raggiungi quando sei in bagno a fare le tue cose e lui è li a farle con te. tu sul gabinetto lui nella cassetta, che vi osservate con lo stesso imbarazzo che credo provi un uomo la prima volta che usa un pisciatoio.
so che ogni mio lettore con un gatto, o un cane, potrà capire ciò che provo.
ma poi come si fa a non amarli?

lunedì 15 aprile 2013

convivenza step 3: il cantiere seconda parte

Qualche anno fa ero appassionata ( per non dire fissata) di un programma che davano sul Real time.
Cerco casa disperatamente, vendo casa disperatamente.
Amavo soprattutto la parte delle ristrutturazioni.
In quel periodo Paola Marella e il suo staff di interior designer pubblicizzavano parecchio l'effetto scatola.
L'effetto scatola consiste nel pitturare il corridoio o l'ingresso con un colore molto forte lasciando il soffitto bianco, o il contrario.


Così con le migliori intenzioni l'ho fatto pure io colorando il mio ingresso di un favoloso rosso Valentino.
Devo ammettere che mi piaceva molto l'effetto creato, insomma fu davvero una buona idea. Fu una buona idea finché UNO non disse, perché non lo facciamo tornare bianco?
Ecco li l'effetto scatola è diventato un effetto Rottura di scatola....

Questo è ciò che è successo ieri pomeriggio
stucco

pronti per la pittura
partenza

fine prima mano



Il rosso non è facile da mandare via ma oggi con la seconda mano tutto sarà perfetto.
Siccome l'ho stesa a pennello ieri sera mi sono data del voltaren preventivo, con discreti risultati, sopravviverò alla seconda mano?












giovedì 11 aprile 2013

convivenza step 3: il cantiere

 Il delirio è iniziato lunedì pomeriggio con lo spostamento dei mobili, e la fase di stuccatura buchi.








   
stuccatura
condizioni di partenza   






Martedì, giorno libero di UNO abbiamo dato il via ai lavori di pittura. ecco la mia fantastica mise per il duro lavoro. più sporco che duro effettivamente, UNO dava il rullo e io facevo i particolari.
una fighetta



















Diciamocelo, il pittore non è proprio il mio lavoro, dopo una giornata di pennello avevo già le vesciche...





vescica da troopo lavoro

Mercoledì è stato il giorno dei ritocchi. Ovviamente le pareti che erano arancioni sono venute benissimo, la bianca e il soffito na merda. Quindi mi sono armata di pennello e santa pazienza e ho cercato di rifinire, ottenendo anche un discreto risultato.


























 Poi c'è stata la sostituzione prese e mascherine. Ecco l'elettricista è una cosa che mi piace fare. mi diverte proprio!


























e per finire la fase pulitura battiscopa porta e finestra.




















Oggi se riesco a muovere le braccia rimetto dentro i mobili. e sabato all'ikea andrò a prendere il nuovo mobile del salotto, in attesa dell'arrivo del divano!
Rimanete connessi per sapere i nuovi step della mia convivenza!!!

giovedì 10 gennaio 2013

convivenze step 1. mio, tuo, nostro

ebbene si, dopo un anno e un mese circa UNO è capitolato e ha deciso di fare il grande passo, andare a convivere! clap clap clap.
Sarà che da quando aveva cambiato lavoro stare qui era più comodo, sarà che la nuova posizione economica ( ha trovato un posto nuovo che gli fa un ottimo contratto) gli da più sicurezza, sarà quel che sarà abbiamo imboccato quella strada.
lo sapete sono stata sempre io quella a spingere per la convivenza, anche dopo un mese che ci frequentavamo, ma non mi ero resa conto di cosa significasse veramente.
ed infatti eccoci al primo problema che ogni persona in procinto di andare a convivere deve affrontare.
Io ho vissuto da sola per un sacco di tempo, nel senso che ho smesso di avere una casa "nostra" delle cose "nostre" nel 1999 quando sono uscita di casa e mi sono trasferita a Bologna. dopo, nonostante vivessi con varie persone, avevo le mie cose, la mia spesa, le mie abitudini.
Dal 2007 ho una casa mia, e la cosa si è amplificata ovviamente.
Improvvisamente le mie cose sono diventate le nostre cose, i miei mobili i nostri mobili le mie stanze, le nostre stanze. e ovviamente non vanno bene così come sono.
quindi UNO che fino a ieri non voleva nemmeno convivere ora vuole rifare tutti i mobili di casa.
in linea di principio sarei anche d'accordo è che abbiamo visioni un tantino differenti. lui minimalista pochi mobili, niente quadri ne soprammobili, io più casinista piena di quadri, libri e oggetti.
comunque dopo aver visitato diversi negozi di mobili siamo riuscita a trovare una soluzione per il salotto che piace a tutti e due.
peccato che lui si sia innamorato di un divano lungo 3 metri che per ovvie ragioni di spazio ( il salotto è lungo 4,50 e deve starci anche il tavolo per mangiare che in cucina non ci va) non possiamo prendere.

insomma il passaggio da mio a nostro non è certo facile, ma vi assicuro che ne vale assolutamente la pena.

restate sintonizzati per veder quale sarà il prossimo insormontabile problema.