giovedì 17 aprile 2008

23 anni y sin embargo.

Si, son ventitres las velas en la tarta imaginaria de la ciudad de Murcia, cuya nata y fresas son los trajes alegres de estudiantes en fiesta, y manchas de calimotxo alrededor.Ahora qué? Como te cambian los recuerdos, de un "anno"al otro, nina que ya no sos, VOS, senorita, ya vieja para no ser maldita,no contestas a la pregunta del espejo a la manana y piensas que es un dia como otro, y la felicidad no la vees porque ibas demasiado ciega.
Felicidad? No, alegria.
NO es lo Mismo? No.
pero por lo que se pueda, reimos, y la felicidad ya vendrà, ya vendrà, la veo que me sonrìe y sin embargo no me saco el abrigo, el sol es demasiado fuerte.
Forse sono Elisewin e ho bisogno di non apprendere a nuotare da me ma sulla sua pancia,
forse la vita la devi imparare con le tue gambe però non puoi non farlo se la tua unica voce è quando lui vuole che sia,
e il mare è vicino ma lontano.

Ventitrè anni, RIDIAMO.


mercoledì 5 marzo 2008

cuanto tiempo pasó

se que no escribo pero como aquel gran amigo y maestro suele pasar por aqui esperando que algo aparezca aquí estoy..
non ho internet in casa e il mio materasso e' a terra ma non ci importa se riponiamo con cura le nostre cose in una cassa di legno e cartone in attesa di un armadio..e cosí sono volati cinque o sei mesi..
e qui si studia inglese pero´ davvero e´la musica che la fa da padrone, la saaaaaaaaaaambbaaa, con le sue vibbbbranti sensazioni, e ti riscopri che avevi una forza ormai persa...
e sei sempre la solita anacronista che vuole studiare l'inglese vivendo in spagna e leggendo RAYUELA nella lingua in cui JULIO l'ha scritta (PEPPE questa e´per te: hai notato quanto anagramma quel maravilloso hijodeputa quando scrive??? parla spesso al RESVE, pero' non e' un MAPROBLE per noi no??ahahah)
bene, la sessione del pc dell'universita´gentilmente mi avvisa che "me kedan dos minutos"..devo andare.
toranre a scrivere della tua vita e' come recuperare le fila di qualcuno che gia´non sai chi essere, la tua mente pensa in spagnolo e per la meta´della giornata stai parlando inglese con i tuoi compagni di intercambio...dimenticavo gli sprazzi di brasiliano e ileno, autentiche illuminazioni grammaticali che hanno il meraviglioso rislutato di rendere il tuo linguaggio sempre piu' entropico...alla fine ti capirai solo tu..
o forse io e te possiamo inventare la nostra lingua, come gia' facciamo, che e' un argitaliañolo, e ci piace cosi´...

amo tutti e nessuno, será por el viento.
hasta pronto

lunedì 15 ottobre 2007

Asi es la vida

las cosas cambian, y cambia el idioma en que van escritas..
sono un mare in tempesta, ma a casa ci sei tu ad aspettarmi...non sei l'altro, e ancora non mi abituo a certi lineamenti che sembravano quotidiani, ora ormai nemici...
perche'? avrebbe voluto che piangessi dietro di lui per anni, per ferirti meglio che nella sua incoscienza presentandoti la nuova ovvero facendosi vedere con lei ma occultandone l'identita' per un buon tempo, come e' successo con te?o forse, vittima di ripensamenti dettati dall'abitudine avrebbe voluto ritentarci? no, e' che vedi, ci si sente persi quando non si possiede il cuore di qualcuno, ci si sente naufraghi senza l'attenzione di chi nemmeno ti interessa, con che sai che ci sia ti va bene, sai che c'e' qualcuno che sta piangendo per te e ti fa sentire forte tutto questo, e bello, intelligente, elegante. peccato che non ho versato una lacrima nemmeno davanti a quel corpo freddo in una bara, tu eri la' e sai com'e' stato, ed io ero gelida forse piu' del cadavere del mio povero babbo.
Ma a te bastava prendere la palla al balzo, per raccontare la tua favola dell'eroe e della puttana.
A me non importa.
C'e' una nuova casa per me. E una persona che impari ad amare, innamorata dell'amore che leggi nei suoi occhi per te.
E non piango, no. E ho un lavoro, e sono comodamente seduta al pc dell'impresa dove sto facendo lo stage, tu che dicevi che non avrei mai compreso il mondo del lavoro, con le sue consegne, responsabilita', tempi.
Eppure io il tempo lo trovo, che strano.
Dall'amanecer fino alla tarde trabajo como loca, e no me corta el mambo, sabias?
Perche' torno a casa, e scendere dalla fermata e' un chiudere le persiane del lavoro e aprire l'arcobaleno. Mi aspetta con il suo cigarro relleno verde il sapore in bocca mentre cammini mano nella mano ed era da tanto che non lo facevi e non sai nemmeno il perche'..e il caldo e' l'arrosto nel forno, con il riso in bianco e le patate cotte da scottarti la lingua, e il te' con leche para la nena que vuelve del trabajo, e un massaggio alla schiena parlando di lavoro e musica, e carezza prima di andare a dormire, non si riesce ancora a fare l'amore senza scacciare facce note, percio' una calda coperta e no pasa nada, besitos, hasta que se cierren los ojos, besitos para la nena que los necesita. Te kiero. ...Y yo, papito.
y yo.

martedì 12 giugno 2007

VOLVER

Non posso abbandonare il mare piatto e calmo per tornare alla tempesta. non posso.
I giorni scivolano troppo rapidi, come la sabbia che stringo nelle mani giocando ad essere bambina, stringendo al petto la pupa di Romi, argentina meravigliosa dalla vita piena di spine, eppure sorride e ti apre il cuore, lei e la sua piccola riccioli indomiti nel vento.
La casa è cambiata ancora, vivo con Marce e Fer, e la tranquillità del giorno, in un appartamento argentino - finalmente, alla fine dell'esperienza- lascia il posto ad una strana angoscia, quando lo sguardo si posa sul rosso verde e giallo dei tamburi, ben ordinati in un angolo del salone, correndo poi al tavolo sempreverde ma non perchè siamo in un casinò, a finire ai poster innumerevoli, macchie colorate del tuo pub favorito sparse sul bianco di una parete a cui manca solo il celeste.
Guardati. Hai la faccia stanca e contenta, e stai iniziando a sentire in bocca l'amaro di tornare dall'altra parte. Cosa ti aspetta oltre quella benedetta lingua di mare che piena di speranza e paura hai superato, sola, nove mesi fa?
Vai via, e la gente non ci crede. Ti dicono che non puoi farlo. Minacce di sequestri e rapimenti per la Tanita internazionale. e il cuore si stringe, a pensare a cosa troverai dall'altra parte. Il nulla. Forse qualche soddisfazione te la regalerà lo studio, gli amici, quelli che sanno vederti donna, quelli che ti hanno dato il buono e il bello della parentesi milanese in una settimana di fine maggio. Gli stessi che, lo sai, non ti abbandoneranno. Gli stessi che ti hanno confessato che la tua capacità di parlare con qualsiasi tipo di gente, indipenedentemente dal colore, razza, età, dignità non è un difetto, non si disprezza. Si ammira, si ricerca, si imita. Sfortunatamente non TUTTI la pensano così. E in quei tutti, aihmè, rientrano un paio di persone a te care, ma che non comprenderanno nè ora nè mai. Già l'odore della frustrazione inizia a sentirsi. Tornerai, e non tutto il mondo sarà disposto ad accoglierti come prima. Sai che probabilmente risulterai scomoda, e non mancherà chi ti darà della fuori di testa. Ma a te tutto questo non importa. Non hai bisogno di amore, nè di affetto e comprensione. Ce li hai dentro, e qui te ne stanno regalando talmente tanto che ti sta nauseando. Il resto è solo strascichio stanco di telefonate di servizio, senza tempo nè voce, hai perduto interesse ma in fin dei conti è meglio così. Che nuovi volti rimpiazzino il tuo, che venga un nuovo amore per un amore stanco a cui tu non sai se regalare ancora vita e forza, o gettare finalmente l'ancora e scendere dalla nave, raccogliendo due anni e mezzo di vestiti rattoppati. A volte fantastichi troppo, e in un ultimo disperato gesto pensi che vorresti un figlio, da lui. Costruirti una vita con esso, qualunque strada prendiate voi due, e non per legare a te l'altro in vincoli eterni di rispetto, no. Semplicemente per avere un ricordo di ciò che è stato, e probabilmente non è più perchè le linee che sembravano perpendicolari non possono incrociarsi che all'infinito, e il tuo tempo, sventurata, infinito non è.
Ci sarebbero altre infinite cose da raccontare (compleanni in spiaggia, e Caceres ) ma ne parlerò quando sarò via di qui, pa que el recuerdo no muera.

lunedì 23 aprile 2007

La primavera trumpetera ya llegò...

Sì, è estate. Senza dubbio alcuno, siamo arrivati. E le maniche corte, mai effettivamente dismesse, sono un must, ma lasciano già chiazze per colpa del sole. Le discoteche un microonde gigante. Occhiali a cuore, ti senti fortunata. Sei tornata dall'Italia, e la burbuja non si è rotta, anche se qualche scossone sì che l'hai subito, ma questa è un'altra storia. La storia di qui è il sole, ancora una volta, nella mente e nel cuore. Studi, ma in tutto questo cresci imparando la vita. Dove? en la calle. (e del resto, da dove parte tutto, moda compresa?giusto perchè qualcuno non storca il naso). Ebbene sì, in strada, On the road alla Kerouac. Santa Faz 2007 è una data, per esempio, di quelle che ricorderai per la gioia di vivere, e nient'altro. Uno di quei giorni perfetti, in cui la sveglia alle 7 non ti pesa. Santa Faz è una processione religiosa, che parte da Alicante e arriva a San Juan. Chilometri di folla. Solo che non siamo a Lourdes, o al Vaticano. E in quel fiume ininterrotto e contorto di gente che ti passa davanti, dietro, al lato, mentre ti incammini sonnecchiante con i tuoi percussionisti a portare sole e allegria, facendo colazione con sangria e rum (ma questi sono dettagli poco sorpredenti) , comitive intere di ragazzi e bande di scalmanate tredicenni seguono la processione mescolandosi alla folla, alla guida di carrelli della spesa pieni di ogni ben di dio per un botellon..alcuni avevano persino la borsa frigo, mescolandosi alle famiglie, ad anziani col bastone di quelli che passeggiano grattandosi la testa, a bambini urlanti. In tutto questo tu sei là, con la musica, a ballare e sorridere chiedendo gentilmente monete, e sigarette, o bibite, tutto ciò che ti può dare il curioso che si ferma a guardare l'allegra e colorata banda e la sua musica, e che per due minuti o quanto voglia rimane intrappolato nella buena onda che emanate tutti, a cui è difficile sfuggire. Ricavi più di 100 euro passando il tuo cappello da giullare tra mani e mani, ballando e ringraziando in una lingua non tua (essì che sei Argentina, ora del Mar del Plata ora di Buenos Aires, la gente lo crede perchè una allegria così coinvolgente possono averla solo gente come loro, e come te, claro), ricevi il tuo premio in denaro e tanta ammirazione per essere stata così incredibilmente brava a guadagnare tutto ciò in tre ore appena, sei parte del gruppo, la hermanita, la hija, la companera, tutti insieme a mangiare un kebap ripartendo el dinero, e poi spiaggia, perchè la gente non dorma sul suo asciugamano ma si alzi e venga a muovere un pò la cintura con il vostro ritmo. Sei il ritratto della felicità, una felicità fatta anche di hic e bollicine ma non per questo meno vera e intensa. E sulla stessa onda, la noche trumpetera dell'jendrix. Eventi di cui parlerai, ma che devi fermare -in rete, sulla carta- per te, per il tuo ricordo che già scivola cancellato automaticamente dal giorno successivo, che si rivela sempre meglio di quello prima, e hai paura che il climax si arresti prima o poi perchè a te per prima sembra anormale. Anormale vedere la gente che ti osserva con invidia e stupore, contagiata dal tuo sorriso e gioia di vivere, ballare senza stancarsi mai, l' Jendrix con la sua festa che ti sa di inaugurazione del giardino di Pippo in tempi che forse sognasti - o stai sognando adesso- , tu e marcelo vestiti da pagliaccio con tanto di naso rosso a ballare ska levando al cielo le vostre trombe immaginarie, sul ritmo di canzoni che non dimenticherai. La musica non ti abbandonerà mai. E il sorriso di gente che con quella musica ti parla, nemmeno. E quando sarai triste, boluda? Musica maestro, verrà il Tu-Ta Tu-Tà!

domenica 8 aprile 2007

VIVIMOS EN UNA BURBUJA...

non so quando i contorni hanno iniziato a sparire piano, e il riflesso arcobaleno della luce del sole su una bolla d'aria e sapone mi ha iniziato ad avvolgere...ci ha avvolto..non so nemmeno la bocca di quale bambino, in un gioco eterno e già previsto, ci ha sputate fuori insieme ad altri mille volti come noi, che probabilmente non incontreremo ma di cui condividiamo il destino di sospensione..ci muoviamo nel vuoto e siamo particelle d'acqua, in a bubble, come dici tu, en una burbuja-segun ellos-,in una immensa bolla che ci porta via, giocando a farci rimbalzare senza mai cadere su prati, e letti, e visi, e baci, e città..ancora Italia ma è tutto diverso e come un gioco..gli occhiali a cuore per vedere la vita come un cartone animato, e il vento soffia dentro la bolla e con le mani ancora attaccate alla superficie appiccicosa giochi a rotolare tra il Colosseo e Via dei Tribunali..le sveglie sono un sorriso, lenzuola rosse come la luna di Napoli per le due principesse, fumaglie continue e questa sensazione che ancora non ti abbandona, rotolare nel tempo e nello spazio come dadi lanciati da mani ignote, ma senza mai cadere..nulla a farti male, perchè anche se è italia stai parlando in spagnolo e in inglese- l'hai fatto per continuare a sognare, e la tua batterista inglese occhioazzurro ti reggeil gioco implicitamente richiesto dal fatto stesso di parlare nella lingua che avete comune, lontane entrambe dai vostri mondi nonostante ci siete, nel tuo, e gioia sono i volti amici, e la casa torna ad essere di quattro nonostante il marmo è freddo e non ti piace nemmeno il colore
-l'hai visto oggi, ma non potevi fare altro che appoggiarvi la testa per cercare di penetrare, hai bussato ma nessuno ti ha risposto, nemmeno un fiore a salutarlo, solo lacrime.
tornano i sorrisi, ed è quasi timida la bocca che si schiude in casa tua, quasi ad aver timore di emettere un grido e non una risata, o che la risata stessa suoni sgraziata ed eccessiva.Invece due bacchette a segnare un ritmo sulla spalliera di una sedia bastano a far ballare tua mamma su una gamba sola per il dannato menisco, e tu ritrovi la vena cabarettistica per regalare due minuti di show, prima di tornare in te e realizzare, testa contro il muro, che dormire è meglio che stare svegli, quando l'incubo sta in tutte e due le fasi.hai ancora il cioccolato in bocca e già devi scappare di nuovo, lassù al nord qualcuno ancora ti ama, e tra una settimana devi riportare lacrime e gioie dall'altra parte del mare, assecondando il perenne rotolare della burbuja..e nonostante tutto, puoi chiamarti fortunata, anche se la faccia nello specchio piega ancora la bocca all'ingiù e tu devi correre perchè dalla cucina qualcuno ti chiama.

lunedì 26 marzo 2007

e un'altro anno è passato...

un mese che non scrivo. un mese in cui è successo di tutto. qua i giorni scivolano via e la cognizione del tempo e dello spazio si dissolve.non sai mai chi sei, nè perchè nè quando. essere. essere e basta. non lo facevo da una vita. e mi piace. qua è già estate, e il sole bacia la sabbia, e la pelle inizia a prendere colore. si ritorna in spiaggia, senza i tuoi amici che da qualche parte, dispersi per i paraggi di Buenos Aires, bevono mate e ti inviano mail dicendo che lo hanno fatto pensandoti. un abbraccio lungo una costa. Ed ecco che ancora una volta, spiaggia e argentina si fondono, nei contorni multicolore di asciugamani e percussioni. e torna la vita, in spiaggia, iniziando dalla vigilia del tuo compleanno. il cielo ti regala di passarlo con una banda di scalmanati e allegri percussionisti, detti "buena onda". Che vuol dire, in una parola, tutto. I sorrisi, la gioia di vivere, ballare in spiaggia e giocare a palla, fare casino, e tutto il mondo là a guardare te e Frances sorridendo di riflesso alla vostra gioia tutta argentina fatta di niente, della semplicità di sorridere e giocare e ballare. Torna la gente a chiamarti "tana, tanita" il tuo caro soprannome che pensavi nessuno più ti avrebbe ridato dopo la partenza dei mitici tato, luciano, seba, claudio e compagnia. Invece sei là in spiaggia, con altri argentini, ancora una volta, di buena onda, e basta parlarsi un attimo per essere amici, fratelli, per chiamarsi "hermano", aspettare la mezzanotte che è quella del tuo compleanno mentre l'ultimo raggio di sole in spiaggia vi saluta, e marcelo esordisce con: "guardate, l'ultimo raggio di sole in spiaggia, sta tramontando e illumina i migliori, che siamo o saremmo noi, la gente felice, i più simpatici, quelli che se lo meritano. "alza la sua birra, indica il sole e: tanita, a medianoche va a ser tu cumple. il compleanno è un giorno speciale, e anche se non ti conosco bene, la tua faccia mi dice che non è proprio un bel periodo. beh, italiana occhi tristi, a mezzanotte tutto ciò cambierà. a medianoche vos sos la Reina, la reina de la noche. Acuerdatelo. " E reina sono stata, difatti, con tanto di corona in testa e guanti neri, mezzanotte a casa a bere ricordando lo scorso anno con la notte bianca di milano, mentre ora a farti gli auguri è gente dal mondo, e ti sembra strano, e sei circondata da amici inglesi, francesi, spagnoli, italiani.. e si continua, telefonate ke arrivano e ti sposti in un appartamento argentino, dove gente che manco ti conosce ti ha pensato come fossi na sorella, preparandoti feste e regali a sorpresa che non ti aspetteresti, vorresti piangere dall'emozione, ma sei troppo ubriaca per farlo..e via allo Stereo, a ballare e fare foto, sorrisi...due ore di sonno a casa (due davvero, 9-11) e alle 12 tapas al Lizzaran.
Ti rubano la borsa, te ne fotti, e via al Parco Moran, dove i tuoi percussionisti ti cantano Feliz cumple, e il giorno trascorre in musica, e risate, e muoverti al ritmo dei tamburi con una ballerina di samba brasiliana conosciuta al parco, tutto il mondo a guardarti e sei felice, nessun problema oggi e tanta felicità, il tuo corpo è materia che si muove al ritmo della musica, ed è gente che non parla la tua lingua ma sono la per te a cantarti la canzoncina, Bombon, tanita, a farti sorridere, a insegnarti ancora una volta che non è la comunanza di lessico che aiuta, ma la maniera di essere dentro, il corazòn conta, el alma, e tutto è vita e colore. oggi mi sveglia un nuovo sole, con incubi italiani molto prossimi, ma hai avuto i tuoi sorrisi e in mezzo a questi c'era il tuo papi, a strizzarti l'occhio e inviarti angioletti che te cuiden..a prendersi cura di te, inviandoti la carezza di colori e musica, e baci nei raggi di sole. 22 anni. il numero del loco, in argentina. il 22. la vita si preannuncia differente. ma qual'è la vera vita? la vida es sueno, semplicemente. e se è così, continuate a regalarmi il vostro arcobaleno, e non vorrò svegliarmi più.

mercoledì 21 febbraio 2007

Ancora Italia...

I know, you love the song but not the singer
I know, you've got me wrapped around your finger
I know, you want the sin without the sinner
I know
I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
...I know....
I know, you cut me loose in contradiction
I know, Im all wrapped up in sweet attrition
I know, its asking for your benediction
I know,I know
I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
I know
I know

I know, the past will catch you up as you run faster
I know, the last in line is always called a bastard
I know, the past will catch you up as you run faster
I know
I know.


Matera. Po
rta sempre con sè un certo malessere, anche se sorrisi. Sono di nuovo in Italia, lasciando casa "mia", con le sue finestre aperte sul mondo stile colosseo, e operai argentini troppo chiacchieroni che mi regalano maglie e parlano di storia, e i rimproveri del dueno, i pianti, le paci, i baci, i sorrisi, le valigie alla stazione, l'acqua, la resaca, la flaca, la rubia nel black dog, cartoline e promesse a riannodare le fila della storia prima di salire sul treno e bloccare il "rec" sul nastro spagnolo. Girare la cassetta, accendere "play" dove si era interrotto quello italiano. Le due vite si inseguono, ma fra i due lati il "b" per ora rimane il migliore. L'arcobaleno e il caldo si spengono a Roma Ciampino, ma basta il sorriso e l'abbraccio delle mie STAR a farmelo tornare. Sono a casa, Roma, il successo non cambia nemmeno di una virgola nessuno, e nonostante biascichi ringraziamenti bilingue (sei ancora inceppata, cacchio), ma sorridi ritrovando tutto com'era e il tuo spazzolino al solito posto alla destra del lavandino, come se non te ne fossi andata ke per un week-end, lasciando là gli oggetti distrattamente, sapendo di ritrovarli al loro posto, dove amorevoli "mani" dei tuoi amici improvvisatisi mamme le avrebbero riposte, per fartele incontrare ancora. il sentirti sicura, e certa. il verde in testa e in bocca. Grazie, amici.

Ieri Matera. Pianto, occhi neri. Di colpo apro l'armadio, afferrando tutte le tue cravatte e indossandole. il resto è la testa che picchia forte contro il muro, fino a che l'alt è una chiazza rossa sul pavimento che arriva direttamente dal naso. Non sono ancora adulta, per affrontare l'abbandono. Spero mi perdonerai. Annego il giorno in due mojiti e dietro la maschera da bambola di pezza, ciò ke piu' mi si addice nel ciarpame che è adesso la mia vita.

But show must go on...next stop: Milano.

mercoledì 14 febbraio 2007

Chiedimi se sono felice

chiedimi se sono felice. oggi. oggi la giornata è stata produttiva, o forse no.
potrei essere felice ugualmente.
ho scritto e inviato un racconto.
ho mandato mail.
ho pensato alla tesi.
ho preso appunti.
ho pensato (molto importante).
ho pianto.
ho scoperto che la tortilla riscaldata è meglio di quella fredda.
ho parlato con Davide. (San Valentino :) )
ho pianto.
Ho riso.
successivamente mi sono scottata alla piastra, ho ripianto subito dopo.
ho abbracciato frances, e l'ho vista disegnare.
ho mangiato un bacio perugina.
ho le foto del concerto dei Qualude a Murcia. ( fantastiche).
ho scritto.
ho guardato il telegiornale.
ho fumato un porro con miguel parlando di cinema.
Tutte ste cose in due lingue.
"Ma..... posso essere felice con poco" vero Carmen?
ebbene sia, oggi posso dirmi "felice".
non voglio andare via. questa è davvero casa mia. una casa che ho sempre sognato, forse esisteva. la casa della pace. questa casa è una carezza sulla guancia ogni volta che vai a dormire, e il buio è ovatta protettivo, i ritmi della gente che vive con me qua si incastrano perfettamente meglio delle voci di un canto gregoriano, è tutto sereno, la maniera di parlare, di essere, e non c'è niente da chiedere, un abbraccio, una mano sicura, una spalla su cui piangere, ridere, essì che siamo di 4 posti diversi, inghilterra-italia-spagna-america e c'è una tale armonia che no lo diresti mai. pace. serenità. e film e dormire il pomeriggio. la paella di miguel. uscire, divertirsi. concerti, risvegli coi Led Zeppelin.
baci, camomille, canne, caffè, risate, disegni, matite, trucchi, pub, sangrie. Può essere un nuovo inizio.
intanto torno in Italia tra poco..che ansiaaaaaaaaaaaaaaaaa!!

venerdì 9 febbraio 2007

LIFE IS CHANGING..(maybe)..

cambiamenti in corso in tutto, per tutto, con tutto e di tutto.
il tempo per scrivere è sempre poco e "malo".
non ho parole, e questa mancanza mi svuota, non posso studiare perkè mi manca qualcuno, insicurezza....
cerco la tua mano e non la trovo, il ricordo è freddo e caldo e fa male, star nel mezzo, fa male.
ad ogni modo....
ho cambiato casa, adesso vivo con Frances. ho una camera mia, con le pareti azzurre.
il cielo in una stanza.
ed è bello, quasi una famiglia, risvegli rock and roll, studio e tante risate, chiacchiere fino a tardi,
musica, e parlare di tutto, inglese, spagnolo, italiano, mescolanze di culture e fatti e persone e parole e lingue.
manca qualcosa, perchè sia perfetto. qualcuno. o tutt' e due.
scriverò meglio in seguito, oggi ho appena finito gli esami e la noia prende il sopravvento cedendo il passo a parole stanche e senza senso.
ho sperimentato l'insicurezza davanti al foglio bianco, in un esame del kazzo dove la dignità ha deciso repentinamente di abbandonarmi, e non è facile, cercare di fare la donna quando quello ke vorresti è l'abbraccio vero, e non quello di due coperte morbide sotto le quali speri di soffocare l'angoscia per sentirti, in un certo qual modo, a casa.
Penso, penso, penso. paradossalmente, il pensiero schiaccia il linguaggio rendendolo insulso, insulto. e paradossalmente, tutto quello ke sto pensando, non rassomiglia nemmeno lontanamente alle porcherie che ho scritto.
fumerò una sigaretta.
hasta pronto.

lunedì 8 gennaio 2007

Yo, Fernando

poesie di Pessoa, non ho voglia di scrivere.
e poi, lui e' piu' bravo di me nel dire. Lui e' il maestro. Un dio.
e siamo sempre insieme.

SI MUERO PRONTO
Si muero pronto,
Sin poder publicar ningún libro,
Sin ver la cara que tienen mis versos en letras de molde,
Ruego, si se afligen a causa de esto,
Que no se aflijan.
Si ocurre, era lo justo.
Aunque nadie imprima mis versos,
Si fueron bellos, tendrán hermosura.
Y si son bellos, serán publicados:
Las raíces viven soterradas
Pero las flores al aire libre y a la vista.
Así tiene que ser y nadie ha de impedirlo.
Si muero pronto, oigan esto:
No fui sino un niño que jugaba.
Fui idólatra como el sol y el agua,
Una religión que sólo los hombres ignoran.
Fui feliz porque no pedía nada
Ni nada busqué.Y no encontré nada
Salvo que la palabra explicación no explica nada.
Mi deseo fue estar al sol o bajo la lluvia.
Al sol cuando había sol,
Cuando llovía bajo la lluvia(Y nunca de otro modo),
Sentir calor y frío y viento
Y no ir más lejos.
Quise una vez,
pensé que me amarían.
No me quisieron.
La única razón del desamor:
Así tenía que ser.
Me consolé en el sol y en la lluvia.
Me senté otra vez a la puerta de mi casa.
El campo, al fin de cuentas, no es tan verde
Para los que son amados como para los que no lo son:
Sentir es distraerse.




HE PASADO TODA LA NOCHE SIN DORMIR
He pasado toda la noche sin dormir, viendo, sin espacio tu figura.

Y viéndola siempre de maneras diferentes de como ella me parece.
Hago pensamientos con el recuerdo
de lo que es ella cuando me habla,
y en cada pensamiento cambia
ella de acuerdocon su semejanza.
Amar es pensar.
Y yo casi me olvido de sentir sólo pensando en ella.
No sé bien lo que quiero,
incluso de ella,
y nopienso más que en ella.
Tengo una gran distracción animada.
Cuando deseo encontrarla
casi prefiero no encontrarla,
Para no tener que dejarla luego.
No sé bien lo que quiero,
ni quiero saber lo quequiero.
Quiero tan solo
Pensar en ella.
Nada le pido a nadie,
ni a ella, sino pensar.


sono triste, triste triste.
T R i S T e.
alba, dove sei?
e tu, mio babbo..?
Ti amero' per sempre.

martedì 2 gennaio 2007

2007: Odissea nello Sfascio


eccoci qua a salutare questo neonato, avendo chiaramente fatto passare un giorno di silenzio a causa della "botta" che il Capodanno DArk ha lasciato dietro di Sé.
bella la festa, bella la gente, bello tutto, insomma.
ragnatele, neri ovunque, e rock, tanto da stare male, e baci e abbracci, è mezzanotte, auguri.
si aprono gli spumanti e si torna a ballare sulle note già tante volte vissute e amate, gruppi che hanno fatto la tua storia e vita, e la musica del foniko-ali-argentate si alza, e polvere, e grida di soddisfazione, e teste ritmiche a muoversi su e giu', scuotendo chiome improbabili figlie dei nostri travestimenti, voglie protate alla ribalta, amici, amanti, amori, sapori, sorrisi, liquori, telefoni perduti, telefoni ritrovati, pensieri sacri e profani, pensieri andati, lacrime che spingono per uscire,- poi ricacciate indietro dall'ennesimo mojito-.
tutto bello, tutto paradossale.
ora nuovo anno, è compito tuo raddrizzare sta curva dell'isocosto ..che come ben sappiamo, cresce fino a un certo punto, e poi precipita.
spostiamoci su profitti monopolistici, per favore.
il palcoscenico, almeno per una volta, sarà mio.
buon ANNO! a tutti!

domenica 31 dicembre 2006

bye bye 2006

oggi la giornata è iniziata male...
qualcosa di simile a un rospo continua a giacere nella mia gola...non lo ingoierò mai..
mi sento abbandonata.
e oggi intanto è già la fine dell'anno.
l'ultimo fottuto giorno di questo 2006, che porta la firma di mio padre.
figlio di puttana, te lo sei portato via. come hai potuto? me l'hai strappato via, il mio povero padre.
spesso penso al suo corpo, chiuso dentro un cassetto di mattoni.
non realizzo. non voglio. la gente dice che reagisco bene, che se non altro sono una brava attrice. che mi devo dare da fare. che devo sorridere. che devo fare come se lui fosse vivo. che ora lui sta meglio.
la gente dice, dice un sacco di cose. non ho piu' orecchie.
stamattina ho riletto la Pioggia. e 1964. e un mucchio di altre cose. mi stupisco di come non possano cadere le lacrime, nonostante la forza di gravità sia uguale dappertutto sulla terra. le lacrime rimangono sospese, non escono. E' come se piangessi al contrario. il cuore una spugna, gli occhi asciutti, lo stomaco in subbuglio e senza voce, nemmeno per gridare.
festeggerò ugualmente. Stasera è la mia sera. la mia notte. E domani è tutto per me.
Come mi hanno scritto in un messaggio, se non ci fossero fini così atroci non sarebbe così importante ricominciare.
Credo che gli uomini abbiano inventato il Capodanno per questo, per avere la certezza che strappando il 31 dal calendario tirino via un pezzo di vita, 365 giorni, e ricomincino. l'homo senex saluta l'Homo puer.
io saluterò il 2007 con la speranza del pescatore che butta l'ennesimo amo in un canale ormai quasi secco. la speranza in un miracolo. in una moltiplicazione di frutti, risultati, sorrisi, soddisfazioni. tutti da vivere, tutti da dedicare a quel gran signore di mio Padre.
per lui con lui in lui. e ora io cerco nella memoria, e voglio non trovare il corpo bianco e freddo, ma la sua vita, quella vera. ancora adesso è come se mi giro, e lui fosse là.
angoscia, per favore vai via.
silenzio, taci anke tu una buona volta.
Voglio parole, e musica, e tanto rock 'n roll, e luci, e drugs, e completi di pelle e pizzo nero, e smalti che raccontano di giorni complicati, e un bordo nero e spesso intorno all'occhio, che la dice tutta se perfino Mr. Brian Molko ci ha tirato su la splendida Black-eyed: "a product of a Broken Home".
Voglio amici e i loro sorrisi, le loro braccia sempre pronte, braccia che ti dicono il bene disinteressato e puro, braccia come calde coperte morbide intorno al corpo. Sorrisi come perle, da conservare con cura per i giorni di pioggia che verranno.
Voglio l'ebbrezza della mezzanotte, e di un conto alla rovescia.L'illusione di un riscatto. Guardare il cielo e dirgli: beh, io sono ANche questa, ma ti amo lo stesso.
Sentire la sua carezza tra i capelli, sul viso che la luna si divertirà a bagnare d'argento.

Addio 2006. mi Bruci sulla pelle come il marchio a fuoco su una povera bestia d'allevamento.
Ma io sono piu' forte di te. Giungerà la mezzanotte, e un secondo dopo in una notte Dark un trozo de alma si staccherà da terra, pieno di vita propria, e mi dirà Addio con la mano, per non tornare mai piu'.

Aspettando cicatrici immediate,

Buon 2007 a tutti.

venerdì 29 dicembre 2006

Requiem Aeternum

un mese fa mi ha abbandonato mio padre.
ciò spiega questo silenzio.
e ora sono qui a girare in casa, e ogni oggetto dice: Babbo! con voce sgomenta.
nessuna altra parola, se non che in cielo, direttamente dopo Dio, viene Papà (come diceva Mozart).

per te, amore mio.
Delia Elena San Marco
Nos despedimos en una de las esquinas del Once.
Desde la otra vereda volví a mirar;
usted se había dado vuelta y me dijo adiós con la mano.

Un río de vehículos y de gente corría entre nosotros;
eran las cinco de una tarde cualquiera;
cómo iba yo a saber que aquel río
era el triste Aqueronte, el insuperable.
Ya no nos vimos y un año después usted había muerto.
Y ahora yo busco esa memoria y la miro y pienso que era falsa
y que detrás de la despedida trivial estaba la infinita separación.
Anoche no salí después de comer y releí,
para comprender estas cosas,
la última enseñanza que Platón pone en boca de su maestro.
Leí que el alma puede huir cuando muere la carne.
Y ahora no sé si la verdad está en la aciaga interpretación ulterior o en la despedida inocente.
Porque si no mueren las almas,
está muy bien que en sus despedidas no haya énfasis.
Decirse adiós es negar la separación, es decir:
Hoy jugamos a separarnos pero nos veremos mañana.
Los hombres inventaron el adiós
porque se saben de algún modo inmortales,
aunque se juzguen contingentes y efímeros.

Delia: alguna vez anudaremos ¿junto a qué río? este diálogo incierto y nos preguntaremos si alguna vez, en una ciudad que se perdía en una llanura, fuimos Borges y Delia.

Jorge Luis Borges - El Hacedor



Ti amerò per sempre.

giovedì 23 novembre 2006

Divertiamoci...

per la prima volta posto un test, ma solo perkè me l'hanno forwardato in myspace e non ne ho mai postato uno, e sono a matera a fare l'infermiera a mio papà tra flebo e chiacchiere con un infermiere, (ma guarda un pò) dell'ANDALUCIA..
lo spagnolo mi segue, per fortuna.
scriverò meglio oggi o domani, ora mi diverto un pò..!

1) Da quante lettere e' composto il tuo nome?
sette
2) L'ultima persona con cui hai parlato al telefono?
Davide
3) Cos'hai trovato nell' uovo di Pasqua?
boh, chi si ricorda..sicuramente qualcosa che faceva cag.......
4)Hai gia' festeggiato il tuo compleanno quest'anno?
SI, ma tra un pò di nuovo....2006 finisciiiii ti odioooo
5) Un personaggio dello star system che manderesti a lavorare in fabbrica?
Paris Hilton
6)Come sono le mutande che indossi?
Nere
7)L'ultima volta che sei stato/a dal medico?
inizio mese, in SPagna, per un attacco di paniko...(romi, ne sai qualcosa???)
8)Ti e' mai uscito qualcosa (cibo o bevande) dal naso perche' stavi ridendo troppo?
Quasi sempre...una volta però ricordo che ho emesso una linguina intera (mangiavamo pasta con le cozze a Metaponto a casa di Annalux...
9)L'ultima cosa che hai mangiato?
Crackers alla pizza (in realtà li sto ankora mangiando..)
10)Se alzi la testa appena sopra al monitor cosa vedi?
il muro, e pile di medicinali...
11)L'ultima cosa che hai comprato in autogrill?
Sigarette
12)Hai letto i libri (almeno uno) di Harry Potter?
il bambino con gli okkiali mi sta sulle palle....
13)Che nominativo corrisponde al 10^ nome della rubrica del tuo cellulare?
Becky (england)
14)L'ultima volta che hai fatto il bagno nel mare?
il 5 novembre...non skerzo!
15)L'ultima volta che sei stato/a al cimitero?
un bel pò di tempo fa...
16)Hai mai ricevuto una telefonata (x te) dopo 1/2 notte sul telefono di casa (dei tuoi genitori)?
SI...ma avevo abbassato la suoneria...
17)Un frutto che proprio ti fa schifo?
No, non ce ne sono.
18)Ricordi l'ultima volta che qualcuno ti ha chiesto il tuo numero (con l'evidente intenzione di provarci)?
al COYote Ugly, al puerto..ma gli ho detto ke avevo 15 anni(ci ha creduto, of course)
19)Racconta una gaffe (la figura di merda) che hai fatto.
In un colpo solo sono stata capace di rovesciare....TUTTE le bibite che erano su un tavolo (eravamo in sei, quindi sei cocktail) SUI vestiti dei legittimi proprietari!
20)Ti piace Donnie Darko?
il film, si.
21)Alle medie eri innamorato/a del tuo/a compagno/a di banco?
Si, gli ho anke dato il primo bacio, ma ora è un angelo....non c'è piu'. Ciao Rock...
22)Hai i capelli lunghi o corti?
medi..( se può dire?)
23)Da bambino/a hai mai fatto la classica domandona "cosa sono esti?" (riferendoti ai profilattici)?
indoviniamo..Chiaramente si...! :D
24)In che anno sei nato/a?
1985
25)Con quale mezzo andavi a scuola?
con l'auto di papi...
26)L'ultima cosa che hai comprato quanto costava?
4 euro (il biglietto dell'appulo lucana)
27)Hai mai riciclato un regalo?
OVVIAMENTE...SI!!!
28)Hai mai detto apertamente a qualcuno che ti aveva fatto un regalo ti aveva preso qualcosa che non ti piaceva?
si, a mio papi, gli ho detto: "beh, questo te lo puoi anke tenere"...adesso mi pento per tutto ciò ma lo que ha pasado ha pasado
29)Gusto preferito di ghiacciolo?
Menta
30)Di che colore il tuo spazzolino da denti?
BIanko
31) "Madagascar" fa rima con...?
Joder, TEng0 que ir a ESTUDIAR......................!!!!



hasta luego.
xxxx

venerdì 10 novembre 2006

così per parlare...

ricognizioni di fatti, non mi va di farle ma forse mi fa bene.
la pscioterapia scribendi già non mi aiuta, e troppo spesso i miei costrutti sono sporchi, retaggi del "pensare in castellano".
sottofondo triste-moltheni che mi parla di circuti affascinanti ma per me sti circuiti sono dei veri e propri "corti".ma pazienza.
che frustrazione quando il corpo ti sparisce e al suo posto larga una maschera di gomma ti avvolge. essì che questo non ti basta però ad attutire gli urti della vita, mi sembra di camminare al buio in un corridoio fatto di spigoli, mi fa male tutto e in piu' sono pesante, pesante, pesante.
il troppo bere mi sta sformando ma è un circolo vizioso, la fame bulimica torna ma senza conseguenze, anzi, cucino per coccolarmi, e poi bevo per dare uno schiaffo al fegato, che perenne contraddizione...tuttavia, il farmi bene del mangiare e il farmi male del bere vanno nella stessa direzione...il mettere su quintalate di orribile grasso. lo specchio sfugge ogni mattina.
ti svegli, e già inizi a "cagarti"( come si dice qua) in qualsiasi cosa: en la vida, en la puta, en dies ( per non bestemmiare). un giorno spiegherò che significa quando uno spagnolo si "caga" in qualcosa. ora no. basti sapere che è una maniera come un'altra di imprecare, e riprendendo il discorso, ecco..mi sveglio imprecando. poi sigaretta, e litri di caffè, ma la resaca del giorno prima continua a martellarti con chiodi a elle dentro la testa. e mentre prepari traduzioni in powerpoint mangiando crakers (di riso) e chorizo una telefonata basta a farti cadere il mondo addosso.
ebbè. mika mi kiamo Atlante. ma basta con la depressione, parliamo d'altro.
per esempio di Barcelona.
ci vado a fine mese carica di speranze, e lei tranquilla tranquilla riesce a essere la speranza delle speranze, il significante della speranza, insomma..LEi. Barcelona. incredibile, bellissima di una bellezza disarmante, l'arte si respira a ogni passo, e mentre cammini nella rambla in mezzo ai mimi che da ogni lato cercano di farti spaventare ti accorgi che in realtà sei al centro di un disegno di mirò. prendi la metro, scendi e vedi la Sagrada familia. e là non puoi non piangere, come la piu' scontata dei turisti ( o per lo meno delle persone che sanno apprezzare un'opera d'arte incredibile come poche). il fatto è ke l'arte di barcelona non è quella che sei abituato a vedere. nel senso, capitelli ionici, ultime cene, insomma..prospettive e figure tonde e rettangolari, di quelle che ti bastano per rassicurarti che la vita è davvero così come la si vede nel Tondo Doni.
NO. Barcelona è angoli, e deformazione, e urla ,i palazzi urlano, i quadri di mirò stridono, e ti raccontano a suo modo di gente che studiava la realtà ma solo per deformarla a suo capriccio, o a suo vantaggio. Studiare l'ordine del mondo per creare un caos in cui sentirti a tuo agio, insomma. E questo lo pensi mentre sei seduta sul divano in pietra piu' lungo e piu' comodo del mondo, che è quello che circonda l'esterno di casa di Gaudì. che solo a vedere la Sagrada pensi ke è pazzo. poi vedi dove kazzo ha deciso di andare ad abitare e già ti sta simpatico. ma quando ti accorgi di quello ke è davvero casa sua, beh, lì è amore signori miei. e non dico altro se non ANDATECI.
la sera, beh, giri immensi al porto, finiamo a una festa su un centro sociale mobile, ovvero allestito su un immenso barcone dove la gente davvero ci VIVe. difatti parlando nella stiva con uno dei Padroni di "casa" apprendo che loro girano il mondo così da anni, vivendo dei soldi che si fanno con le feste organizzate in ogni posto in cui attraccano. sono una decina. una perfetta rivisitazione del Decameron. Boccaccio sarebbe impazzito. io sono impazzita per molto meno, come una piante enorme di maria sottostiva, un vero e proprio albero. peccato per il tempo e la pula, che fa sì che salutiamo e andiamo. i giorni seguenti uguali, allo stesso modo belli e pieni di vita. adoro quella città. ADORO tutto.
torno qui, a CASa. e mi fa sorridere che ormai penso a casa mia come questa. ad Alicante. ma ho mai avuto una casa? e poi, esiste davvero una casa, un focolare, qualcosa a cui tornare? non torniamo forse in quel "buco che chiamiamo casa" (brian molko ti prendo in prestito..) solo per rassicurare la nostra ipocrisia che c'è un posto in cui possiamo toglierci la benedetta maschera..?in cui possiamo prenderci Tempo, con l'illusione che ci sia davvero?
per me casa mia è qui,ora, ma forse lo è stata da sempre. non si vive mica una sola vita, in fondo.
magari vivo qua da quando sono nata, senza saperlo.
alla fine hai ragione tu, AMICO, che dentro un filo mi regali geniali motivazioni per continuare a vivere, essendo felice. hai ragione quando mi dici che CARLO V parlava tutte le lingue dei paesi del suo impero, perfettamente, e questo perchè: "si vivono tante vite, quante lingue si conoscono".
Sento che questa vita mi piace di piu'. è una vita tutta mia, e io già non sono quella che ero. con questa vita ci farò un vestito di seta, principessa di un regno dove tutto e buono e bello, e il sole anche a novembre ti bacia con la stessa identica forza, per regalarti un sorriso.Cercherò di non rovinare anche questa. adiòs.

lunedì 23 ottobre 2006

ADDIVEDERCI

addio...o arrivederci?
i giorni passano qui, e c'e ankora il sole caldo sulla pelle e sabbia ovunque.
non ci andavo da un po', a dir la verita', coccolandomi nel letto mangiando giuggiole in compagnia di becky mentre guardiamo Nemo in inglese - Nimo, per come lo pronuncia lei- e tossiamo a turno, con la sincornia perfetta di due lancette d'rologio (in cui chiaramente io sarei le ore e lei i minuti).
il venerdi cena da tato per il suo compleanno, grasse risate ma un nodo in gola quando mi dice che tra una settimana parte, per non tornare piu'. siamo sul terrazzo a bere mate dopo cena, mate e ruhm, fumando sigarette mentre mi parla dei tramonti di buenos aires, tramonti lunghissimi e caldi, il sole sembra quasi non voler scomparire-mi dice- e ,vedi, e' questa la magia che...Tanita, ma sei triste?
non parlavo. semplicemente cercavo di fissare nella mente i suoi lineamenti, la sua faccia, ogni singolo tratto, le mani, le braccia che chissa quanto bramano di stringere un'altra volta la sua "señora", come la chiama lui, o di prendere in braccio i suoi nenes, un maskietto e una femminuccia di cui mi mostra orgoglioso i messaggi: "papi torna presto, feliz cumple, ti amo e mi manchi."
mi manchi.
anche a me mancherai, tato, mi dico. e forse lo dice anche la mia faccia, perche' lui si ferma e continua a dirmi che hai tanita, que pasa tanita, sei triste? non devi essere triste tanita, non voglio che tu sia triste. abbiamo ancora una settimana per vederci e poi chi puo' dire cosa ci succede, tana? il mondo e' cosi' piccolo, il destino cosi' fantasioso. e ti dico una cosa.
pausa. butta l'erba, ne sistema della nuova. l'aqua scorre bollente sull'erbamate.gira la "bombiscia" nel bicchiere, e mentre me lo porge mi dice:
"oyeme. potro' avere 40 anni, 50, 70, potro' avere nipoti, e figli dei nipoti, ma NUNCA - aspira il fumo- NUNCA potro' scordarmi de vos, tanita. llevare conmigo tu splendido recuerdo, el recuerdo de la tanita, y como se tomaba el mate, y como borges la encantaba.
naturalmente ho iniziato a piangere, non so se di felicita' o di tristezza..
e ieri in spiaggia, era cosi' dolcemente malinconico, una sottile sensazione di sofferenza, il presagio di qualcuno che se ne va, e mentre bevevamo mate con tato, e seba, e luciano, non reggo e corro a sedermi dietro di lui, lo abbraccio e gli dico: te extrañare. ya ahora te extraño.
e lui : no, tana. ascolta: io ti chiamero', te lo prometto. ti kiamero' dall'Argentina, da li', da cosi' lontano, tu non lo credi ma io te lo assicuro, ti chiamero' e parlero' con la mia Tanita, e ti aspettero' sai? ti aspettero' in quella Buenos Aires che tu dici che ti incanta, e mi dirai, e berremo ancora mate e rideremo tana. e anke se non ci dovessimo incontrare piu', beh...ogni volta che berro' mate ci sarai tu, nei miei ricordi, e ci faremo compagnia, amici di una vita que ya no vuelve. todo se aleja. `pero' sorridi. e tutto il buono che hai dentro, portalo con te.
e' sera, torniamo a casa. vado a vedere il real. tutto normale, e poi un messaggio:
"yo te dije tanita que nunca me olvidare' de ti. ya anote' tu numero de movil en mi ajenda. para nunca olvidarte.te quiero tanita. "

anke io ti voglio bene amico, gli scrivo.
non mi sono mai trovata di fornte a un addio del genere. e siccome il mondo e piccolo e nunca se sabe lo q pasa, ebbene , ke questo sia un'addivederci, e fara' meno male ingoiare la pillola di cui gia' sento il sapore amaro in fondo al palato.

ADDIVEDERCI

martedì 17 ottobre 2006

No...No..No...

la testa immersa a pensare da ieri
mentre lo spessore delle mie unghie si accorcia
non sono mai stato così fragile
e sanguino felice dietro un paio di occhiali scuri
e il sole mi guarda e
nella testa un solo pensiero:
ne morirà
sta per morire
non morirà
non deve morire
non morirà.


canzoni, perchè non riesco a scrivere, ma David Bowie ha già pensato di scrivere qualcosa per me.

PAROLA SULL'ALA (Bowie)
In quest'era di profonda illusioneSei entrato nella mia vita uscendo dai miei sogniNon ho bisogno di un altro cambiamentoNonostante tu sia penetrato a forza nel mio schema delle coseTu dici che stiamo crescendo, crescendo anima e corpo In quest'era di grande illusione Sei entrato nella mia vitauscendo dai miei sogni Dolce nome, sei rinato per me Dolce nome, sei rinato per me Oh dolce nome, ti chiamo di nuovo Sei nato di nuovo per me Solo perché credo non significa che io non pensiDi dover mettere in discussione tuttoin paradiso o all'inferno

Signore, m'inginocchio e t'offro la mia parola su un'ala
E sto provando in tutti i modi di rientrare nel tuo schema delle cose
E' più sicuro di un terreno estraneo
Ma ancora tengo a me stesso
E non sto in piedi nella mia propria luce
Signore, signore la mia preghiera vola come una parola su un'ala
La mia preghiera vola come una parola su un'ala
La mia preghiera rientranel tuo schema delle cose?
In quest'era di profonda illusioneSei entrato nella mia vita uscendo dai miei sogniDolce nome, sei nato di nuovo per meFino a quando vedrò, non fermerò la visione che mi appareGuardo due volte e tu ancora appariFino a quando potrò camminareTi camminerò a fianco, sono vivo in teDolce nome, sei nato di nuovo per me
E sono pronto ad adattarmi allo schema delle cose
Oh, sono pronto ad adattarmiallo schema delle cose


QUALCUNO MI AIUTI.

sabato 14 ottobre 2006

jet lag...

apriamo questo post dicendo che ho una "puta resaca " da stamattina, che sarebbe poi la sbronza, ma comunque.
apriamo anke dicendo che il titolo del post è mutuato dalla felice espressione che Kalao ha scelto per il suo nick in chat, e forse per identificare una vita (la nostra) tutta intera, ma comunque.
jet lag....infiniti viaggi. mi sembra di essere su una macchina del tempo impazzita che per qualche divina congiuntura astrale viaggia senza che nessuno possa fermarla.
Spagna-ITalia-Spagna.
o meglio: Alicante-Valencia- Bergamo-Milano. all'andata.e poi
di nuovo: Milano-Bergamo-Valencia-Alicante. al revés. (al contrario).
e poi: Alicante-Catral. Catral- Alicante. il tutto in una settimana.
e forse, a fine mese: ALicante- Granda -Cordoba, o Alicante-Barcelona.
da vedere.
Milano
la cosa buffa è stata passare dall'estate piena ai maglioni e piumoni, e dormire sotto una coperta calda e appoggiata alla sua spalla, una abitudine antica che ti mancava eppure l'hai vissuta come in un sogno. d'un fiato. e svegliarsi con l'odore del caffè che puntualmente si brucia, e con il sapore dei baci che avevi iniziato a dimenticare persino come si davano, il gusto delle sue labbra, le sue mani, e guardarsi negli occhi scoprendosi come per la prima volta, il freddo che ti fa starnutire e il desiderio del latteecaffè caldo con tanta marmellata e tante coccole, HaiVistoSonoTornata.
la casa. tu hogar. y sin embargo, hay algo que te falta.
eccerto, sicuramente qualcosa mi mancava. come ha scritto la mia cacciatrice di Sederi: "la regina dei feaci è tornata, assolata e tuttavia sola. privata degli sguardi che piu' desiderava".
e difatti. ma questa è un'altra storia, e non ne parlerò.
e poi c'era Kalao, e la puntata di All Music registrata davanti al cancello del Palamazda(in ogni caso va in onda il 18, per chi volesse jejejjejeje) e c'era ankora una volta lui, fantastico come sempra, Brian Molko, Biemme per noi, e una nuova seconda fila per me che come in estasi ero là a cantare la disperazione occhineri e lacrime. nere anche loro, chiaro. come il resto del vestiario. quando una persona sa essere coerente. l'altra metà di me va via come le note di Twenty Years, sfumando piano tra baci disperati e promesse di farcela (lo so che ce la fai, lo so che ce la fai, cazzo, sei il migliore!!!) e attese, lunghissime, perchè spero di vederlo al piu' presto.
Con la mia metà lo stesso. sempre piu' difficile vedersi, ma adoro le prove e ne stiamo venendo fuori meglio di quanto pensassimo, in fondo, non tutto il male viene per nuocere.
(la malinconia mi ruba per un attimo il respiro, solo una settimana fa ero tra braccia sicure e ora sono di nuovo sola, ma passerà. TiAmo.)
Alicante
Di nuovo qui. la turbolenza fisica in aereo divene mentale, non riesco ad affarrare le fila della sotri,al a trama sfugge e si nasconde alla vista e vorrei solo morire, attaccata al gonnellino celeste della hostess che continua a ripetere: VATuttoBene.
Fumo un porro nel treno grazie a un angelo vestito da una 20enne valenziana muy muy amable, che mi invita a seguirla nel bagno, ed io come fosse la cosa piu' naturale del mondo obbedisco, sostenendo nuove conversazioni nell'altra lingua. fumo e penso che in fin dei ocnti sono a casa. quasi piango per la gioia quando mi rendo conto che mi fa caldo solo perchè arrivo dalla città fredda e quasi a conservarlo, quel freddo, ho ancora su la felpa e il gilet imbottito.
guardo il termometro fuori in stazione. 36 gradi. ME encanta, e inizio a spogliarmi. il caldo della città è lo stesso degli abbracci e dei sorrisi, e cioccolate e rum a non finire già dalla prima sera.
ALicante mi esplode dentro con i suoi locali che gridano e ti chiamano, ancora, come se ti avessero aspettato. ritrovo me stessa e sono pronta a ricominciare la vita vera.
ieri sera a Catral, un paesini qui nell'interno. Io romàn e frances nel treno, inghilterra spagna e italia, a parlare di Borges e musica aspettando di scendere.
qui la serata si perde tra fumi di alchool, risate, due concerti rock in un centro sociale, una band spagnola e una olandese, un buenissimo rollo davvero, frances mi dice che le sono mancata e non mi sembra vero che una inglese arrivi a dirmi tanto, mi commuovo e inizio a parlare con tutti, finanche con un sordomuto. era là sulla sua sedia a rotelle e chiedeva il mio nome, scirvendo su dei pezzi di cartone raccattati là vicino. è stato incredibile, parlare con lui scrivendoci in spagnolo.
davvero le lingue sono una invenzione della società civile, ci si può capire ovunque e dovunque, hombres, questo mi ha insegnato Ruben, a cui va il mio saluto e il ringraziamento per aver fatto la sua comparasa nella mia vita.
non parlerò di quello che è seguito, del locale rock dove siamo stati tutta la notte a bere cuba a 2 euro e 50 l'uno, della sorella di Romàn che ho fatto ubriacare maldestramente, di Frances e dei suoi 16 cuba che oggi fanno sì che non si esca...ed è sabato.
que lastimaaaaa!!!