Alcuni giorni fa mi è capitato di vedere un video sui bambini che scoprono di avere un'ombra.
Mi ha fatto sorridere, inizialmente.
Poi ci ho riflettuto un po' su.
Sebbene qualche bimbo sembri aver trovato un nuovo compagno di giochi, o piuttosto un nuovo gioco che li accompagna, la maggior parte dei bambini è terrorizzata dalla propria ombra. Perché?
Se ci pensiamo bene, l'ombra è qualcosa di terrificante.
Se ci pensiamo bene, l'ombra è la proiezione del nostro lato oscuro.
Oscuro, nel senso di oscurato, perché è quella parte di noi non illuminata, priva di sole.
Ma oscuro, anche nel senso di nascosto, celato. Quel lato di noi che non mostriamo; quel lato che forse ci spaventa o può spaventare gli altri e che teniamo ben ben nascosto. Alle nostre spalle. Così, agli altri, possiamo mostrare solo il viso.
Dunque, se pensiamo all'aspetto metaforico e psicologico dell'ombra, i bambini hanno tutte le ragioni di esserne spaventati.
Ma perché noi non lo siamo?
A giudicare da questi pochi secondi di video, sembra quasi che i bambini conservino qualcosa che noi abbiamo perduto. Che non è solo paura. Ma è qualcosa di ancestrale e celato all'interno dell'animo umano con il quale l'adulto, probabilmente, convive. O ha imparato a convivere.
Voi avevate paura, da bambini, della vostra ombra?
E da adulti?
Io non ricordo di averne avuto paura, ma piuttosto ricordo di averci giocato. Ricordo anche di aver subito il fascino della proiezione della mia ombra (però ero anche anche un po' più grandina dei bambini del video).
Cosa rappresenta l'ombra per l'essere umano?
Non lo so, ma mi documenterò.
Nel frattempo, vi consiglio un contest letterario ad hoc: 3Narratori di Salomon Xeno.
Il Libro delle ombre
"Nessun individuo può sfuggire alla propria ombra"
Andate pure a dare un'occhiata, trovate il bando cliccando sul link.
C'è tempo fino al 12 maggio.
Buona domenica a tutti voi! ^_^