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domenica 8 dicembre 2013

Cantucci toscani

 
cantucci bi
 
Questo biscotto rappresenta il tipico "chiudi pasto" toscano da servire con un buon "Vin Santo" ovviamente sempre toscano e possibilmente del contadino... siccome è un biscotto secco che ben si conserva ( anche per settimane in scatole a chiusura ermetica) ben si presta per essere inzuppato nel liquore.
Non sono fra i miei biscotti preferiti ( ormai lo sapete io sono per tutto ciò che è cioccolatoso e farcito), ma da noi è tradizione sotto le feste farli e proprio perché è usanza, anche la ricetta è tramandata ormai da decenni nella mia famiglia così come quella dei cavallucci, altro dolce tipico che sotto le feste in casa mia non manca mai (...grazie mamma :-))
 
Ad essere sinceri l'avevo postata agli albori del blog, ma le foto erano veramente indecenti ( anche se all'epoca mi sembravano passabili) e poi non l'aveva vista quasi nessuno ed invece secondo me merita, anche perché come già accennato si fanno velocemente e si conservano a lungo.

ps: se vi piacciono i pistacchi vi suggerisco di provare anche questa variante...buonissimi!!
 
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sabato 21 settembre 2013

Padellata di uova, patate e speck alla trentina

Dopo  una lunga pausa eccomi di nuovo qua, questa è stata per me un'estate meravigliosa, trascorsa un po' fra luoghi nuovi e altri invece familiari, alla scoperta di nuovi sapori, emozioni e conclusasi  con tanto,  tanto relax cullata dalle acque termali di Ischia in compagnia di amici inaspettatamente ritrovati.
Pur avendo intervallato il tutto dal lavoro, ho avuto veramente tempo per fare tutto ciò che volevo e riposarmi...nota fondamentale visto che il prossimo anno sarà denso di novità...intanto la più bella di tutte...stiamo aspettando il nostro secondo bambino, un altro maschietto in arrivo!! E poi altre che vi dirò piano piano che si concretizzeranno...

Nel frattempo una ricetta tanto facile quanto buona, che ogni anno in montagna non è possibile non assaggiare per poi ripetere a casa...
 
Ingredienti x 4 persone ( dosi puramente indicative, visto che si tratta di piatto unico potete tranquillamente raddoppiarle in base all'appetito):

4 uova di gallina che razzola ( ovvero codice 0 o meglio ancora del contadino!!)
1+1/2 hg di speck
circa 6-8 hg di patate
olio evo q.b. ( o burro se preferite)
sale e pepe q.b.
prezzemolo q.b.

Sbucciare ed affettare sottilmente  con la mandolina le patate, dopodiché sciacquarle e metterle a bagno in acqua fredda per 10 minuti sciacquarle di nuovo ed asciugarle.
Mettere sul fuoco una capiente padella, possibilmente di rame aggiungere l'olio, far scaldare e poi versarvi le patate, farle cuocere su tutti i lati a fiamma vivace in modo da creare una bella crosticina, poi abbassare e cuocere per circa un quarto d'ora. A parte far rosolare le fettine di speck su una padella antiaderente, poi tamponarle su carta assorbente e trasferirle nella padella con le patate; a questo punto fare spazio per le uova ( se vi piacciono più cotte mettete tutto l'uovo, altrimenti prima fate cuocere l'albume e all'ultimo minuto aggiungete il tuorlo), salate, pepate, aggiungete il prezzemolo tritato fino e servite caldissimo.

mercoledì 12 dicembre 2012

Castagnaccio toscano

Questa volta è lui, l'altra volta vi avevo " ingannato" con questo dolce morbido alle castagne che però all'apparenza poteva sembrare il classico castagnaccio, oggi, invece è proprio lui, rustico, basso basso, ricco di sapori semplici e rugoso, come solo il tipico castagnaccio è.

Come la ribollita è un piatto povero tipico toscano, anche se si ritrovano delle varianti anche in altre regioni dove abbondano le castagne. A noi piace semplice con uvetta e pinoli, ma potete anche aggiungerci delle noci. Per me non è il dolce ideale,  preferisco di gran lunga un classico dolce morbido e zuccheroso, ma in casa piace e una volta all'anno tutto sommato anche un dolce meno dolce male non ci sta!
Con questo dolce italiano e tipico di questo periodo partecipo al Contest di Imma " Natale sotto il vischio"

giovedì 6 dicembre 2012

Plum cake di cotechino e spinaci

Ho sperimentato questa ricetta per le feste dell'anno passato ed ha riscosso molto successo, vuoi perchè non è il classico cotechino e lenticchie, vuoi perchè ha una presentazione d'effetto e poi non da trascurare, perchè può essere preparato in anticipo e considerando le mille cose che ci sono da fare quando si hanno parecchi invitati ogni minuto risparmiato all'ultimo momento è sempre prezioso.
Per questi motivo e per la cottura  principale in forno ho pensato che  fosse una ricetta giusta per partecipare al contest di Simona "Il forno delle Feste"


sabato 1 dicembre 2012

Ribollita o minestra di pane

Questa è la zuppa toscana per eccellenza.
Il nome ribollita deriva dal fatto che la  minestra di pane veniva ripassata in padella con l'olio il giorno dopo...per me è veramente la regina delle minestre e non ci sono parole migliori che quelle dell'Artusi per dercriverla: "...questa zuppa che per modestia si fa dare l'epiteto di contadina, sono persuaso che sarà gradita da tutti, anche dai signori, se fatta con la dovuta attenzione...".
Per farla a dovere sono necessari e non negoziabili tutti gli ingredienti elencati e soprattutto la loro qualità, a partire dal pane fino all'olio...Inoltre ci vuole tempo, non si fa con la fretta...si prepara il giorno prima...

venerdì 23 novembre 2012

Frittelle di mele

Il "Mondo di Milla" è sbarcato su facebook, da oggi quindi potete seguirmi anche qui!! Grazie a chi si è già aggiunto e a chi vorrà farlo :-)))

Oggi protagonista del post è la mela, frutto simbolo del trentino Alto Adige dove regna sovrana. Ogni tanto mi piace addentarne una, ma confesso, da irrimediabile golosa,  che mi piace  di più nei dolci...;-)

Queste frittelline possono essere servite  come dolce a fine pasto o come merenda, oppure, per i più temerari come contorno a piatti a base di carne, preferenzialmente di maiale (in questo caso ovviamente senza spolverarle di  zucchero e possono anche essere fredde). A me, in estate,  piace abbinarle al gelato al cioccolato bianco ed inverno ad una crema inglese, ma sono buonissime anche da sole.
Anche questa ricetta proviene direttamente dai monti,  perchè ogni anno quando torno dalle vacanze porto con me una nuova ricetta...Canederli, Kaiserschmarren, Gelato alla vaniglia con frutti di bosco caldiBuchteln...

In extremis, perchè scade oggi partecipo con questa ricetta alla raccolta di Morena


Ingredienti base:
2 mele renette
succo di 1 limone
zucchero semolato o vanigliato o cannella ( a secondo dei gusti) per corspargere le mele  
gelato al cioccolato bianco o alla vaniglia o crema inglese ( facoltativi)

per la pastella: 
farina 150 gr
latte 200 ml
sale 1 pizzico
2 uova di gallina che razzola
1 bustina vanillina
zucchero 20 gr
  
Sbucciate le mele, togliete il torsolo e tagliatele a fettine dello spessore di 1/2 cm,  irroratele con il succo di limone per non farle annerire e mettetele da parte. Nel frattempo preparate la pastella* sbattendo con le fruste ( o la planetaria)  i tuorli, il latte,  un pizzico di sale, la vanillina e la farina setacciata. Amalgamate bene fino ad ottenere un composto liscio e denso.  Tamponate le mele con della carta da cucina, passatele nello zucchero semolato e successivamente  nella pastella, poi tuffatele nell’olio caldo (circa 180 gradi) rigirandole su entrambi i lati. Cuocetele fino a quando diventeranno dorate, poi scolatele, asciugatele con della carta assorbente e servite caldissime cosparse con zucchero a velo ed un pò di cannella. Se vi piace potete accompagnarle con del gelato  alla crema o alla vaniglia.

ps: * per una pastella ancora più soffice, montate a neve ferma gli albumi ed incorporateli per ultimi alla pastella con movimenti dal basso verso l'alto.

martedì 11 settembre 2012

Kaiserschmarren e nuovo contest

Prima di parlarvi della ricetta di oggi, vi annuncio che il 2 di ottobre partirà il mio prossimo CONTEST che si concluderà il 21 dicembre ... a chi indovinerà il tema invierò un libricino di ricette...Fra queste  righe scritte in rosso vi ho dato due indizi...per partecipare basterà lasciare un commento ai post che si seguiranno da qui all'inizio del contest...potete partecipare anche ogni volta! IN BOCCA AL LUPO 

E ora passiamo alla ricetta...in passato non avrei mai rinunciato alle vacanze al mare, a quelle in montagna si, soprattutto a quelle estive, poi con il passare del tempo la tendenza si è invertita e preferisco lasciare il mare alla fine dell'estate per partire all'inizo delle vacanze verso le Dolomiti dove le pile si ricaricano all'istante, il merito credo sia del mix di silenzio, aria fresca e naturalmente buon cibo...

Quindi in attesa di rivedere le montagne in inverno, perchè non ricordarle con questa merenda che sicuramente farà apparire le prime giornate grigie e fredde  meno tristi e tediose.
E poi è a prova di errore perchè è il classico dolce brutto, ma buono, infatti, nasce proprio da un errore...si narra che una sera, l'imperatore Francesco Giuseppe, non avendo tempo di cenare,  avesse ordinato al suo cuoco una crêpe da servire nel suo studio.
Il  cuoco però, preso alla sprovvista, si scordò della crepe e la lasciò troppo sul fuoco facendola leggermente bruciare; in più al momento di girarla la ruppe. Poichè non aveva tempo di prepararne un' altra, furbescamente la spezzettò del tutto, mise la marmellata al bordo del piatto e coprì le bruciature con abbondante zucchero al velo.
All''imperatore piacque talmente tanto che da quel giorno fu la sua preferita e da qui il nome che letteralmente   si traduce in "frittata dolce dell'imperatore" ( Kaiser = imperatore Schmarr(e)n = frittata dolce) dessert molto semplice da fare, ma al tempo stesso sostanzioso e moooolto buono, diffuso in Alto Adige, Austra e Baviera. 

sabato 8 settembre 2012

Kasopita o Zarkopita

Il secondo nome credo sia quello più appropriato perchè significa "torta al formaggio" sull'altro non ho trovato nessuna etimologia utile...comunque è un piatto originario della Grecia nord occidentale, molto, molto gustoso...

Questa focaccina saporitissima ben si presta per accompagnare una fresca insalatona estiva o degli affettati magri.

E' buonissimissima, si fa in 5 minuti ed una volta sfornata finisce in 2 minuti!! Quindi da provare...

Per questa ricetta devo ringraziare Luisa che me l'ha fatta conoscere in questa sua variante all'olio d'oliva.

lunedì 3 settembre 2012

Panzanella o panmòllo

 La panzanella, piacevole incontro fra il morbido e il croccante, è un piatto povero di origine toscana,  varianti però ne vengono fatte anche in Umbria, Marche e Abruzzo, come mi fa sapere Margò nei commenti. Tipicamente estiva, credo che tutti la conoscano...veloce e fresca, si rimediano sempre in casa gli ingredienti per farla, inoltre, cosa non da poco, serve per riciclare il pane...
L'originale prevederebbe solo l'utilizzo di pomodori, cipolle e cetrioli, ma nulla vieta di aggiungerci altre verdure a crudo, come ad esempio i peperoni...

sabato 7 aprile 2012

Ciaccia di Pasqua



Mi sono resa conto che in 4 anni di blog non ho mai postato ricette pasquali...urge rimediare...si parte con la ciaccia al formaggio, un classico della colazione pasquale, per me è buonissima anche da sola, ma con il capocollo ci sta proprio bene.
Anche questa ricetta è della mamma, l'ho solo appena ritoccata  aggiungendo un pizzico di cannella.
Nei prossimi, giorni, ormai in ritardo, posterò anche la colomba e la ciaccia dolce con l'anice, che stanno giusto giusto lievitando in questo momento...


Felice Pasqua

martedì 21 febbraio 2012

Facciamo due chiacchiere?


Ultimo giorno di carnevale.....non potevo non postare qualcosa di fritto, anche perchè ho comprato la friggitrice sabato e l'ho messa subito al lavoro, domenica con i crogetti e oggi con le chiacchiere.

La ricetta è della mamma e quindi di quelle che non si cambiano...

venerdì 20 gennaio 2012

Babà al rum


A torto ritenevo il babà un dolce di origine partenopea...anche voi? Bhè non è così.
Questo piccolo dolce vanta nobili origini: se ne attribuisce l'invenzione al re di Polonia Stanislao Leszczynsky, suocero di Luigi XV di Francia, esiliato in Lorena nel 1738, dopo la sconfitta nella guerra di successione polacca.
La leggenda narra che il re esule sentisse il bisogno di qualche piccola gratificazione per vincere la nostalgia della patria, insoddisfatto del locale kugelhupf, troppo asciutto per la sua esigente gola, provò a tuffarlo nel rum e ne rimase entusiasta, così dopo qualche ritocco del cuoco di corte ecco nascere un dolce nuovo, di piccolo formato imbevuto in un succulento sciroppo. 
Una delizia da mille e una notte, non a caso venne battezzata dallo stesso re "alì babà", sintetizzata in seguito in "babà". Il successo fu grande e presto il dolce entrò a pieno nella pasticceria francese per poi emigrare, a seguito di qualche pasticcere prestigioso, nel Regno di Napoli. Dove viene subito adottato perché in perfetta sintonia con il gusto partenopeo.


E dopo le origini veniamo alla ricetta un pò laboriosa, ma sicuramente appagante.


venerdì 7 gennaio 2011

Taralli pugliesi


Devo prenderci un pò la mano a farli per benino, perchè la forma non è che sia proprio bellissima, ma il sapore c'è tutto, sono veramente buoni buoni, di quelli che a finirli un cestino intero non ci si mette niente, ma proprio niente.

La prima volta che ho assaggiato i veri taralli, è stata qualche anno fa, quando un collega di ritorno dalla Puglia me li portò un sacchetto fatti da sua madre, ma di ricetta neanche a parlarne perchè sua madre era gelosissima delle sue tradizioni culinarie e così mi ripiegai a comprarli ogni tanto in qualche negozietto di nicchia, ma ammetto che non erano mai all'altezza di quelli...sarà forse perchè quando una cosa non puoi averla piace sempre di più!!

Dopo molte prove di varie ricette, alla fine credo di essere riuscita a emulare, con sommo gaudio,  quesi famosi tarallini...mettendo a tacere definitivamente  il ricordo delle mie papille gustative!!

La ricetta può sembrare un pò elaborata, ma vi assicuro che non è affatto così, ci vuole solo un pò di pazienza , ma sono tutt'altro che difficili, li ho realizzati col Bimby, ma al solito trovate anche la ricetta manuale...
Unica, ma fondamentale raccomandazione , usate un olio extravergine di oliva di alta qualità, perchè è l'ingrediente principe e non può essere assolutamente scadente, pena  la riuscita della ricetta!

lunedì 4 gennaio 2010

Cavallucci senesi


Ormai siamo quasi agli sgoccioli delle feste, ma come è successo per il pandoro, anche questa ricetta doveva essere postata l'anno scorso, poi non c'è stato tempo e non aveva molto senso scriverla dopo perchè è un dolce tipico natalizio che con il suo profumo di spezie e mandarino rimanda subito alle festività natalizie.

La ricetta è di famiglia, quella che faceva la mia nonna materna, la nonna Mimma forse appresa a sua volta da sua madre e poi passata alle sue figlie e alle nipoti,  insomma una ricetta che ha di sicuro più di cinquant'anni. La miscela di spezie con il tempo è andata modificandosi da mano a mano e così sperimentazione dopo sperimentazione abbiamo trovato quella giusta presso l' Antica drogheria Manganelli di Siena, ma comunque in ogni drogheria ben fornita dovreste trovare questo misto di spezie già miscelate che normalmente comprende anice, noce moscata, cannella e coriandolo oppure potrete proporzionarle a vostro piacimento.
Il risultato è garantito, vengono dei cavallucci formidabili, di quelli ricchi di noci, banditi i canditi ( orrore!!! nei cavallucci i canditi non ci vanno, li mettono in quelli industriali!!) e morbidi, i cavallucci non devono essere assolutamente duri, come certi che si trovano in alcuni panifici e pasticcerie che potresti tranquillamente usarli come oggetti contundenti! Scusate la schiettezza, ma se di cavalluccio senese si vuol parlare questo è, e lo affermo con cognizione di causa avendone discusso più volte con senesi doc!

La preparazione è semplice, poche mosse, ma giuste e veloci, altrimenti l'impasto non viene e soprattutto occhio alla cottura un minuto di troppo li può rovinare.

martedì 29 dicembre 2009

Pandoro e pandorini

Torno con una ricetta vista e rivista, ma buonissima e quindi che valeva la pena comunque postare...il famoso pandoro delle mitiche sorelle Simili, l'ho fatto per la prima volta l'anno passato, ma non avevo fatto in tempo a postarlo, quest'anno l'ho fatto sia grande che in formato mignon, molto apprezzato!

Se vi piacciono i lievitati dovete provarlo perchè insieme al panettone ( molto più laborioso) danno una soddsifazione immensa quando si assaggiano!


lunedì 26 ottobre 2009

Pan co' Santi

[ edit 27-10-09: questo blog si unisce e sostiene i blog di Adriano e Lydia contro i plagi sempre più frequenti. Vorrei ricordare a chi copia indebitamente che chiedere non costa nulla ed un foodblogger è sempre lieto di concedere la PROPRIA ricetta, basta citarne la fonte!!]

Stare insieme con una persona da vent'anni, dico vent'anni e quando pensi di conoscerlo come le tue tasche, scoprire che a lui l'uvetta piace!! Terribbbile!!!!
L'altro giorno serafico mi guarda e dice " ma la ciaccia dei morti me la fai che mi piace tanto?" " ma c'è l'uvetta" ribadisco io " ma a me piace" dice lui " "e da quando?"" da sempre!" , "come sarebbe da sempre???, ma allora in questi anni perchè non si è mai mangiato un dolce con l'uvetta? " forse perchè A TE non piace".

Touché!!

Sono corsa subito ai ripari, a cercare immediatamente una ricetta di questo " pane"di tradizione toscana che dalle mie parti si usa fare in questo periodo dell'anno e che oltre al nome " pan co' santi" viene anche chiamato pane de' morti o ciaccia dei morti (inerente ovviamente solo al periodo di produzione!).
Ho trovato molte ricette, alcune con molti tipi di frutta secca, vino e savoiardi, maggiormente preparate nel grossetano, da noi la ricetta è più semplice, alla fine ho optato per questa arrivata via mail dalla mia cara amica AnnaPaola ( senese doc, alla quale avevo chiesto numi!) , dovrebbe essere della chef Paola Lazzari.
Gli ingredienti sono gli stessi, il procedimento diverso perchè nella fretta ho letto tutto in un secondo, ho comprato ciò che mancava e sono andata a memoria nella preparazione e così solo alla fine trascrivendo la ricetta mi sono accorta di aver fatto in tutt'altro modo.
Il risultato mi è sembrato ottimo, è venuto soffice e profumato, quindi, siccome è anche un tantino meno faraginoso nella preparazione vi segno il mio metodo.

Ingredienti:
300 gr di farina 00
300 gr di farina manitoba
1 bustina di lievital oppure 20 gr di lievito di birra in panetto
150 gr di noci pulite
100 gr di uvetta
1 cucchiaio scarso di anice ( su questo io e Anna abbiamo qualche dubbio, a Siena dice lei che non ce lo mettono, secondo me non ci sta male e poi per la quantità non è che si senta molto!)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di sale
5 cucchiai di olio evo
30 gr di strutto
5 cucchiai di zucchero
3 pizzichi di pepe nero macinato fresco (non temete e osate!!)
1 tuorlo d'uovo per spennellare

Preparazione:

Alla fine l'ho assaggiato anche io e stavolta a differenza di tutte le altre volte in cui scrupolosamente tolgo l'uvetta, l'ho mangiata e non è stato poi così terribile, sarà che prevale il croccante delle noci, certo la tentazione di sostituirla con il cioccolato mi è balenata per la testa, ma in un dolce di tradizione non si può, altrimenti sarebbe un'altra ricetta....magari da provare un'altra volta.....;-)