il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



Visualizzazione post con etichetta Guerra Partigiana. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Guerra Partigiana. Mostra tutti i post

venerdì 4 aprile 2014

Benedicta 70′anni dopo

Tra le forze partigiane liguri che alla fine del marzo 1944 rendevano insicure ai tedeschi le vie di comunicazione con la valle del Po vi era la terza Brigata «Liguria» e il gruppo «Odino». Il comando tedesco di Alessandria ebbe l'incarico di dirigere e coordinare, in stretta collaborazione con quelli di Genova, Acqui e Ovada, un grande rastrellamento della zona affidato ad un'intera divisione tedesca (ventimila uomini) con aliquote di artiglieria, autoblinde, lanciafiamme ed aerei; ad essa si aggregarono reparti della GNR e delle forze armate di Salò. . All'alba del 6 aprile le forze nazifasciste si pongono in moto e le colonne sviluppano un attacco concentrico che tende a rinserrare i partigiani in sacche senza via di uscita. La maggior parte dei distaccamenti della Brigata «Liguria», però, dopo alcuni tentativi di resistenza, riesce a filtrare attraverso lo schieramento nemico o ad occultarsi sul luogo, sottraendosi alla distruzione. Non così il gruppo «Odino». Esso aveva stabilito nei pressi di Voltaggio, in un vecchio monastero semidistrutto posto sulla Benedicta, un accantonamento di renitenti fra i quali vi era un centinaio di giovani completamente disarmati. Il mattino .del 7 aprile essi vengono sorpresi e catturati da due colonne di fascisti e di tedeschi. Oltre un centinaio di giovani sono fucilati sul luogo, a gruppi di cinque per volta, da un plotone di bersaglieri fascisti: il massacro dura fino a tarda sera. Novantasei corpi furono gettati la sera in fosse comuni, molti altri furono trovati insepolti sulla montagna i giorni seguenti. Altri tredici prigionieri furono fucilati a Masone e sedici a Voltaggio. Un ultimo gruppo, comprendente fra gli altri i comandanti «Odino» e il tenente Pestarino suo aiutante, trasportato a Genova, viene fucilato il 19 maggio al passo del Turchino per rappresaglia. Oltre duecento prigionieri vengono avviati ai campi di concentramento in Germania!'. Complessivamente i caduti tra partigiani e civili, assassinati sul posto, deportati e poi morti nei lager, furono 305.

Sulla vicenda della «Benedicta» c'è la testimonianza di Luigi Laggetta.


Alla prima chiamata alle armi della RSI risposi andando in montagna il 13 dicembre 1943 con il gruppo della Benedicta: In fabbrica avevo conosciuto operai che erano stati perseguitati dai fascisti e ciò mi aveva indirizzato verso l'antifascismo. Mi dicevano che eravamo sotto una dittatura instaurata da Mussolini nel 1922 dopo aver soppresso la democrazia.
Durante la guerra, ascoltavo «Radio Londra» in casa di un amico. Nel gennaio del 1942 commentammo il blocco dell'avanzata tedesca verso Mosca. In montagna fui mandato da Pietro Gabanizza del Partito d'Azione. Andai in montagna assieme ad un figlio della sua cuoca, di nome Walter Corsi, aggregandomi al primo distaccamento della Brigata «Liguria» sotto il monte Tobbio. Il gruppo era formato in maggioranza da comunisti; fra cui era Rino Mandorli che mi diede 11 nome di battaglia -Bob». Comandante del gruppo era Ercole Tosi «Ettore». Da 19 quanti eravamoall'inizio raggiungemmo il numero di 800 nei primi mesi del '44. Fra noi vi erano Giacomo Buranello «Pietro» ed Elio Scano.
Ogni sera Baranello ci faceva scuola di partito. Rino Mandorli «Sergio» aveva 32 anni ed era stato dieci anni in galera per attività antifascista: Con noi c'era anche Goffredo Villa «Ezio» [(1922-1944) medaglia d’argentodella Resistenza) Mandorli fu poi fucilato al passo del Turchino per rappresaglia. Si faceva-una gran fame e come azioni ne ho fatte ben poche. Arrivavano a frotte i giovani renitenti alla leva, in gran parte disarmati; eravamo 7-8 distaccamenti Ricordo che ci fu un lancio degli Alleati che ci procurò 60 Stern.
Nel rastrellamento all'alba del 6 aprile 1944, 96 di noi furono fucilati, mentre 59 vennero fucilati al Turchino per rappresaglia in seguito ad un attentato compiuto al cinema Odeon contro i tedeschi (ne morirono una dozzina). Dopo la rappresaglia venimmo a Genova. Con noi c'era Germano Jori; poi fucilato dai tedeschi. Facevamo azioni come GAP. In una di queste azioni avvenuta il 23 maggio 1944 fui ferito da un fascista e venni curato dalla partigiana Iolanda Cioncolini «Gigia», la quale aiutò moltissimi compagni e fu poi condannata a 25 anni di carcere e deportata a Bolzano, da dove fu liberata il 25 aprile del 1945. Tornato in montagna, subii i rastrellamenti dell'agosto e del dicembre 1944 e partecipai alla battaglia di Pertuso, in cui era comandante Aurelio Ferrando «Scrivia», e vice-comandante G. Battista Lazagna «Carlo».

Testo tratto da "Vite da Compagni" edizioni EDIESSE

Dopo i tragici fatti della Benedicta e del Turchino la Resistenza seppe reagire e, facendo tesoro anche degli errori commessi riuscì a serrare nuovamente le file e a pochi mesi da quella primavera si ricompose in quei luoghi quella che sarebbe stata riconosciuta come la Divisione Mingo. Fu tra i partigiani di quella divisione che prese forma una delle canzoni della Resistenza più significative e belle: I Ribelli della Montagna"
Loris


venerdì 26 aprile 2013

Genova 25 aprile 2013 - Video



Per la sua attività antifascista la città di Genova è insignita, il 1° Agosto 1947, della medaglia d'oro al valor militare con la seguente motivazione:

«Amor di Patria, dolore di popolo oppresso, fiero spirito di ribellione, animarono la sua gente nei venti mesi di dura lotta il cui martirologio è nuova fulgida gemma all’aureo serto di gloria della "Superba" repubblica marinara, i 1863 caduti il cui sangue non è sparso invano, i 2250 deportati il cui martirio brucia ancora nelle carni dei superstiti, costituiscono il vessillo che alita sulla Città martoriata e che infervorò i partigiani del massiccio suo Appennino e delle impervie valli, tenute dalla V zona operativa, a proseguire nell’epica gesta sino al giorno in cui il suo popolo suonò la diana dell’insurrezione generale. Piegata la tracotanza nemica otteneva la resa del forte presidio tedesco, salvando così il porto, le industrie e l’onore. Il valore, il sacrificio e la volontà dei suoi figli ridettero alla madre sanguinante la concussa libertà e dalle sue fumanti rovine è sorta nuova vita santificata dall’eroismo e dall’olocausto dei suoi martiri. 9 settembre 1943 - aprile 1945. »


Atto di resa

atto di resa In Genova, il giorno 25 aprile 1945 alle ore 19,30; tra il Sig. Generale Meinhold, quale Comandante delle Forze Armate Germaniche del Settore Meinhold, assisitito dal Cap. Asmus, Capo di Stato Maggiore, da una parte; il Presidente del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria, sig. Remo Scappini, assistito dall'avv. Errico Martino e dal dottor Giovanni Savoretti, membri del Comitato di Liberazione Nazionale della Liguria e dal Magg. Mauro Aloni, Comandante della Piazza di Genova;

è s t a t o c o n v e n u t o :

1) Tutte le Forze Armate Germaniche di terra e di mare alle dipendenze del Sig. Generale Meinhold si arrendono alle Forze Armate del Corpo Volontari della Libertà alle dipendenze del Comando Militare per la Liguria.

2) La resa avviene mediante presentazione ai reparti partigiani più vicini con le consuete modalità ed in primo luogo con la consegna delle armi.

3) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si impegna ad usare ai rpigionieri il trattamento secondo le leggi internazionali, con particolare riguardo alla loro proprietà personale e alle condizoni di internamento.

4) Il Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria si riserva di consegnare i prigionieri al Comando Alleato Anglo-Americano operante in Italia.

5) La resa avrà decorrenza dalle ore 9 del giorno 26 aprile 1945.

Fatto in quattro esemplari di cui due in italiano e due in tedesco.


Remo Scappini     Meinhold   Errico Martino  Giovanni Savoretti  Mauro Aloni Asmus


BEGIN

Share |

Lettori fissi

networkedblogs

DISCLAIMER


Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità . Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001.
L'autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, nè del contenuto dei siti "linkati".

Alcuni testi o immagini inserite in questo blog sono tratte da internet e, pertanto, considerate di pubblico dominio; qualora la loro pubblicazione violasse eventuali diritti d'autore, vogliate comunicarlo via E-mail. Saranno immediatamente rimosse.

Some text or image, in this blog, were obtained via internet and, for that reason, considered of public domain. I have no intention of infringing copyright. In the case, send me an E-mail and I will provide immediately.