il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



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lunedì 24 dicembre 2012

Se Buon Natale deve essere, che lo sia più vicino possibile a Betlemme e ai territori che la circondano

...Perchè questi auguri? Per essere più vicini alle popolazioni civili sotto assedio a Gaza e di tutti i territori occupati da Israele, contro il muro della vergogna che attraversa la Cisgiordania espropriando contadini dei naturali mezzi di sostentamento. Contro quella politica di apartheid che abbiamo combattuto in Sudafrica e che oggi ritroviamo praticata dallo stato di Israele.
Una notte di Natale di molti anni fa davanti le chiese di Sestri ponente distribuivo un volantino contro la guerra del Vietnam che per sensibilizzare sui massacri terminava con la frase "...mentre Gesù Bambino nasce, un bambino vietnamita muore". Oggi, credo, sarebbe giusto interrogarci se Gesù nascesse a Gaza, non lontano quindi da dove nacque realmente se riuscirebbe a sopravvivere ai bombardamenti di uno degli eserciti più efficienti al mondo.
Loris


...Dedicata a una giovane amica che sta prestando la sua opera a sostegno delle popolazioni Palestinesi e a  tutti quei volontari che sono impegnati a Gaza, nei territori occupati e in quel che resta di Palestina.
Ricordando Vittorio Arrigoni


“We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We’ll walk hand in hand
we’ll walk hand in hand
we’ll walk hand in hand someday
here in my heart, I do believe
we’ll walk hand in hand someday
We shall live in peace
we shall live in peace
we shall live in peace someday
here in my heart, I do believe
we shall live in peace someday
We are not afraid
we are not afraid
we shall overcome someday
well here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome someday”.
—————————————————–
Traduzione.
“Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
Cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che cammineremo mano nella mano
Vivremo in pace
vivremo in pace
vivremo in pace un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che vivremo in pace un giorno
Noi non abbiamo paura
noi non abbiamo paura
avremo ragione di tutto questo un giorno
sì, qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
avremo ragione di tutto questo un giorno”.
(Versione a cura di Arturo Bandini)

lunedì 16 aprile 2012

Benvenuti in Palestina - Ecco i pacifisti che hanno, nonostante tutto messo piede in Palestina (video)



Ecco la testimonianza di chi ha superato i servizi di sicurezza Israeliani ed oggi si trova in Cisgiordania.
Potrei scrivere fiumi di parole, ma questa breve testimonianza è ciò contro cui il governo israeliano si è inutilmente scagliato ricattando o comprando la complicità delle compagnie aeree Europee e un po di tutto il mondo.
Sicuramente il nostro attivista sarà nelle prossime black-list come la signora di più di 80 anni arrivata con lui in Cisgiordania ma l'obiettivo di arrivare in Palestina è stato raggiunto.


ps. forse i servizi di sicurezza israeliani si sono distratti mentre erano alla ricerca di Vauro travestito da Orsolina

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domenica 15 aprile 2012

Benvenuti in Palestina - Welcome to Palestine

Ecco una prima rassegna di foto di "Benvenuti in Palestina". Volutamente le fonti sono i social-network, perchè attraverso la rete passa l'informazione e la denuncia di quanto sta accadendo agli attivisti internazionali in arrivo all'areoporto  Ben Gurion di Tel Aviv diretti in Palestina.
Sulla colonna di destra del blog l'aggiornamento twitter di "Benvenuti in Palestina".
Questo post sarà volutamente in progress.
info da:

















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lunedì 16 gennaio 2012

"BIL’IN MY LOVE" Viaggio nella resistenza non violenta palestinese


Sono passati tre anni da “Piombo fuso” con le sue vittime e le sue testimonianze. Tra pochi mesi sarà un anno che Vittorio Arrigoni è stato rapito e assassinato a Gaza. Sempre più una esigenza di giustizia e di rispetto dei diritti dei popoli attraversa la Palestina, il medio-oriente e più in generale i paesi del mondo arabo.
Per queste ragioni riproponiamo a Sestri Ponente la mostra fotografica “Bil’in my love” , sulla resistenza non violenta in Palestina, allargata ad alcuni scatti su Vittorio Arrigoni  a Gaza.

Gli incontri durante la mostra vogliono favorire la conoscenza sulle condizioni del popolo palestinese e sui progetti di solidarietà in corso.  Tutti sono invitati a partecipare.



BIL’IN  MY  LOVE
Viaggio nella resistenza
nonviolenta palestinese

Foto di Hamde Abu RAHME

Mostra fotografica dedicata   a
 Vittorio   Arrigoni









 PROGRAMMA:

19 GENNAIO 2012   ORE 17:00
        INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA

20 GENNAIO 2012  ORE 20:30
incontro pubblico con Khalid Rawash, medico
 “PROGETTO DIMA: UNA SCUOLA MATERNA A GAZA”
Presentazione progetto costruzione Scuola Materna intitolata a 
Vittorio Arrigoni nel campo profughi di Khan Younis a Gaza

21 GENNAIO 2012   ore 16:00 18:00
PROIEZIONE  FILMATI
“Intervista a Vittorio Arrigoni” ,   “Fotografo di pace”  e altri

PRESSO   Primo piano
PALAZZO FIESCHI, Via Sestri  34


ORGANIZZATO DA ASS.SENZA PAURA ONLUS

        CON IL PATROCINIO  DEL                                                



venerdì 16 settembre 2011

PER NON DIMENTICARE SABRA E CHATILA

Ci sono date che entrano nella nostra mente e restano come memoria immutate nel sentimento che evocano. Raccontare una strage, un massacro, abbisogna della sedimentazione delle emozioni per non correre il rischio di non riuscire ad essere sufficientemente lucidi per riportarne l'orrore. Ringrazio pertanto Rossaura che su facebook ha postato “Per non dimenticare Sabra e Chatila” link al sito alchemia.com di cui riporto l'incipit lasciando a voi la facoltà di proseguire nella lettura di tutto il pezzo sul sito originale.

 PER NON DIMENTICARE SABRA E CHATILA

 "Il  6 Giugno 1982 Israele invade, per la seconda volta, il Libano, cacciando i Siriani dalla Valle della Bekaa, in risposta all’uccisione dell’Ambasciatore israeliano a Londra. L’ invasione del 1982 è quella più architettata contro l’OLP,  in un paese devastato dalla guerra civile del 1975 e privo di autorità statale, dove anzi è proprio l’OLP la forza più organizzata. L’invasione fu accompagnata da devastanti bombardamenti nelle città di Tiro, Sidone, Damour: era iniziata l’operazione “Pace in Galilea” decisa dal Primo Ministro Begin ed il Ministro della Difesa Ariel Sharon. L’intenzione era quella di penetrare 45 Km. nel territorio libanese per difendere la sicurezza israeliana (fascia di sicurezza), distruggendo le basi dell’OLP nel Sud del Libano, da dove però l’organizzazione di Arafat non aveva lanciato nessun attacco da oltre un anno. Un esercito di 60.000 soldati, affiancato da mezzi corazzati e supportato dalla marina e dall’aviazione israeliana, si lancia alla conquista del Libano.  …..Continua (clicca sul testo)"




tratto da "Valzer con Bashir"


"Valzer con Bashir"

Una notte, in un bar, un amico confessa al regista israeliano Ari Folman un suo incubo ricorrente: sogna di essere inseguito da 26 cani inferociti. Ha la certezza del numero perchè, quando l'esercito israeliano occupava una parte del Libano, a lui, evidentemente ritroso nell'uccidere gli esseri umani, era stato assegnato il compito di uccidere i cani che di notte segnalavano abbaiando l'arrivo dei soldati. I cani eliminati erano giustappunto 26. In quel momento Folman si accorge di avere rimosso praticamente tutto quanto accaduto durante quei mesi che condussero al massacro portato a termine dalle Falangi cristiano-maronite nei campi di Sabra e Chatila. Decide allora di intervistare dei compagni d'armi dell'epoca per cercare di ricostruire una memoria che ognuno di essi conserva solo in parte cercando di farla divenire patrimonio condiviso. - fonte mymovies

giovedì 25 agosto 2011

Dichiarazione di indipendenza all'ONU della Palestina

Cari amici,

Fra 24 ore il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si riunirà di nuovo per discutere la dichiarazione d'indipendenza della Palestina, che si candida a diventare il 194° stato nel mondo.

Già 700.000 di noi hanno aderito a questa campagna. Ma abbiamo bisogno di più forze per convincere i paesi chiave a votare a favore.

Avaaz ha prodotto un video breve ed efficace, che racconta la vera storia e spiega perché questa è la migliore opportunità che abbiamo per ottenere la pace.

Clicca per guardarlo e invialo a tutti quelli che conosci - raggiungiamo il traguardo di 1 milione di firmatari adesso:




La nostra campagna per lo stato palestinese sta montando, con quasi 700.000 persone tra noi che hanno risposto alla chiamata nel giro di pochi giorni! La campagna è stata sulle prime pagine dei principali giornali, citata all’interno del Consiglio di Sicurezza dell'ONU e diffusa via Twitter dal Presidente palestinese in persona. Il Consiglio di Sicurezza discuterà nuovamente la questione questa settimana, ma alcuni governi chiave non hanno ancora preso posizione.

Alti diplomatici hanno dichiarato ad Avaaz che l’opinione pubblica gioca un ruolo chiave per incanalare il sostegno all’indipendenza. Molte persone però hanno la sensazione di non comprendere a fondo la situazione tanto da attivarsi. Avaaz ha prodotto un nuovo breve video, che racconta la vera storia del conflitto. Se saremo in tanti a vedere il video e a firmare la petizione, potremo creare un’ondata di pressione enorme e influenzare così il voto.

Troppo spesso i media non ci dicono veramente quello che abbiamo bisogno di sapere per agire. Quasi 10 milioni di persone stanno ricevendo questa e-mail e potranno guardare questo video. Se lo inoltriamo ora a un numero notevole di persone, DIVENTIAMO noi stessi i media, e possiamo determinare l’opinione pubblica. Clicca in basso per vedere il video, firma la petizione se non lo hai già fatto, e inoltra questa e-mail a ogni tuo contatto, specialmente nei paesi europei ancora incerti – raggiungiamo l’obiettivo di 1 milione di firmatari prima che si tenga l’incontro dell'ONU questa settimana:

http://www.avaaz.org/it/middle_east_peace_now/?vl

Lo scorso mese i Palestinesi hanno presentato la loro dichiarazione d'indipendenza al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. Più di 120 paesi li sostengono, ma gli Stati Uniti respingono la proposta e hanno mandato un chiaro messaggio ai loro alleati europei: il sostegno alla legittima dichiarazione palestinese si ripercuoterà duramente nelle relazioni bilaterali. Ora tocca a noi far capire ai principali leader europei che l’opinione pubblica è in favore di questa spinta diplomatica nonviolenta e che dovremmo essere noi la base per le scelte politiche, non importa se questo farà “arrabbiare gli americani”.

Mentre la maggioranza dei palestinesi e degli israeliani vuole la soluzione del conflitto basata sui due stati, il governo estremista israeliano continua ad appoggiare la costruzione degli insediamenti nelle aree contese. E nonostante i ripetuti sforzi, i decenni spesi in negoziati di pace patrocinati dagli Stati Uniti non sono riusciti a frenare le violenze da entrambe le parti e a far raggiungere un accordo.

Proprio adesso questa dichiarazione d'indipendenza potrebbe rivelarsi la migliore opportunità che abbiamo per superare lo stallo, evitare un’altra spirale di violenza e spianare il campo da gioco tra le due parti per favorire i negoziati. La nostra campagna sta esplodendo in tutto il mondo – assicuriamoci che arrivi alle orecchie dei principali leader europei il cui appoggio è di cruciale importanza. Clicca in basso per vedere il video, firma la petizione se non lo hai già fatto e inoltra questa e-mail a ogni tuo contatto – raggiungiamo il traguardo di 1 milione di firmatari:

http://www.avaaz.org/it/middle_east_peace_now/?vl

C’è molta disinformazione sul conflitto israelo-palestinese e molti di noi non se la sentono di partecipare in prima persona. Ma questo breve video spiega la situazione in modo chiaro e può cambiare le cose. In quanto network globale di quasi 10 milioni di persone sparse in ogni paese del mondo, noi abbiamo l’opportunità d'influenzare un voto che potrebbe ribaltare una situazione di decenni di violenza. Tutto quello che dobbiamo fare è condividere questo filmato e incoraggiare le persone che conosciamo a unirsi a questa campagna fondamentale per la pace.

Con speranza,

Alice, Pascal, Emma, Ricken, David, Rewan e il team di Avaaz.

info utili:
Battaglia (diplomatica) per la Palestina (La Repubblica)

I palestinesi presenteranno la dichiarazione d'indipendenza all'Assemblea generale dell'ONU, in inglese (Guardian)

Il ministro israeliano: Tagliate tutti i rapporti con i palestinesi, in inglese (Associated Press)

L'ONU chiede a Israele di non costruire nuovi insediamenti a Gerusalemme est, in inglese (Ha'aretz)

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mercoledì 20 luglio 2011

Coordinamento Verso Genova2011 con la Dignitè per la legalità internazionale e la fine del blocco intorno a Gaza



Genova 20 luglio 2011 

La Marina israeliana abborda gli attivisti umanitari diretti a Gaza in acque internazionali
Il Coordinamento Verso Genova 2011 è per il rispetto del diritto internazionale e il diritto alla vita degli abitanti della Striscia

E' di poche ore fa la notizia dell'abbordaggio della Marina israeliana al primo battello della Freedom Flottilla 2, il convoglio umanitario che partito dalle coste greche cerca di avvicinare la Striscia di Gaza dal mare, portando aiuti umanitari e medicinali e denunciando una situazione oramai che ha superato i limiti della civiltà. 
La nave era stata l'unica ad aver superato il blocco greco, ma a poco più di un centinaio di chilometri, ancora in acque internazionali, è stata bloccata da unità della Marina israeliana che l'hanno abbordata ed hanno preso il controllo dell'imbarcazione in spregio alle norme del diritto internazionale, secondo l'emittente internazionale Al Jazeera i militari israeliani starebbero scortando la nave nel porto israeliano di Ashdod. L'abbordaggio pare sia avvenuto senza incidenti mentre i volontari umanitari hanno dichiarato di voler fare solamente restistenza pacifica e passiva. 
La "Dignité - Al Karama" era riuscita a salpare da Kastellorizo ai confini con la Turchia la scorsa domenica, mentre le altre componenti del convoglio sono rimaste bloccate per presunti problemi burocratici. 
La situazione degli abitanti di Gaza ha superato ogni limite, centinaia di migliaia di persone imprigionate nella loro terra da una politica disumana e illegale. Il blocco ancora in acque internazionali,dimostra come si usino troppo spesso due pesi e due misure nel conflitto israelopalestinese e come il governo israeliano passi sopra persino ai più basici diritti dell'uomo, come quello ad alimentarsi ed a curarsi, pur di imporre le proprie politiche. 
Esprimiamo vicinanza alla popolazione di Gaza e solidarietà ai volontari umanitari della Freedom Flottilla,l'impegno per un mondo diverso non può esulare dal rispetto dei diritti umani e da un diritto internazionale basato sui concetti di giustizia e rispetto dei diritti dell'uomo e non sulla volontà di potenza e la guerra permanente. 


Il Coordinamento Verso Genova 2011 


Porto di Gaza
"Interrompi L'assedio"



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mercoledì 6 luglio 2011

La Flotilla è inarrestabile


Ultime da Perama, Grecia, 5 luglio 2011 ore 1:48pm
Oggi la nave Juliano, delegazione greco norvegese della Freedom Flotilla 2, sabotata la scorsa settimana, è stata riparata, giudicata atta alla navigazione , ispezionata e con tutte le carte in regola per riprendere il mare dalle autorità portuali . Dopo che il capitano aveva richiesto l’autorizzazione a partire per Fokaia, città portuale in Attica, 10 miglia a est, dal momento che la barca era stata invitata dal Sindaco per un evento in onore della Flotilla, l’autorità portuale HA NEGATO la partenza dichiarando che ordini nuovi vietavano alla nave di muoversi completamente.
Dopo questo divieto totalmente illegale , la gente ha iniziato ad affluire presso le autorità portuali di Perama chiedendo di lasciar partire la Juliano. In questo momento ci sono decine di persone oltre ad un Parlamentare Greco all’interno dell’edificio portuale che stanno chiedendo al capitano di porto di lasciare libera la Juliano. Nello stesso momento si discuteva la questione all’assemblea in piazza Syntagma.
Vicino alla Juliano ci sono ora un incrociatore e uno zodiac e la banchina piena di giornalisti che riportano e filmano la scena.
La barca Usa, Audacity of Hope, e quella Canadese , Tahrir, con le carte perfettamente in regola, avevano tentato di partire nei giorni scorsi, ma sono state bloccate e armi puntate costrette a ritornare in porto.
Vi ricordiamo che c’è una barca francese, la Dignitè, sfuggita abilmente al controllo della Grecia, in acque internazionali in attesa delle sorelle per puntare verso Gaza.
La flotilla è inarrestabile perché rappresenta la battaglia dei cittadini del mondo che uniti chiedono giustizia per Gaza, per la Palestina e lo fanno con la determinazione e la forza di tutti i movimenti di popolo che hanno sempre cambiato la storia.
Il morale degli attivisti in Grecia, dopo giorni estenuanti è ancora alto.
Forza, da terra, continuiamo la pressione sul governo Greco che ha svenduto la propria sovranità e agisce per conto di Israele.

FREE GAZA, FREE GREECE


ai nomi delle barche sono linkati i twitter con aggiornamenti in tempo reale





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sabato 2 luglio 2011

Il Mediterraneo non è proprietà di Israele

Freedom Flotilla Italia – Comunicato stampa 1 luglio 2011
La nave Statunitense “Audacity of Hope” ha deciso di tenere fede al proprio nome ed è salpata, per essere bloccata dopo un quarto d’ora di navigazione dalle autorità portuali greche che hanno intimato agli attivisti di tornare in porto ad Atene minacciando l’equipaggio ed i passeggeri con le armi. Stesso tentativo e stesso esito per la nave canadese Taharir. Intanto una nota del Ministero per la sicurezza interna greco mostra tutta la subalternità del governo di Papandreou alle politiche israeliane, dichiarando che la Grecia vieta alle barche della Freedom Flotilla 2 di salpare per Gaza. Nel mare greco, in queste ore, si sta giocando un vero e proprio braccio di ferro tra i sostenitori del diritto internazionale e quelli del diritto di Israele, diritti che come è dimostrato sin dalla nascita dello Stato di Israele non fanno che confliggere. Come ignora Gianni Letta che risponde alla sollecitazione della Freedom Flotilla Italia con un comunicato dove dice che non è in grado di garantire la sicurezza degli italiani diretti a Gaza “…trattandosi di iniziative in violazione della vigente normativa israeliana”. “Non immaginavamo che tutto il Mediterraneo fosse proprietà di Israele” hanno commentato dalla FF2 gli attivisti internazionali determinati a portare a termine la missione, non solo umanitaria, ma soprattutto politica di fare approdare le navi a Gaza. L’obiettivo è quello di rompere un assedio che si protrae da troppo tempo ai danni di una popolazione che subisce una punizione collettiva, laddove sono proprio il diritto internazionale, le convenzioni e i trattati, nati per salvaguardare le popolazioni oppresse, ad affermare che tutto questo oltre a essere inumano, è fuorilegge.





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domenica 26 giugno 2011

Bisogna essere israeliani per definire terrorista la non-violenza

"Ho notato — e non sono il solo — la reazione del governo israeliano di fronte al fatto che ogni venerdì i cittadini di Bil'in si recano al muro contro il quale protestano senza lanciare pietre, senza ricorrere alla forza. Le autorità hanno definito questa marcia «terrorismo non-violento». Niente male... Bisogna essere israeliani per definire terrorista la non-violenza. E bisogna soprattutto essere imbarazzati per l'efficacia della non-violenza, dovuta al fatto che suscita il sostegno, la comprensione, il favore di tutti coloro che nel mondo si oppongono all'oppressione."
tratto da "Indignatevi" di Stèphane Hessel



... ho già parlato di Bil'in, villaggio della Cisgiordania che pratica la Resistenza non violenta contro l'infamia del muro con cui Israele segrega la popolazione palestinese impedendogli, fin troppo spesso, di accedere a quelle che sono state le fonti naturali di sostentamento per secoli.(archivio a-sinistra)
Mi viene naturale, accostare la forma di lotta dei palestinesi di Bil'in agli amici, compagni, fratelli che stanno navigando alla volta di Gaza sulla Freedom Flotilla.
Mi spiace non rilevare nelle parole del Portavoce del nostro ministero per gli affari esteri, Maurizio Massari “Flotilla 2 può ostacolare il processo di pace” quell'imbarazzo a cui fa riferimenti Hessel sul libro "Indignatevi", riferendosi agli israeliani. Ma questo, quello italiano, è un governo che non conosce vergogne in grado di riportare legalità internazionale a quella giusta considerazione, a salvaguardia dei rapporti tra stati. Questo è il governo che paga i killer libici al fine di impedire le migrazioni verso l'Italia, e non esita a baciare le mani di dittatori considerati terroristi fino a pochi anni prima, per poi iniziare dei bombardamenti intelligenti per risolvere il problema libico. Divorzio all'italiana, verrebbe da dire scherzosamente se non ci fosse la tragicità della guerra e della morte di civili come risultato inevitabile e tangibile.
Ricordo che a Genova, nel decennale che portò a Genova centinaia di migliaia di giovani e meno giovani armati dalla speranza che "un altro mondo sarebbe stato possibile" parleremo nuovamente di Bil'in e di Vittorio Arrigoni con documentazioni fotografiche e dibattiti. Genova2001-2011

Loris


Lascio a Vauro la testimonianza di chi è e sarà a bordo della Freedom Flotilla



Questa foto insieme ad altre sarà esposta in una mostra fotografica sulla resistenza non violenta palestinese in occasione del decennale di Genova2001-2011. La mostra che è dedicata a Vittorio Arrigoni, avrà una sezione a lui dedicata. (lo striscione "interrompete l'assedio" steso sulla facciata di un edificio davanti al porto di Gaza ha come protagonista Vittorio, che attraverso quei due fori sul fondo dello striscione, con un mazzo di fiori accoglie chi arriva dal mare e porta gli aiuti al popolo di Gaza)
Abbiamo la convinzione che anche questa volta Vittorio sarà ad attendere la Freedom Flotilla
Restiamo Umani






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sabato 25 giugno 2011

E’ PARTITA LA PRIMA BARCA DELLA FREEDOM FLOTILLA 2

La flottiglia è in mare. Partita dalla Corsica la missione Stay Human.

“Dignité – Al Karama” questo il nome della prima imbarcazione scesa in mare stamattina poco dopo le 11.E’ partita dal porto corso di Ile-Rousse e non da Marsiglia, come precedentemente comunicato, e dove i pacifisti francesi nei giorni scorsi hanno organizzato una straordinaria manifestazione. Alla Dignitè-Al Karama si uniranno la prossima settimana le altre imbarcazioni. La scelta del nome, trattandosi di nave francese, non poteva essere più appropriata: dignità, in francese e in arabo. “Noi speriamo di fare una breccia nel blocco” ha dichiarato Omeya Seddik, cittadino francese di origine tunisina. “Questa flottiglia s’inserisce nella scia naturale delle rivoluzioni per la libertà e la democrazia” ha poi aggiunto imbarcandosi. Ora sta alla comunità internazionale garantire la sicurezza dei passeggeri e il loro arrivo col carico di aiuti umanitari (5 mila tonnellate di materiali) da consegnare alla popolazione di Gaza.


fonte freedomflotilla
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giovedì 5 maggio 2011

Tu quoque Nichi? Scrivono i volontari di ritorno dalla Palestina


…sono stato insieme all’ associazione senza paura e all’Arci tra i curatori della mostra fotografica“Bil’in my love – Un viaggio nella non violenza palestinese”. 
Scopo della mostra era portare a conoscenza, ciò che accade nei territori occupati da Israele, alle popolazioni palestinesi. 
Per usare un termine entrato recentemente nel lessico di sinistra, è una “narrazione” di soprusi, di abusi, di lotta per i diritti più elementari di un popolo che ostinatamente rivendica il proprio diritto a esistere: il popolo palestinese. 
La “narrazione” è quella di un muro che squarcia per chilometri il territorio cisgiordano defraudando dei mezzi di sostentamento agricoli le popolazioni che per millenni si sono alimentate di pastorizia e di coltivazione degli ulivi.
La “narrazione” e quella di gente comune che armata delle proprie bandiere e dei propri corpi sistematicamente pratica una Resistenza non violenta agli occupanti israeliani.
Loris

La prima risposta è arrivata sul blog di Miryam Marino della rete ECO (Ebrei contro l’occupazione) (clicca per la risposta), io voglio riportare una lettera inviata a Nichi Vendola dal gruppo che si è recato in Palestina con l'Associazione per la Pace dal 19 al 26 aprile 2011. 

Tu quoque Nichi? 


Caro Nichi, 
Dicci che non è vero e che è stato tutto un terribile equivoco. Non hai mai descritto Israele come “un Paese che ha trasformato aree desertiche in luoghi produttivi e in giardini”. Non ne hai mai parlato come di “un Paese che si confronta col tema mondiale del governo del ciclo dell’acqua” senza dire che nei territori occupati il ciclo dell’acqua consiste nel sottrarre l’acqua ai palestinesi per annaffiare colonie illegali. E’ stato quel furbacchione dell’Ambasciator Meir a “confondere un po’ le acque”? E allora perché non pubblicare una bella smentita? 
Ti hanno già scritto in molti e lo ha già fatto molto bene Myriam Marino, ci siamo anche noi: un bel gruppo di persone le più diverse appena tornate da un “viaggio di conoscenza” in Israele e Palestina, pensa. Uno di quei bei viaggi organizzati dall’Associazione per la Pace di Luisa Morgantini, un viaggio che nessuno di noi dimenticherà mai, che è appena cominciato e che vogliamo continuare, anche con te se ne avrai voglia e curiosità. 
Si dice che la Sinistra sia molto più brava a fare autocritica che a criticare i propri avversari. E infatti eccoci qua, a esercitare la nostra critica, tanto forte quanto forti sono le nostre aspettative nei tuoi confronti. Molti di noi sono “di sinistra”, alcuni di noi militano nelle file di Sinistra, Ecologia e Libertà. C’è anche chi non vede l’ora di vederti a capo di un governo che traduca sogni di giustizia in realtà quotidiana. 
Tutti noi crediamo che essere “radicali” non voglia dire essere “faziosi” e per forza “oppositivi”, ma essere in grado di arrivare alle radici delle cose, per capirle, interpretarle e tentare di dare risposte a questioni che sembrano difficili da risolvere.
Siamo contrari a battaglie identitarie che servono solo a dare un’etichetta a chi si sente perso senza un simbolo appiccicato addosso. Crediamo che oggi più che mai sia necessario studiare e reinterpretare il mondo. Neanche a te piacciono gli slogan vuoti e anche tu hai sempre voglia di imparare. E’ finita l’epoca della fedeltà assoluta ad una “causa superiore”, bisogna coltivare il dubbio, siamo d’accordo. Ma alcune battaglie vanno portate avanti con convinzione. Per questo abbiamo superato i dubbi di Pasolini su Israele e il mondo arabo e non abbiamo dubbi da che parte stare quando si parla dei Territori Occupati. Ogni tanto fa anche bene sentirsi nel giusto. 
A noi ha fatto bene manifestare contro il Muro a Bil’in insieme ai comitati palestinesi di resistenza popalare, ballare a Sheik Jarrah con i giovani israeliani strillando a una voce “One, two, three, four…occupation no more!”. Davanti a noi, due coloni che facendo finta di niente leggevano il Talmud seduti sul divano in cortile. Hanno ignorato noi come ogni giorno ignorano l’anziana profuga palestinese, a cui hanno occupato la casa assegnata dall’UNRWA ma che in quel cortile ha deciso di viverci lo stesso, sotto una tenda. 
Ci ha fatto bene conoscere gli Human Supporters di Nablus che aiutano i bambini a superare il dolore, e ci ha fatto bene vedere quel che riesce a fare il Rehabilitation Centre di Hebron in una città militarizzata da 5000 soldati venuti a proteggere i 400 coloni che hanno occupato il centro storico rendendo la vita impossibile ai palestinesi. Tutto questo ci ha fatto bene, ma ci ha fatto anche soffrire, perché l’ingiustizia fa soffrire, come fanno soffrire i racconti di violenza inaudita che ci sono stati riferiti dalle stesse vittime, anime di un assurdo purgatorio che chiedono di riportare in terra la loro verità. 
Nichi, lo sai che nell’ “unico Stato democratico del Medio Oriente”esistono le prigioni per i morti? Quelle dove i palestinesi marciscono, letteralmente, per scontare pene di 250 anni? 
Noi comprendiamo le ragioni diplomatiche che ti spingono a parlare anche con l’Ambasciatore di uno Stato che pratica l’apartheid, ma è davvero necessario sposarne e diffonderne la propaganda? Non dobbiamo dirti noi che già nella Bibbia la Palestina è identificata come la terra dove scorrono latte e miele: non è stato certo lo Stato di Israele a renderla fertile. 
Semmai, lo Stato di Israele sta utilizzando i territori abitati dai palestinesi come discariche. 
E a proposito di tecniche d’avanguardia, lo sai che dalle belle oasi che si sono costruiti in Cisgiordania i coloni aggrediscono i bambini palestinesi che per andare a scuola senza fare deviazioni chilometriche osano avvicinarsi a loro? E sai che non lontano dalle meravigliose palme piantate dai coloni nella Valle del Giordano esistono villaggi di beduini dove l’acqua potabile non passa perché è stata deviata? Siamo andati a conoscerli i bambini di questi villaggi, abbiamo visto le loro scuolette fatte coi copertoni delle macchine (anche grazie all’aiuto della cooperazione italiana), abbiamo visto le tende dove fanno lezione in attesa che sia pronta la scuola di fango intitolata a Vittorio Arrigoni: qualche mattone l’abbiamo messo pure noi, simbolicamente, per testimoniare la nostra vicinanza. Giardinetti per loro non ce ne sono, e qualcuno vorrebbe che neanche loro fossero lì. 
Come a Gerusalemme, dove i palestinesi non possono costruire case nemmeno sulla terra che appartiene a loro. E i figli devono arrangiarsi altrove, perdendo in questo modo per sempre la residenza. 
E allora Nichi, questa terra che in tutto sarà grande come la tua Puglia, bisogna conoscerla tutta per saper distinguere gli orrori dalla speranza, per capire che anche chi sta male a volte non si arrende. Per denunciare chi, nel nome di una religione e di una cultura, fa terra bruciata intorno a sé, teorizzando e riuscendo a far passare il messaggio che i suoi diritti valgono più dei diritti degli altri. 
Lo stato di Israele sarà pure denso della cultura ebraica che tutti apprezziamo, ma cosa c’entra questa cultura con le prevaricazioni che subiscono i palestinesi? 
Infine, riguardo al tuo desiderio di “sviluppare reciprocamente le attività turistiche”, ci chiediamo: è per difendere questa cultura che quegli uomini e donne di ghiaccio del sistema di sicurezza israeliano hanno sottoposto noi “turisti” italiani a un vero e proprio interrogatorio sulla via del ritorno, all’aeroporto di Tel Aviv? 
Terrorismo psicologico, il loro, roba da farti venire la tremarella. L’accusa, gravissima, quella di “essere dei volontari”. 
Pensa che curioso, ci hanno accusati di essere venuti in Israele “solo” per aiutare i palestinesi, e hanno voluto le prove che fossimo stati nei posti giusti: posti, ad esempio, come i giardini di Haifa di cui sono (siete?) tanto orgogliosi. Fra le tante foto “compromettenti”che hanno visto dopo averci requisito la macchina fotografica è spuntata fuori anche quella dei giardini di Haifa. Meno male, siamo particolarmente sensibili ai giardini. 

Ci vuoi venire a vedere i giardini e le palme con noi? Noi ti ci portiamo volentieri, ma poi facciamo anche un viaggio nei villaggi e nelle città palestinesi. 

Con la stima che non vogliamo perdere, 

Giovanna Bagni, Giulia Bellandi, Sara Bellandi, Franca Bocci, Raffaele Boiano, Sergio Caldaretti, Bernardetta Casa, Carla Consonni, Davide Costa, Nicola Costa, Silvia Dal Piaz, Marco De Luca, Francesco Del Bove Orlandi, Rosa Di Glionda, Francesca Fanchiotti, Gabriella Fazzi, Ornella Fiore, Liana Gavelli, Isa Giudice, Valentina Loiero, Maria Grazia Lunghi, Giovanna Manaccia, Paola Marazziti, Marcello Musio, Mariella Pala, Cristiana Paternò, Marco Pecci, Ivan Proto, Alice Proto, Elisabetta Schintu, Stefania Spiga, Massimo Tesei, Edvino Ugolini, Carolina Zincone, Biancamaria Zorzi


Questo è il trailer di un filmato che documenta in maniera assolutamente sconvolgente,  le condizioni di vita nei territori occupati. In particolare viene anche documentata l'attività degli attivisti internazionali (il giovane inglese sulla carozzella), per il riconoscimento dei diritti del popolo Palestinese

link utili (il manifesto) intervista all'autore delle foto della mostra Bil’in my love



la mostra "Bil’in my love" sarà replicata a luglio all'interno delle iniziative del decennale 2001-2011.

sabato 5 giugno 2010

EREDI DI CRAXI MA NON TROPPO ...confronto tra l'Achille Lauro e la Flotilla di Gaza

Il 7 ottobre 1985 veniva dirottata da un commando palestinese dell’FLP la nave da crociera “Achille Lauro”.

Nel corso del sequestro rimase ucciso il cittadino americano ebreo Leon Klinghoffer.

La trattativa condotta a quel tempo dal governo italiano, con l’intercessione dell’Egitto, dell’OLP di Arafat e dello stesso Abu Abbas, fondatore dell’FLP, portò al dissequestro della nave .

Successivamente, infischiandosene degli impegni assunti dai soggetti istituzionali coinvolti, gli USA pretesero la consegna dei dirottatori, innescando un pericoloso braccio di ferro militare con l’Italia, presso la base di Sigonella.

L’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi difese, con determinazione, la sovranità dello Stato Italiano rivendicando l’applicazione del diritto internazionale.

Ho voluto ricordare, succintamente, il dirottamento della “Lauro” e la “crisi di Sigonella” perché, nella vicenda dell’arrembaggio Israeliano alla Flotilla con gli aiuti umanitari per Gaza, entra con tutta la prepotenza della logica della ragione.

A seguito del dirottamento della Lauro, il 10 marzo 1988 fu sottoscritta la “Convenzione per la soppressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima” (convenzione di Roma) .

Di cui riporto in italiano il testo tradotto dell’art.3.

Ad una prima analisi, la vicenda dell’Achille Lauro risulta, a tutti gli effetti, la fotocopia di quanto successo nei giorni scorsi nelle acque internazionali davanti a Gaza.

Unica differenza, è che TUTTI dichiarano lo “Stato” che ha compiuto questo atto di “Terrorismo” uno “Stato” democratico e “amico”.

Dove, invece, la vicenda assume una dimensione completamente diversa è nel comportamento del nostro Governo.

Infatti, nell’85 Bettino Craxi non esitò a difendere l’autonomia e la sovranità dello stato Italiano non permettendo agli USA azioni dal grande effetto scenografico e dallo scarso valore diplomatico.

“L’orgoglio” nazionale fu fatto salvo dalla determinazione del governo di allora, che si rese garante della salvaguardia della legalità internazionale e della sacralità della difesa del nostro territorio nazionale.

Di fatto, invece, l’attuale governo Italiano, attraverso la voce del suo ministro degli esteri, fa carta straccia della “convenzione di Roma” ringraziando Israele e non esprimendo alcuna condanna nei confronti di chi ha sequestrato, percosso e incarcerato, senza alcuna giustificazione, cittadini italiani, e non ha espresso alcuna solidarietà nei confronti della Turchia (nazione di fatto aggredita) pur essendo questa un’alleata “istituzionale” in quanto paese aderente alla NATO , e, nei confronti della quale, come sancisce l’alleanza, vi è un obbligo di reciproca assistenza in caso di aggressione.

Ricordo che l’Italia, insieme agli USA e al governo di destra olandese, sono stati gli unici paesi che, in sede ONU, si sono opposti ad una commissione di inchiesta internazionale privilegiando una commissione di inchiesta interna Israeliana.

La conclusione, inevitabile, a cui si giunge esaminando e confrontando le vicende dell’Achille Lauro e della Flotilla, è che questo governo, erede, e non solo politicamente, di Bettino Craxi, è riuscito solo parzialmente ad acquisirne la dimensione politica.

La vicenda di questi giorni, ci ha reso un’ immagine dell’Italia servile all’abbisogno e incapace di osservare e fare osservare regole e leggi che regolano i rapporti tra le nazioni.

Per quanto riguarda,invece, l’intreccio affaristico e politico, i membri del nostro Governo invece stanno, forse, quasi superando il maestro, ed aspettiamo fiduciosi le risultanze della magistratura, anche se pensando alla votazione alle Nazioni Unite, forse le inchieste vorrebbero condurle loro o in subordine magistrati non imparziali ma sicuramente “amici”.

martedì 1 giugno 2010

Indegne dichiarazioni di un Ministro della Repubblica.

La pochezza politica e la mancanza del senso dello Stato, ha nuovamente colpito un membro dell’esecutivo. Dopo le allucinanti dichiarazioni del sottosegretario Mantica di ieri, oggi è stata la volta del responsabile del dicastero Frattini, che ha avuto la sfrontatezza di dichiarare che i sei italiani, che erano al seguito del convoglio umanitario “freedom flotilla”, non sono prigionieri di Israele. L’intervista è stata resa al tg3 delle 19 di oggi 1 giugno (appena disponibile segnalerò il link stabile al video).

Che sono stati sequestrati, che soggiornano in stato di detenzione, che subiranno un processo, e che avranno un decreto coatto di espulsione, è evidentemente quanto di più simile al concetto di libertà passa per la testa del signor Ministro.

Che siano stati vittime di una azione di pirateria, né più né meno come accade in prossimità delle coste di alcuni paesi africani a navi anche italiane, il Ministro di Berlusconi pare non essersene accorto. La formulazione per il “ritorno a casa” dei nostri connazionali è debole, servile e poco rispettosa di cittadini Italiani che hanno il diritto ad essere tutelati dal nostro governo nel momento che sono fuori dei confini nazionali e sono vittime di soprusi talmente evidenti da richiedere, come il governo Francese, il rilascio immediato, pena ritorsioni diplomatiche .

Dovrebbe mettersi il cuore in pace il Ministro e comprendere che questo paese che risponde al nome di Israele, ha aggredito uccidendo tra gli altri il comandante di una nave turca. Vogliamo ricordare al Frattini che con la Turchia condividiamo “l’alleanza atlantica”? Vogliamo ricordare che la Nato è nata proprio per garantire la reciproca assistenza nell’eventualità di una aggressione ad uno stato membro?

L’aggressione in acque internazionali è assolutamente assimilabile ad una aggressione al territorio nazionale.

Così come richiesto da altri paesi europei, il rilascio deve essere immediato .

Se quanto scritto sino ad ora può sembrare “formale”, di sostanziale c’è che oggi sono stati uccisi altri cinque civili palestinesi tra cui una signora di 65 anni.

Credo risulti difficile sostenere che fosse una pericolosa terrorista.

Di sostanziale c’è che o si è in grado, al di la delle proprie convinzioni e degli schieramenti politici di appartenenza,di svolgere il proprio ruolo, o è meglio dare le dimissioni e lasciare gestire le problematiche (di qualsiasi natura) inerenti italiani all’estero, a chi è in grado di farlo in maniera e misura più efficace, attraverso strumenti diplomatici e sanzionatori.

Assodato è che al Ministro non è bastata l’esperienza recente, che ha coinvolto nuovamente cittadini italiani in Afghanistan , e che, anche se terminata positivamente, sicuramente non è stato grazie alla sua perentorietà.

lunedì 31 maggio 2010

Deferire Israele ai tribunali Internazionali

Mentre il numero dei morti della “FREEDOM FLOTILLA” continua a salire, il Governo Israeliano ha la sfrontatezza di parlare di provocazione da parte della flottiglia che portava 100 tonnellate di aiuti umanitari per la popolazione di Gaza.

Più volte è stato denunciato come le autorità israeliane scientificamente adottano sistemi atte a stroncare la sopravvivenza della popolazione civile della striscia di Gaza.

Il Blocco delle merci non è casuale, e, oltre a bloccare come è successo di recente alla carovana di “Music For Peace” medicinali, il blocco riguarda anche i materiali per la manutenzione dei pozzi che distribuiscono l’acqua potabile alle popolazioni e i quaderni, perche attraverso l’apprendimento e la trasmissione della propria cultura un popolo non può morire.

Il senso di colpa da parte delle nazioni occidentali nei confronti di ciò che fu l’olocausto non può trovare nessuna giustificazione nella politica del genocidio portato avanti dai governi israeliani.

Mobilitiamoci affinché la risposta di condanna si levi ai più alti livelli internazionali .

Sollecitiamo la Farnesina ad una decisa condanna.

Chiediamo che siano deferiti ai tribunali internazionali i responsabili politici e militari delle stragi nei territori occupati e del vile atto di pirateria compiuto questa notte nei confronti delle organizzazioni umanitarie.

Aggiornamenti da freegazaorg - witnessgaza.com (in italiano)

MORTI E FERITI - ATTACCATA IN ACQUE INTERNAZIONALI FREEDOM FLOTILLA DALLA MARINA ISRAELIANA

MORTI E FERITI TRA I CIVILI CHE PORTAVANO AIUTI UMANITARI A GAZA

Gravissimo attacco da parte della marina israeliana alla flottiglia di aiuti internazionali partita da Cipro.
L'attaco condotto in acque internazionali ha provocato morti e molti feriti. Voci parlano oltre 10 vittime accertate e di innumerevoli feriti. La notizia è stata diramata questa mattina da rai new24.

Le navi abbordate sono state sequestrate e dirottate ad Haifa.

Chiediamo che il governo italiano levi una protesta immediata contro questo nuovo crimine israeliano contro civili pacifisti internazionali.

Aggiornamento - Ultimi aggiornamenti parlano di centinaia di feriti e di 16-18 morti. Manifestazioni di protesta contro Israele sono in corso in Turchia.




FONTI - ALJAZEERA - HAARETZ.COM - Repubblica video


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