il problema attuale non è più la lotta della democrazia contro il fascismo ma quello del fascismo nella democrazia (G. Galletta)

Amicus Plato, sed magis amica veritas



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martedì 15 aprile 2014

“Un vincitore è un sognatore che non ha mai smesso di sognare. Vittorio Arrigoni. Un vincitore.”

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…sono passati tre anni dal pomeriggio del 14 aprile 2011 quando fece irruzione nelle nostre menti e nei nostri cuori la notizia del rapimento di Vittorio Arrigoni. A tre anni di distanza però quel sentimento di smarrimento e di incredulità rimane invariato, come se fosse oggi che ci viene portato via un compagno, un riferimento, un amico. Quelle ore passate davanti al pc facendo rimbalzare ogni barlume di notizia che riguardasse Vittorio. Una telefonata a Luisa Morgantini in partenza in quelle ore per la Palestina, l’appello del mondo dell’associazionismo e i singoli. Una mail che purtroppo è andata perduta di Haidi Gaggio Giuliani  in cui manifestava la sua preoccupazione con una sinteticità e profondità che solo una “madre”può esternare. Il tutto continuando a pestare i tasti nella consapevolezza che in quel momento l’unica cosa che aveva senso era sollevare  da ogni parte del mondo un urlo che voleva nuovamente Vittorio libero. Intorno alle due di notte infine la notizia che non avremmo mai voluto ricevere…. “Lo hanno ucciso”. Dopo……le lacrime, e ti accorgi che non è cambiato niente da quella notte perché quelle si ripresentano anche oggi. Vittorio, ci manchi Loris
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  da una mail di quella notte oggetto “lo hanno ucciso” alle 02.48
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Luisa Morgantini Scrive:che la terra ti sia lieve Vittorio.E' un baratro ma continuiamoLuisa Morgantini
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risponde Patrizia Sentinelli:E' una cosa terribile! Ancora un morto sulla strada della pace. E' un colpo per il popolo palestinese e per tutti coloro che si battono per la libertà e i diritti. Sento il peso della morte ingiusta, inumana. ma tutti insieme dobbiamo continuare a lottare.Stringiamoci nel cordoglio e nella denuncia dell'orrore. Patrizia Sentinelli.
E’ stato scritto 14 aprile Appello alla liberazione
e il giorno 15 aprile  Vittorio Arrigoni…e ti ricordo così
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lunedì 15 aprile 2013

Non è un eroe né un martire - 15 Aprile 2011


«Non è un eroe né un martire, solo un ragazzo che credeva nei diritti umani. Eravamo lontani, ma più che mai vicini.
Come ora, con la sua presenza viva che ingigantisce di ora in ora, come un vento che da Gaza, dal suo amato mar Mediterraneo, soffiando impetuoso ci consegni le sue speranze e il suo amore per i senza voce, per i deboli, per gli oppressi, passando il testimone. Restiamo umani.»

Egidia Beretta Arrigoni

tratto da "il viaggio di Vittorio" di   Egidia Beretta Arrigoni


...due anni diventano un'eternità se chi ci ha lasciato lascia un vuoto incolmabile di umanità.
Restiamo Umani.

lunedì 24 dicembre 2012

Se Buon Natale deve essere, che lo sia più vicino possibile a Betlemme e ai territori che la circondano

...Perchè questi auguri? Per essere più vicini alle popolazioni civili sotto assedio a Gaza e di tutti i territori occupati da Israele, contro il muro della vergogna che attraversa la Cisgiordania espropriando contadini dei naturali mezzi di sostentamento. Contro quella politica di apartheid che abbiamo combattuto in Sudafrica e che oggi ritroviamo praticata dallo stato di Israele.
Una notte di Natale di molti anni fa davanti le chiese di Sestri ponente distribuivo un volantino contro la guerra del Vietnam che per sensibilizzare sui massacri terminava con la frase "...mentre Gesù Bambino nasce, un bambino vietnamita muore". Oggi, credo, sarebbe giusto interrogarci se Gesù nascesse a Gaza, non lontano quindi da dove nacque realmente se riuscirebbe a sopravvivere ai bombardamenti di uno degli eserciti più efficienti al mondo.
Loris


...Dedicata a una giovane amica che sta prestando la sua opera a sostegno delle popolazioni Palestinesi e a  tutti quei volontari che sono impegnati a Gaza, nei territori occupati e in quel che resta di Palestina.
Ricordando Vittorio Arrigoni


“We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We’ll walk hand in hand
we’ll walk hand in hand
we’ll walk hand in hand someday
here in my heart, I do believe
we’ll walk hand in hand someday
We shall live in peace
we shall live in peace
we shall live in peace someday
here in my heart, I do believe
we shall live in peace someday
We are not afraid
we are not afraid
we shall overcome someday
well here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome
we shall overcome
we shall overcome someday
here in my heart, I do believe
we shall overcome someday
We shall overcome someday”.
—————————————————–
Traduzione.
“Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
Cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano
cammineremo mano nella mano un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che cammineremo mano nella mano
Vivremo in pace
vivremo in pace
vivremo in pace un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che vivremo in pace un giorno
Noi non abbiamo paura
noi non abbiamo paura
avremo ragione di tutto questo un giorno
sì, qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
Avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo
avremo ragione di tutto questo un giorno
qui nel mio cuore, io credo profondamente
che avremo ragione di tutto questo un giorno
avremo ragione di tutto questo un giorno”.
(Versione a cura di Arturo Bandini)

martedì 7 agosto 2012

Comunicando, anche il nostro disagio per la lunga marcia verso le barbarie culturali





...Ci sono due cose sulle quali oggi per me è necessaria una riflessione profonda: la prima è una notizia di una gravità inaudita di cui sono venuto a conoscenza su facebook . La morte di un ragazzino quattordicenne che stava lavorando col padre in una si presume ristrutturazione di una casa a Lecce.

Dopo una non facile e immediata ricerca in rete, ecco la stringata notizia sulla Repubblica di Bari (leggi l'articolo).
Ho dovuto imbattermi casualmente su una cosa postata su fb, per sapere che in questo paese anche il diritto a crescere per un bambino può essere negato per l'esigenza del "profitto", lo stesso profitto che fa ritrovare il piombo nelle urine degli abitanti di Taranto e che scatena nel caso dell'Ilva stampa lavoratori e mondo imprenditoriale in una indignazione che può ruotare intorno alla tutela dell'ambiente, del lavoro e perdita di profitti. Il tutto e il contrario di tutto.

La morte del bambino è solo "il contrario di tutto", per lo meno nella reazione. 
Anche in questo caso e in maniera sicuramente più appropriata mi torna alla mente Banfield e il suo "familismo amorale", perchè non solo i media non si sono prestati a sottolineare quella tragedia, ma quelle stesse componenti sociali vicine alla realtà del quattordicenne, anche sul piano informativo e comunicativo si sono mostrate lacunose, al limite dell'omertà. Quasi a voler proteggere una comunità da una vergogna, autoproteggersi nei confronti dell'esterno. Omettere tutto cio che può essere la cifra della diversità morale rispetto ai valori espressi dalla nostra società.



da facebook - GOOOD MORNING VIETNAAAM

"Per giorni si è parlato di un 65 enne morto di infarto al Quirinale, si è visto il Presidente della Repubblica affranto, in lacrime, pronto ad accusare per questa morte "provocata" dalle illazioni...
Io però non ho sentito nemmeno una parola sul ragazzino di 14 anni deceduto ieri nel leccese in un cantiere edile, schiacciato da un masso...Non ho sentito una parola di tristezza, di rammarico, di indignazione, da nessuno. Si può lavorare a 14 anni, in maniera irregolare, senza le minime misure di sicurezza? No, non si può: la legge non lo consente...ma ci sono cose che hanno un diverso peso ed evidentemente, la vita di Marco non era tra le priorità."
(pinziah)



....La seconda cosa sulla quale riflettere me l'hanno data le parole del nostro Ministro per gli affari esteri Terzi che conversando alla televisione rispetto al problema dei rapimenti di cittadini italiani all'estero, ipotizzava la possibilità da parte dello Stato Italiano di una rivalsa economica a titolo di risarcimento per le spese sostenute dallo "Stato" per la tutela dei cittadini incappati in questa tipologia di inconveniente.
Potrei chiedere se lo Stato ha intenzione di chiedere il rimborso al carabiniere rapito in Yemen e liberato pochi giorni fa, ma, non possiamo far finta di ignorare che l'obbiettivo del ministro di questo governo è ben altro. E' una minaccia rivolta nei confronti di chi come Rossella Urru da se stessa per portare la solidarietà umana a chi su questo pianeta è destinato dai signori della guerra e dal potere delle banche a rimanere costantemente nell'accesso alla vita dignitosa tra gli ultimi. Non è un caso che queste illazioni escano in concomitanza anche dei provvedimenti sulla spending review e che il così detto "terzo settore" ne esca profondamente massacrato.
Questo governo non vuole limitarsi ai tagli economici, vuole decapitare anche il sentimento e volontà di solidarietà che è diffuso in tanta società civile e che in figure come Rossella Urru o Francesco Azzarà (operatore di Emergency) trovano le immagini più recenti, senza poterci scordare mai di figure come Vittorio Arrigoni.
Vergogna signor ministro, pensavo che avevamo toccato il fondo con il "maggiordomo" Frattini, ma anche lei sa proprio rendersi gradevole e chiaro nell'indicare da che parte vuole stare. Più volte col precedente ministro abbiamo dovuto ricordare i compiti del ministero per gli affari esteri nelle funzioni di tutela di cittadini italiani all'estero. Siamo noi, cittadini normali che chiediamo a voi professori e diplomatici di rimborsarci della missione militare in Afganistan o dell'acquisto degli F35. Come vede signor ministro, il disavanzo è purtroppo tutto a suo sfavore!


Loris


lunedì 16 aprile 2012

Benvenuti in Palestina - Ecco i pacifisti che hanno, nonostante tutto messo piede in Palestina (video)



Ecco la testimonianza di chi ha superato i servizi di sicurezza Israeliani ed oggi si trova in Cisgiordania.
Potrei scrivere fiumi di parole, ma questa breve testimonianza è ciò contro cui il governo israeliano si è inutilmente scagliato ricattando o comprando la complicità delle compagnie aeree Europee e un po di tutto il mondo.
Sicuramente il nostro attivista sarà nelle prossime black-list come la signora di più di 80 anni arrivata con lui in Cisgiordania ma l'obiettivo di arrivare in Palestina è stato raggiunto.


ps. forse i servizi di sicurezza israeliani si sono distratti mentre erano alla ricerca di Vauro travestito da Orsolina

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domenica 15 aprile 2012

Benvenuti in Palestina - Welcome to Palestine

Ecco una prima rassegna di foto di "Benvenuti in Palestina". Volutamente le fonti sono i social-network, perchè attraverso la rete passa l'informazione e la denuncia di quanto sta accadendo agli attivisti internazionali in arrivo all'areoporto  Ben Gurion di Tel Aviv diretti in Palestina.
Sulla colonna di destra del blog l'aggiornamento twitter di "Benvenuti in Palestina".
Questo post sarà volutamente in progress.
info da:

















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lunedì 16 gennaio 2012

"BIL’IN MY LOVE" Viaggio nella resistenza non violenta palestinese


Sono passati tre anni da “Piombo fuso” con le sue vittime e le sue testimonianze. Tra pochi mesi sarà un anno che Vittorio Arrigoni è stato rapito e assassinato a Gaza. Sempre più una esigenza di giustizia e di rispetto dei diritti dei popoli attraversa la Palestina, il medio-oriente e più in generale i paesi del mondo arabo.
Per queste ragioni riproponiamo a Sestri Ponente la mostra fotografica “Bil’in my love” , sulla resistenza non violenta in Palestina, allargata ad alcuni scatti su Vittorio Arrigoni  a Gaza.

Gli incontri durante la mostra vogliono favorire la conoscenza sulle condizioni del popolo palestinese e sui progetti di solidarietà in corso.  Tutti sono invitati a partecipare.



BIL’IN  MY  LOVE
Viaggio nella resistenza
nonviolenta palestinese

Foto di Hamde Abu RAHME

Mostra fotografica dedicata   a
 Vittorio   Arrigoni









 PROGRAMMA:

19 GENNAIO 2012   ORE 17:00
        INAUGURAZIONE MOSTRA FOTOGRAFICA

20 GENNAIO 2012  ORE 20:30
incontro pubblico con Khalid Rawash, medico
 “PROGETTO DIMA: UNA SCUOLA MATERNA A GAZA”
Presentazione progetto costruzione Scuola Materna intitolata a 
Vittorio Arrigoni nel campo profughi di Khan Younis a Gaza

21 GENNAIO 2012   ore 16:00 18:00
PROIEZIONE  FILMATI
“Intervista a Vittorio Arrigoni” ,   “Fotografo di pace”  e altri

PRESSO   Primo piano
PALAZZO FIESCHI, Via Sestri  34


ORGANIZZATO DA ASS.SENZA PAURA ONLUS

        CON IL PATROCINIO  DEL                                                



martedì 27 dicembre 2011

"Piombo Fuso" - Dal massacro dei palestinesi al massacro della Cultura


Tre anni fa, il 27 dicembre, iniziava la strage nella striscia di Gaza denominata “Piombo fuso” (1) . Fu la risposta dello “stato di Israele” al lancio di missili qassam dalla striscia di Gaza verso i territori israeliani.
Il bilancio fu atroce, in tre settimane i morti palestinesi superarono le 1400 unità, e il dato più rilevante fu che colpiti furono quasi esclusivamente civili, con un numero impressionante di donne e bambini.
Se demenziale fu l’aggressione con i missili qassam, criminale fu la reazione israeliana, sicuramente più orientata ad una operazione di genocidio che ad una dichiarata messa in sicurezza del proprio territorio.
Furono molte le iniziative, in quei giorni, di solidarietà nei confronti del popolo palestinese e degli abitanti della striscia Gaza (2) .
Da questo blog partì una improbabile campagna per il gemellaggio di Genova (medaglia d’oro della resistenza) nei confronti di Gaza (3) (4) . Improbabile, perché anche nella città medaglia d’oro alla Resistenza lobby filo israeliane non avrebbero fatto passare un voto favorevole simbolo di civiltà ancor prima che politico.
La campagna per il gemellaggio però servì, e questo era l’obiettivo primario, ad attivare le istituzioni, verso tangibili forme di solidarietà (5), anche trasversali, nei confronti delle popolazioni colpite. Fu così possibile, anche se fatto con grande riservatezza, curare vittime del conflitto in strutture italiane adeguate e facilitare le raccolte e l’invio di materiale di conforto a Gaza, anche se il blocco ne ha nei fatti disperso e deteriorato una parte.

Sotto quei bombardamenti, a Gaza, in quei giorni c’era anche Vittorio Arrigoni
"Io e miei compagni siamo coscienti degli enormi rischi a cui andiamo incontro, questa notte più delle altre; ma siamo certo più a nostro agio qui, nel centro dell’inferno di Gaza, di quanto lo saremmo mai stati nei paradisi metropolitani europei o americani, dove la gente festeggia il nuovo anno e non capisce quanto in realtà sia complice di tutte queste morti di civili innocenti." 3 gennaio 2009 (Restiamo Umani)

Tante forme di solidarietà, soprattutto un tentativo di risposta a quell’abominio della guerra che ha visto come vittime e bersagli preferiti, i bambini. Un fallimento della cultura che non ci ha sufficientemente insegnato a difenderli come il bene supremo al quale dobbiamo guardare (6) ?
Non c’è più Vittorio, molti, troppi bimbi sono morti e spesso con un certo disorientamento ci muoviamo nelle forme di solidarietà che esprimono vicinanza col popolo Palestinese.
Abbiamo imparato a conoscere la Resistenza non violenta contro il “muro della vergogna” e abbiamo appreso che Israele l’ha definito “terrorismo non violento”, non servono commenti.

Termino come tre anni fa con il video di “contro” dei nomadi perché anche se gli anni passano, le infamie sono sempre dietro all’angolo e la scelta di essere contro queste infamie è ancor prima che ideologica, una scelta di civiltà.
Loris



lunedì 25 luglio 2011

Lettera aperta ai cittadini israeliani



Cittadini di Israele,
noi siamo Cittadini d'Italia ma, insieme a voi e ai Cittadini di qualunque altro Paese, siamo cittadini del mondo.
E' in qualità di Cittadini del Mondo che desideriamo parlarvi.
I confini geografici possono essere una necessità ma limitano il riconoscersi tutti nel comune sentire di semplici Esseri Umani, ognuno con le proprie paure, le proprie fragilità, i propri sogni.
"Siamo tutti sulla stessa barca", diciamo in Italia.
Sarà per questa simbologia, forse, che siamo tanto legati alla Freedom Flotilla. Ne avete, sicuramente, sentito parlare; magari, vi avranno detto che i suoi passeggeri sono cattivi, terroristi, che vogliono la vostra fine.
Non è così!
Chi si imbarca su quelle navi è convinto che tutti i Cittadini del Mondo debbano vivere liberi, da assedi e da paure, e decidere da sé come vogliono essere governati. È convinto che nessuna "ragione di Stato" può essere una giustificazione per togliere ad altri la libertà e la dignità.
"Dignità" è anche il nome di una piccola barca che, stamattina, si è diretta a Gaza.
Il vostro Governo l'ha bloccata con mezzi militari e ha costretto i suoi passeggeri ad andare al porto di Ashdod.
A questo punto del racconto, vogliamo farvi riflettere con noi su alcuni particolari:
l'anno scorso il vostro Governo ha assalito la Mavi Marmara, facente parte della prima Freedom Flotilla, uccidendo 9 persone e ferendone molte altre. Da quasi tutti i Governi del Mondo si sono levate voci di critica. Anche l'ONU ha condannato l'atto, dichiarandolo illegale, sia perché svoltosi in acque internazionali sia per la brutalità dell'esecuzione.
Quest'anno, il vostro Governo non ha avuto bisogno di uccidere nessuno. Ha, semplicemente, comprato altri Governi (compreso il nostro). Alcuni li ha comprati economicamente, altri politicamente. Il risultato non cambia. Sapete questo cosa significa per un Cittadino del Mondo? Che, se domani, un qualunque Governo riuscisse a comprarsene altri, nessuno di noi sarebbe più libero di muoversi. Noi come voi.
Il vostro Governo ha abbordato la piccola Dignité e ha condotto i suoi passeggeri nel porto di Ashdod, dove verranno interrogati e rimandati nei rispettivi Paesi oppure processati per "essere entrati, illegalmente, in Israele". Vi possiamo assicurare che i passeggeri della Dignité non avevano intenzione di entrare in Israele. La loro destinazione era Gaza, come da sempre dichiarato e riportato da tutti i media del Mondo. D'altronde, non è proprio per questo che Israele si è data tanto da fare per impedirglielo, annunciando al Mondo che nessuno entrerà mai a Gaza, via mare, e che avrebbe usato qualunque mezzo per fermarli? E dunque, non suona schizofrenico costringere chi voleva andare a Gaza ad andare a Ashdod e, poi, accusarlo di essere entrato illegalmente in Israele?
Il vostro Governo giustifica qualunque sua azione con la motivazione di doversi difendere. Continua a bombardare Gaza, a togliere da vivere a un altro Popolo, impedendo ai pescatori di pescare e ai contadini di coltivare i loro campi. Per farlo, non esita a sparare su persone inermi. E bombarda voi, il suo Popolo, con la propaganda sul complotto per distruggervi.
Siete tutti terrorizzati, Palestinesi e Israeliani, chi per un motivo chi per un altro.
Siete tutti rinchiusi dal muro che il vostro Governo ha eretto, intorno alla vostra dignità, vostra e dei vostri fratelli Palestinesi.
Vi chiediamo: se il vostro Governo ha talmente paura da impedire anche a chi non ha armi di esprimere il proprio dissenso e di impegnarsi perché le regole che chi governa il Mondo ci sta imponendo, bypassando leggi nazionali e internazionali, conquistate in decenni di lotte civili dai nostri genitori, in quale modo possiamo evitare, noi semplici Cittadini del Mondo, di essere ridotti, di nuovo, in schiavitù?
La recente legge anti boicottaggio vi imbavaglia. Non sentite il bavaglio stringere sulle vostre bocche e sulle vostre anime?
Non siete liberi, non siamo liberi.
Indignatevi, insieme a noi. I Governi, il vostro, il nostro, non hanno paura delle armi, sulle quali, tra l'altro, fanno grandi affari. Una sola cosa temono: l'opinione pubblica.
Usano la paura, creata ad arte, per renderci deboli e timorosi di reagire.
Facciamo capire loro che, invece, non abbiamo paura della propaganda.
Indigniamoci, insieme! Diciamo al Mondo che i nostri Paesi sono migliori di chi ci governa e che vogliamo vivere insieme, mettendo insieme le nostre emozioni, i nostri bisogni, le nostre paure, le nostre fragilità, i nostri sogni.
Diciamogli che ci sentiamo tutti sulla stessa barca.





(English version)

Citizens of Israel,
we are Italian citizens but, as you are and as all the people from any other country are, we are also citizens of the
world.
And as citizens of the world we want to address you.
Geographical boundaries may be necessary but they also hinder us from identifying ourselves as human beings, with common feelings, and our own individual fears, weaknesses, and dreams.
There's an adage in Italy that goes: “We are all in the same boat”. Maybe it's because of this image that we feel so bonded to the Freedom Flotilla. You've certainly heard of it. Maybe you've been told that its passengers are bad people, terrorists, that they want your demise.
This is not true!
The people who embarked on those ships believe that all the citizens of the world should live free from sieges and fears, and should decide for themselves how their country is ruled. They think that no “reason of state” may be invoked as a justification to deprive anybody of their freedom and dignity.
“Dignity” is also the name of a small ship that sailed this morning, bound for Gaza.
Your Government blocked it with military boats and forced its passengers to go to Ashdod port.
Before saying more, let us bring your attention to some details: last year your Government attacked the Mavi Marmara ship, which was part of the first Freedom Flotilla, killing 9 people and injuring many more. Critical voices came from almost all the governments in the world. Even the UN condemned this action, and declared it illegal, both because it took place in international waters, and because of its brutality.
This year, your Government hasn't needed to kill anyone, but simply bribed other Governments (ours included). Some were bribed with monetary rewards, others with political favors. The outcome is the same.
Can you imagine what this means for a Citizen of the World? It means that if tomorrow whatever country were able to bribe other governments, none of us would any longer be free to go around. Neither us nor you.
Your Government boarded the small Dignité and took its passengers to Ashdod port, where either they will be interrogated and sent back to their own countries or they will be put on trial for “illegally entering Israel”. We can assure you that the Dignité passengers had no intention of entering Israel. Their destination was Gaza, as it has always been declared by them and reported by mass media all over the world. After all, isn't this what Israel has been trying so hard to prevent, by announcing to the World that nobody will ever be allowed to enter Gaza by sea and that it would use any means to stop those who tried? So, doesn't it sound schizophrenic to force people headed for Gaza to go to Ashdod and then incriminate them for entering Israel illegally?
Your Government justifies all its actions as measures of self-defense.
It keeps on bombing Gaza, taking off that people's means of support, by preventing fishermen to fish and farmers to farm their fields. To reach its aim it isn't backward about shooting at defenseless people. And it bombards you, its people, with its propaganda about a conspiracy to destroy you.
You are all terrified, both Palestinians and Israelis, for one reason or another.
You are all trapped inside the wall that your Government built around your and your Palestinian brothers' dignity.
We ask you: if your Government is so frightened that it forbids even unarmed people from expressing their dissent and acting against the rules that world leaders are imposing on us – ignoring national and international laws that are the outcome of our fathers' civil struggles in the past decades – how can we, common citizens of the worlds, save ourselves from being reduced to slavery again?
The new anti-boycott law is gagging you. Can't you feel that gag on your mouths and souls?
You're not free, we're not free.
Get indignant, as we are. These Governments, your Government and our Government, are not afraid of weapons, in which they do a roaring trade, incidentally. They are afraid only of one thing: public opinion.
They use the fears they instill on purpose to make us weak and afraid to take action
Let's make them understand, instead, that we're not impressed by their propaganda.
Let's get indignant together! Let's tell all the world that our peoples are better than our leaders and that we want to live together, sharing our emotions, our needs, our fears, our weaknesses, our dreams
Let's tell them that we feel we are all in the same boat.




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domenica 26 giugno 2011

Bisogna essere israeliani per definire terrorista la non-violenza

"Ho notato — e non sono il solo — la reazione del governo israeliano di fronte al fatto che ogni venerdì i cittadini di Bil'in si recano al muro contro il quale protestano senza lanciare pietre, senza ricorrere alla forza. Le autorità hanno definito questa marcia «terrorismo non-violento». Niente male... Bisogna essere israeliani per definire terrorista la non-violenza. E bisogna soprattutto essere imbarazzati per l'efficacia della non-violenza, dovuta al fatto che suscita il sostegno, la comprensione, il favore di tutti coloro che nel mondo si oppongono all'oppressione."
tratto da "Indignatevi" di Stèphane Hessel



... ho già parlato di Bil'in, villaggio della Cisgiordania che pratica la Resistenza non violenta contro l'infamia del muro con cui Israele segrega la popolazione palestinese impedendogli, fin troppo spesso, di accedere a quelle che sono state le fonti naturali di sostentamento per secoli.(archivio a-sinistra)
Mi viene naturale, accostare la forma di lotta dei palestinesi di Bil'in agli amici, compagni, fratelli che stanno navigando alla volta di Gaza sulla Freedom Flotilla.
Mi spiace non rilevare nelle parole del Portavoce del nostro ministero per gli affari esteri, Maurizio Massari “Flotilla 2 può ostacolare il processo di pace” quell'imbarazzo a cui fa riferimenti Hessel sul libro "Indignatevi", riferendosi agli israeliani. Ma questo, quello italiano, è un governo che non conosce vergogne in grado di riportare legalità internazionale a quella giusta considerazione, a salvaguardia dei rapporti tra stati. Questo è il governo che paga i killer libici al fine di impedire le migrazioni verso l'Italia, e non esita a baciare le mani di dittatori considerati terroristi fino a pochi anni prima, per poi iniziare dei bombardamenti intelligenti per risolvere il problema libico. Divorzio all'italiana, verrebbe da dire scherzosamente se non ci fosse la tragicità della guerra e della morte di civili come risultato inevitabile e tangibile.
Ricordo che a Genova, nel decennale che portò a Genova centinaia di migliaia di giovani e meno giovani armati dalla speranza che "un altro mondo sarebbe stato possibile" parleremo nuovamente di Bil'in e di Vittorio Arrigoni con documentazioni fotografiche e dibattiti. Genova2001-2011

Loris


Lascio a Vauro la testimonianza di chi è e sarà a bordo della Freedom Flotilla



Questa foto insieme ad altre sarà esposta in una mostra fotografica sulla resistenza non violenta palestinese in occasione del decennale di Genova2001-2011. La mostra che è dedicata a Vittorio Arrigoni, avrà una sezione a lui dedicata. (lo striscione "interrompete l'assedio" steso sulla facciata di un edificio davanti al porto di Gaza ha come protagonista Vittorio, che attraverso quei due fori sul fondo dello striscione, con un mazzo di fiori accoglie chi arriva dal mare e porta gli aiuti al popolo di Gaza)
Abbiamo la convinzione che anche questa volta Vittorio sarà ad attendere la Freedom Flotilla
Restiamo Umani






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sabato 25 giugno 2011

E’ PARTITA LA PRIMA BARCA DELLA FREEDOM FLOTILLA 2

La flottiglia è in mare. Partita dalla Corsica la missione Stay Human.

“Dignité – Al Karama” questo il nome della prima imbarcazione scesa in mare stamattina poco dopo le 11.E’ partita dal porto corso di Ile-Rousse e non da Marsiglia, come precedentemente comunicato, e dove i pacifisti francesi nei giorni scorsi hanno organizzato una straordinaria manifestazione. Alla Dignitè-Al Karama si uniranno la prossima settimana le altre imbarcazioni. La scelta del nome, trattandosi di nave francese, non poteva essere più appropriata: dignità, in francese e in arabo. “Noi speriamo di fare una breccia nel blocco” ha dichiarato Omeya Seddik, cittadino francese di origine tunisina. “Questa flottiglia s’inserisce nella scia naturale delle rivoluzioni per la libertà e la democrazia” ha poi aggiunto imbarcandosi. Ora sta alla comunità internazionale garantire la sicurezza dei passeggeri e il loro arrivo col carico di aiuti umanitari (5 mila tonnellate di materiali) da consegnare alla popolazione di Gaza.


fonte freedomflotilla
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giovedì 23 giugno 2011

APPELLO PER LA PROTEZIONE DELLA FREEDOM FLOTILLA

Questo blog come ho già avuto modo di scrivere appoggia la Freedom Flotilla nel tentativo di interrompere il criminale assedio di Gaza. L'informazione sulla Freedom Flotilla nel viaggio verso Gaza sarà uno strumento essenziale per proteggere l'incolumità dei volontari e per aumentare la possibilità di riuscita dell'impresa.


La famiglia di Vittorio Arrigoni, Moni Ovadia, Luigi de Magistris, Padre Alex Zanotelli, Leoluca Orlando, Luisa Morgantini, Vincenzo Vita ed altre personalità lanciano un appello per la protezione della Freedom Flotilla 2.

CON LA FREEDOM FLOTILLA STAY HUMAN

Dal 2006 la popolazione della Striscia di Gaza vive sotto assedio. Questo assedio, illegale secondo il diritto internazionale, è una punizione collettiva di tutta la popolazione, privata dei suoi diritti fondamentali: libertà di movimento, diritto alla salute, diritto all’educazione ed al lavoro. La situazione è stata resa ancora più insostenibile dall’attacco israeliano «Piombo fuso» che, due anni fa, ha fatto di Gaza un grande campo di rovine, con più di 1.400 morti e migliaia di feriti.
Nel maggio 2010, con un’iniziativa non violenta ed umanitaria, la Freedom Flotilla ha cercato di rompere l’assedio, ma l’esercito israeliano ha attaccato i battelli in acque internazionali, uccidendo 9 passeggeri e ferendone molti altri. 
Questa «violazione grave dei diritti dell’uomo» secondo il Consiglio dei Diritti dell’Uomo dell’ONU, ha provocato le proteste dei governi e dei popoli del mondo. Sotto la pressione internazionale, il governo israeliano ha finto di alleggerire il blocco di Gaza, ma sia l’ONU che le agenzie umanitarie confermano che la situazione è sempre gravissima.
Proseguendo nell’impegno di far cessare l’assedio di Gaza, migliaia di associazioni della società civile internazionale si sono unite per allestire una nuova Freedom Flotilla, che partirà alla fine di questo mese verso Gaza. Dalla nuova Freedom Flotilla, che ha assunto il nome Stay Human in omaggio alla memoria di Vittorio Arrigoni, farà parte una nave italiana, la «Stefano Chiarini». La coalizione italiana che sostiene la «Stefano Chiarini» è formata da quasi duecento fra associazioni, comitati di solidarietà, forze politiche e sindacali. 
Noi, rappresentanti dei cittadini, personalità politiche ed intellettuali, denunciamo la situazione umanitaria ed umana drammatica imposta ai Palestinesi di Gaza non a causa di una catastrofe naturale ma da una politica illegale di imprigionamento e di azioni militari. Questa politica non sarebbe stata possibile senza la passività della comunità internazionale e dei governi dell’Unione Europea, che hanno condannato l’assedio di Gaza soltanto a parole, senza fare nulla per farlo cessare. Oggi è urgente agire per la fine di questo assedio.
Nella nostra diversità di approcci, risolutamente attaccati al diritto internazionale ed alla sua applicazione piena ed intera così come prevista dalla Carta delle Nazioni Unite, facciamo appello a sostenere l’iniziativa non violenta dei passeggeri che prenderanno il mare fra poche settimane e chiediamo alle autorità italiane di garantire la vita, l’incolumità e la sicurezza dei nostri connazionali impegnati in una missione umanitaria e non violenta.
Chiediamo alle cittadine ed ai cittadini italiani di mobilitarsi in solidarietà con i volontari della Freedom Flotilla Stay Human, per la fine dell’assedio di Gaza e per una pace giusta e duratura in Medio Oriente, attraverso il riconoscimento del diritto del popolo palestinese alla vita, alla terra ed alla libertà. 
Per firmare: appelloff2@libero.it

Ettore Arrigoni, Egidia Beretta e Alessandra Arrigoni
Moni Ovadia
Dario FoFranca RameLidia Ravera - scrittrice
Edda Boletti – Presidente Associazione Le Girandole (Milano)
Giovanna Marini, Scuola di Musica Popolare di Testaccio
Luigi de Magistris
 – Sindaco di NapoliVincenzo Vita – Senatore gruppo PD
Silvana Amati – Senatrice gruppo PD
Giuseppe Giulietti – Senatore gruppo Misto
Paolo Nerozzi - Senatore gruppo PD
Roberto Di Giovan Paolo - Senatore gruppo PD
Luisa Morgantini, già Vice Presidente del Parlamento Europeo, Associazione per la pace
Padre Alex Zanotelli – Missionario Comboniano
Lucio Manisco, ex parlamentare europeo
Raffaella Bolini – Presidenza Nazionale ARCI
Vittorio Agnoletto, ex parlamentare europeo
Nandino Capovilla, Pax Christi Italia
On. Prof. Leoluca Orlando – Presidente Commissione Errori Sanitari – Portavoce IDV
Angelo Bonelli, Presidente della Federazione dei Verdi
Giulio Cavalli
, Consigliere Regione Lommbardia dell’Italia dei ValoriAlessandra Mecozzi – Responsabile internazionale Fiom-Cgil
Domenico Gallo (magistrato)
Fabio Marcelli, primo ricercatore Istituto studi giuridici internazionali del CNR, dirigente dei Giuristi Democratici
Giulietto Chiesa – Presidente del Laboratorio Politico “Alternativa”
Miriam Marino – Rete Ebrei contro l’Occupazione (ECO)
Marco Ramazzotti Stockel, ECO – Rete Ebrei contro l’Occupazione e EJJP – European Jews for a Just peace
Albino Bizzotto, Beati i costruttori di pace
Ciro Pesacane - Presidente nazionale associazione Forum Ambientalista
Patrizia Cecconi – Presidente Amici della Mezzaluna Rossa Palestinese
Stefano Leoni – Presidente WWF
Santos Martini – Pax Christi Italia
Giorgio Cremaschi –  Fiom
Maurizio Musolino, responsabile Medio oriente Pdci- Fds
Marco Furfaro – Responsabile Movimenti, Presidenza nazionale Sinistra Ecologia Libertà
Francesco Francescaglia – Responsabile Esteri Partito dei Comunisti Italiani –Fds
Toni Esposito – musicista
Andrea Satta – Tetes du Bois
Massimiliano Casacci – Subsonica
Andrea  Frova – Fisico, Professore Emerito presso l’Università La Sapienza di Roma
Mariapiera Marenzana, scrittrice saggista
Giorgio Parisi – Docente di Fisica Teorica presso l’Università La Sapienza di Roma
Loretta Mussi, Presidente di Un ponte per…
Antonia Sani-presidente della WILPF Italia
Valerio Barbini – Coordinatore Provinciale Sinistra Ecologia Libertà – Genova
Elena Tagliani – Resp. Comunicazione SEL Bologna
Gennaro Carotenuto, docente all’Università di Macerata
Milò Bertolotto, Provincia di Genova, Assessora al Personale, Sistemi Informativi, Carceri, Iniziative per la Pace
Maria Enrica Palmieri (docente AND, AFAM)
Bice Parodi e Paolo Palazzo
 – Associazione Senza Paura Genova
Maria Carla Biavati e Maurizio Cucci – Berretti Bianchi onlus
Ornella Clementi – Donne in nero Milano
Corinna Vicenzi, Donne in Nero Grosseto
Luisa Randi, Donne in nero Ravenna
Alessandro Bocchero (ass. Italia-Nicaragua, Livorno)
Renata Rusca Zargar – Presidente Associazione Culturale Savonese Zacem
Bruno Fini (Associazione per la Pace)
Alessandro Capuzzo – Comitato pace, convivenza e solidarietà “Danilo Dolci” – Trieste
Alfredo Simone, giornalista e operatore Arci
Mario Gazzano – Produzioni Mediterranea
Franco Ragusa – www.riforme.info
Dr. Barbara Capone – Computational Physics, Universität Wien
Giovanni Forte – Coordinatore Verdi per la Pace e Lista civica Monterotondo (Roma)
Giuliano Girlando – Blogger Fatto Quotidiano
Susanna Casali – ANPI Comitato Provinciale del Lodigiano
Nunzia Scano – Associazione Sardegna Palestina
Elisabetta Filippi – Associazione Zaatar Onlus
Nicoletta Crocella – Edizioni Stelle Cadenti
Paolo Gulfi – poeta e cantante
Mara Bottini, giornalista, caposervizio Casamica
Raffaello Bolzoni - Medico Veterinario
Don Luigi Consonni, prete operaio milanese in pensione, operatore tra i migranti di Pioltello MI
Angelo Calianno, scrittore e reporter free lance
Emanuela Risari, cantastorie
Fulvio A.T. Renzi – Coordinamento Restiamo Umani – Meeting & Art festival 2011
Stefania Fusero, Centro per la Pace e la Nonviolenza Rachel Corrie
Ilaria Brusadelli – Presidente dell’associazione ¡NO MÁS!Rosalba Calabretta – Associazione “Solidarité Nord-Sud”
Rita Fontanella – Donne in Nero Savona
Loris Viari – blogger http://a-sinistra.blogspot.com/

Questa foto insieme ad altre sarà esposta in una mostra fotografica sulla resistenza non violenta palestinese in occasione del decennale di Genova2001-2011. La mostra che è dedicata a Vittorio Arrigoni, avrà una sezione a lui dedicata. (lo striscione "interrompete l'assedio" steso sulla facciata di un edificio davanti al porto di Gaza ha come protagonista Vittorio, che attraverso quei due fori sul fondo dello striscione, con un mazzo di fiori accoglie chi arriva dal mare e porta gli aiuti al popolo di Gaza)
Abbiamo la convinzione che anche questa volta Vittorio sarà ad attendere la Freedom Flotilla
Restiamo Umani



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