mercoledì 2 settembre 2009

Sensazioni ed inquietudini




Quando sento la parola "fuga"
di Emily Dickinson

Quando sento la parola "fuga"
il mio sangue scorre più veloce,
sorge in me improvvisa la speranza
e son pronta a volare.

Quando sento dire di prigioni
distrutte da soldati,
come un bambino scuoto le mie sbarre
invano, ancora invano.
-/-

13 commenti:

  1. ai, suonano strani questi versi in cui si legge la voglia di andare, poichè la Dickinson è vissuta quasi segregata.
    Che questa voglia appartenga a te o a me....si...è assolutamente possibile.

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  2. Ah che bellezza eterna la poesia della Dickinson!

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  3. non siamo prigioniere...e volare si può basta aver coraggio... una donna oggi può decidere. Un abbraccio

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  4. libertà sempre e per tutti.....!!!
    Ciao e un caro saluto, roberta.

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  5. Serenella, già...ogni tanto questa voglia riaffiora...

    Amatamari, sono versi che non tramonteranno mai. L'animo umano vive e palpita nello stesso modo da sempre!

    la signora. Hai ragione pure tu...

    Achab. E' stato amore a prima vista con i versi di questa poesia.

    gturs. nelle giuste condizioni.

    serena notte a tutti

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  6. Ciao Angelo , come si fa a non pensare di evadere?

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  7. Dopo aver guardato il video, intravisto quello che si poteva intravedere, ascoltato quella musica dolce e romantica che accompagnava le bellissime parole della poetessa, mi sono chiesto perché ho voluto guardare, intravedere, ascoltare e leggere il tutto ancora una volta.

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  8. e pensare che qualcuno dice che emily di fughe non se ne intendeva ...

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  9. Stella, organizziamo un gruppo?

    Aldo, non dirmi che ti vuoi unire a noi!
    Scherzi a parte, credo che la voglia di evadere prenda tutti, prima o poi. Personalmente, convivo con un'insoddisfazione perenne che talvolta non so tenere a bada...

    Giardigno65. Eh! Pare che pure lei non fosse immune a questa voglia di!

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  10. ciao Angelo Azzurro, stupenda poesia, stupende parole...solcano il cuore e...fanno a lungo pensare


    un abbraccio

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  11. ciao Giordan, grazie per l'apprezzamento...

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  12. Questa poesia mi ricorda una storia che mi raccontò un aziano signore prigioniero in Polonia in un campo di lavoro tedesco:
    C'era un prigioniero russo che mi diceva "ancora per poco!, il fronte è vicino i miei compagni stanno qui dietro l'angolo", vedrai ...ogni volta che ci parlavamo diceva le stesse cose che finni per crederci ... ma prima di vedere soldati russi, dovetti aspettare sei lunghissimi mesi, la Speranza mi diede forza, ma l'impazienza mi consumò i nervi!

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