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mercoledì 5 maggio 2010

"Di Cenere e di Vento" - Mostra di Vincenzo Scolamiero

Si inaugura venerdì 14 maggio 2010 alle ore 18,30 presso lo Spazio Ingranaggi d’Arte a Castel Gandolfo, una nuova mostra di dipinti di Vincenzo Scolamiero.
Dal 14 al 23 maggio, a Castel Gandolfo, si terrà una mostra personale dell’artista Vincenzo Scolamiero che da più di venti anni lavora coerentemente su un’incessante e rigorosa ricerca figurativa. Convinto assertore della pittura come mezzo creativo privilegiato da piegare ai contenuti poetici, incurante di mode e provvisorie tecnologie, l’artista sperimenta campi di azione linguistici sempre rinnovati, seppure nella ripetizione quasi ossessiva di modelli, forme, oggetti inanimati da tradurre in metafore figurative. I suoi lavori datati 2009-2010, in mostra presso lo Spazio Ingranaggi d'Arte, sono quasi esclusivamente improntati su una decisa combinazione di bianchi e neri. Le figure riaffiorano in superficie, emergono sul dipinto ora con delicatezza lirica ora con titanica energia. Il nero di china espanso sulle tele è percorso da sottili velature di pigmenti bianchi, che svelano e nascondono la trama del disegno, come trasparenti veli di organza adagiati sul piano. Catalogo delle opere in galleria. In occasione dell’inaugurazione sarà possibile degustare alcuni vini della Cantina Cincinnato di Cori.
Vincenzo Scolamiero – Biografia
Vincenzo Scolamiero, nato nel 1956, vive e lavora a Roma dove dal 1990 è titolare della cattedra di Anatomia Artistica presso l’Accademia di Belle Arti. Qui si Diploma in Pittura nel 1986 ma già rappresenta con le sue opere l’Accademia nella rassegna nazionale delle Accademie di Belle Arti presso l’Expo Arte di Bari (1984). Nel 1987 tiene la prima personale alla Galleria “Il Ferro di Cavallo” di Roma, cui segue l’esposizione all’Accademia Tudertina di Todi. Nel 1990 partecipa alla rassegna Giovani Artisti a Roma III al Palazzo delle Esposizioni. Nel 1992 è invitato dalla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma. Partecipa a mostre itineranti curate da Marco di Capua, Antonio Mercadante Primipiani e Marco Goldin, nonché alla Quadriennale Romana. Nel 2000 inizia la collaborazione con la BNL con la partecipazione alla mostra “BNL: una Banca per l’arte oltre il mecenatismo” presso il Chiostro del Bramante a Roma. Sempre nel 2000 partecipa alla IX Biennale d’Arte Sacra; l’anno successivo il Museo Stauròs acquisisce un suo lavoro. Nel 2003 viene invitato dal Centro Servizi Educativi del Min. dei Beni Culturali a una esposizione personale del suo lavoro nell’ambito della manifestazione “Visit’abile – un’esperienza di visita speciale al San Michele” a Roma. Nel 2008 organizza alcuni eventi con gli amici e artisti Barbarini, Casalini, Givani, Pierfranceschi e Zelli. Sue mostre personali sono presentate nel 2001 alla Galleria Comunale d’AC di Ciampino, nel 2006 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna della Repubblica San Marino. Del 2008 è la mostra personale presso la Galleria Delloro di Roma. Nel 2009 è invitato alla rassegna “Pittura d’Italia- Paesaggi veri e dell’anima” al Castel Sismondo di Rimini, a cura di Marco Goldin.
Dove e quando 
Inaugurazione venerdì 14 maggio 2010 alle ore 18,30
Spazio Ingranaggi d’Arte
Via Mazzini, 23 - Castel Gandolfo (RM)
volpeuva.arte@gmail.com - www.ingranaggidarte.com
Fino al 23 maggio 2010 – ingresso libero
Orario festivi e prefestivi
10.30-12.30 e 16.30-19.00
Visite infrasettimanali su appuntamento

martedì 27 aprile 2010

"Memory"

Un nuovo appuntamento con la poesia dei nativi americani
L'autore di oggi è Phillip Deere (1929-1985).
Nato in Oklahoma, è stato guida spirituale dell'American Indian Movement (AIM) e guaritore tradizionale. Uomo di Stato per l’International Indian Treaty Council, ha preso parte alla United Nations International Rights Commission di Ginevra. 
I versi di "Memory" trascinano in dimensioni senza tempo, dove affiorano ricordi e sensazioni comuni agli esseri umani che amano. Vale la pena assaporare anche la versione originale, per scoprirne la potenza evocativa del suono.
Ricordo                                                                 
Quando penso a te
vedo armonia 
di gabbiani
pellicani e 
sabbie chiare
       sorgere
       sulla parte
       acquea
       della madre terra
onde
onde lunghe
si muovono
con una forza
che mi richiama alla mente
       comprensione
      di anziani 
      che si riuniscono
      si riunivano
aliotide
mollusco
ed altra conchiglia
per trafiggere
l'essenza 
di offerte
       al mare
       suoni
       di mormorii
mi catturano
e mi trascinano
verso
di
te

Memory
When I think of you
I see seagulls
and pelicans
white sands
unity
       rising
       on the ocean
       side
       of mother earth
waves
swells
moving
with a force
that calls me
       understanding
       of ancient ones
       who gather
       gathered
abalone
clam
and other shell
to pierce
the hearts
of offerings
       to the sea
       sounds
       of murmurings
capture me
to pull me
in
to
you
                (Phillip Deere)

venerdì 19 marzo 2010

La voce dei Nativi Americani nella poesia di Joy Harjo

Nata a Tulsa (Oklaoma), Joy Harjo è poetessa, musicista e scrittrice, docente universitaria, membro della tribù  Creek, di discendenza Cherokee. La sua musica e le sue poesia si ispirano alle tradizioni e alla spiritualità della sua terra. Qui di seguito proponiamo "Remember" nella traduzione italiana, seguita dal testo in lingua originale.

Ricorda

Ricorda il cielo sotto cui tu sei nato,
apprendi tutte le storie delle stelle.
Ricorda la luna, apprendi chi è. L'ho
incontrata una volta in un bar di Iowa City.
Ricorda il sorgere del sole all'alba, il più
potente istante di tempo. Ricorda il tramonto
e il far posto alla notte.
Ricorda la tua nascita, la lotta di tua madre
per darti forma e respiro. Tu sei testimonianza
della sua vita, di quella di sua madre e così via.
Ricorda tuo padre. Anch'egli è la tua vita.
Ricorda la terra di cui condividi la pelle:
terra rossa, terra nera, terra gialla, terra bianca,
terra scura, noi siamo terra.
Ricorda le piante, gli alberi, il mondo animale: anch'essi
hanno le loro tribù, famiglie, storie. Parla con loro,
ascoltali. Sono poeti viventi.
Ricorda il vento. Ricorda la sua voce. Conosce
l'origine dell'universo. Una volta all'angolo
della Quarta con Central l'ho udito intonare
canti di danza di guerra Kiowa.
Ricorda che sei tutto il popolo e tutto il popolo
è te.
Ricorda che sei tutto l'universo e l'universo
è te.
Ricorda che tutto è in movimento, in crescita, tutto è te.
Ricorda che il linguaggio proviene da tutto questo.
Ricorda la danza che costituisce linguaggio, vita.
Ricorda.


Remember 

Remember the sky that you were born under,
know each of the star's stories.
Remember the moon, know who she is. I met her
in a bar once in Iowa City.
Remember the sun's birth at dawn, that is the
strongest point of time. Remember sundown
and the giving away to night.
Remember your birth, how your mother struggled
to give you form and breath. You are evidence of
her life, and her mother's, and hers.
Remember your father. He is your life also.
Remember the earth whose skin you are:
red earth, black earth, yellow earth, white earth
brown earth, we are earth.
Remember the plants, trees, animal life who all have their
tribes, their families, their histories, too. Talk to them,
listen to them. They are alive poems.
Remember the wind. Remember her voice. She knows the
origin of this universe. I heard her singing Kiowa war
dance songs at the corner of Fourth and Central once.
Remember that you are all people and that all people are you.
Remember that you are this universe and that this universe is you.
Remember that all is in motion, is growing, is you.
Remember that language comes from this.
Remember the dance that language is, that life is.
Remember.
(Joy Harjo)

venerdì 2 ottobre 2009

"Chagall e il Mediterraneo" al Palazzo Blu di Pisa

Si inaugura il prossimo 9 ottobre la mostra "Chagall e il Mediterraneo" al Palazzo Blu di Pisa. Per l'occasione 150 opere fra dipinti, sculture, ceramiche e litografie dell'artista russo che dal 1926 in poi incontra i colori del Mediterraneo e le sue terre.

La mostra, curata da Meret Meyer e da Claudia Beltramo Ceppi, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Pisa, in collaborazione con il Comune e Giunti Arte mostre musei, raccoglie opere provenienti dal Musée National Marc Chagall di Nizza, il Centre Pompidou di Parigi, il Musée Matisse di Le Cateau Cambrésis e da collezioni private ed è la prima di un ciclo triennale che vedrà protagonisti i maestri del Novecento. E' già infatti in programma per l'autunno 2010 un'esposizione dedicata al catalano Joan Miró.

Per prenotare e acquistare i biglietti vai alla pagina: www.vivaticket.it/chagall

Argomenti correlati: "A Villa Olmo una mostra per celebrare i Maestri dell'Avanguardia Russa"

mercoledì 30 settembre 2009

FESTIVAL VERDI. "I Due Foscari" in anteprima al Teatro Regio di Parma

Si inaugura domani 1 Ottobre al Teatro Regio di Parma la kermesse dedicata all'opera verdiana. Per pochi fortunati, però, la manifestazione ha già avuto inzio oggi pomeriggio, con l'anteprima de "I Due Foscari", che ha lasciato il pubblico entusiasta ad applaudire senza sosta Leo Nucci, nei panni di Francesco Foscari e Tatiana Serjan in quelli di Lucrezia Contarini. Splendida l'interpretazione e la presenza scenica di Nucci, che ancora una volta non delude il pubblico del Teatro Regio. La vicenda appassionata della sorte di un padre (Leo Nucci), al contempo doge di Venezia e un figlio, l'altro Foscari, Jacopo (Roberto De Biasio), condannato innocentemente per omicidio. Nulla può il padre contro la sete di giustizia e vendetta del Consiglio dei Dieci, per cui sacrifica alla presunta giustizia la felicità e la libertà del figlio. In esilio a Creta, questi morirà, lasciando disperata la moglie Lucrezia che tanto ha lottato affinchè il doge cedesse all'amore filiale. Magnifica la forza vocale ed espressiva di Tatiana Serjan che incanta dall'inzio alla fine dell'opera. Intanto giunge al doge la notizia del vero omicida. Il figlio è innocente e può tornare in patria. Egli se ne rallegra ma è Lucrezia ad avvisarlo che ormai è troppo tardi. Francesco Foscari, spogliato dei suoi poteri temporali dal Consiglio dei Dieci che decide di eleggere un nuovo doge e addolorato per la perdita del figlio, si lascia morire.
La prima de "I Due Foscari" andrà in scena al Teatro Regio di Parma venerdì 2 Ottobre alle ore 20,00.
Il programma del Festival è disponibile alla pagina:
Programma Festival Verdi 2009

lunedì 21 settembre 2009

Giuseppe Tornatore e la sua Baarìa

"Baaria è un suono antico, una formula magica, una chiave. La sola in grado di aprire lo scrigno arrugginito in cui si nasconde il senso del mio film più personale. Una storia divertente e malinconica, di grandi amori e travolgenti utopie. Una leggenda affollata di eroi, ma é anche il nome di un paese siciliano dove la vita degli uomini si dipana lungo il corso principale. Poche centinaia di metri, tutto sommato. Ma percorrendole avanti e indietro per anni, puoi imparare ciò che il mondo intero non saprà mai insegnarti." (G. Tornatore)
Nella sua Baarìa Giuseppe Tornatore ha vissuto fino a 28 anni, troppi, a suo dire, citando Tomasi di Lampedusa.
"II mio rapporto con la Sicilia è quello, contraddittorio e tumultuoso, di ogni siciliano che se n'è andato tardi. Sono nato a Bagheria e vi sono stato fino all'età di ventotto anni. Troppi per il principe Fabrizio Salina, che sosteneva si dovesse abbandonare la Sicilia prima del diciassettesimo compleanno. Per impedire al nostro carattere d'assimilare i difetti dei siciliani. Io, dunque, ho avuto il tempo per assorbirli tutti. E primo fra tutti, certamente, il credere che il luogo in cui siamo nati sia l'ombelico del mondo, se non il mondo stesso. Ultimo, ma non meno grave, l'effimero rifugiarci nel limbo dei ricordi una volta appurato che il mondo, in realtà, era sempre stato da un'altra parte e girava anche senza di noi. Ma, per quanto mi riguarda, è proprio stando da un'altra parte, lontano, che la mia memoria, o, se si vuole, la nostalgia, mi restituisce in tutta la sua purezza la Sicilia che mi porto nel cuore."

Questione di lingua

Baarìa uscirà il 25 settembre, nella versione originale in siciliano nelle sale dell'isola e e nel mondo. Da Reggio Calabria a Bardonecchia, invece, ci attende la versione doppiata in un italiano sicilianizzato. Restano oscure le ragioni per cui la produzione abbia optato per la distribuzione nel resto della penisola di una versione linguisticamente rivisitata, lontana dal dialetto baariota del tempo, piuttosto che mantenere quella originale con i sottotitoli, così come negli altri Paesi del mondo.

Colonna sonora

A firmare la colonna sonora di Baarìa è il maestro Ennio Morricone, colloaboratore di Tornatore fin dai tempi di Nuovo Cinema Paradiso, indimenticabile capolavoro del cinema italiano.

giovedì 10 settembre 2009

FESTIVAL DELLA FILOSOFIA 2009


Vuoi mettere una sera a cena crescentine al lardo, passatelli in brodo, maialino al latte e torta della nonna, il tutto inaffiato da rubicondo lambrusco modenese? Non è un festival dei buoni sapori, ma di buoni sapori si intende lo stesso, al punto da proporre diversi "menù filosofici". E' il FestivalFilosofia di Modena, Carpi e Sassuolo. Dal 18 al 20 Settembre lezioni magistrali, incontri, menù filosofici, laboratori e attività di svago culturale sul tema "Comunità". Intereverranno filosofi italiani e stranieri, fra i quali: Marc Auge', Aldo Bonomi, Massimo Cacciari, Piero Coda (teologo), Adriano Fabris, Maurizio Ferraris, Umberto Galimberti, Tullio Gregory, Salvatore Natoli, Vandana Shiva, Chrostoph Wulf, solo per citrarne alcuni.
La partecipazione agli eventi è gratuita.
Per consultare il programma del festival:

Festivalfilosofia


lunedì 7 settembre 2009

Al via la nuova edizione del Festival della Letteratura di Mantova

Si accendono le luci dal 9 al 13 Settembre sulla cittadina lombarda che ospita il Festival della Letteratura.
Numerosi i nomi di spicco fra gli scrittori e gli intellettuali di casa nostra, ma non solo. Ad inaugurare la serata del 9 settembre prossimo, alle 21,15 in Piazza Castello è Luis Sepulveda.
Alcuni nomi fra i tantissimi: Marc Auge', Muriel Barbery, Erri De Luca, Umberto Galimberti, Margaret Mazzantini, Melania Mazzucco, Bianca Pitzorno, Tiziano Scarpa, vincitore del Premio Strega 2009.
La manifestazione coinvolgerà scrittori di tutte le età: venerdì 11 settembre alle 21,30 Owen Martell, Gabriele Dadati e Anne Fine, insieme per il primo incontro di "SCRITTURE GIOVANI 2009". Saranno presenti inoltre stand e laboratori creativi per i giovanissimi lettori e per i più piccoli, tra giochi, colori e la magia dei racconti.

Per consultare il programma, prenotare e acquistare i biglietti:

FESTILVALETTERATURA



martedì 25 agosto 2009

DALLA CATALUNYA AI PIRENEI FRANCESI

Un viaggio non avviene mai per caso. Mille ragioni, più meno consce ci spingono verso una meta o un'altra. Nelle scienze umane spesso il viaggio è visto come metafora di una ricerca interiore: un mettersi alla prova, tentando di scoprire qualcosa fuori di sé per attivare risorse dentro di sé, rispolverare antichi ricordi o trovare nuove motivazioni per la propria esistenza.
Un viaggio a Barcellona non è mai per caso.
Il rumore dei clacson delle auto che sfrecciano veloci sulle bretelle stradali, percorrere a piedi un ponte che prolunga la passeggiata fino al mare (Rambla de mar) e oltre, statue in mezzo al mare, un centro commerciale sull'acqua e ovunque un cicaleccio infinito di persone (turisti, avventori, girovaghi, sulla rambla ben pochi catalani). Fra questo magma di materiale umano multiforme e ogni giorno vario, svettano silenziose e maestose chiese gotiche e romaniche, che invitano il popolo chiassoso alla meditazione.
Gira vorticosa intorno ai suoi palazzi, alle vie sempre nuove di gente e di colori, di suoni e di danze una metropoli viva, una delle poche in Europa a non essersi chiusa dietro le cortine di un museo a cielo aperto. Barcellona oggi è gioia e accoglienza delle differenze e delle innumerevoli contraddizioni umane, è cultura che si rinnova, è spazio per un'arte che chiede di essere viva e presente con la voce delle nuove generazioni. MACBA per dare un'occhiata all'arte contemporanea.
Da non perdere la FUNDACIO' JOAN MIRO'. Fondata dallo stesso artista, nella splendida cornice del parco del Montjuïc, ospita nella collezione permanente molte delle sue tele, disegni, oltre ad esposizioni temporanee, fra le quali si segnala l'attuale "Mirò - Dupin. Art i poesia", in corso fino al 18 ottobre prossimo.
I catalani di Barcellona ti accolgono calorosamente, conoscono anche un po' di italiano, ma arricciano il naso se parli in spagnolo (castigliano), fieri della loro identità culturale e linguistica.
Un giro al Mercat della Boqueria, uno dei più grandi in Europa, dove festosamente fanno bella mostra di sé frutta e verdura locali ed esotiche, pesce e specialità alimentari di ogni tipo. Un tripudio di colori immortalato dalle fotocamere di turisti e artisti che si aggirano fra i banchi del mercato in cerca dell'angolazione migliore per immortalare un momento il cui profumo resterà solo nella memoria.
E come lasciare Barcellona senza aver visitato i luoghi frutto della creazione di una delle anime più geniali ed elevate dell'architettura catalana?
Antoni Gaudì non lascia indifferenti: davanti alla Pedrera, alla Casa Batlló o al Parc Güell. Ambientazioni fiabesche, ricerca, studio e riproduzione creativa delle forme macroscopiche e microscopiche della natura nei suoi edifici. Una visita alla Sagrada Familia è un'occasione per appagare l'occhio ed aprire il cuore al simbolismo dell'architetto catalano, ma anche per contribuire praticamente all'ultimazione della chiesa: il costo del biglietto viene infatti devoluto a questa iniziativa.
"L'architetto di Dio", morto sotto un tram all'età di 74 anni, ha dedicato la sua vita allo studio, alla riflessione e alla meditazione che si è spinta fino alla visione mistica. Per lui: "L'uomo si muove in un mondo a due dimensioni e gli angeli in un mondo tridimensionale. A volte, dopo molti sacrifici, dopo un dolore prolungato e lacerante, l'architetto arriva per alcuni istanti a vedere la tridimensionalità degli angeli. L'architettura che nasce da questa ispirazione produce frutti che saziano generazioni."

Lasciando Barcelona il viaggio prosegue sulla Costa Brava. Percorrendo il cammino lungo le mura del castello di Tossa de Mar, a picco sul mare azzurro, si arriva al Museu Municipal, dove è custodita l'ultima tela dipinta da Chagall in Spagna. Proseguendo per Sant Feliu de Guixols, si scoprono gli edifici modernisti che si affacciano sulla lunga spiaggia dorata di Sant Pol. Ottimi ristoranti e cucina locale e creativa a base di pesce non mancano. Gustoso il baccalà alla catalana, con sugo di pomodoro, pinoli e uvetta passa, ma è facile lasciarsi tentare dalla maestria e creatività degli chef di questo angolo di Mediterraneo, che propongono i piatti più orginali.

Per chi volesse tentare il viaggio in automobile (possibilmente a metano, con un occhio al portafoglio e uno all'ambiente), perché non addentrarsi tra i Pirenei, luogo di confine incantevole? Villaggi silenziosi, corsi d'acqua dove fare rafting e una natura nel pieno della sua bellezza.
Il viaggio prosegue oltre i castelli dei paesi catari, per arrivare fino a quel piccolo paesino, sconosciuto fino a 151 anni fa, quando una ragazzina quattordicenne conobbe la "Signora", così come lei la chiamò sempre.
La cittadina di Bernardette Soubirous non è più la stessa. Centinaia di negozietti e milioni di persone ne affollano ogni vicolo, ma l'atmosfera del Santuario è sempre uguale. Ritornare a Lourdes significa alienarsi dal frastuono della quotidianità e ricongiungersi con la parte più autentica di sé, in un'apertura umile e sconfinata verso il Trascendente.

Il lungo viaggio del rientro in Italia, intervallato da una breve tappa in Camargue, permette di riposarsi e prendere spunto per un itinerario futuro da dedicare interamente a questa zona e ai paesi più caratteristici della Provenza.

Chi visita con curiosità e interesse Barcellona, spesso vuole ritornare. Nessuna occasione è migliore del 23 aprile, festa di Sant Jordi: la città è invasa di rose e libri che le persone si scambiano in segno d'amore.


Silvia Cusumano

giovedì 25 giugno 2009

Le muse sotto il cielo di Parma. Milena Vukotic chiude la quinta edizione del Parma Poesia Festival


Parma - Si è conclusa ieri sera con la presenza di Milena Vukotic la quinta edizione della keremesse culturale Parma Poesia Festival, che ha coinvolto poeti, letterati e non solo, dal 18 al 24 giugno. Alberto Bevilacqua, Aldo Busi, Corrado Augias, Gianrico Carofiglio, Vincenzo Cerami, Guido Ceronetti e Silvio Ramat sono alcune fra le personalità che hanno fatto risuonare per altri versi (questo il titolo dell'edizione del festival) i chiostri, le biblioteche, i palazzi d'epoca e le piazze parmigiane. Straordinaria la partecipazione del pubblico che anche quest'anno ha risposto con entusiasmo all'iniziativa. La città ha indossato il suo abito migliore e ha offerto la possibilità ai visitatori di partecipare agli incontri culturali durante tutto l'arco della giornata.
Non solo poesia al Parma Poesia Festival, ma anche musica e cinema. Oltre alla presenza di Mogol (perfetta sintesi di come la musica incontri la poesia), artisti come il jazzista Paolo Fresu che ieri sera ha accompagnato con le sue musiche "E.D. : la mia lettera al mondo", spettacolo dedicato ad Emily Dickinson, con Milena Vukotic e diretto da Giorgia De Negri, registrando il tutto esaurito.
Nell'ambito della manifestazione culturale, lunedì scorso, una serata presso il cinema Astra dedicata al "Futurismo nel cinema. Declamazione futurista", con letture di Antonio Petrocelli tratte dai testi più celebri della poesia futurista, secondo lo stile declamatorio marinettiano. A seguire "Metropolis" di Fritz Lang, capolavoro del cinema muto del 1927, è stato accompagnato con musiche dal vivo da Marco Dalphane al pianoforte e Francesca Aste al synth.
Non ci resta che attendere una nuova edizione, per rivedere le muse al completo sotto il cielo di Parma.

Silvia Cusumano

mercoledì 10 giugno 2009

I giardini di Giverny al Palazzo Reale di Milano

Milano - "Monet e il tempo delle ninfee", una splendida occasione per lasciarsi incantare fino al 27 settembre al Palazzo Reale di Milano, dalla rarefatta bellezza di venti capolavori del maestro francese, provenienti dal Museo Marmottan di Parigi. L'una dopo l'altra le tele mostrano la passione di Monet per la bellezza impalpabile nelle forme, nei colori di un giardino acquatico creato con tanto cura e amore, quanti ne investiva nella rappresentazione stessa dell'opera d'arte.
Giverny era il sogno di una vita. Accanto al giardino francese, Monet diede vita al suo gioiello, il giardino giapponese, che costituì, da quel momento in poi, la materia prima della sua ricerca artistica. Le venti tele, che Monet ha dipinto fra il 1900 e il 1923, ricostruiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire dal suo giardino alla sua arte i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris. Accarezzando la tela, così come il suo sguardo accarezzava le ninfee nello stagno, Monet cercò di esprimere attraverso i tocchi del pennello e le sfumature dei colori, la spiritualità sottesa alle forme incantevoli che popolavano il suo giardino. Un pennello sapiente, che ci ha restituito, non solo la bellezza esteriore delle forme, quanto la magia evocata da esse.
Impreziosiscono la mostra sessanta stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi, che ben mostrano l'influenza dell'arte giapponese sull'artista. Al termine del percorso espositivo è possibile visionare la tavolozza di Monet e un filmato d'epoca che lo ritrae a Giverny all'opera fra tele e pennelli.
Le ninfee di Giverny fluttuano ancora nell'acqua e si mostrano attraverso i colori cangianti e le sfumature delicate, a ricordarci che chi le ha amate ci ha svelato la loro magia attraverso i suoi occhi.

"Tutti discutono la mia arte e affermano di comprenderla, come se fosse necessario comprendere, quando invece basterebbe amare." (Claude Monet)


Silvia Cusumano

In alto a sinistra: Claude Monet, Nimphéas. Effet du soir, olio su tela, 1887



Orari mostra e prenotazioni


lunedì 8 giugno 2009

A Villa Olmo una mostra per celebrare i Maestri dell'Avanguardia Russa

Como - Nella splendida cornice di Villa Olmo fino al 26 luglio rivivono i capolavori di Marc Chagall, Vassily Kandinsky e Kazimir Malevic. La mostra, curata da Sergio Gaddi, assessore alla cultura del Comune di Como e da Evgenia Petrova, direttore scientifico del Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, presenta ottanta opere tra olii, tempere e disegni provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche russe, fra le quali il Museo di Stato Russo di San Pietroburgo, e da numerosi collezionisti privati.
Il percorso espositivo guida lo spettatore fra le realizzazioni di Marc Chagall del primo periodo russo, dove domina il legame ambivalente con la città natale, Vitebsk, per proseguire poi con le opere del 1914 e del 1915, e rischiare di rimanere rapiti dall'emozione senza tempo de "Gli amanti in blu", e dal simbolismo de "Lo specchio".
Kandinsky ammalia dapprima con la sua "Amazzone sulle montagne" (1918) e poi ci invita a seguirlo nella sua ricerca artistica, documentata da citazioni del volume "Lo spirituale nell'arte", con straordinarie tele astratte come "Composizione", "Paesaggio" e "Crepuscolo".
Il percorso prosegue con 20 opere di Malevic, dal Post-Impressionismo all'esperienza cubofuturista fino al Suprematismo del celebre "Quadrato rosso" (1915), per poi tornare alla rappresentazione figurativa con le tele degli anni Trenta.

Una sopresa nell'excursus artistico fra le stanze di Villa Olmo è la scoperta delle tele del moscovita Pavel Filonov, maestro dell'arte analitica, ancora poco noto al pubblico italiano. Dimenticato dopo la sua morte, avvenuta per fame nel 1941 durante l'assedio nazista di Leningrado e riscoperto solo negli anni Settanta, Filonov si dimostra artista dotato di espressività dirompente, evocativa, a tratti visionaria.

Silvia Cusumano

A destra, dall'alto:
Chagall, Gli amanti in blu, olio su cartone, 1914
Kandinsky, Due ovali, olio su tela, 1919



Orari mostra e prenotazioni