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martedì 18 settembre 2012

Tattoo Convention Genova 2012

Tattoo Convention Genova 2012

L'anima incide
Sulla mia pelle i sogni.
Tracce del cuore.

Riyueren


Tattoo Convention 2012 Genova


Venerdì scorso ho portato me e la mia fotocamera alla Tattoo Convention 2012 che si è tenuta ai Magazzini del Cotone al Porto Antico, qui a Genova. 
Mi avevano detto che era possibile fotografare, ma che comunque avrei dovuto chiedere il permesso in ognuno dei vari stand.
All'ingresso, dopo aver pagato, non mi hanno dato un biglietto: mi hanno timbrato una specie di freccia sul braccio. 

Tattoo Convention Genova 2012


E così sono partita per un viaggio insolito e meraviglioso, un viaggio attraverso i sogni, non miei, questa volta: i sogni degli altri.


Tattoo Convention 2012 Genova


Nonostante fossi  po' intimidita, io che non ho nessun tatuaggio, ho cominciato ad andare in giro come faccio sempre.
Quando scatto fotografie il mio sguardo non è più un semplice guardare, io osservo con tutti i miei sensi, non solo con gli occhi.
Osservo con l'intero corpo e con il mio cuore. Ascolto con la pelle: sì, ho ascoltato con la mia pelle quella degli altri, ho percepito il suono dei colori sui corpi tatuati delle persone.


Tattoo Convention 2012 Genova

E vi assicuro che c'erano sonorità incredibili: melodie e dissonanze, ma tutte confluivano in qualcosa di armonioso.

Tattoo Convention 2012 Genova



Ho parlato un po' con tutti, mi sono sentita accettata e libera, anche di dire che non è ancora stato inventato un tatuaggio per me...perché dovrebbe essere un tatuaggio mutevole, cangiante...ho spiegato che io i tatuaggi me li faccio da sola, con la luce..e ho mostrato il mio biglietto da visita (ricavato da questa foto).


Lightroots:"Segni di luce nelle stanze dell'io

Credo che le persone incontrate da me stiano cercando di rendere visibili le proprie visioni:mentre io lo faccio con le parole e le foto, loro lo fanno scegliendo al posto della tela di un quadro la trama della propria pelle.


Tattoo Convention 2012 Genova

In questi giorni in cui ho pubblicato su Mutazioni del Silenzio un po' delle foto scattate alla Convention, mi sono accorta di tante cose.
Le foto sono piaciute ma in alcuni casi è stato fatto un distinguo tra la bellezza delle foto e la discutibilità del soggetto.
Per il momento non mi pronuncio in merito: voglio approfondire. Quindi continuerò questo viaggio che ho intrapreso.

Tattoo Convention Genova

Entrerò meglio in questo mondo così particolare, ci sono cose che voglio capire.


Tattoo Convention Genova

E lo farò con l'aiuto di una persona che ho conosciuto venerdì pomeriggio.


Tattoo Convention Genova

Alfonsa, che ha scritto un libro molto bello"Liam...segni e ombre" per la Erga edizioni e che è una di quelle anime speciali che ogni tanto mi capita di incontrare.

Tattoo Convention 2012 Genova


Vi lascio con un mio pensiero che forse non c'entra nulla... o forse sì.

Tattoo Convention 2012 Genova


"Non ci sono cose invisibili, ci sono semplicemente cose non viste. Cose. O persone. Non occorre andare molto lontano: a volte è sufficiente uno specchio. Molto spesso siamo invisibili a noi stessi...non solo nelle emozioni che ci abitano, nell'anima da cui germina la nostra essenza...ma anche nel nostro corpo."

domenica 1 luglio 2012

Open the mirror...and dance!

Open the mirror


Ali di specchio
Nel mio volo di labbra
Bacio il silenzio.

Riyueren


Open the mirror



Non è lieve il mio passo,
ma le orme leggere che vedo,
solo mie, a segnare il sentiero,
mi guidano al Tempo e io danzo
quel che è stato e quel che rimane.
Nell'inizio cammina la fine:
non c'è meta, è un eterno ritorno.
Ora gli occhi si aprono al viaggio
ma è il mio cuore a filtrarne la luce.

Riyueren


... and dance


La fotografia stabilisce sempre un legame: che sia con cose o persone, non c'è differenza, tutto è ugualmente importante, tutto è degno di rispetto; è comunque un gioco di sguardi, non un "gioco" come si potrebbe intendere comunemente, forse assomiglia di più ad una danza sacra in cui ci si riconosce a vicenda, un "passo" dopo l'altro.

La fotografia è una danza di specchi, al di qua e al di là di un obiettivo non è che un riflesso reciproco, un ri-conoscersi nelle nostre comuni origini.


Open the mirror...and dance


Sempre più spesso scelgo il B/N, me ne accorgo ma non posso farci nulla, anche se amo moltissimo i colori: con il B/N non si "toglie" assolutamente, si riporta tutto all'origine, al legame della luce con l'ombra. I colori non svaniscono, restano dentro: al di qua e al di là dell'obiettivo, come sempre.

Anche se scatto esclusivamente "in manuale", anche se utilizzo (in maniera completamente autonoma rispetto agli automatismi di cui è dotato) un software per le elaborazioni per poter "passare" dal colore al B/N, non sono io che "comando": è sempre stata l'immagine a dirmi cosa vuole, a fermarmi, addirittura, quando ritiene che non debba proseguire.

Così come è l'immagine che solitamente mi "chiama" quando sono voltata da tutt'altra parte, cosa insolita per una persona ipoacusica come me...che ci sia un genere di suoni che riesco a sentire meglio, ora che certi altri non li sento più ?

Open the mirror...and dance


La fatica, se mai c'è stata, è stata prima, molto prima e per lungo tempo, molto oltre la metà della mia vita, credo: dolore, più che fatica; dolore e solitudine, soprattutto interiori.

Tutto questo desiderio di libertà, sentendomi rinchiusa in gabbie, non solo altrui, anche e soprattutto mie personali...per arrivare a scoprire che lo sportello della gabbia era aperto...lo era sempre stato...mentre io per prima ero intenta a costruire nuove sbarre più solide, adornandole talvolta di una bella vernice dorata o facendoci intrecciare sopra tralci di rose rampicanti (aggiungendo quindi io stessa pure le spine).

Open the mirror...and dance


Ora molte cose sono mutate, altre stanno cambiando, dentro e fuori di me: mi sono allenata al volo quando non avevo le ali,quando pensavo che mai le avrei potute avere, quando le avevo ferite e ridotte con poche piume.


Open the mirror...and dance


Immaginate una corda (che molto ha a che fare col cuore) sottile ma tenace che lega quelle due "me" di fronte allo specchio: erano i due frammenti più grandi, gli ultimi.

Ora si sono ricomposti: e pare proprio che volerò sul serio. Io, tutta intera.


Open the mirror

Starò via per per una settimana, a novembre: una mia foto scattata al Suq di Genova quest'anno ha vinto il concorso. Non ho mai volato e nemmeno ho il passaporto...Milady ed io soltanto, chissà che combineremo....una settimana a Capo Verde, ai piedi di un vulcano sull'isola di Fogo per l' inaugurazione di un asilo per trenta bambini...certo i sorrisi non mancheranno, nelle mie foto.


E mi piace immensamente pensare che questo concorso è stato indetto anche in ricordo di una meravigliosa cantante capoverdiana di fama mondiale scomparsa recentemente, Cesaria Evora, di cui inserisco un brano splendido trovato su You Tube, "Sodade" (voi sapete quanto mi piace cantare...non è una bella "casualità"?










Colgo l'occasione per ringraziare gli ideatori del concorso (clikkate per il link) Suq Genova, l'Albero dei sorrisi onlus e la redazione genovese di Repubblica ed i membri della giuria (cito dall'articolo on line) "composta dai fotografi Fabio Bussalino e Andrea Leoni, e da Bruno Persano de La Repubblica; da Franca Speranza per lungo tempo a capo di un'agenzia fotografica di Milano: da Marco Camia, responsabile dell'Albero dei sorrisi onlus e da Carla Peirolero "anima" del Suq."
   

Open the mirror



ps.in questi scatti allo specchio non ci sono soltanto dei B/N, ci sono anche dei colori, è vero, ma...sono colori tutti miei, i "miei" colori.

lunedì 26 marzo 2012

Van Gogh e il viaggio di Gauguin - mostra a Palazzo Ducale, Genova

Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Petali e odori
Tutti li abbraccia il vento.
Nido di foglie.

I colori del viaggio.
Sfumature del cuore.

Riyueren


Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Quando ho chiesto il permesso per fotografare mi hanno risposto che non era possibile..."se vuole le foto, c'è il catalogo".
Ma per me i quadri così come si vedono sui cataloghi delle mostre sono come le farfalle infilzate: i quadri esistono, sono vivi, solo in rapporto con la luce ( e le ombre) dello spazio, anche se provvisorio, che li ospita, ed è così che io li avrei fotografati, come faccio sempre.

Ora mi trovo in difficoltà: sono costretta a portarvi con me sulle parole soltanto... e questa mostra è così immensa, così meravigliosa... mi è scoppiata dentro un'esplosione di emozioni multiformi: ad un tratto è stato come se, mentre percorrevo le varie sale, si staccassero dai quadri dei frammenti di colori e di anima... quei frammenti entravano a far parte di me, colmando gli spazi ancora vuoti del mio viaggio.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin

Sì, perché questa è una mostra sul Viaggio, una parola-anima, troppo grande per essere espressa in parole normali, una parola-seme che cresce al mio interno da sempre e che non so ancora dove mi condurrà.

Mostra Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Non ho voluto servirmi dell'audioguida (mi hanno detto che è davvero molto ben fatta): ho preferito avere in me il silenzio, come guida e compagno. Del resto i miei viaggi sono sempre stati così.

E nel silenzio ho potuto ascoltare meglio la luce: da una sala all'altra era come se un filo luminoso mi guidasse dolcemente legando ai quadri il mio sguardo ed ogni quadro era uno specchio che mi guardava dentro.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Così sono stata colore e luce, silenzio... e me stessa: armonia pura, un fiume calmo.Emozioni. Onde. Respiro. Un procedere lento, dalla ricostruzione della camera di Van Gogh, così quieta e raccolta...passando per le opere (o dovrei scrivere le anime?) di Turner, Bierstadt, Homer, Rothko, Monet (per citare gli autori che mi hanno emozionato, arricchito, di più)...ti dà la misura dei viaggi dell'anima: sconfinati, come gli orizzonti.

Mostra Van Gogh e il viaggio di Gauguin


"Da dove veniamo, Chi siamo, Dove andiamo?" questo si è chiesto Gauguin e questo ha scritto e poi dipinto sul suo quadro immenso, da lui definito "il sontuoso mantello dei miei sogni" che già da solo vale l'intera mostra: viene esposto per la prima volta in Europa, proprio qui da noi, in Italia, a Genova ... arrivato nei giorni dell'alluvione.

Qui il blu non allontana, ma... immerge. Un mare di colori.. e tu sai che all'interno le correnti sono fortissime. 


Ci sono viaggi estremi, viaggi che non hanno un costo come noi lo conosciamo, viaggi che si pagano in altro modo..con la solitudine, quando va bene...o con la vita, quando la strada è così tormentata da arrivare a piagarti l'anima.

Mostra Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Ad un certo punto, quasi al termine della mostra, in una stanza molto scura, un solo quadro, un autoritratto di Van Gogh esplode di luce, ti incendia lo sguardo di quello stesso fuoco che vedi nei suoi occhi... e ti domandi che cosa hanno visto, che tu non riesci a vedere... non ancora...e intanto la luce dilaga dentro di te, spezza i tuoi confini: ho pianto anche stavolta.

Alla fine della visita ti riscopri tornata a riva, pulita, innocente: un petalo, un odore abbracciato dal vento che è un respiro di anime ormai lontane. Anime che si sono consumate nel tentativo di spiegare a loro stesse e a noi che cosa sono la Vita e la Bellezza quando camminano fianco a fianco.

Mostra Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Ho comprato il catalogo, edito da Linea d'Ombra: non l'ho fatto per le foto dei quadri, ma per le parole di Marco Goldin, che già avevo apprezzato a suo tempo nel visitare la mostra Paesaggi della Luce del Maestro Nunziante.

Qualcuno ha scritto che questo non è semplicemente un catalogo, bensì un saggio: io mi sento di scrivere che è molto di più ancora...è Poesia ed insieme un grande atto d'amore. Consiglio a tutti, soprattutto se per motivi logistici non possono visitare questa mostra, di procurarsi almeno il catalogo..credetemi, ne vale la pena.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin


Vorrei terminare questo post in cui non sono riuscita a comunicare nemmeno una briciola di quello che ho visto, con un sunto delle parole di una lettera di Van Gogh al fratello Theo, in cui si difende dall'accusa di essere uno sfaccendato: lui non è uno sfaccendato per pigrizia, lo è controvoglia, perché è come prigioniero di qualcosa, sente istintivamente che dovrebbe fare, agire, ma non sa come...e si paragona ad un uccello in gabbia, che a tratti sente in sé il richiamo della natura, il nido, la migrazione...ma disperato sbatte contro le pareti della sua gabbia, pazzo di dolore mentre un uccello di passaggio lo guarda con disprezzo, pensando che in gabbia lui viva di rendita. 
Nulla del suo tormento appare al di fuori, apparentemente è felice nella sua gabbia, al sole: i bambini che ce lo tengono non comprendono, "in fondo non gli manca nulla".


Nulla, tranne la libertà.


ps. La lettera la troverete esposta alla mostra e anche nel libro che ne raccoglie ben 150, edito anch'esso da Linea d'Ombra.

Van Gogh e il viaggio di Gauguin

venerdì 17 febbraio 2012

Concerto a favore degli alluvionati di Genova

Domenica 19 Febbraio 2012, ore 17


Concerto a favore
degli alluvionati di Genova


“Ensemble dell’Accademia Flautistica di Genova”
Maestro Concertatore
Prof.ssa Giovanna Savino
Presentazione a cura della
Prof.ssa Carla Casanova
Sala Quadrivium
Piazza Santa Marta, 2.Genova

Concerto


Ingresso Euro 10.00
L’Incasso sarà devoluto in beneficenza.

  Concerto organizzato dall’Associazione Culturale
“Liguria Eventi"
 In collaborazione con l’Ufficio per la Cultura
 e Caritas Diocesana dell’Arcidiocesi di Genova

“Ensemble Flautistica di Genova”
Diretta dalla Prof.ssa Giovanna Savino
Collabora l’Associazione “Musicamica”

Presidente Dott.ssa Anna Brugnara
Direttore Artistico e Vice Presidente
Prof.ssa Carla Casanova


Programma


J.B.De Boismortier      Concerto per cinque flauti

Flauti: Giovanna Savino-Davide Calcagno-
Federico Vallerga-Giulia Serra- Giulia Carlini.

W.A.Mozart                Quartetto per flauti e archi
Flauto: Giovanna Savino
Violino: Barbara Bosio
Viola: Maddalena Vitali
Violoncello: Felicina Pellosu

W.A.Mozart                dall’Opera “Il Flauto Magico”
      (trascrizione per quattro flauti)
Flauti: Giovanna Savino-Federico Vallerga-
              Davide Calcagno- Giulia Serra.

W.A.Mozart                 “Mozartiana”
Marcia- Dissonanze- Serenata
ROSSINI-VERDI-BIZET “Opera”
(Trascrizione-elaborazione per ensemble di flauti
del Maestro Raffaele Cecconi
Ottavini: Davide Calcagno, Federico Vallerga,
flauti: Giulia Serra, Giulia Carlini, Valeria Agrosì,
Giulia Volpi, Silvia Nuti, Valentina Pacelli,
 Sara Brocato
Flauto in Sol: Nicole Olivieri
Flauto basso: Rosy Fiorillo
Maestro Concertatore: Giovanna Savino.

L’Ensemble dell’Accademia Flautistica di Genova, svolge attività di ricerca nel repertorio flautistico coinvolgendo musicisti di alto livello internazionale. Ha al suo attivo numerosi concerti. Importanti compositori hanno composto e dedicato musiche all’Ensemble flautistica.

La flautista Giovanna Savino, diplomata presso il Conservatorio N. Paganini di Genova,ha vinto numerosi concorsi nazionali e internazionali. Ha effettuato registrazioni per la BBS e inciso per varie reti televisive. E’ fondatrice dell’Associazione “Musicamica” e tiene vari corsi di perfezionamento, collaborando anche con teatri lirici e sinfonici.

Raffaele Cecconi,  compositore ligure, ha svolto attività concertistiche e artistiche per i più importanti Enti Lirici e Teatri Stabili. La sua produzione compositiva è stata eseguita in tutto il mondo. Ha collaborato con importanti orchestre e famosi direttori. Sue composizioni sono state eseguite anche al Festival del Compositore “La Classica” organizzato dall’Associazione Culturale “ Liguria Eventi “ a Palazzo Tursi.   Vive e lavora a Genova.

martedì 7 febbraio 2012

No longer needed... (non serve più)

Abandoned...no longer needed


Percorro il mio silenzio lungo il volto
Mani sugli occhi, cuore sulle labbra...
e senza rughe saranno i miei canti.

"Città" è solitudine a colori
è la tristezza grigia delle case,
il verde ammutolito delle foglie
rampicanti di ruggine sui rami.

Qui si trasforma un dono in un rifiuto
e quando più non serve, anche il ricordo.

Riyueren

Abandoned...no longer needed


Le parole e le immagini conducono visioni e danno forma a canti silenziosi.
Sono canti senza rughe, perché il loro suono si fa strada all'interno di noi e sul volto non ne rimangono orme.
Io non getto mai i miei ricordi: li accolgo come un dono, sempre, diversamente da come spesso accade nelle nostre città a disumana misura.

Abandoned...no longer needed


Trovo sempre pupazzi buttati via e purtroppo sono sempre troppo grandi per poterli ospitare a casa mia, allora li fotografo, che è l'unico modo che conosco per conservarli e portarmeli dietro.
(Sono molte le "cose" che vengono "gettate" quando non servono più, molto spesso sono cose che non si vedono ad occhio nudo ... ad anima nuda sì, invece.. e ti accorgi che può trattarsi anche di persone).

Abandoned...no longer needed


L'ho trovato così, abbandonato tra queste case vicine a dove abito anch'io. Periferia, già, "zona di frontiera", "case dormitorio"... I ghetti esistono ancora: vengono messe "etichette" su ogni cosa, senza riflettere se questa cosa ha un nome, una storia, un cuore da raccontare.

Città


Ma la cornice della natura è sempre bellissima: proprio qui, in mezzo al cemento... 

Case


qui più che altrove le radici crescono in robustezza e sanno andare in cerca di acqua e nutrimento.

Case

"Mai Dimenticherò" - mostra fotografica di Paolo Zannini

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

Un post "velocissimo", essenzialmente per gli amici genovesi, che non si perdano questa mostra fotografica del mio amico Paolo Zannini, a Sestri Ponente.

Lascio che a parlare sia lui:


Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini


Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini


Ieri sono stata all'inaugurazione e così ho anche potuto vedere il video che Paolo ha realizzato con le sue foto e con altri documenti storici.

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

Mai dimenticherò- mostra di Paolo Zannini

E per gli amici lontani: date un'occhiata al link al suo sito: vedrete foto bellissime. ( a riprova che l'arte ha a che fare con l'anima più che con la tecnologia).

sabato 4 febbraio 2012

Dialogo nel Buio

Dialogo nel Buio

Nell'Oscurità,
Parole luminose.
Dialoga il Cuore.

Riyueren

"Vi porto con me"... quando trovate queste parole, sapete già che ho visto qualcosa di bello (solitamente una mostra) e lo voglio condividere con voi.
Ma questa volta si tratta di un'esperienza molto particolare. Spezzeremo insieme il pane della Bellezza e lo mangeremo ... al buio! ( e non sto scherzando, leggete e capirete perché ho scritto così).

Dialogo nel Buio


Ho scattato foto, ma solo alla struttura esterna di questa mostra così singolare ... fotografarne l'interno mi sarebbe stato impossibile, non tanto per ottenere il permesso, quanto perché il buio è un soggetto troppo difficile.
In realtà non è una mostra, ma un percorso: meglio ancora, come dice il titolo, è un "Dialogo nel buio".
Sapete che sarei in grado di descrivervi esattamente tutto il percorso. Non lo farò: credo sia meglio farvi venire voglia di viverla direttamente, quest'esperienza, in prima persona.
E come farò? così, attraverso le parole:

Dialogo nel Buio


"Tu, tu che ci vedi, non entrare subito, non arrivare puntuale, all'ora in cui hai prenotato ... arriva un po' prima: prenditi il tempo per girare attorno alla struttura che accoglierà i tuoi passi e quella parte di te che forse ignori.
Tu, che credi di saper vedere, perché sai che puoi affidarti ai tuoi occhi, leggi quello che c'è scritto: è un dono che ti viene fatto, quello che ti aiuta a capire il dono che hai, la vista, e anche gli altri doni che sicuramente non sai di avere.

Dialogo nel Buio

Quando entri nel buio, quando passi al di là delle tende nere, troverai una voce ad accoglierti, quella della tua guida: solo un non vedente può aiutarti a vedere nell'oscurità.

Io mi sono fidata, affidata, alla voce di Daniele.

Così, immersi nel buio, ti accorgi che ci sono molti modi per vedere, modi "altri".

Ti accorgi che le tue mani possono vedere, che i profumi possono guidarti, che i tuoi piedi ci vedono, nonostante la suola delle scarpe ... e quindi percorrendo gli orli di un tappeto tu "sai" di essere nel mezzo di una stanza.

Dialogo nel Buio


Si entra a piccoli gruppi: nel mio eravamo in 5, non conoscevo nessuno, ma nel buio si crea una specie di legame, invisibile e luminoso al tempo stesso. 


Avanziamo in fila indiana, legati alle nostre voci, ai nostri silenzi, alle nostre esclamazioni di sorpresa quando le mani danno forma ad oggetti conosciuti, mentre la voce rassicurante di Daniele ci accompagna tra i vari ambienti  che lui c'invita a scoprire. 


Ed è sempre lui che ci serve al bar. 


Seduta al buio sulle panche (invisibili, sì, ma ben presenti nella loro forma e materialità davanti al bancone) io mangio la barretta di cioccolato con le nocciole che ho acquistato (Daniele mi ha rilasciato lo scontrino fiscale, "battuto" al buio anche quello): mai avevo assaggiato una cosa così buona... forse perché ho scartato il suo involucro cercando con le mani il modo per aprirlo, perché ho sentito il suo profumo intenso, perchè il mio corpo era libero di vedere, assaporare, in un modo diverso, di "essere corpo" in un modo alternativo a quello solito.

"Ah, lei ha preso del cioccolato" mi dice una dei miei "compagni di percorso". Si vede che il mio respiro sa di cioccolato. Ed io il suo sorriso lo vedo, sì, lo "vedo" anche se siamo al buio.

Alla fine del percorso, 45 minuti sono volati via, "perché al buio il tempo scorre diversamente" - ci rivela Daniele.

Ritorniamo alla luce, decisamente troppo forte: la nostra guida ci avverte di tenere gli occhi bassi e di uscire con calma.

Torniamo nel nostro mondo di "vedenti" e siamo sicuramente più ricchi. Abbiamo ricevuto molti doni.

Io posso dire semplicemente che ho "visto" me stessa e che nel buio non si può nascondere nulla: non ti puoi nascondere al buio, è l'oscurità che meglio rivela chi sei."

Dialogo nel Buio


Ringrazio l'Istituto Chiossone per avermi dato il permesso di descrivere qui la mia esperienza.

E a te, Daniele, perché spero tanto tu abbia un pc predisposto, dico "grazie, di cuore" e anche "scusami" perché non ho avuto modo di salutarti come volevo: era già pronto per te un altro gruppo di visitatori ed io dovevo pagare alla cassa quello che avevo consumato al bar... tutto perché i miei pantaloni non avevano le tasche: quando andrete a "Dialogo nel buio" ( avete tempo sino al 1 Luglio), ricordatevi che le tasche vi servono assolutamente, dovete metterci gli spiccioli per poter pagare direttamente al bar, dal momento che durante la visita è necessario avere le mani libere (borse, cappotti, occhiali... vanno depositati in appositi armadietti all'ingresso: tranquilli, li chiudete voi e la chiave potete metterla al collo, è legata con un nastro).

Programmate una visita, "Dialogo nel buio"* è in Piazza Caricamento, quasi di fronte all'Acquario: sono sicura che se visiterete entrambi nella stessa giornata, proprio perché sono due mondi diversi, la vostra "vista" migliorerà, soprattutto quella interiore. E se riuscite ad aggiungerci anche la mostra su Van Gogh e Gauguin ...

Dialogo nel Buio

* Dialogo nel Buio è un marchio Dialogue Social Enterprise (vi invito a visitare anche questo sito, io l'ho fatto: è interessantissimo, non sapevo che esistessero anche "Dialoghi nel Silenzio"... qui potrei fare io da guida, ma solo per certi aspetti - mi riferisco all'ipoacusia - dal momento che amo anche troppo parlare - Daniele lo sa).