mercoledì 29 gennaio 2025

La biblioteca di mezzanotte (M. Haig)

  

Mi spiace, ma questo libro proprio non mi è piaciuto.

Non che sia scritto male, no. Non intendo questo. Però la storia mi è sembrata di una banalità assoluta, prevedibile… il tentativo di scrivere una storia ad effetto, di quelle che toccano le corde di un animo sensibile agli interrogativi della vita secondo il mio parere non è riuscito.

La protagonista, che soffre di mal di vivere, nel momento in cui decide di farla finita si trova a vivere vite parallele alle quali accede da una speciale biblioteca. Quella di mezzanotte, appunto. Dove ogni libro è una possibile vita che lei avrebbe potuto vivere ma che non ha vissuto perché, nella realtà, ha fatto scelte differenti.

La storia mi è sembrata a tratti ripetitiva e quel pizzico di magia che si è inteso – almeno così credo – inserire tra le pagine non ha avuto effetto, almeno su di me.

Tutti noi ci chiediamo cosa sarebbe successo se avessimo fatto scelte diverse nel nostro passato. E considerando che sono le continue scelte che determinano il nostro presente – fosse anche nell’acquistare carne piuttosto che pesce o nell’attraversare la strada sulle strisce pedonali oppure no – è facile immaginare quanti volumi ci fossero in quella biblioteca. L’autrice ha permesso alla protagonista di viverne più d’una, tutte diverse, tutte legate ad un rimpianto che la donna si porta cucito addosso.

Perché il nodo della storia è tutto lì: nei rimpianti. Di come siano essi il peso maggiore, di come possano in qualche modo determinare il presente di ognuno se si permette loro di prendere il sopravvento. È questa la chiave di lettura.

Per arrivare a considerazioni di questo tipo è stata costruita una storia che mi ha intrattenuta, quello sì, ma non mi ha catturata affatto. Mi spiace ma, onestamente, non è un libro che consiglierei.
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La biblioteca di mezzanotte
di Matt Haig
edizioni e/o
pag. 329

sabato 18 gennaio 2025

Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi (M. De Giovanni)

 

Non ci casco più.

Caro il mio De Giovanni, non ci casco più.

Io lo so che Luigi Alfredo Ricciardi ha ancora tanto da raccontare per cui è inutile che ci lasci intendere che con lui stai pensando di scrivere la parola fine perché non ti crediamo!

A parte gli scherzi… era nell’aria da un po’ questa cosa di voler chiudere la serie di Ricciardi ma, quanto pare, il verbo al passato è proprio il più adatto visto che ho avuto in lettura l’ultimo della serie e, a parer mio, resta ancora tanto da dire… per cui…

Volver racconta un capitolo molto intimo della vita di Ricciardi. Lo è stato in precedenza quando ha vissuto delle toccanti vicende legate alla figura di sua moglie ed anche stavolta siamo sulla stessa lunghezza d’onda, seppur con una situazione differente.

Innanzitutto, va detto che l’indagine che lo vede coinvolto è risalente a parecchio tempo prima. E questa volta complice sarà la sua terra, il Cilento, dove torna per vicissitudini che mai avrebbe voluto essere costretto a vivere, soprattutto per le persone a lui più care.

Il periodo storico è quello dell’antisemitismo che l’Italia ha, purtroppo, conosciuto e vissuto da vicino. Nemmeno la famiglia del Barone di Malomonte viene risparmiata dagli artigli della xenofobia dell’epoca. Come sempre, c’è un morto ammazzato che ha qualche cosa da dire alle sole orecchie e alla sola anima di Ricciardi. Cerca giustizia. Anche se, oramai, di tempo ne è passato.

E lui non si sottrae. Sente di dovere qualche cosa a quell’uomo che venne trovato morto su una delle sue proprietà.

In questo capitolo conosciamo un’altra faccia di Ricciardi, quella del Barone, del possidente, della persona ricca e rispettata. Ma è sempre lui: un uomo tormentato, che fa i conti con quella particolarità che si augura, ancora, di non aver trasmesso alla sua piccola Marta, rimasta sola con lui e con i nonni materni in una terra che, seppur nuova per lei, sembra farla fiorire ogni giorno di più grazie anche da una bellissima figura, quella che mi ha toccato il cuore tra le pagine: un’anziana sorda e muta… ma che sorda proprio non è. Anzi. Sarà una pedina importante, proprio lei… lei che sembra essere inesistente per tutti, lei che sembra un fantasma, una figura inconsistente e che, proprio per questo, ha potuto conoscere tanti segreti, nel corso del tempo, da parte di chi credeva di non essere ascoltato. Visto sì, ma non ascoltato. Sarà lei la chiave di volta così come lo sarà la piccola Marta che, senza rendersene conto, sarà l’alleata più importante per quell’uomo che è perennemente alla ricerca della verità.

Come sua abitudine, l’autore mette tanta carne al fuoco ma lo fa quasi con delicatezza, stavolta. Più del solito. Lo fa con le vicende che riguardano il dottor Modo. Ma anche Livia. Quella Livia lontana che però sente di dover tornare. Quella Livia che non può restare nel limbo così, come l’autore ci vuole far credere.

Ecco perché sono certa di un prosieguo.

Per lei. Per Modo. Per Marta. E per quella famiglia che Ricciardi scopre essere diversa da quella che ha sempre creduto.

Bel personaggio, lui. Oramai non mi servono conferme. Mi serve solo un altro libro. E un altro ancora. Li aspetterò.

Ps. bella e molto attinente anche la copertina. Diversa dalle solite ma molto bella.
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Volver. Ritorno per il commissario Ricciardi
Maurizio De Giovanni
pag. 219
Einaudi edizioni

mercoledì 15 gennaio 2025

A casa prima di sera (R. Sager)

 

Non ho mai amato le storie di fantasmi, le case infestate e tutto il resto. Questo libro, però, mi ha attirata, non ho ben capito perché. E sono contenta di averlo letto.

È un libro che cattura il lettore dalla prima pagina all’ultima. Ben scritto, storia ben strutturata, personaggi ben resi e, nel mio caso, lettori molto bravi. Eh sì, perché ho ascoltato questo libro, non l’ho letto. Doriana Costanzo è bravissima e perfetta per dare alla storia quella suspense che merita. Bravo anche Ivan Olivieri che offre il punto di vista della protagonista, a cui invece dà voce Doriana.

Baneberry Hall è una residenza che, nel tempo ha fatto parlare di sé. Tutti, oramai, la conoscono con l’appellativo di “casa infestata” e Maggie Holt lo sa bene. Perché lei ci ha abitato in quella casa, da bambina, assieme ai suoi genitori. Assieme a suo padre che, poi, è diventato l’autore di un libro nel quale ha raccontato proprio la storia di quella casa: una storia di fantasmi.

Abitarono in quella casa per soli venti giorni poi successe qualcosa che li ha fatti letteralmente scappare: lei, a 25 anni di distanza, non ricorda nulla di autentico che non sia contaminato dal racconto letto tra le pagine del libro scritto da suo padre.

“La casa degli orrori”: quel libro ha rovinato la vita a quella che oggi è una giovane che si ritrova unica proprietaria di quel posto, dopo la morte del padre e l’allontanamento di sua madre che non ne ha voluto più sapere nulla.

Di quella casa non si è mai potuto parlare. Di quel libro non si è mai potuto parlare. Entrambi, però, hanno segnato la vita di Maggie che ora torna tra quelle mura per ristrutturare l’immobile e venderlo ma, prima ancora, per trovare risposte che cerca da sempre.

Tornare in quella casa vuol dire correre dei pericoli: suo padre è stato chiaro sul letto di morte. Ma lei ha bisogno di fare chiarezza e di togliersi di dosso quella patina opaca che il non sapere le ha gettato addosso.

Il suo ritorno sarà tutt’altro che tranquillo tanto che la ragazza inizia a chiedersi dove arrivi la finzione e dove, invece, la verità. Perché in quella casa c’è davvero qualche cosa di strano e succede qualche cosa di terribile.

L’unica cosa che mi sono sentita di criticare è stata la scelta della ragazza di tornare tra quelle mura da sola. Di dormire in quella casa da sola. Di affrontare il silenzio da sola, anche quando ha iniziato a riempirsi di suoni. Di affrontare il buio da sola, anche quando era chiaro che quel buio non voleva dire “vuoto”.

La storia raccontata da suo padre era davvero un’invenzione come lui e suo padre le hanno sempre detto? O c’era – e c’è tuttora – qualcosa di vero?

Ho ascoltato questo libro con la sensazione di essere tesa come una corda di violino. È un racconto davvero efficace ed una storia appassionante che consiglio a tutti di leggere. Anche ai più paurosi. Perché, se è vero che andrò a chiudere bene l’armadio in camera da letto questa sera, è anche vero che ci sono eventi che, prima o poi, arrivano a compimento. Che lo si voglia o no.

Consigliato anche a giovani lettori appassionati di storie di questo tipo.
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A casa prima di sera
di Riley Sager
pag. 360

domenica 12 gennaio 2025

Brave ragazze, cattivo sangue (Holly Jackson)

 

Quando si legge una trilogia è evidente che la storia del secondo volume sia collegata a quella del primo e, poi, al terzo. Io ho letto il primo libro della serie ed ammetto di aver fatto fatica a riportare alla mente come andarono le cose. Per questo, per evitare di dover fare i conti con i vuoti di memoria, è consigliabile leggere questo secondo volume senza far passare troppo tempo dalla lettura del primo. Allo stesso tempo, però, una volta ripresa confidenza con i nomi dei vari personaggi, la storia precedente pian piano torna alla mente – seppur a grandi linee – visto che nel parlare di una nuova avventura anche la storia precedente va avanti e, tra una novità e all’altra, vengono ricordati dettagli del passato che ora arrivano ad un nuovo compimento. Eh sì perché, se nel primo volume la protagonista Pippa Fitz-Amobi aveva risolto il mistero della morte di Andie Bell, ora colui che è stato individuato come colpevole è davanti ai giudici, per il processo nel quale si decide della sua colpevolezza.

Un pezzo di passato, dunque, che continua ad avere sviluppi ma anche, allo stesso tempo, una nuova indagine. Perché anche se Pippa aveva promesso di non mettersi mai più nei guai e di fare l’adolescente come tutti gli altri della sua età lasciando stare le investigazioni, ora una nuova vicenda sembra tirarla per i capelli dentro ad una nuova indagine. Il fratello del suo amico Connor è scomparso e la polizia non considera questa come un’emergenza attorno alla quale mobilitarsi. Cosa fare, se non mettersi ad indagare per conto proprio?

Pippa lo fa dando conto delle sue mosse in un podcast che va in onda con una certa regolarità per cui spiega passo passo ciò che accade e raccoglie anche le voci di chi potrebbe dare una mano…

Prima di tutto è necessario dire che le modalità seguite nel precedente libro, per l’investigazione, sono riproposte con la stessa tecnica narrativa. Pippa si pone un sacco di domande e lo fa a voce alta, rendendo così protagonista anche ogni lettore che riesce a seguire alla perfezione i suoi ragionamenti.

Va anche detto che si tratta di una storia molto moderna: si parla di dispositivi moderni, di social, si usano termini comuni tra i giovanissimi di oggi.

Detto questo, ho seguito con piacere le vicende. Si tratta di un thriller ma può essere letto tranquillamente visto che non vengono riportate descrizioni macabre o situazioni estremamente violente. Ci sono dei morti, è vero, ma non ci sono eccessi descrittivi.

Ammetto che è stata una lettura piacevole e credo che cercherò anche il terzo, in modo da far quadrare il cerchio.
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Brave ragazze, cattivo sangue
Holly Jackson
Rizzoli Editore
pag. 540

lunedì 30 dicembre 2024

La libreria nascosta (Evie Woods)

 


 La storia alterna picchi di originalità a picchi di una banalità assoluta.
Perché, se in alcuni passaggi mi è sembrata davvero prevedibile in altri, soprattutto alla fine, ho trovato delle sorprese che non avrei potuto immaginare.
Se avessi deciso di lasciare il libro a metà credo che mi sarei persa il meglio.
Due i piani temporali.
Due le protagoniste.
Due le storie: quella di Opaline e quella di Martha.
 
La prima è una donna vissuta negli anni Venti del Novecento: destinata ad un matrimonio combinato per salvare le sorti della propria famiglia, la giovane decide che non è quella la vita a cui sente di essere destinata. Di sicuro, non aspira a fare la moglie di un uomo che non conosce affatto. Decide di scappare e lasciarsi alle spalle quel destino che mai avrebbe potuto accettare e trova rifugio in una libreria a Parigi dove impara i trucchi del mestiere e diventa libraia. Dovrà andarsene anche da lì, però, perché suo fratello la trova e intende riportarla indietro, costi quel che costi… scappa a Dublino e trova rifugio in un ambiente a lei molto congeniale, quell’ambiente che trasformerà in una libreria specializzata in testi antichi e rari.
Ma non le basta. Vendere libri non le basta. Si mette sulle tracce di un libro della cui esistenza nessuno ha mai avuto conferma: si tratta del seguito di Cime tempestose, della sua autrice preferita, Emily Brontë. La ricerca non sarà facile, ma nemmeno la sua vita lo sarà perché quello che crede di essersi lasciata alle spalle è tutt’altro che lontano.
 
La seconda è una donna dei tempi nostri, vittima di un marito violento da cui scappa trovando riparo e lavoro presso Madame Bowden, un’attrice in pensione che la assume come governante. Incontra un uomo di cui si innamora, Henry, che è alla ricerca di un manoscritto che dovrebbe trovarsi in una libreria nei pressi della casa di Madame Bowden ma che non si trova. La sua è quasi un’ossessione: da quel ritrovamento dipende il suo futuro, ne è certo. Martha, che, a quanto pare, ha una particolare capacità di leggere la vita degli altri, si vede coinvolta su più fronti… ma neanche per lei il passato è del tutto sepolto fino a che…
 
Il romanzo all’inizio mi è sembrato un po’ spiazzante soprattutto in alcuni passaggi che non mi sono sembrati troppo chiari. A libro terminato ancora non riesco a capire, tanto per fare un esempio, perché Martha abbia nella schiena un misterioso tatuaggio rispetto al quale sembra cadere dalle nuvole…
Dalla metà del libro ci sono delle tessere che piano piano vanno al loro posto. Per chi ama i libri, le storie che li hanno come protagonisti sono sempre coinvolgenti e qui si sommano una serie di elementi: la condizione femminile di un tempo, il carattere delle donne, la loro caparbietà ma anche i danni che i silenzi possono provocare nei rapporti tra persone, quanto il passato possa allungare le proprie ombre sul presente di ognuno e un pizzico di magia che, forse, è ciò che mi ha lasciato maggiormente perplessa. Più dell’atteggiamento di Martha che a tratti mi ha fatto innervosire. Più della rabbia che ho provato per la sorte di Opaline che resta, a lettura terminata, il personaggio che ho amato di più e per il quale ho sofferto maggiormente.
Secondo personaggio, in ordine di gradimento, non è stata Martha. No, con lei non è scoccata nessuna scintilla… Secondo in ordine di gradimento è stata Madame Bowden: personaggio fondamentale nella storia, anch’essa avvolta in un alone di mistero e rispetto alla quale restano aperti degli interrogativi ma che, comunque, per personalità, modi, tempra mi è piaciuto molto.
Non sono riuscita a decifrare Martha. Pazienza.
La storia di entrambe le protagoniste ha risvolti che non avrei mai immaginato e resta anche uno spiraglio, un’apertura per un possibile prosieguo. Questa, almeno, la mia impressione.
Non è il libro della vita ma è stata, tutto sommato, una lettura che soprattutto andando avanti con le pagine è risultata piacevole e che ho fatto bene a non abbandonare dopo la prima perplessità.
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La libreria nascosta
Evie Woods
pag. 372
Mondadori Editore