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sabato 17 gennaio 2015

MipiacequandoMadrid: 7x4 a Toledo

Amici, 

 la Vero che vi scrive ha compiuto 28 anni da una settimana, ha i capelli nuovi e una simpatica febbre - da non scambiare con quella del sabato sera - a farle compagnia nella stesura di questo post.
Vi sta trattando bene il 2015? Io penso che un inizio piu' scoppiettante di questo non l'abbia mai vissuto. Ho inaugurato il mio 7x4 con un bel viaggio a Madrid, di nuovo. 

Sembra scontato dire che il giorno del mio compleanno l'avrei voluto vivere nel mio posto preferito al mondo. Mi sono regalata - o meglio, mi hanno regalato - una bella gita fuori porta a Toledo.
Toledo è una cittadina che dista una trentina di minuti di treno da Madrid -il biglietto potete tranquillamente comprarlo direttamente in stazione e costa un ventina di euro a/r- ed è una meta molto visitata.  Una volta arrivati si puo' prendere l'autobus per raggiungere il centro storico oppure, come nel mio caso, godersi una piacevole camminata (della durata di 25 minuti, pigri di tutto il mondo muovete quelle chiappe xD).







Toledo è arroccata su una collina ai cui piedi scorre il fiume Tago. Famosa per la lavorazione dell'acciaio, è comune trovare tra le stradine alcune botteghe di artigiani i quali spesso si mostrano all'opera in vetrina.
Uno dei prodotti tipici di questa zona è il marzapane, lo trovate in ogni dove, è impossibile resistere davanti le vetrine.
Toledo è un gioiellino tutto particolare, è un viaggio nel tempo. Camminando per quelle stradine strette che ricordano tanto i borghi italiani, non si puo' non cercare di pensare a quelle che erano le giornate di coloro che vivevano in quegli angoli piu' di cento anni fa. Toledo è la città del -chissà che cosa..-.

















Toledo è magia, non a caso Cervantes ambienta in questa provincia il suo Don Chisciotte e descrive questa città con queste parole: "A Toledo ogni pietra è stroria, ad ogni passo t'imbatti nella favola".
Io non vi parlo di cosa visitare, io vi dico di andare e perdervi, che non fa mai male.

Tanti baci adulti a voi

domenica 30 novembre 2014

Mipiacequando: Madrid, sabes?

Amici, 

 vi avevo detto che sarei tornata a Madrid e così è stato. 
Per questa visita mi sono impegnata a viverla piu' da autoctona che da turista. Mi sono confusa con la massa, sono uscita senza borsa, un paio di chiavi in tasca e l'espressione spensierata di chi sa dove andare senza chiedere indicazioni.




Mi sono esercitata con le ssss ma non sono riuscita a mascherare il mio forte accento italiano. Ho camminato con la sensazione di non dover correre da nessuna parte ma con la calma di chi sa che dovunque si stia andando, quel posto lo starà aspettando. Così è stato quando, il pomeriggio di lunedì scorso, mi sono regalata un pomeriggio in solitaria alla Feria del Libro di Cuesta de Moyana e ho aspettato passeggiando nel Retiro che si facessero le 18,00 per entrare gratuitamente nel Prado.


Ma andiamo in ordine, dicevamo, la Feria del Libro. Passo talmente tanto tempo lungo quel viale pedonale che uno dei librai ha finito per riconoscermi, mi soffermo nel suo chioschetto, parliamo un po' di Saramago e di Simone de Beauvoir, gli faccio i complimenti per i titoli e guadagno quasi sempre un paio di euro di sconto su dei libri che già in partenza non costano piu' di cinque euro. Il bello di questi posti è la varietà dei titoli e delle edizioni. Ci si trova davanti a tomi provenienti da tutto il mondo, alcuni includono una dedica, alcuni sono polverosi e pieni di lacerazioni, su alcuni si percepisce il beffardo effetto del tempo, le copertine ingiallite e quell'aspetto romantico di libro consumato da mille polpastrelli, mille vite differenti.


La Feria del Libro si trova, come dicevo prima, in una zona che i madrileni conoscono come Cuesta de Moyana che si trova poco prima dell'entrata al Real Jardin Botanico del Parco de Buen Retiro a metà strada tra il Reina Sofia e Il Prado. Un triangolo contenente meraviglie. Questa Feria del Libro è da non confondere con quella che è la manifestazione culturale che si tiene normalmente in primavera e che porta lo stesso nome
Quella di cui vi parlo io è un mercato di libri usati all'aperto risalente ai primi anni del '900 dove una schiera di casette di circa 15 metri quadrati si susseguono lungo un grande viale alberato dedicato interamente ai pedoni. 
































Ma come tutte le volte son dovuta tornare, per cui adesso mi consolerò con voi riguardando queste foto e scegliendo il prossimo libro da leggere. Non ditemi Saramago che l'ho lasciato lì a Madrid donandolo a qualcuno che merita il mio dolore per il distacco da un libro che sicuro amerei.
Mi scuso per la monotematicità degli ultimi post ma, insomma, si parla di cio' che si ama, no?






























Vi mando tanti baci

sabato 15 novembre 2014

Mipiacequando: Madrid è mia e io sono sua (parte II)

Amizi, 
 la mia storia d'amore con Madrid dura da almeno tre anni. La volta scorsa vi ho parlato -in pillolissime- dell'aspetto mangereccio, questa volta parliamo dell'anima letterario culturale della città, sempre in pillole. Queste quattro foto e queste mie righe non riusciranno mai a delineare per bene il profilo giovane creativo e impegnato di questa meraviglia di città ma se riuscirò a suscitare in voi un abbozzo di curiosità a riguardo, allora sentirò di aver fatto una cosa buona.



Madrid ha un lato moderno, turistico, un lato caotico fatto di grande piazze e grandi strade, griffe e negozi le cui filiali sono sparse in tutta europa ma è il lato nascosto, sono le stradine e le piazze-all'-improvviso, i negozi vintage e le piccole librerie, i laboratori culturali e i doodles a sorpresa sui muretti le mie attrazioni preferite.















Mi dovevate vedere davanti alla libreria di turno, quella con le vetrine perfette, quella che aveva gli interni decorati con le frasi dei piu' famosi scrittori del novecento, quelle che avevano un cesto di libri usati a un euro davanti il loro ingresso. Scattavo foto con il mio umile smarphone mentre una manciata di nordiche Canon munite rubavano -ma no, condividevano- le stesse immagini.
Sappiate che ogni volta che entrate in librerie del genere molto spesso sentirete della musica indie e un commesso brizzolato sorseggerà caffè dietro la sua scrivania con la cassa e una macchina da scrivere accanto a lui. Sappiate che se volete trovare il libro del vostro cuore dovete spulciare e lottare perchè se lo cercate con amore, anche se non sapete cosa state cercando, il libro prima o poi si fa trovare, è successo anche a me.



Il mio posto preferito di Madrid si trova in calle Argumosa 39 e ve ne ho parlato tanto tempo fa in un post entusiasta. La Libre è il posto del cuore, quello dove torno sempre, quello che mi ha fatto conoscere Paulo Coelho. A pochi passi dal Reina Sofia, La libre è il posto ideale per una pausa caffè o un brunch o un dolce. Ci andate? Ci state andando? Ci andiamo insieme? Io ci torno eh, questo è sicuro. 



Ci troviamo nel quartiere di Lavapies, un nucleo multietnico dove famiglie cinesi, indiane,  marocchine e senegalesi si mescolano alla popolazione spagnola. E' proprio nel cuore di questo quartiere che troviamo un giardino totalmente autogestito dalla comunità, uno spazio che il comune di Madrid  -dopo una certa resistenza- ha affidato alla cura degli abitanti del quartiere e che dal 2008 è diventato il centro delle attività culturali di un quartiere che è la personificazione del carattere aperto, della varietà e della vita pulsante di Madrid. 





Esta es una plaza è un progetto di riqualificazione di una zona urbana altrimenti destinata alla cementificazione. Vi esorto a visitare il blog dedicato al progetto che, dal 2008 segue l'evoluzione di questa meravigliosa iniziativa.

Ok, la lettera d'amore termina qua. Venerdì prossimo sarò di nuovo lì, seduta sulla mia panchina a Lavapies.

Vi bacio e vi abbraccio

domenica 9 novembre 2014

Mipiacequando: Madrid è mia e io sono sua

Amizi, 
 come state? Cosa vi sta regalando Novembre? Io questa volta ho deciso che rispondero' al mese piu' malinconico dell'anno con un doppio viaggio Spagnolo. Della prima parte ve ne parlerò or ora, per la seconda attenderemo (io e voi) un paio di settimane, il tempo di scappare di nuovo in quella terra di sole calore e sapori che è la mia adorata Spagna.
Alcuni di voi avranno visto da facebook che sono andata a far razzia di libri usati nei mercatini davanti l'entrata del Retiro a Madrid (razzia bagaglio a mano friendly, of course). Diciamo che non sono andata esattamente per questo ma diciamocelo, come si fa a resistere alle bancarelle di libri davanti al Retiro?
Vogliamo parlare della magia del Retiro stesso in autunno? Di quella luce pallida che filtra tra i rami portatori di foglie secche dai mille colori caldi  che si piegano sopra la testa dei passanti proteggendoli dalle prime timide gocce di pioggia?


























































Tornare a Madrid per me vuol dire poche cose: visita alla Mallorquina, tapas, libreria cafè e Guernica.

Della Mallorquina forse vi ho parlato poche volte perchè sono già in molti ad elogiarne la storia e i prodotti. Trattasi di una delle piu' famose pastelerie di Madrid, fondata da Coll, Ripoll e Balaguer, originari appunto di Mallorca. In virtu' della loro terra di origine, uno dei prodotti che cominciarono a offrire ai consumatori fu la famosissima Ensaimada di Mallorca e in seguito la Mallorquina è diventata sinonimo di churros con cioccolata calda e colazioni abbondanti, vetrine invitanti e dolci indimenticabili. Mi sono trovata a Madrid in prossimità delle celebrazioni per la festa dei morti e proprio in onore di questa festività, in Spagna, i dolci della tradizione sono i famosi Huesos de Santos (ossa di santo), dei deliziosi dolcetti a base di pasta di mandorle. Se passate per Madrid e, come sicuramente sarà, vi trovate a Puerta del Sol, ricordatevi di andare ad assaggiare una napolitana o una palmera con chocolate alla Mallorquina.





























Un posto dove fare una tappa forzata si trova sempre nei pressi della Puerta del Sol ed è uno dei locali per tapas piu' famosi e visitati. Davanti il locale c'è molto spesso una grande fila che potrebbe scoraggiare i piu' ma non si puo' far a meno di pensare che se tutta quella gente è li' in fila, un motivo buono per restare ad aspettare c'è di sicuro. 
Le crocchette di baccalà di Casa Labra (anno 1860, è uno dei locali piu' antichi e caratteristici di Madrid) valgono tutto il tempo speso in fila, questo è un dato certo. Se non amate il baccalà, come me, all'inizio potreste essere un po' schivi ma lasciatevi convincere da una pentita come me. Casa Labra come tapa offre solo crocchette e tajadas de bacalao (baccalà pastellato e fritto)  ma se volete mangiare dell'altro, potrete accedere al ristorante. 
Per il resto, sedetevi o guadagnatevi un posticino vicino al bancone e concedetevi una caña, por favor.





























Ecco amici, non voglio tediarvi oltre, io vi lascio qui per un po' ma sappiate che ho in serbo per voi un altro racconto spagnolo.
Vi mando un numero determinato ma molto grande di baci.


venerdì 29 novembre 2013

Hello Spain! Granada e Madrid

Insomma, siamo ripartiti stanchi e affamati da Malaga e, in sella alla nostra seat Ibiza con Giulia alla guida abbiamo cavalcato le curve giocose e floride di terra rossa come solo in Spagna la si può trovare alla volta di Granada dove arriviamo per un gelato e una birra.
Ci facciamo il Paseo de los tristes fermandoci di volta in tanto in qualche bar, ci facciamo conquistare dal barista di origini arabe e gli strappiamo anche una fumata al narghilè mentre i perroflautas (punkabbestia ndr) ci fermano chiedendo soldi e noi, amabilmente (siamo tutti un po' perroflautas) glieli diamo.


La mattina dopo ci svegliamo trafelate, il tempo corre un po' troppo velocemente e ci dà modo di osservare la meraviglia che è Granada dall'alto con gli occhi estasiati e il corpo accaldato su l'assolato Mirador.
Se dovessi trovare un motivo (uno dei tanti) per tornare in Spagna, allora Granada sarebbe il motivo piu' importante, mai una città così bella è stata toccata così in fretta.


Dopo quattro ore passate a far video amatoriali in perfetto stile Luca e Paolo ai tempi di MTV trip, pensiamo bene di farci salassare per un pieno di benzina.
Madrid è la prossima città. Avete presente quando Meredith dice a Cristina che lei è la "sua persona" beh, se Madrid fosse una persona, allora sarebbe la mia.

La serata si conclude con una passeggiata per Plaza Mayor con tanto di cena in piazza (ce l'eravamo meritate) birretta agli angoli che segnano l'inizio o la fine della Latina e poi un placido ritorno in albergo. Io amo quella città, quando cammino per quei vicoli, io sento che la città mi ama a sua volta, non posso farci nulla, io l'amo.
Madrid è una delle poche capitali europee dove non senti la pressione della capitale europea, a Madrid sei chi vuoi essere, senza tanti problemi, senza le persone che tirano le spallate perchè hanno fretta, con calma, a Madrid le signore alle 11.00 am le trovi sedute al bar con una birra e un pincho moruño, magari anche un pezzo di tortilla.
Madrid è la città dove non importa se sei solo, è lei il tuo plus one.



Lasciare Madrid è stato come quando torni a casa il fine settimana e tua nonna ti chiede di restare a cena ma tu non puoi, ecco, lasciare Madrid è stato così, mi dispiaceva per me ma mi dispiaceva anche per lei. Ve l'ho già detto che io l'amo?


L'unica cosa che mi ha fatto vivere con serenità il distacco dalla capitale spagnola è stato il pensiero della destinazione successiva: Leòn, la città in cui ho fatto l'erasmus nel lontano 2008 e dove io e Giulia ci siamo conosciute in un giorno di sole che sanciva l'inizio dei corsi di lingua mentre io le gridavo "Italiani! Ditemi dove andare! Voi sapete dove andare?".

E' proprio Leòn che vi racconterò la prossima volta, dopo quattro ore di autobus due film e un panino al salame, direzione nord.






venerdì 13 settembre 2013

Hello Spain: seconda tappa, Valencia

Mi piace pensare a questo blog come un piacevole porto a cui tornare ogni fine settimana.
Mi dispiace doverlo abbandonare non appena il lunedì si affaccia, manesco e scostumato, per portarmi via dai pensieri leggeri e dalle letture piacevoli ma è così dolce la sensazione del venerdì pomeriggio, il ritorno al lettone di camera mia, la calma di corpo e mente, il sentirsi liberi di godere di 24-48 ore di solo "bello".
E' per questo motivo che oggi, io vi prendo e vi porto via.
Spero non vi siate dimenticati il nostro viaggio virtuale perchè oggi, fedeli alla randomestralità di questo blog, ce ne andiamo a Valencia.
Valencia è la terza città per grandezza in Spagna dopo Madrid e Barcellona e nonostante ciò posso dire che la si può visitare in lungo e in largo, se si hanno dei buoni piedi e tanta voglia di macinare chilometri, anche a piedi.
Io, per esempio, passavo molto tempo con il naso per aria quando, per motivi di tesi, mi sono trovata per 4 mesi lì l'anno scorso ed è un po' per dare aria al mio naso -come sono simpatica- che ho deciso di fare di Valencia la seconda tappa del mio viaggio.
Ci trovavamo a Barcellona da dove siamo saliti su un treno dalla stazione Sans che in tre ore ci ha dolcemente condotto presso la stazione del Norte di Valencia.
Dalla stazione, diamo un'occhiata alla Plaza de Toros alla nostra destra e proseguiamo dritti spediti verso il centro non prima di aver lasciato la nostra valigia alla Pension Universal dove ho alloggiato qualche giorno anche l'anno scorso e che, un po' per la posizione centralissima, un po' per i prezzi super convenienti, è stato un ottimo luogo dove pernottare.
Dicevamo, andiamo dritti spediti in centro, e non dico "dritti" tanto per dire perchè a partire dalla stazione e andando avanti, si incontra prima la Plaza del Ayuntamiento e poi si prosegue per Plaza de la Virgen e praticamente ci troviamo li' dove c'è la Catedral e tanti locali -turisticissimi con prezzi per turisti- da cui fermarsi solo se i piedi fanno male e non abbiamo voglia di ripartire a breve.
Di Valencia tutto è stupendo ma quello che più amo -oltre alla ciudad de las ciencias che ho appena intravisto considerando la breve sosta valenciana- è El Carmen, il quartiere di Valencia che si trova esattamente nei pressi de la Catedral. 
Prima di andare a vedere i graffiti sparsi per El Carmen però io voglio un cortado, anche perchè devo fermarmi a scrivere delle cartoline per cui mi sembra giusto almeno sedermi davanti a las torres del Serrano. Le torri del Serrano costituiscono una delle porte dalla quale si può entrare nella Valencia -centro/centro storico- . In tempi antichi custodirono una prigione e, durante la guerra civile spagnola, furono utilizzate come reservoir di opere d'arte.










La Valencia bellissima che piace a me ce la andiamo a vedere da El Carmen. Vi voglio tutti col
naso per aria e attenzione a dove si mettono i piedi, io ve lo dico in anticipo, inciamperò spesso.


El Carmen di giorno sonnecchia ma di notte è più sveglio che mai.
Amizi cari, lo so che questa è una brusca virata, ma vi ho portato al mare senza farvi vedere nè la Ciudad de las Ciencias nè il Mercado perciò sapete cosa vi dico?

E' giusto lasciare qualcosa in sospeso, in ogni viaggio è buono vedere tutto, ma quanto di questo tutto può essere gustato? C'è sempre un angolo che ci rapisce il cuore ed è lì che vogliamo restare a lasciar sedimentare l'anima e il cuore, per il resto, abbiamo una scusa per tornare.
La serata ce la finiamo a Paella e Agua de Valencia per poi tornare alle camere saltando su una gamba sola, ma attenti alla sveglia domani mattina, che abbiamo un aereo per Sevilla.
























Vi voglio freschi e pimpanti per la prossima tappa.
Ricordate i documenti eh.
Baci

martedì 23 aprile 2013

La libre - La libreria cafè, Madrid



Alla domanda: parlami del tuo posto preferito nel mondo, io potrei rispondervi in modalità random, tra le varie opzioni: Leòn, casa di mia nonna e la libreria cafè di Madrid, non proprio in questo ordine.
Il mio posto preferito in assoluto nel mondo, fino ad oggi, è la Spagna, ma è un discorso lungo che mi costringe a ricacciare dal bagaglio dei ricordi i meravigliosi giorni erasmus e i vagabondaggi vacanzieri dei miei ultimi due anni.
Dicevo che, a Madrid -caput mundi, città che amo anche più del formaggio e di David Bowie- si trova uno dei miei posti preferiti, dove nello scorso anno ho trascorso i pomeriggio afosi di fine Luglio e dove ho preso il caffè macchiato più italiano che potessi incontrare nella penisola iberica.

La Libre - libreria cafè, si trova in calle Argumosa 39, nei pressi del museo Reina Sofia e verso la fine di Lavapies che è uno dei quartieri più multietnici e colorati della meravigliosa capitale Spagnola.

Nella Libre ci si entra perchè la vedi dalla vetrina che è un posto particolare, vedi i libri accatastati in colonne informi su ogni tavolo, sul bancone, vicino i braccioli delle poltrone che si trovano dentro. Nella Libre ci entri perchè ti sembra il posto dove scovare quel libro che ti sta cercando da tempo ma che non ti ha ancora trovato, ci entri perchè hai sete e ti vorresti sedere su una poltrona.

Nella Libre, una volta che ci entri, ti scegli il posto in fondo a sinistra, che è quello dove trovi la poltrona vintage un po' sfondata ma tanto comoda che una volta che ti ci siedi non riesci più' ad alzarti. Nella Libre ci entri e ti scegli un libro da leggere, un libro che può' essere arrivato li' grazie a uno studente americano e lasciato in cambio di un caffè lungo. Nella Libre ci entri perchè le volte in cui l'hai visitata in precedenza, il padrone del bar ti aveva intrattenuto con delle storie talmente bizzarre e divertenti che non vedi l'ora di parlarci di nuovo, nella Libre ci entri perchè la ragazza che ci lavora è italiana e ogni tanto, in un paese straniero, è bello parlare un po' la propria lingua.


Ecco, ora, se qualcuno si trova nei pressi di Madrid e magari si va a fare un pomeriggio al Reina Sofia a vedere Guernica, sappiate Amizi che come uscite dal museo, girate a destra, andate avanti, girate ancora a destra (non fidatemi delle mie indicazioni stradali) entrate nella Libre e pensatemi almeno un po' mentre il padrone vi racconterà della situazione politica spagnola e dispenserà sorrisi e limonata gratis mentre magari vi innamorate di un libro lasciato li' poco prima da una ragazza francese in cambio di un croissant.

mercoledì 11 luglio 2012

Madrid #3

Pablo Picasso, Los pajaros muertos
Ho aspettato un po' prima di scrivervi del mio week end madrileNo, ho aspettato che mi venissero le parole, cose che non ho già detto, non ancora scritto per non essere retorica -che già lo sono di mio, muy mal- e per dare onore ai giorni che ho vissuto che, come mi capita da un po', sono assssolutamente stupendi, nonostante la routine giornaliera, nonostante le scarpe rotte, nonostante la coinquilina logorroica, nonostante le elettroforesi uscite male, nonostante gli articoli scientifici che non riesco a scaricare.



Salvador Dali', Autorretrato cubista


Comincio il mio viaggio in autobus in un venerdi' caliente alle 12.00, l'autobus come sempre tarda in media quattro ore e blablabla prima di arrivare alla stazione Sur, li' avevo un bel giovanotto con i capelli strani e un accento spagnolo italiano ad aspettarmi.
Giro in centro per arrivare a Fuencarral dove mi sono comprata il mio 100 g e piu' di dolci e poi Plaza del Sol dove ci aspettavano degli amici in visita dall'Italia.

Per cena abbiamo scelto la rosca al salmone del Tragatapas vicino Plaza Mayor aspettando avidamente fuori che si liberasse un tavolo.
Altra rosca de calamares e poi di nuovo por la calle.

Il giorno dopo, come previsto, sono stata al Reina Sofia, il quale fa parte della triade dei musei madrileNi dopo il Prado e il Thyssen-Bornemisza.

Nel Reina Sofia è possibile ammirare l'arte moderna contemporanea a partire dai primi del '900.
Dentro questo museo mi sono dedicata a Dalì e Picasso, pezzo forte delle opere esposte è la famigeratissima Guernica che mi ha letteralmente lasciato a bocca aperta essendo questa la prima volta che ho avuto il piacere di ammirarla.
Pablo Picasso, Guernica
 Guernica è una delle opere politicamente impegnate di Picasso e prende il nome dalla città basca che il 26 aprile 1937 fu bombardata da parte degli aerei tedesci. L'obiettivo di Picasso non era quella di rappresentare la pura realtà, bensi', rivisitandola con un codice cubista e a tratti surrealista, richiamare l'attenzione sui costi umani e sull'effetto che la guerra stava facendo sulla popolazione civile.
Guernica diviene, cosi', un simbolo pacifista e antifascista.


Joan Miro', Pintura (Cabeza y AraNa)


Se qualcuno avesse mai voglia di andare sappiate che il sabato dalle 14.00 si entra gratuitamente, gli orari avrei voluto segnarmeli per potervi illuminare meglio ma, pobre de mi e mi cabeza, non potevate aspettarvi altro che la mia dimenticanza, tanto frettolosa ero di ammirare le opere nascoste tra quei "refrigerati" corridoi.

Lavapies
 Dopo una giornata -pomeriggio n.d.r.- intera tra le opere di tantissimi artisti piu' o meno conosciuti -da me- e dopo aver fatto bizzarri commenti sull'arte moderna in generale, ci siamo ributtati por la calle verso il primo Museo del Jamon a rinfrescarci con una bella cerveza -o coca cola :P- e un croissant mixto per poi farci un paseo per Lavapies -stupendabellissima- dove un giorno mi vedro' vivere in un attico di un palazzo tutto blu con tanti gatti e piante grasse. La serata si è conclusa al Tigre dove abbiamo assistito alle fatiche del leggendario cameriere -ormai per me entrato nella storia dopo averlo visto trasportare 15 kg tra birra e cibarie varie in un solo vassoio- . Vi prego, vi prego ancora, se andate a Madrid passate a vedere se lui sta ancora facendo lo splendido davanti ai clienti e magari fategli un video, immortalatelo in qualche modo.


L'indomani -domenica- è stato un giorno dedicato al Rastro, dove ho comprato tante varie inutili -e non- cose  per me e da regalare, per il resto, nella fermata della metro Sol ho avuto modo di ammirare le doti musicali di un artista di cui avrei voluto sapere il nome che si cimentava nel suonare la batteria -pentole e coperchi usati di vecchie vernici- in un concerto improvvisato e spettacolare assistito da tanti passanti e pendolari.

Già lo so, la nostalgia per questa meravigliosa terra mi rimangerà al mio ritorno in Italia. Per il momento pianifico un altro week end madrileNo almeno tra 2 settimane. In questo prossimo findesemana attendero' con ansia il mio moroso dai capelli strani e una coppia di vecchi amici Erasmus provenienti dalla mia amata Leon che non vedo l'ora di riabbracciare e far scorrazzare assieme a me per le coste del Sud.  Nel frattempo vi lascio con un interrogativo: che mi metto domani? :P

Hasta luego.
V

lunedì 9 luglio 2012

Imagine the People #1 La Bella Addormentata

Ce la ricordavamo mentre danzava con il suo Principe Filippo ma, la Bella Addormentata,  da quel giorno ha fatto tantissima strada, ha lasciato il Principe per il batterista diciannovenne di un gruppo che è durato tre mesi, ha deciso di voler curare la propria istruzione e si è iscritta all'università.

La Bella Addormentata avvistata al Reina Sofia di Madrid

Ha studiato Tedesco, Francese e Spagnolo, si è risposata con il marito della sua migliore amica, ha avuto tre figli maschi poi è scappata di nuovo, ha amato, ha odiato, ha pianto fino a non avere piu' lacrime e riso fino al pianto.

E' caduta per strada migliaia di volte e migliaia di volte si è rialzata da sola, ha imparato a guidare la macchina, a distinguere facilmente la destra dalla sinistra, si è iscritta ad un corso di yoga e ha capito di non aver avuto mai buon gusto nella scelta degli uomini della sua vita.

Il suo unico rimpianto sono i tre pargoli che ha lasciato con il suo secondo marito, a volte si lascia andare ai ricordi e manda un WhatsApp al Principe Filippo, il quale, non ha mai smesso di amarla.

Ultimamente sono stati avvistati in Spagna, lui si aggirava tra le ale raffreddate sapientemente da efficientissimi impianti di aria condizionata del Reina Sofia, lei sonnecchiava amabilmente -nella posa che l'ha resa famosa- nel cortile del museo.

Entrambi non hanno ancora confermato le voci su un loro potenziale flirt.


giovedì 5 luglio 2012

Desideri #1

-Spanish Version.


Chi di voi non ha mai espresso un desiderio in qualche momento preciso della propria vita, mi piacerebbe sapere se qualcuno  ha un momento particolare o bizzarro nel quale ha il vizio di esprimere un desiderio.



Io, personalmente, esprimo un desiderio:

1-Quando vedo una stella cadente, che se lei cade come faccio io quasi ogni giorno magari un motivo c'è e se uno se lo va a cercare rimane incastrato tra i suoi pensieri cosi' resta molto piu' facile aspettarne un'altra e nel frattempo formulare una preghiera sensata, che le parole sono tante e la stella dura poco.
2- Quando vedo la scia di un aereo, perchè chi viaggia in quell'aereo si possa sentire tanto privilegiato da regalare desideri e forse questo privilegio capiterà anche a me, io che il desiderio di qualcuno forse lo son stata.
3- Ogni volta che l'orologio segna le 10:10, 11:11, 12:12 e cosi' via (un desiderio all'ora, l'imbarazzo della scelta) che il tempo se ne va via cosi' veloce che magari un desiderio avverato ci scappa davvero.
4- Quando vedo un pettirosso, perchè si deve dare un motivo anche all'inverno.
5-Quando dico io perchè si.

In questo momento sto ridacchiando con la mia coinquilina tedesca delle bizzarrie della mia neo coinquilina cinese la quale va in giro per casa portando fieramente un copricapo che porta la forma di un tipico profilo disneyano da molti conosciuto (quale sara mai? Mi chiederà forse qualcuno di voi).

Domani parto nuovamente per Madrid, la città dell'amour, almeno per me e chissà che non trovi li' una delle facce sconosciute da inserire nel mio project (leggi qua).

Hasta luego

V

lunedì 18 giugno 2012

Madrid, il ritorno sulle tracce di Cervantes.

Don Chisciotte e Sancho Panza davanti l'abitazione natale di Cervantes ad Alcalà
Termina il fine settimana e ne comincia una nuova.
Personalmente sono ferma ancora a venerdi' scorso, giorno nel quale sono stata ad Alcalà a visitare la graziosa cittadina che ha dato i natali ad un tale Cervantes che ha scritto qualcosa che ha a che fare con i mulini a vento e mi pare di aver letto che i personaggi fossero un Sancho mmm Panza e un altro Don Chisciotte. Apparte gli scherzi, la città di Alcalà è qualcosa di grazioso e vivibile, il centro, incorniciato da piccoli portici in stile mini-Bologna offre diversi svaghi -diciamo piu' mangerecci che altro- tra cui pasticcerie, locali di tapas, librerie.
Riguardo quest'ultima cosa devo aprire una parentesi, non è la prima volta che, girando per strada, mi imbatto in librerie che vendono libri usati da 1 a 3 euro, qui in Spagna ce ne sono molte piu' di quanto ho avuto modo di notare in Italia cosi' come la quantità di lettori.
Ozio al Retiro
Ad ogni fermata di autobus, treno, metro, per strada, nei parchi, dappertutto ci sono spagnoli di ogni età con un libro aperto davanti a loro, sarebbe l'ora di cominciare ad imitarli.
Il riferimento a quanto detto, mi sono sentita in dovere di compare -Veronica decide morir- di Paulo Coelho che noi tutti conosciamo, libro che mi è stato consigliato da molti e che mi ha letteralmente chiamato dal suo ingiallito scaffale, per soli 3 euro è stato un regalo piu' che un affare.

Il fine settimana madrileNo è passato in grande ozio e relax, un pic nic nel retiro, una giretto in barca nello stesso parco e poi una passeggiata serale per il centro di Madrid, un po' di cerveza al museo del Jamon e un crescente amore -rinnovato- per la capitale spagnola.

La domenica ho avuto modo di vedere il Mercado del Rastro vicino la fermata metro Tirso de Molina, una meraviglia di odori e colori, un posto dove devo assolutamente tornare e dilapidare i miei poco cospicui averi.

Per il resto, ho appena finito di leggere Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, il che equivale ad un momento molto triste visto che adesso non riesco a cominciare un altro libro senza sentirmi in torto per aver finito questo che mi ha coinvolto nella sua appassionata storia, l'ironia di Elizabeth Bennet e l'orgoglio -tutto perdonato- di Mr Darcy, chi non l'ha fatto, vi prego, lo legga e poi magari mi dica la sua opinione a riguardo.

Mi lascio andare a Paulo Coelho.

Viva EspaNa.
V

mercoledì 23 maggio 2012

Valencia.Madrid.Valencia

Salve Pensatori,
sono passati molti giorni dall'ultima volta che son passata di qua il che sottolinea il mio continuo vizio nel procrastinare le cose da fare, cosa che mi contraddistingue da tempi ormai immemorabili.
Le cose all'ultimo momento sono quelle che mi riescono meglio ma visto che ora non ho il fiato sul collo posso tranquillamente dedicarmi alla stesura di un mediocre post.

Gli eventi degli ultimi giorni sono stati ordinari e quasi insignificanti, tutto prosegue normale, le giornate sono sempre soleggiate, le temperature aumentano di giorno in giorno, in laboratorio è arrivato il tecnico per l'aria condizionata e io sono partita per Madrid.

La vera attrazione di questi ultimi giorni e il  mio pensiero quotidiano dal mio ritorno è la fantastica capitale spagnola della quale ho avuto l'opportunità di visitare ben poco, motivo per il quale ci tornero' piu' spesso approfittando del fatto che ho un letto gratuito e delle ottime tariffe per autobus. (www.avanzabus.es -ottima compagnia, ottimo servizio).

La prima fermata che ho visto appena uscita dalla stazione degli autobus è stata quella di Sol la quale ridà proprio sulla Plaza de Sol che -come dice il nome- è inondata per tutto il giorno dai fortissimi raggi solari e dove si raccolgono tutti ma proprio tutti da giovani ad anziani, gruppi in protesta, artisti di strada, cantori, mimi, di tutto di piu', un arcobaleno di costumi e una Babele di lingue. Inutile dire che gli italiani sono piu' ubiquitari del prezzemolo -me compresa-.

Dopo la Plaza del Sol, da buona turista, mi sono diretta verso Plaza Mayor come -di nuovo da brava turista- mi sono scattata la solita foto, la stessa foto che hanno migliaia di persone in tutto il mondo (una faccia sorridente che pensa "dai sbrigati a scattare la foto che mi sento scema" mentre un amico o uno sconosciuto scatta la foto).
Sotto i portici della Plaza Mayor si incontra un ufficio per informazioni turistiche nel quale ho fatto un saggio rifornimento di depliants, brochures e mappe della città.

Un po ' piu' avanti ho incontrato uno dei numerosissimi Musei del Jamon, noti per la bontà dei prodotti che vi si possono consumare e per l'economicità dell'aperitivo, birretta, cerveza, coca-cola, sangria, vino....
Ci sono tornata almeno ogni giorno per tutto il tempo che son rimasta nella capitale spagnola. Un altro posto da visitare è il famosissimo -Tigre- rinomato per le sue eccezionali crocchette e l'abbondanza dei piatti di "assaggi" che vengono offerti ai consumatori.

Ovviamente, sfruttando i meravigliosi giorni assolati, ho fatto una bella passeggiata nel Parque del Retiro che è un'immensa distesa di verde neanche tanto lontana dal centro all'interno della quale si possono trovare laghetti, edifici dove si tengono esposizioni, mostre e tanti piccoli bar dove rinfrescarsi con una sangria o un gelato o mangiare qualcosa di veloce.

Mercado San Miguel #3
La fortuna ha voluto che il 18 maggio (giorno in cui mi trovavo a Madrid) fosse la giornata internazionale del Museo, ragion per cui, sono entrata gratis, sisi gratis, lo ridico gratis dentro al Prado deliziandomi con gli artisti italiani, spagnoli, francesi del 1400-1600.
Mercado San Miguel #2

Non ho mancato di visitare il quartiere di Malasana passando per Plaza 2 de Mayo, una zona assolutamente vivace dove si incontrano negozietti vintage (dove non ho potuto fare a meno di comprare qualcosa) e tanti locali dove prendere qualcosa di veloce da bere, magari un Mojito a 3 euro.
Toccatina e fuga anche a Chueca dove sicuramente tornero' e poi visita al Mercado de San Miguel, un trionfo di odori e colori, in ogni angolo hai la tentazione di comprare qualcosa da mangiare o da bere senza fare distinzione tra dolce o salato, alcolico o analcolico.

Questo è quanto, io oggi mi do' ai Verdena, un po' di Subsonica poi cerchero' di essere responsabile e mi mettero' a studiare qualcosa. Mi faro' un 200g di pop corn, fino a che non finisce la scatola, poi non li ricomprero' mai piu' e andro' in crisi d'astinenza.

Per il resto, qua continua a splendere il Sol.

Besos



V

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