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venerdì 15 maggio 2015

Pazze pazze ricette: plumcake alle fragole

Se non mi sbrigo a pubblicare questa ricetta non si troveranno più fragole e io odio quelli che pubblicano ricette fuori stagione, quindi eccoci qua.

La settimana scorsa (o erano due settimane fa? boh.) mio papà ha avuto l'idea geniale di comprare un cestino di fragole (insieme ai suoi grandi classici da supermercato ossia stracchino, melanzane e peperoni sottolio, tarallini. Avete mai notato che gli uomini quando vanno al supermercato comprano sempre le stesse cose? Soprattutto roba inutile. Ma magari ne parliamo un'altra volta). Insomma, le fragole erano gialle. Brutte, tristi. Cosa ne facciamo? Prepariamo una torta, ovviamente.
Anzi, no, mi metto a fare dei muffin, sono più simpatici, carini, immediati. E allora perché ho intitolato questo post "Plum cake alle fragole"? Ci arrivo.
Pronti, via.

Ingredienti


  • 250 gr di fragole
  • 330 gr di farina 00
  • 200 gr di zucchero semolato
  • 160 ml di latte
  • 100 gr di burro
  • 2 uova
  • 1 bustina di lievito
Lavate le fragole e tagliatele a pezzetti. Mettetele in una ciotola e aggiungete un cucchiaio di zucchero. 
Ovviamente nel frattempo accendete il forno a 200 gradi. Io di solito me ne dimentico, vecchia volpe.
Buttate in una terrina e sbattete insieme le uova, lo zucchero, il burro sciolto precedentemente e il latte. Se fate tutto ciò con una planetaria io non lo voglio sapere, perché sono invidiosa e vi odio.
Aggiungete farina e lievito setacciati (grasse risate, ma a cosa serve setacciare? Io non lo faccio mai e non succede niente).
Schiaffate dentro anche le fragole, ma lasciatene qualcuna da parte.
Ora arriva il bello. Prendete i pirottini. "Ah, i pirottini, eccol... porca vacca" Insomma, io non ne avevo più. Me ne sono accorta nel momento in cui avrei dovuto usarli. Panico.
Avrei potuto mettere tutto in una teglia normale e fare una torta ma NO, perché nella teglia c'era già un'altra torta che avevo preparato per mio fratello.
Cosa faccio, cosa faccio, cosa faccio?
LA TEGLIA DA PLUM CAKE!
Gaudio! Giubilo! Spiccate doti di problem solving!
Così ho buttato l'impasto nella teglia (senza carta forno perché avevo finito anche quella) dopo averla imburrata ed infarinata tantissimo, ho sparso sopra le fragole rimaste e infornato il tutto.
Per quanto tempo? NON LO SO.
Presa dal panico non ho tenuto conto di quanto tempo è rimasto il dolce in forno. Almeno almeno 40 minuti. 
Comunque è venuto benissimo. È anche molto instagrammabile. Quindi ulteriori punti.
Viva le fragole, viva i plum cake di emergenza.

martedì 5 maggio 2015

Pazze pazze ricette: pasticcio di asparagi

(per chi non è Veneto sarebbe lasagna di asparagi)

Oh, è una vita che non pubblico una ricetta, l'altro giorno ho provato questa e mi sono sentita in dovere di condividerla. La gente deve sapere.
Ho trovato questa ricetta nel sito del Consorzio dell'asparago bianco di Cimadolmo. E voi vi domanderete "Che cavolo ci facevi in quel sito?" eh, mi serviva per lavoro.
Comunque, ho preso la ricetta e ci ho fatto delle modifiche, quindi eccola qua:

Ingredienti per... boh, noi ci abbiamo mangiato in 5.

  • mezzo chilo di asparagi bianchi (ma si trovano in tutta Italia? Mi viene il dubbio)
  • un litro di besciamella (io me la sono fatta da sola perché quella pronta mi spaventa un sacco)
  • un etto e mezzo di prosciutto cotto
  • un pezzo di formaggio Asiago (non mi ricordo quanto ne ho messo, andate a caso)
  • una spolverata di grana
  • pasta fresca per lasagne 
Per prima cosa armatevi di santa pazienza e pulite e lavate gli asparagi. Io sono un'incapace e li rompo, ma poco male, dato che questi poi li dovete rompere comunque. Tagliateli a pezzetti (ecco, visto?) di circa un centimetro/un centimetro e mezzo o andate a caso, vedete voi. Ma non devono essere tanto grandi.
Fateli lessare (consiglio: con la pentola a pressione ci vuole pochissimo, tipo 5 minuti).
Intanto fate la besciamella o tirate fuori quella comprata (ma non ditemelo se l'avete presa pronta) e buttateci dentro gli asparagi a pezzi.
Ora siamo pronti a stratificare.
Il primo giro io l'ho fatto solo di besciamella per non far bruciare la pasta.
Quindi pasta, besciamella + asparagi, Asiago a pezzetti o fettine, come più vi piace, e fette di prosciutto cotto. Ripetere finché non finite la besciamella o la teglia.
L'ultimo strato è di besciamella asparagosa sopra alla quale ho grattugiato abbondante formaggio grana, per far venire fuori la crosticina.
Ah, ovviamente prima fate scaldare il forno a 200/220 gradi. Poi schiaffateci tutto dentro per una quarantina di minuti, ma controllate ogni tanto perché io mi dimentico sempre di guardare i tempi e potrebbe essere un po' di più o un po' di meno. QUANTA PRECISIONE SIGNORI! Non potrò mai essere una food blogger.
Suppongo che possa venire bene anche con gli asparagi verdi, ma io non ho dimestichezza con altri asparagi che non siano bianchi, quindi non garantisco nulla.
Una blogger che si rispetti avrebbe fatto una foto al risultato, ma io non sono una persona seria e avevo troppa fame, quindi niente. Ma guardate la foto che c'era sul sito del Consorzio, il mio ci assomigliava dai:
(Trema Giallo Zafferano, qui c'è una degnissima rivale per te)

domenica 22 marzo 2015

Approved by Coniglio Incazzoso #8

Questa settimana il Coniglio Incazzoso approva lei, la sola e unica Lemon Meringue Pie.

L'ho fatta ieri per l'anniversario dei miei, è una bomba.
La ricetta non ve la scrivo perché me l'ha passata la Mic e la potete trovare qui. La sua ovviamente viene molto meglio della mia, ma bisogna essere consapevoli dei propri limiti. E io non la ritengo esattamente una torta per impediti, ma probabilmente il problema è la mia incapacità.
 Farla è stata un'agonia, nonostante fosse il mio secondo tentativo. Intanto ho scoperto che non so fare la pastafrolla. Anche se alla fin fine era pure buona, il mio impasto non aveva proprio per niente la faccia da pastafrolla.
Poi la fecola. Ne avevo 30 grammi, no aspetta sono 22, MA NE SERVONO 50 PORCA VACCA, provo lo stesso, no aspetta che sennò faccio un casino, papà vammi a comprare la fecola.
Ho messo gli ingredienti per fare la crema in un pentolino antiaderente che ha pensato bene di iniziare a perdere i pezzi.
E il sac-a-poche che non collaborava.
Il forno che era già caldo e che quindi mi ha quasi fatto bruciare le meringhe.
Un parto.
Com'erano belli i miei ciuffetti di meringa prima di quasi bruciarli
Ma alla fine ce l'ho fatta.
Era meglio di quelle che hanno fatto quegli incapaci di Bake Off.
E il Coniglio Incazzoso dice che è buonissima.
Quindi bene così.

venerdì 20 febbraio 2015

Fiera Cucinare 2015

È stata una settimanella impegnativa questa che finalmente sta per finire. Anzi, in pratica è durata 15 giorni.
Da sabato sono stata alla Fiera Cucinare a Pordenone, a lavorare in uno stand. In realtà ci sono stata solo sabato e martedì, ma lunedì ho vinto un viaggio in auto a Milano (anzi, ad Agrate Brianza), quindi è stata tutta una corsa.

Ma parliamo della fiera. 
Non è enorme, ma secondo me merita. Anche solo per il fatto che se si vuole si beve fino a svenire. Vino buono per altro. Senza accorgermene mi son trovata in mano calici e calici. Magari alle 10 di mattina anche no, grazie. Ma dai, solo un goccio. Ma dai, facciamo di no. Ma da mezzogiorno in poi, chi li ha più contati. 
 


Ovviamente offrono anche cibo nei vari stand, ma sono assaggini, niente di "serio". A parte quando ho capito la tecnica e mi segnavo quando davano gli assaggi allo stand Fior fiore Coop e praticamente ho pranzato con pane + affettato misterioso friulano buonissimo e caldo. "Signorina, beva un bicchiere di rosso con quell'assaggio!" Pronti qua.
Sennò comunque si possono comprare panini, crostini, robine e robone. A prezzi bassi.
In realtà ci si poteva prenotare ed assistere gratuitamente a dimostrazioni di scuole di cucina e chef vari, che poi distribuivano i piatti che avevano preparato. 
Gli ospiti più famosi (almeno, io quelli conoscevo) sono stati Luca Montersino e Chef Rubio. Ecco, per mangiare i loro piatti invece si pagava. Boh, secondo me non è una scelta azzeccata. Comunque si poteva assistere anche gratis (in piedi e senza mangiare).



Il problema enorme è che io avrei comprato tutto. Mi sono trattenuta molto. Il mio stand, poi, era vicinissimo a due banchetti che vendevano tisane. La morte insomma. 
Alla fine ho comprato:
- tisana banana e caramello
- tisana fragola e kiwi
- tisana alla pesca melba (per un totale di € 4 per tutte e tre "Ehi, amico, sono anch'io un'espositrice!" e mi ha fatto lo sconto) (avrei potuto dire "Ehi, sono una blogger, fammi testare i tuoi prodotti che li recensisco" *risate registrate*) (temo che qualcuno lo faccia davvero)
- olio di argan marca Biomeda che cercavo da anni
- barattolone delle meraviglie per fare i muffin

Cosa avrei voluto comprare:
- n. 28 teglie in silicone per fare torte e muffin e cioccolatini e altro
- coso in silicone per cuocere a vapore (e a me fa schifo la roba cotta a vapore)
- crema al pistacchio tipo nutella ma verde
- altri barattoloni delle meraviglie per fare biscotti o cioccolata calda
- pentole. Molte pentole.
- coltelli di ogni foggia e colore. Ma tendenzialmente rosa.
- gubana (dolce tipico friulano)
- chili di taralli pugliesi (che ho comunque mangiato, prendendone manciate dal banco degli assaggi)
- altre tisane
- formaggio di ogni tipo
- un tartufo che può sempre servire (non so bene a cosa)
- chili di spezie che non so usare
- il bimby (ma che cucine enormi avete per farcelo stare dentro?)
- un carretto per fare la pasta in giro per la strada
- altro

E finalmente ho visto il famoso Chef Rubio.
Che ha fatto un piatto tipicamente romano, le sarde in saor
Comunque, troppi tatuaggi per i miei gusti. 

E adesso voglio solo riposarmi.
Dormire.
Dormiiiire.

venerdì 14 novembre 2014

Pazze pazze ricette: zuppa di cipolle gratinata

Ho deciso di fare questa zuppa per un solo motivo. Dai, ok, per due motivi. Ma il primo è che ho scoperto di avere in casa delle cocotte carine che non erano MAI state utilizzate.
Il secondo è che ho mangiato questa zuppa a Parigi e volevo tantissimo riprodurla. Poi detta in francese è molto meglio, soup d'oignon.
Adesso ha anche iniziato a fare freddo, quindi viva le zuppe.

In mio aiuto si è manifestato - come sempre - Giallo Zafferano che ha fornito la ricetta a cui io ho apportato delle modifiche.

Ingredienti:
  • 750 gr di cipolle dorate (GZ dice 500, ma sono solo 2 cipolle e mi sembravano pochine)
  • olio d'oliva
  • 20 gr di farina
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • sale 
  • 50 gr di burro
  • 1 l circa di brodo di manzo *risate registrate* (io ho usato un orrendo dado per fare il brodo)
  • mezzo bicchiere di vino bianco
  • una baguette
  • emmenthal a scatafascio (o groviera che io non ho trovato)
Sembrano un sacco di ingredienti, ma in realtà è facilissima da fare. Ed è buona da morire.
Tagliate le cipolle sottili sottili sottili, fatele andare a fuoco basso per 10 minuti, poi - colpo di scena - aggiungete un cucchiaino di zucchero. Perché? Boh, fatelo. Io l'ho fatto.
Alzate un po' il fuoco ma non azzardatevi a far annerire le cipolle. Si può fare, io ci sono riuscita. Quando iniziano a diventare più biondine, buttateci sopra la farina. Poca, asciuga tutto e viene un pastone. Fate sfumare il mezzo bicchiere di vino, poi aggiungete il dado brodo di manzo (ammicco).
Abbandonate la zuppa per una mezz'ora, lasciatela lì a sobbollire. Ah, mi raccomando il sale. Ci andrebbe anche il pepe, ma a me non piace, quindi non l'ho messo.

Tostate ora la baguette tagliata a pezzi e grattuggiate il formaggio. Vi voglio vedere a grattuggiare l'emmenthal come quello che avevo io, un po' morbidino. Le matte risate proprio.
Ora arriva il bello. Prendete le vostre bellissime cocotte e riempitele, poi fateci galleggiare i crostoni e cospargeteli di formaggio. Inoltre, consiglio da amica, buttate nella zuppa dei pezzi più grandi di formaggio che si scioglieranno e mi amerete.
Ora cacciate tutto in forno a 250 gradi finché si forma una crostina sul formaggio.
Instagrammate.
Poi mangiate e non limonate nessuno per un paio di giorni, a meno che non abbiate mangiato questa zuppa entrambi.

Ecco, adesso mi è venuta voglia di rifarla.

venerdì 13 giugno 2014

Pazze pazze ricette: muffin con gocce di cioccolato

Siccome non ci facciamo mai mancare una sana dose di Sfiga Vera, durante il ponte del 2 giugno io stavo male. A letto con febbre, mal di gola e voglia di suicidio causa tempo stupendo e impossibilità di andare in spiaggia.

Ad un certo punto della domenica pomeriggio mi stavo annoiando talmente tanto che ho preso un'insana decisione, ossia mettermi a fare i muffin con le gocce di cioccolato.
D'altra parte cosa può fare una che sta male ed è debole? Accende il forno, ovvio.

Comunque sono saltati fuori i muffin più buoni dell'universo
Morbidi, umidi al punto giusto, con una consistenza perfetta.
E non sono stata l'unica a dirlo.
Sarà stato quel retrogusto di Benactiv Gola, chissà.
 La ricetta ovviamente non me la sono inventata, ma l'ho trovata su San Giallo Zafferano.
Anche se lì si parlava di 12 muffin e a me ne sono usciti tipo più di 20. Non capisco come mai, i pirottini e le teglie non sono standard?

In questo momento di caldo allucinante la voglia di accendere il forno è uguale a quella di gettarsi sale, limone e sabbia negli occhi, ma io la ricetta ve la passo lo stesso perché tanto sabato e domenica al nord pioverà e qualcuno potrebbe mettersi a farli.

Quindi, eccoci qui, ingredienti:

190 gr di burro 
200 gr di zucchero
mezzo cucchiaino di bicarbonato 
1 bustina di vanillina
3 uova
200 ml di latte (lì dice intero, io ho usato il parzialmente scremato e non è morto nessuno)
un pizzico di sale (mi raccomando il sale, io tendo a dimenticarmelo)
400 gr di farina 00
1 bustina di lievito per dolci
cioccolato: loro dicono 100 gr di gocce di cioccolato fondente, io ho usato anche quello bianco, poi vi spiego.

Accendete il forno a 180°. Come dite? Nella vostra cucina ci sono già 180°? Allora siete già pronti.
Fate ammorbidire il burro a temperatura ambiente, basteranno 6 secondi fuori dal frigo. Ah, io ho usato la margarina e son venuti perfetti.
Sbattete insieme burro e zucchero finchè non viene uno spumone cremoso. Poi aggiungete le uova.
Poi tocca al latte. Loro dicono tiepido ma io me ne sono fregata.
Bisognerebbe setacciare la farina insieme a bicarbonato, lievito, sale e vanillina per poi unire al resto, but I don't believe in setacciare la farina because la trovo un'inutile perdita di tempo. Non sono venuti comunque i grumi.
Qui io ho diviso l'impasto in due parti e poi ho aggiunto ad una le gocce di cioccolato fondente, all'altra il cioccolato bianco ridotto a pezzettini. 

Sfoderate la vostra teglia da muffin o i vostri stampi in silicone (io ho entrambi, che figa che sono), metteteci i pirottini e riempiteli fino all'orlo. Ora vi insegno un barbatrucco: io ho il sac a poche, ma lo trovo abbastanza scomodo per fare 'ste cose. Così, per riempire i pirottini, ho usato l'attrezzo per servire il gelato. Magari ha anche un nome, chissà. Comunque è comodissimo. Allego immagine:
Schiaffate il tutto in forno ventilato per 20 minuti.
Scopro solo ora che avrei dovuto farli riposare altri 5 minuti nel forno spento. Beh, non l'ho fatto. Anche perché ho fatto 2 infornate.

Et voilà, avete i vostri muffin con le gocce di cioccolato!
Quelli col cioccolato bianco vincono a mani basse tra l'altro.
Preparatevi, dureranno poco.

giovedì 21 novembre 2013

Pazze pazze ricette: torta di grano saraceno

Domenica mattina mi sono cimentata con la torta di grano saraceno.
L'avevo sempre solo mangiata, solitamente in rifugi in mezzo alle piste da sci del Cadore o dell'Alto Adige.
Ed è buona da far spavento.
Era un po' che avrei voluto provare a farla, ma non avevo idea di dove trovare l'ingrediente base, cioè la farina di grano saraceno.
Quindi avevo lasciato perdere.
Finché, la settimana scorsa, Madre è tornata a casa con un calendario con stampate 12 ricette di dolci tipici di montagna, ed è venuto il trip del grano saraceno pure a lei.
Quindi si è messa alla ricerca della farina perduta come una novella Indiana Jones (o come un cane da tartufo, come preferite), per poi scoprire che la vendevano nel nostro solito supermercato.

Mi telefona mentre io ero in ufficio e mi chiede che altri ingredienti ci vogliono per la torta. 
Ma io che cavolo ne so?
Quindi cerca in internet.
"Marmellata di ribes rossi. La vendono credo solo all'Ikea."
"Vabè, ascolta, lasciamo perdere."
Bene.

E invece ha solo fatto finta di lasciar perdere e ha comprato altri ingredienti A CASO.

Quindi questa sarà una ricetta un po' rivisitata.

Poi io, che sono un genio del male, ho iniziato seguendo la ricetta di Giallo Zafferano, poi ho deviato su quella che c'era scritta sul calendario, ho inventato un po' e poi sono tornata su Giallo Zafferano.
E non ho neanche combinato casini! Incredibile.




Quindi, ingredienti:

250 gr di burro (Giallo Zafferano dice 300, ma io quello avevo)
300 gr di zucchero 
300 gr di farina di grano saraceno
100 gr di farina 00
6 uova 
una bustina di vanillina
una bustina di lievito
100 gr di nocciole (che non c'entrano una fava, alcuni mettono le mandorle, ma fidatevi)
marmellata di lamponi (madre ha preso questa)

Non ricordo esattamente come è andata all'inizio.
Di sicuro vanno divisi tuorli e albumi.
E di sicuro vanno montati insieme burro e metà dello zucchero.
Si uniscono i tuorli. Credo. Sì dai.
E poi via, tutto il resto.
Ah, le nocciole vanno tritate.
E il sale! Non dimenticate il sale.
Quando avrete mescolato tutto (ma non gli albumi, che vanno montati a parte), sarete sudati fradici, perché viene un pastone durissimo che vi farà dubitare della buona riuscita del tutto.
Poi aggiungete un po' alla volta gli albumi.
Imburrate e infarinate una teglia di quelle che si aprono e schiaffate tutto in forno a 180 gradi.
La mia ci ha messo un'oretta a cuocere.
La ricetta originale mi diceva 45 minuti, ma io l'avevo bellamente buttata alle ortiche.

E' venuta perfetta.
L'ho lasciata raffreddare, poi Madre l'ha tagliata e ha messo la marmellata perché io ero fuori (a volte ho  anche una vita, pensate un po').

Insomma, era BUONISSIMA.
'Na bomba.
L'abbiamo servita con la panna montata a parte.
E' la morte sua.

Fatela.
Fidatevi.
Mi ringrazierete.

 Ah, vi ricordo che avete tempo fino a domenica per partecipare al contest Myboshi

P.S. Quanto è bello il nuovo header? Sono molto fiera di me stessa. Se vi fa schifo non lo voglio sapere.

martedì 12 novembre 2013

La torta Kit Kat e altre storie

Sottotitolo: di quella volta che ho fatto finta di essere una food blogger.
Sotto-sottotitolo: ho fatto veramente una cosa che avevo visto solo su Instagram.

Fratello compiva gli anni.
L'occasione ideale per sbizzarrirmi a fare dolci.
Festa con una ventina di ventenni famelici.
Perfetto.

Prima mi butta lì un "Mi faresti i macarons?", poi se ne dimentica.
Io ormai però ero partita come un rullo compressore.
Quindi, il venerdì sera, dopo una settimana di lavoro devastante, mi son messa a farli.
Volevano essere azzurri, son venuti grigi. Ma vabè, grigio è figo. Azzurro polvere quasi, dai.


Li ho infornati la mattina del giorno dopo.
Con cosa li farcisco?
COL CARAMELLO AL BURRO SALATO.
Come si fa il caramello al burro salato?
Boh.

Ho trovato una ricetta sull'internét.
Non mi ricordo dove. Son passati due mesi, capitemi.
Comunque, il caramello è esploso, quindi ho scoperto che a) la pentola che stavo usando non andava bene e b) la panna va versata MOLTO lentamente.
Il caramello numero uno non andava per niente bene per farcire i macarons.
Liquidissimo.

Allora trova un'altra ricetta.
Compra altro burro. Molto altro burro.
Fai tutto di nuovo, stavolta con la pentola giusta ma con lo stesso terrore di prima (e comunque mi sono schizzata lo stesso e non è una cosa divertentissima).
Aspetta che si raffreddi.
NON SI RAFFREDDA.
Mettilo nei macarons lo stesso.
Si scioglie tutto.
Aiuto.

Alla fine ce l'ho fatta.
Ma ho avanzato quasi due vasetti interi di caramello al burro salato per la gioia di grandi, piccini e della mia cellulite.


Nel frattempo ho fatto questa torta.

E la famigerata torta Kit Kat.
L'avevo vista appunto su Instagram.
Non avevo idea di come si facesse, ma era così carina.

Sembra una vasca in cui sono state buttate sei tonnellate di m&m's.

In realtà è una stupidaggine farla.

Io ho preso il pan di spagna già fatto perché sono una vile e perché avrei dovuto stare sveglia di notte per fare anche quello.

Comunque, è semplice e soprattutto leggerissima.

Si prende il pan di spagna, si imbeve di caffè+liquore al caffè nel mio caso, ma parlavano anche di latte.
Poi si prepara una crema di nutella e panna e la si schiaffa sopra.
Crema-pan di spagna-crema-pan di spagna finchè non raggiunge un'altezza notevole.


  Poi si incollano con la nutella i duemilacinquecento kit kat staccati l'uno dall'altro, sennò è troppo facile, infine si scaraventano i sei chili di m&m's sopra il tutto.


Et voilà.


Quando ho finito di fare tutto mi è venuta la febbre.
O forse era delirio da troppo zucchero, non lo so.

Sezione della torta
Gli amici di Fratello gli hanno chiesto anche quest'anno se mi affitta per feste/festini/celebrazioni.
Io la prossima volta ho deciso che mi faccio pagare.
Oh là.

venerdì 30 agosto 2013

Storie di feta e di cipolle crude

Prima di raccontarvi cos'altro ho visto a Creta, vi parlerò del cibo greco.
La prima volta che sono stata in Grecia, a Kos nel 2006, non ero assolutamente preparata. Per fortuna ho viaggiato con un'amica che era invece informatissima in tema mangereccio e mi ha consigliato cosa prendere per non perdermi niente delle specialità greche.

Quindi eccomi qui a trasmettere tutto il mio sapere gastronomico a voi, fedeli seguaci (ah ah ah).

Io, in questa vacanza, ho mangiato tantissimo. E, come quella volta a Berlino, ci sono stati tre ingredienti che mi seguivano ovunque: feta, cipolla cruda e patate fritte. Sempre. Ovunque. Comunque. Il feta, volendo, si riesce anche ad evitarlo. La cipolla e le patatine no. E' come se avessero tonnellate di cipolla avanzata e non riuscissero a smaltirla, così te ne buttano sempre un po' sul piatto, non si sa mai che tu creda di alzarti da tavola con un alito decente. E tu sei lì e la mangi. Le patatine uguale. Te le servono anche con cose che non ne avrebbero davvero bisogno. E le mangi. Tutte. Sempre.

Detto ciò, partiamo dalle basi: lo tzatziki.
E' una salsa a base di yogurt (greco ovviamente), cetrioli e AGLIO. Tanto aglio.
Si mangia col pane normale o con il pita, il pane greco, come antipasto oppure un po' come vi pare.
A me piace tantissimo.

L'insalata greca.
Questa è facile. La cosa più sana che ho mangiato. Quando il mio fegato diceva basta, mi rifugiavo nell'insalata. Ingredienti: feta, peperoni, CIPOLLA cipollissima, pomodori, cetrioli, olive e origano.
Io i peperoni crudi non riesco proprio a mangiarli. Li lasciavo lì e amen.


Adesso andiamo più sul pesantino.
Suà maestà il (o la, non mi è chiaro) moussaka.
E' un pasticcio (per i non veneti credo sia lasagna), però senza pasta.
'Na bomba.
Strato di patate (a volte fritte), strato di melanzane(fritte), ragù (fatto a modo loro), melanzane again, ragù e superstrato di besciamella di due centimetri. E contorno di altre patate fritte.
BUM!

Io, sabato scorso, l'ho fatta.
UN PARTO.
Davvero, ci vuole una vita.
E fai il ragù e taglia le melanzane e fai spurgare l'acqua, e taglia le patate, friggi, salta, mescola, stratifica.
Queste tre ore più una e mezza in forno.
Un po' impegnativo.
Però era di un buono...


Se ci sarà una prossima volta, però, la preparerò il giorno prima, appena sfornata non rende alla perfezione.

Poi abbiamo il gyros.
E' cucinato come il kebab, però è tendenzialmente di maiale.
Te lo servono, di solito, con pita, un'insalatina, PATATINE, salsina allo yogurt o tzatziki, CIPOLLA CRUDA.


C'è la versione nel piatto oppure il pita gyros, tipico cibo da strada. Arrotolano una pita e ci schiaffano dentro tutto (anche le patatine eh).


Il souvlaki, invece, è abbastanza sano.
E' uno spiedone di carne buonissima che può essere di agnello, più spesso maiale o pollo e, prima di essere cucinato, viene marinato in una qualche loro miscela di aromi.
Anche qui, patatine e cipolla a strafottere. Che non crediate di scappare.


Poi abbiamo il feta al forno.
Eccezionale. E' solo formaggio cotto in forno con pomodori, origano e un filo d'olio, ma è buonissimo.

Altre specialità sono i dolmades, foglie di vite ripiene di riso o i pomodori sempre ripieni di riso.
Per me sono un no.
Non mi sono piaciuti.
Ma, secondo me, vanno provati.

Di dolce non ho mangiato molto, ma menzione d'onore a questa cosa:


Ho scoperto che si chiama kadaifi.
Pesa una tonnellata anche se ha le dimensioni di un pasticcino.
E' ripieno di miele, noci e non so cos'altro.
Buono ma buono ma buono.

Da bere, invece, c'è l'ouzo.
Un liquore all'anice che vi aiuterà a parare giù tutto quello di cui sopra, ma che loro bevono anche come aperitivo. Addio fegato.

Poi c'è il raki, una grappa decisamente forte.
A me non entusiasma, sa proprio da grappa pura.

C'è da dire un'ultima cosa: costa tutto poco. Io non ho mai speso più di 9/10 euro per mangiare. Ma mangiare tanto. A volte più di un piatto.

Ecco, adesso siete pronti per partire per la Grecia.
Io, ve lo dico, ho preso circa 3 chili.
Lo so, sono un disastro.
Ma come si fa a non mangiare tutte queste cose? In vacanza poi.

Stasera vado a correre.

*risate registrate*

mercoledì 13 febbraio 2013

Vittorie: i crostoli

Oggi voglio rendervi partecipi di una mia vittoria in cucina.
Perché ieri, con l'aiuto di Fratello, ho fatto i crostoli. O galani, frappe, chiacchiere, bugie. Chiamateli come volete.
E sono super felice perché sono venuti benissimo.

Dovete sapere che in casa mia fare i crostoli era una specie di tabù. Madre mi ha sempre fatto del terrorismo psicologico in merito: "Noo, ma sei matta? I crostoli? No, ci vuole una vita a farli, non mi metto neanche, poi riempiamo la casa di pasta tirata e poi ci vuole troppo. No". Questo perché, quando lei era piccola, mia nonna li faceva e dovevano mettersi in tre per riuscire a fare tutto.
Fino ad un po' di anni fa la nonna ancora ne faceva un po', ma ultimamente si limitava alle frittelle.
Madre, un giorno di questi, stava cercando qualcosa tra le pentole a casa dei nonni, e ha trovato questa:
C'è ancora il prezzo, 6800 lire
Tornata a casa, ha buttato lì un "Potremmo fare i crostoli", subito seguito da "Nooo, dai, troppo lavoro, troppa fatica".
Ieri pomeriggio io ero a casa dal lavoro e Fratello mi dice "Basta, facciamoli." e io, sull'attenti, ho risposto "Obbedisco".
Avevamo trovato una ricetta un po' sospetta, quindi, alla fine, ci siamo rifugiati in san Giallo Zafferano.
Se volete provarla, è questa.

L'impasto è semplice da fare, ci vuole pochissimo, basta schiaffare tutto nel mixer e farlo partire.
Alla fine vi viene una palla che va fatta risposare una mezz'ora.
E poi viene il bello.

Ho diviso la palla in quattro, e poi ancora ogni pezzetto in due.
E ho iniziato a tirare la pasta.
Passandola e ripassandola nella macchinetta che vi ho fatto vedere prima.
Girando la manovella. A mano.
Urlando a Fratello "Corri, prendi la pasta, accompagnala, no, non così! Gira! Tienila ferma!", finché i vari pezzi sono diventati talmente sottili da essere trasparenti.

Alla fine c'era pasta tirata dappertutto.


E poi tagliala.
E poi friggila.
Solo due pezzi alla volta, perché la pentola era piccola.


Insomma, un faticaccia.
Ma è stato fantastico.
Sono venuti bellissimi e buonissimi, sembrano quelli che si comprano.
Infatti li abbiamo spazzolati dopo cena.
Il primo vero strappo alla regola da quando sono a dieta.
Neanche a Natale ho ceduto.
Ma i crostoli sono il mio debole, cosa volete farci.


Sarebbero piaciuti anche a Bastianich, ve l'assicuro.

lunedì 21 gennaio 2013

Benny, ci siamo quasi: Pizza Muffin

Sabato sera Fratello doveva andare ad una cena a cui partecipava un sacco di gente e ognuno doveva portare qualcosa. Lui era capitato nel gruppo "torte salate". "Laura, mi fai una torta salata?" Ma ciuerrrto. Anzi, ho fatto di meglio. Ho pensato che nel mare magnum di torte salate da tagliare, mettere sul piatto, smollicce e scomode, ci sarebbe stato un solo vincitore: il Pizza Muffin.
Ovviamente la ricetta non l'ho inventata io, ma la Benny Parodi. Sì, sono una cretina, ho voluto darle un'altra chance. Stavolta è quasi andata bene.

Intanto andiamo con gli ingredienti:

240 gr di farina
1 bustina di lievito istantaneo
30 gr di grana
2 uova
60 gr di olio
200 ml di latte
100 gr di olive nere
200 gr di mozzarella per pizza
150 gr di pomodorini
origano qb
sale qb

A me ne servivano tanti, per cui ho raddoppiato le dosi.
Ho mescolato la farina e la bustina di lievito (con circospezione, dato che a me la roba NON LIEVITA), poi il grana (a occhio, non son stata lì a pesarlo), le uova e l'olio. Ovviamente ho fatto un sacco di grumi, ma ho risolto con lo sbattitore. God bless sbattitore.
Il sale, mi raccomando il sale.
Ho aggiunto tutto il resto; lei ha messo anche dei cubetti di prosciutto. Secondo me non c'entravano nulla, quindi niente prosciutto.
Consiglio: prendete la mozzarella da pizza e tagliatela in cubetti piccoli. Io avevo fretta e ho fatto cubotti importanti, i quali sono poi esplosi in forno debordando da tutte le parti. No buono.
E probabilmente l'impasto avrebbe dovuto essere più denso, secondo me o si diminuisce il latte o si mette un po' più farina.

Comunque, si mette l'impasto nelle cartine per i muffin (hanno un nome?) (PIROTTINI! Grazie.) e le suddette cartine nella teglia per i muffin. NON senza teglia come ho fatto io una volta. Brutta storia.

Forno a 180 gradi. Il tempo. Qui si torna sempre al forno nucleare della Benny. Lei dice 25 minuti. Io li ho lasciati 35, la prima teglia anche di più.

Comunque sono venuti. Mi dicono belli, senz'altro buoni. Raddoppiando le dosi me ne sono venuti 27.
L'unico problema è che facevano un po' fatica a staccarsi dalla carta. Forse per l'impasto un po' liquido, chissà.

Comunque, beccateveli.

Per una volta, cara Benedetta, non ti devo picchiare.
Ma solo per questa volta.

I Pizza Muffin, ovviamente, hanno vinto a mani basse su tutto il resto. Spazzolati in tre minuti. E io che speravo ne tornasse a casa qualcuno...

domenica 25 novembre 2012

Vittorie: macarons

Ce l'ho fatta.
Al terzo tentativo ce l'ho fatta.
Ho fatto i marcarons.
E MI SONO VENUTI BENISSIMO.


Ladurée, suca.
Lo so che esistono dolci più buoni, più soddisfacenti e migliori, però avevo un conto aperto con 'sti cosi francesi.

Vi avevo narrato i miei fallimenti rovinosi e posso dirvi che l'errore di base che ho fatto è stato quello di scegliere la ricetta sbagliata. Ho voluto seguirne un paio di facili, approssimative, e quindi è stata la disfatta totale, Caporetto al confronto una lotta a cuscinate.
Quindi, io ve lo dico, Giallo Zafferano is the way.
Ho fatto ESATTAMENTE tutto quello che prevedeva quella ricetta e sono venuti. Ho perfino comprato un termometro per dolci. Che è fondamentale, mi dicono.
Però mi hanno spacciato la ricetta come a difficoltà bassa, tempo di lavorazione 40 minuti. 40 minuti?? TRE ORE!
La ricetta non sto a riscriverla, se la volete è questa.

Prima fase, bianchi montati a neve più sciroppo di zucchero (temperatura 118 gradi, mi raccomando):


Mischione di zucchero a velo e farina di mandorle:


E poi miliardi di palline sul coso apposito del kit che avevo comprato e sulla carta da forno.






E poi bisogna aspettare che si faccia il macaronage o come cavolo si scrive. In sostanza bisogna attendere finché la superficie non è più appiccicosa. Io all'inizio pensavo di aver aspettato a sufficienza. Invece no.


Disastro.
Quindi ho spento il forno e ho aspettato. Ancora e ancora. E sta maledetta pellicina si è formata. Era quasi una crostina. Più umidità c'è nell'aria, più bisogna aspettare.

Ma alla fine l'impresa è riuscita.
Ero quasi commossa.
Ho esultato come quando abbiamo vinto i mondiali.
Ma che fatica.
Ho fatto anche il ripieno, crema al limone.
Non ero mai arrivata a fare il ripieno.


Ecco, tutto sto tribolare, ma io sono a dieta.
Quindi non li mangio.
Che idiota, eh?
Lo so.



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