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martedì 10 settembre 2019

Recensione "Sulle tracce di un sogno" di Daniele Gouthier

Buongiorno, lettori.
Oggi vi parlo di una storia vera che mi ha permesso di riscoprire una terra che amo molto, l'India.
Grazie alla storia di Daniele Gouthier, ho compiuto un bellissimo viaggio da poltrona e non vedo l'ora di raccontarvelo.
Buona lettura!


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Perdersi. L'India è immensa come la curiosità e il desiderio di avventura di un bambino di otto anni. Così un giorno Naseem sale su uno di quei treni affascinanti e rumorosi e si trova improvvisamente perso e solo nella megalopoli di Delhi. Diciotto milioni di abitanti, un crocevia di culture, parole, strade. Naseem si è perduto. È solo l'inizio di una nuova vita. Adottato a Firenze, conserva gelosamente i ricordi d'infanzia. Quando le nostalgie si fanno troppo forti, decide di affrontare un lungo viaggio: nel tempo, nello spazio, nel profondo del proprio cuore. Ritrovarsi.

I libri che parlano di storie realmente accadute hanno sempre quella marcia in più che crea un'immediata empatia con il lettore. E' stato bellissimo immergermi tra le pagine de 'Sulle tracce di un sogno', alla scoperta della storia travagliata di Naseem.
Tutto comincia in un villaggio rurale dell'India, un terra bellissima ma assolutamente spietata. Agli occhi di un ragazzino, questo stato enorme appare dispersivo e caotico. Dopo essersi perso tra le strade di Delhi, Naseem non ricorda più la strada di casa, non comprende la lingua così diversa da quella del suo villaggio ed è nel panico più totale. Questo è solo il primo di molti momenti emozionanti del libro. Non ho fatto fatica ad immaginare gli occhi impauriti di un bambino solo al mondo e il mio cuore si è stretto quando viene adottato da una coppia italiana e trasferito a Firenze.

Da un lato, questa è una svolta per la vita di Naseem ma dall'altro è stata una vera e propria violenza verso un bambino che voleva solo riuscire a tornare dalla sua famiglia. Dopo aver provato molta tenerezza per il Naseem bambino, ho provato sensazioni contrastanti verso la sua versione adulta totalmente irriconoscente e rabbiosa. Tutto è andato meglio nel terzo blocco del romanzo, il ritorno in India. Ho amato la programmazione del viaggio e i vari step che riportano il ragazzo nella sua terra natia. I paesaggi sono davvero eccezionali e idilliaci, l'autore ci ha regalato il bello di un paese così particolare e unico al mondo. Mi è piaciuto lo stile del libro, quasi fosse un diario di bordo. Ho amato i personaggi secondari, in particolare Manikant (il vero eroe della storia). E' un libro vero e reale, così come la storia che racconta. Se amate i viaggi e le storie autentiche, adorerete 'Sulle tracce di un sogno'.


venerdì 9 dicembre 2016

Recensione "La strada di casa" di Sejal Badani

Buongiorno cuori librosi,
in questa ultima recensione della settimana, parliamo di un romanzo diverso e, oggettivamente, molto intenso ed emozionante.
Si tratta de "La strada di casa", edito da Baldini&Castoldi.


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LA RECENSIONE:

"E' stato un errore tornare. Non c'è posto per me qui. Speravo che le cose fossero cambiate. Che con lui in coma, potessi finalmente trovare casa. Ma non c'è nessuna casa per me. Solo i ricordi di una ferita che non potrà mai guarire."

Tre sorelle e tre caratteri profondamente diversi.
Un'infanzia dolorosa e violenta ha segnato per sempre le loro vite, condizionando scelte e modi di pensare.
Non è facile essere una donna, in India, e queste tre sorelle, ne sono l'esempio lampante.

"In India per una donna il matrimonio significa trasferirsi dalla casa di un uomo a quella di un altro. Entrambi gli uomini sono stati scelti per lei, uno dal volere divino, l'altro dal volere paterno. Il padre e il marito, secondo la credenza indiana, sono due lati della stessa medaglia. Entrambi ti possiedono e possono fare di te ciò che vogliono. Ma cosa succede quando la donna desidera la propria libertà?"

Quando il padre finisce in ospedale, le strade, ormai divise e separate, delle sorelle si incrociano di nuovo.
Ora sono adulte e capaci di affrontare con coscienza le questioni irrisolte sotto l'occhio attento della madre che avrebbe tanto voluto proteggerle da un destino infelice e un ruolo ai margini della società.
In India, infatti, non c'è posto per un donna, se non quello che gli uomini decidono di assegnarle.

"Ho voglia di trovare me stessa, di scoprire chi sono veramente, non più la figlia di cui mio padre aveva bisogno, né la moglie che mi ero convinta di dover essere. Perchè, per quanto lungo sarà il cammino, camminerò da sola, senza paura, e scoprirò la donna che posso finalmente essere."

Questa è una storia profonda e intensa, soprattutto a livello sentimentale.
Tante emozioni diverse e contrastanti, si affollano in queste pagine ricche di una cultura completamente diversa dalla nostra . Marin, Trisha e Sonya sono tre donne incredibili che, a mio avviso, rappresentano un po' i diversi destini a cui può andare incontro una ragazza indiana.

Ci sono state parti emozionanti e altre in cui ho faticato a proseguire la lettura. Senza dubbio, non ci troviamo davanti ad un libro leggero e frivolo.
Lo stile dell'autrice è molto curato ma, a tratti, l'ho trovato poco scorrevole e inutilmente prolisso.
E' una storia diversa, che apre gli occhi su tematiche di cui si parla ancora troppo poco.
Da donna, è una lettura che mi sento di consigliare e diffondere.
Spero sempre che, un giorno, leggeremo di queste storie solo sui libri.