Pochi giorni all'inizio della nuova stagione NBA
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mercoledì 28 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : NEW ORLEANS HORNETS


Oggi concludiamo la nostra rubrica di analisi delle squadre NBA ai nastri di partenza con l'ultima squadra rimasta da analizzare: i New Orleans Hornets.

Gli Hornets questa estate sono stati protagonisti di una trade molto discussa più che per i giocatori coinvolti per capire chi ci avesse realmente guadagnato, ma la sensazione generale e che l'approdo di Emeka Okafor in sostituzione di Tyson Chandler porterà benefici anche se Chandler è cresciuto e, grazie soprattutto all'accoppiata con Paul, riusciva a dare spettacolo e portava discreti punti quasi sempre però imboccati dal play delle meraviglie, e in difesa il suo lo faceva sempre.
Okafor dalla sua, porta in dote una maggiore capacità di giocare in post basso e contribuire maggiormente in attacco dove può essere una valida opzione, oltre al fatto che non farà rimpiangere Chandler nè a rimbalzo nè in difesa, forse solo in atletismo e verticalità.
Altre aggiunte che saranno molto importanti sono i due rookie pescati dal draft: Darren Collison e Marcus Thornton due esterni, soprattutto il primo che aiuteranno Byron Scott ad allungare la panchina tra i piccoli. La prontezza di Darren Collison di dimostrarsi all'altezza nei piani alti sarà una chiave per la stagione di New Orleans che l'anno scorso ha spremuto molto Paul durante la stagione regolare, Collison ha il compito di sostituire Paul divenendo il suo primo cambio cercando di non far risentire dell'assenza del titolare.
Le impartizioni che Scott darà al rookie saranno quelle di continuare a giocare con lo stesso stile di gioco magari cercando più scarichi quando partirà in penetrazione e lucidità nelle giuste scelte da effettuare.
Il difetto principale della squadra stà nel fatto che sono pochi i giocatori che realmente possono contribuire dalla panchina e poi la sensazione che si cercherà di invertire è che se si riesce in qualche modo a limitare Paul il gioco offensivo ben congeniato perda moltissimo causando anche molte palle perse in generale e tiri forzati fuori schema.

Dal punto di vista tattico Scott preferisce un gioco più ragionato con però molte invenzioni dal palleggio e azioni che si vengono a creare dalle penetrazioni. Le azioni partiranno o con una penetrazione quando ci sono più tiratori sul perimetro per ricevere gli scarichi o dando la palla ad uno dei due lunghi entrambi molto affidabili e con la possibilità di complementarsi grazie anche al tiretto dalla media-lunga distanza di cui dispone David West, caratteristica fondamentale per le tattiche della squadra.
C'è la possibilità di rendersi imprevedibili più che per le giocate di Paul, per il fatto che sarà difficile individuare per chi sarà rivolto lo schema visto che la squadra è distribuita bene con due tiratori titolari e due lunghi intercambiabili per ogni tipo di soluzione.

Si potrà assistere spesso ad una chiamata di un gioco a due concluso magari da un terzo.
L'ingresso di Julian Wright in campo porta atletismo e un altro penetratore che può portare a far fare falli o a costringere le difese ad aiuti che lascino scoperti il lungo di turno per un semplice appoggio. La tattica sarà anche quella di sfruttare le grandi capacità di Chris Paul di buttarsi nel traffico per caricare gli avversari di falli e tirare molti liberi.

Hilton Armstrong è il terzo lungo (ed unico lungo che possa realmente aiutare come scorer) che entrerà sopratutto nelle situazioni dove gli Hornets correranno usufruendo della sua mobilità e del suo atletismo che gli permettono di poter far punti veloci attraverso tagli in transizione.

Posey invece è la forza aggiunta, l'uomo che si prende i tiri difficili, il tuttofare che difende sempre con la massima concentrazione. Nei finali di partita ci sarà sempre in campo anche perchè è uno degli indiziati principali per prendersi l'ultimo tiro.
Anche se ci sono molti buoni difensori in squadra, il coach dovrà rivedere alcuni schemi in difesa e rifinire alcuni movimenti visto che in molte gare in media New Orleans ha subito più di quanto segnava.
Previsione: Playoff e proprio al massimo secondo turno
Quintetto ideale: Chris Paul; Morris Peterson; Peja Stojakovic; David West; Emeka Okafor
Sesto uomo: James Posey
Panchinari di spicco: Julian Wright; Hilton Harmstrong; Darren Collins

martedì 27 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : HOUSTON ROCKETS



Continuiamo ad analizzare le squadre della Southwest Division concrentando la nostra attenzione sugli Houston Rockets.

I Rockets ormai da alcuni anni sono una di quelle squadre come i Wizards che ogni anno non riescono mai a schierare la loro formazione migliore a causa degli infortuni che menomano la franchigia durante il corso della stagione. Houston quest'anno ha addirittura perso per tutta la stagione il fortissimo centro Yao Ming punto di riferimento della squadra e McGrady invece è ancora ai box. La perdita di Yao Ming costringerà la squadra non solo a privarsi dell'uomo di maggior rilievo sia in difesa che in attacco ma costringe Houston anche a rinunciare al tipo di gioco impresso ala manovra ma soprattutto a dover ridisegnare una tattica costruita attorno al centro cinese.

L'arrivo di David Andersen e di Pops Mensah-Bonsu non possono sopperire a questo inconveniente ma sicuramente daranno modo a Rick Adelman di allungare e dare più profondità alla panchina. Dal draft è arrivata l'ala Chase Budinger, un giocatore che già nell'immediato rientrerà nelle rotazioni occupando entrambe le posizioni di ala contribuendo con un grande apporto di energia dalla panchina qualità che gli permette di dare un buon aiuto a rimbalzo.

Ovviamente l'arrivo più importante è stato quelle di Trevor Ariza. L'ex Lakers porterà alla squadra una boccata d'ossigeno perchè è un giovane dalle grandi prospettive che in un contesto vincente come quello dei Los Angeles non ha tradito le aspettative e che anzi ha sempre fornito un grande contributo in ambo le parti del campo.

Alcuni potenziali giocatori che occuperanno il ruiolo di centro (Hayes e Dorsey) sono sotto la media di altezza e verranno impegati tatticamente abbassando il quintetto, per correre.

Tatticamente parlando infatti Adelman ha già annunciato che sceglierà un gioco veloce che attacchi da subito le difese per evitare che si schierino a metà campo cercando di sfruttare quando possibile una situazione che preveda un tiro veloce. Come punto di riferimento in post basso ci sarà l'ottimo Scola che quest'anno dovrà essere il giocatore chiave dei Rockets per poter fare una buona stagione. Ariza sarà chiamato a migliorarsi in attacco affinando il suo già pericoloso tiro da fuori l'arco e prendendosi più responsabilità con le penetrazioni. Il gioco sarà comunque sempre gestito in maniera ordinata con una equa distribuzione dei palloni non avendo un go-to-guy vero e proprio (anche se McGrady quando la palla scotta può fare di tutto).

Scola darà la possibilità ad Adelman di creare schemi che portino il lungo appena fuori dal pitturato portando via un rimbalzista avversario fuori dall'area dei tre secondi, e se non seguirà l'argentino nei suoi movimenti Luis potrà punirlo con un tiretto dalla media che è sempre costante e ormai una sentenza. Grazie a questa capacità può giocare un pick 'n roll "mascherato" che si tramuta in un pick 'n mid quando il giocatore intuisce che è la soluzione migliore.

Le azioni verranno gestite dal piccolo play Aaron Brooks che viene da una stagione che lo ha portato alla promozione da titolare e quest'anno sarà il suo anno di consacrazione visto che dovrà essere molto abile nella lettura del gioco per scegliere sempre la soluzione migliore. Se non dovesse essere ancora in grado sarà Kyle Lowry a provare a soffiargli il posto da titolare.

La difesa ha perso molto con l'assenza forzata di Yao Ming che se non altro spaventava eventuali penetratori e con la partenza direzione California di Ron Artest ma comunque rimane ricca di elementi validi che contribuiranno a mantenere buono l'approccio nella metà campo dove non si gestisce la palla.
Il neo arrivo Ariza e Shane Battier saranno i giocatore chiamati a difendere sugli esterni più temibili mentre Scola e Andersen si prenderanno le maggiori responsabilità in area. Anche Hayes è un buonissimo difensore e questo sarà il suo maggior apporto dalla panchina.

Sarà importante anche il contributo di Landry che porta in dote discreti punti, un grande atletismo e carica agonistica. Landry infatti sarà come Scola un giocatore su cui Adelman farà molto affidamento per non far sentire troppo la mancanza del cinese sotto canestro.
Previsione: Esigue possibilità di playoff
Quintetto ideale: Aaron Brooks; Tracy McGrady; Trevor Ariza; Luis Scola; David Andersen
Sesto uomo: Carl Landry
Panchinari di spicco: Shane Battier; Kyle Lowry; Chuck Hayes

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : DALLAS MAVERICKS


Per le consuete analisi delle squadre NBA oggi è il turno di analizzare i Dallas Mavericks.

La franchigia sta ancora cercando di cavalcare l'onda di qualche anno fa, dove una Dallas schiacciasassi era riuscita a vincere le prime due gare di finale NBA contro Miami salvo poi avere una tremenda ricaduta che ha comportato una rimonta di Wade e compagni che poi hanno vinto il titolo. La squadra era collaudata, l'anno seguente miglior record ad ovest, ma poi è arrivata la sconfitta contro l'ottava classificata ai playoff, i Golden State Warriors, quasi a far capire che ormai il treno della vittoria era già passato. Da lì la squadra non si è più ripresa significativamente, perchè in finale Dallas non c'è più arrivata.

Ora gli uomini per una buona stagione ci sono, ma Cuban non intende più scendere a qualche fermata prima, vuole puntare dritto al titolo e per questo non si è fermato a guardare durante il periodo estivo, con la volontà di mettere su una squadra che potesse aspirare ai massimi livelli. Per questo motivo è stato preso da Toronto, Shawn Marion, un giocatore completo, forte difensore, eccellente atletismo e buona capacità realizzativa.

Inoltre si è puntato forte su un lungo che potesse sostituire Dampier partendo titolare, con quest'ultimo a cominciare dalla panchina. Si è cercato Gortat, acquisto che sarebbe stato perfetto per la franchigia, un grande difensore, ottimo intimidatore d'area, uno che non chiedeva troppi palloni in attacco e che quindi non avrebbe avuto problemi a lasciare le scene offensive all'altro lungo, Nowitzki.

L'acquisto però è saltato, Orlando ha pareggiato l'offerta e si è dovuto ripiegare verso Drew Gooden, buon giocatore anche lui, dotato di buoni movimenti in attacco, ma sostanzialmente è una ala grande mascherata a centro nei casi di necessità, quindi si è sopperito parzialmente al problema. Il più grande difetto di questa squadra, infatti è proprio la mancanza di un centro che possa dominare in area, dare secondi tiri alla squadra ed in grado di placare i centri fisici avversari. Inoltre la squadra ha un tasso di età alto e quindi la sensazione è che abbiano al massimo due anni di possibilità per vincere, altrimenti addio titolo almeno per un pò.

Comunque la squadra nel complesso è migliorata, almeno sulla carta, la loro arma migliore sta nel fatto che quasi tutti i loro giocatori sono anche buoni difensori e quindi la squadra è ottima sia in attacco che in difesa.

In attacco le bocche da fuoco sono molte, ma per Dallas il problema di gestirle non esiste perchè hanno in cabina di regia un play che forse è indirizzato verso il declino, data l'età, ma che per il momento per esperienza, per qualità di assist, per leadership e per intelligenza cestistica è ancora uno dei migliori nella lega. Ovviamente si parla di Jason Kidd. Il vero go-to-guy della squadra comunque è Nowitzki, un giocatore eccellente, un tiratore immenso che trova l'equilibrio nel tiro in tutte le situazioni, grande scorer da ogni posizione, ha solo alcune lacune in difesa da sistemare, ma la grinta che mette nelle partite fa sopperire parzialmente questo aspetto. Con l'arrivo di Marion, Dallas ora può dire la sua anche sull'atletismo, dato che con Josh Howard forma una coppia dal punto di vista dell'esplosività quasi unica. Senza considerare che dalla panchina hanno Terry, un giocatore devastante in termini di punti segnati soprattutto in relazione ai minuti giocati.

In difesa nella zona perimetrale la squadra è forte, Howard e Marion, complice la loro esplosività di gambe sono molto bravi nel chiudere gli spazi e Kidd sopperisce alla difficoltà di tenere play molto atletici con la sua intelligenza nel leggere le azioni e con la sua esperienza. Tra i lunghi il discorso è leggermente da rivedere, la difesa difetta un pò ma tutto sommato con i giusti schemi difensivi e con rotazioni collaudate, si può mascherare il problema.

Tatticamente parlando Dallas inizierà le gare con un quintetto alto, forte a rimbalzo, con tutti i titolari che possono aiutare concretamente sotto le plancie. Il gioco è bidimensionale perchè i titolari sono sia tiratori che penetratori così da essere sempre pericolosi e non dare punti di riferimento alle difese avversarie. Nowitzki allontanandosi dall'area porta i lunghi fuori dal pitturato e può giocare tranquillamente sia il pick' n roll che il pick' n pop in maniera
impeccabile.

Previsione : Semifinale di conference.
Quintetto ideale : Jason Kidd; Josh Howard; Shawn Marion; Dirk Nowitzki; Eric Dampier
Sesto uomo : Jason Terry
Panchinari di spicco : Drew Gooden; Josè Barea; Kris Humphries

lunedì 26 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : MEMPHIS GRIZZLIES



La rubrica di analisi delle squadre NBA oggi focalizza la sua attenzione sui Memphis Grizzlies.

La franchigia del Tennessee è da anni in ricostruzione, come lo dimostrano le ultime deludenti stagioni che erano volte maggiormente a far crescere i giovani più che puntare a vincere qualche partita in più. Quest'anno però la musica è un pò cambiata a Memphis, i Grizzlies hanno capito che è ora di accerchiare questi giovani con qualche talento più esperto per ambire all'ottavo posto ad Ovest.

Per questo hanno deciso di puntare forte su Zach Randolph e su Allen Iverson. I due sostanzialmente sono gli acquisti più importanti di Memphis per questa stagione, il primo una macchina da doppia doppia limitato solo da problemi caratteriali che non gli hanno permesso di essere considerato maggiormente all'interno della lega; il secondo invece un campione sulla via del tramonto però, con la sensazione, che qualcos'altro lo possa ancora dare ad una squadra, in termini di punti, di esperienza e come guida pei i giovani.
Inoltre la voglia di vittoria e di rivincita contro coloro che lo danno per finito potrebbe portarlo a giocare per farli ricredere e questo è un bene se metterà il suo talento al servizio della squadra ed un male se lo porterà a strafare individualmente per cercare di smentire tutti.

In realtà c'è anche un'ulteriore innesto tra le fila dei Grizzlies, cioè la seconda scelta assoluta al draft, Hasheem Thabeet, un centro di 2.21 con il vizio della stoppata semplice. Il giocatore però si è dimostrato ancora molto acerbo e quindi per questa stagione e forse anche per la prossima dovrà fare molto apprendistato prima di essere fondamentale per la squadra.
Ovviamente la selezione alla seconda chiamata è da ricercarsi nel fatto che non appena crescerà sarà un dominatore sotto i tabelloni, per il momento sarà utile alla squadra in difesa e quando servirà un corpaccione da buttare in campo per alcuni minuti per chiudere gli spazi sotto le plance.

Come detto si ambisce ai playoff per quest'anno ma per raggiungere tale obiettivo i Grizzlies e soprattutto il coach Lionel Hollins deve gestire quello che pare il difetto maggiore della squadra e cioè il fatto di essersi circondati di giocatori molto accentratori di gioco, che preferiscono la conclusione individuale rispetto alla circolazione della palla (Majo, Iverson e Randolph). Comunque lo staff conta che la loro fame di vittoria li porterà a preferire la soluzione di squadra alle statistiche individuali, se hanno ragione allora la squadra è destinata a fare bene e a giocarsi l'ottava piazza con i Clippers per la post-season.

L'incognita maggiore di questa squadra è la scelta del titolare in cabina di regia, Hollins dovrà scegliere se continuare a far maturare Conley, sperando nella sua esplosione, oppure se preferirà far partire Iverson e far fare un anno di sesto uomo a Conley sotto la guida di A.I. con la consapevolezza che però il ruolo naturale di The Answer è la guardia, mascherato play a Philadelphia solo perchè era la squadra a quei tempi non aveva play puri.

In attacco la sensazione è che la franchigia non avrà un vero go-to-guy, ruolo che comunque rimane sempre "assegnato" a Rudy Gay, ma tenderà a distribuire equamente gli schemi tra i vari giocatori con conseguente distribuzione dei punti in maniera più omogenea. Certamente Majo e Gay saranno i punti fermi dal perimetro ed avranno cospicuo minutaggio anche perchè la panchina riguardo ai piccoli non è molto profonda (problema che a lungo andare potrà essere fonte di stanchezza e di lucidità offensiva per i due). Tra i lunghi sicuramente Randolph sarà il più cercato se si necessità di un tiro più lontano dall'area colorata e come punto di riferimento in post basso, si andrà invece da Marc Gasol quando bisognerà sgomitare e fare il lavoro sporco sotto le plance e darà un altro punto di riferimento in post basso, dove potenzialmente può essere uno scorer affidabile. Occhio anche a Darrell Arthur altra promessa della squadra che potrà fare bene in questa stagione.

In difesa bisogna lavorare ancora perchè i giocatori sono giovani e possono crescere molto, Marc comunque offre già un discreto contributo nella sua metà campo, frutto di un lavoro in Europa che è decisamente meticoloso sugli accorgimenti difensivi.

Sotto un punto di vista tattico con la presenza di due lunghi complementari come Gasol e Randolph, si potranno provare diversi schemi tattici, con Randolph ad aprire le difese uscendo dall'area così da favorire le penetrazioni di Iverson, Majo e Gay e con Marc Gasol come riferimento in area per non far schiacciare le difese sul perimetro rendendo poi difficile le soluzioni dall'arco dei tre punti ai piccoli della squadra. Non mancheranno i pick' n roll con i lunghi, che ormai sono pane quotidiano per quasi tutte le franchigie.

Previsione : Lotta per l'ultimo post per accedere ai playoff.
Quintetto ideale : Allen Iverson; O.J.Mayo; Rudy Gay; Zach Randolph; Marc Gasol
Sesto uomo : Mike Conley
Panchinari di spicco : Hasheem Thabeet; Darrell Arthur; Marcus Williams

sabato 24 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : SAN ANTONIO SPURS


Iniziamo oggi l'analisi delle squadre della Southwest Division cominciando dalla sua squadra più rappresentativa: i San Antonio Spurs.

La squadra sono anni che cavalca la cresta dell'onda entrando nella post season sempre con almeno una chance di vittoria grazie ad una squadra rodata che al fianco dell'intramontabile Duncan ha visto crescere giocatori di grande livello che garantiscono alla squadra di continuare questo ciclo senza dover ricominciare, cosa che prima o poi accadrà, probabilmente quando Duncan inizierà una vera e propria parabola discendente. Il team poi per continuare a rimanere in piedi sull'onda ogni anno costruisce trade oculate che puntano a far rimanere competitiva la squadra abbassando (anche se di poco) l'età media del team.

Quest'anno la mossa di rilievo è stata l'acquisto di Richard Jefferson senza perdere nessun uomo di riferimento per la franchigia. Jefferson diventerà l'ala piccola titolare (posto in cui l'anno scorso giocava Michael Finley, che ora può portare il suo contributo dalla panchina allungando le rotazioni) e sarà di grande aiuto alla squadra perchè sarà un altra bocca da fuoco in grado di macinare punti, che può sfruttare il suo atletismo per dare agli Spurs anche un ottimo contropiedista e un giocatore in grado di spaccare le difese con le penetrazioni. Poi Jefferson, particolare da tenere conto, ha 29 anni e quindi è un giocatore che può ancora giocare almeno altre 3 o 4 stagioni ad altissimo livello di rendimento e di minuti in campo, energia per una squadra ricca di veterani.

Uno dei furti del draft (forse il furto più grande) quest'anno lo hanno fatto proprio gli Spurs prendendo al secondo giro DeJuan Blair, ala-centro che era quotata in lotteria ma che poi è scivolata molto in basso nel draft per via dei suoi potenziali problemi alle ginocchia e per la sua altezza che raggiunge giusto giusto i due metri. Comunque il ragazzo sopperisce alla sua modesta altezza (per il ruolo che occupa) con atletismo ed energia che porteranno agli Spurs un buon ricambio dei lunghi in grado di contribuire con rimbalzi, difesa e punti in velocità.

Altro buon acquisto che rinforza il reparto esterni e che è in linea con la filosofia di Gregg Popovich di prendere possibilmente giocatori che siano buoni anche in difesa, è Keith Bogans, guardia che era in forza ad Orlando e che darà modo agli Spurs di allungare le rotazioni con un giocatore esperto e pronto a dare il suo specialmente in fase difensiva.

La difesa infatti è l'arma in più della franchigia texana poichè Popovich è un cultore maniacale degli schemi difensivi e chiede ai giocatori applicazione massima dalla parte del campo dove non si segna. Gli Spurs infatti sono una delle squadre che possono contare maggiormente sulla solidità mentale dei suoi uomini e sulla massima concentrazione in ogni minuto di utilizzo sul parquet.

Dal punto di vista tattico la squadra può contare su molte soluzioni offensive; il gioco è quasi interamente gestito a metà campo con schemi ragionati e volti a liberare gli spazi, con i soli Ginobili e Parker chiamati ad inventare fuori dagli schemi. I ritmi sono bassi ma sono molte le accellerazioni che si vengono a creare quando lo schema prevede una partenza in palleggio per buttarsi dentro e schiacciare la difesa con gli aiuti difensivi. Tony Parker infatti grazie alle sue ottime abilità di penetratore e tiratore può dare varietà al suo gioco offensivo rendendosi sempre pericoloso. Quando penetra arriva sicuramente a canestro quindi attira aiuti difensivi che liberano spazi per scarichi facili a giocatori liberi.

Il fulcro dell'attacco rimane però Tim Duncan, il leader silenzioso, il giocatore che non ti accorgi se non solo a fine partita che chiude sempre con una doppia doppia. Duncan è il riferimento in post basso e spesso l'azione inizia con un passaggio nella sua direzione facendo muovere le difese. I suoi movimenti in post basso portano a numerosi raddoppi puniti puntualmente dal tiratore di turno libero fuori dall'area. Si può giocare con efficacia il pick 'n roll che può essere iniziato da più giocatori non solo da Parker e quindi regala imprevidibilità alla manovra.

La forza degli Spurs la si può trovare anche nel fatto che molti di loro possono prendersi tiri difficili e tiri importanti facendo diventare San Antonio una forza nei finali di gara.

La panchina è abbastanza lunga ed attrezzata con Ginobili che parte sesto uomo per avere anche un go-to-guy offensivo quando i titolari escono per rifiatare, mossa molto furba di Popovich che sa bene quanto conti avere un sesto uomo di alto livello. A sostituire Parker c'è il giovane George Hill, buon ricambio che stà crescendo e che in pochi anni potrà diventare un giocatore molto affidabile. Poi per completare il reparto esterni uscenti dalla panchina c'è Finley, guardia-ala esperta e molto utile per tutto quello che può portare in campo entrando subito in ritmo partita.

I difetti degli Spurs sono principalmente due: l'affidabilità del reparto lunghi ad eccezione dell'uomo franchigia Tim Duncan, e l'alta età media dei giocatori nel roster.

Il primo difetto si spera venga sopperito dalla crescita repentina di DeJuan Blair che in un meccanismo così ben gestito come San Antonio può trovare velocemente la sua dimensione, ma comunque se anche così fosse il problema lunghi rimane, perchè al fianco dei due sopracitati ci sono l'esperto ma non proprio una garanzia in attacco Antonio McDyess, e il buon tiratore Matt Bonner lungo che non può rimanere a lungo in campo per i suoi limiti difensivi ed offensivi ad eccezione della schiacciata ed del buon tiro da tre. L'arrivo di Theo Ratliff può aiutare ma non cancellare il difetto maggiore della franchigia.

L'alta età di molti dei giocatori della rotazione limiterà la loro permanenza in campo e quindi il loro apporto alla partita oltre al fatto che gli anni avanzati inevitabilmente comportano anche un generale calo delle prestazioni.

Previsione: Semifinale di conference
Quintetto ideale: Tony Parker; Roger Mason jr.; Richard Jefferson; Tim Duncan; Antonio McDyess
Sesto uomo: Emanuel "Manu" Ginobili
Panchinari di spicco: Michael Finley; George Hill; DeJuan Blair

giovedì 22 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : LOS ANGELES LAKERS



Concludiamo l'analisi delle squadre NBA della Pacific Division analizzando la sua squadra più rappresentativa, nonchè campione in carica : i Los Angeles Lakers.

Sono i campioni, coloro che hanno appena dimostrato di avere qualcosa in più rispetto alle altre e questo fattore già la dice lunga sul fatto che la squadra ha un team competitivo ed in grado di ambire al traguardo più alto. "Squadra che vince non si cambia" recita un vecchio detto, ma i Los Angeles hanno deciso di andare in controtendenza, consci che le altre franchigie si sono mosse oculatamente per superare gli ostacoli che l'anno passato non gli hanno permesso di vincere.

Quindi non sono rimasti a guardare ed hanno anch'essi operato sul mercato ed in maniera anche significativa. Infatti non si sono limitati ad acquisti di contorno per limare il roster ed allungare la panchina e le rotazioni, ma hanno deciso di operare un cambio addiritura che interessa il quintetto base della squadra.

Consapevoli di avere un uomo quasi immarcabile che è Kobe Bryant, hanno cercato fortemente uno dei pochi che con la sua difesa riuscisse a limitarlo e cioè Ron Artest. Dunque lasciato andare Ariza, si sono portati a casa i servigi di uno dei migliori difensori della lega (se non il migliore) ed anche un più che buono giocatore offensivo. In tal modo Bryant, avrà un difensore in meno ad ostacolarlo, avendolo dalla sua parte e i Lakers guadagnano una fetta maggiore di qualità difensiva.

Messa su questo fronte, la mossa ha del clamoroso e i Lakers sarebbero destinati inevitabilmente a ripetersi anche quest'anno, però ci sono controindicazioni che portano a credere, a detta di alcuni, che forse la mossa non è stata così proficua. Queste supposizioni sono nate non certo avendo come presupposto il talento del giocatore, ma sono da ricercarsi nei problemi disciplinari e comportamentali che Artest si porta dietro.

Non a caso l'incognita di questa squadra è proprio l'inserimento del nuovo arrivato che potrebbe causare una rottura dell'armonia nello spogliatoio se mostrerà il lato esuberante del suo carattere e poi c'è il rischio che non riesca ad adattarsi al ruolo di secondo od addirittura terzo leader del team in fase offensiva. Comunque a placare gli animi di Ron Ron ci penserà Phil Jackson, allenatore troppo esperto nel gestire queste situazioni da credere che si lasci sopraffare dall'ex Houston (vedi Rodman). Il secondo problema dipenderà molto di più dal giocatore in quanto dovrà essere la sua voglia di vincere che lo dovrà portare ad adattarsi al nuovo ruolo in squadra. Ovviamente dovessero essere superati tali problemi, il team si ritroverebbe ancora la squadra più accreditata alla vittoria, forse ancora più forte rispetto all'anno passato.

La franchigia non presenta particolari lacune, quello che si pensava essere l'anello debole dell'attacco, cioè l'esperto play, Derek Fisher, si è invece rilevato l'uomo in più della squadra, il giocatore esperto capace di guidare un team nelle partite calde dei playoff senza che la palla gli pesasse tra le mani e lui era solo il giocatore meno atteso in termini di punti. Ovviamente il go-to-guy della squadra è Mr.81 punti, Kobe Bryant, attualmente ancora il miglior giocatore nella NBA. Uomo squadra, leader indiscusso dal dopo Shaq, un surreale tiratore che trova l'equilibrio e la calma in ogni conclusione che effettua; eccellente penetratore anche nel traffico, che nei momenti difficili si esalta anche se solo da poco ha imparato a fidarsi un pò più dei compagni nei momenti finali quando si è punto a punto. Come riferimento tra i lunghi, Gasol è ormai in lizza per essere il migliore europeo in NBA (Parker e Nowitzki permettendo), un giocatore che quest'anno è cresciuto e maturato tantissimo soprattutto nella gestione dei palloni quando contano. Inoltre uscendo dalla panchina hanno Lamar Odom che in quasi tutte le squadre sarebbe titolare fisso, ma Phil preferisce farlo partire dalla panchina perchè il giocatore si esprime meglio quando ci sono meno pressioni sulle sue spalle.

La difesa quest'anno è devastante. Bryant quando ha voglia di difendere limita moltissimo il suo avversario, Gasol e Bynum sono la giusta miscela di lunghi in grado di difendere sia su uomini fisici d'area sia su lunghi mobili che escono per un tiro dalla media distanza. Inoltre l'uomo migliore delle squadre avversarie (almeno tra i perimetrali) sarà preso in consegna da Artest e talvolta da Bryant in modo da non caricare di falli nessuno dei due.

Per quanto riguarda il punto di vista tattico, la squadra da quando c'è Phil jackson pratica il triangolo, il tipo di gioco preferito dal coach nonchè suo marchio di fabbrica. Questo tipo di gioco necessita di lunghi passatori e dal buon trattamento di palla, come lo sono Gasol e Odom che sono racchiudono proprio queste caratteristiche. Lo schema favorisce la circolazione della palla lasciando il gioco ordinato ed una varietà di buone soluzioni dettate dalla lettura della difesa avversaria. Inoltre con Gasol ed Odom ci si può allontanare dall'area dei tre secondi in modo da liberare spazio per le penetrazioni. Si potrà usufruire in maniera massiccia anche di pick'n roll e sull'aiuto difensivo ci sarà lo scarico per un tiratore perimetrale. Tutti e tre i lunghi possono contribuire a fornire secondi tiri alla squadra e possono essere pericolosi nel gioco spalle a canestro. Al limite anche se le difese coprono bene, ci penseranno Bryant o Gasol a prendersi degli uno contro uno per risolvere l'azione.

Previsione : Titolo NBA.
Quintetto ideale : Derek Fisher; Kobe Bryant; Ron Artest; Pau Gasol; Andrew Bynum
Sesto uomo : Lamar Odom
Panchinari di spicco : Sasha Vujacic; Jordan Farmar; Shannon Brown

mercoledì 21 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : SACRAMENTO KINGS


Nell'analisi delle squadre NBA proseguiamo il giro della Pacific Division rimanendo in California ma stavolta a Sacramento per analizzare la franchigia dei Sacramento Kings.

Dando un primo sguardo veloce al roster si intuisce subito come Sacramento sia un cantiere aperto che ha bisogno di tempo per portare a compimento la costruzione. Difatti il roster è perlopiù composto da giocatori giovani con solo pochi esperti veterani per aiutare queste giovani promesse nella loro crescita. Anche quest'anno la squadra ha come obiettivo quello di riuscire a far esplodere il talento dei suoi giocatori per poi gettare le basi per un futuro più brillante. A pennello sono arrivate altre scelte dal draft promettenti su cui poter contare fin da subito e quindi già pronte per crescere insieme alla squadra e metabolizzare stile di gioco e schemi oltre che a far gruppo.

Sacramento ha messo sotto contratto ben quattro rookie ma punta principalmente sulla combo guard Tyreke Evans e su Omri Casspi, buon tiratore e che sembra in grado di potersi ritagliare fin da subito un posto nelle rotazioni. Evans sarà il play del presente e del futuro per la franchigia californiana che è andata sul sicuro ottenedo un giocatore che può giocare subito invece che scegliere Rubio che anche se in prospettiva più interessante non si sarebbe aggiunto subito alla squadra, danno irreparabile per un team che su questa scelta alta, basa parte del suo futuro. Probabilmente non partirà subito titolare ma scalzerà ben presto Beno Udrih dal ruolo, visto che l'ex Spurs non ha dato prova di essere il giocatore che Sacramento sperava. Comunque Udrih sarà un utile ricambio specialmente per portare ordine quando si giocherà ragionati a metà campo o quando si schiererà una squadra con molti tiratori insieme sul parquet.

Casspi sarà utile come ricambio dell'ala soprattutto perchè porta in dote un ottimo tiro da tre che consentirà a Sacramento di mettere un quintetto alto ma pericoloso anche da tre punti con appunto l'ex Maccabi e Nocioni insieme sul parquet.

Il reparto guardie poi, è stato rinfoltito con la buona aggiunta di Desmond Mason (che giocherà spesso anche nel ruolo di ala piccola per sopperire all'infortunio di Francisco Garcia) e di Sergio Rodriguez che sarà il terzo play e che per alcuni scampoli di partita giocherà a fianco di uno degli altri due portatori di palla occupando lo spot di guardia. In attesa di scoprire tutto il potenziale di Evans, solo Kevin Martin offre una vera affidabilità nel settore.

Il settore lunghi è quello su cui Sacramento ripone le maggiori speranze perchè i due giovani titolari nel ruolo sembrano sempre sul punto di scoppiare e regalare un altro punto fermo alla squadra. Specialmente su Jason Thompson si ripongono le maggiori speranze dopo che a sprazzi l'anno scorso ha dato luce al suo potenziale ancora tutto da svezzare.

Tatticamente parlando la crescita di Spencer Hawes specialmente come rimbalzista e nel tiretto dalla media distanza, lascia allo staff la possibilità di creare diversi schemi offensivi magari che coinvolgano maggiormente il centro facendolo partire dal post basso ma con la soluzione alternativa di spostarsi dal pitturato lasciando l'area libera alle penetrazioni e portando l'uomo che lo marca lontano da un possibile aiuto difensivo. Si proveranno diverse soluzioni offensive volte soprattutto a favorire i tiratori.

Westphal potrà poi contare su un quintetto alto che non rinunci ad essere pericoloso sul perimetro e su un quintetto più basso che può contare sulla mobilità di Nocioni e Thompson per non rallentare il gioco. Si cercherà di costruire anche schemi abbastanza elaborati per riuscire a trovare tiri semplici o per scardinare le difese avversarie.

Ovviamente la prima bocca da fuoco e punto di riferimento della squadra rimane sempre Kevin Martin sul quale si costruiranno molte azioni di gioco per sfruttare le sue qualità realizzative.

I difetti sono da ricercarsi essenzialmente su tre basi: mancanza di un secondo realizzatore affidabile e costante, anche se questo si spera sia sopperito dall'esplosione di una delle tre grandi speranze (Evans, Hawes e Thompson); difficoltà in difesa dove Sacramento non brilla, si cercheranno di costruire schemi ben ingeniati ma servirà anche un lavoro individuale mirato; panchina corta e di non di grande affidabilità.

Due riserve da non sottovalutare sono Sean May, che dopo un paio di stagioni costellato da infortuni è pronto a dimostrare di poter aiutare un team anche in NBA e non solo a livello collegiale, e Donte Green forte ala che può contare su un fisico massiccio che però non gli rallenta il gioco e la mobilità.
Sacramento ha dalla sua però la possibilità di rendersi imprevedibile non avendo oltre a Martin un altro go-to-guy e quindi cercherà di equidistribuire i palloni giocabili e gli schemi.

Previsione: Alta scelta di lotteria
Quintetto ideale: Tyreke Evans; Kevin Martin; Andres Nocioni; Jason Thompson; Spencer Hawes
Sesto uomo: Francisco Garcia
Panchinari di spicco: Beno Udrih; Sean May; Donte Green

martedì 20 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : LOS ANGELES CLIPPERS


La prossima tappa della nostra rubrica di analisi delle squadre NBA prossime ad iniziare la stagione 2009/2010, è a Los Angeles sponda Clippers.

Il team californiano complici gli infortuni (soprattutto quello di Kaman), la passata stagione non ha vissuto una grande annata, ma da questa stagione ne ha ricavato alcuni benefici che metteranno in mostra appena il campionato avrà inizio. Il beneficio maggiore è stato sicuramente la possibilità di prendere la prima scelta assoluta del draft : Blake Griffin. Griffin è stato il vero grande acquisto dei Clippers che hanno scelto di cedere Zach Randolph proprio per liberare spazio in campo per la giovane promessa. Altro grande beneficio della scorsa stagione è stata la crescita di Al Thornton e di Eric Gordon che quest'anno sono pronti a diventare punti fermi della squadra e magari a diventarne proprio i cardini.

In attacco coach Dunleavy potrà contare su un quintetto che ha molti punti nelle mani e se ognuno mantiene il rendimento aspettato la squadra potrà contare su schemi equidistribuiti con possibilità di vedere spesso a fine partita tabellini che mostrano molti giocatori che hanno superato la doppia cifra di punti messi a referto.

Tatticamente parlando il gioco sarà maggiormente ragionato con schemi a metà campo volti a favorire il gioco dei lunghi dai quali si inizierà spesso l'azione per poi leggere le difese ed agire di conseguenza. A Baron Davis sarà affidato il compito di gestire le bocche da fuoco della squadra selezionando sempre l'opzione più opportuna e spesso anche di creare dal palleggio. Davis ha dimostrato che lui stesso è un proiettile in canna che può colpire in qualsiasi momento quindi darà la possibilità agli altri sui compagni di trovarsi spesso liberi quando battendo l'uomo dal palleggio il "Barone" attirerà l'aiuto difensivo.
Ovviamente però l'opzione primaria rimarrà il gioco che passa per letture difensive con uno schema che prevederà palla sotto ad uno dei due lunghi con movimenti dal lato debole per liberare i tiratori, poi o uno contro uno che porta al tiro o se arriva il raddoppio allo scarico, oppure ancora, passaggi veloci che mirano a distruggere gli schemi difensivi.

Inoltre Dunleavy può sfruttare un quintetto veloce mettendo Thornton come ala grande tattica e Griffin centro (o DeAndre Jordan) con il tiratore Rasual Butler nello spot di ala piccola. Si può poi inserire un quintetto con più tiratori per scardinare le difese a zona con quattro giocatori ad orbitare attorno ad un solo lungo in post alto a portare blocchi.
Altra buona soluzione sarà quella di giocare per le penetrazioni usufrendo di un buon movimento del centro dopo aver portato il blocco in modo da liberare l'area ma essere anche pericoloso su uno scarico ravvicinato sotto canestro. Più di tutte le altre saranno le penetrazioni di Baron Davis e di Al Thornton a portare punti alla causa.

La panchina è abbastanza lunga e i giocatori uscenti sono un buon ricambio per i titolari specialmente perchè possono dare diverse soluzioni tattiche e modificare i ritmi di gioco. Le acquisizioni di Rasual Butler e di Craig Smith danno la possibilità di allungare una rotazione che l'anno scorso era sicuramente scarsa almeno nel settore esterni (anche se comunque Smith giocherà più come ala forte).

L'incognita è il ricambio del play. E'stato preso Telfair e nel ruolo ci sono Mardy Collins e Anthony Roberson (che possono guadagnare minuti anche da guardia) ma nessuno sembra affidabile, e si spera molto nella crescita di Sebastian Telfair specialmente per quanto riguarda le scelte delle soluzioni più appropriate. Poi si dovrà anche accertare se Kaman è tornato al pieno delle sue capacità.

Il difetto principale è che per fare una stagione a buonissimi livelli si devono concretizzare tutti i miglioramenti dei tre giovani su cui punta la squadra, e si deve riuscire a mettere a posto la difesa che tra gli esterni perde qualcosa mantenendo poi una certa costanza di rendimento.

Le premesse per una buona stagione ci sono, bisognerà però che si concretizzino.

Previsione: Lotta per un posto nei playoff
Quintetto ideale: Baron Davis; Eric Gordon; Al Thornton; Blake Griffin; Chris Kaman
Sesto uomo: Marcus Camby
Panchinari di spicco: Rasual Butler; Craig Smith; Ricky Davis

lunedì 19 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : PHOENIX SUNS



Proseguiamo la rubrica di analisi delle squadre NBA soffermandoci nell'Arizona, dai Phoenix Suns.

La franchigia, passati gli anni di splendore, ha cercato di rischiare il tutto per tutto per poter arrivare sul tetto della NBA. Infatti aveva preso Shaq, uno dei vincenti per eccellenza, un dominatore che faceva tornare Stoudemire nel suo ruolo naturale, cioè l'ala grande ed ambire così al titolo. La squadra è stata infarcita di giocatori esperti che sapessero giocare i playoff, ma ora che l'esperimento è fallito e Phoenix ha perso il treno per la vittoria, i Suns hanno cominciato una lenta ricostruzione. Andato via O'Neal, i Suns avevano pensato anche di cedere Amar'e per ricavare un pò di giocatori su cui ripartire, ma l'operazione non è riuscita e quindi la squadra punterà proprio sulla giovane ala grande come base per la ricostruzione, almeno che non verrà inserito in qualche trade di Febbraio, onde evitare il rischio di perderlo per nulla appena diviene free agent.

La ricostruzione come si è detto è ancora decisamente lunga perchè i Suns si sono riempiti di giocatori giovani che però sono bisognosi di parecchi anni di allenamenti per maturare ed essere importanti veramente per la squadra. Non hanno risentito del ricambio generazionale le due colonne della squadra : Steve Nash e Grant Hill, perchè lo staff è conscio comunque che due giocatori come loro non debbano essere sacrificati nemmeno se sono ad un'età avanzata.

Inoltre a rincarare la dose sono arrivati adesso anche altri tre giocatori, due dal draft, che necessitano di duro lavoro e parecchio tempo per migliorare. Altre scommesse dunque, come avvenuto per Shaq, ma stavolta a lungo termine. Stiamo parlando di Channing Frye, Taylor Griffin (il fratellone della prima scelta assoluta di questo draft) e Earl Clark. Quest'ultimo forse è la nota più positiva e più lieta per la franchigia che ha visto in lui più di quanto ci si attendeva ed un potenziale disarmante, oltre ad un ottimo atletismo. Frye invece, anche se qualche stagione l'ha già fatta in NBA non ha ancora convinto e i Suns saranno un ulteriore banco di prova, anche perchè con tutta probabilità dovrà giocare titolare, centro od ala grande, alternandosi nei due ruoli con Stoudemire.

La scelta di Griffin invece era quasi attendibile perchè già l'anno scorso i Suns hanno puntato sul fratello di un altro grande prospetto (si parla ovviamente dei fratelli Lopez) e quindi probabilmente covano la speranza che qualche importante qualità le possiedano anche loro, solo un pò più nascoste.

Le incognite sono molte, incominciando proprio dalla giovane stella su cui ruota la squadra, Amar'e, che è reduce da un infortunio che lo ha portato ad uno staccamento della retina dell'occhio, ora guarito, ma che non si sà se farà mai tornare il giocatore ai livelli di prima. Un'altra incognita è Frye titolare, perchè il giocatore deve ancora dimostrare tutto e bisognerà vedere se questa sarà la stagione giusta. Altri interrogativi vengono, come prima citato dai tanti giovani ancora acerbi presenti nel roster, perchè il futuro dei Suns dipende da come cresceranno.

Steve Nash sarà il perno dell'attacco , da lui passeranno quasi tutti i palloni. La squadra è tornata a giocare veloce, quindi con tutta probabilità per molti minuti di gara giocherà centro Stoudemire, che sarà l'obiettivo principale dei passagi di Nash, il riferimento tra i lunghi, per la sua mobilità per la sua rapidità di piedi e per un gioco che non disdegna il tiro fuori dal pitturato oppure un gioco in post più laborioso che rallenti leggermente i ritmi offensivi. Jason Richardson invece contribuirà decisamente come tiratore perimetrale e per aggiungere esplosività ed atletismo tra i giocatori che inizieranno le loro azioni operando da fuori l'arco dei tre punti.

Dalla panchina sarà di importanza capitale Leandro Barbosa, un eccellente tiratore che ha in serbo anche una discreta qualità come assist-man ed è anche in grado di concludere nel traffico.
Inoltre a far rifiatare Nash ci sarà anche Goran Dragic che ancora deve maturare ma sta crescendo.

In difesa il collante è sempre Amar'e per la costanza con la quale va a rimbalzo, ma con la partenza di O'Neal hanno perso veramente molto sotto i tabelloni. Infatti questo potrà essere una notevole lacuna per la squadra, almeno finchè le nuove leve non cresceranno.

Tatticamente la squadra sceglierà il gioco veloce anche perchè nel roster non c'è un centro di riferimento in post basso a parte Amar'e Stoudemire, che però sfrutta maggiormente tutte le sue caratteristiche di lungo mobile e potente (e abile nel chiudere nel traffico) con un ritmo elevato. Alvin Gentry disegnerà un attacco ordinato dove però gli schemi saranno volti ad attaccare velocemente le difese e la soluzione offensiva arriverà sempre dopo pochi passaggi dall'inizio dell'azione, evitando schemi elaborati. L'arma preferita della squadra sarà il contropiede ma anche il gioco in transizione con il taglio del centro nell'area per attirare i difensori a chiudere nel pitturato e coi tiratori appostati sul perimetro, sarà una soluzione più che gradita dal team. Poi ovviamente Steve Nash e Stoudemire possono giocare egregiamente il pick 'n roll con magari la variante di qualche blocco laterale contemporaneo che favorisca un eventuale linea di passaggio in più per essere ancora più pericolosi. Queste scelte sono dettate dal fatto che Nash ha un ottima visione di gioco e sa scegliere la soluzione più opportuna favorendo sempre il giocatore meglio posizionato.

Previsione : Andranno alla lotteria
Quintetto ideale : Steve Nash; Jason Richardson; Grant Hill; Amar'e Stoudemire; Channing Frye
Sesto uomo : Leandro Barbosa
Panchinari di spicco : Earl Clark; Robin Lopez; Goran Dragic

domenica 18 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : GOLDEN STATE WARRIORS


Oggi iniziamo l'analisi delle squadre della Pacific Division analizzando i Golden State Warriors.

La squadra di coach Don Nelson è stata al centro di molte trattative di mercato quest'estate, anche se la maggior parte si sono risolte in un nulla di fatto, a cominciare dall'interessamento per Amar'e Stoudemire per finire ad una notizia degli ultimi giorni voleva l'avvicinamento dei Warriors a proporre un mega scambio per ottenere nientemeno che Chris Bosh. Ma sembra che se non sono guardie o al massimo ali piccole non arrivino altri giocatori a rafforzare un roster che sulla carta brilla per talento e giovani dalle belle speranze.

Dal draft è stato selezionato Stephen Curry, un'altra guardia che si aggiunge al pacchetto formato da Monta Ellis, Acie Law, C.J. Watson, Speedy Claxton e Anthony Morrow considerando il fatto che ormai Stephen Jackson e Kelenna Azubuike giocano stabilmente nel ruolo di ala piccola. Curry sarà un arma in più tra gli esterni, un realizzatore che fa del tiro la sua arma preferita ma che sa anche portare palla e che non disdegna di buttarsi dentro e chiudere la penetrazione nel traffico. In linea con quasi tutti i compagni di reparto però ha nella difesa il suo punto debole.

La scelta più ovvia sarà farlo giocare titolare fin dalla prima palla a due nel ruolo di guardia affiancato a Monta Ellis come portatore di palla e Stephen Jackson nel ruolo di ala piccola, anche se coach Don Nelson non ama far giocare i rookie titolari. Curry come fisico e scelte di gioco assomiglia molto a Monta Ellis (come ricordato dallo stesso Ellis) e quindi sarà interessente vedere come i due sapranno complementarsi e rendere il reparto molto prolifico in attacco.

Uno dei giocatori più attesi che dovrà quest'anno mostrare tutto il suo potenziale e far crescere il suo gioco, e di conseguenza migliorare la squadra, sarà Anthony Randolph, giocatore interessantissimo che ha nell'atletismo e nella varietà delle sue soluzioni le freccie più affilate del suo arco. Randolph sarà una pedina fondamentale nello scacchiere dei Warriors. Questi infatti giocherà prettamente nel ruolo di ala grande dando così la possibilità alla squadra di mantenere un gioco molto veloce grazie ad un lungo che possa contribuire a mantenere alti i ritmi. In difesa è un ottimo stoppatore ma il suo fisico leggero gli creerà difficoltà nel marcare i lunghi avversari.

Tatticamente parlando non esiste una vera tattica nel sistema di gioco dei Warriors, il team è votato al run 'n gun e sceglie la soluzione nei primi secondi dell'azione forzando spesso il contropiede. Coach Don Nelson sceglie un modo di giocare che sfrutta molto le capacità individuali puntando sul tiro e sulla penetrazione che porta spesso scarichi ad appannagio dei tiratori e dei lunghi che raccolgono vicino canestro per chiudere con un semplice tiro da sotto. Lo scopo è quello di aggredire subito le difese non dandogli il tempo di organizzarsi e di schierarsi e dovendo così concedere molte soluzioni semplici. Inoltre, il gioco sparato messo in mostra, annulla qualsiasi punto di riferimento e porta ad un attacco sempre imprevedibile e vario che può causare difficili accoppiamenti difensivi.

Quando non è possibile sfondare subito la difesa, lo schema principale è quello di far muovere tutti gli uomini senza palla contemporaneamente usufruendo di molti tagli e blocchi con conclusioni a canestro veloci spesso eseguite dal primo o al massimo dal secondo ricevente.

Il tipo di gioco porta a sfiaccare i giocatori perciò la rotazione deve essere molto lunga e di conseguenza bisogna usufruire di molti uomini dalla panchina. La falla più grande del sistema di gioco è ovviamente il fatto che si subiscono molti punti e i lunghi trovano difficoltà a difendere su giocatori più possenti.

Il vero difetto di Gloden State è proprio nel reparto lunghi dove oltre al solo Biedrins non c'è un punto di riferimento in post basso che possa regalare anche un diverso disegno offensivo che gli permetta di poter abbassare occasionalmente i ritmi.

Al roster con il ritorno di Corey Maggette è stato aggiunto un giocatore che può essere molto utile nell'essere il collante nei ruoli di ala contribuendo con punti e rimbalzi. Altra aggiunta è quella di Mikki Moore, giocatore duttile che nei pochi minuti che giocherà sarà servito molto spesso dai compagni all'altezza della lunetta dove punirà con il suo tiretto dalla media distanza.

La panchina è molto lunga e attrezzata per far rifiatare i titolari anche se la maggior parte delle riserve non sono all'altezza del quintetto iniziale e il gioco in alcune fasi potrebbe risentirne.

Previsione: Lotteria certa
Quintetto ideale: Monta Ellis; Stephen Curry; Stephen Jackson; Anthony Randolph; Andris Biedrins
Sesto uomo: Corey Maggette
Panchinari di spicco: Brandan Wright; Kelenna Azubuike; C.J. Watson

sabato 17 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : MINNESOTA TIMBERWOLVES


Concludiamo l'analisi delle squadre NBA nella Northwest Division con i Minnesota Timberwolves.
La franchigia da quando è partito il suo uomo di punta, l'unico che poteva spostare un pò gli equilibri in una gara, cioè Garnett, ha iniziato un lungo periodo di ricostruzione, come dimostrato dalle ultime deludenti stagioni.
Infatti proprio in quest'ottica Minnesota, conscia di possedere la scelta numero 4 al draft, ha scambiato due dei suoi uomini più rappresentativi (Randy Foye e Mike Miller) per ottenere anche la quinta chiamata, così da colmare le lacune della squadra con ulteriori giovani da far crescere, oltre a quelli già in roster. L'idea di Minnesota era, ed è, quella di ricominciare un nuovo ciclo con tutti giocatori giovanissimi che possano crescere insieme così da instaurare fin da subito un'alchimia che con il passare del tempo farà in modo che i giocatori si conosceranno tutti alla perfezione e giocheranno in maniera quasi automatica.

Non è un caso che i due acquisti più rilevanti della squadra allenata da Kurt Rambis, dovevano essere proprio i due rookie presi dal draft, Jonny Flynn e Ricky Rubio, oltre ad un terzo giocatore sempre chiamato dalla lotteria, che poi è stato Ellington (un vero furto dal draft per Minnesota, un giocatore davvero interessante). Rubio e Flynn, appunto, due playmaker dal talento e dal potenziale immenso che avrebbero dovuto essere parte di un originale quintetto con due portatori di palla. Ma la telenovela Rubio ha scombinato non di poco i piani dei T-Wolves, che sono dovuti ricorrere al mercato per sopperire alla mancanza del giovane talento spagnolo perchè il processo di ringiovanimento, Minnesota voleva portarlo a termine quest'anno ed iniziare a mettere su le basi per il futuro.

E' così arrivato un altro giovane, Ramon Sessions, un play destinato a fare molto bene in futuro se continua sulla scia delle passate stagioni e che di esperienza sul parquet NBA già un po' ne ha avuta. Con il suo arrivo sono cambiate anche le filosofie della squadra che ora probabilmente all'inizio sceglierà di non schierare Flynn titolare ma di farlo entrare pian piano nell'ambiente per poi utilizzarlo sin dall'inizio. Per tale motivo il nuovo arrivato Wilkins potrebbe scalare a guardia e il rientrante Brewer occuperà il ruolo di ala piccola.
Certamente si vedranno spesso in campo insieme, Flynn e Sessions per variare un po' le soluzioni offensive e renderle sempre meno facile da leggere per le difese avversarie.

L'incognita è duplice : una che coinvolge il futuro dei T-Wolves ed un'altra che riguarda il suo presente. La prima è inevitabilmente rappresentata dalla vicenda Rubio, infatti, quando lo spagnolo tornerà a Minnesota troverà un Flynn nettamente più maturo ed un Sessions che se continua così potrebbe anche non essere più solo un semplice titolare. Qui si opererà delle scelte e si dovrà scegliere chi mandare altrove perchè sicuramente la panchina non sarà gradita da nessuna delle parti. Oggi invece il quesito maggiore riguarda i tanti cambiamenti operati dalla franchigia ed il ritorno di Brewer dal lungo stop della passata stagione. Sarà interessante vedere come la squadra si adatterà ai nuovi inserimenti nel roster ed ai nuovi equilibri che si verranno a creare.

L' attacco di Minnesota in questo momento offre le maggiori garanzie dai lunghi, mentre i perimetrali sono ancora tutte belle apettative che devono imparare a non incappare in forzature o in conclusioni troppo affrettate. Sessions e Flynn sembrano comunque due play amanti dell'assist, dunque desiderosi di mettersi in luce di più con il passaggio smarcante verso i compagni rispetto alla scelta di mettersi in proprio. Al Jefferson è il go-to-guy della squadra, uno che sotto i tabelloni fa la voce grossa sia in attco che in difesa grazie a quei suoi fluidi movimenti di corpo che gli permettono giocate in post di grande pregio e difese asfissianti sui pari ruolo. Inoltre la più lieta notizia arriva dal centro Kevin Love, solo all'inizio del suo secondo anno nella lega ma che pare abbia migliorato notevolmente il suo bagaglio cestistico. E' cresciuto in maniera esponenziale a rimbalzo dove già era notevole ed inoltre fa sentire maggiormente la sua presenza in attacco. La componente atletica utile sul perimetro tornerà a farsi sentire in casa Wolves con il ritorno di Brewer, dotato di un ottimo atletismo e di una discreta capacità di tiro, è comunque reduce da un infortunio grave quindi, almeno all'inizio, queste sue abilità saranno quantomeno limitate.

Il problema maggiore è la difesa sul perimetro perchè i tanti giovani, seppur alcuni di loro già discreti difensori, soffriranno tantissimo l'esperienza dei loro pari ruolo avversari. I lunghi invece sembrano essere una garanzia, ma la non profonda panchina li costringerà ad una permanenza sul parquet per molti minuti e potrebbe farsi sentire la stanchezza nei minuti finali di gara. Fortunamente la duttilità di un giocatore come Ryan Gomes darà un grande aiuto sia in ala piccola che tra i lunghi.

Tatticamente parlando Minnesota è una di quelle squadre che può maggiormente variare il suo quintetto ed essere imprevedibile per le difese. Oltre al quintetto di partenza con Brewer ala piccola e Wilkins spostato a guardia, con Sessions in cabina di regia e Love e Jefferson come certezze nel pitturato, Minnesota potrà anche far giocare Flynn e Sessions insieme e lasciare invariato il resto degli uomini facendo ruotare continuamente i due piccoli tra i ruoli di play e di guardia in modo da non dare punti di riferimento agli avversari. Inoltre con la presenza di un giocatore come Gomes, si potrà far rifiatare Love e spostare Jefferson centro se si voterà per un gioco più repentino; Gomes inoltre potrà sostituire anche lo stesso Jefferson giocando affianco a Love oppure mettere un quintetto decisamente alto in campo Con Sessions a play, Brewer guardia, Gomes ala piccola, Love e Jefferson rispettivamente centro ed ala grande. I raddoppi attratti da Jefferson saranno il pane per le triple dei perimetrali, mentre quando entrerà Gomes, l'area si sgombrerà, essendo Jefferson e lo stesso Gomes dotati anche di un discreto tiro fuori dall'area colorata e quindi saranno facilitate le penetrazioni.

Previsione : Per il momento ancora niente post-season.
Quintetto ideale : Ramon Sessions; Damien Wilkins; Corey Brewer; Al Jefferson; Kevin Love
Sesto uomo : Jonny Flynn
Panchinari di spicco : Wayne Ellington; Oleksiy Pecherov; Ryan Gomes

venerdì 16 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : PORTLAND TRAIL BLAZERS


Oggi per la nostra rubrica di analisi delle squadre NBA è il turno dei Portland Trail Blazers.

La franchigia dell'Oregon quest'anno si è mossa molto sul mercato e ne ha ricavato molte delusioni, a partire dall'affare Turkoglu dato ormai per certo ma che invece all'ultimo ha deciso di cambiare scelta e partire alla volta del Canada direzione Toronto, fino al mancato arrivo di Paul Millsap che aveva accettato l'offerta propostagli dai Blazers ma che poi è stata pareggiata da Utah che aveva il diritto di tenersi il giocatore se gli riconosceva un contratto alle stesse cifre di quello accordato dal giocatore con un'altra squadra. Paradossalmente però i mancati arrivi hanno permesso a Portland di firmare Andre Miller ovvero il play che mancava alla squadra, il tassello perfetto che fa combaciare il puzzle. Nel quintetto dei Trail Blazers l'unico ruolo che non presentava garanzie era quello del play (anche se Blake ha sempre disputato buone partite)e con Miller questo aspetto è stato sistemato.

Ora la squadra potrà permettersi di far uscire dalla panchina un secondo play di livello come è Steve Blake con Jarred Bayless a completare il terzetto di portatori di palla o che occasionalmente ricoprirà anche lo spot di guardia in un quintetto piccolo e veloce.

Con Miller a disposizione Nate McMillan avrà il regista giusto per guidare una squadra ricca di talento e di realizzatori grazie alla sua abilità di vedere molto bene il gioco e il suo evolversi in modo da poter scegliere la soluzione più appropriata per ogni azione.

In difesa la squadra di coach Nate McMillan potrà contare su uno specialista come Nicolas Batum che sarà chiamato a difendere sull'esterno più forte della squadra avversaria, ma potrà contare anche sulla fisicità di Greg Oden che se quest'anno lascierà intravedere il suo potenziale con costanza sarà molto importante su ambedue i lati del campo. Comunque sarà molto importante per la squadra riuscire ad oliare tutti gli schemi difensivi soprattutto quelli sugli aiuti difensivi.

La panchina è lunghissima e copre ogni reparto grazie anche alle aggiunte arrivate dal draft che permetteranno al coach di inserire un paio di giocatori in più nelle rotazioni se questi si dimostreranno in grado di reggere il campo, cosa che specialmente si richiederà a Jeff Pendergraph che sarà il quarto lungo della squadra ma che se si dimostra pronto potrà giocare un discreto numero di minuti fin da subito (c'è anche Juwan Howard ma il suo acquisto è stato mirato a portare esperienza e consigli per far crescere i giovani e per dare un aiuto nei playoff). Il reparto lunghi può contare poi sull'apporto dalla panchina di Joel Pryzbilla gran lottatore a rimbalzo e dotato di una discreta tecnica in post basso. Nel ruolo di ala piccola si alterneranno Batum, Fernandez (che giocherà anche guardia) e l'ottimo sesto uomo dello scorso anno Travis Outlaw vero punto di riferimento uscendo dalla panchina, i tre comunque sono giocatori complementari che consentono a McMillan di provare diversi assetti tattici.

Fernandez può giocare anche guardia e in questo ruolo si dividerà i minuti con il ritornato Martell Webster. Comunque le soluzioni dalla panchina sono vastissime e questo porterà a veder giocare Portland con molti assetti tattici.

Infatti tatticamente parlando, la squadra di McMillan può usufruire di giocatori che possono occupare indistintamente le posizioni di guardia ed ala piccola senza risentirne con gli accoppiamenti difensivi così da consentire a Portland di poter schierare quintetti alti o quintetti veloci a seconda delle esigenze.

Il punto di riferimento rimane senza ombra di dubbio Brandon Roy, giocatore poliedrico che molto spesso dalla metà campo in poi darà lui il via alle azioni come una delle più tipiche point forward (anche se quest'anno giocherà prettamente guardia e non ala). Gli altri titolari sono tutti e quattro pericolosi palla in mano tanto da consentire a Portland di avere più giocatori a contendersi il ruolo di secondo realizzatore della squadra nella prossima stagione. I due lunghi, Oden e Aldridge, si compensano a vicenda poichè Aldridge può allontanarsi dal pitturato dove soffre difensori più fisici (anche se grazie ad alcuni movimenti riesce ugualmente a mettere a referto molti punti da sotto) per sfruttare la sua agilità ed il suo atletismo oltre che un tiretto migliorato dalla media distanza, mantre Oden sarà il punto di riferimento in post basso e il difensore sul centro più dominante fisicamente.

Oden è un centro vecchio stile dotato di grande forza fisica ma anche di movimenti in post basso come il gancio ormai in disuso, e che potrà fare la differenza appena avrà ingranato.

La squadra può giocare il pick 'n roll sia con Miller che con Roy e sfruttare il fatto che se le difese chiudono in mezzo all'area possono scaricare sul perimetro per punire le difese, stessa sorte che capiterà quando si presentaranno raddoppi o ritardi nei movimenti difensivi avversari.

Sfruttando tutta la profondità del roster si può far giocare la squadra sia con schemi a metà campo, soluzione preferita per caratteristiche dei titolari, sia con un gioco veloce sfruttando la mobilità di Aldridge tra i lunghi e la possibilità di presentare un quintetto picolo ma sempre ben accoppiato difensivamente anche se perderebbe qualcosa a rimbalzo.

I difetti principali della squadra sono legati all'incognita Greg Oden, immenso potenziale ancora inespresso, e di conseguenza alla profondità del reparto lunghi, ma anche all'alto tasso di infortuni che Portland deve affrontare tutti gli anni e che fanno sempre perdere un pezzo importante delle rotazioni.

Previsione: Possibile semifinale di conference
Quintetto ideale: Andre Miller; Brandon Roy; Nicolas Batum; LaMarcus Aldridge; Greg Oden
Sesto uomo: Travis Outlaw
Panchinari di spicco: Rudy Fernandez; Joel Pryzbilla; Steve Blake

giovedì 15 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRA NBA 2009 : UTAH JAZZ



Proseguiamo la carrellata delle analisi delle squadre NBA ai nastri di partenza della stagione 2009/2010, proseguendo lungo la Northwest Division e soffermandoci sugli Utah Jazz.

Sono ormai anni che la squadra c'è, che raggiunge quasi tranquillamente i playoff ma che puntualmente viene eliminata nei primi turni, complice anche un tabellone che presenta sempre accoppiamenti ostici per Utah. Ma le colpe dei Jazz si fermano al fatto che ci sono delle franchigie che in questo momento sono semplicemente più forti e per questo Utah non riesce ad inoltrarsi mai nelle partite che contano veramente tanto nel post-stagione.

Utah ha bisogno di effettuare alcuni accorgimenti per puntare al massimo ma le vicende accadute in estate non l'hanno aiutata di certo. La franchigia per poter operare sul mercato e soprattutto per non sforare il tetto salariale aveva optato per lasciar andare uno dei suoi migliori uomini, Carlos Boozer, per puntare sulla loro giovane ala grande che nella stagione passata aveva dimostrato di potersi meritare il quintetto. Boozer però ha esercitato l'opzione di restare un ulteriore anno ai Jazz e tale decisione ha spiazzato un pò tutti. Carlos stesso aveva poi parlato di cessione quasi sicura, poi smentita prontamente dalla dirigenza. Anche se ora tutto è alla normalità, quel che è accaduto non farà bene alla squadra, soprattutto nello spogliatoio, perchè restare concentrati solo sul campionato non pensando alle voci ed alle vicende che possono accadere all'esterno, non è un atteggiamento semplice da assumere.

La riconferma di Paul Millsap strappato al corteggiamento di Portland, è il più grande acquisto della franchigia, che in realtà non ha effettuato clamorose trade e quindi ha lasciato intatto il nucleo dello scorso anno. L'unici arrivi di rilievo sono giunti dal draft, dove Utah ha preso un play che faccia rifiatare Deron Williams, Eric Maynor, un giovane che fa della rapidità il suo punto di forza, che deve ancora crescere ma qualche aiuto lo può già dare fin da ora ed un lungo Goran Suton che fino ad ora dove ha militato si è sempre comportato egregiamente ma bisogna vedere come si adatterà ai piani alti.

La riconferma di tutto il gruppo sarà per Utah sia di aspetto positivo che negativo, in quanto porterà i giocatori ad intendersi sempre meglio conoscendosi già bene tra loro e conoscendo le tattiche, gli schemi e i ritmi impostati da Sloan, ma sostanzialmente farà rimanere la squadra anche quest'anno nel limbo senza ambizioni di finale. Comunque Utah ha dalla sua un aspetto interessante e utile per la squadra, cioè la permanenza di Sloan sulla panchina dei Jazz ormai da più di vent'anni e quindi la sua esperienza cresce di importanza per il team ogni anno di più. Il roster così si amalgama sempre meglio al gioco votato dal coach ed inoltre tale fattore è fondamentale per l'adattamento dei nuovi giocatori nell'ambiente che Sloan ormai conosce benissimo.

L'incognita sarà rappresentata dall'utilizzo di Boozer e Millsap, in quanto l'anno prossimo Millsap avrà sicuramente i gradi da titolare ma quest'anno dovrà contenderli con Carlos che non può, per il talento che ha partire dalla panchina, ma Utah ha un progetto ed è quello di far crescere sempre più Paul e quindi continuare ad utilizzarlo uscendo dalla panchina non è proprio la migliore soluzione. A conti fatti però un sano dualismo tra giocatori potrebbe anche far bene perchè li spingerà sempre a dare il massimo.

In attacco la squadra non ha lacune nel settore lunghi, soffre troppo dal perimetro dove Williams fa il doppio del lavoro per sopperire al problema. Infatti i Jazz stanno sperando nella rapida crescita di C.J.Miles, crescita che con ogni probabilità potrà avvenire ma nel lungo termine e quindi nel frattempo servirebbe un giocatore che possa occupare quella zona, (appurato che oramai Sloan utilizza Kirilenko partendo dalla panchina), se Utah lo trova farà un gran bel salto di qualità. Come detto i lunghi nella fase offensiva sono ottimali, Boozer, Millsap ed Okur rappresentano una garanzia in termini di punti, garanzia che anche Brewer sta cominciando a fornire giocando ogni volta la sua onesta partita. Ma l'attacco si incentrerà soprattutto sulla stella della franchigia, Deron Williams; un play eccellente, che sa tirare, anche da oltre l'arco, che sa penetrare e che sa sapientemente passare il pallone all'uomo libero o più in forma. Inoltre la forza di Williams sta anche nel suo fisico che a differenza di molti play gli permette di poter fronteggiare i suoi pari ruolo anche mettendosi spalle a canestro senza soffrire la fisicità del difensore ed inoltre gli permette di assorbire in maniera migliore i contatti.

In difesa la squadra è discreta, tra le squadra approdate alla post season , Utah era la seconda squadra ad aver subito più punti nella stagione regolare (la prima era Chicago), segno che qualcosa deve ancora muoversi anche sotto questo punto di vista.

Tatticamente il team grazie alla presenza di Okur e Boozer può svariare in attacco perchè entrambi sono dotati di un buon tiro lontano dal pitturato e soprattutto Okur farà aprire le difese perchè è in grado di poter colpire anche dalla lunga distanza. Questo permetterà le penetrazioni avendo l'area più sgombra; Boozer invece sarà il riferimento sotto i tabelloni e i raddoppi che attrarrà su di sè consentiranno scarichi facili sui perimetrali dei Jazz come Williams e Korver.

Previsione : Se gli accoppiamenti nei playoff non sono troppo proibitivi, secondo turno dei playoff
Quintetto ideale : Deron Williams; Ronnie Brewer; C.J. Miles; Carlos Boozer; Mehemet Okur
Sesto uomo : Paul Millsap
Panchinari di spicco : Kyle Korver; Eric Maynor; Andrei Kirilenko

martedì 13 ottobre 2009

ANALISI DELLE SQUADRE NBA 2009 : OKLAHOMA CITY THUNDER


Proseguiamo l'analisi delle squadre della Northwest division con gli Oklahoma City Thunder.

Quest'anno sembra finalmente l'anno in cui si potranno cominciare a vedere i primi frutti di un progetto a lunga scadenza ma molto ben congeniato e realizzato, che proietterà la franchigia ad altissimi livelli negli anni a venire. La squadra è stata rinforzata dall'arrivo di James Harden, la guardia uscita in questo draft più pronta per giocare da subito in NBA, anche se dovrà cominciare a selezionare meglio i suoi tiri e non forzare, come si è visto nelle prime uscite di preseason. Anche BJ Mullens è una buona aggiunta, in un settore quello dei lunghi dove i Thunder non brillano certo per talento. Mullens è più una speranza perchè il giocatore non sembra ancora pronto per calcare il palcoscenico di basket più importante per contribuire in modo sostanziale.

Le aggiunte di Etan Thomas e di Kevin Ollie sono mirate a portare esperienza ad una rosa composta si da molti giocatori talentuosi che però porta con se anche un certo grado di inesperienza che soprattutto nei finali di gara tirati e nei playoff si fa sentire. Ci vogliono delle guide esperte che aiutino nella crescita i giovani. Tecnicamente parlando l'aggiunta di Etan Thomas copre solo in parte il deficit che i Thunder hanno sotto i tabelloni e in particolare a rimbalzo mentre quella di Kevin Ollie è semplicemente mirata ad accompagnare Westbrook nel sua rapida crescita, soprattutto per dargli consigli su quando deve gestire un'azione lenta a metà campo.

Tatticamente parlando coach Scott Brooks continuerà sulla scia dell'anno scorso basandosi su quanto riuscito ad impartire sinora ai giocatori. Il nucleo è rimasto pressocchè intatto e quindi quasi tutti i giocatori conoscono già filosofia, schemi e tipo di gioco che Brooks impone alla squadra. Il gioco quindi sarà più fluido e si riusciranno ad inserire più facilmente i nuovi giocatori della rotazione. Lo schieramento di Oklahoma porterà i Thunder a giocare molto con penetrazioni e scarichi. L'atteggiamento della squadra sarà quello di attaccare le difese sin dal primo minuto dell'azione e quando queste sono schierate a zona la pericolosità di Oklahoma sarà quella di non dare un punto di riferimento agli avversari, sfruttando la possibilità di buttarsi dentro l'area e chiudere nel traffico o eventualmente creare situazioni di tiro semplice, dei quattro titolari meno Kristic che invece sarà l'uomo di riferimento in post basso, l'unico nel roster che tecnicamente può avvalersi di molti movimenti affidabili spalle a canestro.

I Thunder potranno poi mettere un quintetto più alto per crescere a rimbalzo con Green spostato in ala piccola. Durant ovviamente sarà il giocatore di riferimento in attacco attorno al quale Brooks costruirà molti giochi offensivi, mentre Westbrook è chiamato a diventare una stella che sappia gestire al meglio la squadra e sappia mettere ordine, oltre a capire il gioco, scegliendo la soluzione migliore.

I difetti della franchigia sono sostanzialmente la scarsa attitudine difensiva di alcuni membri del roster e l'assenza di un lungo potente sotto canestro che aumenti le prestazioni del settore con rimbalzi, difesa ed intimidazione e in questo si spera in DJ White. Si dovrebbe poi acquisire uno specialista difensivo e uno specialista nel tiro da tre che garantisca pericolosità sul perimetro anche quando i titolari non sono sul parquet per poter creare più soluzioni tattiche con un cecchino appostato sul perimetro.

Previsione: Si giocheranno l'ultimo posto nei playoff anche se per quest'anno è ancora dura
Quintetto ideale: Russell Westbrook; James Harden; Kevin Durant; Jeff Green; Nenad Krstic
Sesto uomo: Nick Collison
Panchinari di spicco: Kyle Weaver; Thabo Sefolosha; DJ White