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mercoledì 31 luglio 2013
Brandon Jennings ai Pistons
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Francesco e Angelo Cerbone
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31.7.13
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sabato 23 febbraio 2013
Considerazioni post mercato parte 1: Gli scambi mancati
Appena arrivata la chiusura delle trattative le prime considerazioni che a caldo un pò tutti (compresi i sottoscritti) avranno pensato, erano più sulle trattative mancate piuttosto che sulle trattative fatte. Parliamo ovviamente dell'ultimo giorno di mercato perché prima il passaggio di Rudy Gay ha fatto giustamente scalpore ed è stato il colpo di questa sessione invernale. Nel mentre nelle ultime concitate ore pre deadline scambi di secondo piano venivano portati avanti e realizzati, si aspettava sempre il colpo gobbo finale pronto a cambiare gli scenari di una franchigia. Josh Smith così come era successo con Howard, non è partito nonostante il tanto vociferare, però i Bucks sono stati vicini ad acquistarlo cosa che li avrebbe resi i re di un mercato che qualcosa ha mosso ma non smosso. Nessun cambio spezza equilibri nell'ultimo giorno utile, bensì rifiniture più che altro, con l'occhio vigile in primis al salary.
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Francesco e Angelo Cerbone
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23.2.13
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giovedì 14 febbraio 2013
Mercato NBA: Jennings vuole lasciare i Bucks
Come ormai di consuetudine, il mercato in evoluzione a Febbraio regala spesso colpi di rilievo, stelle pronte a cambiare casacca per svariati motivi. L'evoluzione della Regular Season, i contratti in scadenza, il modo di percepire quando è il momento di una ricostruzione e la capacità di "vendere" al meglio un giocatore magari anche importante ma al momento giusto, sono i principali moventi degli scambi in itinere, spesso e volentieri soluzione di scorta, ancora di salvataggio per evitare di ritrovarsi in estate con il rammarico di aver perso l'occasione di accelerare i tempi su di un programma ormai scelto (sempre qualora ce ne sia uno).
Ma può capitare, e neanche troppo poco spesso, che siano incongruenze tra società e giocatore (o tra allenatore e giocatore) il motivo di diatriba scatenante una trade. Questo è il caso di Brandon Jennings.
Ma può capitare, e neanche troppo poco spesso, che siano incongruenze tra società e giocatore (o tra allenatore e giocatore) il motivo di diatriba scatenante una trade. Questo è il caso di Brandon Jennings.
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Francesco e Angelo Cerbone
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14.2.13
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domenica 7 ottobre 2012
I Milwaukee Bucks e la fretta di arrivare all'anno prossimo
Monta Ellis vuole usufruire della sua player option ed uscire un anno prima dal contratto, così da guardarsi intorno da free agent. Una mossa saggia per il folletto ex Warriors per tanti motivi, tra i quali spicca soprattutto un motivazione: gli attuali Milwaukee Bucks. Sia chiaro l'impressione è che Monta voglia uscire anzitempo dal suo biennale da undici milioni annui perchè è alla ricerca del suo ultimo ricco e lungo contratto che qualche squadra in NBA sicuramente sarebbe pronta ad offrirgli, ma giocare in questi Bucks certamente ha dato una spinta importantissima nella sua scelta.
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Francesco e Angelo Cerbone
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7.10.12
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mercoledì 2 febbraio 2011
ECCO I ROSTER PER IL ROOKIE CHALLENGE DELL' ALL STAR GAME 2011
Sono stati diramati da poche ore i roster per la partita di venerdì 18 Febbraio, che vedrà contrapposti migliori rookie della stagione sinora disputata contro i migliori secondo anno. Da sottolineare le presenze di Stoudemire e Carmelo Anthony in panchina come assistant coach, nella simpatica tradizione che vuole due stelle sedute accanto ai due allenatori “ufficiali”.
Ecco i roster ufficiali:
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Francesco e Angelo Cerbone
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2.2.11
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giovedì 20 gennaio 2011
DEMAR DEROZAN ALLA GARA DELLE SCHIACCIATE?
L'infortunio al piede che sta costringendo Brandon Jennings ad un lungo stop dal campo di gioco sembra protrarsi più a lungo del previsto. I tempi di recupero erano stimati attorno alla fine di Gennaio, dunque a giorni il giocatore sarebbe dovuto tornare, ma sembra che il tutto si protarrà ancora per un pò.
Le conseguenze sono chiare, Milwaukee dovrà fare ancora a meno della sua regia e delle sue giocate, spesso decisive per i Bucks. Ma non solo la squadra del Milwaukee, vedrà perdersi il funambolico play per dei giorni addizionali, ma anche il "roster" dello Slam Dunk Contest.
DeRozan alla gara delle schiacciate se Jennings non recupererà in tempo. (foto a lato)
Le conseguenze sono chiare, Milwaukee dovrà fare ancora a meno della sua regia e delle sue giocate, spesso decisive per i Bucks. Ma non solo la squadra del Milwaukee, vedrà perdersi il funambolico play per dei giorni addizionali, ma anche il "roster" dello Slam Dunk Contest.
DeRozan alla gara delle schiacciate se Jennings non recupererà in tempo. (foto a lato)
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20.1.11
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mercoledì 5 gennaio 2011
SLAM DUNK CONTEST 2011 : ECCO I NOMI DEI PARTECIPANTI
Sono stati resi noti i nomi dei quattro giocatori che parteciperanno all'All Star Game 2011 nello Slam dunk Contest. L'ufficialità arriverà domani sera.
Stiamo parlando di:
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5.1.11
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venerdì 30 aprile 2010
A TYREKE EVANS IL ROOKIE OF THE YEAR 2010
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Evans ha battuto soprattutto la concorrenza di Curry e di Jennings, due che il premio lo potevano portare a casa, ma che nulla hanno potuto contro lo strapotere in termini di importanza e statistiche che Tyreke ha mantenuto alto in tutta la stagione, non bloccandosi nenache dinanzi al "muro" che tanto spaventa i primo anno.
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Francesco e Angelo Cerbone
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30.4.10
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venerdì 18 dicembre 2009
I MIGLIORI ROOKIE DI QUESTA STAGIONE NBA PARTE 1
Il draft, bella incognita. Troppo facile sarebbe che le prime chiamate corrispondessero sempre ai migliori prospetti, però si parla sempre di scout e di giocatori, persone dunque, cioè le variabili più bizzarre a questo mondo e quindi talvolta ci si può sbagliare o, ottimisticamente, si può indovinare la scelta giusta.
I parametri non statici sono troppi e non sono quasi mai visibili su un foglio di carta e quindi ogni tanto è interessante lanciare uno sguardo su quei rookie che più si sono distinti nelle loro rispettive squadre, non solo per cifre individuali ma anche in relazione al loro ruolo nel team.
Quindi oggi inauguriamo questa nuova rubrica (e fra qualche giorno ce ne sarà anche un'altra) che ogni tanto tornerà a farvi visita.
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Quando si parla di rookie 2009/2010 il primo nome che in questo momento balza in cima alla lista dei desideri e delle sorprese è sicuramente quello del funambolico play dei Milwaukee Bucks, Brandon Jennings. Il rookie in grado di mettere 55 punti in una singola partita, divenuto subito il go-to-guy dei suoi, complici le continue forzate assenze di Michael Redd per infortuni vari. Un'annata difficile a Roma lo ha fatto crescere moltissimo soprattutto di mente e la testa è sicuramente uno dei fattori che fa la differenza in un giocatore. E' l'esempio lampante di come il draft sia una scienza inesatta, chiamato alla decima scelta dopo giocatori come Thabeet e Jordan Hill che stanno faticando moltissimo quest'anno.
Jordan Hill, appunto. New York voleva un play veloce, tiratore, bravo nel traffico, ma dopo essersi vista sfumare Ricky Rubio, Jonny Flinn e Stephen Curry ha ripiegato su un lungo tutto da crescere snobbando Jennings che ha praticamente tutte quelle qualità sopra citate. Ma il draft è il draft. 20.7 punti 6.0 assist 3.8 rimbalzi per un primo anno...
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Fin qui comunque si parlava di scelte alte, chiamate che lasciavano già presagire futuri importanti, ma azzecare perfettamente una settima scelta al secondo giro, cioè alla 37 complessiva, è notevole, si parla di DeJuan Blair, preso senza troppi convenevoli da San Antonio che ringrazia e porta a casa il futuro lungo degli Spurs. E' straordinario quello che sta facendo in relazione all'esiguo minutaggio concessogli, in poco più di 14 minuti porta alla causa 6.5 punti e 5.3 rimbalzi. Non possiede i centimetri che aiutano a dominare nel pitturato, ma la mentalità che possiede (alla fine si torna sempre lì come fattore chiave) e la sua grinta, lo portano a figurare benissimo almeno fino ad ora.
Giuste citazioni se le meritano Jonny Flinn, ormai titolare fisso della derelitta Minnesota e Omri Casspi, uno dei pochi che non ha risentito minimamente del passaggio oltre oceano e al lungo adattamento che questo comporta anche come stile di vita. Inoltre abbiamo anche Chase Budinger, preso alla 44, Taj Gibson (26esima chiamata) e Jonas Jerebko (39esima) a completare il pacchetto dei migliori rookie di questo avvio di stagione NBA.
Come già citato, in uno dei prossimi post inaugureremo anche un'altra nuova interessante rubrica.
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Francesco e Angelo Cerbone
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18.12.09
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domenica 15 novembre 2009
IL ROOKIE DA 55 PUNTI
Nottata incredibile quella appena passata. Si è potuto assistere a qualcosa di eccezionale, si è potuto assistere ad una prestazione individuale mostruosa arrivata non dalle solite grandi stelle ma da un giocatore che nelle prime uscite stagionali da rookie sta facendo qualcosa di pazzesco. Questa sua ultima prestazione è la ciliegina che completa una torta già di per sè buonissima. 34 tiri presi, di cui 21 messi a segno, con ben 7 triple realizzate su 8, hanno fatto si che Brandon Jennings chiudesse la gara di stanotte con il tabellino recitante 55 punti!. Con altri tre punti la scelta numero 10 del 2009 avrebbe uguagliato il record stabilito nel 1960 da Wilt Chamberlain di punti segnati da una matricola in un singolo match.
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Il bello è che Brandon nel primo quarto non ha realizzato neanche un canestro, anche se nel terzo periodo ha recuperato piazzando 29 punti. Il tutto se non bastasse è stato condito anche da 5 rimbalzi e da 5 assist. La prestazione poi è stata anche importantissima per vincere la gara visto che l'artefice primo della strepitosa rimonta dei Bucks sui Warriors è stato proprio un suo parziale di 16 punti. I tiri presi da tre sono sembrati spesso scriteriati ma per Jennings stanotte non c'era un canestro ma una vasca sotto il tabellone. L'ex Lottomatica Roma ha colpito sfruttando spesso la transizione, prendendosi tiri dopo aver superato l'avversario diretto dal palleggio o dopo avergli fatto perdere il tempo con un repentino cambio di velocità. Il giocatore ha sfruttato la sua capacità di effettuare bei lob appena fuori dall'area pitturata prendendo in controtempo gli aiuti difensivi che affannavano a centro area. La forza è stata quella di carpire la chiave del gioco ovvero cogliere la difesa di Golden State nel momento in cui si stava organizzando sorprendendola sul recupero difensivo.
Don Nelson a fine partita ha commentato la prestazione con una frase lapidaria: "è stata la migliore prestazione di un rookie che io abbia mai visto in trenta anni di carriera".
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