Primo settembre.
Un condominio con il viale ombreggiato da alberi, là in fondo le montagne bianche, un cielo da cartolina, luce dolce d'autunno perché è ancora abbastanza presto.
La scuolina rosa. Col suo piazzale polveroso.
Sono vestita di giallo sole. Mi splendono gli occhi e la pelle, e dire che stanotte non s'è quasi dormito, causa nuovi presidi in arrivo, e necessità di ripercorrere le stesse strade, di passargli sotto casa, di rientrare nelle aule, di rientrare nella mia vita di sempre. Quella che a maggio ho cercato di strapparmi via come una crosta da una brutta ferita. Che rimargina facendo un male del Gesù, tessuto nuovo che tira sulla carne viva.
Però questa è la mia scuola. E' la mia vita. Questa è casa.
Io non lo so cosa sto facendo, e perché.
So che nello specchio non c'è la stessa di prima. So che questa qui, nuova, incosciente, pericolosa, mi piace. Sicuramente si caccerà nei guai. Ma saranno, come ho già detto varie volte, i suoi guai, quelli che s'è cercata lei, non tutte le grane che le hanno scaricato addosso gli altri. E' comunque un bel cambiamento.
Se un giorno tutto questo avrà un senso, vorrei ricordarmi questo momento in cui sto ferma qui, trafitta da questo cambiamento inesorabile e dalla certezza che alcune cose, invece, non potranno cambiare mai.
lunedì 1 settembre 2014
Verde scuro e giallo sole
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