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martedì 6 ottobre 2020

Quelle belle giornate tipo spremiagrumi che mi sono mancate tanto

Ventotto settembre 

Ore 14.27, aula professori di Scuola Vintage. 

Faina entra con un mezzo sospiro e, per una volta, non si dirige sparato verso uno dei colleghi per dare indicazioni /fare domande / controllare che sia stato fatto tutto quello che aveva chiesto, piroettando per i vasti e luminosi corridoi e sparandosi da un angolo all'altro del grande edificio settecentesco. Guarda invece, con sguardo stranamente calmo, il tavolo a cui sono sedute la Rossa e Castagna, poi sposta gli occhi sulla macchinetta del caffè. 

Castagna (sapendo già la risposta): -S.? Sei riuscito ad andare a mangiare?

Faina: - No. E come facevo, che ne abbiamo uno in aula Covid ancora adesso?

Castagna: - Ma! ti posso prendere qualcosa?

 Faina: - No, ma ho pranzato eh. Questo - (accenna con gli occhi alla macchina del caffè).

Infila cinquanta centesimi nella macchinetta. Poi abbassa gli occhi sull'orologio. 

- Tre minuti.

Castagna lo guarda, e, per la dodicesima volta negli ultimi sette giorni, le si scolpisce in mente la frase: 'quest'uomo è straordinario'.

Cioè, Castagna per gli ultimi quattordici anni ha lavorato per il Gigante, e il Gigante è un'istituzione, rispettato, indiscusso e imponente come uno dei presidentoni effigiati sul Mount Rushmore. Ma questo quarantenne piccolino, che gioca a calcetto con l'Uomo, che a seconda di come lo guardi e della faccia che sta facendo è bruttino o molto dolce, ha l'incredibile talento di ricordarsi assolutamente tutto di tutto e tutti, e gestire dalle sei alle dieci cose contemporaneamente, in uno stato di perenne concitata mobilitazione, parlando alla velocità della luce e sfrecciando come una faina nel bosco. Poi all'improvviso, come la stessa faina, si immobilizza per un secondo e al suo sguardo d'acciaio si sostituisce un musino di una tenerezza disarmante, mentre ammette di essere a) terrorizzato, b) stanchissimo, c) sollevatissimo dal fatto che qualcun altro abbia risolto un problema o se la sia cavata senza di lui. Assolutamente adorabile. 

Castagna lo ha tempestato di migliaia di domande negli ultimi ventotto giorni (e sono sempre un terzo della quantità imbarazzante di domande che, nel frattempo, faceva all'Orsone, di persona o via whatsapp in qualunque orario del giorno o della notte o giorno della settimana, tanto con l'Orsone si fa così da quando ha lavorato a Scuolina Rosa). E si è perdutamente innamorata della sua passione per il suo mestiere e della sua gestione delle cose, già da questa tarda primavera, quando si sono telefonati per scambiarsi un po' di impressioni su come fosse andata nelle rispettive scuole con la fottutissima didattica online. Quel giorno ha scritto all'Orsone "ho capito, adesso, perchè vuoi lavorare per lui", e l'Orsone, come sempre senza farsi spiegare un cazzo, ha risposto imperturbabile "hai visto".

Comunque, oggi, alla Castagna si è piantata in mente quell'immagine del vicepreside Faina che si prende uno e mezzo di quei tre minuti per tracannare un caffè, mentre non smette neanche per un nanosecondo di tenere il mondo intero sotto accuratissimo controllo. Ed era sinceramente emozionata quando si è resa conto di cosa è successo addì 28 del mese di Settembre, giorno che non dimenticherà presto. 

Sette ore prima 

 Il lunedì, la Castagna entrerebbe alle 10.38 e inizierebbe la giornata con l'assistenza al tristissimo intervallo nei banchi dei suoi alunni della prima B. Invece, nel primo lunedì di orario definitivo, la Castagna compare sulla porta dell'ingresso secondario di Scuola Vintage alle 7.55 insieme al Dolcissimo, il prof di sostegno e informatica, perchè deve individuare, all'ombra dei platani, il ragazzino che arriva da due settimane di quarantena  e deve ancora mettere piede nella sua classe.  Quel che vede la lascia commossa: tre gruppetti di cuccioli di vario colore e diversa corporatura, tutti in fila abbastanza distanziati lungo i due marciapiedi della strada del centro storico, che aspettano il momento di spostarsi come una frotta di anatroccoli sul lato giusto, dove con pazienza presentano il diario, se necessario si fanno misurare la temperatura e poi si mettono davanti al bidello, con le manine a coppa, per prendere una dose di disinfettante come fosse la santa comunione.

Sorridenti e fiduciosi, nei confronti degli adulti impazziti tutto intorno a loro, e di questo mondo di merda, come solo gli undicenni sanno essere. Castagna chiede mentalmente scusa alla propria intelligenza e a generazioni di maestri  educatori  e pedagoghi prima di lei, e,  non trovando il reduce da quarantena, pinza subito il reduce da assenza normale, che si presenta con la giustificazione sbagliata e ... una tosse catarrosa che lo sbatte tutto. [...]


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Chiariamo. Questo post AVEVA un inizio e una fine. Non sono mai riuscita a scriverlo tutto. Ma soprattutto, dal 28 settembre a oggi che fa 6 ottobre, le cose si sono evolute e sono andate a una velocità tale che non so già più cosa avrei voluto scrivere. 

So solo che il 28 è stata la prima giornata da 11 ore filate, ed è stato bellissimo. Anche perchè è stato il primo lunedì con 6 ore di lezione, il primo lunedì coi consigli di classe, il primo lunedì con le grane che ti piovono a raffica come colpi in un videogame con le astronavi aliene, il primo lunedì in cui Castagna è di nuovo stata Castagna, "miscusisignoramiservecheleifotocopiquesto, fermolìtudovevai, scusacapodevoparlarti, siaccomodisignorachelespiegocomefunzionaperlegiustificazioni, haivistoilcapo?, cipensoio, nonotranquillohogiàfattofirmareilgenitore, prontosignorasonolacordinatricedellaclassediCarletto, midatel'elencodiquesto, prendoilfaldonediquello", e intanto l'Opossum ha iniziato a studiare l'alfabeto in classe ("Opossum, ma tu da quanto sei in Italia?" "Eeeeh!" "Ma le elementari le hai fatte tutte qui o in parte in Tunisia?" "Qua, qua" "E IN CINQUE ANNI NON HAI IMPARATO L'ALFABETO??????") e il mio fidanzatino zingaro ha espresso categoricamente la necessità di essere spostato in primo banco per amarmi e venerarmi più da vicino. Questo nella Mia Prima. Perchè poi c'è l'Altra Prima, anche detta Prima Frizzante, poi c'è la Fantastica Terza, poi c'è la Seconda Scalcinata. Ottantaquattro anime. 

Come già fatto altre volte per riassumere periodi particolarmente congestionati della mia vita, andrò per fotogrammi, importando impressioni, battute, sensazioni, anche dal telefono. Da ciò spero vi facciate un'idea di Scuola Vintage, dei suoi ritmi assurdi, della sua variopinta composizione etnica, e delle dimensioni del monumento che erigerò all'Orsone per aver insistito per il mio trasferimento lì.

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Primo settembre

Mia figlia per il primo giorno di scuola mi ha fatto un nuovo taglio di capelli. Mi guardo allo specchio: "Ma sai cosa sembra? il taglio corto di Lady Diana." La Princi si sbrodola dalla gioia: "E' esattamente quello che avevo in mente!!!"
Due settembre

Al collegio docenti in Zoom apprendo che la chiesa che deve offrire gli spazi per le classi in esubero delle elementari vuole essere PAGATA. Ma soprattutto... il parroco, VE LO GIURO, si chiama Don Rodrigo.

Tre settembre

Prima riunione in presenza con gli altri quindici titolari di cattedra. Forse ho esagerato un pochino col "camminare per smaltire le emozioni". Il contapassi alla sera segna: 2146 kcal, 17,76 km, 26.359 passi, 261 minuti di movimento. Resterò azzoppata, con cerotti ai talloni, per una settimana.
Quattro settembre

Castagna: "Dove sta scritto nel vostro regolamento cosa si fa se uno bestemmia in classe?" L'Orsone: "Non lo so, non l'ho mai letto per intero" Castagna: "Ah certo, tu usi la legge del taglione nelle tue classi?" L'Orsone: "Sono io la legge, in classe" Dieci settembre (da una conversazione WhatsApp di Castagna)

"Sono contentissima. Contentissima. Felice Oggi raccontavo a mia madre come è andata stamattina e mi sono resa conto che va ESATTAMENTE come mi ero immaginata. Io, l'Orsone e il Vicepreside Faina seduti al tavolo insieme a cercare soluzioni."

Quindici settembre (da una conversazione WhatsApp di Castagna)

"È la scuola per me... nessuno va via se non è strettamente tenuto a recuperare figli da qualche parte, un ragazzo(*) che poteva prendere la mia cattedra a Scuolina Rosa e abita lì vicino ha preferito tornare anche solo per 15 ore. Facciamo riunione in coda alle lezioni e nessuno si lamenta, la scuola è aperta fino alle 19 e i progetti del pomeriggio sono a piacere. I bidelli non fanno una piega."
"Sono felice come una bambina a Natale."

(*) Il "ragazzo" ha 29 anni. In prima media, aveva una prof di Geografia di 26 anni che arrivava tutte le mattine col treno da Genova. Non riesco a riprendermi dal trauma. L'ho riconosciuto io, alla prima riunione dei coordinatori, quando si è tolto la mascherina e, ad un certo punto, ha fatto una faccia un po' preoccupata guardando verso il banco. Di colpo il suo nome si è associato alla stessa identica espressione preoccupata, sulla faccia di un bambino a sinistra della cattedra. Porca Eva. Un mio exalunno è prof di lettere, oltretutto è coordinatore di una classe in cui io faccio Storia e Geografia, oltretutto è cazzutissimo. Oggi pomeriggio mi ha telefonato per darmi delle dritte sulla Prima Frizzante, e io ancora devo riprendermi dallo choc di quando abbiamo ricostruito dove ci eravamo già visti.

Ventinove settembre (da una conversazione WhatsApp di Castagna)

"Ho detto di sì a una roba così spaventosa che in cambio ho chiesto un ufficio tutto mio nella torre medievale. E credo proprio che me lo daranno. Ti racconto domani perché sono le otto, i consigli sono finiti da mezz'ora e quei pazzi dei miei colleghi sono già online a commentare le mail arrivate nel frattempo, è una scuola di assatanati. Ma hanno una visione pazzesca."


Trenta settembre

Il colleghino di matematica della Mia Prima, 27 kg di peso se lo infradici, ferocissimo e scattante come un gatto nevrotico, mentre mi complimentavo per come aveva magistralmente asfaltato i tre o quattro alunni che già dopo dieci giorni di prima media si stavano allargando, mi ha confidato che il suo soprannome è La Morte. Volevo dirgli che i miei ultimi alunni di Scuolina Rosa mi avevano finalmente promossa al titolo di Lucifero. Ma ho deciso che lo scoprirà da solo.


Oggi

Sono coordinatrice della Mia Prima, domani 7 ottobre mi prendo il ruolo di coordinatore di dipartimento di Lettere, ho fatto domanda per entrare in commissione Continuità e orientamento, su richiesta espressa dell'Orsone lavorerò alla gestione della piattaforma per i PAI, Lady S. (la dirigente) mi ha chiesto di diventare referente della formazione docenti. Terrorizzata, iperattiva e entusiasta, come il Vicepreside Faina.




venerdì 21 agosto 2020

Come la scaletta di un pollaio

 Non ricordo più chi fosse, qualcuno mi insegnò questo detto: "La vita è come la scaletta di un pollaio, corta e piena di merda". 


Ogni tanto mi torna in mente.

Chiariamo: non mi sto lamentando.  Sto considerando i fatti. 


Gennaio: tutto regolare. Cioè, a parte che una mia vecchia conoscenza ha un incidente in auto e io, CHE NON LO SAPEVO, passo una settimana a lamentarmi di dolori a collo e schiena e a essere nervosa e piagnucolante. Questa fin qui la sapevano in pochi. 

Febbraio: pandemia. Caracas rischia di morire. 

Marzo: pandemia, scuole chiuse, lockdown, ci ammaliamo in 2 su 3. Guariti con poco danno (ma a me l'olfatto per intero è tornato a luglio). Caracas inizia a curarsi seriamente. 

Aprile: ancora lockdown. Riusciamo a non dare di testa, ma non è facile.

Maggio: non riaprono le scuole, figlia terrorizzata all'idea di uscire, pian piano la supera. Rivedo mia madre. 

Giugno: sta male, all'improvviso e seriamente, mio suocero. Panico anche organizzativo, l'Uomo viene risucchiato a Milano per un po'. Alla Fraulein trovano un cancro, anche brutto e anche raro. Glielo dicono il giorno in cui io sono arrivata a riprenderla a Città con la Torre Pendente. Gestiamo la cosa io e Dolce Cugino (cugino suo corretto ed affettuoso, pure un po' sexy, con cui vado subito d'accordo, peccato conoscersi così). Poi la riporto a casa e passo 3 settimane tra medici e  telefonate con nipote, cugino e amiche che devono gestirla insieme a me. E con lei, che è terrorizzata. Intanto alla Princi hanno fatto un intervento in bocca e insorgono complicazioni. 

Luglio: arriva mia madre e corriamo in pronto soccorso perché la Princi è peggiorata, poi a Milano per secondo intervento. 

Agosto: la Fraulein comincia la chemio.  A mia madre capita un episodio cardiaco, non grave da ospedale, ma abbastanza grave da interompere di botto la sua vacanza in montagna e venire qua a fare un giro di controlli. A mia suocera compaiono preoccupanti sintomi di smemoratezza. Marito verrà risucchiato tra visite neurologiche, Paesino sulla Costa e Paese in cima ai Bricchi, a breve, lasciandoci qua tra nausea della Fraulein e ansie della Mater. 

In tutto questo io sono stata tre settimane per i fatti miei a gestire i lavori a Via del Golf 13 e ho dato segnali abbastanza evidenti di essere esaurita. Ma mi sono presa cura di me. In pubblico ho pianto (e tanto) solo la volta in cui ho dovuto salutare la Fata Romena, che se ne tornava per sempre in Valacchia. In privato, beh, quella è un'altra storia. Ma perché cambiare costa fatica, e paura. Parleremo anche dei supermegacorsi che sto facendo e vedrete che c'è un motivo se annaffio di abbondanti lacrime le mie povere ostinate radici. 


E, tuttavia, anche dalla scaletta di un pollaio è possibile guardare il cielo, e io lo faccio. Ieri sono stata inserita, dall'Orsone, sempre sia benedetto, nel gruppo Whatsapp di Scuola Vintage. Devo andare a svuotare il cassetto a Scuolina Rosa, e sarà dura, ma sono così contenta della nuova vita che mi aspetta che ho riguadagnato la taglia di pantaloni numero 44. Traguardo a cui avevo praticamente rinunciato. Eh beh. Sono momenti.