Ventotto settembre
Ore 14.27, aula professori di Scuola Vintage.
Faina entra con un mezzo sospiro e, per una volta, non si dirige sparato verso uno dei colleghi per dare indicazioni /fare domande / controllare che sia stato fatto tutto quello che aveva chiesto, piroettando per i vasti e luminosi corridoi e sparandosi da un angolo all'altro del grande edificio settecentesco. Guarda invece, con sguardo stranamente calmo, il tavolo a cui sono sedute la Rossa e Castagna, poi sposta gli occhi sulla macchinetta del caffè.
Castagna (sapendo già la risposta): -S.? Sei riuscito ad andare a mangiare?
Faina: - No. E come facevo, che ne abbiamo uno in aula Covid ancora adesso?
Castagna: - Ma! ti posso prendere qualcosa?
Faina: - No, ma ho pranzato eh. Questo - (accenna con gli occhi alla macchina del caffè).
Infila cinquanta centesimi nella macchinetta. Poi abbassa gli occhi sull'orologio.
- Tre minuti.
Castagna lo guarda, e, per la dodicesima volta negli ultimi sette giorni, le si scolpisce in mente la frase: 'quest'uomo è straordinario'.
Cioè, Castagna per gli ultimi quattordici anni ha lavorato per il Gigante, e il Gigante è un'istituzione, rispettato, indiscusso e imponente come uno dei presidentoni effigiati sul Mount Rushmore. Ma questo quarantenne piccolino, che gioca a calcetto con l'Uomo, che a seconda di come lo guardi e della faccia che sta facendo è bruttino o molto dolce, ha l'incredibile talento di ricordarsi assolutamente tutto di tutto e tutti, e gestire dalle sei alle dieci cose contemporaneamente, in uno stato di perenne concitata mobilitazione, parlando alla velocità della luce e sfrecciando come una faina nel bosco. Poi all'improvviso, come la stessa faina, si immobilizza per un secondo e al suo sguardo d'acciaio si sostituisce un musino di una tenerezza disarmante, mentre ammette di essere a) terrorizzato, b) stanchissimo, c) sollevatissimo dal fatto che qualcun altro abbia risolto un problema o se la sia cavata senza di lui. Assolutamente adorabile.
Castagna lo ha tempestato di migliaia di domande negli ultimi ventotto giorni (e sono sempre un terzo della quantità imbarazzante di domande che, nel frattempo, faceva all'Orsone, di persona o via whatsapp in qualunque orario del giorno o della notte o giorno della settimana, tanto con l'Orsone si fa così da quando ha lavorato a Scuolina Rosa). E si è perdutamente innamorata della sua passione per il suo mestiere e della sua gestione delle cose, già da questa tarda primavera, quando si sono telefonati per scambiarsi un po' di impressioni su come fosse andata nelle rispettive scuole con la fottutissima didattica online. Quel giorno ha scritto all'Orsone "ho capito, adesso, perchè vuoi lavorare per lui", e l'Orsone, come sempre senza farsi spiegare un cazzo, ha risposto imperturbabile "hai visto".
Comunque, oggi, alla Castagna si è piantata in mente quell'immagine del vicepreside Faina che si prende uno e mezzo di quei tre minuti per tracannare un caffè, mentre non smette neanche per un nanosecondo di tenere il mondo intero sotto accuratissimo controllo. Ed era sinceramente emozionata quando si è resa conto di cosa è successo addì 28 del mese di Settembre, giorno che non dimenticherà presto.
Sette ore prima
Il lunedì, la Castagna entrerebbe alle 10.38 e inizierebbe la giornata con l'assistenza al tristissimo intervallo nei banchi dei suoi alunni della prima B. Invece, nel primo lunedì di orario definitivo, la Castagna compare sulla porta dell'ingresso secondario di Scuola Vintage alle 7.55 insieme al Dolcissimo, il prof di sostegno e informatica, perchè deve individuare, all'ombra dei platani, il ragazzino che arriva da due settimane di quarantena e deve ancora mettere piede nella sua classe. Quel che vede la lascia commossa: tre gruppetti di cuccioli di vario colore e diversa corporatura, tutti in fila abbastanza distanziati lungo i due marciapiedi della strada del centro storico, che aspettano il momento di spostarsi come una frotta di anatroccoli sul lato giusto, dove con pazienza presentano il diario, se necessario si fanno misurare la temperatura e poi si mettono davanti al bidello, con le manine a coppa, per prendere una dose di disinfettante come fosse la santa comunione.
Sorridenti e fiduciosi, nei confronti degli adulti impazziti tutto intorno a loro, e di questo mondo di merda, come solo gli undicenni sanno essere. Castagna chiede mentalmente scusa alla propria intelligenza e a generazioni di maestri educatori e pedagoghi prima di lei, e, non trovando il reduce da quarantena, pinza subito il reduce da assenza normale, che si presenta con la giustificazione sbagliata e ... una tosse catarrosa che lo sbatte tutto. [...]
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Chiariamo. Questo post AVEVA un inizio e una fine. Non sono mai riuscita a scriverlo tutto. Ma soprattutto, dal 28 settembre a oggi che fa 6 ottobre, le cose si sono evolute e sono andate a una velocità tale che non so già più cosa avrei voluto scrivere.
So solo che il 28 è stata la prima giornata da 11 ore filate, ed è stato bellissimo. Anche perchè è stato il primo lunedì con 6 ore di lezione, il primo lunedì coi consigli di classe, il primo lunedì con le grane che ti piovono a raffica come colpi in un videogame con le astronavi aliene, il primo lunedì in cui Castagna è di nuovo stata Castagna, "miscusisignoramiservecheleifotocopiquesto, fermolìtudovevai, scusacapodevoparlarti, siaccomodisignorachelespiegocomefunzionaperlegiustificazioni, haivistoilcapo?, cipensoio, nonotranquillohogiàfattofirmareilgenitore, prontosignorasonolacordinatricedellaclassediCarletto, midatel'elencodiquesto, prendoilfaldonediquello", e intanto l'Opossum ha iniziato a studiare l'alfabeto in classe ("Opossum, ma tu da quanto sei in Italia?" "Eeeeh!" "Ma le elementari le hai fatte tutte qui o in parte in Tunisia?" "Qua, qua" "E IN CINQUE ANNI NON HAI IMPARATO L'ALFABETO??????") e il mio fidanzatino zingaro ha espresso categoricamente la necessità di essere spostato in primo banco per amarmi e venerarmi più da vicino. Questo nella Mia Prima. Perchè poi c'è l'Altra Prima, anche detta Prima Frizzante, poi c'è la Fantastica Terza, poi c'è la Seconda Scalcinata. Ottantaquattro anime.
Come già fatto altre volte per riassumere periodi particolarmente congestionati della mia vita, andrò per fotogrammi, importando impressioni, battute, sensazioni, anche dal telefono. Da ciò spero vi facciate un'idea di Scuola Vintage, dei suoi ritmi assurdi, della sua variopinta composizione etnica, e delle dimensioni del monumento che erigerò all'Orsone per aver insistito per il mio trasferimento lì.
--------------------Ventinove settembre (da una conversazione WhatsApp di Castagna)
"Ho detto di sì a una roba così spaventosa che in cambio ho chiesto un ufficio tutto mio nella torre medievale. E credo proprio che me lo daranno. Ti racconto domani perché sono le otto, i consigli sono finiti da mezz'ora e quei pazzi dei miei colleghi sono già online a commentare le mail arrivate nel frattempo, è una scuola di assatanati. Ma hanno una visione pazzesca."
Trenta settembre
Il colleghino di matematica della Mia Prima, 27 kg di peso se lo infradici, ferocissimo e scattante come un gatto nevrotico, mentre mi complimentavo per come aveva magistralmente asfaltato i tre o quattro alunni che già dopo dieci giorni di prima media si stavano allargando, mi ha confidato che il suo soprannome è La Morte. Volevo dirgli che i miei ultimi alunni di Scuolina Rosa mi avevano finalmente promossa al titolo di Lucifero. Ma ho deciso che lo scoprirà da solo.
Oggi
Sono coordinatrice della Mia Prima, domani 7 ottobre mi prendo il ruolo di coordinatore di dipartimento di Lettere, ho fatto domanda per entrare in commissione Continuità e orientamento, su richiesta espressa dell'Orsone lavorerò alla gestione della piattaforma per i PAI, Lady S. (la dirigente) mi ha chiesto di diventare referente della formazione docenti. Terrorizzata, iperattiva e entusiasta, come il Vicepreside Faina.