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martedì 30 settembre 2014

La terza C e gli scompleanni

Tutto cominciò sottoponendo alla classe un problema.
Mia figlia ha appena iniziato le superiori e la professoressa di Psicologia, alla prima lezione, ha assegnato un compito, quello di portare ciascuno alcuni oggetti che lo rappresentino, che abbiano significato per lui.”
La terza:
Che bello prof, lo facciamo anche noi?”
Aspettate un attimo. Allora, mia figlia ovviamente viene a casa tutta contenta, sceglie gli oggetti, e il peluche, e la sua foto da piccola, e gli orecchini che le ho regalato per il compleanno, e il biglietto del concerto di Giorgia... Ma, quando è arrivata a scuola, solo lei e la sua compagna di banco avevano fatto il compito. Gli altri non avevano portato niente.”
Al che, discutiamo dei motivi per cui una classe si rifiuti in massa di fare un compito sicuramente non pesante e anche carino. Poi assegno io un lavoro: “Immedesimatevi in uno di questi ragazzi che non aveva voglia di fare il compito, e scrivetemi un testo di quindici venti righe per spiegare cosa pensasse.”
Un attimo di pausa.
E gli oggetti quando li portiamo?”
Eh? Ma io non vi ho chiesto di farlo.”
Ma noi li portiamo lo stesso.”

Così l'altra mattina entro in classe e sul banco di Giudiziosa c'è seduto un coniglio di peluche bianco e rosa.
Cosa ci fa lì quel coniglio? Aaah, gli oggetti personali?”
Detto fatto, da sotto i banchi saltano fuori libri, joystick, iPod, cartoline, matite, diari, pupazzi, due canne da pesca (due canne da pesca? Sì: il Pagliuzza e Svacco passano le domeniche sul torrentello, zitti e buoni ad aspettare le carpe. “Ma posso fare una domanda? Avete le cuffie nelle orecchie, mentre aspettate che abbocchino?” “No.” “Cioè state fermi su un sasso in silenzio?” “Sì.” “Non ce la faccio a immaginarvi.”)
Giudiziosa ha portato, tra le altre cose, un mestolo di legno consumato dall'uso.
Io ho la passione della cucina, prof, da quando avevo cinque anni.”

La mattina dopo, arrivo e sempre lei mi chiede molto educatamente:
Le va bene se verso la fine dell'ora ci prendiamo cinque minuti per mangiare una torta?”
Certo, di chi è il compleanno?”
Di nessuno. Ma veramente le torte sono due, abbiamo fatto una gara io e Scatto.”
Ah, e come mai?”
Così, perchè ieri le ho parlato della mia passione per la cucina, e ho deciso di portarle una torta da assaggiare, poi ci siamo sentiti su Whatsapp con Scatto e ha detto che ne faceva una anche lui.”
Morale, mi sbafo due ottimi quadratini di soffice torta da colazione fatta in casa, una tutta al cioccolato e l'altra mezzo e mezzo.

Stamattina invece arrivo alla prima ora e mi sento dire:
Prof, vuol fare colazione adesso o più tardi?”
Torta di nuovo?”
TRE torte, prof!”
Ma oggi festeggiamo qualcosa?”
No!!!”

Così è nato lo scompleanno.

Oggi Giudiziosa si è schierata con la torta di carote, Frecciolina con la crostata alla crema di limone, e Scatto con un'altra torta morbida, ma stavolta nell'impasto c'era la Nutella, ed era una cosa da ululato.
La collega di sostegno, la Pianista, che è tornata da noi con un pancino di pochi mesi, titubava.
No è che il medico ha detto che sto prendendo troppo peso...”
La Pianista pesa, da incinta, due terzi di me. Ma nessuno forza una donna in gravidanza a mangiare. Poi però siamo lì che ci lecchiamo i baffi con tanto entusiasmo che la vediamo tentata:
Tu dici che è tutto cotto e che posso fidarmi?”
Ma sì, guarda, non so come si fa la crema di limone, ma le altre due sicuramente in forno ci sono state tutte intere, poi è roba fatta in casa, non penso sia pericolosa...”
Si lancia vogliosa sulla torta di carote e poi, con aria appagata, ci si beve sopra il tè della macchinetta, mentre io con un caffè tento malamente di mandare giù la botta di calorie che ho preso assaggiando tutti e tre i capolavori.
Fuori pioviggina e fa caldo: invece che in cattedra, adesso me ne starei volentieri su un divanetto, coi calzerotti ai piedi, la pancia piena di roba buona e una vaga sonnolenza, a chiacchierare con questa misteriosa, affascinante nuova classe. 

Peraltro non posso farlo: sono la coordinatrice e ho delle responsabilità. Vi anticipo solo che la Bottadicoca è passata da “Sono una bella classe, ma vanno svegliati un po', motivati, accolti, sono spenti, dobbiamo scuoterli!” a “Non gliene frega niente! Io spiego e questi mi guardano con aria di sufficienza! Sanno tutto loro, si credono furbi, sono MALEDUCATI! Sgamo, Svacco, Scatto e Svampo sono indecenti! Sgamo guarda che è uno che se lo fermano i carabinieri va dentro per oltraggio a pubblico ufficiale, è strafottente, mi tratta come una sua pari, a quello gli va bene se non finisce in carcere minorile!!!” e altro rumore indistinto a volume altissimo, con gesticolazioni scomposte e anatemi, piaghe della Bibbia, predizioni di sventura e minacce di devastazione.

Oh: voi non potete capire quanto gongolavo io, con la pancia piena di torta deliziosa, dopo tre ore di lezione che non mi erano pesate per niente, una e mezza delle quali passata a spiegare l'evoluzionismo, partendo, sulla LIM, da una lezione universitaria in inglese che ho ascoltato sabato su Internet e gli ho riportato paro paro oggi traducendogliene dei pezzi interi. E quelli ci stavano eh. Poi ho dato cinque note per compito non svolto, per carità. E non mi faccio illusioni: domani devo iniziare a interrogare di Geografia e so già che troverò degli abissi insondabili di impreparazione in alcuni. Però stamattina, prima di abbuffarci di torta, discutevamo di scoperte sul genoma umano pubblicate nel 2010 sulla base dello studio di una falange fossilizzata trovata in una grotta della Russia orientale: mica pizza e fichi, noialtri, i maleducati.
 
Comunque, quando s'è depositato il polverone sollevato dalla Bottadicoca in piena crisi professionale, ho chiamato da parte Sgamo. Sgamo, lo avete già capito, è l'amore a prima vista di quest'anno, nonché la mia missione nella vita dei prossimi nove mesi. E' uno di quelli che alla seconda lezione mi fanno sentire l'imperativo categorico di portarli dal "non c'ho sbatti di studiare" a un sudato e stragodutissimo nove di Storia.
Oggi non gli ho detto che ho questo obiettivo, e nemmeno che è molto intelligente (lo sa) ma dovrebbe applicarsi (lo sa) o che non deve comportarsi da genio irrequieto con me e da stronzo annoiato con la Bottadicoca (sa anche questo): gli ho spaccato gelidamente un mazzo così sul fatto che i MIEI alunni si DISTINGUONO per la buona educazione e che io NON VOGLIO PIU' SENTIRE discorsi su suoi comportamenti meno che corretti. Ho detto che ho chiarito alla collega, dato che è nuova, che da noi è prassi comune convocare serenamente i genitori alla prima esigenza di parlare, senza bisogno di avvisare il Consiglio di Classe o il dirigente, e che quindi non ci saremmo fatti scrupolo. Ho visto qualcosa nella sua espressione e non era paura, né inquietudine. Datemi retta, poi vi dirò se ho indovinato, ma ormai di esperienza ne ho un po' e quel che è passato nei suoi occhi per una frazione di secondo era: "lasci perdere, non serve a un cazzo". Vedremo poi se significa "a loro non frega niente di me", oppure altro. Comunque non ha fiatato, e quando è uscito dalla sala professori ho distintamente sentito un "grazie".
Non credo di aver vinto alcuna guerra con questo giovane personaggio, magari solo la prima piccola battaglia. Ma comunque quando sono arrivata a casa ero gasata e, lo so sono una brutta persona e una grandissima stronza presuntuosa, ma a voi lo posso dire, vedere la Bottadicoca incazzarsi, in mezzo ai suoi cestini di muffin alla Wisteria Lane, mi aveva messo di un umore spaziale.
Penso che con questa classe festeggeremo molti altri scompleanni.
 
 
 
 
 






























giovedì 2 febbraio 2012

auleintempesta featuring una che non lo rifarà,

il numero di parlare a voce alta di certe sue opinioni discutibili sulla vita e l'educazione dei figli, soprattutto se è seduta di fianco a una giornalista.

Scusate, ma la mia unica reazione a questo articolo è una goduria sconfinata per lo sputtanamento grandioso al quale la mamma imbecille si è esposta.

mercoledì 9 novembre 2011

Notizia lampo

...no, non è quella che pensate. Non mi sono messa ad abbracciare la gente per la strada piangendo di gioia. Per quello, dicevo a Sanguedelmiosangue, aspetto di vedere quel signore di schiena, mentre si allontana, e di sentire una sirena della polizia in sottofondo.

Volevo solo dirvi che oggi ci torno, ma stavolta col marito e vestita.

Dove sto andando?

...esatto.

martedì 31 maggio 2011

C'hai presente quando...

...hai fatto mille commissioni sotto un sole d'agosto, salendo e scendendo dalla macchina la cui temperatura, a ogni nuova sosta, passava da sauna a forno crematorio a interno di un reattore nucleare, e poi hai scaricato la spesa, sei rientrato in casa, ti sei tolto le scarpe, che avevi i piedi gonfi e rossi, le gambe doloranti, e la gola secca e la pelle del viso che tira per il caldo, e sei andato in cucina, hai aperto il frigo e ti sei stappato una bella birra fresca e hai dato due belle golate di delizia amara e refrigerante?

Che suono produci quando stacchi le labbra dalla bottiglia?

AHHHHHHHH!

Ecco. Quel suono lì.

lunedì 9 maggio 2011

Parlando d'altro 2: not yet married

Il fatto è che lo Zio Occhiblu e la Zia Mandrogna sono battisti. Non acquazzurra acquachiara, nana-na-nan-naa, ma protestanti. Sono pertanto battisti anche il Cugino Mandrogno e il Cugino Gervaso.

E invece la Mela Pausina è cattolica.

Io ero entusiasta all'idea di vedere finalmente un matrimonio interconfessionale.
Era una cosa carina: gli inni, le letture, il pastore e il prete insieme a celebrare.

Finchè la madre di lei non ha scoperto che, date le differenze dottrinali relative all'Eucarestia, verrà celebrato il matrimonio ma non si farà la comunione.

Guerra santa. Jihad. Crociata. Morte all'infedele, al rogo gli eretici.

Poverini, il Cugino e la Mela avevano una faccina devastata, sabato, blateravano con amarezza "ma potevamo sposarci in Comune anche noi?".
Ho istantaneamente deciso che avrei dedicato tutto il 28 maggio ad essere la miglior cugina acquisita che la Mela possa mai acquisire sposandosi e l'avrei coccolata e confortata tutto il tempo, se necessario.

L'Uomo ha cercato di consolarli dicendo che noi siamo sposati solo civilmente e ci riserviamo di fare un rito buddhista (metteva un po' il carro davanti ai buoi, anzi, nel nostro caso metteva il carro davanti ai criceti, dato che nessuno qua ha mai detto che io sono diventata buddhista e niente fa supporre che lui lo diventi). Io ho minimizzato dicendo che il buddhismo non prevede un rito matrimoniale.

Ma poi ho pensato: però la cultura tibetana e indiana il matrimonio lo celebra.

E guardate cos'ho scoperto!!!!!!!!!!!!

Ditelo che ora volete diventare buddhiste tibetane tutte quante.

(All'Uomo non l'ho ancora fatto leggere. Mi pare che per il momento ci siano sufficienti problemi di integrazione religiosa nella sua famiglia, non voglio impensierirlo.)

martedì 3 maggio 2011

E' che mi disegnano così

Si è sparsa, tempo fa, la voce che l'Inflessibile fosse CATTIVA.

CATTIVO, nel gergo scolastico, se detto di un prof, raramente vuol dire incapace. Però può voler dire, a seconda dei casi: genitori che difendono a spada tratta un figlio fannullone (è la professoressa che è cattiva), bambini che vomitano all'idea di essere interrogati di una certa materia (in tal senso, la mia delle medie di Lettere, alla quale da anni ogni santa mattina io mentalmente erigo un altare e sacrifico olocausti, era CATTIVISSIMA), classi ridotte al silenzio dal terrore di ritorsioni sadiche e decimazioni di stampo nazista (ho avuto una collega, ovviamente di Matematica, che li teneva in un tale stato di choc che, varie volte, entrando nella scuola di Paesino Sperduto, io ho chiesto al bidello: "ma dove sono i ragazzi?" perchè nelle sue ore, nell'aula della mia terza solitamente turbolenta, non solo non si azzardava a volare la proverbiale mosca, ma non si sentivano nemmeno frusciare le pagine).

L'Inflessibile E' cattiva. Nel senso che è fredda, compassata, seria, e pretende molto. Ma non è crudele, nè tantomeno ingiusta. Ed è decisamente LONTANISSIMA dalla definizione di incapace. E' una prof coi fiocchi, si ammazza di lavoro ed è severa con se stessa come non sarebbe mai capace di esserlo con gli altri. Abbiamo avuto alunni che lì per lì la detestavano, ma poi le hanno eretto monumenti, si è spesa con l'anima e il sangue per alcuni casi terribilmente spinosi capitati nella sua classe, si è guadagnata stima da parte dei peggio fannulloni. I suoi exalunni tornano in pellegrinaggio a trovarla, per dirle quanto se la passano di rendita alle superiori rispetto ad altri che vengono da scuole considerate migliori della nostra.

Solo che dà pochissima confidenza ai colleghi, e ha pestato un paio di calli alle persone sbagliate, tra cui la preside, e trattandosi di casini relativi a minorenni e coperti da segreto istruttorio non ve ne parlo qui. Perciò, quando si è trattato di liberare un posto per la Gattamorta, tra me e lei, che eravamo le ultime arrivate, hanno deciso di eliminare lei e di tenere me. E si sono messi a farle un mobbing spietato.

E' finita solo quando è stato chiaro (nel senso di scritto nero su bianco in una comunicazione protocollata) che avrebbe messo di mezzo un avvocato se la preside si fosse permessa ancora di dirle come doveva lavorare e di metterle i bastoni tra le ruote.

Nel frattempo, però, lei si è anche fatta dell'autocritica, per controllare se davvero il suo modo di lavorare poteva dare adito a traumi negli alunni (come le faceva notare la preside, cavalcando le lamentele di due famiglie di rompicoglioni); e siccome di me si fida, ha tentato un confronto con le mie metodologie di valutazione e di insegnamento.

Che a me serviva, perchè lei è più brava di me in questo mestiere e io spesso cerco di spronarmi a tenere il passo con i migliori. Quindi con onestà ci siamo sciorinate i rispettivi registri, e spiegate i metodi di lavoro.

E ne sono uscita scioccata.

Perchè, se voi mi vedete sul lavoro, io sono quel tipo di prof con i jeans e le collane di bottoni che fa lezione appollaiata sul banco vuoto, che mette la musica in classe, che si siede a mangiare sul prato, che fa le vocine e le vocione per far ridere i primini, che abbraccia quella che piange e quello che si sente male, che risponde ai messaggini e scherza su Facebook. I bambini solitamente vanno a casa contenti e le madri sono serene.
Quando tornano a trovarmi, gli exalunni mi raccontano del divorzio dei genitori, delle loro storie d'amore, di chi si fa le canne, di chi marina la scuola, dei loro sogni e progetti per il futuro. Solo marginalmente delle loro esperienze scolastiche. Insomma, mi pare che con me abbiano confidenza.

Ma se voi aprite il mio registro e quello dell'Inflessibile, scoprite che tutte e due:
- facciamo fare un numero mostruoso di prove scritte
- diamo dei quattro come se lanciassimo manciate di riso a un matrimonio
- non interroghiamo per far recuperare, a differenza di molti colleghi
- tartassiamo la gente con argomenti, approfondimenti e progetti di tipo veramente tosto
- non la mandiamo certo a dire ai genitori nè indoriamo alcuna pillola
- se c'è da bocciare, bocciamo.

Se ci sentite fare un cazziatone a un ragazzo, noterete che lei sibila con voce tagliente, io invece urlo da buttare giù i muri, e tutte e due causiamo regolarmente delle crisi di pianto inconsolabile con le nostre sgridate. Se nel corridoio becchiamo qualcuno che fa qualcosa che non deve, a distanza di otto metri sia il mio sguardo che il suo possono ridurre un ragazzino a inginocchiarsi alzando le mani sopra la testa e implorando pietà.

Ma facendo un serio confronto sul metodo di lavoro, sono emerse delle cose che non mi sarei aspettata.

Lei ritira i quaderni con la formula del controllo a campione. Tutto l'anno. Io lo faccio solo nei casi di emergenza.
Però:

- tra noi due, solo io interrogo a tappeto, che è una cosa che ai ragazzi fa una paura fottuta



- battendomene allegramente della politica condivisa sulla carta coi colleghi in materia di valutazione, io dò dei tre, dei due, degli uno e mezzo e anche degli zero virgola cinque



- ho dato punizioni come far copiare INTERI CAPITOLI del libro di Storia, scrivere cento volte la stessa frase, fare tutto un compito in classe sulle ginocchia in corridoio



- nonostante una regola inserita apposta per me, e scritta chiara nel regolamento scolastico che genitori e ragazzi devono leggere e firmare a inizio anno, continuo imperterrita a dare punizioni collettive e compiti a sorpresa quando mi scasso veramente le balle



- ma soprattutto: l'Inflessibile interroga su trenta pagine precise di storia o geografia, facendo le interrogazioni programmate decise con settimane di anticipo. In occasione del nostro confronto professionale, ho fatto caso a quante pagine chiedo io in un'interrogazione di storia, e SENZA ALCUNA FORMA DI PROGRAMMAZIONE DEI TURNI. Variano da quaranta a cinquanta, a seconda del contenuto.

Conclusione: l'Inflessibile non sa neanche da dove si comincia a essere CATTIVA. E io, checchè ne dicano alcune madri, sono BUONA quanto una pianta carnivora e velenosa con attraenti fiori profumati e colorati. Sono quella che alle medie io avrei considerato UNA VERA STRONZA.

giovedì 10 marzo 2011

Hey sista, go sista, soul sista, flow sista...

Onestamente, ne avrei anche un po' le balle piene che ogni anno, all'epoca dei trasferimenti, la Bestia Nera, la Stronza di Arte e il Troll, coadiuvate da Celhoduro, mettano in giro le solite voci false sulle cattedre che non vanno a ruolo e sulle prime che diminuiscono.

Mi pare che, se una vuole mettersi in casa la Gattamorta* al posto mio, certo può fare un tentativo di vedere se io ci casco e non chiedo di restare, il primo anno, ma poi, quando per la quarta volta io dimostro di aver parlato col sindacato e il provveditorato e di aver fatto bene tutti i miei calcoli, è un po' inutile continuare a cercare di farmi arrivare news false per confondermi.
Anche perchè, dopo cinque anni che bazzico la scuola, anche fossi completamente cretina mi sarei un attimino intagliata il fatto che, a ripetere come un mantra che non si sa chi verrà di Lettere l'anno prossimo perchè forse non c'è cattedra, siano sempre le solite: il Troll (la migliore amica della Gattamorta), la Stronza di Arte (la migliore amica della migliore amica della Gattamorta), Celhoduro (che con la Stronza di Arte e con la Gattamorta stessa è così intimo da far sollevare fastidiose insinuazioni: agli alunni, non a noi adulti che tendiamo a farci i cazzacci nostri in certi campi**; se poi gli alunni siano voce della verità o meno, è da stabilirsi), e la Bestia Nera, cioè le quattro persone con le quali, giriamola come vogliamo, io non riesco ad andare d'accordo.

[* La Gattamorta è figlia di un partigiano molto famoso in paese divenuto senatore della Repubblica, e nipote della colonna della parrocchia locale. Quindi ha uno stuolo di leccaculo, comprendente anche la preside, che da anni cerca di far saltare il posto a me (con questioni di punteggi) e/o all'Inflessibile (sgradita perchè inflessibile e torturata con vari tipi di mobbing, finchè non ha fatto protocollare una lettera che conteneva la formula magica "mi riservo di adire le vie legali"), per liberare il posto a lei.
** Vi assicuro, perchè l'ho provato, che quando in un istituto scolastico ci sono due colleghi ambedue sposati che vanno a letto insieme e lo sanno tutti, è veramente un casino per gli altri. (Non credo sia questo il caso dei miei attuali colleghi, ma anche fosse noialtri ci comporteremmo come il gatto quando il riccio va a mangiare nella stessa sua ciotola: fingendo che sia invisibile.)]


Solo ieri la Bestia Nera ha fatto una supplenza nella mia terza, non perchè fossi assente io, ma perchè mancava la F., e con me presente in servizio nel corridoio a fianco si è permessa di fare lezione e iniziare un argomento nuovo***, di Storia****, e non, attenzione, un argomento generale tipo "la scienza e la tecnica alla fine dell'Ottocento": LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
La prima guerra mondiale, cazzo. No, adesso lo ribadisco. Tu ti coltivi una classe per mesi per spiegare le guerre mondiali come Dio comanda, arriva una dall'altra sezione e spiega la Triplice Alleanza e la Triplice Intesa, dal nulla. Mentre io, che sto facendo fare il tema alla I C, sto interrogando tre persone, proprio di terza, e proprio di Storia, in un'aula a sei metri in linea d'aria.
MA VAI IN CULO.

[*** Non scavalcare un collega spiegando al posto suo è uno dei dieci comandamenti non scritti propri della mia professione.
**** Se proprio devi dare fastidio alla Castagna, che è una che si smazza compresenze scomode, insegnanti di sostegno inutili o dannosi, bidelle rompicoglioni, genitori idrofobi o appiccicosi sempre con il sorriso sulle labbra, devi toccarle i suoi ragazzi e le sue materie. E se vuoi che ti morda proprio, tra queste materie devi scegliere Storia.]

Mi sono incazzata così tanto ma così tanto che l'ho persino detto ai ragazzi.
Che le arrivi pure, non me ne frega un cazzo, io non vado a insegnare Storia nelle classi degli altri.

La Stronza di Arte poi mi odia proprio, mi guarda come se vedesse un topo morto quando le parlo, abbiamo ridotto al minimo le interazioni perchè io posso anche essere gentile e collaborativa, lei evidentemente no.

Beh. Oggi sono arrivati i Francesi della scuola gemellata con noi. Adulti e ragazzi. Hanno bussato alla porta della III B e chiesto di poter vedere Pasticcino Svizzero e Bimba Stupenda, che ospitano due delle ragazzine: e sotto il mio deliziato naso la collega di Arte ha comunicato a tali Julie e Justine che avrebbero dormito a casa di Pasticcino. Ma invece di dire "Vous allez dormir chez..." ha detto "vous allez coucher avec..."

Questo mi ha veramente, veramente, veramente migliorato la giornata.

Di brutto, proprio. Sono meschine, ma sono comunque soddisfazioni.





Giuchie Giuchie ya ya dada, Giuchie Giuchie ya ya here... oh yeah!