Venerdì
ore 08.30
Dovevo
entrare alle 10,45 al lavoro ma sono entrata alle 08,15. Sono andata
prima perchè doveva venire la zia – madre affidataria di Deboroh
con la certificazione della neuropsichiatria infantile sull'handicap
di Deboroh medesimo. Certificazione che la zia possiede da LUGLIO ma
che arriva venerdì tre novembre, quando è un po' tardino per
chiamare un insegnante di sostegno eh.
Zia
cerca di dare buca.
Impeccabile
si agita.
Io
prendo telefono.
Zia
alza culo di fronte al mio imperioso “sono entrata due ore e mezzo
prima apposta per incontrarla signora”.
Zia
arriva con cuginetta di Deboroh, duenne, sporca come un animale e
completamente piena di croste di varicella. Bimba tocca ovunque,
corre ovunque, tende le mani verso il barattolo delle caramelle della
sala prof, prendo io una caramella per lei prima che lo scagli in
terra, gliela do, la succhia e la SPUTA sul pavimento.
Il
foglio della certificazione è incompleto, gli altri fogli cui fa
riferimento zia non li ha portati, manca una visita all'ASL col
medico competente, Impeccabile mentre zia porta via bimba zozza si
agita, io la fulmino e scandisco: “ser-vi-zi”, lei si agita “eh
magari sentiamo l'assistente sociale dopo che la zia ha portato
Deboroh al controllo”, io la rifulmino e abbaio “no no PRIMA, e
poi chiamiamo la NPI per segnalare che manca un pezzo, e poi
richiamiamo la zia per verificare che ci vada, al controllo”.
Impeccabile
annuisce, mortificata.
Bidella
lava pavimento dove bimba zozza ha sputato caramella.
Io
mi allontano saettando maledizioni.
Venerdì
ore 12,00 circa
“Quando
posso recuperare?”
“Mai,
direi, visto che oggi era l'ultimo giorno.”
“Ma
prof...”
Non
do spago.
Quantoso'bono
non insiste. Sono ventisei, e venticinque di loro (anche Diddle, che
è totalmente spastico e non parla) hanno portato, come da programma,
il loro frammento di presentazione in Word, in .ppt, o in
qualsivoglia altro formato, contribuendo almeno con un pezzettino
alla megaricerca collettiva sul vulcanesimo. Lui ha dichiarato che
non c'era, il suo pezzo, nella cartella organizzata dall'Impeccabile
sul pc della classe.
Lo
abbiamo cercato nelle altre cartelle, se per caso un trascina e
incolla avesse scombinato i file. No eh, non c'è da nessuna parte.
Boh. Quattro. Non faccio in tempo a mettere i voti sui diari, ma è
chiaro che è un'insufficienza, a essere onesti sarebbe un due, ma
poi è la prima volta che non sento ragioni e non accetto posticipi.
Quattro può bastare.
Venerdì
ore 14,40
Sono
seduta in bagno a casa mia, sto facendo la seconda pipì della
giornata. Il mio cellulare prende a squillare a raffica: sei chiamate
di fila da un numero sconosciuto. Tra la quinta e la sesta chiedo di
identificarsi. E' la mamma di Quantoso'bono che vuole capire come mai
il figlio ha preso quattro, se la ricerca l'ha portata.
La
informo via messaggio che i materiali non sono stati presentati dal
suo bellissimo quanto rognosisssimo figlio. E suggerisco di parlarne
lunedì (e che cazzo sono pur sempre le tre meno un quarto di
venerdì, io sono a scuola ogni mattina e vari pomeriggi, anche fuori
dal mio orario). Si scusa e specifica che i materiali erano sulla
chiavetta. Quale chiavetta, rispondo io, in termini un po' più
articolati. No chiavetta no party, il bel bambino si tiene il
quattro.
Lunedì
ore 07.45
L'Orsone,
che in meno di un mese è diventato la mia non dolce ma perfida metà,
mi sta caricando come al solito di caffeina senza rimorsi. Morirò di
orrendi problemi circolatori, perchè ogni volta che mi vede andiamo
a prendere un caffè, non so quanti ne assuma lui in un giorno, però
è alto e pesa il doppio di me. Scrivendo ciò, formulo
inevitabilmente un pensiero (a dire il vero con un senso di sollievo)
su come mi sentirei se fosse il Magnifico che, ogni volta che mi
vede, mi toglie praticamente di peso da quel che sto facendo per
portarmi nello stanzino. Quasi al buio, tra l'altro, perchè è
presto e piove. Ma io e l'Orsone nella semioscurità tramiamo meglio
piani malefici, vendette trasversali, punizioni da manuale, trappole
di morte.
Parentesi:
ieri Missile Coreano (suona meglio di Testata Nucleare, e il concetto
è lo stesso) mi ha accolto, mentre tornavo dal bagno, con due dita
messe a croce davanti a sé, in stile “vade retro Satana”. Io
l'ho guardato senza sorridere e gli ho detto “Missile, la mia
oscura potenza non viene fermata da questi mezzucci, io entrerò
ugualmente”. E' fuggito verso il suo banco.
Comunque,
io e l'Orsone siamo lì che ci affiliamo le zanne per sbranare
bambini, e arrivano Quantoso'bono e madre. Accolti sulla porta del
tenebroso stanzino, con spiegazione mia su quanto accaduto venerdì,
e aggiunta del collega: “Settimana scorsa ho dato delle domande di
scienze, da fare scritte, è stato a braccia incrociate e ha
consegnato in bianco”. Madre: “A.? Cos'hai da dire?”
Quantoso'bono
abbassa le lunghe ciglia e tace. La chiavetta con la ricerca c'era,
ok, la madre giura di avergliela messa lei personalmente
nell'astuccio. “Però signora, se lui non lo dice...” “Certo,
capisco...” “Perchè ti opponi così, A.?” Ciglia. Occhi
lucidi. Mascella contratta. Silenzio.
Torchiato
un po' il bello e inutile, senza risultato, io affermo che ora lui
può andare, lui va, la mamma resta. Poi guardo l'Orsone, gli invio
il messaggio subliminale “mo' je faccio er cucchiaio”, e entro
secca:
“Signora,
scusi se chiedo, ma la ragazzina la vede ancora?”
La
ragazzina è l'Orientale. Con la quale Quantoso'bono limonava
furiosamente da mesi, quando l'abbiamo bocciata. E che si è
trasferita in città.
“Uh
non me lo dica, no che non la vede più, li abbiamo allontanati, sa
com'è, E. aveva preso dei brutti giri... Poi due o tre volte si è
fatto accompagnare a Piccola Svizzera per vederla e lei non c'era nemmeno.
Allora gli abbiamo detto di lasciarla perdere.”
“Mmm
e questo quando è successo?”
“Da
poco, due settimane fa.”
“Ecco
vede, non sarebbero fatti miei eh, però in effetti più o meno due
settimane fa A. era talmente fuori che CAMMINAVA SUI SOFFITTI, invece
di stare fermo nel banco.”
Madre
annuisce, capendo benissimo cosa intendo. Collega assiste al mio goal
assestato con precisione chirurgica e annuisce. Annuisco pure io e
dico che magari proverò a parlare a Quantoso'bono.
...continua...