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domenica 11 dicembre 2011

auleintempesta featuring Claudia Sarritzu

Leggete, e meditate.

Una cosa è chiara. Qui è come all'epoca del giudizio universale: c'è da rifare il mondo. Ma bisogna che ci facciamo furbi e, la prossima alleanza che stabiliamo, siamo ben sicuri di stabilirla col dio giusto.

Che stavolta però deve essere una donna.




'ntu culu a Noè.

lunedì 5 dicembre 2011

auleintempesta featuring un altro esempio di come siamo ridotti

http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2011/11/30/SCUOLA-Perche-da-un-docente-malvestito-si-impara-meno-/2/225548/

A parte l'orrore che mi suscita l'idea che questo articolo stesse in una pagina intitolata "educazione".

A parte che 'sta settimana, tra i deliri di padre Amorth, il privo di vergogna del post precedente, e quest'altro, mi sembra di essere finita in un incubo.

Comunque ci tengo a riportare qui quanto già detto sul blog di Ellegio:

E’ da discorsi sconclusionati e incredibilmente cretini come questo articolo che si vede la differenza tra un ignorante e un professionista.
Io sono una professionista, giro in jeans, maglia e scarpe da ginnastica, faccio un favore ai miei alunni maschi di terza se mostro poca gamba e zero seno, e se a giugno con trentaquattro gradi ho l’ascella pezzata è perchè sto lavorando sodo da ore, e posso andarne fiera, anche se ovviamente desidero tanto andare a casa a farmi un’altra doccia oppure trovare tre minuti per ficcarmi in un bagno e darmi una deodorata.
Questo signore è un coglione fatto e rifinito e le sue argomentazioni, magari profumate di costosa colonia, sono quelle di una mezza sega influenzata dai premier in maglia senza colletto o peggio a torso nudo, alla Berlusconi e alla Putin, per i quali conta solo quello che così bene riassunse un altro coglione una volta da Santoro, insultando pesantemente una docente precaria: “lei è giovane e carina, sorrida e la smetta di lamentarsi” . Mi fa pena.

auleintempesta NOT featuring quel decerebrato di "giornalista"

Qualcuno di mia conoscenza scrive sulla bacheca dell'idiota di cui sopra (al quale non intendo fare pubblicità anzi dedico una bella damnatio memoriae):
lei è un ignorante di una categoria così infima che non dovrei neanche sprecarmi a commentare. E' chiaro che il suo stupido articolo offensivo meriterebbe una querela da parte di chiunque abbia un po' di sale in zucca, non entro neanche nel merito del discorso sull'istruzione, salvo dire che sono estremamente contenta di vedere che qui sotto ci sono anche molti uomini che le danno dell'imbecille. Invece le voglio dire una cosa a nome di tutte le donne intelligenti e in gamba (che lei evidentemente non ha la fortuna di conoscere, e non mi stupisce, dato l'ambiente lavorativo in cui si muove) che come me non hanno avuto la fortuna di poter essere madri: lei è anche crudele nei confronti di chi la maternità se la deve sudare. Dovrebbe vergognarsi finchè campa di essere stato così meschino

martedì 8 novembre 2011

I have a dream

Cadi, ti prego.

Stavolta cadi.

Mandatelo via. Mandiamolo via.

Lo so che dopo le cose non miglioreranno, lo so che fosse lui l'unico problema saremmo fortunati.

Lo so che non è politically correct, nè a tutti gli effetti utile, e nemmeno intelligente o sensato nutrire questo desiderio.

Ma dopo diciassette anni, e specialmente dopo gli ultimi, è umano avere un bisogno spasmodico di svegliarsi in un mondo dove non ci sia più lui a capo del governo.

Non può piovere proprio per sempre.

sabato 24 settembre 2011

Il seguito della storia

Ve l'ho detto che 'sta settimana era un incubo...
Comunque vi devo il resoconto di com'è andata a finire l'altro giorno.

1. La denuncia sociale

La professoressa si trasforma in un'idra a sette teste (non nove, perchè abbiamo otto classi e in una ero appunto appena entrata) e, lanciando i lunghi colli a serpeggiare per i corridoi, infila una testa per ogni classe, andando a dire a tutti cos'è successo e chiedendo al grande eroe che reagisce al controllo antiscopiazzatura con le intimidazioni di stampo mafioso di farsi riconoscere, prima che la cosa passi in mano al vicepreside e diventi un problema di tutta la scuola. Orrore dei colleghi, che vedono, come del resto vedo io, in questo gesto un segnale pessimo.

2. La bella sorpresa: la preside collusa

All'intervallo non è ancora venuto nessuno a cercarmi. Io ho fatto lezione in I A dopo aver dissuaso le creature dal compiere indagini, fare ipotesi strampalate e cercare indizi.
Mi si avvicina la preside:
"Non è saltato fuori il responsabile?"
"Non ancora. Ma se non scopriamo chi è cosa facciamo? Voglio dire... non possiamo mica lasciarla passare così!"
"Eh però è un po' un problema, ci sono ragazzi che arrivano magari coi genitori alle otto meno uno, e loro non possono essere stati, per cui..."

Non ci credo. Non ci credo. Sta dicendo che se non si autodenuncia nessuno questa cosa passa in cavalleria?

La fulmino con gli occhi, stringo le labbra e non dico niente. Almeno si fosse sbattuta a farlo lei, il giro per le classi. Per fortuna che il Gigante deve aver provveduto a rincarare la mia dose. Comunque alle dieci passate, mentre io mastico amaro in sala professori, non si è ancora visto nessuno.

3. La dura lex

Poi compare una faccetta nordafricana visibilmente tesa. Mai visto nè conosciuto. Si autoaccusa. E' un alunno di terza dell'Inflessibile.
Mentalmente inneggio all'Inflessibile e ai rigidi standard morali che cerca di instillare nelle sue classi.
Gli comunico a) che non capisco cosa sperasse di ottenere b) che ha fatto bene a autodenunciarsi c) che devo dargli una nota sul registro. Gli si riempiono gli occhi di lacrime, passa chiaramente sul suo viso il pensiero: "ma come, io mi costituisco e tu mi punisci?"
Ho alternative? No. E infatti glielo spiego.
La nota gliela mette l'Inflessibile, da me controfirmata, dopo che lo ha tenuto in corridoio un quarto d'ora a cercare di farsi spiegare i motivi di un gesto del genere.

4. La frecciata

Passo la mattinata in sala prof, ci sono mille cose da fare, poi quando viene la preside le dico che abbiamo trovato il responsabile, abbiamo applicato la sanzione, e aggiungo: "Naturalmente mi sono complimentata con lui per essersi preso le sue responsabilità e HO FATTO FINTA che in caso contrario avremmo preso provvedimenti su tutta la scuola."
Ride, bella stella.

5. La riflessione

Dopo un'intensa oretta di scambi tra gruppetti di colleghi, tra colleghi e preside, etc, la sala prof si svuota, e restiamo io e la Compagna Collega.
Io: "Posso dire una cosa che deve restare in questa stanza? Io come insegnante ho ancora molto da imparare, ma ho già chiarissimo come NON mi comporterei se fossi una dirigente."
La collega ride, mi stringe una spalla, e va via.

6. La consolazione

Almeno, così, c'è stata, il giorno dopo, la possibilità di parlare con la II C dei valori importanti nella vita, del mondo dei furbi, del tentativo fatto da genitori e professori di educarli a qualcosa di meglio dello schifo che attualmente ci circonda.

7. Nota bene

Lunedì mattina rifaccio il giro delle classi nella mia mezz'ora di sorveglianza. La testardaggine a casa mia è considerata una dote.

lunedì 22 agosto 2011

TREMATE TREMATE LE CASTAGNE SON TORNATE

Cominciamo dalle scarpe. Sandalini bianchi eleganti con tacco.
Pantaloni. Lino, verde mela. Lunghi.
Camiciolina trasparentissima impalpabile di cotone, smanicata e con ruches leggerissime intorno a gigascollatura.
Rossetto caramel. Ombretto oro. Dose meno generosa del solito di fondotinta perchè l'abbronzatura degli ultimi due gg in montagna copre finalmente le occhiaie.

Agenda.
Valigetta.


Cazzo, stamattina ero così uno schianto che se mi fossi incontrata mi sarei trovata irresistibile. Chi non vorrebbe avere una prof così figa e SOPRATTUTTO così di buon umore.

Ero al top.

Per ora, incredibilmente, ci sono rimasta. Nonostante l'assenza della dentista che deve impedire alla cosa che mi sta succedendo in bocca di diventare veramente grave. E nonostante una fila alle poste di quartiere, con tre impiegate tre tutte lentissime e disorganizzate, di cui una pure sgarbata. Indovinate un po' da quale dovevo andare io. e per ritirare un conguaglio delle tasse, oltretutto. E nonostante un principio di congestione preso nel fare la fila al banco del super per comprare la bresaola (le ruches la gigascollatura e la stoffa impalpabile sono fortemente sconsigliate in questi casi).

Si vede che non ce la facevo più a stare a casa senza lavorare.

Si è visto anche oggi pomeriggio, quando dopo l'ennesimo babyscazzo col marito (baby perchè dura quaranta secondi quanto allo scontro verbale, ma è violentissimo) gli ho servito il piatto che lo attendeva da giorni: "Ohi, bello, guarda che qua in casa a parte lavarmi i piatti e tirar giù le tapparelle quando partiamo non hai mai più fatto un cazzo, te, da quando siam tornati dal mare."
Sfanculatio virulenta dell'Uomo.
Imperturbabile, dati alla mano e con quattro frasi, gli ho dimostrato che non ha mai più caricato una lavatrice, nè steso un bucato, nè cambiato un lenzuolo o (mai sia!!!) rifatto un letto (credo che i letti rifatti da mio marito in dieci anni stiano comodamente sulle dita delle mani e dei piedi di una persona sola, pensandoci), o passato una volta l'aspirapolvere, o stirato una maglietta, o se è per questo (non l'ho neanche detto ma è sottinteso) preparato un pasto in una di queste belle giornatine torride, ma nemmeno in quelle fresche; e dire che, da quando la Fata Romena è giustamente andata a trovare sua madre in Romania, di lavoro in questa casa non ne mancherebbe, e dire anche che il mio è notissimo presso le mie amiche per essere un rarissimo esemplare di Uomo Che In Casa Dà Una Mano... ma tant'è, se a casa c'è lei, perchè lui deve fare i lavori???

Beh, una notizia: LEI ADESSO LAVORA DI NUOVO.

HAHA!!!

In effetti deve aver colto che questo concetto era l'inevitabile risultante della mia microsfuriata, perchè, santiando e cristonando, ma a lavare i piatti c'è andato e (cosa da cui capisco che ho vinto l'incontro) ci è andato SUBITO.


Insomma, io adoro la mia vita vera.




lunedì 9 maggio 2011

Dai, venitemi a prendere - auleintempesta featuring GattoMur

Ecco, quando noi di sinistra abbiamo cominciato a rompere i coglioni facendo i disfattisti e gli allarmisti e dicendo che c'era un clima di dittatura, che presto avrebbero fatto i roghi dei libri e che saremmo finiti a doverci tesserare per poter insegnare nella scuola pubblica, come negli anni Trenta, ecco, intendevamo che presto si sarebbe arrivati a questo.

Bene. Allora io da oggi, oltre a seguire LGO da cui traggo la notizia, seguo anche GattoMur, e lo Scorfano che a sua volta è la fonte di LGO.

Venitemi a prendere. Venite.

Ridicoli colonnelli, avete la coscienza così sporca che vi farebbe comodo che le persone intelligenti in grado di criticare se ne stessero tutte zitte.

COL CAZZO. Non siamo più sotto il fascismo e non vogliamo tornarci.

martedì 12 aprile 2011

Complimenti (al chirurgo estetico laureato per posta che le ha distrutto la faccia)

SCUOLA: CARLUCCI, ISTITUIRE COMMISSIONE SU IMPARZIALITA' LIBRI DI TESTO

(ASCA) - Roma, 12 apr - Una proposta di legge per istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta sull'imparzialita' dei libri di testo scolastici. A presentarla Gabriella Carlucci, deputata del Pdl e membro della Commissione Cultura.

''Il problema esiste - afferma Carlucci - ed e' sentito da molti docenti e studenti, ovviamente da quelli che si avvicinano alla storia in maniera imparziale, desiderando conoscere diverse interpretazioni storiografiche senza alcuna forzatura politica, come sarebbe doveroso. Sono sicura che la Commissione Cultura sapra' decidere in materia con grande equilibrio. Chi grida allo scandalo non si rende conto che la mia e' una proposta per fare chiarezza in una materia molto delicata. Non c'e' alcuna volonta' di mettere libri all'indice ma di fornire ai nostri ragazzi diversi punti di vista in materia storica. In questo senso internet e gli attuali strumenti elettronici potranno essere molto efficaci''.


Non che io abbia voglia di commentare. Capiamo tutti bene a cosa puntano questi discorsi.

Dico solo due cose.

Una, che due anni fa l'Inflessibile diceva già che saremmo arrivati al testo unico di MinCulPoppiana menoria.

E l'altra, che va benissimo. Da quando mi son montata la testa, cioè dopo tre anni consecutivi nella stessa scuola, ho chiaro in mente cosa voglio fare. Dettare gli argomenti che sui libri non mi convincono, non in senso politico, ma per tipo di esposizione o per gli esercizi che ci mettono, prendendo e semplificando a misura di bambino da testi universitari. In realtà, di storia e letteratura lo faccio già, ma potrei arrivare a far risparmiare sull'acquisto dei testi.

Non potete fermare la cultura. Ma non ne avete idea, perchè non siete gente di cultura. Non avete mai letto Bradbury, mi sa.
Rideremo sulle vostre rovine, e lo sapete benissimo: state agitandovi per i libri di storia, è logico, perchè vi brucia pensare cosa si dirà di voi tra dieci anni. Ma chi ha visto cosa avete fatto all'Italia se ne ricorderà, anche se le informazioni dovessero sparire da tutti i libri.

sabato 12 marzo 2011

Oltre la didattica

A me non piace dire di no alle persone che propongono un'attività per i ragazzi.
Io non accompagno in gita, quello no. Però in questi 9 anni ho seguito progetti di tutti i tipi, partecipato a conferenze e eventi con le mie classi, fatto mercatini, mostre, scambi culturali, spettacoli teatrali, giornalini, e in generale quando qualche collega ha bisogno dei miei alunni per qualsiasi cosa, dalla gara sportiva al laboratorio di cucina, dalla preparazione di un manifesto alla presentazione della scuola ai più piccoli, io sono favorevole e disponibile, non brontolo e anzi incoraggio.

Perchè che ne sapete voi di cosa può servire a un ragazzino per imparare. Mica ci sono solo la storia e la matematica, nella vita.
Capita il bambino con handicap che si scopre bravissimo a impastare la pizza, lo straniero umiliato quotidianamente dalla fatica di capire una lingua nuova che però è capace di stare a capo di una squadra di suoi pari e far loro allestire un palcoscenico, o semplicemente il bambino timido, quello disadattato, quello in crisi, quello in lutto, quello con la delusione d'amore o lo sfigato coi brufoli, che però, messi in una situazione diversa dallo stare nel banco a subire, brillano per qualche capacità, o si sentono solo un po' sollevati e rincuorati.
Capita lo strafottente insopportabile che diventa un agnellino affettuoso se c'è bisogno di riordinare la biblioteca e sta un'ora e mezza solo con un professore. Capita l'agitato che tutto ma non fatemi stare seduto, e magari, messo a fare un lavoro pratico, anche di precisione, si scopre che è attento. Capita la divetta che presa da parte e messa a decorare tartine o ad appendere festoni svela aspetti infantili e coccoloni. Capita il protagonista che, nel fare un cartellone con due o tre di quelli che nemmeno calcolerebbe nell'intervallo, diventa disponibile e collaborativo.

Negli anni ho infilato come perle in una lunghissima collana momenti dorati in cui, magari sola con due o tre di loro per volta, ho scoperto aspetti nuovi e raccolto confidenze. La serenità negli sguardi di alcuni di loro mi ha ricaricato le batterie dopo ore di spiegoni, rimproveri, corde vocali tese e frustino.

Poi anche se chi li porta fuori è un collega sono favorevole, appunto per questi motivi. E' bello e giusto, soprattutto in una scuola di paese, in una campagna dove non tutti i genitori possono permettersi corsi pomeridiani o svaghi in giro per il mondo per i loro figli, che ci siano tante iniziative.
A me fa piacere che arrivino ai nazionali di tamburello o di bowling, che scoprano il tchoukball, che tornino con le medaglie o coi premi di un concorso, che vadano a intervistare i lavoratori, che mi raccontino com'è andata la competizione di scacchi o la gita al Lago Maggiore, la visita al museo o la partecipazione a un evento del Comune.

Però vorrei sapere, vorrei proprio sapere, chi ha organizzato il gemellaggio coi Francesi e che cazzo aveva in testa.
Giovedì sul tavolo della sala prof c'era un editto che specificava in quale ora e in quale classe gli alunni stranieri avrebbero dovuto svolgere attività. La I C e la III B non c'erano.
In mattinata, l'arrivo del pullman degli ospiti francesi mi distrugge la scarsa concentrazione della III B. Il passaggio della collega di Arte che presenta le mie ragazzine a quelle che devono "coucher avec" loro (...) scatena l'entusiasmo frenetico dei soliti mandrilli: in effetti il gruppo francese è soprattutto composto da femmine e di queste un bel po' sono le classiche francesine bionde e angeliche. Poi Terremoto, Cuba, Punta di Diamante e Timido Carino vengono coinvolti dalla bidella Rambo nella preparazione dei tavoli per la mensa allestita in auditorium, e per un po' partecipo anche io per sorvegliarli.
Solo che, dopo questi eventi emozionantissimi, non riesco più a far lezione, fanno casino, sono distratti e alla fine li faccio uscire prima dall'aula per l'intervallo, perchè non combinano un tubo. Al pomeriggio con la collega Milady sono talmente insopportabili che lei mi telefona la sera per chiedermi di prendere provvedimenti.

Venerdì mattina arrivo da Paesino Blu piuttosto scocciata (alle otto e zero cinque stavo firmando una nota sul registro: Franti accende un fiammifero in classe) e appena arrivo l'Inutile mi dice che mi manderà in classe quattro studenti francesi perchè vorrebbero seguire una lezione. Io, a malincuore dato che lei è sempre molto gentile, la supplico di lasciar perdere la mia classe perchè ho bisogno di cazziarli, di fare una prova di recupero e di farli lavorare come negri per recuperare la giornata buttata e ristabilire la disciplina. Lei acconsente. Io vado a controllare il foglio con gli impegni e scopro che la III B è stata aggiunta tra capo e collo nella notte tra giovedì e venerdì alle classi coinvolte nel gemellaggio.
Quando suona la campanella faccio per andare in classe e Celhoduro, senza neanche salutare, mi viene incontro e comunica:
"La III B adesso va a fare un partita in palestra con i Francesi".
Va? Modo indicativo tempo presente, affermazione? E quelle belle paroline magiche tipo per favore scusa ma abbiamo dovuto cambiare i programmi ti dispiace se?
Miiiiiiii.... Botta de saaangueee!!!

Come pensate sia andata a finire?

La III B non si è mossa dalla sua aula per tre ore, nel corso delle quali, oltre a lavorare a testa china, ha subito un cazziatone triplo: li ho cazziati da parte mia per la mattinata precedente, da parte di Milady (con convocazione di alcuni dei genitori) per il pomeriggio precedente, e di nuovo da parte mia perchè non mi piace per niente mettermi in conflitto diretto con un collega.
Tacendo loro che, se detto collega mi apostrofa un'altra volta con quel tono e in quel modo, gli dò una testata nei denti.

giovedì 24 febbraio 2011

L'insostenibile fragilità dei confini

"Si è approfittato di me."
Qualcosa, nel tono della frase, così apparentemente tipica sua, detta arrossendo e ridendo nervosamente, con le sue finte rabbie ("devo sputargli in faccia"), mi ha dato da pensare, ma non me ne ero accorta finchè il mattino dopo non ci siamo trovate sole in classe a inizio intervallo, e mi è uscita, senza che pensassi a cosa stavo dicendo, la domanda: "Questa storia di ... che si è approfittato di te, com'è, poi?"

Era rimasta in classe apposta? Non lo saprò mai.
"Che poi" le ripeto, perchè le avevo già buttato lì la frase il giorno prima, "uno si approfitta fin dove siamo noi che lo lasciamo approfittare..." e lei aveva risposto onesta: "Sì, ma... lui è lui, prof."
E, sì, non è semplice quando uno dei ragazzi più belli, affascinanti e in gamba di tutta la zona, praticamente la leggenda di tutte le ragazze del paese, ti concede la sua attenzione.

Capisco che è successo qualcosa. Capisco che questo qualcosa non è gravissimo (da cosa lo capisco, non lo so. Sono nipote di mia nonna) perciò non mi agito, ma vedo che a lei ha lasciato una brutta scottatura.

"Ti sei spaventata?"
"No, però... una volta mi ha scritto di andare da lui, che era solo a casa... e io gli ho detto di no. Poi un altro giorno ha insistito, diceva che gli piacevo... E lui a me piace tanto... così ci siamo visti, e poi io a un certo punto non volevo, ma lui ha detto che se non continuavo scriveva a tutti delle cose orrende di me su Facebook."

Non chiedetemi come mai, io sapevo che non parlavamo di qualcosa di entità tale che il venirlo a sapere mi obbligasse a farne denuncia. Non chiedetemi come mai, io ero sicura che potevamo parlarne. Non chiedetemi come mai, so che con lei, e forse solo con lei in tutta la scuola, la confidenza e il livello di affinità intellettiva sono abbastanza da poter parlare senza ripetermi, come un mantra, che io sono la prof.

Fatto sta che ci mettiamo a considerare il sottilissimo confine tra "me la sento" e "oltre questo non me la sento", il confine decisamente più spesso tra "insisto un po' perchè ho sedici anni e son tutto un ormone" e "ti costringo ricattandoti", il confine tra "sono un ragazzino scemo ed egoista" e "sono uno stronzo patentato con un pelo così sullo stomaco", il confine tra "torno a casa con un sorriso beato largo così" e "torno a casa e ho fatto qualcosa di non irreparabile e che comunque avrei voluto anche io, ma non così, e mi sento sporca, usata e triste".

E soprattutto, il confine tra "mi piaci e ti voglio" e "ti voglio bene e non vorrei mai ferirti". E quello tra "mi piaci e farei qualunque cosa per stare con te" e "ripensandoci, farei qualunque cosa per stare con te, tranne rimettermi in una situazione del genere, non sono mica stupida", cosa che pare lei abbia chiarito appena lui è tornato alla carica ("baciami, dai baciami") un pomeriggio che, evidentemente, non aveva di meglio da fare.

Tesoro, sia pure in poche frasi, quante cose ci siamo dette. Ti ho detto di stare attenta, ti ho anche detto di non buttarti sempre nelle storie in modo plateale, però non ti ho detto un fracco di altre importantissime cose, che probabilmente non spetta a me dirti, che forse in parte sai anche già.

E me ne sono andata via col cuore piccolo piccolo, al pensiero che uno dei miei gioielli, che io conosco fin da bambino, che per tanti aspetti è un amore di figliolo, e che non ha certo bisogno di supplicare o di circuire per poter stare con le ragazze, sia stato così stronzo, e ti abbia così avvilita e fatta sentire scema per esserti ficcata in una situazione che non volevi; ma oggi ripensando alla nostra conversazione sono molto più tranquilla, perchè all'improvviso vedo il senso di questa tua facciata, vedo che è molto meglio che ti succeda su piccola scala ora, piuttosto che in modo più grave poi, e che per te che sei la passionale per eccellenza, quella che si fa i megatrip sui ragazzi, il fatto che proprio il fico fotonico del paese si sia rivelato un bel po' pezzo di merda, quasi quasi, è un'ottima opportunità per capire fin da piccola quali uomini valgono la pena e quali no.

Parlando ti ho anche chiarito che il bene che io voglio al giovane mandrillo in questione non riesco a metterlo in discussione, anche se questa rivelazione su di lui mi ha veramente fatto vedere un lato tristo (suo, del modo di ragionare adolescenziale, che altro che Twilight, ma anche dei social network...).

E in effetti, mentre scrivo mi accorgo che spero che anche a lui quel che è successo chiarisca quali donne valgono la pena e quali no. Il che è anche possibile, se non ora in futuro, dato che non è niente scemo.

E poi penso quanto è stato prezioso per me vedere dal vivo l'attimo in cui una donna, anche se piccola e incasinata, scopre la sua dignità e decide che conta più quella che molta altra roba. Attimo che, lo sappiamo tutte, più ancora che l'attimo in cui agisce, è l'attimo in cui racconta come ha agito a un'altra donna, perchè è lì che prende coscienza veramente di quel che ha fatto e dei significati che gli ha dato.

Ti voglio bene, piccolina, e voglio bene anche a ... (brutto bastardo, se ti prendo, puoi essere un metro e ottanta quanto vuoi, che, giuro, ti picchio. Proprio perchè ti voglio bene, stronzo. Ma dimmi te).

domenica 13 febbraio 2011

Oh sì

Uno dei cartelli alla manifestazione di oggi diceva:
"Si è dimesso Ben Ali
si è dimesso Mubarak
NON C'E' DUE SENZA TRE"

E così...

mercoledì 9 febbraio 2011

Beh, questa ve la devo proprio dire

Mentre io nel post precedente mi strozzavo d'orgoglio per il mio compito di insegnante che si avvia al termine anche con questa terza, guardate cosa era appena comparso sul blog di Silvietta.

E' che a noi, noi blogger, noi mammecattive e wonderland e castagne e lgo etc, tutte queste provocazioni dei maschi celoduristi e tutte le palate di fango buttate sulla scuola, sulla donna, sulla gente NORMALE, che si fa NORMALMENTE un normalissimo CULO, ci fanno l'effetto contrario allo svilimento che forse ci si potrebbe aspettare. Ci rendono consapevoli delle cose che contano sul serio e di quanto rispetto ci è dovuto perchè le difendiamo a ogni costo.

Per chi non lo sapesse, la prima volta che io e Silvietta ci siamo parlate io avevo tredici anni e mezzo, lei quattordici e mezzo. E grazie a Dio non ci siamo più perse di vista.

venerdì 24 dicembre 2010

Tra il dire e il fare c'è di mezzo il quaquaraquà

La riforma "è passata".

Anna Finocchiaro: ”Una cosa che il ministro Gelmini non dice mai è che questa è una legge delega e che ci sono ancora circa 50 decreti attuativi da varare. Occorrerà che Camera e Senato tornino con le commissioni a occuparsene. Mi auguro che in quella sede si possa ancora fare qualche passo in avanti”. Ma Mariastella Gelmini promette: “La riforma dell’università verrà attuata fin dal prossimo anno accademico”. Il ministro sottolinea poi che entro i prossimi sei mesi tutti gli adempimenti e i decreti attuativi saranno approvati.

Questa situazione riportata dai giornali non si verifica oggi per la prima volta. Negli ultimi anni infatti molte manovre sia finanziarie che didattiche sulla scuola sono state varate con decreti legge generali o con "bozze" (testuale) di regolamenti attuativi che venivano distrubuite dal Ministero come leggi da applicare, prima di aver ricevuto approvazione in Parlamento o di essere state controfirmate dalle commissioni dell'esecutivo a ciò preposte. In altre parole, carta straccia. Io però questa carta straccia me la ritrovo nella cartella delle circolari da leggere e firmare, quando lavoro.

Anni fa, quando uno dei regolamenti non ancora validati della riforma Moratti propose l'orario opzionale alle medie, un collegio docenti di Asti discuteva animatamente sulle proposte da esporre ai genitori per il successivo anno scolastico. 27 ore? 30? 33? 27 + 6 fornite da cooperativa esterna?
Il clima si scaldava. Una supplente di 28 anni fece notare che si stava discutendo di qualcosa che non era legge e che, forse, non lo sarebbe mai diventato.
Ci fu un momento di respiro nella discussione.
E infatti la scuola media con 27 ore di lezione non esiste, e delle 30 ore che si fanno al tempo normale dobbiamo recuperare ogni minuto se l'orario (che non è MAI stato di 53 o 55 minuti a unità oraria, perchè i recuperi si sono sempre fatti) non ha le ore di 60 minuti.

La stessa persona, oggi, non è più supplente e di anni ne ha 35, e continua a stupirsi che i suoi concittadini e addirittura alcuni suoi colleghi non si informino a sufficienza quando una legge riguarda loro o i loro figli.

Certo, se attueranno quanto proposto controfirmandolo, come sostiene la Gelmini, le cose cambieranno. Ma vorrei che qualcuno, magari il mio amico Perboni che non se ne lascia scappare una, mi aiutasse a contare le volte in cui la Gelmini ha dichiarato che una cosa era stata varata / fatta / stabilita / resa legge e poi invece ha fatto una marcia indietro silenziosa di fronte all'inapplicabilità di alcune regole che andavano in palese contraddizione con altre o che venivano rigettate dalle famiglie che, chiamate a scegliere un'offerta formativa, sceglievano il contrario di quel che lei aveva pubblicizzato.

Un'altra cosa che noto e che mi lascia perplessa è la continuamente ripetuta affermazione che la Gelmini ha reintrodotto nelle scuole la materia "Cittadinanza e Costituzione". Ora, il programma di Storia non si chiama "Storia", si chiama "Storia e Educazione civica", proprio sulla dicitura della classe di concorso. E negli anni, anche se l'abbiamo ribattezzata "Educazione alla Cittadinanza" e "Educazione alla convivenza civile", questa materia è sempre stata presente nei programmi ministeriali, negli obiettivi didattici e nei libri di testo.

Ma perchè questo non lo fa mai notare nessuno? Non è che la Fiat, quando lancia un nuovo modello di macchina, dice con orgoglio di aver inventato la ruota.

lunedì 22 novembre 2010

Agenda di un lunedì

Prima di riprendere il mio lavoro ad alto rischio biologico (ricordo al gentile pubblico che prima di fare questo mestiere l'influenza di stomaco mi era venuta, a memoria d'uomo, TRE volte IN TUTTA LA VITA, mentre dall'anno di grazia 2002 la faccio DUE volte L'ANNO), devo mettere in ordine casa.
Poi Paesino Blu. Poi Paesino di Sogno. Poi alle 4 sindacato per chiedere alla Guru CGIL come mai la C. sostiene che per la faccenda di mio padre devo prendermi FERIE e non PERMESSO o ASPETTATIVA per gravi motivi di salute di un parente di primo grado.
Poi teatro (organizzare buffet per cinema delle 18.30).

Penso che per accorciare i tempi pranzerò in ufficio (sì, hai ragione, povero apparato digerente, ti ho concesso 36 ore di convalescenza e ora ti riprendo a calci, che posso farci) dove trascorrerò i minuti liberi tra una e l'altra cosa a riordinare documenti.
Ma stasera c'è la terza puntata di Saviano e quindi saremo ripagati, mi auguro, della lunga giornata.

Ah: tra qualche giorno levano le reti tv, a meno che non si compri il decoder. Che io credo che mi rifiuterò di comprare. Non amo le imposizioni. Se pago il canone mi devi chiedere il permesso di cambiarmi le regole contrattuali, non togliermi le reti.
Tanto ormai la tv la accendevo veramente solo per Fazio e neanche sempre.
Forse valuterò con l'Uomo l'acquisto della fottuta stramaledetta parabola, che finora mi sono rifiutata di installare come mi rifiuterei di installare un microchip radioattivo sotto la lingua.
Ma credo che ripiegheremo su un contratto Internet 24/24 o su qualche forma di streaming per le trasmissioni televisive. E spenderemo, come già facciamo, una fortuna da Blockbuster.

Vedremo.

Per ora, devo svelare l'incognita della settimana: ieri sera l'Uomo presentava preoccupanti segni di incipiente influenza, a sua volta.
Dalla faccia che ha quando si alza saprò se posso andare a vestirmi o se devo anche lavare i piatti di ieri sera prima di uscire.

Buon lunedì.

lunedì 25 ottobre 2010

Un sopracciglio vi seppellirà

Sull'esempio di numerosi dittatori del passato, quali Mao, Stalin, Ceaucescu, Hoxha, Hitler, e notare che ne ho citato prima quattro "di sinistra" (anche perchè più studio più mi rendo conto che la dittatura è cosa veramente brutta da dovunque sorga, Mao e i suoi hanno fatto cose tali che Hitler, in confronto, era un ragazzino che giocava con le costruzioni), il nuovo Codice Brunetta a proposito del comportamento dei dipendenti pubblici vieta di parlar male della pubblica amministrazione.
In particolare ai dipendenti della scuola, con tanto di sospensione di tre mesi per i presidi.

A parte che, se mi sospendessero la C. per tre mesi, sarebbero tre mesi in cui Scuolina Rosa e Scuolina Bianca funzionerebbero esattamente come al solito.

A parte che io sono una cittadina italiana tutelata dalla Costituzione quanto ai miei diritti di pensiero, espressione e stampa (ma mi sa che la Costituzione 'sti qua non se la sono mai letta).

A parte ciò.
Credete forse che a me serva parlare per dire come la penso?

Io ero piuttosto cauta, in passato, sulla politica.
A scuola, intendo.
Poi, però, ho scoperto che ai miei ragazzini bastava guardare il mio sopracciglio sinistro per capire tutto quello che non dicevo.

Finchè Brunetta non fa una legge (incostituzionale) sulla mimica facciale, siamo a posto.

Nel frattempo, amici, vi mando a leggere questi contributi, sono di un mio ex compagno di classe e dei suoi colleghi. Io li trovo notevoli.

http://www.ilricostituente.it/

venerdì 15 ottobre 2010

Ne cherchez pas la femme

L'avevo detto, che questa settimana non avrei avuto tempo di scrivere, che se avessi scritto sarebbe stato di notte, perchè non dormivo.

Guardate a che ora ho finito di postare cazzate stanotte.

PRESO ATTO

che è stata una settimana non orrenda,

DI PIU'

e

CONSIDERATO

quanto poco glien'è fregato a certa gente

VISTO

inoltre che non sono poi così indispensabile alla sopravvivenza di nessuno

dopo aver svolto il doveri scolastici e familiari
l'Amministrazione di auleintempesta


DELIBERA

che Castagna oggi fa la sola cosa possibile per chi si è rotto il cazzo, ma così tanto, ma così tanto, ma COSI' TANTO che non se la prende nemmeno più.

Ne cherchez pas (e per alcuni: ne cherchez PLUS) la femme.

Ed ella s'involò, repentina, in una Hyundai blu.

lunedì 4 ottobre 2010

Con certa gente anche Gesù Cristo avrebbe usato la frusta

Roma
Com’era prevedibile, la barzelletta su Rosy Bindi raccontata un anno fa da Berlusconi a un gruppo di militari impegnati nella ricostruzione dopo il terremoto in Abruzzo ha provocato una serie di reazioni critiche, soprattutto in ambienti cattolici. Ma fra tante «pie bacchettate», è arrivata anche una sorta di assoluzione da parte del presidente del Pontificio Consiglio per la rievangelizzazione dell’Occidente, monsignor Rino Fisichella. Tutti quelli che puntano al mea culpa del premier condannano soprattutto il gioco di parole finale che si trasforma in una bestemmia. C’è da dire che il video reso noto l’altro ieri è stato «rubato» - come si dice in gergo giornalistico - con un telefonino, probabilmente da uno dei militari, nonostante il premier avesse detto ai suoi interlocutori di non rendere pubblica la storiella: «Non mi tradite...». Certo, il tono era scherzoso e serviva a sdrammatizzare quel momento particolare. Proprio di quella circostanza tiene conto l’intervento di monsignor Fisichella, secondo il quale l’episodio, per quanto spiacevole, va contestualizzato. E comunque bisogna evitare - dice il presidente del neonato Collegio Pontificio - le strumentalizzazioni politiche. «Mi pare - commenta il ministro Gianfranco Rotondi - che monsignor Fisichella abbia più titoli teologici per giudicare la barzelletta di Silvio rispetto a Casini e il Pd. Mi ritrovo nel suo richiamo a giudicare la battuta nel suo contesto».
Sul fronte opposto, l’involontaria protagonista della barzelletta Rosy Bindi si dice «profondamente amareggiata» e «turbata» per la sostanziale assoluzione giunta da parte di monsignor Fisichella, «per quanto voce isolata rispetto a quelle di altri pastori». Le critiche più dure vengono espresse dal quotidiano dei vescovi Avvenire, che pubblica addirittura un editoriale siglato dal direttore Marco Tarquinio dal titolo «Un più alto dovere di sobrietà e rispetto». L’Osservatore romano in un articolo di cronaca politica definisce «deplorevoli alcune battute del capo del governo». Non poteva, ovviamente, mancare la «condanna» emessa nei confronti del premier dal settimanale dei paolini Famiglia cristiana, non nuovo ad attacchi contro Berlusconi. All’interno della Chiesa tuona contro la barzelletta blasfema anche il «commissario» dei Legionari di Cristo monsignor Velasio De Paolis: «Il premier chieda scusa ai credenti».


E vi faccio notare che ho preso queste righe non dal blog di Travaglio, che secondo alcuni è la sola cosa che io, povera trinariciuta, leggo, ma da "Il Giornale".

Ora. La barzelletta è vecchia e di cattivo gusto. In bocca a un uomo politico che parla di una sua collega, è veramente una sconcia volgarità. Non che ci si aspetti tanto di meglio da certa gente che ha dato più e più volte prova di essere becera. Ma che un uomo di chiesa gli trovi delle scusanti mi fa vo-mi-ta-re.

In questi ultimi anni ho sentito spesso dire che l'Italia sta andando a rotoli e che bisogna andarsene. Ma non sono mai stata d'accordo. Il nostro posto è qui, a resistere al cambiamento in peggio, a tenere salde le cose ancora buone. Invece, per quanto riguarda la chiesa, ho gettato la spugna. Me ne sono andata, e mi sembra di essere piombata nel 2010 dal 1096, all'incirca. Non che anche prima non sapessi fare le dovute distinzioni tra la chiesa nel senso del Vaticano marcio di soldi e corruzione e la chiesa nel senso dei preti e dei fedeli che ci credono sul serio.

Però, ragazzi. Se a scuola io sento un bambino insultare una religione, UNA QUALSIASI RELIGIONE, io lo punisco, e severamente. La bestemmia è una di quelle cose che vengono sanzionate immediatamente con una nota sul registro. A me è successo di riprendere anche alunni che non conoscevo se li sentivo bestemmiare: a quelli io non posso mettere annotazioni a meno che non offendano me personalmente (in quanto pubblico ufficiale, non in quanto tizia dotata di caratteraccio) o che non facciano male a un compagno sotto il mio naso. Ma li ho sempre appesi al muro e sono sempre andata a cercare il loro coordinatore di classe perchè prendesse provvedimenti. Non esiste offendere e umiliare chi ha fede. E' da incivili. Ma se questi sono gli esempi che gli stessi sacerdoti danno, mi chiedo veramente dove andremo a finire.

Si sa. La merda dell'Uomo che sorride non è merda, è cioccolata, le sue scappatelle non sono volgarità, sono simpatici scherzi, e chi più ne ha più ne metta. Le donne come Rosy Bindi, in quanto brutte e (orrore!) addirittura INTELLIGENTI, dovrebbero essere caricate su una zattera e disperse in mezzo al mare, in Italia dovrebbero circolare solo passere da schianto, diciannovenni, sorridenti, cretine e poco vestite.

Ma stai tranquilla, Rosy. E' tipico di chi ha una paura fottuta denigrare l'avversario, non combatterlo con armi leali. Lui ha paura, aveva paura di te già mesi e mesi fa. E adesso, per la prima volta da anni, forse possiamo smettere di avere paura noi. Certo, sempre che non metta la legge marziale prima del giorno (il 15 dicembre se non erro) in cui scadono tutte le proroghe ai suoi processi. Io fichè non lo vedo non ci credo, da buona genovese diffidente. Ma ormai anche i suoi amichetti stanno cominciando a prendere le distanze, l'impero è alla sua fine. Certo che, se i monsignori se lo coccolano così, rischiamo che per non andare in galera scelga un'altra carriera, e niente niente di ritrovarcelo papa.

Lo sapevo che oltre che come comunista sarei finita nelle camere a gas anche in quanto buddhista, prima o poi. Ma sapete che vi dico? Allora, quasi quasi, preferisco finirci direttamente in quanto donna intelligente.

giovedì 9 settembre 2010

Scusate questo lo rubo subito a Adriana:

Disclaimer for foreign visitors :





I did NOT vote for Silvio Berlusconi. I've never voted for him and I never will.

Ottieni il codice del disclaimer per il tuo blog !



Vi faccio notare che la prima volta che io ho potuto votare era il 1994. Cioè non sono mai andata a un'elezione che non prevedesse l'esistenza di Forza Italia. Ma, come diceva padre Cristoforo, verrà un giorno.

mercoledì 18 agosto 2010

Sans souci

Ho fatto un paio di scoperte che mi hanno suscitato una riflessione.

1) A notte fonda ieri ho scoperto che forse dovrò anticipare la mia risalita in Piemonte e anche la chiusura della casa di montagna.
Il che mi va bene, intendiamoci.

2) Attualmente abbiamo varcato la metà della vacanza al mare. Il che mi va bene, a sua volta.

3) Avendo io fatto una telefonata personale e mandato un sei-sette messaggi a due amiche, mi sono giocata per oggi i venti minuti d'orologio in cui non sono a disposizione dell'Uomo (al mare entro in modalità geisha, schiava etiope e donna oggetto, diciamo che una settimana all'anno se la merita). E adesso tutto quel che farò oggi (dal farmi una pedicure di base al cucinare) lo farò lui presente, spero chiacchierando del più e del meno o stando in uno di quei deliziosi, profondi islenzi in cui non si pensa a niente e non c'è bisogno di parlare.
Il che mi va bene, a sua volta.

Così però mi sono trovata a pensare al fatto che oggi è il 18 agosto: un anno fa esatto, a forza di ricorsi e di controricorsi dei sindacati, della Pubblica Istruzione, dei CSA, riguadagnavo in assegnazione provvisoria la mia classe. Quest'anno non si sa ancora niente.

Ieri parlavo con l'Uomo che aveva sentito la Supernadia Segretaria dei Sogni per questioni di lavoro, e mi diceva appunto che tutto tace. Io so che il 23 luglio il TAR Lazio ha vinto il ricorso dichiarando ILLEGALE (non illegittimo o incompleto o modificabile: ILLEGALE) il reclutamento docenti di quest'anno.
Quindi credo che ora a livello regionale stiano litigandosi le poche cattedre che ancora verranno concesse (forse) da Maria Antonietta Gelmini alla vil plebaglia della scuola pubblica (non hanno classi a sufficienza? che mangino brioches... Sì Mariastronza, sono anni che mangio brioches, vorrei solo sapere in quale bar di quale località di provincia finisco a mangiarle... e magari chi mangerà brioches al posto mio a Paesino di Sogno).

Ciò mi fa pensare che, tra i genitori a luglio, il marito ad agosto e ancora qualche strascico di parenti e amici, io sono impegnata fino al ventotto del mese. E per carità, va benissimo, rispetto all'anno scorso, quando ho praticamente dormito tutta l'estate in un cartone davanti alla CGIL, con il telefonino acceso in mano, in attesa che mi dicessero qualcosa. Quantomeno non mi cruccio.

Però ieri si è svolta la seguente conversazione, sul pacifico terrazzo vista mare dove alberghiamo a pranzo:

Castagna: - Mah, secondo me quest'anno va come tre anni fa, che con tutto il bordello che han fatto con le graduatorie poi devono riassegnare le cattedre a novembre.
l'Uomo: - E' possibile.
Castagna: - Nel qual caso magari mi becco la cattedra a Paesino di Sogno a scuola iniziata, in quanto avente diritto.
l'Uomo: - Sì. E ti verrà da piangere a lasciare quelli di Costigliole, perchè dopo due mesi ti sarai già affezionata.
Castagna: - Ma stai scherzando? Piuttosto mi verrà da piangere a prendere i miei in terza a novembre!!!
l'Uomo: - Eh, già.
Castagna: - Che poi quelli, se stanno due mesi con una supplente, la ribaltano. E quando torno chissà che fatica, sono viziatissimi, praticamente sono contenta solo io di averceli, tutti i colleghi li trovano troppo agitati... In effetti lo sono, agitati. Non ho dubbi che se non me li ridanno subito, ma solo dopo un po', ci vuol la frusta fino a gennaio.

Nel corso della giornata il pensiero di quel che deve capitare tra meno di due settimane nella mia vita lavorativa mi ha messo un po' in allarme.
E' stata un'estate talmente piena che non ho avuto tempo di pensarci, finora, e adesso eccoci qua, all'oscuro di quel che ci toccherà fare, di una data entro la quale capirci qualcosa, di quale risposta dare ai ragazzi che danno per scontato di rivedermi in cattedra tra meno di un mese.
Pensandoci, tra Santo Stefano, Genova, Asti e la montagna sarà meglio che faccia un salto a Canelli, che guardi nelle palle degli occhi la preside e mi faccia, quantomeno, dire quali classi avrebbe intenzione di darmi se capito da lei.

Così poi questo blog compie un anno con le idee un po' più chiare.

martedì 13 luglio 2010

Mi sciolgo ma non mi piego

Forse all'alba ce la faccio.

Per alba intendo le nove, e non c'è niente da ridere o da ridire, dato che prima che riuscissi a sdraiarmi (non ho detto a dormire, ho detto a sdraiarmi) erano le quattro, stanotte.

Avevo fatto un magro tentativo di dormire sul lettino da spiaggia, in terrazzo, dove muoveva un rigenerante filino d'aria.
Mentre mi addormentavo sono stata svegliata da un lampo, poi da un altro.
Come già da diverse notti a Asti, tuonava e lampeggiava, ma senza piovere (grazie, eh? far vedere l'acqua fresca a un morto di sete e non dargliela!).
Ho avuto una fugace visione di me arrostita da un fulmine sulla struttura in metallo del lettino prendisole. E sono tornata ad avere nausea dal caldo in salotto.

Comunque, scrivo solo perchè intenerita dalla fedeltà di Minerva, e di scuola, purtroppo, non ho niente da dire perchè non sta succedendo niente, o meglio sì: i sindacati oggi parlano con il governo delle assegnazioni e degli utilizzi del 2010. La Gelmini parla con gli astronauti dei progetti spaziali italiani. E hanno pubblicato un regolamento sulle nuove scuole superiori che, lo ammetto, non ho avuto la forza di leggere.

Di politica, però, una cosa la posso dire.
"In democrazia non esistono diritti assoluti."
Prima reazione: ah no? Nemmeno quello alla vita? Andiamo bene...
Seconda reazione: ah perchè, siamo in democrazia, qua?
Terza reazione: su, dai, basta essere faziosi, prendere tutto male, avere il dente avvelenato. L'Uomo che Sorride voleva solo dire che, in democrazia, il mio diritto finisce dove comincia il tuo, il che è ragionevole e vero.

Detto da lui, poi.