Premesso il fatto che la scelta della scuola steineriana finora posso definirla ottima, mi interrogo, rifletto su quelli che sono i feedback che mi arrivano direttamente o meno riguardo a questo tipo di scuola. Mi rendo conto che, più di scuola, si dovrebbe parlare di pedagogia, nel senso che per scuola si intende tutto, corpo insegnanti, ambiente, uso e costumi di quella tale comunità e pedagogia stessa, mentre per semplice pedagogia si intende l'approccio che si segue. Questo è importante, perchè parlando di scuola si affronta il tema umano, quindi molto diverso e con infinite sfumature, dalle più grige alle più rosee, soggette alle esperienze personali in tale o altro luogo; inoltre la scuola vive in un contesto, è fatto di persone, insegnanti/genitori, bambini, comunità intorno. E' come quando si generalizza sulla scuola pubblica, non tutte possono essere uguali.
Io penso che
- la pedagogia steineriana, per quanto non la conosca a fondo, la apprezzo e la condivido.
Prima che i miei figli iniziassero questa nuova avventura non è che stessero male (beh, eccetto Daphne il primo anno di materna, tanto che l'ho spostata poi da un'altra parte), ma ripensandoci adesso,
cosa stonava dentro di me?
-le mani fredde dei miei figli quando la prendevo alle 16.00 e trovavo il maglioncino nell'armadietto (ma voi quando avete le mani fredde non state male? non le vorreste avere calde?coprirvi?)
- il rumore assordante nella sala comune dove si radunavano all'arrivo e dopo il pranzo i bambini. 4 classi tutte lì, con bimbi piccoli, medi e grandi, chi piange, chi salta, chi urla, chi spinge, chi corre, chi in silenzio in un angolo.
- il cibo nei piatti di plastica, con posate di plastica, tovaglioli di carta.
- nessun saluto dagli altri genitori. Tutti di corsa senza guardarsi quasi negli occhi, quasi con la paura di far conoscenza, mischiarsi.
- i pochi momenti per poter parlare del bambino, per risolvere eventuali dubbi educativi.
Nel mio immaginario cercavo momenti programmati in cui viene spiegato a noi genitori cosa succede ai nostri figli a quell'età, per quale motivo... e questo l'ho trovato adesso.
Quello che mi manca ora, invece, se proprio voglio trovare qualcosa:
- il quasi totale demandare, nel momento in cui i bimbi varcavano quella soglia, perchè partecipare attivamente in prima persona costa fatica.
- il senso di non appartenenza che per un certo verso mi rendeva autonoma, senza legami.
- l'orario full time fino alle 16.00
Se mi fermo a riflettere mi rendo conto che quello che non mi piaceva principalmente riguarda l'interesse dei miei figli.
Mentre quello che mi manca tocca la mia sfera personale, più egoistica.
Non è una critica agli insegnanti, peraltro secondo il mio parere bravi, ma una constatazione di un approccio totalmente diverso su cui è basata la scuola attuale.
Se per ogni gratificazione si da una caramella e poi ci si interroga se è veramente questo ciò che vogliamo per i nostri figli e poi ragioniamo e proponiamo una mela, magari offrendosi di portarla da casa, si inizia a fare un cammino in questa direzione. Quindi SI PUÒ FARE. Grazie mamma F. sempre battagliera. Pensandoci adesso, mi piacerebbe che mi fosse stato insegnato prima che i bambini hanno bisogno di dormire, tanto, ogni notte, per essere ancor più bambini felici.
Quando sono in classe i miei figli indossano pantofole di lana per non sentire freddo. Però qui il discorso si fa più lungo, si parla della cura del calore. Ma voi avete mai provato ad addormentarvi in un letto freddo?