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mercoledì 7 maggio 2014

Un obiettivo ragionevole



 Articolo su l'Unità con Turci che riprende quello di qualche giorno fa su E&P.

Riprendere la crescita stabilizzando il debito
Sergio Cesaratto e Lanfranco Turci
Nel recente DEF si ammette che la crescita italiana sarà assai debole nel 2014, peccando probabilmente di qualche ottimismo. Le previsioni per gli anni successivi sono più rassicuranti (dall’1,3% del 2015 all’1,9% del 2018), ma la giustificazione economica dell’ottimismo è ridotta a una paginetta in cui non si dimostra da dove tale ripresa dovrebbe provenire – a parte il generico richiamo a una generale ripresa dell’economia globale. Né grandi rassicurazioni provengono dagli effetti delle “riforme strutturali” illustrati nell’allegato Piano Nazionale di Riforme che ipotizza effetti cumulativi sul Pil in aggiunta allo “scenario base” che vanno dal +0,8% nel 2015 sino al +2,4% nel 2018.

mercoledì 30 aprile 2014

Intervista su Forex


Pubblichiamo intervista su Forex. Buona lettura e buon 1° Maggio.


Buon giorno,
in questi giorni è sulla bocca di tutti il bonus da 80 euro voluto dal Governo Renzi, ormai in fase di attuazione grazie alle linee guida pubblicate oggi dall’Agenzia delle Entrate. Uno specchietto per le allodole, in vista delle elezioni europee o una misura di politica economica realmente utile per far ripartire i consumi.

80 euro in più al mese sono una cosa importante per milioni di famiglie e quindi, di per sé, la misura è giusta e utile a far ripartire i consumi. Il problema è che a fronte di essa si operano tagli della spesa pubblica inclusi sanità ed enti locali. Sicché i cittadini si vedranno togliere con una mano ciò che vien dato loro con l’altra. Certo, pochi maledetti e subito, ma vedremo peggiorare trasporti pubblici e file d’attesa per le cure mediche. Ricordiamo che nonostante gli sprechi lo Stato italiano è da più di vent’anni assai parsimonioso, vale a dire spende meno di quanto incassa. E’ infatti la spesa per interessi sul debito a portarlo in deficit. E il debito non fu frutto dell’eccesso di spesa ma della tolleranza dell’evasione fiscale e dagli alti tassi di interesse che pagammo negli anni 1980 per stare nel sistema monetario europeo (il padre dell’euro). Combattere gli sprechi non è comunque facile e le spending review non sono altro che tagli lineari mascherati. Gli sprechi si combattono con un ceto politico che si occupa quotidianamente e meticolosamente della macchina pubblica invece di chiacchierare su inutili riforme.

domenica 22 luglio 2012

VUOTO DEMOCRATICO


Pubblichiamo un articolo di Aldo Barba uscito oggi con il manifesto.

Un pareggio di bilancio poco democratico e molto recessivo

Aldo Barba*

Il Fiscal Compact rappresenta un completamento degli interventi con cui l’Europa ha inciso sulle istituzioni responsabili della conduzione della politica economica nei paesi membri. Da un lato, esso rafforza l’ortodossia fiscale posta a fondamento della moneta unica, risolvendo definitivamente la residua asimmetria tra politica di bilancio e politica monetaria creata con l’assetto di Maastricht: ora sono entrambe (e non più solo la politica monetaria) interamente e formalmente sottratte al controllo delle istituzioni elettive nazionali. Dall’altro lato, colloca lo svuotamento delle sovranità nazionali in un contesto politico di esplicita rinunzia ad ogni velleitarismo comunitario. Il bilancio in pareggio si impone come principio costituzionale nei singoli paesi; la sede della loro programmazione economica e finanziaria diviene l’Unione; di fatto, a guidare l’Unione non sono però istituzioni federali, ma un gruppo di comando ristretto capeggiato dai tedeschi e al quale gli altri paesi accedono in misura determinata dalla rispettiva dote di solidità finanziaria.