Riprendere la crescita stabilizzando il debito
Sergio Cesaratto e Lanfranco Turci
Nel recente DEF si ammette che la
crescita italiana sarà assai debole nel 2014, peccando probabilmente di qualche
ottimismo. Le previsioni per gli anni successivi sono più rassicuranti
(dall’1,3% del 2015 all’1,9% del 2018), ma la giustificazione economica dell’ottimismo
è ridotta a una paginetta in cui non si dimostra da dove tale ripresa dovrebbe provenire
– a parte il generico richiamo a una generale ripresa dell’economia globale. Né
grandi rassicurazioni provengono dagli effetti delle “riforme strutturali” illustrati
nell’allegato Piano Nazionale di Riforme che ipotizza effetti cumulativi sul
Pil in aggiunta allo “scenario base” che vanno dal +0,8% nel 2015 sino al +2,4%
nel 2018.