sei poi stato in Africa?

Dimmelo te, Vasco, 2008

ed il tempo crea eroi- 1978

12 febbraio

No perchè sei il fratello della mia amica

Caro Babbo,
in questa notte delle contraddizioni regalami la capacità di non mettere per forza delle etichette alle persone e alle cose.

c'è qualcosa

Conosco persone meravigliose.

SENZA PAROLE

Giorni così pieni che c'è spazio per leggere una poesia solo sul muro del Primo Piano Caffè di Fidenza:


"E ci sono ancora loro, poeti...senza più parole, che parlano da soli,
parlano in silenzio..e nel silenzio, accarezzano l'immenso"



E ringraziare gli amici che partono e quelli che restano.

canzone

Nel giro di una settimana dovrò scrivere parecchie pagine. Come spesso è capitato ultimamente non c'è niente di più difficile per il mio cervello, ma soprattutto per le mie mani, che digitare parole che nascono dal dovere.
Tutto quello che devo scrivere riguarda le donne. Editoriali, articoli, recensioni, interviste.
Sono riuscita, come mio solito, ad accumulare tutto in una settimana.
Bevo un sorso di vino e mi viene in mente che sabato dovrò scrivere l'articolo più importante. E quello che posso fare per eccellere è davvero poco. Solo del mio meglio, giocarmi al cento per cento.
Ma devo giocarmi al cento per cento anche con le parole che devo mettere in fila tra stanotte, domani, dopo domani. Fino all'8 settembre. Compreso.
Devo scrivere di donne.
Mi sono infilata in questo viaggio sulle donne e non so nemmeno da che parte cominciare.
O forse lo so.
Dalla libertà. Dalla liberazione.
Già. La cosa più difficile per una donna è liberarsi.
Detta così sembra una generalizzazione.
Probabilmente lo è.
O forse no.
E' questo quello che mi domando ultimamente. E' solo femminile il desiderio di liberazione o lo sentono anche gli uomini? Anche gli uomini hanno la testa invasa da clichè, paure, ansie, curiosità insondabili?
Strano che mi faccia io questa domanda. Ho passato la vita tra i miei migliori amici. Ma mi sembra di essermi dimenticata tutto.
Mi manca quel tempo in cui mi lamentavo di essere sempre la migliore amica dei ragazzi. Mi manca perchè adesso mi sento come se non avessi più la stessa dimensione, lo stesso coraggio, la stessa istintività.
Ma le paure sono rimaste uguali.
La paura di non piacere. La sensazione che il corpo sia solo un pesante involucro, la voce un fastidioso carico di timidezza.
E' bastata una frase l'altra sera per farmi tornare a un'adolescenziale timidezza.
Quella che oggi non mi faceva cantare la canzone di Vasco che mi è stata in testa da quando il primo raggio di sole mi ha scaldato la guancia nel salotto di Chiara e Claudio.

Malinconici e sorridenti arrivederci

Ascolto il meglio del Blue Note. Mi culla in una malinconica nostalgia.
Ho appena finito di sudare sul 55N. Eravamo tanti, stipati. Non conoscevo nessuno ma non mi sentivo sola.
Sono stata accolta bene da questa città, dalle persone che ho incontrato. Mi mancano i volti di tutti i giorni. Li ho trascurati nei miei ultimi giorni milanesi, presa dalle mille fatiche di ogni giorno. Ho confuso giorni, ore, minuti e secondi. E ora cerco di prendere contatto con quello che voglio. Con quello che voglio sul serio.
Scopro la storia che da sette mesi a questa parte ha iniziato a fare parte di me.
Ascolto i cidi fatti da mia sorella, penso ai quadri che voglio staccare da questi muri e alle foto che voglio attaccarci. Settimana prossima da Milano porterò la mia macchinetta per stampare le foto.
E' tutto così irreale. Dalla notte aspettando un taxi che non passerà mai all'aperitivo con persone che acquisicono un volto diverso quando sono sedute dietro a un tavolio, con i loro vizi e le loro idiosincrasie.
Ma mi manca essere seduta dietro ad altri tavolini, con altre persone e altre paure.
Non scrivo a nessuno per anestetizzare la nostalgia.

E come sempre Vasco mi offre le risposte che le mie dita non riescono a scrivere