Che fosse magra, sì beh lo si vedeva, ma in questo mestiere hai davanti contemporaneamente quella prosperosa con la terza di reggiseno, quella piccina picciò con il fisico da bimba, quella lunga lunga senza fianchi perchè sta mettendo tutto in statura, quella francamente rotonda con la panza...
L'evoluzione fisica di un ragazzino tra gli undici e i quattordici anni è un fatto del tutto individuale. Oggi mi sono accorta, passando dietro a Terzo Fratello e sgridandolo perchè si dondolava, che si è ispessito, negli ultimi tre mesi, e se a guardarlo da lontano sembra sempre magro e alto come tanti ragazzini, da vicino si vede che braccia, cosce e torace sono il doppio di quelli del suo compagno di banco. Il quale, pur avendo cambiato faccia e non sembrando più uno scoiattolo dagli zigomi paffutelli, è sempre sottile come una cannuccia.
Occhioni era pallida, più che altro. E come sempre poco reattiva. Ma apparentemente serena.
Oggi è venuta la madre a parlare con me e con la Brava Crista, e improvvisamente abbiamo visto quel che avevamo davanti da mesi. Un'anoressica clinicamente conclamata.
Vorrei riuscire a trasformare in parole la voragine di terrore, di terrore nero, che i dettagli di questo colloquio con la mamma di Occhioni mi hanno spalancato dentro.
Ricordarsi perfettamente cos'è successo per mesi e mesi al tuo corpo e alla tua mente, e applicarlo a una bambina di tredici anni, a un uccellino della tua nidiata, è un film dell'orrore di impatto insostenibile. E' come entrare nella macchina del tempo e tornare a quel momento, però con la coscienza esatta, che allora non avevi, di cosa stai cercando di farti.
E Occhioni, che, da quando mi è capitata in classe a settembre, dopo la bocciatura dell'Inflessibile, non è mai stata in cattivi rapporti con me, poi, mentre io vagolo per la scuola rimuginando, mi incontra in corridoio e mi sorride, e a me viene voglia di prenderla in braccio, con le sue gambe lunghe da fenicotterino, e portarla al sicuro in un posto dove non esistano parole come mangiare, peso, sondino, ricovero, amenorrea, sonnolenza, grammi, chili, vomito, rieducazione, in un posto dove il corpo è fatto solo di colore e di calore, e l'anima è libera, e il nutrimento è dato da una corrente incessante di amore e fiducia. Un posto dove possa smettere di odiarsi. Perchè, qualunque sia la causa scatenante, il punto non è che una si fissi che vuole dimagrire, o vuole essere la modella più fotografata o vuole essere la prima ballerina. Non è neanche che voglia semplicemente attirare gli uomini, punire il suo prossimo, o liberarsi di una colpa, o opporsi a una cattività... o, o, o. Magari tutte queste cose c'entrano. Ma la verità più profonda, il nocciolo di tutta la questione, è che la persona che si fa del male privandosi del cibo si odia a un punto tale da volersi morta.
venerdì 24 febbraio 2012
L'inferno
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3 commenti:
come ti dicevo, a me non è ancora capitata. però so che arriverà. e, da insegnante, non so proprio cosa potrei fare.
però cazzo, io a quell'età ero "francamente rotonda e con la panza" e mi odiavo anch'io. merda.
E' veramente una spada che trafigge il cuore. E rimetterla nel fodero, e poi gettarla in mare, è una brutta, orribile, avventura.
Spero che il tuo sorriso sia sempre ricambiato, e che quel sorriso la convinca a vivere.
Ciao.
Soffro anch'io per te.
Anonimo SQ
PS ho conosciuto una studentessa, diventata anoressica dopo aver perso il fratello in un incidente da militare.
Una bella ragazza. Non ne è mai più uscita, per che quel che ne so, aveva anni buoni, nei quali si riprendeva, ed anni nei quali ritornava sui 40 (Kg).
E' da un pezzo che non ne so nulla. Chissà ?
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