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12 giugno 2015


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Non è come pensate

"Certo che è più di un anno che non scrivi un post sul blog. Sarà colpa della vita matrimoniale e prima ancora di tutta l'organizzazione per il grande giorno. E poi adesso ti stai godendo la vita di coppia, due cuori e la capanna nuova, il ritorno a casa dopo il lavoro e il marito da curare, la cena da preparare, le coccole sul divano dopo mangiato. Insomma è normale: dividersi il tempo, fare le cose in due, decidere di fare più la moglie che la blogger. Può capitare, non sentirti in colpa..."

A dire il vero non è come pensate!

E' tutta colpa delle cose che non capisco.
E' colpa di Renzi, che non è abbastanza di sinistra per riconoscermi in questa sinistra e non è abbastanza di destra per pensarlo come il nemico e non è abbastanza democristiano, come i vecchi democristiani che ricordavo da bambina.
Si, è colpa di Renzi, che non è abbastanza vecchio per pensarlo come il giurassico da spazzar via, perché quello, come me, sa chi è Jeeg, Daitarn 3, Lady Oscar e Candy Candy e quindi non puoi dire che la tua generazione non può occuparsi di questo paese, ma non è nemmeno troppo giovane per pensare "Eh, so ragazzi!" quando lo vedi fare cazzate che questo paese non lo migliorano. Anzi.

E' tutta colpa di Salvini, della cattiveria che vomita e della cattiveria che alimenta negli altri, che, come lui, si sentono migliori dei Rom, degli extracominitari, dei neri, dei rifiugiati politici, degli immigrati, dei clandestini, solo perché nati in un paese molto più fortunato, ma, col passar del tempo, sempre meno bel paese di una volta. E alla cattiveria puoi rispondere sempre con l'ironia? A volte mica lo capisco. So solo che dalle malattie si può guarire, ma dalla cattiveria, forse, no.

E' tutta colpa di Berlusconi, che non è più quello di una volta, ma è quello di sempre: triste, più triste, becero, più becero, rifatto, più rifatto, ridicolo, più ridicolo e vecchio, più vecchio. Eppure è ancora il capo di un carrozzone che perde pezzi, che conta meno, ma conta ancora qualcosa, che non sbraita come una volta, ma ancora troppo per chi ha dovuto ascoltarli per 20 anni.

E' tutta colpa di Grillo, delle scie chimiche, dei microchip sotto pelle, delle cazzate sparate dai palchi in comizi politici, monologhi comici e amari, confezionati ad hoc per aizzare le folle al grido di VAFFANCULO.

E' tutta colpa del Pd. E che vuoi dire del Pd?! Che si può dire del Pd? Che si può dire di quelli del Pd? Di De Luca, esempio?
E' tutta colpa di De Luca. Si, per me è tutta colpa sua e di quelli come lui. Tutti quelli che una volta si indignavano, gridavano allo scandalo e alla legge è uguale per tutti! E adesso: dai, ma che legge ha infranto lui? Una legge piccola, piccola e allora chiudiamo un occhio. Tutti quelli che: le leggi vanno rispettate, sempre. Però...
E questo, poi, è il partito vincente?! Niente, io sarò fatta per i perdenti.

E' tutta colpa di Alfano. Angelino è il nostro Ministro degli Interni. E' la verità. E uno dinanzi alla verità prova a fare ancora battute di spirito? La verità fa ridere molto, ma molto, di più.

Vedete? Non è come pensate. 
Non è il matrimonio. 
Sono loro che mi rendono triste. E una triste può farvi ridere?
Almeno il matrimonio mi ha reso più Serena.

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2 ottobre 2013


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Non ho capito niente

Ricapitoliamo: Berlusconi ha ordinato a questi di dare le dimissioni per non essere compartecipi dell'aumento dell'IVA, l'IVA è aumentata e loro hanno ritirato le dimissioni anche se il loro capo non era d'accordo. Volevano far cadere il governo, ma poi hanno votato la fiducia e tengono in piedi il Governo. Sono al governo ma parlano come se fossero all'opposizione. Sono un partito unico, ma litigano come se fossero del Pd, con mille correnti. Berlusconi, che aveva dichiarato guerra promettendo di far cadere Letta, ci aveva giurato di essere appoggiato dai suoi per poi ritrovarsi solo,  tanto che alla fine vota la fiducia per risolvere una crisi che lui stesso aveva generato e dopo aver votato la fiducia dice: "Nessuna marcia indietro" e Formigoni fa sapere che i dissidenti del Pdl potrebbero formare un gruppo che potrebbe chiamarsi Pdl. Gli unici che mantengono la parola data sono quelli del M5S che tra le parole pronunciate minacciano anche l'ex senatrice proprio del loro gruppo, ora nel Gruppo Misto, dicendole: "Ti aspettiamo fuori!" come il bullo della scuola che gonfia il petto. Intanto il Pd incassa. Incassa qualsiasi cosa e stavolta gli va bene che è la fiducia, ma è la fiducia del Pdl. E noi che credevamo di aver visto tutto quando abbiamo visto litigare Sallusti e Cicchitto.
Forse Berlusconi è davvero (politicamente) morto o forse potrebbe ancora risorgere tra qualche giorno.
Io, che davvero non riesco più a capire, so solo che Dio è morto, Marx pure e gli unici a non stare tanto bene siamo noi, perché gli altri continuano a giocare sulla nostra pelle. (*)

(*) post generato anche da alcune considerazioni di e con Antonio Giordano, che come me, non ha capito niente.
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27 settembre 2013


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La rana e lo scorpione

C'era una volta una rana che si chiamava Letta. La rana che aveva sempre fatto la rana, un giorno pensò di essere diventato un rospo, uno di quei rospi fortunati che era stato baciato e si era trasformato in un principe. A baciarlo, però, non era stato nè una principessa, nè la fortuna, ma un signore anziano, con i capelli bianchi che voleva fare il nonno del paese, ma che in realtà ne era il reggente. A quel re, senza il figlio giusto, serviva un erede a cui lasciare il governo del paese e scelse lui: Letta la rana, che non era rospo e che divenne principe.
Il lavoro era bello duro, ma Letta la rana divenuto principe si mise all'opera: doveva portare il Paese di là, oltre lo stagno della crisi e per farlo aveva bisogno di nuovi amici, fuori dalla cerchia degli amici di sempre, perché gli amici di sempre non erano bastati, non erano stati bravi e non ci avevano creduto.
Si mise all'opera, ma capitò che un giorno tra i nuovi amici si presentò Belusconi lo scorpione, che chiese a Letta la rana di prenderlo sulla schiena e di trasportarlo per portarlo di là, oltre lo stagno della crisi.
Letta la rana temendo di essere punto durante la traversata cominciò a pensarci su, ma Berlusconi lo scorpione lo rassicurò: "Prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana si convinse e si mise in groppa Berlusconi lo scorpione, ma al momento di salire si portò con lui tutti i suoi amici. 
La traversata cominciò e mentre si andava ad un certo punto quelli cominciarono a dire: "Così non va bene, noi non vogliamo più l'Imu, buttiamola nello stagno della crisi per arrivare di là più in fretta." Letta la rana disse: "Non si può!" Allora Berlusconi lo scorpione lo rassicurò: "Se cancelli l'Imu, prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana si convinse e continuò la traversata. 
Ogni tanto ne spuntava una, un desiderio, un'esigenza, una voglia a cui Letta la rana finiva per cedere e come al solito Berlusconi lo scorpione lo rassicurava: "Prometto di non pungerti perché se pungo te poi muoio anch'io ed io non posso e non voglio ancora morire e poi dobbiamo stare insieme per la stabilità, il bene del paese perché altrimenti sarebbero vani tutti gli sforzi di re Giorgio che da rana ha voluto farti principe, mentre non eri nemmeno un rospo."
Letta la rana, però, era sempre più spaventato, e più passava il tempo e più sapeva che non rischiava solo la puntura di Berlusconi lo scorpione, ma di tutti i suoi amici. 
Lo avrebbero punto, non erano amici, non erano uguali, erano nemici, lo erano sempre stati. 
E' nella loro natura.
Letta la rana era sempre più sfiduciato. 
Chi non è nato principe non può essere un principe, soprattutto se non è mai stato un rospo e se non c'è stata nessuna principessa che ti ha scelto. Una rana deve restare rana, così come uno scorpione resterà scorpione. 
E' nella loro natura.
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5 agosto 2013


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Armiamoci e andateci

Consigli utili per la riuscita di una buona guerra civile.

Per le donne:
- venite con le unghie ben affilate. Passate prima dalla manicure.
- Marciare in una guerra civile non sarà cosa facile. Sostituite i tacchi a spillo con le zeppe.
- La guerra non è una festa, quindi evitare vestiti sgargianti. Si consiglia il tubino nero e lo chignon.
- Indossate solo gioielli eleganti. La nostra è una guerra civile, ma anche una guerra di classe.
- Muovetevi in sincro, come i balletti del Bagaglino e ricordate: quelle più gnocche davanti e le più bruttarelle dietro. Anche se poi, a ben pensarci, quelle bruttarelle sono comuniste.
- Alla guerra potete portare anche i vostri cagnolini, purché entrino nell'ultimo modello di bauletto di Luis Vuitton.

Per gli uomini:
- indossate magliette con messaggi chiari. Purchè siano firmate.
- Preparatevi alla guerra come fa Bondi. Leggete le sue poesie.
- Mettete scarpe da ginnastica. Quelle che indossate per andare in barca andranno benissimo.
- Immedesimatevi nel vostro capo e diventate evasori e se lo siete già smettete anche di chiedere lo scontrino al bar.
- Se proprio non volete essere riconoscibili durante la guerra, mettete i vostri occhiali scuri, preferibilmenti quelli all'ultima moda.
- Alla guerra potrete recarvi con il vostro Suv, purché lo lasciate nel parcheggio dei bus, noleggiati per portare gli anziani con colazione a sacco.

La direzione distribuirà bandiere, bottigliette di champagne, cd di Apicella, aperitivi a base di ostriche dopo le 18:30.
La guerra dovrebbe cominciare subito, ma la direzione si riserva la possibilità di rimandare tutto a settembre, a causa delle possibile colate di cerone dovute al caldo eccessivo.
Sono vietate qualsiasi attività di pensiero che si allontanino dal pensiero di Gasparri.
La guerra civile non comincerà mai prima delle 10 del mattino e si fermerà per consentire i pranzi e le cene eleganti e le attività di shopping in centro. 
Astenersi amanti della Costituzione e comunisti.

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24 giugno 2013


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Che tu sia (con)dannato!

Ci sono donne che fanno le puttane e ci sono donne che fanno i giudici e i pubblici ministeri.
Io sto nel mezzo.
Tra quelle che non credevano che Ruby fosse la nipote di Mubarak, tra quelle che figuriamoci se quello non sapeva che fosse minorenne, tra quelle che chiamiamole pure cene eleganti anzichè festini a base di sesso, tra quelle che tutte educande a quelle feste e nessuna escort educata, tra quelle che alla fine lui se n'è fregato perché credeva che...
Insomma quel processo non ci ha raccontato niente di nuovo, ma la sentenza si. La sentenza ci dice che un reato è un reato e in quanto reato deve essere punito. 
In Italia, questa, può essere una notizia.
Peccato, però, che ad essere condannato ci sia Silvio Berlusconi. Così si parlerà di sentenza politica, di giustizia comunista, di rivincita, di vendetta della magistratura, di accanimento politico, di persecuzione, persino di giudizi bacchettoni, di moralisti del cavolo, di puzza sotto il naso, di invidia del pene, di becero conformismo, di cazzi suoi e cazzi miei. E si perderà di vista il fatto che è sbagliato adescare una minorenne promettendo mari e monti (e tanti soldi!) per avere in cambio delle prestazioni sessuali.
Peccato, però, che ad essere condannato ci sia Silvio Berlusconi. Perché parleremo di prossima vita del governo, scommettendo sui tempi di durata, sull'interdizione, sulla punizione, sui pubblici uffici e le stanze private, sui beni confiscati, sulla pena esemplare, sui commenti degli amici, sui commenti dei nemici. E lui sarà ancora lì, tra i titoloni dei giornali, nei servizi del giornalismo estero, in tutti i telegiornali.
Peccato. Se lo avesse ammazzato (politicamente) il voto qualche mese fa sarebbe stato tutto diverso. Lo avremmo interdetto noi tutti, con la democrazia delle nostre scelte e oggi ci ricorderemo solo del fatto che è sbagliato adescare una minorenne promettendo mari e monti (e tanti soldi!) per avere in cambio delle prestazioni sessuali.
Invece adesso ci toccherà gioire per la sua condanna, ma non per la sua sconfitta e la consapevolezza, ancora una volta, che solo parzialmente siamo un paese normale.
Speriamo, almeno, che questo sia un inizio per migliorare.
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18 aprile 2013


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La verità mi fa male, lo so!

Io vi chiedo scusa, perché, è vero, alle ultimi elezioni ho votato PD.
Io vi chiedo scusa, perché davvero ho pensato che loro sarebbero stati quelli che ci avrebbero portati fuori da 20 anni di berlusconismo.
Io vi chiedo scusa, perché ho creduto alla forma di democrazia di un partito che sceglieva di interpellare i propri elettori per prendere le grandi decisioni sui nomi e le persone da scegliere.
Io vi chiedo scusa, perché mi sono fidata di Bersani quando diceva: "MAI con Berlusconi!"
Io vi chiedo scusa, perché li ho difesi quando si parlava di inciuci in nome di un cambiamento a cui loro avrebbero contribuito.
Io vi chiedo scusa, perché mai come stavolta io ho scelto loro e non Vendola o qualche sinistra più a sinistra.
Io vi chiedo scusa, perché la colpa del fallimento elettorale l'ho data a chi ha votato gli altri.
Io vi chiedo scusa, perché mi sono ostinata a considerare giusto un partito morto o che non sa fare altro che operarsi per il proprio suicidio.
Io vi chiedo scusa, perché non mi sono unita ai cori dei: "vaffanculo", "siete tutti morti", "vi mandiamo tutti a casa".
Io vi chiedo scusa, perché quelli che io ho votato non hanno avuto coraggio, non hanno avuto sensibilità, non hanno avuto lungimiranza e non hanno avuto rispetto, per me e per quelli come me, ma anche per quelli come voi.
Io vi chiedo scusa, perché questo paese, soprattutto adesso, avrebbe bisogno di altro.
Io vi chiedo scusa, perché, forse, sono migliore di loro, ma ho finito per non dimostrarvelo.
Io vi chiedo scusa, perché avevo dato loro un'altra chance e poi un'altra ancora.
Io vi chiedo scusa, perché ho lasciato che mi tradissero.
Io vi chiedo scusa, perché adesso sono furente, incredula, delusa, smarrita.
Io vi chiedo scusa, ma vi prometto che, alla luce di quello che sta succedendo oggi, non lo farò più.
Votare Pd, intendo.
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28 marzo 2013


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Il nuovo che è avanzato.

Quindi, ricapitolando, l'idea che mi sono fatta suona un po' così:
- Bersani è la vecchia politica, non ha vinto, anche se toccherebbe a lui governare, per la legge dei grandi (mica tanto!) numeri. Bersani è vecchio, ed è talmente vecchio che ha capito che il suo tempo è quasi scaduto, che lui presto sparirà e che l'unica cosa che può fare, affinchè con lui non sparisca tutto il Pd, è lavorare per un vero cambiamento, di quelli che nemmeno ha mai sperato, di quelli per cui non si è mai realmente impegnato, che poi, a ben pensarci, se l'avesse fatto non saremo a questo punto e lui, forse, sì che avrebbe vinto.
- Berlusconi è vecchio e dirgli solo vecchio è fargli un complimento, ed è talmente vecchio che non guarda al futuro, ma al passato: "Se vinco farò lo stesso governo del 2011, ma con Terzi al posto di Frattini!" E noi che avevamo rivalutato Frattini! E' talmente vecchio, che l'unica cosa che gli importa è vivere al meglio i suoi ultimi anni e al diavolo se il suo meglio coincida con il nostro peggio!
- Grillo è il nuovo, ma è il nuovo in mezzo a questo vecchiume! 
Che poi a ben guardare usa lo stesso linguaggio della Lega di 20 anni fa, solo un tantino più aggressivo, solo un tantino più volgare, solo con qualche vaffanculo in più, ma io sta cosa l'ho già vista e se l'ho già vista allora non è proprio nuova.
Che poi a ben guardare il nuovo è nello streaming degli accordi con gli altri, ma non nello streming delle riunione interne, quelle con i capi per intenderci, perché fate gli streaming con chi dico io, ma non fateli quando ci sono io!
Che poi a ben guardare il nuovo è nel dire sempre no, solo no, nient'altro che no, lo giuro! E allora a ben guardare il cambiamento, più che cambiamento è immobilismo, è stare fermi, arroccati nelle proprie posizioni, ma io sta cosa l'ho già vista e se l'ho già vista allora non è proprio nuova.
Che poi a ben guardare il nuovo è nel dire: "Lasciate fare a noi, che se lasciate fare a noi, noi diciamo SI al cambiamento! e se non lasciate fare a noi, noi non vi facciamo lavorare per il vostro cambiamento!" Insomma il nuovo sta nel ricattare politicamente gli altri, ma io sta cosa l'ho già vista e se l'ho già vista allora non è proprio nuova. 
Che poi a ben guardare il nuovo è nel tornare al voto con una legge ellettorale vecchia, brutta, sbagliata di quelle che rendono il paese ingovernabile a meno che non si prenda il 51%, ma meglio sarebbe il 100%, che poi è quello che vorrebbe Grillo, ma il 100% in democrazia non esiste e allora se non è democrazia il nuovo sta nel potere totalitario, assoluto, senza gli altri, quelli vecchi che ormai sono circondati e morti, ma io sta cosa l'ho già vista (anzi per mia fortuna non l'ho proprio vista, ma ne ho sentito parlare) e se l'ho già vista (anzi per mia fortuna non l'ho proprio vista, ma ne ho sentito parlare) allora non è proprio nuova.

Che poi a ben guardare non è affatto un bel vedere.
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28 febbraio 2013


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(Chi) Vince chi perde

Devo ammetterlo: io non so se mi sono ancora ripresa e sarà per questo che più passa il tempo e più le cose non mi sono tanto chiare.
Allora, il Pd è arrivato primo, ma non ha vinto. Ha la maggioranza alla Camera, ma questo conta ben poco se non si ha la maggioranza anche al Senato. Quindi la camera è declassata? Cos'è, uno sgabuzzino?
Il Pdl non ha vinto, anzi ha perso più o meno 6 milioni di voti, ma esultano come se fossero arrivati primi, a differenza di chi è arrivato primo, perchè queste elezioni hanno sancito il grande ritorno di Berlusconi. Quindi pur avendo perso sono strafelici perché, in fondo, si aspettavano di sparire.
Sparire, il rischio che hanno corso quelli della Lega, che hanno perso, in termini di voti, in Lombardia, in Piemonte e in Veneto, ma che poi ottengono la presidenza della regione lombarda con la vittoria di Maroni e che governano nelle regioni economicamente più ricche d'Italia.
Quelli che sono spariti davvero, invece, sono i comunisti che in Puglia non votano Vendola, che in Italia non votano Ingroia, figuriamoci Bersani, che ora qualcuno vorrebbe far sparire, ma che corrono tutti verso il Movimento arrabbiato 5 Stelle, quello di Grillo, per intenderci, che non vuole fare il premier in caso di vittoria, che non vuole andare alla Camera, nè al Senato e che per questo non chiede di essere eletto in prima persona, perché c'è la gente del movimento, la gente comune che deve rappresentarci e che poi dopo aver preso il 25% grida alla vittoria. E lui sì che ha vinto, ma non è arrivato primo, come avrebbe voluto. Però adesso detta l'agenda, la strategia, le alleanze, le non alleanze, la salita al Colle per le consultazioni e il movimento resta fermo, mentre il capo si muove, parla, decide. Il movimento collettivo è il pensiero di un uomo espresso attraverso le pagine di un blog, un blog si sostituisce alle sedute parlamentari, agli incontri di vertice. Con un blog si governa l'Italia e quel blog (cazzo!) non è il mio, perché io sì, che non sono arrivata prima. Vuoi vedere allora che ho vinto?
La democrazia, che doveva essere espressione dal basso, adesso si esprime attraverso i commenti del post di uno.
Poi Napolitano va in Germania e lì, all'estero, viene preso in giro da chi non capisce come si faccia ad essere ostaggio dei clown. Lui ascolta e si incazza e si meraviglia. Ma cosa si meraviglia se sono anni che appena un italiano va all'estero si sente fare la stessa domanda?! In Italia sta cambiando tutto, solo la nostra percezione all'estero non cambia, solo all'estero non (ci) capiscono (?!).
Anch'io non capisco, non capisco più come si fa a vincere e come si fa a perdere. 
Poi penso a Fini e un'idea più chiara sulla sconfitta mi viene. Poi penso a Scilipoti e dovrebbe essermi più chiara l'idea di vittoria?!
Niente, ho mal di testa, ho mal di pancia, sono costipata, sono confusa, sono disillusa, penso di fare le valigie, ma so che, almeno io, tenderei ad escludere il Guatemala.
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22 febbraio 2013


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Momenti indimenticabili (di una campagna elettorale da dimenticare)

Domani silenzio. Domani pausa. Domani riflessione.
Domani.
Oggi una considerazione: è stata la campagna elettorale più brutta che io ricordi, disseminata di fregature e di momenti (in)dimenticabili.

Momento 1: il ballottaggio delle primarie per la scelta del candidato del Pd. Matteo Renzi viene criticato perché ci ricorda Berlusconi. Il popolo di sinistra ha così tanta paura di Berlusconi che non vuole un clone. Così è tornato l'originale.
Momento 2: non si parla più di programmi, ma di agende e le agende, si sa, durano più o meno 12 mesi. Esattamente come il prossimo governo.
Momento 3: il ritorno del caimano, che poi ha generato tante altre fregature a seguire.
Momento 4: il ritorno di una campagna elettorale che non gira intorno ai temi politici, ma intorno a Berlusconi.
Momento 5: la presentazione delle liste e dei simboli. I soliti nomi e i grandi esclusi che scappano con le liste: tu non porti me, io sputtano te.
Momento 6: adotta un cane per la campagna elettorale! Ma poi non lo abbandonare in cabina elettorale appena dopo il voto. 
Momento 7: Michele Santoro e quei giornalisti poco giornalisti, che per fare spettacolo non hanno fatto i giornalisti e che hanno fatto un brutto spettacolo di se stessi.
Momento 8: Mussolini. Per non parlare degli ultimi 20 anni, ci siamo messi a discutere su quello che c'era da salvare del ventennio fascista. Ve lo dico io: niente! E se i treni arrivavano in orario, bastava farlo capostazione.
Momento 9: la sostituzione di impegni fattibili con le promesse improbabili e le proposte shock e l'Imu e 4 milioni di posti di lavoro e l'uscita dall'euro e rimanere nell'euro e vai avanti tu che a me vien da ridere.
Momento 10: Balotelli. Perchè chi vota pensando ad un giocatore della propria squadra di calcio vota con i piedi, mica con la testa?!
Momento 11: le alleanze. Berlusconi voleva Monti, poi scarica Monti, Monti va con Casini e Fini, ma strizza l'occhio a Bersani, che sta con Vendola e che non vuole Monti, ma preferirebbe Ingroia, che non vuole andare con Bersani e che non vuole andare con Monti, figuriamoci con Berlusconi, che critica Giannino, che se proprio dovesse scegliere un altro sceglierebbe Grillo, che manda tutti affanculo!
Momento 12: i comizi in piazza. E giù i paragoni: "la mia piazza è più piena della tua!" Vedere foto per credere e magari prendere righello per misurare.
Momento 13: i video elettorali, quelli che copiano il video visto a Sanremo, ma per offendere e quelli che copiano il video di quelli che copiano il video visto a Sanremo, ma per scusarsi per chi ha offeso.
Momento 14: il finto master. E le finte lauree e lo Zecchino d'Oro e il Mago Zurlì e Pinocchio e il gatto e la volte e io, ve lo giuro, sono laureata in Scienze della Comunicazione. E non lo dico per vantarmi.
Momento 15: Celentano che canta per Grillo e Bennato che non canta per Grillo. E gli insulti che si beccano entrambi.
Momento 17: quelli che votano perché sono arrabbiati e non perchè sono indignati. Quelli dai discorsi violenti, perché ti è mai venuto in mente che a forza di gridare la rabbia della gente non fa che aumentare? La forza certamente deriva dall'unione, ma il rischio è che la forza soverchi la ragione.
Momento 16: la lettera. Vengo con questa mia a dirvi che vi sto prendendo per i fondelli e voi in fila, pecoroni, che credete che qualcuno vi restituisca il malloppone. 
Momento 18: il dibattito tv che non si è fatto perché se prima eravamo in 6 ad andare in tv, poi siamo diventati in 5 ad andare in tv e se prima eravamo in 5 ad andare in tv, poi volevano andarci in 4 ad apparire in tv e se prima eravamo in 4 a voler andare in tv, poi hanno confermato in 3 a voler andare in tv e se prima erano in 3 a voler andare in tv poi c'è chi ha fatto sapere che sarebbe solo andato in coppia ad apparire in tv e se sono rimasti in 2 a dover andare in tv uno dice all'altro: "Da soli non è bello andare in tv".
Momento 19: la Merkel. Ti tiro per la giacchetta e la giacchetta gnernò, gnernò. Ti tiro per il pantalone e il pantalone gnernò, gnernò. Ti tiro per la gonnella e la gonnella gnernò, gnernò. Ti tiro per la sottana e la sottana gnernò, gnernò. E basta!
Momento 20: le condizioni metereologiche, che quando non si ha molto da dire si finisce a parlare del tempo.

Domani silenzio. Poi ci metteremo tutti (!) una croce su.


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28 gennaio 2013


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La Memoria

Dire: "...il fatto delle leggi razziali è stata la peggior colpa di un leader, Mussolini, che per tanti altri versi aveva fatto bene..." è un po' come dire che con Casapound si possono avere delle idee condivisibili, alcune più, alcune meno, o come dire, se volete, che se una donna subisce violenze bisogna chiedersi oggettivamente se quella donna non se l'è cercata. 
Perdonate, ma certe differenze tra alcune affermazioni io le vedo poco, così come non vedo la differenza tra la violenza che un essere umano fa nei confronti di un altro essere umano, o di un popolo nei confronti di un altro popolo, non solo ebreo.
Perdonate, ma certe parole, dette ad un certo punto, così come dette sempre, dimostrano che non c'è rispetto per le vittime, per nessuna vittima, che non c'è rispetto per la storia, per nessuna storia, che non si ha memoria mentre si parla di memoria, che non si ha buon senso perché non si è capaci di vera compassione.
Io proverei a rifletterci quando si ricorda una storia che è sempre più lontana da noi, perché la maggior parte dei testimoni sta venendo meno; io proverei a rifletterci anche non andando tanto lontano, ma restando negli ultimi vent'anni; io proverei a rifletterci pensando all'altro giorno, a ieri, a oggi. Io proverei a rifletterci quando saremo chiamati a decidere del prossimo futuro.
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12 dicembre 2012


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Stiamo calmi e nessuno si farà male

Arrivo in ritardo, sicuramente. Tutti hanno detto la loro. Io ho pensato e mi sono scoperta arrabbiata, ma non con chi pensate voi. Sono arrabbiata con il resto del mondo!
C'è chi si è strappato i capelli, chi ha rialzato la testa, chi si è dovuto piegare, c'è chi dovrà farlo in futuro. C'è chi parla di nuovo miracolo italiano, chi del solito incubo. C'è chi si sta sfregando le mani, c'è chi piange a dirotto, chi ride a crepapelle, c'è chi continua a chiedersi  come è stato possibile. C'è che si sente tornato indietro di 13 mesi, chi di 18 anni. C'è chi dice le solite facce, i soliti culi inchiodati alle poltrone. C'è chi diceva che la politica era finalmente cambiata e c'è chi pensa, invece, che non è cambiato proprio nulla. C'è chi non ha niente da dire e c'è chi non parla d'altro. C'è chi ha paura della profezia dei maya e c'è chi, ormai, la invoca a gran voce. C'è lo spread in salita, c'è la borsa in discesa. C'è il pericolo di contagio, il bubbone che può esplodere, c'è chi se ne fa una malattia. C'è chi non c'è più la destra e la sinistra, ma solo pro e anti. C'è che non c'è più la destra, ma non è certo colpa della sinistra. C'è chi non ne può già più, c'è chi non aspettava altro. C'è che questo è il nuovo che avanza e c'è che questo è il vecchio che torna.
C'è che siamo piccoli. C'è che non diventeremo mai grandi.
C'è chi conosce benissimo la differenza tra la serietà e i tentativi di pararsi il culo. C'è chi non conosce affatto la differenza tra la serietà e i tentativi di pararsi il culo. 
C'è chi è pronto a ricascarci e c'è chi non ci è mai cascato. C'è che siamo noi.
Ma l'Europa? Ma il resto del mondo? Perché ne parla? Perché vi dedica le prime pagine dei giornali? Perché con la notizia apre i propri notiziari? Perché non si fida di noi? Perché ha paura?
Io non ci sto a passare per stupida! Lo sappiamo bene: basterà semplicemente non votarlo. Si si, lo sappiamo bene: no, non votare, ma non votare lui e votare per altri.
Poi, però, per scaramanzia, ma solo per scaramanzia, ho tirato fuori le valigie.
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13 luglio 2012


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Tra lui (Berlusconi) e lei (Minetti) scegliere saprei

Ci sono cose assurde che non avrei mai creduto di poter fare e non sto parlando di buttarmi nuda nella fontana della piazza del paese, o corteggiare un calciatore con la porche, o lasciare il mio numero di telefono sui muri del bagno dell'Autogrill, o mettere le birkenstock con i calzini, farmi la cresta da punk, diventare vegana o rinunciare ai peperoni. No, parlo di qualcosa di molto più assurdo! Ovvero: solidarizzare con la Minetti! E giuro, non sono ubriaca, non sono drogata e non è nemmeno colpa degli extraterrestri!
Capita solo che quando Berlusconi decide di ricandidarsi (e nessuno dei suoi lo ferma) e decide di darsi una mano di pulitura (come se bastasse una leccata di bue), invitando Nicole Minetti a dimettersi da consigliere regionale in Lombardia, ecco che quasi viene normale sperare che qualcuno gli tenga testa. Chi? Perché non la Minetti? Ma ve lo immaginate? Sarebbe la prima volta che Nicole Minetti non ci sta. Il primo no urlato al signore e padrone. Ecco perché io mi associo ad Alessandro Capriccioli e alla sua iniziativa: un post al giorno per Nicole.
Vai Nicole, al grido di: "la poltrona è mia e me la gestisco io!" Che poi se la Santanchè, (santa ché?) si mette a sbraitare che è finito il tempo delle Minetti ho quasi paura di sapere che cosa ci attende dopo. Dopo che il bue disse cornuto all'asino.
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12 luglio 2012


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Minestra e finestra

Silvio Berlusconi potrebbe ricandidarsi come leader del Pdl. Il suo ritorno in campo (ne è mai uscito?) potrebbe essere definitivo, ma solo dopo l'estate. Evidentemente prima ha paura che gli si sciolga il cerone, che la panzetta si veda troppo, che la tintarella non ancora perfetta lo faccia sembrare più morto che vivo, che il medico non è ancora rientrato dalle ferie per qualche lifting di ripresa, che il vento gli spettini i capelli, che ci voglia ancora un po' di tempo per far sembrare questa minestra cucinata e non solo riscaldata. In ogni caso è una politica triste, quella politica che non riesce a trovare nuove alternative, non dico valide alternativa, ma almeno nuove anche se poi prova a prometterle. Poi vengono fuori i vecchi nomi, le solite strategia, la vecchia miopia. A destra, a sinistra, di sopra, di sotto, di lato. Persino il nuovo si scopre non così tanto nuovo da preferire gli stratagemmi di una politica che non si lascia scegliere, votare e giudicare. 
Il Pdl depone Alfano per rimettersi nelle mani di Silvio. Qualcuno persino riesce ancora a pensare che lui sia l'unico a poterci governare. Giuro, l'ho sentito ieri per radio! Il Pd non riesce nemmeno a capire come fare le primarie per candidare un nome ed una faccia come premier. Renzi piace più a destra che a sinistra o più a sinistra che a destra. Non l'ha capito nessuno. Grillo starnazza perché è lui l'unica cosa nuova in questo quadro e poi si attacca al porcellum. Il Movimento 5 Stelle non dice nulla se non attraverso la bocca del suo capo (comico). Casini non fa casini perché è troppo moderato. Di Pietro starnazza, Vendola non vuole correre senza l'Idv. Fini, Fini chi? Resta la Lega, perché non c'è mai fine al peggio. Poi ci sono i tecnici che non si ricandidano, così dicono, adesso. Poi vediamo quanto saranno tirati dalla giacchetta e chi tirerà più di altri. Montezemolo dice che arriverà come un treno, quindi in ritardo. Chi rimane? E che ne so? Mica sono una che può fare analisi politica? Mica sono l'opinionista di turno che proprio non può esprimere un'opinione? Poi certo, fatemi dire la mia: che tristezza, che desolazione. 
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8 maggio 2012


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E...leggimi questo!

"Quindi, com'è andata?"
"Ha vinto la sinistra!"
"Maddai! Incredibile..."
"Si, in Francia."
"Mi sembrava strano. Ok, ma in Italia?"
"Ha perso il PDL"
"Come ha perso il PDL? Quanto ha perso il PDL?"
"Sciolto come neve al sole ai primi caldi."
"E Berlusconi che ha fatto?"
"Qualche sera fa ascoltava il duello tra i candidati alla presidenza francese: Hollande diceva a Sarkozy che Berlusconi era amico suo e quello si difendeva dicendo che no, in realtà era amico di Hollande, così Berlusconi, che ha creduto di essere amico di tutti, si è messo in cammino per la Francia per salire sul carro dei vincitori, ma tutti hanno finto di non riconoscerlo e così, visto che la voglia di festeggiare un amico vincitore era rimasta, è andato fin in Russia ad osannare Putin."
"Quindi non c'era?"
"Un po' come fanno i topi quando la nave affonda. Ma ha già una grande idea e un nuovo leader."
"Alfano?"
"No, la Santanchè!"
"La Santa chè?! Non è possibile! E la Mussolini che dice?"
"Per solidarietà femminile ha fatto sapere che accetta la cosa. E si è armata."
"E la Lega?"
"Ha perso."
"Povero Tosi!"
"No, lui ha vinto. Ricordi? Lui era quello che da uomo di Lega aveva deciso di correre senza legarsi, alla Lega."
"E il terzo polo?"
"Non ha sfondato e non ha fatto da ago di nessuna bilancia."
"A questo punto non resta che la sinistra. Ha vinto la sinistra! Ha vinto il PD?!"
"Si, ma solo in parte e solo dove l'avevano spuntata i candidati non scelti dal PD."
"Vuoi dire che a Palermo Ferrandelli non ce l'ha fatta?"
"Ha preso il 17,59% dei voti, ma va al ballottaggio."
"Con chi?"
"Leoluca Orlando, il nuovo che avanza o che era avanzato. Lui ha preso il 47,94%"
"Tempi bui per tutti."
"Ci sono sempre le stelle."
"Ti metti a fare il romantico?"
"Parlo del movimento 5 stelle."
"Quelli del Grillo parlante?"
"Quelli di Grillo straparlante. E l'antipolitica si fece politica..."
"Ma non sembra la storia della Lega?"
"E la storia a volte si ripete..."
"Ma quello succedeva nella seconda repubblica."
"Non c'è due senza tre!"


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24 aprile 2012


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Madre lingua

Bisogna studiare, bisogna imparare le lingue, bisogna prendersi una laurea, meglio due, bisogna accumulare esperienze all'estero, bisogna aver pazienza e aspettare l'occasione della vita e saperla cogliere. Bisogna fare attenzione a quando tutto è più facile, a quando tutto è troppo facile, a quando si è madrelingua, perchè poi si rischia di far casino, di non riuscire a capire quando bisogna fermarsi, quando è il caso di parlare una lingua alla volta, dosando bene le parole, dandovi importanza per riflettere su ciò che si sta dicendo e come lo si sta dicendo, per non correre il rischio che certe parole diventino insulto per chi le ascolta. E i verbi, signore i verbi! 

Cheaps dalla voce deduco che tu sei in treno. Ho sentito adesso the Boss of the boss e gli ho detto: "oh,allora guarda che stasera porto una mia amica" e lui mi fa: "ottimo!" Gli ho detto: "guarda che ha la seconda laurea, ti dà del filo da torcere." Mi ha detto: "ottimo!" Si vede che non poteva parlare. Grazie. Ciao. No, perché infatti ti volevo un attimo briffare sulla cosa, nel senso giurami che non ti prendi male, nel senso cioè ne vedi di ogni, cioè te ti fai i cazzi tuoi ed io mi faccio i cazzi miei, per l'amore del cielo, però ne vedi di ogni, cioè nel senso la disperation più totale, cioè capirai, c'è gente per cui è l'occasione della vita per cui ne vedi di ogni. Te fidati di me, punta su: a) il francese, che lui sbrocca, gli prende bene. Digli tutto quello che fai: seconda laurea, sei stata tre mesi alla Sorbona, che anche lui ha studiato alla Sorbona, si esalta di brutto. E detto fuori dai denti, no, ci sono varie tipologie di persone: c'è la zoccola, c'è la sudamericans che non parla nemmeno l'italiano e che arriva dalle favelas, c'è quella un po' più seria e c'è quella via di mezzo e poi ci sono io che faccio quello che faccio. Per cui era solo per non confonderti nella massa, non sii timida, fregatene, sbattetene il cazzo e via andare... Amica cheaps a che ora arrivi in the station?
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20 gennaio 2012


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Piange il telefono. Piange al telefono.

Mia madre me lo urlava spesso: "Attacca quel telefono!"
Lei sapeva, lei aveva capito. 
Tutti parlano al telefono, tutti straparlano al telefono. Il telefono sembra essere diventato una sorta di nuovo confessionale, di macchina della verità, di strumento che svela effettivamente quello che siamo, come ci pensiamo, come ci poniamo con gli altri.
Per telefono abbiamo scoperto che Berlusconi aveva detto basta dopo la dodicesima, ma che avrebbe anche potuto continuare.
Per telefono la Minetti raccontava di quelle natiche troppo flaccide.
Per telefono la Merkel veniva ripresa per delle rotondità che poco piacciono agli uomini che si fermano alla dodicesima, ma che andrebbero anche avanti.
Per telefono era chiaro quanto il direttore della Rai riusciva ad abbassare il capo (e metaforicamente non sono quello) davanti ad un premier padrone.
Per telefono abbiamo scoperto chi rideva subito dopo il terremoto all'Aquila.
Per telefono abbiamo sentito quanto Lavitola si sentisse furbo e potente per i servizi che poteva fornire.
Per telefono siamo riusciti a capire le preoccupazioni della Santanchè (santa che?!) e di Briatore dinanzi a comportamenti poco edificanti di un anziano potente.
Per telefono abbiamo appreso che mentre naufragava la Concordia era buio e che per qualcuno questo rappresentava un problema per tornare al comando di una nave che colava a picco, mentre per un altro questo limite era superabile.
Per telefono, perché per telefono quanto ce piace de chiacchierà! Forse avevamo davvero creduto che una telefonata allunga la vita.
Invece mia madre aveva capito tutto e quando mi trovava attaccata alla cornetta urlava: "Attacca quel telefono!"
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17 novembre 2011


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Il governo del futuro

Ho guardato la foto di questo nuovo governo: uomini e donne, vestiti scuri, sobrietà e compostezza. 
Ho avuto paura.
Ho avuto paura perché questa gente non rideva, ma sorrideva e c'è una bella differenza.
Ho avuto paura perché questa gente dice che la crisi c'è e non la nasconde sotto il tappeto.
Ho avuto paura perché nessuno ha raccontato una barzelletta.
Ho avuto paura perché ho sentito pronunciare una parola "vecchia", talmente "vecchia" che mi è sembrata nuova: sacrificio.
Ho avuto paura perché guardandoli mi sono accorta che la politica ha fallito e che quei politici che hanno fallito dovrebbero essere sostituiti, ma a sostituirli non ci sono nuovi giovani politici, ma tecnici esperti, perché non abbiamo altro.
Ho avuto paura perché pur se rappresentano le eccellenze mi sono resa conto che non mi fido.
Ho avuto paura perché mi sono ritrovata a pensare, da blogger: "mi mancherà Brunetta, che forniva ottimi spunti per i miei post!" Poi ho letto la sua ultima intervista sul Corriere e mi sono resa conto che certa gente non perderà mai l'occasione per stare zitta.
Ho avuto paura che le parole di Berlusconi non fossero un addio, ma un avvertimento. O una minaccia.
Ho avuto paura dello spread, perché per la prima volta mi sono detta che lui se ne potrebbe fregare di questo governo.
Ho avuto paura che il vento nuovo fosse già finito.
Ho avuto paura che questo presente torni ad essere troppo presto esattamente come il passato.
Speriamo che passi.
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15 novembre 2011


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L'Italia s'è desta?

Un giorno ve lo chiederanno: "dov'eravate e cosa stavate facendo quando avete avuto la notizia delle dimissioni di Berlusconi?"
Il fatto è serio. Il berlusconismo non è arrivato alla sua maggiore età. Conoscendo il premier Bunga Bunga, forse ce lo saremmo dovuti aspettare!
Io ho cenato con degli amici, siamo andati avanti a brindare per un pò ed ogni volta abbiamo dovuto trovarci motivi diversi, per alzare i calici. Lui dal Colle non scendeva! Noi avevamo altri impegni. Della cena non è rimasto che qualche avanzo. Io ero in tram quando mi è arrivato un sms da un uomo di sinistra: "Ora Berlusconi si è dimesso..."
Avrei voluto urlare, anche solo un piccolo gridolino di liberazione, ma non ho potuto: sabato sera ero completamente afona! E non perché avessi urlato prima. Solo un bruttissimo scherzo del destino, o una cosa assurda! Ho chiamato i miei genitori e mia madre dall'altro capo del telefono a stento mi sentiva, eppure non si è preoccupata per la mia voce. Ha urlato per me. Una signora bionda sul tram ha capito, e ha urlato anche lei.
Poi ho fermato una coppia per strada, ho avvisato anche loro, come si avvisa qualcuno che la "guerra è finita", "il coprifuoco è stato abolito", "l'Italia ha vinto i mondiali". Ero pronta ad incassare un chissenefrega e invece è arrivato un: "signorina, lei ci sta dando la più bella notizia della giornata!"
Anche questo è strano in un paese che si era dimenticato di essere normale.
Il giorno dopo, il muro fuori dalla finestra era grigio come sempre e il lunedì lo spread è rimasto alto. Termini Imerese chiuderà con una settimana in anticipo. 
Ci aspettavamo una nuova Italia? 
L'Italia è sempre la stessa. Quello che potrebbe cambiare, potremmo essere noi italiani e magari, un giorno, sapremmo scegliere politici migliori da non dover sostituire con dei tecnici dell'economia. Intanto mi godo la mia nuova faccia. Una faccia normale.
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8 novembre 2011


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Mi dimetto, lo prometto e se prometto io mantengo...

Berlusconi sale al Quirinale. Questo è quello che si sono detti lui e Napolitano.

Berlusconi: "Io mi ero perso nella figa e tu, tu dalla rabbia ormai non mi credevi più e adesso che sono salito qua ti dico mi dimetto, si, e non lo avrei detto mai."

Napolitano: "e adesso giura, adesso giura, adesso giura che non hai paura, che non è una fregatura dirmi mi dimetto, perché per delle dimissioni, senza reali dimissioni sparano lo spread su! e noi cadiamo giù!"

Berlusconi: "mi dimetto e lo prometto, e se prometto poi mantengo."

Napolitano: "ti dimetti e se ci tieni, tu prometti e poi mantieni. Prometti, prometti!"

Berlusconi: "ti giuro dimissioni, dimissioni in eterno, e quando mi dimetterò me ne andrò all'inferno, ma solo dopo la legge di stabilità, sperando poi che mai si farà. Lo grido cento, mille volte a sera. Sono disperato e non mi resta che una preghiera: spero di non svegliarmi già in galera, quando solo sarò."

Napolitano: "prometti, per sempre sarà. Prometti indietro non si tornerà! E adesso se c'è una crisi la mandiamo via, perché i problemi tuoi non sono più i problemi miei. Bisogna che tu non sia più con noi e tutti gli altri poi, non ti chiameranno mai! E adesso giura, adesso giura sopra la mia Costituzione che non è certo dedicata a te e che invece io ho consumato con i baci e pianti, perché per colpa tua non ci credevo più!"

Berlusconi: "mi dimetto e lo prometto, e se prometto poi mantengo."

Napolitano: "ti dimetti e se ci tieni, tu prometti e poi mantieni. Prometti, prometti!"

ADESSO GIURA!


*T'appartengo di Assolo, Franco Migliaccio, E. Migliaccio, Stefano Acqua, E. Migliacci.
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2 novembre 2011


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Su e giù dal Colle

La crisi è crisi.
E' un via vai di gente, di finte proposte, di preoccupazioni, di allarmismi, di correnti, di pensieri e parole, di salite e discese.
Le borse vanno giù e allora i politici vanno su. 
Su al Colle.
Bersani sale al Colle.
Casini sale al Colle.
Tremonti sale al Colle.
Berlusconi dovrebbe salire al Colle.
Fini c'è già stato al Colle.
Tutti su da Napolitano, indispettito perchè in tempi di crisi anche le tartine costano e questi politici mangiano, mangiano e mangiano. Si sono mangiati il Paese!
Eppure io ne inviterei qualche altro. Su anche Bossi, Calderoli, magari anche Scilipoti che tiene in piedi il governo e che crede di essere il nuovo che avanza. E su anche chi scalpita, ovvero il giovane Renzi. Destra e sinistra, tutti su! Su Angelino Alfano, leader (?) del Pdl, e di tutti i suoi tesserati. 
E le donne? Volete lasciare giù le donne? Su le quote rosa, su la Bindi, su la Gelmini, su la Prestigiacomo, persino la Santanchè. 
Su, sempre più su.
E quando saranno tutti su, proviamo a fare un giochino.
Chi buttereste per primo giù dal Colle?
 

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