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mercoledì 21 marzo 2012

Pigrizia & Perdizione: No-Knead Pan brioche alle gocce di cioccolata fondente




Pigrizia: quella sottile, ineguagliabile, estatica sensazione di non voler fare nulla e se, proprio qualcosa si debba fare, allora poterla fare col minimo di dispiego di energie
Perdizione: quella erompente, irrazionale, squassante tendenza a peccare senza sentirsi in colpa.
Non vanno a braccetto, tutt'altro.
Un qualche sforzo il peccare comporta.
Il pigro è, per certi versi, un passivo.
Il perduto invece un poco deve aver sudato per conquistarsi quello che di peccaminoso adesso costella la sua anima e allieta le sue giornate.
L'accoppiata non è vincente.
Anche in cucina non c'è peccato di gola, e quindi perdizione, se non c'è qualcosa che viene posto in essere, e quindi fatica e quindi non pigrizia.
Ovviamente non vale la confezione di cibi peccaminosi comprata al negozio sottocasa... troppo facile.
Il Panbrioche in questione rappresenta un giusto compromesso per un pigro non integralista che vuol peccare.



Non si deve impastare.
Lievita tutto solo soletto nel frigo senza rompere le scatole nè richiedere attenzioni particolari.
Si fa deporre delicatamente nello stampo.
Si lascia cuocere dal forno accogliente e caldo.
Soprattutto si fa mangiare con avidità e gola.
E dispendio di energie.
Ma quando ci vuole... ci vuole.

NO-KNEAD PANBRIOCHE CON GOCCE DI CIOCCOLATO FONDENTE
(Ricetta dal blog di Comida de Mama)

Ingredienti per stampo rettangolare da plumcake lungo 30 cm:

250 g di farina Manitoba
75 g di acqua tiepida
11 g di lievito fresco
50 g di zucchero o di miele liquido
2 uova a temperatura ambiente
100 g di burro, sciolto a bagnomaria e fatto raffreddare
1 pizzico di sale
Versione meno dolce: 30 gr di zucchero invece che 50

per guarnire:
un tuorlo
un cucchiaio di latte
granella di zucchero

Sciogliere il lievito nell’acqua tiepida.
In una ciotola raccogliere tutti gli ingredienti, evitando di far entrare in contatto sale e lievito. Mescolare fino a ottenere un impasto omogeneo.
Coprire la ciotola con una pellicola per alimenti e lasciare lievitare per 2 ore.
Trasferire la ciotola coperta in frigorifero e lasciare riposare per un minimo di 24 ore fino a un massimo di 5 giorni.
Estrarre l’impasto dal frigorifero, modellare la pasta a forma di treccia.
Trasferire la treccia in uno stampo rettangolare da plumcake lungo 30 cm rivestito di carta da forno. Lasciare lievitare in ambiente caldo per un paio di ore.
Riscaldare il forno a 180°C.
In una ciotolina sbattere il tuorlo con il latte e spennellare la superficie della treccia. Cospargere di granella di zucchero e infornare a 180°C per 25-30 minuti, fino a raggiungere una doratura ottimale.

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domenica 26 febbraio 2012

Sant'Ambrogio e la proroga: Struffoli di carnevale


Sant'Ambrogio ha fatto il regalo ai milanesi di far durare di più il Carnevale.
A Milano e provincia ci allunghiamo fino al sabato.
Non avendo più piccini da mascherare (e, per la verità, neanche da piccino il Pupo di casa amava i travestimenti), il Carnevale per me rappresenta più che altro un momento di evasione alimentare.
Dolci fritti che più fritti non si può.
E devono essere fritti sennò meglio non farli.
Il colesterolo ringrazia e anche il medico di base che, scorrendo le analisi del sangue di routine, potrà consentirsi di alzare leggermente il sopracciglio destro e guardarci con fare di rimprovero, velato perchè i valori sono border-line, ma comunque sempre rimprovero.

STRUFFOLI

dose da 10 persone (oppure 5 inevitabilmente golose)
ricetta da Giallo Zafferano

400 gr farina
40 gr zucchero
3 uova intere più 1 tuorlo
rhum 1/2 bicchierino
scorza grattugiata di arancia e limone

350 gr miele
codetta

Si impasta la farina con lo zucchero, le uova, il rhum e la scorza grattugiata.
Io uso il mixer e faccio in un attimo.
Si copre la pallottola di impasto con un canovaccio a si fa riposare una mezz'ora.
Si divide in tante pallottoline e si allungano facendoli rotolare fino a farli diventare dei cordoncini spessi non più di un dito.
Si tagliano a tocchetti piccoli e si dispongono allineati su un piano infarinato.
Si fa scaldare l'olio per la frittura e si iniziano a friggere un pòco per volta.
Devono leggermente colorirsi ma non scurirsi.
Lasciare su carta assorbente finchè si freddano.
In un pentolino far scaldare il miele.
Quando è sciolto, versarvi le palline fritte e mescolare per bene.
Poi disporre su un piatto (prevalentemente a forma di montagnola oppure di coroncina)
e cospargere di codetta multicolore.
Lasciar riposare per almeno un giorno perchè diventano moooolto più buoni.

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martedì 18 ottobre 2011

La vie en rose: come prendersi una lunga pausa di riflessione e non sentirsi in colpa....



Tutto rosa.
Ho preteso così la parete dietro il mio nuovo letto, un letto romantico, arzigogolato, da femminuccia.
E chi l'avrebbe mai detto qualche tempo fa che la mia scelta sarebbe caduta su "quel" tipo di letto e su "quel" colore di sfondo.
Si invecchia.
O ci si rincretinisce invecchiando.
Il che è plausibile e giustificabile anche se difficile da accettare.
Il tempo che passa.
Non è questione di rughe.
Ma di entusiasmi che senti scorrere dentro di te come a vent'anni.
Voglia di viaggiare avventurosamente, voglia di fare il corso di vela spartano, voglia di piantare tutto e reinventarsi una vita proprio come a vent'anni quando pensi di avere tutto nel palmo della tua mano.
E poi ti gela il "Signora, tocca a lei" detto dalla cassiera del supermercato, vent'anni a malapena, trucco pesante e tu che pensi: "bel visino, peccato tutto quel trucco".
La stessa cosa che diceva mia nonna, e tutto lo stuolo di nonne, mamme, zie, amiche di famiglia quando NOI avevamo vent'anni.
Ti definisci scherzosamente "giurassica" ma senti che, nonostante la giocosità, è vero, è proprio così.
Sei lontana anni luce dai miti di adesso; quello che vorresti far rivivere è la gioventù che non hai vissuto come avresti voluto.
Motorino, le compagnie al mare, quelle che si vedevano sempre allo stesso muretto nella stessa piazza, i primi filarini, i discorsi di come insieme si sarebbe cambiato il mondo, le speranze, le certezze, le delusioni.
Torniamo alla parete dipinta di rosa, che è meglio.
E torniamo coi piedi per terra.
C'è da portare il pupo ad hockey, c'è da fare la spesa, stasera che cucino per cena?
Oddio, C*U*C*I*N*A*R*E......
Che vorrà mai significare....
A vent'anni non si cucina, casomai si arriva a casa affamati come bufali texani e si addenta quello che ha preparato mammà....
Boh...

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mercoledì 4 maggio 2011

Dedicato....



Che forma hanno i pensieri?
Sono come le nuvole che girano, si modificano, non sono mai le stesse.
Che forma ha un pensiero per un'amica lontana?
Forse quella di uno scialle per avvolgerla tutta e farle sentire il calore del cuore.
Forse quella di una giostrina all'antica per farla sorridere.
Forse quella di una mano per darle una carezza lieve.
Forza, Ross.

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martedì 11 gennaio 2011

Bricioline.....Involtini di speck e mozzarella di bufala gratinati



Ci sono momenti che non vorresti finissero mai.
Che il tempo restasse sospeso, come cristallizzato intorno a te.
Per come ti senti.
Per un paio di occhi in cui incroci lo sguardo.
Per una mano che si tende attraverso l'aria.
Per un sapore che ti sorprende nella sua semplicità.
E cerchi di ritrovare quel sapore per ritrovare quel momento.
Questi involtini sono semplici ma li trovo eccezionali nella loro semplicità.ù

Con questa ricetta partecipo al contest di Imma di Dolci a gogò e LeCreuset





Involtini di speck e mozzarella di bufala gratinati
per 4 persone
16 fettine di speck
4 mozzarelline di bufala
4 fette di pane a cassetta
prezzemolo
parmigiano
Tritare in un mixer il pane a cassetta non troppo finemente, metterlo in una padellina antiaderente ben calda e farlo dorare, mescolando continuamente per non farlo bruciare.
Quando è dorato, aggiungere qualche goccia d'olio e continuare a mescolare.
Togliere dal fuoco e versare in una ciotolina.
Appena intiepidito aggiungere un pò di parmigiano e il prezzemolo e mescolare per amalgamare.
Tagliare le mozzarelline a fette spesse e arrotolarle ciascuna in una fetta di speck.
Disporre gli involtini in una pirofila unica oppure in pirofile monoporzione.
Cospargere con la miscela di pane e infornare per una decina di minuti, giusto il tempo che la mozzarella si sciolga un poco.
Mangiare caldo o tiepido.

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martedì 9 novembre 2010

Torta Lego, torta senza uova



Ancora una torta senza uova per il mio amico, ormai seienne, allergico alle uova.
La scelta di una base senza uova è quasi ovvia: una millefoglie farcita con ganache montata al cioccolato fondente, a cui ho aggiunto ulteriore panna montata per renderla più spumosa.
Ma vista così, una millefoglie da sola non è granchè esteticamente parlando.
Per una festa di bambini, poi...no no...
Assolutamente bisognava inventarsi qualcosa per il top che la decorasse.
E allora l'idea della minipannine cotte e tutte colorate, nella forma che a me da subito ha richiamato i cubotti del lego.


TORTA LEGO

per la millefoglie:
3 confezioni di sfoglia rettangolare
600 gr panna fresca liquida
400 gr cioccolato fondente
zucchero
latte

per le minipanne cotte:
(2 stampi da 15 cubotti)
600 gr panna liquida fresca
400 gr latte intero
10 cucchiai rasi di zucchero
20 gr di colla di pesce
coloranti in pasta per alimenti

Si cuociono le tre sfoglie a 210° per circa 15 minuti dopo averle bucherellate, spennellate, e spolverate di zucchero.
Nel frattempo si prepara la ganache, facendo scaldare 400 gr di panna portandola quasi all'ebollizione e versandola poi sul cioccolato fondente sminuzzato, mescolando dopo un minuto per far amalgamare bene.
Si può far raffreddare, se si ha tempo, a temp ambiente, altrimenti per accellerare, si mette in frigo appena tiepido mescolando ogni tanto finchè si inspessisce.
Appena la ganache è fluida e corposa e non più liquida, si monta con le fruste e gli si incorporano gli altri 200 gr di panna montata.
Si stende metà della ganache su un foglio di pasta sfoglia, si livella bene e si copre con un'altra sfoglia, ancora ganache e poi a chiudere l'ultima sfoglia.
Le minipannecotte si possono fare con anticipo perchè tanto vanno messe in freezer a solidificare per bene se no non si sformano.
Si scalda la panna con lo zucchero e poi si aggiunge la colla di pesce idratata e strizzata bene.
Si mescola e poi si versa negli stampi.
Io ho preparato tutta la dose di panna cotta, colorandola dopo la cottura a piccole quantità prima di versarla negli stampi.

Assemblaggio:
sopra la millefoglie si spalma un velo di panna montata e poi si dispongono i cubotti sformati ancora congelati così si maneggiano più facilmente.
Si finisce di decorare con dei ciuffetti di panna giusto per "coprire" gli spazi vuoti.
Si conserva in frigo per 24 ore.

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venerdì 24 settembre 2010

Una lunga estate pigra: Pane nero dell'Ikea


....Ma davvero è dal 25 giugno che non posto qualcosa sul blog?
Ma che razza di pseudo blogger io sono?
Prof, ho la giustifica.
Mi giustificano giornate pigre sdraiata in riva al mare e pomeriggi lenti passati al fresco della veranda a leggere buoni libri.
Mi giustificano piccoli e grandi consapevolezze acquisite in questi ultimi mesi.
Cucinare? L'indispensabile.
Per mancanza di spazio mentale da dedicare ai pasticciamenti tra i fornelli, alle sperimentazioni golose, alle idee a cui dare corpo.
L'estate sta finendo, forse è già finita.
I colori caldi si diluiscono nelle nuvole di temporale settembrino e le giornate durano sempre meno e sono sempre più fresche.
Provo ad arrendermi all'idea dei capi pesanti, dei golf, degli stivali ma mi è difficile.
Mi sforzo, vediamo di iniziare questa nuova stagione.
Di vita e meteorologica.
Inizio da un pane nero, pesante di consistenza ma buono di una bontà rustica di neve fuori della porta e stivali ad asciugare all'ingresso.
Facilissimo da fare: si apre la confezione, si versa l'acqua nella quantità indicata nelle istruzioni, si agita bene, si versa nello stampo e si mette a lievitare.
Beh, veramente non lievita molto, anzi per nulla, è abbastanza pesantuccio come impasto.
Diciamo che si fa riposare per un pò e poi si inforna.
Più facile di così.
Quando vado all'ikea lo compro sempre perchè lo adoro proprio perchè è così rustico e pesante e con la marmellata di mirtilli è superlativo.
Mi sono sforzata un pochino, va là.
Però che fatica aprire la confezione...

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venerdì 25 giugno 2010

Mezze maniche ai fiori di zucca e acciughe ovvero "Torna a Surriento, sto' blog aspett' attè"



Troppo tempo distante.
Troppe cose da gestire, organizzare, vivere nella realtà reale da potersi dedicare anche a quella virtuale.
Mi firmo la giustificazione da sola.
Adesso è tempo di maggior calma.
E' tempo di tornare.
Tempo di assaporare un piatto goloso di pasta insieme ad una persona speciale.
Un piatto unico che non rubi troppo tempo.
Perchè ci sono emozioni che aspettano e non vanno fatte aspettare.
La ricetta....


è facilissima.
Aggiornamento del 8.08.2010: mi sono accorta di non avere trascritto la ricetta per intero ma solo il titolo. Me ne scuso. Rimedio ora con vergognoso ritardo. Perdonate la mia leggerezza dovuta al sole, al mare e a questa insopprimibile voglia di irresponsabilità. :)

Mezze maniche ai fiori di zucca, acciuga, scamorza e mandorle

Mezze maniche
fiori di zucca
filetti di acciuga sotto sale
aglio
olio extravergine oliva
scamorza affumicata
mandorle tritate grossolanamente non tostate

Si puliscono dei fiori di zucca e si tagliano a metà.
In una padella con un pò d'olio extravergine d'oliva si rosola dolcemente dell'aglio tagliato finissimo e si fanno sciogliere dei filettidi acciuga sotto sale sciacquati e asciugati.
In ultimo si aggiungono i fiori di zucca giusto un minuto per lasciarli appassire leggermente.
Si cuoce la pasta (consiglio pasta corta, mezze penne o mezze maniche) e si scola al dente conservando un pò di acqua di cottura.
Si spadella nel condimento preparato coi fiori di zucca, si toglie dal fuoco e si aggiunge la scamorza tagliata a dadini, si mescola e in ultimo le mandorle tritate e non tostate.

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domenica 18 aprile 2010

E fu così che la polpetta inciampò sulle Polpette di melanzane.....



Dopo tanto tempo nel blog della polpetta ritorna una ricetta di polpetta.
Che non è perfetta, non è tonda ma è proprio buona.
Con dadini di pomodoro fresco lo è ancora di più.
La ricetta è a naso, nel senso che non avendo mai provato a farle ma avendole mangiate da chi le fa proprio bene, l'ingrediente principale diventa necessariamente la memoria per cercare di "ricostruirla".

Polpette di melanzane

per circa 16 polpette

2 melanzane (di quelle nere lunghe) di grandezza media
4 fette di pancarrè (o altro pane, quello che avete, se è secco, ci vorrà solo più tempo per farlo ammollare)
80 gr pecorino grattugiato
80 gr parmigiano grattugiato
scamorza tagliata a dadini (facoltativo)
1 uovo
farina di polenta gialla
aglio

Tagliare le melanzane in fette alte 1 cm.
Cuocerle in acqua bollente salata per circa 7 minuti, scolarle e stenderle sulla carta assorbente tamponandole con altra carta assorbente.
Ammollare il pancarrè con del latte.
Mettere le fette di melanzana in un mixer, aggiungere il pane strizzato, l'uovo intero, i formaggi grattugiati e l'aglio tagliuzzato finemente, far andare le lame finchè il composto non risulta abbastanza omogeneo.
Versare il composto in una ciotola e finire di mescolare, aggiungendo la scamorza, aggiustare di sale e se è troppo morbido, versarci un paio di cucchiai di farina di polenta.
Con le mani fare delle pallottole non troppo grandi e passarle nella farina di polenta gialla.
Friggerle finchè non sono dorate e scolarle su carta assorbente.
Come accompagnamento, basta tagliare a dadini qualche pomodorino, condirlo con un filo d'olio e sale.


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mercoledì 3 febbraio 2010

Gluten-free: la Piadina!!!!



A volte, mentre si parla con qualcuno affetto da celiachia delle rinunce affrontate dopo la scoperta della patologia, capita di carpire nei suoi occhi e nel tono della voce un senso di malinconia per l'abbandono di quei sapori "pieni" legati al pane casareccio da addentare assaporando la crosta croccante, alla pizza che esce fumante dal forno a legna oppure ad un semplice fragrante panino col salame.
E dispiace.
Allora si inizia a girare su internet e si trovano bellissimi luoghi virtuali come www.cucinainsimpatia.net dove persone caparbie e decise hanno iniziato a provare, mischiare, modificare ricette glutinose per ricavarne validissime alternative gluten free che non facessero sentire "diverse" loro stesse o le persone a loro care.


Anch'io mi sono messa a curiosare, provare, mischiare.
Da questo viene fuori la piadina della foto, ovviamente versione gluten-free.
Domenica sera, qui mi si dice: "perchè stasera non ci mangiamo una piadina?"
Bene, apro la dispensa: non ho farina glutinosa di nessun genere.
Solo un avanzo di un paio di sacchetti di farina gluten-free.
Perbacco, ma si potrà fare la piadina senza glutine?
Vado su www.cucinainsimpatia.net, scovo una ricetta senza strutto (che non ho) e la provo.
La ricetta è di Felix, modificata nella qualità delle farine utilizzate.
Morale della favola: la piadina è venuta fantastica.
Qui l'hanno divorata. A nessuno ho detto che fosse gluten-free. Ma, giuro, la differenza non c'è.

Piadina Gluten-free

per 6 piadine
100 gr farina Farmo
100 gr farina DS Mix it
25 gr olio
1 cucchiaino di sale
125 gr acqua frizzante
3 gr bicarbonato di sodio

Impastare tutto (a mano, con la macchina del pane o con l'impastatrice) e ricavarne un panetto morbido, compatto ed elastico.
Dividerlo in 6 pallottole da circa 55, 60 gr l'una.
Appiattirle leggermente e disporle su un foglio di carta forno spolverato di farina Farmo, coprirle con della pellicola per non farle seccare e lasciarle riposare per almeno mezzoretta (se di più è meglio).
Quando è trascorso il tempo di riposo, scaldare la padella o il testo in ghisa.
Cuocere una piadina per volta, appiattendola con la punta delle dita e facendola diventare molto sottile (al limite della trasparenza).
Porre la piadina cruda sulla padella calda e far cuocere per massimo 1 minuto e 30 girandola solo due volte, sennò secca troppo.
Vedrete che durante la cottura la piadina si gonfia leggermente, si riempie di piccole bolle non troppo accentuate e si colora di marrone qui e là, una meraviglia.
Mentre si cuociono tutte le piadine, quelle cotte si possono conservare in un cestino avvolte da uno strofinaccio oppure quando si sono raffreddate si possono congelare o conservare sottovuoto

N.B.
Ingredienti per la versione con glutine
200 gr farina 00
25 gr olio d'oliva
1 cucchiaino di sale
100 gr acqua frizzante (potrebbe servirne un poco di più se l'impasto fosse troppo duro)
3 gr bicarbonato

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domenica 10 gennaio 2010

Il perfetto complemento per un tè: Torta agli amaretti



"Che ne dici se andiamo all'ikea?"
Tu incassi il colpo magistralmente e annuisci.
"Certo, perchè no?"
Ti assalgono visioni crudeli di orde iperboliche in movimento scomposto, di fiumane di carrelli e passeggini che travolgono, di sacche gialle su spalle piegate dalla fatica di arrivare indenni alla cassa.
"Certo, perchè no?" ripeti.
E senti prepotentemente la vena masochista che erompe nel tuo animo: altro che bondage, altro che "fetish"...il vero masochista per farsi veramente male va all'ikea.
Preferibilmente di domenica in tarda mattinata.
Preferibilmente fermandovisi anche a pranzo.
E che vada tutto come deve andare: code, facce rassegnate, percorso obbligato tra scaffali ed esposizioni, matitina ed elenco di cose da prendere, metro di carta alla mano.
Si arriva in cassa, si paga, ci si siede in macchina.
E' fatta: l'esperienza masochista per eccellenza è finita.
Fino alla prossima volta.
Al ritorno a casa, un buon tè caldo.
E questa torta agli amaretti la cui ricetta.....


.... ho ritrovato su un quaderno iniziato nell'epoca in cui masticavo a stento i primi rudimenti di pentole e fornelli.
Quando ancora compravo la besciamella già pronta e la pizza era solo quella della pizzeria d'asporto sotto casa.
Non so di chi sia la ricetta, quindi se qualcuno vi riconosce la sua non me ne voglia se non ne cito la fonte.

Torta agli amaretti

3 uova intere
170 gr zucchero
100 gr burro fuso
200 gr farina 00
100 gr semola di grano duro
200 gr amaretti
4 bicchierini liquore all'amaretto
1 bustina di lievito per dolce
una manciata di mandorle a lamelle

Preriscaldare il forno a 180°.
Si sbattono le uova intere con lo zucchero, si aggiunge il burro fuso, poi le farine, il lievito, il liquore mescolando bene perchè l'impasto si amalgami.
Infine aggiungere due terzi degli amaretti sbriciolati grossolanamente con le mani.
Mescolare bene e poi versare in una teglia diametro 24, 26 precedentemente imburrata e infarinata.
Distribuire sulla superficie i rimanenti amaretti sbriciolati e in ultimo le mandorle a lamelle.
Infornare per un'ora circa, dopo una cinquantina di minuti fare la prova stecchino, se uscisse asciutto al centro, si può sfornare anticipatamente.
Attendere che si raffreddi per sformare.
Ottima anche dopo due giorni.

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giovedì 31 dicembre 2009

Un Nuovo Anno in rosa: Macarons alla ciliegia



Per un Anno tinto di rosa.
Il rosa del sorriso di un bimbo.
Dello scondinzolare di un cucciolo.
Di una voce amica che ti chiede come stai.
Del tramonto colto tra le fronde degli alberi di un bosco innevato.
Dei ricordi quando ti avvolgono il cuore.
Della serenità.
Auguri per un Anno tinto di rosa.

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domenica 22 novembre 2009

Tempus fugit: Crostata all'arancia e sambuco e sentore di cioccolata


Poco tempo per tutto.
Le giornate che si accalcano una sull'altra.
Le mezzore in coda in tangenziale, al lavoro, di nuovo tangenziale, scuola a recuperare il Pupo, poi portarlo un giorno ad hockey quello dopo a basket, giusto il tempo di leggere una mezza pagina di un buon libro mentre aspetti e viene sera, la cena, il crollo finale distrutta su divano/poltrona/vasca da bagno/scalino della mansarda (dipende dove il sonno ti coglie).
E alla fine non rimane nulla di epico da rammentare, solo una sfilza di piccole cose di tutti i giorni.
Quelle che ti riempiono il cuore e che un giorno ricorderò con nostalgia.
Questa crostata.....


....è perfetta per le piccole giornate fatte di piccole cose.
E' una frolla montata (ricetta di Montersino), viene scioglievolissima e burrosa, forse un pò troppo per i miei gusti che preferiscono frolle di aspetto e consistenza piuù rustiche.
Questa frolla è comoda perchè si stende con la sac a poche, e questo permette di stendere delle strisce tanto belle e precise quanto brutte e irregolari sono quelle che riesco a fare col metodo tradizionale.
Ho usato un'ottima marmellata all'arancia e sambuco che trovo all'Ikea, unico difetto l'eccessiva dolcezza ma, insomma, pazienza...
La ricetta la riporto in corsivo con il testo che Rucoletta di Coquinaria ha pubblicato ed in neretto con le mie osservazioni/modifiche/integrazioni.

CROSTATA DI FROLLA MONTATA ALLA MARMELLATA DI ARANCIA E SAMBUCO E SENTORE DI CIOCCOLATO FONDENTE

FROLLA MONTATA
- 280g di burro
- 50g di zucchero a velo
- 300g di farina 00
- 125g di tuorlo d’uovo sodo (io ho messo circa 7 tuorli per raggiungere i 125 gr ma.... sono assolutamente TROPPI!!!!)
- 12g di rum(non l'ho messo)
- cannella in polvere q.b.
- scorza di limone q.b. (non l'ho messa)
- cioccolato fondente grattugiato

Mettere i tuorli in un contenitore di vetro, aggiungere acqua calda e mettere al microonde per far cuocere i tuorli, bucare preventivamente la pellicina dei tuorli per evitare che scoppino.
Ammorbidire il burro a temperatura ambiente o al microonde , mettere nella ciotola con lo zucchero a velo e montare nella planetaria. Nel frattempo setacciare i tuorli sodi in un setaccio aiutandosi con un tarocco, aggiungere alla montata di burro. Continuare a montare, quando è abbastanza gonfia togliere la frusta e mettere la foglia, aggiungere la farina e continuare a mescolare. Togliere dalla ciotola e mettere in una sac a poche con beccuccio rigato e disegnare una spirale sullo stampo imburrato partendo dal centro e terminando con doppio giro sui bordi.

Ho steso la marmellata leggermente scaldata.
Poi ho completato con la sac a poche la decorazione con le strisce.
Ho grattugiato del cioccolato fondente su tutta la torta e poi ho infornato a 180° finchè il bordo non fosse dorato, circa 20, 25 minuti.
Ho aspettato che si raffreddasse prima di estrarla.
Poi ho spolverato di zucchero a velo.


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giovedì 5 novembre 2009

Il mio personale omaggio ad Adriano: Focaccia morbida ai pomodorini



Adriano è un grande.
Io mi beo delle sue spiegazioni e dei suoi fotogrammi "passopasso".
Non ho il coraggio di provare tutto quello che lui propone ma quando ho osato lanciarmi nell'impresa, e ho fatto una sua cosa, l'ho fatta mia per sempre.
Tempo fa il suo poolish per la pizza.
Celestiale.
Adesso, più recentemente, questa focaccia morbida.
Ed è morbida davvero, anche dopo un paio di giorni.
Con o senza pomodorini, ma se la si fa con i pomodorini, la si taglia a quadrotti e la si propone in un buffet, giuro che va a ruba.
Al di là delle polemiche, volevo dedicare ad Adriano questo post perchè, come dice il mio amico Cansado di Coqui (che ha la capacità di saper esprimere in sintesi ciò che io non riuscirei a dire con cento pagine) "(...)Adriano è una persona che si è conquistata con i fatti (le sue ricette, le sue tecniche, le sue preparazioni) una credibilità e un carisma che, culinariamente parlando, pochi hanno. Lui è su un pianeta diverso rispetto a chi, pur amando la cucina, ne fa un bel passatempo. Le sue ricette sono "sue", quelle dei comuni mortali sono déjà vu con qualche variazione"
Per chi vuole la ricetta di questa meravigliosa focaccia, eccola qui direttamente da Adriano.

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venerdì 16 ottobre 2009

Calzini ai piedi e Zuppa di pollo, funghi e spinacini freschi



Va bene.
Mi sono arresa.
Ho ripreso a dormire con i calzini.
Quelli corti, colorati, di lana.
Ahinoi, l'inverno sta arrivando.
Più che il plaid potè il calzino da notte.
La decisione è storica.
Vuol dire riporre in un cassetto della mente ben conservati tutti i ricordi dell'estate.
La sensazione del vento sulla pelle quando ci si sdraia all'ultimo sole del pomeriggio stanchi ma mai sazi dell'orizzonte luccicante per le onde del mare.
Il brivido che accoglie il corpo quando ci si tuffa al mattino presto con i colori e le luci dolci per i raggi del sole ancora tiepidi.
Il cielo delle sere stellate, quelle in cui ti senti padrone del mondo e di niente solo perchè sei lì, a guardare col naso all'insù quelle luci sconosciute e solo in quel momento, in quel preciso istante ti rendi conto che forse hai capito tutto anche se non sai cosa c'era poi da capire.
Tutto nel cassetto.
Arrivano i calzini.
E ci sta bene qualcosa di caldo.


Qualcosa che ti avvolge, ti coccola, ti asseconda.

Zuppa di pollo ai funghi e spinacini freschi.

per due persone
due petti di pollo tagliati a pezzetti di media grandezza
200 gr di funghi freschi (ho usato gli champignon ma ci vorrebbero dei funghi un pò più "aggressivi", ovviamente vanno bene anche quelli congelati)
Due cipollotti rossi piccoli
Brodo di pollo
250 ml di panna acida
Una manciata di foglie di spinacini freschi
Fecola di patate

Si mette il pollo a rosolare in una casseruola larga e coi bordi alti, con una noce di burro e un cucchiaio d'olio e i cipollotti tagliati sottilissimi.
Appena ha preso colore girandolo spesso, aggiungere i funghi e far insaporire mescolando.
Salare e pepare.
Spolverare il tutto con un paio di cucchiai rasi di fecola di patate.
Aggiungere il brodo a coprire e far cuocere a fuoco basso per una ventina di minuti.
Non deve restringersi troppo il liquido di cottura.
Amalgamare la panna acida, mescolare, far cuocere altri cinque minuti.
Versare nelle ciotole individuali e aggiungere una manciatina di foglie di spinacini freschi.

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lunedì 28 settembre 2009

Scampoli d'estate: Terrina di prosciutto e caprese



Fa ancora caldo.
Un caldo stupido che ti fa rimpiangere l'estate che sta finendo e temere l'autunno che è dietro l'angolo.
La sera c'è aria abbastanza tiepida, è piacevole mangiare fuori, mangiare qualcosa di veloce, fresco, semplice.
Qualcosa come questa terrina che ho provato per la prima volta a luglio ma che ancora mi piace rifare per riacchiappare un'estate che fugge.
Era su Cucina Moderna del mese di luglio con ingredienti diversi.
L'idea è che il "legante".....

...di questa terrina sia una specie di cremina fatta di latte, parmigiano e gelatina che solidificandosi tiene il tutto unito.
In effetti è vero.
Anche se nella foto la cremina si stava sciogliendo ma in terrazza la sera che l'ho fotografata faceva un caldo....

Terrina di prosciutto, pomodoro, mozzarella e rucola

200 gr prosciutto crudo
300 gr mozzarella fiordilatte
pomodori
basilico
300 ml latte
8 gr gelatina in fogli
3 cucchiai parmigiano grattugiato
sale, pepe a piacere

Per prima cosa si prepara la cremina con il latte messo a scaldare, aggiungendo il parmigiano e mescolando finchè non è sciolto, si toglie dal fuoco aggiungendo la gelatina precedentemente ammollata in acqua fredda.
Si mescola e si fa raffreddare.
La terrina si fa foderando una teglietta da plum cake di fette di prosciutto (per essere più sicuri meglio foderarla di pellicola trasparente) lasciando che trasbordino.
Poi si mettono strati di mozzarella fiordilatte fatta prima sgocciolare, pomodori tagliati a fette, prosciutto, rucola (io ho usato lattuga in questa della foto), basilico spezzettato.
Si versa ad ogni strato un poco della cremina già intiepidita.
Si finisce ripiegando i lembi delle fette di prosciutto, si copre con la pellicola e si mette in frigo per almeno un paio d'ore.

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lunedì 14 settembre 2009

Inizia la scuola...emozioni e briciole di Crostata sbriciolata al cacao, nocciole e marmellata di albicocche


Primo giorno di scuola dell'ultimo anno di elementari.
E io mi emoziono.
Mi emoziono a sentire la mano sempre più grande di mio figlio nella mia mentre saliamo la scalinata.
Mi emoziono a vedere quelli che una volta erano bambinetti e adesso sono donnine in piccolo e bulletti con la cresta sui capelli.
Però mi emoziono lo stesso.
Perchè il tempo passa, perchè vorrei che la Vita fosse per tutti loro buona e facile ma che si rendessero anche conto che la Vita va conquistata giorno per giorno.
Festeggiamo con una delle cose più semplice e più buone, la Crostata sbriciolata di MarinaB.
Ho fatto qualche modifica, aggiungendo.....


....del cacao all'impasto della frolla ma solo perchè qui preferiscono di gran lunga ciò che ha a che fare col cioccolato, comunque sia.

Crostata sbriciolata al cacao, nocciole e marmellata di albicocche

150 gr farina 00
50 gr farina di semola di grano duro
2 cucchiai colmi di cacao amaro
120 gr zucchero (oppure zucchero di canna)
100 gr nocciole tritate non troppo finemente
130 gr burro morbido
3 tuorli
2 cucchiaini di lievito in polvere
pizzico di sale
1 vasetto di marmellata di albicocche

Preriscaldare il forno a 170°.
Per fare la frolla ho usato il mix, mettendo prima le nocciole e facendole tritare non troppo finemente, poi aggiungendoci tutti gli altri ingredienti e facendo andare le lame finchè non si forma una palla.
Stendere tre quarti dell'impasto in una tortiera (tonda o rettangolare) rivestita di carta forno, premendo bene per distribuirlo uniformemente.
Versarci sopra la marmellata spargendola per bene su tutta la frolla.
Distribuire sulla marmellata la restante frolla fatta con le mani a bricioloni irregolari, l'aspetto deve essere assolutamente rustico.
Infornate per circa 35-40 minuti, la torta è cotta quando la frolla è dorata (in questo caso che è al cioccolato dovete fare attenzione all'aspetto "asciutto" della superficie della frolla).
E' ottima il giorno dopo.



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giovedì 27 agosto 2009

Chocolate Chip Banana Bread: orsù, si rientra...

Il ritorno dalle ferie.
Quello più pesante da sopportare è il rientro dal limbo mentale in cui ti scaraventa lo stare in ferie
Ma come, ho la pelle ancora calda del sole, tonica delle passeggiate sulla spiaggia al mattino presto, odorosa del sale marino che ti rimane addosso fino a sera..
No, non vale.
Ci vuole un dolce da coccola.
Un Chocolate Chip Banana Bread.




Questo l'ho cotto nella Slow Cooker, che rischia di diventare il tormentone del prossimo autunno, inverno.
Ma si può cuocere anche nel forno tradizionale.

Chocolate Chip Banana Bread
(ricetta di Vippi di Coquinaria un pò modificata con l'aggiunta del cacao e delle gocce di cioccolato)
200 gr farina
1 bustina lievito
100 gr zucchero
2 uova intere
70 gr burro fuso
2 banane molto mature (io non avevo di molto mature)
1 cucchiaio colmo di cacao amaro
gocce di cioccolata
un pò di latte
Ho messo tutto nel mixer (tranne il latte) comprese le banane a tocchetti (invece la ricetta originale prevederebbe che fossero schiacciate a parte con la forchetta e un pò di succo di limone), ho fatto andare un pò le lame, solo alla fine ho aggiunto un pò di latte ad occhio solo per dare morbidezza all'impasto.
L'impasto deve essere morbido quel tanto che basta da poterlo versare nello stampo.
Ho foderato lo stampo (24x12 altezza 7) con la carta forno, ho versato l'impasto.

Cottura nel forno tradizionale

Infornare nel forno preriscaldato a 180° per circa 35, 40 minuti.
E' cotto se la prova stecchino dà esito positivo.
Sfornare e lasciar raffreddare.
Per la presenza della banana che lo mantiene umido senza seccarlo, è ottimo anche nei giorni successivi, basta conservarlo avvolto nell'alluminio.
Provatelo con una pallina di gelato alla banana: mondiale....

Cottura nella Slow Cooker

Si mette lo stampo nella slow cooker NON preriscaldata con il coperchio tenuto leggermente aperto da un lato con il manico di un cucchiaio di legno interposto tra pentola e coperchio.
Acceso su HIGH per circa 3 ore e 20, regolarsi comunque con la prova stecchino perchè la cottura nel centro tende ad essere più lenta che nella parte esterna.
Se lo stecchino esce pulito dalla punzecchiatura un pò qui, un pò lì, allora tirare subito fuori dalla slow cooker lo stampo da plum cake e fare freddare.

Ne parleremo più avanti ma conviene qui ricordare le regole "basic" per cuocere un dolce a lievitazione nella Slow Cooker e cioè:
- utilizzare una tortiera che vada comodamente nella slow (quella che ho io è grande e di forma ovale quindi perfetta per gli stampi da plumcake) facendo attenzione che ci sia spazio sufficiente per poter prendere la tortiera o stampo anche da caldo
- lasciare aperto da un lato il coperchio interponendo qualcosa tipo un mestolino
- appena cotto il dolce, dopo la prova stecchino, togliere la tortiera subito dalla slow cooker.


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mercoledì 5 agosto 2009

Vacanze

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domenica 14 giugno 2009

Crostini consolatori allo chévre, miele, fragole e granella di nocciole

Tra poco afferrerà lo zaino rosso autografato dalle sue "stelle" del basket, salirà sul pullmann e tra una chiacchera ed una risata con i suoi amici troverà anche il tempo di alzare la mano e mandarmi uno stiracchiato saluto prima di partire.
E io rimarrò con la sensazione del buco al cuore, del "qualcosa" che manca, del respiro che non riesce a riempire fino in fondo i polmoni.
La quotidianità si farà avanti prepotente: lavoro, casa, spesa..le solite cose.
Senza lui.
Senza gli urlacci perchè fa o non fa questa o quell'altra cosa, senza la lotta serale per vedere qualcosa in tv che non siano cartoni animati o filmetti disney, senza l'angoscia di correre di qui e di là perchè esce da scuola o finisce judo.
Senza lui?...
Non è quotidianità, è sopravvivenza.
Beh, intanto oggi, appena sarà partito, per scacciare quella demente sensazione di "eventotragicoall'orizzonte" solo perchè non è con mammasua, io me ne vado in piscina.
Tutto il giorno.
A leggere.
A tuffarmi.
A prendere qualche spicchio di sole in questa Milano che ne offre sempre così poco, anche d'estate.
E quando torno a casa mi abbuffo di questi



Crostini di chevre con miele, fragole e granella di nocciole

Facilissimi, basta tagliare delle fettine di pane, farle tostare leggermente senza che prendano colore, poi si aggiunge una fettina di chevre, una passatina sotto il grill per farlo sciogliere leggermente.
Far intiepidire.
Colare una punta di miele su ciascun crostino, una spolverata di granella di nocciole tostate, mezza fragola.

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