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martedì 30 agosto 2011

Calcio sgnacchera

Dopo il basket in bikini a stelle e strisce e la proposta di far giocare in bikini le giocatrici del calcio femminile russo, lo sport femminile sembrerebbe in subbuglio, ma  forse lo è molto di più il calcio italiano. Dopo aver visto (in diretta) le concorrenti di Miss Universo giocare a pallone in un amichevole in Brasile, il Prof. Nick Ads Brainstorming ha avuto un'idea geniale per risollevare le sorti dell'immagine femminile in generale, ma anche per dare una soddisfazione alla divina  Eupalla: creare un campionato che soppianti quello attuale (a rischio di sospensione indefinita a causa dello sciopero), in cui le giocatrici siano solo miss, la Serie A Intimissimi.
«Tra l'altro, in Italia ci sono tante miss che il tessuto sociale non riesce più a riallocare nel mondo del lavoro, senza parlare delle migliaia di veline e vallette dei vari programmi televisivi, in possesso di un bel visino e di un corpo per far sbavare gli uomini (ma nient'altro), che sono tutte per strada e che potrebbero diventare presto anche un problema di ordine pubblico», precisa il Prof. Ads.
«Lo scopo della mia iniziativa non è benefico, sia chiaro, ma di natura totalmente commerciale: si punta a fare soldi, unendo due mondi, che occupano quasi il 100% del cervello di una maschio adulto: pallone e gnocca».
«Siamo in contatto con la FIGC e con le società per iscrivere rapidamente le ragazze (che sono veramente in forma, non avranno bisogno di nessun allenamento) al campionato e partire già la prossima domenica con tutte le partite di Serie A».
Il futuro del calcio: le Miss non troveranno di meglio
«I tifosi saranno sicuramente contenti: avere brasiliane, cubane e ragazze di ogni altra nazionalità non sarà più considerato un modo per affossare i vivai italiani, ma solamente un'apertura ovvia al mercato della bellezza internazionale. Il risultato in campo, poi, sarà secondario, anche se probabilmente passare da calciatori a modelle non dovrebbe alterare più di tanto i valori in campo: le grandi squadre avranno sempre maggiore potere economico per assicurarsi le prestazioni delle giocatrici più "buone"», conclude Nick, strofinandosi le mani come sapendo che questa idea potrebbe renderlo veramente ricco.

giovedì 18 agosto 2011

Campionato delle scimmie

In Spagna la Liga è già stata sospesa, visto lo sciopero già proclamato per le prime due giornate. In Italia potrebbe accadere la stessa cosa, vista l'aria di crisi che tira, soprattutto tra i famosi "calciatori viziati". Il grande biologo Primo Primate ha proposto, però, una soluzione alternativa abbastanza interessante: trasformare la Serie A in un campionato di scimmie, la soluzione più economica e più "umana" per mantenere un certo livello nel nostro calcio.
Il calcio d'inizio sarebbe così
«Vedendo il successo planetario del film con le scimmie capaci di dominare il pianeta (in Italia dovrebbe uscire verso settembre), mi è venuta questa idea brillante», dice Primo.
«Si potrebbe fare un bel 4-4-2: un agile lemure in porta, due rapidi uistitì come terzini, due rocciosi gorilla come centrali di difesa, a centrocampo bonobo, macachi, scimpanzé e babbuini, nonché una brillante coppia d'attacco con un gibbone ed un cercopiteco, senza considerare tutte le altre specie di scimmie da tenere in panchina. In questo modo svuoteremo gli zoo ed aiuteremo gli animali ad integrarsi nella società, sperando che non si montino la testa se diventano vere stelle del pallone».
«Mi hanno già contattato da Madrid (dove vogliono trasformare il Real Madrid nel Real Mandril, ossia Real Mandrillo), perché sono molto interessati all'idea: tra l'altro, come sempre, il calcio spagnolo avrebbe un grande vantaggio nella cantera, visto che solo in spiaggia vivono le fortissime bertucce di Gibilterra. Questa circostanza mi ha aperto gli occhi: il calcio da primati potrebbe riportare ad una nuova colonizzazione in Africa nel tentativo di prendere i migliori talenti scimmieschi per immetterli poi nel mercato europeo, ma forse è un rischio che va corso, sperando che le scimmie non capiscano l'importanza che avranno nella società occidentale, trasformandosi in "animali viziati" che in qualsiasi momento potrebbero mostrare il loro potere», conclude Primo.
«Dal punto di vista del marketing sarebbe una trovata geniale: potrebbe chiamarsi Serie A Orfei (dinastia circense che offrirebbe anche tutti gli arbitri, vista la loro esperienza nel domare animali selvatici) e sarebbe il migliore spot contro il razzismo. I razzisti che vanno allo stadio hanno l'abitudine di fare il verso della scimmia o di lanciare banane e noccioline per insultare i calciatori di colore: questo atteggiamento sarebbe da escludere se si vuole evitare una rivoluzione delle scimmie in campo», propone il nostro grandissimo esperto di marketing, il Prof. Nick Ads Brainstorming.

mercoledì 17 agosto 2011

Crisi, politica e calcio

La Serie A minaccia lo sciopero? Il mondo politico e le sue istituzioni minacciano nuove tasse per i "calciatori viziati"? Un rappresentante SCAIP (Società Calciatori Anonimi contro Il Potere) ha deciso di dirci la sua, ovviamente senza rivelarci la sua identità ed usando lo pseudonimo di Javi Poves.
La politica non c'entra con il calcio
«Non si può vivere e giocare in condizioni così difficili dal punto di vista della tragica congiuntura sociale ed economica, e poi la situazione politica è veramente troppo tesa», adduce Javi.
«L'articolo 40 della Costituzione è applicabile a tutte le categorie di lavoratori e dedicarsi al calcio è un lavoro. Il problema reale è la politica e la sua attitudine da tre effe borboniche (Festa, Farina e Forca) rispetto al mondo del calcio: il fatto è che apportiamo Festa al popolo italiano, Farina nel sacco di tante persone (non bisogna negare che qualcuno la dovrà pur pagare) e, quando le cose vanno male, siamo l'ovvio bersaglio di tutti quelli che vogliono vedere appesi ad una Forca le persone che hanno avuto più privilegi nella vita, semplicemente a causa delle loro capacità atletiche».
«Vincolare l'ormai tristemente famoso contributo di solidarietà (nell'ennesima dimostrazione di retorica populista di cui è capace la politica italiana) ad un'immagine distorta dei calciatori non servirà a fare chiarezza sulla crisi, anche perché se si decidesse veramente per lo sciopero della Serie A le conseguenze per la politica in Italia potrebbero essere nefaste, letali. Non è una minaccia, è la realtà: la maggioranza degli italiani è composta da tanti piccoli Jack Torrance, pronti ad esplodere se si dovesse fare a meno del calcio».
«I calciatori sono stufi, ad esempio, di essere identificati con la destra o con la sinistra a seconda della zona del campo in cui giocano: stiamo pensando ad uno sciopero dei terzini e delle ali (anche se ne restano poche di queste ultime) per far sì che il gioco di tutte le squadre di Serie A passi per il centro, anche perché tutti sanno che alla fine in Italia tutti diventano di centro: sarà il nostro sciopero bianco», conclude Javi.

giovedì 21 luglio 2011

Sciopero generale sui generis

Presto ci saranno gli scioperi dei trasporti, gli scioperi dei benzinai e gli scioperi dei politici (la definizione di sciopero è chiara, si tratta di un'astensione collettiva dal lavoro allo scopo di rivendicare qualcosa, ossia quello che fanno quasi quotidianamente gli esponenti della politica italiana) , ma si annunciano ulteriori e variegati scioperi nel prossimo autunno caldissimo che si avvicina. Si prospettano grandi manifestazioni autunnali da parte di collettivi inattesi, però comunque stufi del ruolo che hanno nella società (sono già stati proclamati lo sciopero delle mamme, lo sciopero degli animali abbandonati e lo sciopero degli adolescenti).
Si chiude tutto per protesta?
«In realtà, gli scioperi settoriali in Italia non servono veramente a niente», commenta un esperto mondiale di cortei, scioperi, marce e manifestazioni non sempre politicizzate o sindacali, il noto John Doe Walkout«sono come veri e propri boomerang che attivano bestemmie e meccanismi di rivalsa tra categorie e strati della società».
«In Italia c'è bisogno di quello che nel mio ultimo libro chiamo "Sciopero in Generale": tutti si devono rifiutare di fare quello che sanno fare (o ciò per cui vengono pagati senza alcun merito, o ancora più semplicemente ciò per cui si è pagati poco, male e niente), anche se si tratta semplicemente del proprio ruolo. I giovani devono smettere di fare i giovani, i detenuti devono smettere di esserlo (qualcosa di molto facile se anche il personale della Polizia Penitenziaria aderisse a questo tipo di sciopero), i ricchi devono rinunciare al loro status (o almeno evitare di dare tanto nell'occhio) e così via. È auspicabile un ritorno all'antico Système D del Maggio francese», conclude John.
«Serve uno sciopero quanto più generale possibile: a questo scopo creeremo un apposito gruppo, attivo e fattivo, facebook.com/ScioperoGeneralissimo (non vi è nessun riferimento al franchismo, ma alla necessaria partecipazione di tutto il popolo italiano)», annuncia orgoglioso Demo Crazia, la persona che ne sa veramente più di tutti di democrazia online, anche se in molti criticano i suoi metodi o la sua mancanza di purismo.

sabato 25 giugno 2011

Niente di nuovo sulle notizie

La FNSI ha proclamato uno sciopero per lunedì 26 giugno 2011, per cui non usciranno tutti i giornali a tiratura nazionale per un motivo molto semplice che si può evincere dallo scarno comunicato stampa: non uscirà nessun quotidiano perché non c'è nessuna vera notizia.
Si aspettano notizie dal fronte
«Parlare malissimo di Berlusconi», sostiene Zio Mario, direttore del noto La Cosa di Tutti«ormai non fa più notizia, visto che ci sono i gruppi su Facebook che sanno farlo anche piuttosto meglio di noi, me lo hanno detto anche Massimo Giannini ed Eugenio Scalfari».
«La verità è che il giornalismo è sempre stato così, una sensazione di eterno deja vu, ma ciò non vuol dire che le notizie siano sempre le stesse: l'importante è riuscire a dire le cose che vuole sentirsi l'editore, ossia la persona che investe soldi per "fare" notizie», spiega Gaio Sospeso Sallustio, direttore de Il Diario del Padrone.
«Grandi temi politici non possono essere trattati, visto il livello della politica in Italia: parlare, ad esempio, di guerra in relazione alla sua valenza costituzionale è una presa in giro visto che il mondo è pieno di guerre con i nostri militari che vi partecipano», denuncia Concetto di Sinistra, direttore de L'Umiltà.
«Effettivamente un giornale serio come il nostro è stufo di parlare di prostitute, logge più o meno massoniche, droga, criminalità, spazzatura: ai miei giornalisti sembra spesso di scrivere pezzi rap in stile gangsta» assevera Ramuccio De Bossoli, direttore del Corriere della Droga della Sera.
«Noi stiamo pensando comunque di uscire, visto che spesso non pubblichiamo nessuna notizia, limitandoci a gossip, insulti e complotti», afferma Vittoria Pagata, direttore de Libero con la Condizionale.

domenica 27 marzo 2011

I bloggers incroceranno le braccia

L'agitazione costante nel mondo dei bloggers, causata soprattutto dalle loro pessime condizioni di lavoro e dallo scarso riconoscimento per il loro grande apporto al progresso dell'umanità, è sfociata nella dichiarazione dello sciopero mondiale per il 31 aprile 2011.
Bloggers al potere... forse...

«Le rivendicazioni dei bloggers sono chiarissime: tutti avranno diritto ad avere come minimo cinquemila lettori al giorno, che sua sponte scriveranno un sacco di bei commenti brillanti per alimentare dibattiti significativi per la crescita culturale di tutti gli esseri umani del pianeta. Ovviamente, tale capacità di stimolo intellettuale verrà premiata con lauti contratti a tempo indeterminato presso le migliori radio, case discografiche, case di produzione e distribuzione cinematografica, giornali, riviste specializzate ed addirittura si parla di Focus», dichiara il leader indiscusso dei blogger italiani, L'intruso.
«Vi spiego le modalità dello sciopero: durante la giornata tutti i bloggers si accerteranno che non sia stato scritto nemmeno un post. A partire dalle cinque del pomeriggio, quando il successo dell'iniziativa potrebbe sembrare chiaro, tutti i blog del mondo pubblicheranno un post con la speranza segreta di essere gli unici a pubblicare qualcosa per captare così la maggior parte possibile di audience online. Ci sarà, quindi, una produzione record di post a livello mondiale proprio il giorno in cui non si dovrebbe scrivere neanche una linea», afferma circospetto il webmaster di www.therealblogger.com