Stai dritto non ti girare non ti distrarre sei distratto stai zitto stai attento non fare versi sei deconcentrato muoviti prendi il quaderno stai seduto composto dammi il diario lavora non ti distrarre vai fuori piantala stai zitto non ti girare stai attento vieni con me dal vicepreside smettila non alzare gli occhi al cielo non fare quella faccia piantala stai dritto stai attento stai seduto bene lavora
Ovvero: Atreiu adesso è in primo banco. Davanti alla cattedra. Incastrato tra la mole di Little John e il banco ordinatissimo di Biondo in Gamba, ed esposto a una dose massiccia di Quando La Castagna Decide Che E' Ora Di Far Rigare Diritto Qualcuno.
Come trasformare un bambino sconclusionato in un adolescente con lo scazzo, in meno di sette giorni.
***
"Bene, per Pippi Calzelunghe, allora, si occuperà di copiare tutti i compiti e gli avvisi della settimana bene su un foglio... Huck Finn, che scrive bene chiaro, e però, per sicurezza, ci si mette anche Winnie Pooh, così controllate di non perdere pezzi."
Hanno lavorato un'ora concentratissimi, in squadra, e alla fine sul foglio c'era persino scritto di ricordarsi la firma del sabato, che tra l'altro, essendo finora Pippi stata in ospedale e a casa, è di gran lunga superflua.
Huck Finn adesso non rugna più quando lo riprendo perchè si gira. Io cerco di non dargli mai note perchè a casa si stanno separando e, la sola volta che ho usato la biro rossa sul suo diario, ha pianto in silenzio per mezz'ora d'orologio, senza farsi vedere dagli altri, ma con un'espressione così devastata che ho capito che non è il momento per lui di portare comunicazioni negative da scuola. Lui ha capito che ho capito e, quindi, il diario arriva ancora fino alla mia cattedra, perchè lui è Huck Finn, ma poi riesce a contenersi per il resto dell'ora e io mi dimentico casualmente di scrivere. Quando passo davanti al suo banco, arrivando, abbasso gli occhi sul suo muso pieno di lentiggini bionde e mi spara dei sorrisi sbruffoni che sono meglio della vitamina B, per cominciare la giornata.
***
Passando vicino al banco di Dylan McKay, quasi alla fine della terza di tre ore consecutive con la prima, a mezza voce:
"Oggi hai lavorato bene, bravo."
Pensavo si voltasse con l'occhio luminoso e si mettesse a parlarmi, invece mi ha dato ancora più soddisfazione. Altrettanto a mezza voce, con un tono serio stranamente da grande e senza alzare gli occhi dal foglio nè smettere di scrivere, ha detto asciutto: "Grazie."
Che sensazione bellissima.
martedì 29 novembre 2011
Piccoli uomini crescono
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home,
il mio è il mestiere più bello del mondo,
li adoro,
me tanto felice
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5 commenti:
Certo che le cose in ogni classe ed in ogni parte del mondo (che comprende Italia e Svizzera, il resto non so) la storia si ripete...
Sembra di leggere, dal punto di vista d'un insegnante, quel che si vive nella mia, di classe mezzasperdutamezzairrecuperabile.
Baci
Minerva
Sono soddisfatta persino io al solo leggerti, pensa un po'.
Susibita
dear, come faccio a scriverti una mail? Mi scrivi tu che io rispondo?
Dylan è il mio preferito:-)
e sono quei giorni di soddisfazione profonda, sì sì!
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