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lunedì 28 novembre 2011

Un sogno

In questo sogno io ero in alto, in alto, tutta vestita di rosa, ed erano le otto del mattino.

E a parte Atreiu, che faceva strani versi in primo banco, tutti stavano buoni e ripassavano letteratura mentre io giravo tra i banchi per controllare le firme settimanali sui diari.

Poi interrogavo sull'Iliade e Bambola sapeva tutto, ma anche gli altri non erano male. Lapidavamo Bambola a botte di domandine carogna da posto, con grandissimo gusto dei suoi compagni, e lei reggeva benissimo. Alla fine le stringevo la mano e le davo dieci, coi complimenti dell'insegnante sul diario. Applauso della classe.

Non erano nemmeno le nove e già mi pareva che la settimana fosse partita benissimo.

Poi nel sogno sedevo su uno scivolo e, dalla vetta di quella ridente montagna bianca e verde, col cielo azzurrissimo, scendevo, scendevo, scendevo. E parlavo con la madre di Briciola di Titanio e quella di Principessina Russa e quella di Orsetto Marrone e quella di Vomitino e cercavo di essere ferma ma incoraggiante, critica ma non giudicante, e di dire le cose senza fronzoli ma col sorriso, e il panorama intorno era collinare, più giallastro, meno salubre, più normale.

Poi lo scivolo, che era un toboga di quelli a curve, faceva altre anse e io giù giù continuavo a scendere e ormai intorno a me c'era un paesaggio cittadino in cui l'Inflessibile vaticinava tagli di cattedre e accorpamenti di plesso e ore da completare su altre scuole, e io mi rendevo conto che aveva ragione.

E poi era mezzogiorno e tre quarti e io scendevo e incontravo la preside che mi diceva "Brutte notizie" e mi portava in presidenza per dirmi che Piccolo Gangster, che i servizi sociali avevano spostato ad Asti, per cui in I A non ci aveva mai messo piede, facilmente verrà spostato da noi in settimana, o la prossima settimana.
E mi chiariva che questo bambino, noto per avere una famiglia UN PO' particolare, da cui il nickname poco rassicurante, praticamente negli anni delle elementari a scuola c'è andato pochissimo, e in questi primi mesi di medie anche. E già che c'era mi confermava che non avremo tre sezioni l'anno prossimo, quindi la necessità di completare le ore e, buon peso, anche l'accorpamento con un'altra media più distante.

E io pensavo alla vetta limpida e profumata di pino, mentre, cercando inutilmente di frenare, vedevo avvicinarsi la fine dello scivolo che, inutile dirlo, dava esattamente sull'uscita di un canale di scarico delle fo... PLUFF.

3 commenti:

Susibita ha detto...

Coraggio.
Quando il gioco si fa duro, le dure cominciano a giocare.
Giusto???
Abbracci!

Susibita

Castagna ha detto...

Ma io gioco duro da dieci anni!!! Quand'è che il gioco si fa morbido e le dure vanno un attimo a bordo campo a bere un Gatorade????

:-)

minerva ha detto...

Buona fortuna, donna senza gatorade (che poi, a me fa talmente schifo che non lo augurerei a nessuno).
Io intanto mi son letta tutti tutti i tuoi arretrati, ed ho sgranato gli occhi. Quante cose succedono in pochi mesi, non lo so...
Fattostà che son contenta di vederti ancora scrivere e che il pc non mi chiude in faccia il tuo blog:)
baci
Ceci (che ho perso l'abitudine a firmarmi col nick)