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Generatore automatico di cose terribili che sono successe a Milano dopo una sola settimana di Pisapia sindaco

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Istruzioni: fare refresh per ottenere nuove cose terribili che sono successe a Milano dopo una sola settimana di Pisapia sindaco

Volete trasformare Milano in un paesotto di provincia?

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Da buon romano, campanilisticamente parlando, ho sempre invidiato un pochino il fatto che Milano fosse decisamente più proiettata verso il mondo rispetto alla mia città.
Non parlo, naturalmente, della dimensione internazionale legata all'arte e al turismo, ché da quel punto di vista Roma è imbattibile, ma piuttosto alla capacità tutta milanese di essere un crocevia mondiale in chiave moderna, di raccogliere prima delle altre le novità provenienti da ogni angolo del pianeta e di anticipare di qualche mese, se non di qualche anno, le tendenze destinate a coinvolgere l'intero paese.
Ecco, ora vengo a sapere che in una città del genere, cosmopolita e innovatrice, una considerevole -ancorché, a quanto pare, non maggioritaria- parte della popolazione non vuole che venga costruita una moschea: un po' come se la tifoseria del Barcellona, da un momento all'altro, iniziasse a schifare il calcio offensivo e brillante della sua squadra e facesse fuoco e fiamme chiedendo a Guardiola un bel catenaccio d'altri tempi, con tanto di palla in tribuna, viva il parroco e pedalare.
Da romano dovrei strafottermene, campanilisticamente parlando, e magari fare pure un sorrisetto beffardo sotto i baffi: però, se devo essere onesto, mi dispiace un po' che tanti milanesi coltivino l'ambizione di trasformare la loro città in un sonnolento paesotto di provincia, ostile alle novità e chiuso a riccio dentro le proprie mura, come se il mondo fuori non esistesse.
Pensateci un attimo: siete proprio sicuri, che volete ridurla così?

Bossi ha ragione su Zingaropoli

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Infatti a Milano ci sono già ben 5 signori "Zingaropoli", 48 signor "Zingaro" e persino 67 signori "Zingarello".
Figuriamoci dopo l'avvento di Pisapia...

(grazie a Roberto per la ricerca)

Curiosi accostamenti

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Stavo rileggendo un istruttivo articolo del 25 marzo 2009 sul Corriere, quando mi sono imbattuto in questo curioso "accostamento": quando si dice l'ironia della sorte, eh?
Cliccare sull'immagine per ingrandirla.

La celtica nel commissariato e il post rimosso

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Verso le undici di ieri Francesca Terzoni, che scrive su questo blog, ha pubblicato questa foto del commissariato di Via Cadamosto a Milano, che le era stata inviata via mail, in un post intitolato "Fascismi polizieschi".
Io, letto il post, l'ho chiamata chiedendole se conoscesse direttamente chi aveva scattato la foto e se fosse certa che non si trattasse di un fotomontaggio: siccome la fonte sembrava genericamente affidabile, ma non direttamente verificabile, e stante il fatto che nessun giornale aveva riportato la notizia, ho preso la decisione di rimuovere il post e di lasciarlo salvato in bozza, chiedendole contestualmente se avesse la possibilità di recarsi di persona sotto la finestra del commissariato per verificare se la cosa fosse autentica o se si trattasse di una "bufala".
Naturalmente, siccome né io né Francesca facciamo i giornalisti di professione, non è stato possibile procedere immediatamente al controllo sul posto: nel frattempo la notizia è uscita sul Corriere e su Repubblica, che presumo abbiano provveduto a verificarla, e quelli del commissariato hanno pure fatto partire un'indagine interna.
Insomma, a quanto pare la foto era autentica: ma nel momento in cui non potevo essere sicuro che lo fosse ho preferito rimuoverla e provare, per quanto possibile, a verificarne l'autenticità, piuttosto che rischiare di dare un'informazione inesatta.
Questo è tutto, anche a beneficio di chi mi ha scritto chiedendomi spiegazioni.

Antimafia e appalti: a Roma sì, a Milano no.

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A Roma nasce la Stazione unica degli appalti contro le infiltrazioni mafiose: un popò di cosa messa insieme dal ministro dell'Interno Roberto Maroni, dal procuratore nazionale antimafia Piero Grasso, dal prefetto della capitale Giuseppe Pecoraro, dal presidente della provincia Nicola Zingaretti, dal sindaco Gianni Alemanno, dai vertici delle Forze dell’ordine e dai sindaci di molti comuni, che si avvarrà del concorso di tutte le istituzioni territoriali. Wau, era ora.
A Milano no. Ma d'altronde, a Milano, la mafia non esiste. E se esiste, non ha rapporti con la Lega. Già.

Moratti non va in Comune ma a braccetto coi fascisti

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Il primo sindaco della storia di Milano, città Medaglia d'oro della Resistenza, che va in Comune in media circa 5 volte l'anno, trova il tempo per partecipare - in cambio dell'appoggio alle prossime elezioni - al meeting fascista de La Destra di Storace insieme, fra gli altri, ad Adriano Tilgher (già capo del Fronte Sociale Nazionale, un tempo in Avanguardia Nazionale, nonché braccio destro di Stefano Delle Chiaie) e Francesco Cappuccio (portavoce di Casa Pound Lombardia, ex capo del famigerato gruppo Cuore Nero di Milano. Moratti, evidentemente, si sente a disagio nelle Istituzioni, ma a casa tra fascisti.

Per me ha già vinto

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Da quasi due settimane lavoro con il comitato elettorale di Stefano Boeri, candidato alle primarie per le elezioni del Sindaco di Milano. L'atmosfera è proprio quella del video, giuro. Forse perchè il comitato è formato da ragazzi che (più o meno con la mia sola eccezione) si occupano di politica a tempo pieno per la prima volta.
Si respira aria buona, voglia di cambiare, poca pazienza e poca voglia di comprendere le vecchie logiche della politica consunta, i sotterfugi, la non linearità, le polemiche, le invidie. Qui, dicevo, si respira aria buona, aria nuova, pulita, profumata. Si ascoltano idee costruite in maniera inusuale: Stefano ha messo in piedi il suo programma nel corso dei millemila incontri con le persone che si occupano dei più disparati argomenti. E' professore di urbanistica, lui. Per tutto il resto, deve aver pensato, vale la pena di ascoltare chi ne sa più.
Così, mentre Valerio Onida è ormai in polemica anche con se stesso (e mi piange il cuore perchè era uno dei miei miti personali), mentre Giuliano Piasapia dichiara - non richiesto - di NON essere comunista, mentre Sacerdoti che, non me ne voglia, ma nessuno sa chi sia, Boeri procede, con fatica e leggerezza insieme, con impegno e col sorriso.
Comunque vada, per me, ha già vinto.

Infiltrazioni mafiose a Milano? Scherziamo?

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la frase, nella sua essenzialità, è questa: a Milano ci sono sì singole famiglie mafiose ma la mafia non esiste. Il Pd parla di «vergogna». A parlare, appunto, è stato il prefetto. E l’ha fatto, ieri, direttamente nella prima audizione della commissione parlamentare antimafia che, dopo anni, è tornata a Milano in vista dell’Expo, dei suoi cantieri e di un allarme legato alla ’ndrangheta (ri)lanciato, pochi giorni fa, dal ministro dell’Interno Maroni e dal capo della Polizia Manganelli. Dove? Sempre a Milano, sempre in Prefettura.
Oggi sulla questione l'intervento della Moratti:

LETIZIA MORATTI - Il sindaco di Milano ha detto: "Credo che nelle città economicamente ricche e con abitanti con redditi elevati, quindi non solo a Milano, il rischio di infiltrazioni, io più che mafiose parlerei di criminalità organizzata, c’è sempre’’. E ha messo in guardia da interpretazioni distorte. ‘’Cerchiamo di distinguere tra dichiarazioni presunte e gli atti concreti’’. "La commissione ieri era a porte chiuse - ha osservato Letizia Moratti - e mi sembra anomalo che possano essere filtrate delle dichiarazioni: si tratta di capire se sono filtrate dichiarazioni corrette.

Quale delle seguenti interpretazioni sarà quella giusta?
a) La Moratti è in buona fede e non avendo idea alcuna riguardo cosa sia successo all'interno della seduta si tiene cautamente in disparte.
b) La Moratti conosce esattamente l'andamento dei fatti ma spera che non si trovino conferme dirette alle parole del prefetto.
c) La Moratti la butta in caciara.

Milano, nuove tendenze per il 2010

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Via Craxi
Sale l'acre odore del revisionismo...
Bleek

I miei soldi per la sua propaganda

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Il sindaco di Milano, Letizia Moratti, è contenta di "raggiungerci nelle nostre case" per illustrarci "quanto abbiamo fatto dall'inizio del mandato".
Ho ricevuto a casa il suo opuscoletto patinato e per qualche secondo ho avuto il dubbio che la Sindaca governasse un'altra città.
Così nella cassetta della posta, insieme alla pubblicità della Esselunga, del Simply e di qualche povero cristo che si offre per piccoli traslochi, ho trovato questa brochure che canta, o divina, l'ira funesta della petroliera che infiniti addusse costi ai Milanesi.
E sì, perchè io a Milano ci vivo e, sino a che avrò occhi per guardare, non c'è propaganda di parte che possa sostutire il nulla assoluto che vedo.
E finchè pagherò, come faccio, tutte le tasse sino all'ultimo euro che devo, voglio anche sapere come vengono spesi i miei soldi.
Sindaca, quanto sono costate la realizzazione e spedizione del suo opuscolo di personale propaganda?
Perchè invece di pagarselo da sola, lei che è miliardaria, lo ha messo in conto al Comune e, cioè, a me?
Non le è bastata la condanna che si è già beccata dalla Corte dei Conti per la sua attitudine a spendere inutilmente i fondi del Comune?
Queste ed altre domande sono state poste alla Sindaca da molti, oltre che dai Consiglieri comunali di opposizione. Ma chi vive qui sa che la Sindaca non risponderà: in Comune neanche va, perchè a lei, la politica, piace farla dal suo salotto.
A spese nostre, però.

Guerra tra alcolisti

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Alla vista dell'agente, la suora, che viaggiava con altre due consorelle, si è giustificata ammettendo di avere un po' pigiato sull'acceleratore perché preoccupate per la salute di Benedetto XVI. Nonostante il dispiacere, gli agenti non hanno potuto evitare di fare la contravvenzione, mentre alla guida dell'auto è passata un'altra delle due suore che ha raggiunto la meta. [...] «Faremo ricorso al giudice di pace per ottenere l'annullamento della multa e se è possibile la restituzione della patente», spiega l'avvocato Anna Orecchioni, del Foro di Roma, che insieme al collega Giacinto Canzona si occupa della vicenda. [...] «Non sappiamo se sia veritiera l'esigenza delle suore ma se fosse così, il codice della strada prevede lo stato di necessità per particolari situazioni e questa è una situazione un po' particolare». Curiosa sentenza, quella del Giudice di Pace riportata oggi sui quotidiani, relativa ad un imprenditore sanremese di 43 anni, al quale era stata ritirata la patente e sequestrato il mezzo perché colto alla guida ubriaco, secondo il codice. Ma alla ‘sentenza’ del’etilometro l’uomo è sobbalzato dicendo agli agenti della stradale che lui non aveva bevuto, ma aveva mangiato molti ‘Mon Chery’ e cioccolatini al Rum. Un rodigino conducente di autobus si è visto ritirata la patente, e di conseguenza ha perso il lavoro, perché risultato positivo all'alcoltest per - a suo dire - aver assunto farmaci antiasma. «Fortunatamente - spiegano gli avvocati Canzona e Orecchioni, esperti in materia - qualche tempo fa, in una vicenda simile successa a Roma (sempre un caso di 'intossicazione alcolica da assunzione di farmaci'), il medico legale nominato dal Giudice ha sancito l'inidoneità dell'alcoltest per rilevazioni al di sotto della soglia 0,8. Grazie a tale perizia sono state restituite patenti di guida in tre casi “singolari”: l'artigiano che si era intossicato con lo sciroppo Vicks tosse (tasso 0,7), l'Imam della Moschea di Roma trovato con un tasso alcolico di 0,8, ed il giornalista che si era ubriacato con tre cioccolatini al liquore». Il superamento della soglia, quindi, non era volontario, ma derivava dal vino che si assume nel corso della celebrazione, durante l'Offertorio che precede l'Eucarestia. Questo è toccato per ben quattro volte in una giornata al sacerdote che, tra l'altro, ha spiegato ai militari di essere astemio. Da qui il ricorso al giudice di pace per sostenere che l'eventuale stato alcolico non è addebitabile a una volontaria e cosciente assunzione. Nella causa, don M.C. sarà assistito dagli avvocati Anna Orecchioni e Giacinto Canzona che sembrano aver maturato una discreta esperienza in vicende di questo genere. Va bene, non me ne frega niente. Davvero. Se decidiamo che il modo migliore per liberarsi finalmente della colossale stronzata del tasso alcolemico a 0,5 g/l è dire ai carabinieri che è tutta colpa della pomata per le emorroidi, per me va bene e anzi posso fornirvi decine di scuse cretine a prezzi modici ("avevo dei graffi e mi sono disinfettato molto bene"). Se decidiamo che quello che va a 180 va multato solo se non aveva davvero fretta e che l'ubriaco in macchina è un uomo di merda perché trinca e non perché indipendentemente dalla provenienza dell'alcol che ha in corpo egli lancia un oggetto di due tonnellate a cento chilometri orari su un percorso tortuoso pieno di altre persone senza essere sicuro di poterlo controllare, ok, non mi interessa. Se decidiamo che due avvocati possono non soltanto vendere l'anima al papa e specializzarsi nel parare il culo a chierici con la Fiesta truccata e il rum nella boccetta dello sciroppo, ma perfino essere presi sul serio da qualcuno, ve lo giuro, non mi importa nemmeno un po'. Ma che nel frattempo a Milano, nel 2009, si spacci per grande idea - ma dio santo, veramente, per grande idea - il divieto degli alcolici ai minori di anni sedici, bè, io questa cosa non la posso accettare. Che qualcuno abbia potuto pensare che vietare non solo la vendita (quella è sanzionata dall'art.689 del codice penale da un bel pezzo) ma anche il consumo di alcol agli adolescenti fosse un'iniziativa intelligente è qualcosa che davvero va al di là della mia comprensione. Potrei star qui delle ore a ripetere le solite cose e a fare dell'ironia, ma penso che sia più efficace elencare alcuni supporter di rilievo del provvedimento: "Chi critica e' fuori dalla realta' e alimenta il partito dello sballo che uccide i ragazzi". Maurizio Gasparri "Idea eccellente, spero venga ripresa da tutte le amministrazioni". Silvio Berlusconi "Un grande segnale di attenzione verso una tematica sempre più urgente". Il Moige. Ho detto tutto. Il Moige. Cos'altro volete, Unabomber? Enrico Papi? Non ce l'ho, ma secondo me è d'accordo. Secondo Letizia Moratti, ''Non e' punitivo. L'obiettivo e' lanciare un messaggio ai giovani e alle famiglie". Giusto. E il messaggio è: "Se bevi ti facciamo il culo". Il sindaco di Pavia Alessandro Cattaneo: ''martedi' prossimo, durante la riunione di giunta, decideremo se adottare l'ordinanza. In linea di principio sono favorevole al provvedimento. Bere alcol sotto i 16 anni non e' educativo''. Sai cos'è che non è educativo? Mettersi le dita nel naso. Propongo un'ordinanza per appioppare 500 euro di multa ai minori che si mettono le dita nel naso, e chi critica alimenta il partito dello sballo. Domenico Mangone, assessore a Torino: «Il ragazzo semmai è una vittima: non ritengo vada punito. Altro discorso per la famiglia: come fa a non essersi accorta dei problemi del figlio? Evidentemente i genitori sono inesistenti e non so quanto una segnalazione del Comune potrebbe cambiare la situazione». Ma come no, fatela una bella segnalazione. Egregio sig.Morciano, suo figlio è stato colto in flagrante mentre consumava un'Heineken piccola fuori dal bar, sperando che voglia prendere i dovuti provvedimenti e chiedendoci come abbia fatto a non accorgersi dei problemi di suo figlio - evidentemente lei è inesistente, nel qual caso ignori questa missiva - le porgiamo distinti saluti, virgola, a capo, il Comune. "Milano è la prima città italiana a sanzionare il consumo e la detenzione. Finora si era arrivati a multare solo la somministrazione e, come nel caso del Comune di Monza, la vendita di alcolici ai minori di 16 anni". E allora, dico io, facciamo un altro piccolo sforzo e vietiamo pure il desiderio. Dice, e come fai a impedirlo il desiderio? Ma perché, la detenzione è più facile? Dai, cazzo, che siamo avanti.

Lezioni a luci rosse

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Ammettiamolo, quando abbiamo letto la notizia ("Basta lezioni di sesso a scuola" - Diktat a Milano: troppo esplicite) abbiamo pensato tutti la stessa cosa: ciellini di merda*. Almeno io l'ho pensato, e volevo usarlo come titolo. Poi mi sono reso conto che la cosa meritava un giudizio più razionale, più meditato, più obiettivo: ho letto, mi sono informato, ci ho pensato su, e con diplomazia ho scelto

Ciellini maledetti

La vicenda in breve: da anni in alcune scuole medie di Milano si svolge un progetto dell'Asl che porta operatori specializzati nelle classi per spiegare il sesso ai ragazzi e rispondere alle loro domande; qualche giorno fa una circolare dell'Asl ha stabilito che i suddetti operatori non dovranno più entrare in contatto diretto con gli studenti, ma si rivolgeranno agli insegnanti o ai genitori. Che poi spiegheranno tutto ai diretti interessati. Sorvoliamo per il momento sul genio necessario per ideare un sistema educativo in cui l'informazione inviata dall'unica persona che sa di cosa si parla, prima di raggiungere il destinatario, deve necessariamente essere filtrata da un intermediario incompetente col classico effetto "telefono senza fili". Sorvoliamo sul fatto che l'educazione sessuale indiretta è come invitare a cantare a scuola Aretha Franklin ma farla ascoltare ai ragazzi esclusivamente nell'interpretazione della maestra di scienze. Sorvoliamo anche su tutti i bellissimi momenti che caratterizzeranno sia la fase operatori-adulti - E questo è un preservativo. Serve a trattenere lo sperma. (Rumori di disapprovazione) (Ha detto sperma?) - A trattenere cosa? - Lo sperma. - Può smettere di dirlo, per favore? sia la fase adulti-ragazzi - E questo è un prsrvtv. Serve a trttnrlsprm. - A trattenere cosa? - Lo sprm. - Lo sperma? - Puoi smettere di dirlo, per favore? e veniamo al punto. Come sottolineato anche da un gentile ma cattolico commentatore in un altro post, gli operatori dell'Asl "hanno ricevuto il divieto perché hanno oltrepassato troppo il limite"**. Già a Maggio, infatti, il mai abbastanza citato settimanale Tempi, diretto dal mitico Luigi Amicone, denunciava gli eccessi del progetto in un articolo firmato da Rodolfo Casadei. Rodolfo Casadei, se non lo conoscete, ve lo spiego io leggendovi alcuni titoli tratti dalla prima pagina del suo blog: "Al Cairo uno sciagurato Obama"; "Se a torturare gli animali sono i musulmani Wwf e Greenpeace girano la testa"; "I comunisti hanno un problema col nucleare"; "Vauro censurato? Se l'è meritata, anche se la censura in sé è sbagliata". L'articolo del Casadei si intitola "Un innocuo sapore di fragola - Il sesso chiedi e gusta spiegato alle scuole medie". Inizia così. Strano posto, il territorio della provincia di Milano: se in una famiglia a una bambina capita di ritrovarsi sotto il banco a scuola un disegno pornografico con annessa legenda secondo la quale lei fa sesso a pagamento con suo fratello, quei genitori si vedranno portare via i figli perché non hanno esercitato a dovere la loro responsabilità di adulti. Se invece altri adulti insegnano a dei ragazzini di 13-14 anni come si pratica il sesso orale, spiegano che in caso di gravidanza possono ricorrere all’aborto senza parlare coi loro genitori o che l’età giusta per avere i primi rapporti sessuali è 15-16 anni, a questi adulti non succederà niente di male, anzi: lo Stato li pagherà per il loro lavoro, perché quello che stanno facendo si chiama, proprio così, “educazione sessuale”. Bisogna ammettere che è una disparità inammissibile. Ne ho un'altra. Strano posto, il territorio della provincia di Milano: se in un bar entra un ragazzo dall'accento meridionale che chiede se per cortesia gli potete cambiare cento euro, quel ragazzo si vedrà trattato come una specie di terrorista e la banconota sarà esaminata dall'intero staff più la donna delle pulizie. Se invece un armadillo attraversa la tangenziale est senza prima guardare a destra e a sinistra e viene investito da un tir a pedali, a questo armadillo non succederà niente di male, anzi: il datore di lavoro di mio zio lo pagherà in nero, perché quello che sta facendo si chiama, proprio così, "autolavaggio". Ma ovviamente sto scherzando. Casadei non è stupido come voglio farlo sembrare. Con il suo parallelo lui implicava delle cose molto acute e intelligenti: primo (banale), che insegnare il sesso ai quattordicenni è sbagliato; secondo (suggerito dal parallelo), che sottrarre i figli a qualcuno per un disegno sconcio invece è stato giusto; terzo (affinché quel parallelo abbia un minimo di senso), che in quel caso il problema era il fatto che i figli avessero delle idee sconce, e non il (forzatissimo) sospetto che il disegno fosse una testimonianza di abusi subiti. Ma come - dice Casadei - quando una bambina SA LE COSE DI SESSO la togliete giustamente ai genitori che non le hanno strappato gli occhi e le orecchie in tempo, - "Sesso a pagamento"? Chi ti ha insegnato queste cose? - L'ho sentito dalla maestra. - Quella troia! e ora lasciate che un branco di persone competenti insozzi i nostri figli con informazioni utili e chiare su qualcosa che comunque in un modo o nell'altro scopriranno a breve? Ma è assurdo. Questi sono compiti che devono essere lasciati ai genitori. - Papà, cos'è una troia? - E' una signora che si fa pagare per fare delle cose. - Come la mamma? Casadei continua: a quanto pare "fra le informazioni trasmesse ai ragazzi c’è pure il fatto che possono rivolgersi ai servizi sanitari per interrompere un’eventuale gravidanza senza parlarne coi genitori". Sì, lo so che è vero, ma sarebbe meglio se non glielo dicessimo. Anzi, sai cosa sarebbe ancora meglio? Se non gli dicessimo neanche che possono abortire. Sai le risate quando lo scopriranno troppo tardi. Ma il meglio arriva poco dopo: Una delle ossessioni degli adolescenti maschi, si sa, è la misura del membro: nelle domande l’argomento torna spesso. «Cosa succede se il membro maschile è molto lungo?», diceva per esempio una domanda. Risposta: «Non succede nulla, la profondità della vagina è sette centimetri, più in là non si va. Anche Rocco Siffredi ha a disposizione solo quello spazio». L’aver evocato il Rocco nazionale ha indotto domande improvvisate sull’argomento: ma come fanno i pornoattori a fare quello che fanno? E per di più senza il profilattico che voi ci state caldamente consigliando? Risposta: «Quello che vedete al cinema è un montaggio di immagini. Nessun rapporto dura così a lungo come fanno vedere. E l’eiaculazione avviene sempre fuori dalla vagina». Un tempo c’era chi bigiava la scuola per frequentare cinema a luci rosse, adesso non c’è più bisogno: vai a lezione ed è quasi la stessa cosa. Quasi? Non essere diplomatico, Rodolfo, diciamola tutta: è la stessa identica cosa. Nominare Rocco Siffredi o vederlo in azione su uno schermo largo dodici metri fa lo stesso effetto. E io leggendo che la vagina è profonda sette centimetri e che l'eiaculazione avviene fuori, ragazzi. Altro che YouPorn. -------- * L'ultima volta ho notato che alcuni lettori faticano a cogliere il sarcasmo e si offendono: tanto vale dargli un buon motivo. ** Quando oltrepassate il limite, ricordatevi di oltrepassarlo solo un pochino.

Integralismo abortista

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L'ultima novità è che la ASL di Milano ha vietato ai propri operatori di svolgere attività di informazione sessuale nelle scuole nei confronti di ragazze e ragazzi di età inferiore ai sedici anni.

L'occasione mi è gradita per ribadire che farsi in quattro allo scopo di evitare che i giovani siano informati sulla contraccezione, fingendo al contempo che sia lontanamente ipotizzabile (oltre che auspicabile, ma questo è un altro discorso) fare in modo che si astengano dai rapporti sessuali, non vuol dire essere dalla parte della vita, ma al contrario significa essere favorevoli all'aborto. O meglio, per amor di precisione, significa essere favorevoli all'idea di porre le ragazze nelle condizioni di dover abortire, onde poterle mettere successivamente in croce a forza di rimproveri, anatemi e sensi di colpa.
Insomma, cari amici che censurate l'informazione sessuale nelle scuole con la scusa del vostro singolare concetto di sana sessualità, non posso fare a meno di dirvelo: levatevi dalla testa la fantasia di essere antiabortisti.
E soprattutto smettete di farlo credere a noi.

Divide et impera

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Succede, a volte, che le notizie dei giornali online si combinino visivamente in modo a dir poco singolare.

Così, qualche giorno fa, il capodelegazione della Lega Nord nella giunta regionale Lombardia e assessore al Territorio Daniele Boni definiva inammissibile che gli immigrati si radunassero nei giardinetti pubblici, e nel frattempo un paio di finanzieri italiani che se ne andavano a zonzo per Milano con l'auto di servizio avevano l'alzata d'ingegno di violentare una prostituta (rumena, s'intende, così come s'intende che per saperlo bisogna leggersi l'articolo, ché nel titolo non era evidentemente il caso di specificarlo).
Mentre rilevo en passant che Boni, a quanto mi risulta, non ha ritenuto di commentare la seconda notizia definendola intollerabile, vi giro una domanda decisamente angosciosa: al posto di un immigrato che vive a Milano sareste tranquilli ad uscirvene dai giardinetti separandovi dagli altri, oppure vi guardareste intorno con una certa circospezione?

Era una provocazione

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Era una provocazione e voi ci siete cascati. E d'altronde, permettetemi di dirlo, siete una manica di boccaloni, dal primo (dico a te, Alessandro) all'ultimo (sgrunf urgh gaahr, commentatore della Lega). Le carrozze riservate ai soli milanesi. E voi davvero avete pensato - e magari pensate ancora - che fosse una proposta avanzata seriamente da qualcuno convinto della sua utilità? Ma ragazzi, voi avete perso il senso della realtà, voi vedete il razzismo anche dove (ancora) non c'è. Era solo una provocazione. "Carrozze solo per milanesi". Ma il milanese, si sa, è rarissimo: non ci riempi una carrozza, tutt'al più gli si può riservare una fila da quattro posti in testa treno, recintargli la zona circostante e sperare che si riproduca in cattività. E poi, fatemi capire, come si fa a controllare che nella carrozza milanese entrino soltanto i milanesi? Si mette un usciere che all'apertura delle porte controlla tutti i pedigree e quando esci ti mette un timbrino sulla mano? "Per milanesi e persone per bene". E voi ci avete creduto, non so se vi rendete conto. Come se veramente un deputato potesse usare senza ironia un'espressione così cretina. Milanesi e persone per bene. Buongiorno, vorrei salire. Certo, lei è persona per bene o è milanese? No, no, sono persona per bene*. Ma vi pare? E suvvia, si capiva che era uno scherzo. Io all'inizio mi sono un po' preoccupato, ma poi ho visto la foto di questo Salvini: e ho realizzato subito che era tutta una grande provocazione. Certo, la proposta razzista della Lega avanzata dal deputato della Lega con la faccia da buzzurro alticcio della Lega che richiama all'ordine i maiali (della Lega*), figuriamoci. Era fin troppo chiaro che si trattava di una specie di pesce d'aprile. Devo dire che mi sono sentito molto sollevato, e immagino che ora lo sarete anche voi, sapendo che questa proposta era solo una provocazione, che nessuno l'ha presa sul serio, che non esiste nessun Matteo Salvini della Lega, tantomeno alla Camera dei Deputati, e che il razzismo in Italia è soltanto un buon argomento per lanciare provocazioni. -------- * E' una provocazione.

La Mafia a Milano

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Lo sapevate che la Lombardia ha da poco conquistato il prestigioso terzo posto nella classifica delle regioni con il maggior numero di beni confiscati ai mafiosi? Non lo sapevate? Bene, adesso beccatevi questo: COMUNICATO STAMPA Pierfrancesco Majorino (PD) : Il Centrodestra uccide la Commissione Antimafia, i mafiosi saranno contenti. I mafiosi che stanno cercando di infiltrarsi nell’economia milanese oggi apprendono una buona notizia. Il centrodestra infatti ha impedito alla Commissione Antimafia di lavorare – il capogruppo Gallera ha presieduto e chiuso immediatamente la riunione della medesima Commissione – e ha depositato un atto di “revoca” della Commissione stessa (che a questo punto chiediamo venga votato subito in consiglio comunale poiché pretendiamo che si svolga immediatamente una discussione alla luce del sole e che i consiglieri della maggioranza si assumano fino in fondo le responsabilità delle proprie azioni). Siamo di fronte ad un omicidio politico sciagurato. Non si capisce infatti perché il Comune non possa e non debba dotarsi di strumenti propri per indagare e conoscere il fenomeno, per formulare proposte, per intensificare la presenza della polizia locale nei quartieri, per inasprire i controlli nel settore edile, per sviluppare azioni di monitoraggio rispetto alle attività commerciali o imprenditoriali portate avanti da soggetti coinvolti nelle inchieste. Per quel che ci riguarda proseguiremo la nostra azione e daremo vita con tutti quelli che saranno disponibile a lavorare su questo terreno ad un “comitato civico” di volontari antimafia. Perché crediamo che alle iniziative incredibili del centrodestra, che dimostra ancora una volta poca attenzione verso i problemi veri di Milano, si debba rispondere con serietà e impegno proprio sul terreno della lotta alle organizzazioni criminali. Quell’impegno che per motivi che non conosciamo non viene portato avanti dal consiglio comunale nella sua interezza. PIERFRANCESCO MAJORINO, Capogruppo PD Gruppo consiliare PARTITO DEMOCRATICO Galleria Ciro Fontana 3 20121 Milano

La storia purtroppo si ripete

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"Si vuole tornare alle leggi razziali", ha ammonito giusto ieri Dario Franceschini e qualcuno ha storto il naso pensando che forse esagerava. Quelle parole suonavano troppo pesanti! Oggi bisogna ammettere che tanto torto forse non aveva. Basta vedere il deputato della Lega, Matteo Salvini, che "da milanese che prende il tram" ha proposto le carrozze della metropolitana "per soli milanesi". Questo signore non è un leghista qualunque ma un parlamentare della Repubblica!

Tuttavia c'è una ancora più schizzata di lui. Raffaella Piccinni (candidata al consiglio provinciale di Milano) offre un altro taglio, un po' più classico: meglio riservare "vagoni solo per extracomunitari. Ci sarebbe più sicurezza". Ma sì... che si ammazzino tra loro queste bestie!
Purtroppo la storia si ripete. "E' successo già una volta nella storia, 50 anni fa, negli Stati Uniti - ricorda Franceschini - Rosa Parks, donna nera, si rifiutò di alzarsi da uno dei posti dell'autobus riservati ai bianchi. Da quell'episodio partì la lotta di Martin Luther King".
Quello che sfugge a Franceschini è che non c'è bisogno di tornare 50 anni indietro e andare negli Usa per trovare esempi. Basta andare nella Foggia dell'aprile 2009 dove l'Ataf, l'azienda pubblica dei trasporti ha pensato di raddoppiare i bus che collegano Borgo Mezzanone (dove c'è un centro di accoglienza per i richiedenti asilo in Italia) con la città. Dopo un vertice in Prefettura l'Ataf ha deciso di creare due linee parallele: la 24 per la gente del posto, la 24/1 per gli stranieri. Per evitare qualsiasi tipo di contatto, anche le fermate saranno diverse.
Se qualcuno vuole continuare a sostenere che in Italia il razzismo non esiste...

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