Daisypath Friendship tickers
Daisypath Anniversary tickers
Visualizzazione post con etichetta parole sante. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta parole sante. Mostra tutti i post

lunedì 5 gennaio 2015

It's the eye of the tiger, it's the thrill of the fight

Io combatto. È nella mia natura. A volte contro i mulini a vento, a volte credendomi un gran figa quando in realtà sono una poveretta qualunque, a volte combatto, sbagliando, le battaglie di altri. Sempre più spesso combatto da sola. Di recente, ho imparato a dosare le forze e a non credermi chissà chi. E a perdere senza protestare. E ad arrendermi. E a fare pace. Tutte cose da sapere, se nella vita sei nel numero di quelli che lottano.


Se smetto di combattere, diventa come in questi giorni. Sto zitta perché parlare non è solo doloroso, è anche inutile. Sto ferma perché se mi muovo giro a vuoto. Odio il momento in cui mi sveglio e ho paura di quello in cui mi addormento. Mi stanno sul cazzo tutti, mi mancano tutti, sono brusca con tutti, piagnucolo, perdo il filo.


Ne avevamo viste parecchie quest'anno, ma non era ancora arrivato il colpo di coda. Eccolo.


No, un momento.


Non posso e non voglio permettermelo. Io NON cadrò in alcun tipo di depressione.


E si badi che lo dico a ragion veduta. So di cosa parlo.
Nella mia vita ci sono stati alcuni momenti di rivelazione.
Uno è stato scoprire lo yoga. Mai più stata la stessa dopo quel pomeriggio.
Uno è stato capire che volevo insegnare. Eccomi qui, 17 anni dopo, che insegno. Mai pentita.


La fine della depressione che mi ha preso a calci la vita per quasi due anni è stata un altro momento clou. MAI PIÙ, ho pensato. Mai più.
Non voglio ricascarci mai più.


Non esiste un motivo sufficiente per farsi del male fino a quel punto. Mentre ci sei dentro, non lo sai, ma dopo averlo visto passare e aver conosciuto cos'è, non puoi accettarlo più.


Perciò combatterò per questo.


Elenco delle strategie che penso di utilizzare (metti che serva a qualcun altro che passa di qui, anche se queste sono le mie strategie, vanno bene a me e non sono una ricetta universale... ma magari possono servire come una lista di spunti)
  • correre, anche al freddo, anche al buio, anche coi crampi, correre anche poco, correre anche alternando con il camminare, anche solo mezz'ora, ma correre
  • yoga di ogni tipo possibile
  • make up compulsivo soprattutto degli occhi, e non waterproof, così devo pensarci due volte prima di piangere
  • meditazione
  • cura di ogni singola buona abitudine
  • autoironia massiccia (questa è difficile, ma esistono figure preposte nella mia vita e un paio di loro stanno leggendo...)
  • piccoli vizi (il profumo, un misurato rinnovo guardaroba, il cofanetto di una serie tv... non ci vuole molto)
  • EMDR
  • terapia di coppia
  • smalto a profusione e prodotti seri per le doppie punte (un nuovo boccettino di smalto non fa la felicità. Ma combatte l'infelicità. Quanto alle doppie punte... ho avuto i capelli lunghi per quasi tutta la vita e ci avevo rinunciato, a trovare un prodotto che me ne liberasse. Poi un commesso della Lush mi ha mostrato la Via e il risultato si avvicina di molto alla felicità, in effetti)
  • qualche breve viaggio mirato verso luoghi di bene e con persone di bene
  • togliermi dai social network


Strategie che non penso di utilizzare (ma, come ho detto, il mondo è vario)
  • disintossicazione da fumo, caffè e cioccolata
  • bere per dimenticare
  • il latinoamericano
  • il corso di ceramica
  • il trombamico
  • iniziare una collezione
  • imparare un'arte marziale
  • mollare tutto e trasferirmi in India
  • prendere un altro gatto
  • la chirurgia estetica
  • cambiare colore di capelli


È iniziato il 2015, che diamine.E io devo combattere.





giovedì 31 luglio 2014

Dominare la materia e dominare i pensieri


Nella vita ci sono persone che maneggiano bene gli oggetti, che non si spaventano di fronte alla fatica fisica, che sanno come comportarsi nelle situazioni pratiche.

Ho sempre guardato affascinata le mani di mio padre e di mio zio che riparavano cose, o addirittura le creavano da quel che a me poteva parere nulla, un pezzo di legno, una scatola di cartone, una staffa di metallo. Mi sono sempre lasciata stregare da coloro che dominano la materia.

Io, che invece appartengo alla categoria di quanti sono più a loro agio nel dominare le idee, da ragazzina mi ingegnavo di fare, in camera mia, piccole riparazioni, piantare qualche chiodo, risistemare lampade, fissare oggetti. Oggi ci ho perso completamente la mano; in compenso, tra i miei molti traslochi e la mia vita complessa, con diverse case cui badare, non ci ho perso l'occhio. Nelle varie situazioni in cui era necessario arredare uno spazio, sono stata quasi sempre io a trovare la soluzione buona, sia con i mobili preesistenti interpretati o posizionati in modo diverso, sia con la progettazione intera della stanza. Poi però resto impotente di fronte ai fili della luce che pendono senza un lampadario attaccato, o allo zoccolo che si stacca. Io vengo dal Medioevo, tutto ciò che prevede l'uso della corrente elettrica, a meno che non sia un frullatore, un lettore dvd o una macchina del pane, mi terrorizza, e il trapano per me è uno strumento di morte.


Mi piacerebbe, al mattino, ancora in pigiama e subito dopo il caffè bollente, cioè quando il mio cervello è al massimo della chiarezza, poter dare indicazioni a uno stuolo di esperti artigiani per sistemare le cose che vanno aggiustate o modificate.

Ci pensavo oggi che, in piedi dalle 7.45, alle 10.30 mi sono fermata, constatando con un filo di mal di schiena e una notevole soddisfazione che ho smontato due letti, pulito tutta la casa, stirato e rigovernato l'impossibile.

Quassù davanti ai monti, dopotutto, faccio la vita che a volte sogno, in città, quando sono sommersa dal lavoro: di mattina la casalinga, di pomeriggio la studiosa, o viceversa, e in mezzo qualche bella passeggiata. Non dico che potrei vivere così. Ma quando le mie giornate sono un incubo di appuntamenti fuori fin dalle sette e venti del mattino, e a casa ci arrivo solo per buttare in pentola due surgelati e poi crollare sul divano davanti a un film, mi mancano le splendide energie che mi vengono fuori a 1500 metri, con una bella notte di sonno alle spalle (ebbene sì. Alla barriera di Rivoli, stavolta, l'insonnia è rimasta al casello e io sono venuta su a recuperare ore e ore di stragodutissimo riposo notturno: e menomale. Dopo questa primavera riflettevo sulle mie chances di morire di infarto prima dei quaranta per pura carenza di sonno.)
 
 

Certo, per carità, stare tutto il giorno a casa ha i suoi difetti. Per esempio, i miei tre animali: quando lavoriamo, la maggior parte del tempo possediamo un cane che se ne sta tranquillamente in cucina, salvo fare le sue passeggiatine o stare sdraiata vicino a me davanti alla tele, e due gatti la cui principale occupazione è dormire sul terrazzo o sul letto. Qui, invece, possediamo un cane che ogni ventidue minuti va dalla finestra, guarda i meravigliosi boschi fuori e supplica di uscire, e quando esce si rotola nella terra e mangia quintali di erbe selvatiche, che poi bisogna stare ben attenti che vomiti prima di tornare a casa. E possediamo una gatta che cammina maldestramente su tutti i davanzali e i cornicioni (al quinto piano) e che perde quantità di pelo incredibili su poltrone e divani. Quando non è occupata a disfare sistematicamente l'impagliatura delle sedie. E un gatto che ha una smodata passione (con due diverse ciotole di acqua fresca a disposizione) per ficcarsi a testa in giù nel gabinetto per bere, e poi con le fottutissime zampine bagnate fare il giro di bidet, bordo vasca, lavandino, pavimenti. Stamattina, peraltro, è offesissimo, perchè è andato a curiosare nel catino dove ho messo in candeggina un pigiama e io l'ho preso al volo e gli ho lavato le zampe prima che se le leccasse. Ovviamente mi ha graffiata. Adesso mi guarda, con espressione di somma delusione, dalla poltrona di papà. Sembra chiedersi dove possa aver sbagliato con me.

Però questa casa io la amo. Questa casa contiene il più alto tasso di ricordi felici di cui io possa disporre sulla faccia del pianeta. Ci ho portato qualsiasi persona cui volessi bene: fidanzati, amici, parenti. Ci ho curato qualsiasi dolore, e persino quest'estate sta funzionando. L'altro giorno la Princi, lasciandomi come al solito stordita da quanto mi assomiglia, mi ha detto: “Qui si pensa meglio che a casa, si pensa perfino troppo, i primi giorni fa quasi paura.” Le ho detto che mi ha fatto lo stesso effetto quando sono venuta qui a novembre, da sola e con tante preoccupazioni che riguardavano lei, e anche quando sono stata su la prima volta dopo la morte di mio padre. Non potevo dirle che più di recente sono stata qui con mio cugino, che mi ha assistito come una convalescente mentre cercavo di riprendermi dalla mia pessima esperienza di infedeltà coniugale, e che qui ho toccato il fondo più nero della mia tristezza. Né che poco più tardi ci sono stata con lei e ho trovato le parole giuste per chiarire e per iniziare a lasciar andare la sofferenza. O che, l'ultima volta che siamo stati su tutti e tre insieme, anche l'Uomo in qualche modo ha iniziato a riprendersi e abbiamo ricominciato a dormire abbracciati stretti. Lei queste cose non le sa e va bene così. Ma questa casa è il Posto Buono della mia vita. Forse per questo sono sempre intenta a pulirla e migliorarla. E quando mi siedo e guardo i risultati del mio lavoro domestico sono infinitamente più felice che in qualsiasi altro posto al mondo.
 

giovedì 16 febbraio 2012

Gosh

In coda a quanto scritto sotto, vorrei aggiungere che sapevo delle critiche al governo fatte dall'Altissimo a Cannes, quando è stato premiato per quel capolavoro indiscusso che è "La nostra vita", ma non avevo mai visto la premiazione ex aequo di Iddio Elio con Javier Bardem.

E ve la metto qui perchè credo che guardare Colui Che E' e Bardem che sorridono contenti, tutti eleganti e posti su un palco a due metri di distanza l'uno dall'altro, sia qualcosa che ogni donna etero che ami il cinema dovrebbe vedere più e più volte nella vita. Se poi sei donna, sei etero, ami il cinema e non ne potevi più della politica in stile nano maschilista, beh, l'effetto godimento assoluto, con la bella frase di Germano, è assicurato.

domenica 1 gennaio 2012

La frase dell'anno

Ah, e comunque, come già preannunciato a Cavallino, la frase del 2012 sarà:

"NON ESISTONO DONNE BRUTTE. ESISTONO SOLO DONNE PIGRE." (Helena Rubinstein)
che chiaramente contiene un sacco di buoni propositi per aspetto fisico, dieta, fitness e salute.

E a livello un po' più profondo manterrei la stessa del 2011:

"E' INUTILE CHE TI AGITI, TANTO NIENTE ANDRA' COME TE LO IMMAGINI" (Castagna)

Inoltre, ho iniziato già stasera ad applicare il consiglio dell'Inflessibile, già vecchio e scientificamente verificato come valido:

"SBATTITENE, MA CON CLASSE"

e questo vi auguro per il 2012, non di finire tutti gli impegni dell'agenda, non di mantenere tutti i buoni propositi, non di realizzare tutti i desideri, ma di saper dire, ogni tanto, al momento buono: "Ma sì... 'fanculo!" e passare oltre. Perchè è proprio una risorsa, credeteci.

martedì 29 novembre 2011

Lettera al marito

Amore mio,

Vorrei che fosse chiaro che a) ti amo b) ti stimo c) mi sono rotta in modo fragoroso i coglioni di questa storia del festival del cinema.

Perchè, amore, va bene l'hobby che era il sogno della tua vita e va bene che sei realizzato e felice e va bene che tutti ti fanno i complimenti per i risultati.

Ma, amore, te ieri sei rimasto a piedi con l'auto, perchè ti sei svanito di fare benzina.

E, amore, va bene che tutto questo è cultura ed è educazione ed è sostenere il vero buon cinema italiano, i giovani autori di documentari, gli attori emergenti e un sacco di buone iniziative e produzioni indipendenti.

Ma, amore, oggi c'han staccato la luce in ufficio, perchè te ti sei svanito di pagare la bolletta.

E, amore, va bene che io passerò tre giorni a chiacchierare con gente deliziosa come i Due Adorabili (registi bresciani molto giovani coi quali è stato reciproco amore a prima vista), e domenica sera cenerò seduta vicino a Giuseppe Battiston, e abbiamo il numero di cellulare di Elio Germano. O meglio, ce l'hai tu, perchè se lo dessi a me io passerei le notti a far squillare il cellulare a Elio Germano solo per sentire la di Lui divina Voce quando Egli proferisce la parola "Pronto". Il Verbo, non so se mi spiego.

Ma, amore, io ti devo sorvegliare perchè te sei così preso che ti dimentichi di bere.

Il successo è una droga, sappiatelo. E, comunque, Elio Germano non viene, e neanche Alessandro Gassman, quindi esattamente PERCHE' io dovrei sopportare tutto ciò???

venerdì 14 ottobre 2011

La patente

"Prof, ma l'ha portata lei quella piantina?"

Clotilde se ne stava buona buona sul mobiletto, da circa ventisei ore, quando l'hanno notata.
Mercoledì mi avevano fatto arrabbiare e strillare tanto che, invece di presentarla, l'avevo lasciata lì sperando che le vibrazioni della mia voce non le facessero cadere altre foglie.

"Sì, è mia. Si chiama Clotilde, etc etc"
"Da dove viene?"
"Dal Madagascar. I Portoghesi la chiamavano flor da fortuna."
"Ma no, prof."
"Come no?"
"E scusi, appena l'ha portata ci hanno rapinato."
"Ma io l'ho portata ieri..."
"E infatti, ci hanno rapinato stanotte."
"...ah. E' vero."

Così adesso la povera piantina ha un nome e anche un cognome.

Clotilde Chiàrchiaro.

giovedì 5 maggio 2011

Nunca màs

Questa la rubo a Adriana di Lolacorreancheinbici. E grazie, Adriana.

"Lo admirable es que el hombre siga luchando y creando belleza en medio de un mundo bárbaro y hostil."

Ernesto Sabato

E la dedico alla mia amica e maestra, l'Inflessibile, e a tutte le persone che creano bellezza e non si lasciano inquinare.

giovedì 17 marzo 2011

auleintempesta featuring Jovanotti

Quando nostra figlia è arrivata all’età della scuola io e mia moglie ne abbiamo parlato e abbiamo deciso: scuola pubblica. Potevamo permetterci di scegliere e abbiamo scelto. Abbiamo pensato che fosse giusto così, per lei. E’ nostra figlia ed è la persona a cui teniamo di più al mondo ma è anche una bimba italiana e l’Italia ha una Scuola Pubblica. Sapevamo di inserirla in una realtà problematica ma era proprio quello il motivo della scelta. Un luogo pubblico, che fosse di sua proprietà in quanto giovane cittadina, che non fosse gestito come un’azienda e che non basasse i suoi principi su una dottrina religiosa per quanto ogni religione venisse accolta. Un luogo pubblico, di tutti e per tutti, scenario di conquiste e di errori, di piccole miserie e di grandi orizzonti, teatro di diversi saperi e di diverse ignoranze. C’è da imparare anche dalle ignoranze, non solo dai saperi selezionati. La scuola è per tutti, deve essere per tutti, è bello che sia così, è una grande conquista avere una scuola pubblica, specialmente quella dell’obbligo. Io li ho visti i paesi dove la scuola pubblica è solo una parola, si sta peggio anche se una minoranza esigua sta col sedere al calduccio e impara tre lingue. A che serve sapere tre lingue se non sai come parlare con uno diverso da te ? Il nostro presidente del consiglio dicendo quello che ha detto offende milioni di famiglie e migliaia di persone che all’insegnamento dedicano il loro tempo migliore, con cura, con affetto vero per quei ragazzi. Tra le persone che conosco e tra i miei parenti ci sono stati e ci sono professori di scuola, maestre, ho una cugina che è insegnante di sostegno in una scuola di provincia. Li sento parlare e non sono dei cinici, fanno il loro lavoro con passione civile tra mille difficoltà e per la maggior parte degli insegnanti della scuola pubblica è così. Perchè offenderli? Perchè demotivarli? Perché usare un termine come “inculcare”? E’ una parola brutta che parla di un mondo che non deve esistere più. La scuola pubblica non è in competizione con le scuole private, non è la lotta tra Rai e Mediaset o tra due supermercati per conquistarsi uno spettatore o un cliente in più, non mettiamola su questo piano… La scuola di Stato è quella che si finanzia con le tasse dei cittadini, anche di quelli che non hanno figli e anche di quelli che mandano i figli alla scuola privata, è questo il punto. E’ una conquista, è come l’acqua che ti arriva al rubinetto: poi ognuno può comprarsi l’acqua minerale che preferisce ma guai a chi avvelena l’acqua del rubinetto per vendere più acque minerali. E’ una conquista della civiltà che diventa un diritto nel momento in cui viene sancito. Ma era un diritto di tutti i bambini già prima, solo che andava conquistato, andava affermato. La scuola pubblica va difesa, curata, migliorata. In quanto idea, e poi proprio in quanto scuola: coi banchi gli insegnanti i ragazzi le lavagne. Bisogna amarla, ed esserne fieri.

Lorenzo Cherubini