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venerdì 17 maggio 2013

PATATAS BRAVAS



Se devo pensare a un piatto che mi ricorda il periodo in cui ho vissuto in Spagna mi vengono subito in mente le patatas bravas. A casa con le coinquiline spagnole si facevano molti esperimenti in cucina e vai con la paella, il cocido madrileño, le tortillas, i garbanzos, i churros etc. etc.. Ma non potrò mai dimenticare quel localino in Calle Mayor, ad Alcalá de Henares, che si chiamava Las cuadras de Rocinante (le stalle di Ronzinante). Tenendo presente che Ronzinante era il cavallo di Don Chisciotte, mai nome fu più azzeccato visto che il ristorante si trova quasi di fronte alla casa che nel 1547 diede i natali a Miguel de Cervantes.
Sono andata a vedere sul web, il ristorante c’è ancora ed è uguale a come me lo ricordavo, nulla è cambiato nonostante siano ormai passati molti anni.

Le patatas bravas rimarranno per sempre il simbolo della spensieratezza che si respirava in quel ristorantino fumoso frequentato oltre che dagli alcalaínos anche da studenti provenienti da tutta Europa. Si rideva, si scherzava, si parlava di sogni e anche attraverso la cucina tipica si entrava in contatto con un mondo nuovo.
Successivamente, in occasione di altri viaggi in Spagna, ho avuto modo di assaggiare più volte le patatas bravas in vari posti, infatti si tratta di una delle tapas più famose e conosciute di tutta la Spagna. Le ho viste fare in mille modi diversi (alcuni mescolano addirittura la salsa brava con la salsa alioli) ma mai da nessuna parte ho ritrovato quelle di Alcalá. Con questa ricetta ho cercato di riprodurne il sapore.

In realtà non si tratta proprio di una ricetta. Le patate solitamente vengono fritte, mentre io le ho semplicemente saltate in padella con poco olio. Il segreto per farle venire quasi come se fossero fritte è quello di girarle molto spesso affinché si dorino uniformemente. E poi si ricoprono con la salsa brava, che ha mille varianti, forse tante quanti sono gli spagnoli. Sembra una ricetta banale, ma in realtà il risultato può essere pessimo o eccezionale a seconda della riuscita della salsa che deve avere un equilibrio particolare per potersi sposare al meglio con le patate.

Ah…un’ultima cosa. La parola bravo fa parte di quella categoria di parole denominate “falsi amici”, cioè quelle parole che pur essendo uguali in due lingue diverse hanno significati totalmente distinti. In spagnolo infatti bravo significa feroce, selvaggio, infuriato e queste patate, feroci, infuriate e selvagge lo sono veramente per quanto sono piccanti. Ma si possono fare anche meno infuocate, basta diminuire o eliminare il peperoncino.

 PATATAS BRAVAS


Ingredienti per quattro persone

4 patate
200 g di polpa di pomodoro
½ cipolla bianca
1 peperoncino piccante fresco
1 cucchiaio d’olio extravergine d’oliva
sale
3 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaio di aceto

Preparate la salsa brava.
Versate l’olio in un tegame e fatevi appassire a fuoco dolce la cipolla e il peperoncino tritati finemente. Quindi alzate il fuoco e aggiungete la polpa di pomodoro. Salate e fate cuocere a fuoco vivace per circa un quarto d’ora, fino a quando la salsa si sarà ristretta per bene. A questo punto aggiungete lo zucchero e l’aceto, fate evaporare e cuocete per altri due minuti.
Fate raffreddare la salsa e quindi frullatela aggiungendo un po’ d’acqua, quanta ne sarà necessaria per ottenere una salsa abbastanza fluida ma non troppo liquida.

Preparate le patate. 
Sbucciatele, pulitele e tagliatele a pezzetti abbastanza grossi. Friggetele in abbondante olio caldo (io in realtà le ho saltate in padella con poco olio girandole spesso per farle colorire uniformemente) fino a quando saranno colorate fuori e tenere dentro.
Scolatele dall’olio, mettetele in un piatto e versateci sopra la salsa brava.

Con questa ricetta partecipo al contest della carissima Ale del blog Dolcemente inventando.