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giovedì 30 novembre 2017

La quinta legge di Murphy di mamma e papà

Già qualche anno fa avevamo scoperto la crudeltà della sorte:

Non importa che tu stia accanto al letto di tuo figlio 1 minuto, mezz'ora o 2 ore aspettando che si sia riaddormentato, stai pur certa che appena ti sdraierai finalmente nel tuo, lui comincerà a piangere di nuovo! 

Matilde ci ha fatto scoprire un' altra grande verità:

Non importa a che ora hai deciso di andare a dormire, se alle dieci o a mezzanotte...appena sarai nel tuo letto lui perderà il ciuccio. 

L'unica eccezione verra' fatta nei mesi invernali: la creatura non piangerà proprio subito ma aspetterà che il vostro letto, da lastra di ghiaccio quale era, si sia un po' scaldato, aspetterà che i vostri piedi infreddoliti abbiano ripreso una temperatura accettabile,  che il tepore abbia iniziato a cullati nel mondo dei sogni. 
Sarà a quel punto, in quel preciso istante, che un brutto sogno, la tosse, il male ai dentini,  qualche puzzetta ribelle nella pancia lo sveglierà e vi costringerà ad affrontare il gelo siberiano che separa il vostro letto dal suo.

È una legge.... Dobbiamo rassegnarci! 

giovedì 29 maggio 2014

La quarta legge di murphy di mamma e papà

Una delle domande migliori che abbiamo avuto l'occasione di sentirci porre da neogenitori fu questa: "ma si sveglia all'alba anche nel weekend?"
La perdonammo solo perchè ci aveva fatto veramente ridere e perchè, conoscendola, sapevamo che lo aveva chiesto ingenuamente!
A mano a mano che i bimbi crescono e inziano a prendere un ritmo di sonno normale, i genitori cercano in maniera più o meno subdola di indurre il piccolino a dormire un po' più a lungo, almeno nel weekend..
Quindi si tenta di tenerlo sveglio qualche mezz'ora in più il venerdi e il sabato sera, sperando-invano-che egli recuperi il sonno perso la mattina seguente.
Ovvimente questo non accade mai ma l'unica evidenza sperimentale è che il pargolo, con una sveglia incorporata nel cervello e puntata sulle 6.55, si presenti in camera vostra dicendo "C'ho fame", fregandosene altamente dei grugniti sonnacchiosi provenienti dalle vostre bocche.
Inoltre, per completare il tutto,  il sonno perso cerca di venir recuperato proprio il lunedi mattina, quando ormai il meccanismo dell'addormentamento ritardato si sta innescando, dando i suoi primi disastrosi frutti.

Ma la beffa più grande viene da vostra figlia, quella che si addormenta ogni sera alle 20,00 sul piatto, quella che dorme 11 ore di fila e quando ha la febbre è capace di fare maratone da 13 e più ore, quella che impiegate 10-15 minuti buoni per tirare giù dal letto ogni mattina, iniziando con paroline dolci e finendo con le minacce, quella che fa colazione lamentandosi che non ha dormito penniente e qualche volta ha anche tentato di riaddormentarsi accanto alla tazza del latte.
Lei, il piccolo ghiro, la puffa dormigliona; è lei che nel giorno di festa, quando già pregustate la bella sensazione di svegliarvi per la luce che filtra dalle tapparelle e per il cinguettio insistente ma gioioso degli uccellini, lei si presenta nel vostro letto pimpante e allegra, dicendo con orgoglio: "Hai visto mamma? stamattina non ti faccio arrabbiare: mi sono svegliata da sola!"

sabato 25 gennaio 2014

La terza legge di Murphy di mamma e papà

La terza legge di Murphy sarebbe piuttosto banale se non ci fossero, come nel nostro caso, due aggravanti che la rendono ancor più beffarda:
1) Io e Marco non usciamo quasi mai da soli, non abbiamo mai fatto un weekend senza le bimbe probabilmente nemmeno una sola giornata. Qualche volta riusciamo a concederci una serata lasciandole a dormire dai nonni
2) Le bimbe non si ammalano quasi mai; solitamente si prendono la classica influenza verso fine gennaio e qualche rarissima febbre che dura 1-2 giorni senza lasciare strascichi.

Detto ciò avrete già capito a cosa mi riferisco: In questi giorni di "transizione" lavorativa sono più libera e con Marco avevamo pensato di prenderci una giornata per andare da soli a sciare.
Andando in un giorno feriale avremmo trovato le piste poco affollate e le bimbe avrebbero "accusato" meno la nostra mancanza trascorrendo quasi tutta la giornata all'asilo.
In tutto ciò mettiamoci anche il fatto che in mezzo a settimane di piogge quasi ininterrotte questi giorni sarebbero dovuti essere invece sereni (e infatti oggi è proprio una "giornata da sci": cielo terso e bello freddo!)

Bhe....è inutile raccontare la conclusione di tutta la storia: nella notte tra mercoledi e giovedi Marghe si è svegliata con la febbre...
Addio giornata di sci!

martedì 11 giugno 2013

La 2^ legge di Murphy di mamma e papà

Dopo la prima, indiscutibile nonchè ineluttabile legge da me elaborata (qui) che riguarda, se siete fortunate, il primo anno e mezzo di vita di vostro figlio, entra in gioco la seconda legge di Murphy.
Infatti è proprio intorno a questa età che i pargoli iniziano ad esprimersi o perlomeno a farsi capire con una certa chiarezza.
E per quanto riguarda il nocciolo di questa legge, c'è poco da travisare. Quella è.
Inoltre bisogna dire che a quella età presumibilmente i pasti saranno consumati da tutti contemporaneamente, i piccoli magari verranno ancora un po' imboccati ma, bene o male, si sarà tutti seduti intorno allo stesso tavolo.

Ed è proprio li, intorno a quel tavolo, che ogni giorno, almeno una volta al giorno, succede.
Succede che stai per metterti in bocca il primo, caldo, sospirato boccone.
La forchetta è a metà strada, il profumino sale.
Ti stai rilassando, finalmente ti sei seduta, non corri più come una tarantolata per la cucina, cercando di schivare Cancaneve e un casco di banane di plastica, pentolini e strisce di pancetta finte....
Pregusti il momento magico ma...quel momento ti sarà negato.
Si, perchè poco prima che il boccone entri nella tua bocca affamata verrai raggiunta dalla dolce voce della tua dolce creatura che, puntualmente, ti dirà:

"Mamma, mi fcappa la cacca!"

lunedì 13 febbraio 2012

La legge di Murphy di mamma e papà

Se esistesse una legge di Murphy dei genitori il primo punto direbbe:
"Non importa che tu stia accanto al letto di tuo figlio 1 minuto, mezz'ora o 2 ore  aspettando che si sia riaddormentato, stai pur certo che appena ti sdraierai finalmente nel tuo, lui comincerà a piangere di nuovo. "
Postilla al primo punto: " questo è tanto più vero quanto più freddo fa fuori dalle tue coperte"

Sarà che negli ultimi 3 mesi, complici due episodi di febbre e qualche dente nuovo di notte marghe ci sta facendo penare ma mi sento molto vicina al tema del mese di genitoricrescono.

Sin da quando erano piccole abbiamo cercato di far addormentare le bimbe nel loro letto, magari stando un pò vicino e poi allontanandoci pian piano in modo da abituarle ad essere "autonome". Devo dire che loro sono state sempre molto brave e grossi problemi di addormentamento e sonno non ne abbiamo mai avuti.  Questo però ha richiesto un grosso sacrificio da parte nostra anzi, mia (non per prendermi il merito, ma in effetti le cose stanno così....) che, durante alcuni periodi “ricchi” di risvegli notturni,  mi sono sempre fiondata nella loro cameretta cercando di farle riaddormentare magari prendendole anche in braccio (rigidi si, ma fino ad un certo punto!) senza cedere alla tentazione di portarle con noi nel letto.
Questo ha significato (e significa tutt’oggi) adattarsi a dormire sul divano, ai piedi del letto di Marta cercando di coprirsi bene per evitare una broncopolmonite, accartocciata sulla sedia....per essere loro vicine e "sedare" i pianti magari mettendo solo una mano sulla schiena per far sentire la mia presenza ma evitando di doversi alzare 4, 5, 6 volte per notte, proprio quando, come dicevo prima, mi sono appena infilata sotto le coperte e ho ripreso una temperatura corporea normale.....
Bisogna riconoscere al papà il grande aiuto che mi ha dato quando, appena nata Marghe, Marta ha espresso la sua gelosia svegliandosi più volte di notte: solo lui riusciva a calmarla, io mi agitavo e il risultato era disastroso.
Inoltre il suo intervento è sempre prezioso quando il pianto di una sveglia l'altra (molto raramente, per fortuna) o quando, presa dalla stanchezza e dall'esasperazione, perdo qualsiasi forma di ragionevolezza: ci pensa lui a riportarmi alla praticità. Tutte le volte che ho seguito il suo istinto non abbiamo mai sbagliato.

Nonostante la fatica sono convinta che questo atteggiamento funzioni e che, come diceva la mia ostetrica del cuore al consultorio, un sacrificio in più adesso si traduce in molti sacrifici in meno dopo. Sicuramente è fondamentale il fatto che io e Marco la pensiamo nello stesso modo e ci comportiamo in maniera simile. L’alleanza tra genitori non è utile solo per i bambini ma –forse anche di più- ai genitori stessi.


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