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mercoledì 8 aprile 2020

Cara catastrofe 6 - il fascino di dodici suite

Sarà la nostalgia o saranno i tempi dilatati della quarantena, ma in questi giorni mi è tornata la voglia di ascoltare suite musicali. Ve ne sono alcune di una bellezza incommensurabile che non mi stancano mai, specie mentre dedico quei venti minuti di straching ed esercizi per evitare di assumere la forma di un divano o della sedia su cui lavoro. Parliamo di brani di una durata minima di dieci minuti che hanno caratterizzato una stagione musicale ormai sepolta, ma per me indimenticabile.












King Crimson - Starless
: in 12 minuti tutta la dolcezza e il furore della musica. Geni!

Can - HalleluwahUn mantra tribale con un groove funk che manda in trance. Avanti, avanti; i più avanti di tutti nel kraut rock e parliamo del 1971, anno d'uscita di Tago Mago.

Genesis - Supper's ready: suite capolavoro in sette movimenti. A mio avviso una delle più alte espressioni (sia per il livello compositivo che per la complessità dei testi) della musica progressive. Qui in fondo in una meravigliosa versione a fumetti ad opera dell'artista newyorkese Nathaniel Barlam.

Brainticket - BrainticketNel 1971 una banda di fricchettoni provenienti dai più svariati paesi europei si mette in testa di dare una lezione ai californiani su come si fa un disco sotto l'effetto dell'acido lisergico. Ne ho parlato qua!

Gong - The Isle Of Everywhere: L'ultimo viaggione interstellare di Daevid Allen & company.

Supertramp - Fool's Overture: Suite sinfonica che chiude maestosamente l'album Even in the Quietest Moments; siamo nel 1977 e i super-vagabondi qui e con l'album successivo (Breakfast in America) raggiungono il loro apice creativo.

Grace Slick - Theme From The Movie Manhole: una suite di 15 minuti con l'accompagnamento della London Symphony Orchestra, che si dipana potente e delicata allo stesso tempo. La vocalità di Grace esplode in tutte le sue sfaccettature: lirismo, passione e sensualità sorretti da un cantato in cui si alternano inglese e spagnolo.

Date Palms - Honey Devash: Ninna nanna sciamanica del deserto.

Pink Floyd - Atom earth mother: Ogni commento è superfluo. Una versione live della Orchestre Philharmonique de Radio France.

Pink Floyd - Echoes: Come sopra.

Mike Oldfield - Ommadown: 22 anni aveva nel 1975 Mike Oldfield! 

Claudio Lolli - Ho visto anche degli zingari felici:
In questa meravigliosa composizione ci sono parole e suoni che raccontano la mia storia e quello che sono diventato. Uno dei primi post della teiera volante parla di questo.

sabato 30 novembre 2019

Pink Floyd, The Wall, ricordi e cambiamenti

Il 30 novembre del 1979, esattamente 40 anni fa, stavo sbavando davanti alla vetrina di un negozio di dischi ad Amsterdam (dove da un paio di mesi lavoravo come lavapiatti) in attesa della paga per comprarlo. Abitavo in uno squat ed ero passato di lì per caso; fu una sorpresa assoluta, non ne sapevo nulla: un tempo le notizie giravano poco. All'epoca ne avevo appena compiuti diciannove. Tempo e musica sono un'accoppiata bastarda, perché con l'andar degli anni i gusti cambiano; nel mio caso non so dire se in meglio o in peggio. Un dato di fatto è che The Wall non l'ascolto più da una vita. Col tempo ho apprezzato altre cose dei Pink Floyd, soprattutto i primi album e brani come questo.

domenica 14 aprile 2019

Autobiografia musicale in 100 canzoni: Summer '68

Primi anni delle superiori. Esplorando la collezione di dischi del padre di un compagno di classe rimasi colpito da una copertina senza scritte con la foto di una mucca. La curiosità fu immediata e si aprì un mondo nuovo. 
La suite orchestrale della facciata A la conoscono tutti e all'epoca mi lasciò sbigottito, facendomi quasi ignorare tutto il resto. Col passare del tempo ho sempre più apprezzato il lato B che contiene vere e proprie perle come questa: una delle più belle ballate scritte dai Pink Floyd scritta e interpretata da Rick Wright.

#3 Summer '68

mercoledì 3 ottobre 2012

One on my turns - A tribute to Pink Floyd

In tanti potrebbero storcere il naso: dai puristi pinkfloydiani a coloro che non li amano particolarmente e pensano sia un'operazione inutile quella di spolverare i loro brani per rileggerli e reinterpretarli nel 2012.
Confesso che inizialmente, dopo aver ascoltato i dieci minuti di Echoes, la pensavo sia nel primo modo che nel secondo (pur amandoli). Poi è arrivata una bellissima ed originale versione di Pigs ed ho cominciato a cambiare idea. Proseguendo ascolterete in tutto 15 cover di gruppi italiani (per me quasi tutti sconosciuti) che in buona parte dimostrano di giocarsela ottimamente, recuperando diversi brani del periodo Syd Barrett e altre canzoni "minori". Fra le prove migliori: Bike di Ofeliadorme. Ah, dimenticavo: si può scaricare gratis anche da qui sotto il lettore, grazie a Magmusic.  


1. Ropsten – Echoes, Part 2 (Meddle)
2. Sara Ardizzoni (Pazi Mine) e Giorgio Canali – Pigs  (Animals)
3. A Violet Pine – Embryo (brano che non si trova in nessun disco ufficiale) 
4. Mondo Naif – Have a Cigar (Wish you were here)
5. Desert Wizards – Childhood’s End (Obscured by Clouds)
6. DUNE – Astronomy Domine (The piper at the gates of dawn)
7. Ka Mate Ka Ora – If (Atom Heart Mother)
8. OfeliaDorme – Bike (The piper at the gates of dawn)
9. Furious George – Grantchester Meadows (Ummagumma)
10. Unmade Bed – Crying Song (More)
11. Senzafissa Dimoira – Remember a Day (A Sacerful of secrets)
12. Dani Male & the Dead – Jugband Blues (A Sacerful of secrets)
13. Fabio Zuffanti – Julia Dream (singolo)
14. The Child of a Creek – Breathe (The dark side of the moon)
15. NUT – Set the Controls for the Heart of the Sun (A Sacerful of secrets)

venerdì 20 agosto 2010

Lovers of Covers

I suoi artwork fanno parte della storia della musica. Sto parlando di Storm Thorgenson, fondatore nel 1968 dello studio Hipgnosis, luogo di creazione delle copertine dei Pink Floyd, Genesis, Led Zeppelin e tanti altri. Il museo Art Exchange di San Francisco gli dedica una mostra che con questa foto si presenta molto bene.

Da sinistra: Atom Heart Mothers, Relics, The Dark Side of the Moon, Wish You Were Here, The Wall e Animals.

lunedì 23 febbraio 2009

L.P. Cover Art: Pink Floyd - Meddle 1971



Uscito il 30 ottobre 1971, è il primo disco dei Pink Floyd che ho conosciuto.

Quando facevo la prima superiore compravo spesso Ciao 2001 e ricordo che c'era una pagina di annunci dove i lettori promuovevano le loro audiocassette registrate in casa a prezzi modici. Scrissi la mia letterina e dopo un paio di settimane mi arrivò a casa Meddle con tutte le sue scritte a biro. Diedi i soldi al postino, la misi nel mangianastri e partì il doppio basso martellante suonato da Gilmour e Waters in One of these day. Amore al primo ascolto. I pinkfloydiani sapranno che la frase "One of these days I'm going to cut you into little pieces" è Nick Mason a pronunciarla; è l'unica volta in cui la voce del batterista compare da sola in un pezzo.
La copertina, realizzata da Hypgnosis, raffigura un orecchio sommerso dall'acqua, forse una metafora per sottolineare un suono provieniente dalle profondità, come lasciano intuire anche le leggere increspature della superficie. La copertina si apriva a formare un unica immagine e all'interno compariva una foto del gruppo, l'ultima fino all'uscita di A Momentary Lapse of Reason. Alcuni brani di questo album vennero presentati per la prima volta al Crystal Palace di Londra il 15 Maggio del 1971 con impianto quadrifonico. Al termine del concerto nel laghetto che separava il palco dal pubblico emerse un polpo gonfiabile dal diametro di 15 metri.

Tutti i pesci morirono, non si è capito se per il volume troppo alto o a causa delle operazioni di gonfiaggio del mostro. In quel live i Pink Floyd aprirono lo show con una versione senza orchestra di Atom heart mother e suonarono per la prima volta Echoes che allora non si chiamava ancora così ma The return of the sun of nothing. Echoes è il lato B del disco, un'unica traccia di 23 minuti e mezzo, nonché la terza come lunghezza di tutta la produzione dei P.F. dopo Atom heart mother e Shine on you crazy diamond (tutte le parti unite più di 26 minuti). Un capolavoro riconosciuto della storia della musica.

mercoledì 22 ottobre 2008

Classifiche: Le tre canzoni più belle

Fin da bambino ho sempre avuto un'insana passione per le classifiche. Sia che fossero musicali, sportive, di film o di qualsiasi altro genere: l'importante era che fossero classifiche. Mi divertivo a scrivere e riempire gli spazi liberi del diario scolastico e quaderni appositamente creati. Anche da "grande" ogni tanto cedo alla tentazione, come ho già fatto una volta elencando i cinque concerti più belli mai visti, ma poi mi freno per non perdere tempo e per la difficoltà di includere ed escludere uno invece dell'altro. Sull'argomento del titolo, in verità piuttosto pretenzioso, i miei dubbi sono stati stavolta superati dalle certezze: appena ho avuto l'idea mi si sono stampate in mente tre canzoni, già in ordine di preferenza.
Partiamo dalla numero uno ... The great gig in the sky. Non c'è gara e la scelta non ha bisogno di lunghe spiegazioni. Oltre all'originale da The dark side of the moon, una versione che mi stordisce per la sua intensità è quella live di Pulse, dove le tre coriste (una bianca e due nere) si alternano regalandoci, dopo l'introduzione del magico piano di Wright e le dolci note della steel guitar di Gilmour, minuti indimenticabili.
Medaglia d'argento a Paranoid Android dei Radiohead: praticamentetre pezzi in uno: una magia di canzone mutante che ti rapisce e che ogni volta pare diversa e più bella della volta precedente. Fra l'altro tostissima da suonare (cantare poi non ne parliamo, meglio stendere un velo pietoso sui miei tentativi).
Medaglia di bronzo per l'Italia. Non posso trascurare Fabrizio De André, non tanto per amor patrio, ma perché ha scritto canzoni indimenticabili. Quella che preferisco in assoluto è La collina. Riascoltarla e riascoltarlo ancora dopo tanti anni è come prendere una medicina che funziona al contrario: subito può fare male perché realizzi ancora una volta che ci ha lasciato per sempre, ma poi gli effetti collaterali sono benefici come solo la purezza della poesia sa essere.Le tre canzoni più belle?
Per cavarsene la voglia... Rolling Stones ha pubblicato nel 2004 la lista delle 500 migliori canzoni di tutti i tempi. Nel 2003 invece i 500 migliori album.

venerdì 29 agosto 2008

LP Cover art: l'arte e la creatività nelle copertine dei 33 giri
















Chi (fortunato lui) per motivi anagrafici non ha mai avuto l'opportunità di entrare in un negozio pieno di 33 giri in vinile si è perso una specie di viaggio in una dimensione parallela: quella delle copertine dei dischi, che l'avvento dei cd alla fine degli anni '80 ha contribuito a cancellare. La mia non è un osservazione nostalgica, ma solo una constatazione. Sicuramente il packaging e la creatività dei cd è andata migliorando nel tempo, ma le dimensioni sono quelle che sono. I veri vantaggi sono sempre stati la praticità e la mancanza di usura. I miei vinili dopo qualche anno si riducevano quasi sempre in condizioni pietose. Una volta entrati nel negozio il divertimento stava proprio nel perdersi a scorrere uno a uno i dischi nelle scaffalature soffermandosi ad ammirare come in una pinacoteca le opere più belle o sghignazzando di fronte a certe copertine pacchiane genere disco-music fine anni '70. Il massimo era quando la cover si sdoppiava svelando all'interno i testi e ulteriori foto o disegni.

Cominciamo una nuova serie di post con fronte e interno di una delle copertine più evocative dei Pink Floyd: Animals. La foto ritrae la "Battersea Power Station" centrale elettrica alla periferia di Londra con in cielo il maiale volante che poi spesso apparirà nei live del gruppo. Non è un fotomontaggio ma un vero maiale gigante volante pieno di elio che fu legato ad una fune.
busta del vinile














sabato 12 luglio 2008

Cover art: Con i LEGO tutto è possibile

Dopo essere stato con mio figlio a Legoland California a San Diego pensavo di averle viste tutte sui Lego, ma questa mi mancava. Utilizzando i mattoncini e gli omini qualcuno è stato capace di riprodurre alcune famose copertine di 33 giri. L'effetto è veramente spassoso e incredibilmente riuscito. Per vedere tutte le altre cover la pagina web è: http://www.thetoyzone.com/20-album-covers-recreated-in-lego
Ecco un paio di esempi:

Beatles - Abbey Road




































Pink Floyd - The Division Bell