Quattro generazioni che attraversano un secolo di storia italiana: dalla prima guerra mondiale ai nostri giorni. Di solito nutro una certa diffidenza per i libri lunghi (come anche i film) e questa è un'opera colossale che tuttavia si legge tutta d'un fiato nonostante le quasi novecento pagine.
Giorgio Fontana (autore che non conoscevo, classe 1981) ci regala un grande romanzo che poi è la storia di milioni di famiglie italiane; lo fa con personaggi credibili alle prese con la Grande Storia; come lo siamo tutti in fondo e come recita De Gregori ne La Storia siamo noi. Una cicatrice che resta impressa sulla pelle. Si inizia con la disfatta di Caporetto e la fuga di un soldato disertore nelle campagne friulane, per poi proseguire con l'avvento del fascismo, la seconda guerra mondiale, la ricostruzione, le lotte operaie, le contestazioni giovanili, il terrorismo, fino alla globalizzazione e alle fragilità dei giovani del nuovo millennio. Ho rivisto in parallelo la storia dei miei nonni: quello paterno tornato traumatizzato dalla Grecia con i piedi in cancrena e quello materno, falegname analfabeta, inventore di filastrocche romagnole (zirudell) per sfottere i potenti. Poi mio padre, la sua breve militanza in potere operaio e la fede a tratti ottusa di quelli della sua generazione nel sol dell'avvenire; fino alla frattura generazionale di fine anni settanta e l'incapacità di familiari e parenti di capire ogni mia scelta. Infine le problematiche complesse delle giovani generazioni che ho modo di toccare con mano grazie al lavoro che svolgo. Un libro ambizioso sì, ma anche molto coraggioso con riferimenti alla grande letteratura. Progressivamente ci si affeziona ai personaggi e infine ci si innamora di questa saga familiare nella quale mi sono immerso con una passione come non accadeva da qualche anno.
Per la potenza del racconto e per il suo ampio respiro vedrei bene un adattamento cinematografico o ancor meglio seriale.