Annata eccezionale per quantità e qualità. Se vi siete persi qualcosa qui sotto trovate una sintesi in crescendo: dal peggio al meglio.
[down]
Tin Star
Di solito la presenza di Tim Roth è una garanzia; purtroppo non in questo caso. Una serie per me disastrosa che sembra scimmiottare Fargo, con personaggi artificiosi e un finale ridicolo.
Philip K. Dick’s Electric Dreams
La bibliografia di Philip Dick è ancora un'autentica miniera d'oro e quindi grande era l'aspettativa quanto la delusione. Abbandonata dopo aver visto i primi episodi.
1993
In calo rispetto alla prima stagione che già non era esaltante.
[middle]
Fargo 3
Quando le stagioni si susseguono bisogna avere qualcosa da dire e stavolta in Fargo, a parte qualche scatto geniale, c'è poca sostanza. Poco convincente anche Ewan McGregor nel doppio ruolo, mentre il personaggio di
Lorne Malvo della prima stagione a carisma si divora il cattivone
Yuri Gurka.
Ozark
Jason Bateman (protagonista, nonché produttore e regista di alcune puntate), è un cinico consulente finanziario che di punto in bianco si trova in guai molto seri sia con l'FBI che con il cartello della droga. Parte in sordina, ma poi si rivela sufficientemente coinvolgente e originale.
The Deuce
Talmente corale da risultare dispersiva. Interessante la ricostruzione storica della Grande Mela agli albori della nascita del porno, tra papponi, bar e prostitute. Taglio realistico e solido, quasi documentaristico, ma purtroppo avaro di emozioni. Basti pensare a
Boogie Nights e siamo in un altro pianeta.
Gomorra 3
A suo tempo ho letto il libro e mi era piaciuto, così come il film di Garrone. Bene anche le prime due stagioni; giunti alla terza sto cominciando a perdere interesse.
Better Call Saul 3
Amo Saul, avvocato cialtrone dal cuore d'oro, malgrado stia
menando il can per l'aia: d'altra parte sfrutta furbescamente l'onda lunga di
Breaking Bad e dei suoi orfani.
[up]
Stranger Things 2
E' svanito l'effetto sorpresa ma non i rimandi agli anni '80 a raffica (la musica, i giochi di ruolo, Stephen King, Spielberg, Zemeckis, Lucas, Carpenter). Dal mio punto di vista ancora molto godibile ma un po' sopravvalutata.
Ormai ci sono affezionato, anche se da quando gli sceneggiatori hanno sopravanzato il romanzo, la serie si sta trasformando sempre più in un lotta convenzionale tra il bene e il male.
Alias Grace
Dalla penna prolifica di Margaret Atwood, una miniserie avvincente in sei puntate.
Big Little Lies
Jean-Marc Vallée
Mindhunter
Accendere la luce sull'orrore, sulle sue cause ed i suoi effetti, può rivelarsi un viaggio senza ritorno.
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Top of the Lake - China Girl
Da Jane Campion una storia intricata ed intensa, ambientata in una Sydney inedita in cui, ahimè, il genere maschile ne esce con le ossa rotte.
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Suburra
Non delude la prima serie italiana targata Netflix grazie ad un intreccio narrativo solido e ben costruito.
Dark - I segreti di Winden
In una cittadina della Renania circondata da una foresta si dipana una storia inquietante che partendo con un incipit di Albert Einstein (
La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente) ti cattura inesorabilmente . Quanto gli anni '80 di Stranger Things sono pop, qui siamo proprio nell'oscurità come dice il titolo. Prima serie originale tedesca di Netflix.
The Handmaid's Tale
La serie cult dell'anno.
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[stand by]
Twin Peaks 3
Le opere di Lynch fin dai primi tempi sono un culto, ma non so se e quando riprendere la visione: diciotto puntate così dure e pure non sono facili da digerire, a parte i live al Roadhouse nel finale di ogni episodio.
Momenti magici così solo da David Lynch.