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domenica 29 marzo 2020

Cara catastrofe 5 - La fiera delle atrocità

E la primavera m’ha portato il riso atroce dell’idiota. ( A. Rimbaud - Una stagione all'inferno)

You'll see the horrors of a faraway place,
Meet the architects of law face to face.
See mass murder on a scale you've never seen,
And all the ones who try hard to succeed.

Vedrete gli orrori di un luogo remoto
incontrerete faccia a faccia gli architetti della legge
vedrete uno sterminio di massa di proporzioni mai viste
e tutti quelli che hanno fortemente agito perché ciò accada





La primavera ci sta esplodendo in faccia con tutta la sua feroce dolcezza e noi, in mezzo a tutto questo delirio, rifugiati in casa con due certezze: la natura e gli animali che riprendono i loro spazi e la pubblicità in tv che non si ferma mai, nonostante investimenti ridotti e campagne annullate o rimandate.

Dopo giornate dense e complicate di telelavoro in stanze separate, ieri ci siamo consolati con un'accoppiata micidiale di dolce/salato. Lo strudel integrale fatto in casa era pura poesia.

venerdì 16 febbraio 2018

Dark, Stranger Things e miei anni '80

Il recente successo di Stranger Things e Dark (se n'è parlato qui e qui) mi ha ispirato una rivisitazione personale di quel periodo; una specie di blob soprattutto in chiave musicale.

Un decennio inaugurato col botto da capolavori come Remain in Light, Sandinista, Seventeen Seconds e Closer, l'emblema del post punk.


Le ultime rivoluzioni
New wave, post punk, electro, rap: le ultime vere rivoluzioni musicali sono arrivate a compimento o sono avvenute in questo decennio.

Selezione di concerti
Talking Heads, Bauhaus, Devo, Siouxsie and the Banshees, A Certain Ratio, The Tubes, Simple Minds, Adam and the Ants,Tuxedomoon, Killing Joke, Eurythmics, The Selecter, Talk Talk, Style Council, Miles Davis.

The The 
Genio (poco riconosciuto) di quegli anni. Un polistrumentista capace di appropriarsi dei generi e miscelarli in una formula originale ed inimitabile. Lo metto sullo stesso livello di Peter Gabriel, David Byrne e David Sylvian.

D.O.C. (1987-88)
Grazie ad Arbore, due anni in cui si è potuta sentire dell'ottima musica dal vivo in RAI. David Sylvian si esibì con quattro brani.

Andrea Pazienza e i fumetti
Cosa resterà degli anni '80 diceva la canzone. Per me sicuramente sono rimasti indelebili, i fumetti e l'inventiva di Paz che proprio quest'anno avrebbe compiuto sessant'anni. E poi ancora: Akira (il 18 aprile tornerà al cinema), Ken Parker, Dylan Dog, Le femmine incantate di Magnus.

Le discoteche alternative
Dove si poteva incontrare un'umanità eterogenea che rifuggiva i locali fighetti e la disco music. Lo Small a Pieve di Cento, Aleph a Gabicce Mare, Vidia a Cesena, Slego a Rimini.

Il video più anni '80 di tutti gli anni '80
Sotto la patina colorata, un testo straziante sulla dipendenza dalle droghe. Un vero flagello in Italia per questa decade.

Probabilmente ci siamo spinti troppo in là
Mi hai rubato tempo e denaro
Ora temo che tu mi abbia abbandonato
in un mondo che ha troppe pretese





La moda
Dopo aver esaltato la musica, stendiamo un velo pietoso sulla moda e in particolare sulla mia giacca con le spalline imbottite.

Le radio
Un po' alla volta non sono state più libere nel senso originale del termine, ma sempre più commerciali.

Il servizio di leva
Una vera merda! Fare obiezione era estremamente complicato. Gli ultimi a fare il militare sono stati i nati nel 1985, ma per chi è nato negli anni '60, ha rappresentato un incubo a cui molti tentavano di sottrarsi. Dopo tre mesi riuscii a scappare, ma per colpa sua persi il concerto dei Clash a Firenze.

Ultravox
Ero un loro fan quando ancora non li conosceva quasi nessuno (i primi tre dischi sono meravigliosi). Dopo l'addio di John Foxx, nel corso degli anni '80 sono stati poca roba. Manierismo vs sostanza.

Claudio Cecchetto e la musica in tv
Negli anni '80 ha imperversato lanciando una schiera di artisti da far accapponare la pelle. Sarà anche considerato un talent scout, ma non gli verrà mai perdonato di aver inciso nel 1981 Gioca Jouer e aver fatto cantare gente che per decenni ha ammorbato l'etere.

mercoledì 13 dicembre 2017

2017 up & down - Le serie

Annata eccezionale per quantità e qualità. Se vi siete persi qualcosa qui sotto trovate una sintesi in crescendo: dal peggio al meglio.

[down]

Tin Star 
Di solito la presenza di Tim Roth è una garanzia; purtroppo non in questo caso. Una serie per me disastrosa che sembra scimmiottare Fargo, con personaggi artificiosi e un finale ridicolo.

Philip K. Dick’s Electric Dreams
La bibliografia di Philip Dick è ancora un'autentica miniera d'oro e quindi grande era l'aspettativa quanto la delusione. Abbandonata dopo aver visto i primi episodi.

1993
In calo rispetto alla prima stagione che già non era esaltante.

[middle]

Fargo 3
Quando le stagioni si susseguono bisogna avere qualcosa da dire e stavolta in Fargo, a parte qualche scatto geniale, c'è poca sostanza. Poco convincente anche Ewan McGregor nel doppio ruolo, mentre il personaggio di Lorne Malvo della prima stagione a carisma si divora il cattivone Yuri Gurka.

Ozark
Jason Bateman (protagonista, nonché produttore e regista di alcune puntate), è un cinico consulente finanziario che di punto in bianco si trova in guai molto seri sia con l'FBI che con il cartello della droga. Parte in sordina, ma poi si rivela sufficientemente coinvolgente e originale.

The Deuce
Talmente corale da risultare dispersiva. Interessante la ricostruzione storica della Grande Mela agli albori della nascita del porno, tra papponi, bar e prostitute. Taglio realistico e solido, quasi documentaristico, ma purtroppo avaro di emozioni. Basti pensare a Boogie Nights e siamo in un altro pianeta.

Gomorra 3
A suo tempo ho letto il libro e mi era piaciuto, così come il film di Garrone. Bene anche le prime due stagioni; giunti alla terza sto cominciando a perdere interesse.

Better Call Saul 3
Amo Saul, avvocato cialtrone dal cuore d'oro, malgrado stia menando il can per l'aia: d'altra parte sfrutta furbescamente l'onda lunga di Breaking Bad e dei suoi orfani.

[up]

Stranger Things 2

E' svanito l'effetto sorpresa ma non i rimandi agli anni '80 a raffica (la musica, i giochi di ruolo, Stephen King, Spielberg, Zemeckis, Lucas, Carpenter). Dal mio punto di vista ancora molto godibile ma un po' sopravvalutata.

Il Trono di Spade 7
Ormai ci sono affezionato, anche se da quando gli sceneggiatori hanno sopravanzato il romanzo, la serie si sta trasformando sempre più in un lotta convenzionale tra il bene e il male.

Alias Grace
Dalla penna prolifica di Margaret Atwood, una miniserie avvincente in sei puntate.

Big Little Lies
Jean-Marc Vallée

Mindhunter
Accendere la luce sull'orrore, sulle sue cause ed i suoi effetti, può rivelarsi un viaggio senza ritorno. clic

Top of the Lake - China Girl

Da Jane Campion una storia intricata ed intensa, ambientata in una Sydney inedita in cui, ahimè, il genere maschile ne esce con le ossa rotte. clic

Suburra
Non delude la prima serie italiana targata Netflix grazie ad un intreccio narrativo solido e ben costruito.

Dark - I segreti di Winden
In una cittadina della Renania circondata da una foresta si dipana una storia inquietante che partendo con un incipit di Albert Einstein (La distinzione tra passato, presente e futuro è solo un’illusione ostinatamente persistente) ti cattura inesorabilmente . Quanto gli anni '80 di Stranger Things sono pop, qui siamo proprio nell'oscurità come dice il titolo. Prima serie originale tedesca di Netflix.

The Handmaid's Tale
La serie cult dell'anno. clic

[stand by]

Twin Peaks 3
Le opere di Lynch fin dai primi tempi sono un culto, ma non so se e quando riprendere la visione: diciotto puntate così dure e pure non sono facili da digerire, a parte i live al Roadhouse nel finale di ogni episodio.
Momenti magici così solo da David Lynch.

lunedì 4 dicembre 2017

33 giri - Italian Masters

Sky Arte è l'unico canale che vale quasi da solo un abbonamento.
Con 33 giri - Italian Masters è partito da poco un nuovo affascinante format che racconta gli anni '70 e primi anni '80 attraverso le voci dei musicisti e dei protagonisti che hanno contribuito a realizzare alcuni degli album che hanno segnato la storia della musica italiana. Riaffiorano i miei ricordi di liceale che si affaccia affamato per la prima volta al mondo della musica con la chitarra regalata per il quindicesimo compleanno, insieme al libretto Chitarrista in 24 ore. In effetti dopo un paio di giorni avevo già iniziato a strimpellare i cantautori. Dopo un anno anni ero già lanciato su Neil Young, per passare a breve giro a imbracciare la chitarra elettrica e suonare dal vivo Psycho Killer e una versione allucinata di Socialist dei P.I.L. con una band di pazzi. Un percorso condensato in brevissimo tempo. Gli inizi però non si scordano mai e questo programma ha la capacità e il merito di far rivivere quel periodo a chi l'ha vissuto, oltre a far conoscere album preziosi e spesso dimenticati a chi ha qualche anno in meno.
Tutto inizia davanti a un mixer con l'ascolto delle bobine originali realizzate in studio. Dopo le prime due puntate con Lucio Dalla (Com'è profondo il mare) e Guccini (Radici), sotto, i prossimi appuntamenti. Dispiace solo non trovare Rimmel e Ho visto anche degli zingari felici e notare che sono quasi tutti defunti!

6 dicembre – “Pigro” di Ivan Graziani
13 dicembre – “Creuza de ma” di Fabrizio De André
20 dicembre – “La voce del padrone” di Franco Battiato
27 dicembre – “Far finta di essere sani” di Giorgio Gaber
3 gennaio – “Mio fratello è figlio unico” di Rino Gaetano

giovedì 2 marzo 2017

I Don't Feel at Home in This World Anymore

Il Gran Premio della Giuria al Sundance festival 2017 è andato a questo thriller, opera d'esordio di Macon Blair. Siamo nei territori di Blue Ruin (film che ha visto il regista come attore protagonista) con Melanie Lynskey e Elijah Wood a formare un'accoppiata improbabile affamata di giustizia che indaga sul furto subito da lei in casa da parte di una banda di squilibrati con risultati sanguinosi e imprevedibili. Una commedia/thriller grottesca che in 90 minuti fila via liscia, tra situazioni surreali che evocano i fratelli Coen in un'escalation demenziale di violenza. Il fatto che abbia trionfato al festival lascia un attimo perplessi, non per il valore del film che è godibilissimo, ma per la concorrenza che evidentemente non era eccezionale. Vedremo se nei prossimi mesi che cosa uscirà di buono: fra le cose interessanti il nuovo film di Luca Guadagnino, Call me by your name, di cui si è parlato bene. 

Da fine febbraio si può vedere sulla piattaforma Netflix che dopo essere diventato un punto di riferimento per le serie Tv, continua la sua scalata nel cinema. Non c'è che da esserne contenti: più scelta, con un taglio sempre originale che ormai è un marchio di fabbrica.




LEGENDA VOTI
@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

mercoledì 22 febbraio 2017

Ciofeche e must see al cinema

Il 2017 al cinema è iniziato alla grande. Per me solo in questi primi due mesi, la qualità di ciò che si è visto ha già superato l'anno scorso. Tre film del livello di La La Land, Arrival e Manchester by the sea io non me li ricordo. L'unico forse Frantz di François Ozon.
A fianco di opere che ti fanno riconciliare con la settima arte, qualche volta ci facciamo ahimé tentare da quelle che il buon Lucio definiva innocenti (in questo caso indecenti) evasioni... Ed ecco che ieri sera, per riequilibrare la bilancia, ci siamo fatti intortare dal penoso e confuso Assassin's Creed, mentre qualche giorno fa da una commedia uscita a fine 2016 che si pensava innocua (e magari in grado di strappare qualche sorriso) intitolata Masterminds - I geni della truffa: una schifezza micidiale con Owen Wilson e Zach Galifianakis al minimo storico.
Un'altra cagata annunciata è molto probabile che sia Beata Ignoranza, ma questa ce la risparmieremo: lo sguardo tra l'imbarazzato e l'ironico di Giallini di fronte a un Fabio Fazio come al solito servilmente entusiasta, era tutto un programma. 
Questo weekend si punta su Jackie di Pablo Larraín di cui, a parte Neruda, ho visto tutti i film e T2.

venerdì 11 novembre 2016

Motivo per cui anche quest'anno non guarderò più X Factor

Mi direte (giustamente): ma chi te lo fa fare...
Che volete, com'è capitato altre volte, ho abboccato alle audizioni dove spesso emergono ragazzi di vero talento. Quando però si viene al dunque, come ieri sera con l'eliminazione di Silva Fortes, la musica non c'entra più nulla; è solo pessima televisione.
Giudici imbarazzanti e in malafede che con i soliti inciuci eliminano una ragazza di Capo Verde con la voce vellutata (ricorda Sade) per salvare il proprio ego.
E Manuel Agnelli, l'unico competente, che pensa: ma chi me lo ho fatto fare? Pecunia (ovviamente) e forse un po' di vanità, che ci può stare. Però secondo me il prossimo anno non lo si vedrà più.

A proposito di X... il nuovo XX. L'album esce a gennaio.

venerdì 5 agosto 2016

Stranger Things - inossidabili anni '80

Se ci pensate, un certo immaginario che persiste tuttora nella fantascienza contemporanea è stato proprio costruito in questa decade. Ecco in parte spiegato il successo di una serie come Stranger Things (approdata su Netflix dopo svariati rifiuti di altri networks) grazie all'intuizione dei fratelli Duffer che hanno saputo sapientemente mischiare i temi e gli ingredienti dell'epoca riuscendo però ad andare oltre il puro citazionismo. Un romanzo di formazione ambientato nel 1983, dove l'orrore diventa metafora per raccontare il passaggio traumatico dall'adolescenza al mondo degli adulti. La spiazzante ingenuità della messa in scena (in realtà apparente) è legata a due fattori: il costante punto di vista infantile e la volontà di ricreare un mondo discendente diretto di quell'epoca cinematografica; otto episodi la cui visione stimola a dimenticare tutte le sovrastrutture che noi appassionati e criticoni ci siamo costruiti in decenni di visioni. 

Ottima la colonna sonora che alterna tappeti sonori elettronici con brani d'epoca: Clash, Joy Division, New Order, Modern English, ecc... anche se avrei apprezzato in certi momenti che alcuni brani fossero più in primo piano e non solo accennati e poi lasciati in sottofondo. 
Una menzione per la straordinaria protagonista, dotata di poteri telecinetici e identificata solo con il numero tatuato (11), interpretata dalla dodicenne Millie Bobby Brown.





LEGENDA VOTI

@ una cagata pazzesca
@½ pessimo
@@ trascurabile
@@½ passabile
@@@ buono
@@@½ da vedere
@@@@ da non perdere
@@@@½ cult
@@@@@ capolavoro

giovedì 26 maggio 2016

Dov'è Mario? Ovvero l'indiscutibile superiorità di Corrado Guzzanti

Arrivano Mario Bambea e Dragomira e non ce n'è più per nessuno. Aspettavo con curiosità il debutto di Corrado Guzzanti nel mondo delle serie e devo dire che la sua satira è ancora micidiale e cinicamente sublime.
Un massacro che già nella prima puntata demolisce l'intellighenzia da salotto di certa sinistra per poi puntare sull'idiozia mondo dello spettacolo e della cultura che ruotano attorno alla televisione. 

martedì 2 febbraio 2016

10 programmi cult di intrattenimento e la tristezza della RAI attuale

In Italia non abbiamo programmi musicali decenti: pochi giorni fa è stato soppresso Ghiaccio Bollente che andava in onda su Rai 5. Per fortuna c'è Sky Arte che per la musica ha una marcia in più: per dire, di recente ha trasmesso uno splendido documentario della BBC su Bowie (Five Years).

In Italia non abbiamo mai avuto uno show come il David Letterman (di cui mi sento orfano). Ci aveva provato Daniele Luttazzi con Satyricon e ovviamente fu sbattuto fuori. Oggi il programma di punta è quello dell'inamovibile Fazio, sagra dell'ovvietà e della piaggeria. Un personaggio con così poca dignità e carenza di cojones che nell'ultima puntata ha acconsentito a far slittare fino alle 22 il suo solito siparietto, affinché i temi affrontati da Presa Diretta (il bullismo, l'educazione sentimentale e sessuale tra gli adolescenti) andassero in onda il più tardi possibile. Ogni altro commento è superfluo.
Nel campo dell'intrattenimento però ci sono stati programmi che hanno lasciato un segno. Purtroppo parliamo al passato, perché da qualche anno c'è il vuoto.











1) Blob
Gioiosa, perfida e geniale macchina da guerra che ha frantumato la tv trasportandola in una realtà parallela. L'unico programma della tv generalista che ancora oggi guardo volentieri.

2) Quelli della notte (1985)
Ero giovanissimo, la tv era per me un oggetto estraneo, soprattutto quando non uscire la sera significava essere malati. Quella primavera però alle 23 scattava una molla che mi riportava tra le mura domestiche. C'era da divertirsi!

3) Mai dire gol (1990/2001)
Una palestra di comicità con personaggi pazzeschi: i primi Aldo, Giovanni e Giacomo, Albanese, Fabio De Luigi, Crozza, Daniele Luttazzi con il suo tabloid che esordiva così: Buonasera questa edizione del telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali. Lunedì sera raramente prendevo impegni.

4) L'Ottavo nano (2001)
Silvio Berlusconi e Massimo D'Alema di Sabina Guzzanti;
Vulvia, Funari, Rutelli e Quelo di Corrado Guzzanti
Alberto Angela, Gasparri, PierFerdinando Casini di Neri Marcorè.
Può bastare?

5) Il poeta e il contadino (1973)
Facevo le medie e il sabato sera non potevo ancora uscire. Nonostante l'età ingrata e gli ormoni impazziti, riuscivo a mantenere vivo qualche neurone per apprezzare l'ironia stralunata di Cochi e Renato.

6) D.O.C. (1987-88)
Grazie ad Arbore, due anni in cui si è potuta sentire della musica decente dal vivo in RAI. Ovviamente soppresso, come è accaduto di recente a Ghiaccio Bollente.

7) Avanzi (1991-93)
Come non amare un programma che portò in tv i Sonic Youth e il regista de paura Rokko Smitherson?

8) Mister Fantasy (1981-84)
Massarini era un marziano che proponeva i Talking Heads in tv quando a Sanremo vincevano ancora Al Bano e I Ricchi e Poveri...

9) L'altra domenica (1976-79)
Purtroppo vista poco per via dell'orario (domenica pomeriggio).

10) Cinico TV (1992-96)
Satira al vetriolo e relitti umani. Uno sputo in faccia al perbenismo e alle buone maniere.

mercoledì 18 novembre 2015

Netflix, Narcos e Peaky Blinders

Nel titolo del post tre nomi ricorrenti nelle ultime settimane sulla teiera volante. Non sono mai stato un divoratore di serie televisive (da giovane posso citare solo Twin Peaks e X-files), ma negli ultimi anni la qualità e la varietà si sono alzate a tal punto da non poterle ignorare, spesso a discapito di qualche visione filmica che non mi convince. Tra le più recenti come non citare: True Detective, Fargo, Il Trono di spade, Top of the lake, Better Call Saul, Breaking Bad e ultimamente Narcos e Peaky Blinders trasmesse in Italia con l'arrivo di Netflix, il network che ha aperto una sfida diretta con Sky.

In Narcos la parabola di Pablo Escobar viene raccontata magistralmente, circoscrivendo la fiction in una cornice realistica che comprende anche le immagini e i filmati di un'epoca che in pratica portò la guerra civile in Colombia, inondò gli Stati Uniti e in seguito tutto il pianeta di cocaina. Un romanzo criminale che parte dalla fine degli anni'70, attraversa tutti gli anni '80, per concludersi nei primi anni '90. Una guerra che ha visto da una parte una delle più feroci organizzazioni criminali del ventesimo secolo, opposta al governo colombiano e all'America. Si resta incollati alla storia in maniera febbrile per tutte e dieci le puntate.

Un sorpresa gradita si sta rivelando la prima serie di Peaky Blinders. Insolita l'ambientazione a Birmingham (seconda città del Regno Unito) negli anni immediatamente successivi alla prima guerra mondiale, dove la famiglia Shelby si fa strada scalando il mondo della malavita e delle scommesse clandestine. Interprete principale un ottimo Cillian Murphy: dei tre fratelli delinquenti quello più ambizioso e carismatico. Anche in questo caso grande qualità (BBC2) unita ad originalità.
Ciliegina sulla torta, la fantastica colonna sonora a base di Nick Cave, White Stripes e Tom Waits. Date un'occhiata qua


giovedì 11 dicembre 2014

Cinema e censura: Bella di Giorno

In Italia la censura ha sempre saccheggiato il cinema in un misto di furore bigotto e zelo democristiano; ancor di più quando un film doveva passare in tv. 
Cinecensura.com è un percorso guidato con video-commenti di Tatti Sanguineti suddiviso in quattro tematiche: Sesso, Politica, Religione e Violenza. Tra il 1960 e il 2013 sono stati sottoposti alla revisione cinematografica, con richiesta di riedizione, 1183 film di produzione italiana e 976 di produzione straniera. (La revisione cinematografica e le riedizioni: Maurizio Negri)

Kubrick, Pasolini e Buñuel, ovviamente, tra i registi più tartassati. 

Bella di Giorno, ad esempio, venne trasmesso da Rai 2 nel 1983 a sedici anni dalla sua uscita, ampiamente purgato con un taglio di 30 metri di pellicola, come risulta dal documento redatto da un solerte funzionario molto soddisfatto dall'aver tagliato i 27" di flash back in cui la protagonista da bambina rifiuta l'ostia.
La cosa assurda è che le copie successive del film in vhs e dvd contengono gli stessi tagli dell'edizione televisiva, ostacolando così la visione integrale dell'opera di Buñuel.






















lunedì 1 luglio 2013

David Sylvian - Orpheus (su RAI 2, 1988)

Fra i vari meriti di Renzo Arbore c'è anche quello di aver portato David Sylvian ad esibirsi dal vivo per la tv italiana: correva l'anno 1988. Tempo fa è uscito il cofanetto che raccoglie una serie di esibizioni da quel fortunato programma (DOC), in onda inizialmente alle tre del pomeriggio dal 2 novembre 1987 fino al 1989 su Rai 2. Manca però la performance di Sylvian che con la sua band suonò ben quattro brani: Taking the veil, Weathered Wall, Ancient evening e la splendida Orpheus. Per fortuna c'è sempre youtube a darci una mano. Essermelo fatto scappare all'epoca, quando venne in tournée in Italia, è uno dei miei rimpianti musicali.

mercoledì 18 gennaio 2012

The old grey whistle test

The old grey whistle test era il titolo di un programma televisivo della BBC che dal 1971 al 1987, anno della sua chiusura, ha visto passare tutte le mode e le ondate musicali che hanno attraversato i sedici anni in questione. Una trasmissione così in nella tv italiana ce la sognavamo; abbiamo avuto giusto Mr. Fantasy dal 1981 al 1983, (ma era un'altra cosa) e DOC, programma di Renzo Arbore durato solo un anno poco più.
Il programma inglese era rigorosamente live e spesso gli artisti presentavano brani in versioni inedite.
Qualche assaggio (con una piatto anche italiano).

venerdì 6 gennaio 2012

Appunti musicali #6 (Bondy, Jez Kerr, Joan Wasser)

A. A. Bondy - Believers
Auguste Arthur Bondy è il fondatore dei Verbena, gruppo grunge americano d'inizio anni 90' (fra l'altro era anche il nome d'origine dei Verdena che venne poi cambiato quando si resero conto dell'omonimia).
Da qualche anno ha intrapreso la carriera solista come folk singer: un cantautore notturno e malinconico che si presta alla penombra del tramonto, quando cominciano le fredde sere invernali. 
Believers è il terzo album uscito un paio di mesi fa e contiene languide ballate come Skull and Bones.
Su soundcloud si può ascoltare tutto in streaming.


A Certain Ratio era uno dei gruppi di riferimento quando suonavo. Il post punk cominciava a imbastardirsi attingendo nuova linfa dall'afrofunk e loro furono fra i primi a muoversi in quella direzione con Shak Up, cover di un brano funky del 1975 degli sconosciuti (almeno per me) BanbarraJez Kerr bassista e cofondatore del gruppo è uscito quest'anno con un album intitolato Num Mouth Eat Waste; non l'ho ancora sentito (e trovato) ma il singolo mi sembra abbastanza interessante, anche se non mi azzardo a ordinare il cd: prima ascoltare, poi comprare.

Ho letto su ondarock che domenica, a quelli che il calcio su rai 2, sarà ospite Joan as Police Woman che canterà (spero non in playback) Magic dal suo album The Deep Field: per me uno dei dischi più belli del 2011. Ogni tanto anche la rai si ricorda che esiste un mondo musicale al di fuori dell'ospizio musicale di Fabio Fazio.

domenica 11 dicembre 2011

Business dei ricordi e nostalgia

"Ogni generazione invecchiando vorrà vedere la propria gioventù musicale trasformata in mito e monumento".
Simon Reynolds - Retromania (Musica, cultura pop e la nostra ossessione per il passato)


Questo fenomeno, col passare degli anni delle persone è comprensibile, anche se a volte mi è capitato di assistere a scene surreali e imbarazzanti, come quando ad una festa di compleanno o di classe (avevamo i figli alle elementari) un babbo fece cantare alla figlia la canzone di cui sotto (1981), accompagnando le parole con l'aria sognante di chi si immerge nei ricordi di gioventù.
Naturalmente ogni generazione e ciascun individuo ha i suoi miti/ricordi musicali e certi programmi televisivi fanno leva proprio su questo aspetto per dispensare nostalgia e canzoni all'ingrosso grazie soprattutto all'apporto di bambini ammaestrati e cantanti riesumati.   



Con una disponibilità fino a pochi anni fa impensabile, nel calderone dei ricordi, attraverso ristampe, cofanetti e reunion varie; con l'ausilio di internet, youtube, blog, tv e radio, ce n'è per tutti i gusti: dalle porcate più commerciali o scadenti alle quali lo scorrere del tempo ha inspiegabilmente restituito dignità, ai prodotti di nicchia più sconosciuti, ormai a portata di clic. Come argomenta Reynolds nel libro che sto leggendo, è la retromania, un fenomeno che si è diffuso in maniera dilagante soprattutto in ambito musicale e non solo: pensate alla quantità di remake nel cinema degli ultimi anni.
In linea di principio non c'è niente di male ed è fantastico che ci siano queste opportunità: a tutti e anche al sottoscritto piace parecchio rivedere e ascoltare (rivivere) cose del passato; è lo sguardo costantemente rivolto all'indietro senza interesse per un presente considerato poco stimolante o addirittura deprimente/scadente, che mi lascia perplesso. Parlo in generale di un atteggiamento abbastanza diffuso tra gli appassionati che hanno superato una certa soglia d'età, ma in concreto mi riferisco anche a persone che stimo e conosco personalmente.
Nel mercato dei ricordi c'è poi un aspetto in particolare che non sopporto e non mi ha mai attirato: le reunion, soprattutto quelle temporanee; anche dei gruppi che ho più amato. Per fare un esempio: se si riformassero i Talking Heads esclusivamente per riproporre i vecchi brani, mai e poi mai andrei ad un loro concerto; preferisco tenermi il ricordo di quel live strepitoso del 1980.

Ormai ci siamo trasformati in tribute band. Se ti metti a suonare (sempre e solo, aggiungerei) il vecchio repertorio sei una tribute band. E questo vale anche per me. 
(Hugh Cornwell, ex cantante degli Stranglers)

sabato 26 novembre 2011

Che palle che fa "che tempo che fa"

Con il passare del tempo Fabio Fazio sta diventando sempre più paraculo e democristiano. Il suo programma, che qualche volta ai primi tempi era interessante e divertente, puzza sempre più di paludato e di noia. Musicalmente meglio stendere un velo pietoso sugli ospiti musicali che solitamente vengono invitati (stasera ad esempio c'è Tiziano Ferro). Il top comunque lo si raggiunge domani sera con Angelino Alfano, Venditti e Gianni Riotta (si presenterà con la camicia bianca da professorino come quando era direttore del Tg1?).

Grande è stato Moretti a sputtanarlo quando, come al solito, il conduttore ha iniziato ad incensare l'ospite con frasi come sei il mio mito.

martedì 3 maggio 2011

Vinyl collage #3

Secrets of the Beehive - 1987       Brilliant Trees - 1984          Gone to Earth - 1986   


















E pensare che c'è chi sostiene che gli anni '80 siano stati vuoti o superficiali.
David Sylvian è un esempio di artista (ma potremmo citarne altri) che in questo decennio, con il mainstream pronto a spalancargli le porte dopo il successo di Forbidden Colours, scelse di seguire la strada meno commerciale, quella della ricerca, avviandosi ad una carriera solista senza scendere a compromessi fino alle scelte più estreme che hanno caratterizzato i suoi ultimi lavori.
Avvalendosi della collaborazione di artisti di eccellenza, a cominciare da Sakamoto, sfornò tre album uno meglio dell'altro, elaborando uno stile unico tra avanguardia, ambient, jazz e ballate elettroniche, per poi ritornare ai suoni prevalentemente acustici nel suo terzo album.
Era un tempo in cui la RAI (nel famigerato decennio che vide il trionfo di DeeJay Television) aveva ancora la capacità e il coraggio di trasmettere meravigliosi momenti di musica dal vivo come questo.

giovedì 20 gennaio 2011

Roghi e crociate

Ci sarà un “berlusconismo senza Berlusconi? O forse addirittura qualcosa di peggiore?
La deriva totalitaria che sta prendendo l’amministrazione berlusco-leghista veneta (come viene giustamente definita da wuming foundation la recente iniziativa di censura proposta a tutte biblioteche pubbliche dall'assessore alla cultura della provincia di Venezia) ne è un esempio concreto. 
Un grande passo verso una nuova civiltà basata sulle radici veneto-cristiano-padane, dove sopravviveranno solo gli audiolibri con le biascicate di Bossi e i monosillabi di suo figlio. (mamma) 


Giglioli nel suo blog fa notare che è anche cominciata (sullo stile del 1994) la chiamata alle armi della plebaglia televisiva, cioè di tutti coloro che non leggono e non vanno in rete, in vista della crociata finale.
Per fortuna ci sono anche loro.

domenica 28 novembre 2010

La cultura non si mangia

grande Biani come sempre
Nelle nostre società non c’è sviluppo senza cultura perché la crescita dipende più dalla produzione di beni immateriali che di beni materiali: informazioni, servizi, simboli, conoscenza. Oggigiorno si può essere ricchi e ignoranti per una generazione, ma non per due. A. Scurati 

Diritto di replica in tv? Va bene. Però allora ci date: per ogni culo danzante una chiacchierata con Margherita Hack; per ogni paio di tette un paio di poesie di Alada Merini; per ogni coppia di veline mute un approfondimento con Ilda Bocassini e Rita Borsellino ... Paola e Silvia Scola - Lettera a il Fatto Quotidiano


A proposito di cultura e identità nazionale. La RAI ha prodotto e distribuito Noi Credevamo, il film di Martone sul Risorgimento in 30 misere sale in tutta Italia. Salvo aumentare le copie a 55 e poi a 78, visti gli incassi e il successo di pubblico e di critica.